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Deutsche Bank crolla del 10%, impennata dei suoi Cds

Deutsche Bank crolla del 10%, impennata dei suoi Cds


Deutsche Bank crolla del 10%, impennata dei suoi Cds – askanews.it



Deutsche Bank crolla del 10%, impennata dei suoi Cds – askanews.it


















Milano, 24 mar. (askanews) – Banche di nuove nella bufera sui mercati. In particolare, alla Borsa di Francoforte il titolo Deutsche Bank crolla del 10% dopo l’improvvisa impennata dei suoi credit default swap (Cds), ossia il costo per assicurarsi contro la sua insolvenza, che ieri hanno registrato il più grande aumento giornaliero, alimentando così i timori per la tenuta del settore. Anche le sue obbligazioni AT1 hanno subito un forte calo.

E’ di ieri la notizia che due banche tedesche – Deutsche Pfandbriefbank e Aareal Bank – hanno rinunciato al rimborso delle loro obbligazioni AT1. A inasprire il sentiment sul settore, anche la notizia di un’indagine statunitense su Credit Suisse (-6,9%) e Ubs (-6,5%), che sarebbero sotto esame nell’ambito di un’indagine del Dipartimento di Giustizia Usa per verificare se abbiano aiutato gli oligarchi russi a eludere le sanzioni.

Borse europee a picco con banche di nuovo nella bufera, Milano -2,3%

Borse europee a picco con banche di nuovo nella bufera, Milano -2,3%


Borse europee a picco con banche di nuovo nella bufera, Milano -2,3% – askanews.it



Borse europee a picco con banche di nuovo nella bufera, Milano -2,3% – askanews.it


















Milano, 24 mar. (askanews) – Borse europee nuovamente colpite dalle vendite con le banche ancora nella bufera, mentre ritornano i timori sullo stato di salute del settore finanziario globale. A Milano il Ftse Mib lascia sul terreno il 2,3%, a Parigi il Cac40 il 2%, a Francoforte il Dax l’1,9%.

A Piazza Affari tonfo per Banco Bpm (-5,5%), seguita da Bper (-5,3%), Mps (-5,2%) e Unicredit (-5,1%). Ma è tutto il settore a soffrire in Europa: Ubs perde il 6%, Deutsche Bank oltre l’8%, mentre balza il prezzo dei credit default swap (CDS) quinquennali legati alla banca. Pesa anche l’annuncio di due banche tedesche – Deutsche Pfandbriefbank e Aareal Bank – che rinunciano al rimborso delle loro obbligazioni AT1.

Roma è ufficialmente candidata ad ospitare i campionati di calcio Uefa Euro 2032

Roma è ufficialmente candidata ad ospitare i campionati di calcio Uefa Euro 2032


Roma è ufficialmente candidata ad ospitare i campionati di calcio Uefa Euro 2032 – askanews.it



Roma è ufficialmente candidata ad ospitare i campionati di calcio Uefa Euro 2032 – askanews.it


















Roma, 24 mar. (askanews) – La Giunta capitolina ha approvato ufficialmente la candidatura di Roma ad ospitare i campionati di calcio Uefa Euro 2032 nell’ambito della proposta italiana coordinata dalla FIGC. La delibera contiene la sottoscrizione dei vari documenti necessari, tra cui l’Host City Agreement che definisce gli obiettivi e gli strumenti per supportare al meglio l’organizzazione dell’evento. “Roma è tornata ad essere protagonista dei grandi eventi e potrà certamente rappresentare un punto di forza della candidatura italiana ad ospitare gli Europei di Calcio del 2032”, ha commentato il Sindaco Roberto Gualtieri. “Dopo il Giubileo 2025 e l’auspicabile assegnazione di Expo 2030, si tratterebbe di un’ulteriore occasione di sviluppo per una Capitale completamente rinnovata – ha proseguito – con l’arricchimento anche della nostra dotazione nell’ambito dell’impiantistica sportiva e con una rete di servizi che stiamo potenziando per essere all’altezza di tutte queste grandi sfide che ci attendono”. “Abbiamo contribuito alla messa a punto del dossier di presentazione del progetto. Roma è pronta a giocare un ruolo importante, siamo in campo con il nostro straordinario expertise nell’organizzazione dei grandi eventi. Abbiamo indicato lo Stadio Flaminio per gli allenamenti delle squadre durante la manifestazione e abbiamo messo a disposizione i più importanti monumenti cittadini come brand imagery della manifestazione, dal Colosseo a Fontana di Trevi. Ospitare questo prestigioso appuntamento sportivo internazionale rappresenterebbe per la nostra città un’occasione unica, sia per rinnovare gli impianti sia per la promozione turistica. Sarebbe un ennesimo grande appuntamento internazionale, in grado di generare importanti ricadute economiche e sull’occupazione” ha detto l’assessore capitolino a Sport, Grandi Eventi, Turismo e Moda, Alessandro Onorato.

Il Tribunale di sorveglianza di Milano valuta se sospendere la pena a Cospito

Il Tribunale di sorveglianza di Milano valuta se sospendere la pena a Cospito


Il Tribunale di sorveglianza di Milano valuta se sospendere la pena a Cospito – askanews.it



Il Tribunale di sorveglianza di Milano valuta se sospendere la pena a Cospito – askanews.it



















Milano, 24 mar. (askanews) – È in corso all’ospedale San Paolo di Milano davanti ai giudici del Tribunale di Sorveglianza l’udienza a carico di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto al 41 bis in sciopero della fame da 5 mesi contro il regime di carcere duro. Al collegio presieduto da Giovanna di Rosa, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, spetta decidere se accogliere o rigettare la richiesta della difesa, rappresentata dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, di concedere all’anarchico il differimento pena con la formula degli arresti domiciliari da trascorrere nell’abitazione della sorella, a Pescara.

Nei giorni scorsi l’anarchico è stato trasferito dal carcere di Opera all’ospedale San Paolo dopo l’aggravamento delle condizioni di salute dovuto al lungo sciopero della fame. I giudici hanno deciso di celebrare l’udienza in ospedale proprio per scongiurare il rischio di ulteriori aggravamenti durante il trasferimento in tribunale. La decisone dei giudici è attesa al massimo entro 5 giorni da oggi.

Meloni: l’eccidio delle Fosse Ardeatine è tra le ferite più dolorose e profonde

Meloni: l’eccidio delle Fosse Ardeatine è tra le ferite più dolorose e profonde


Meloni: l’eccidio delle Fosse Ardeatine è tra le ferite più dolorose e profonde – askanews.it



Meloni: l’eccidio delle Fosse Ardeatine è tra le ferite più dolorose e profonde – askanews.it



















Bruxelles, 24 mar. (askanews) – “Oggi l’Italia onora le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Settantanove anni fa 335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella. Una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Spetta a tutti noi – Istituzioni, società civile, scuola e mondo dell’informazione – ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944. La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno”, conclude.

Fosse Ardeatine, Meloni: tra ferite più dolorose e profonde

Fosse Ardeatine, Meloni: tra ferite più dolorose e profonde


Fosse Ardeatine, Meloni: tra ferite più dolorose e profonde – askanews.it



Fosse Ardeatine, Meloni: tra ferite più dolorose e profonde – askanews.it


















Bruxelles, 24 mar. (askanews) – “Oggi l’Italia onora le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Settantanove anni fa 335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella. Una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Spetta a tutti noi – Istituzioni, società civile, scuola e mondo dell’informazione – ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944. La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno”, conclude.

Fondazione Prada, le cere anatomiche e la visione di Cronenberg

Fondazione Prada, le cere anatomiche e la visione di Cronenberg


Fondazione Prada, le cere anatomiche e la visione di Cronenberg – askanews.it



Fondazione Prada, le cere anatomiche e la visione di Cronenberg – askanews.it



















Milano, 24 mar. (askanews) – Il corpo è uno dei temi che ricorrono nelle mostre di Fondazione Prada. Il corpo, soprattutto come oggetto d’indagine, della scienza come dell’arte. Si inserisce in questo filone anche il nuovo progetto dedicato alle “Cere anatomiche” de La Specola di Firenze, re-interpretate dal regista David Cronenberg. Una mostra complessa e sfidante, che, come già era accaduto con il Kunsthistorisches Museum di Vienna, porta negli spazi milanesi della Fondazione le collezioni di un altro museo, in questo caso quello di Storia naturale dell’Università fiorentina di cui La Specola è parte.

Al piano superiore del Podium sono presenti le tredici ceroplastiche del XVIII secolo che presentano corpi di donne di cui si svela l’anatomia per scopi scientifici. Sono teche che in un certo senso contengono e contemplano il corpo femminile, per svelarne ogni dettaglio, senza mediazione. Accanto a queste 72 disegni anatomici che fanno quasi da didascalie alle cere. Nella grande sala al piano inferiore invece il film di Cronenberg, che intorno alle cere ha costruito una sua narrazione tra il sogno e l’horror. “Le due parole chiave – ha spiegato ad askanews Chiara Costa, Head of Programs di Fondazione Prada – sono corpo e conoscenza, unite ovviamente a scienza. Direi che questo lavoro di Cronenberg segue esattamente questa linea: lui ha studiato le cere, è rimasto molto intrigato dal loro valore artistico, ma anche dalla loro funzione didattica, e ha deciso in qualche modo con il suo film di liberare queste figure dalla loro funzione didattica e di trasportarle in un mondo parallelo. E noi di fatto ci occupiamo sempre di un’osservazione scientifica, che diventa poi artistica”.

È infatti indubbio che le cere della Specola siano oggetti d’arte che attraversano il tempo, quelle donne indubbiamente affascinanti, come la Venere scomponibile con un filo di perle al collo, che poi svela i visceri più profondi e proprio le sezioni del corpo. Lo spirito dell’operazione era chiaramente illuminista, ma le possibili implicazioni aperte da questi simulacri della vita possono anche andare oltre l’ambito razionale. E qui si presentano, per la prima volta, al pubblico dell’arte. “Qui c’è la grande novità anche che, al di là della scienza, questa esperienza ormai connotata come esperienza di altissimo profilo artistico e culturale – ci ha detto Lucilla Conigliello, direttrice tecnica del Sistema museale dell’Università di Firenze – viene proposta qui a Milano a un pubblico allargato e alla possibilità di una rilettura contemporanea. Noi viviamo un contesto che è strettamente di ricerca, un contesto scientifico. Però dobbiamo dar conto del valore di tutta quella che è la cultura anche del museo”.

Bellezza e biologia, scienza e psicanalisi, desiderio e morte: sono molte le sensazioni contraddittorie che la mostra può innescare, ma non si deve dimenticare che si tratta, in primo luogo, di un altro modo di usare la scienza – e La Specola è uno dei musei scientifici più antichi d’Europa – per provare a fare un ragionamento artistico più vasto, un ragionamento sull’umano, mediato dalla propria più accurata rappresentazione. E quei quattro corpi femminili possono essere qualcosa di più che i semplici oggetti di una lezione di anatomia. Se non altro perché quella anatomia è la nostra. (Leonardo Merlini)

Sony Music Italia rinnova con Neima Ezza e arriva Shune

Sony Music Italia rinnova con Neima Ezza e arriva Shune


Sony Music Italia rinnova con Neima Ezza e arriva Shune – askanews.it



Sony Music Italia rinnova con Neima Ezza e arriva Shune – askanews.it


















Roma, 24 mar. (askanews) – Sony Music Italia ha annunciato le sue novità discografiche, tra cui ci sono la conferma nel roster di Epic di Neima Ezza (nome d’arte di Amine Ezzaroui) e la new entry nella sua scuderia artistica del producer Shune.

“Le firme di nuovi contratti e il rinnovo degli artisti sono le attività principali su cui il nostro team concentra quotidianamente il suo lavoro – ha commentato il presidente e ceo Sony Music Entertainment Andrea Rosi – ed è per questo motivo che sono grandi la soddisfazione nel constatare la rinnovata fiducia di artisti che fanno già parte della nostra squadra e l’orgoglio nell’accogliere nuovi talenti da valorizzare. Neima Ezza è un artista di enorme talento e Shune un producer dalla creatività prorompente. Prima di loro, a febbraio, abbiamo riconfermato e allungato gli accordi con Bresh, artista fantastico dal potenziale incredibile, con Colapesce Dimartino per la label Numero Uno e con le leggende Articolo 31, J-Ax e DJ Jad, per Columbia”. Il rapper Neima Ezza conta 2,1 milioni di ascoltatori mensili su Spotify e il suo Ep “Giù” continua a raggiungere importanti riconoscimenti (“Lei” feat. Rondodasosa, certificato Platino, ha raggiunto 42,2 milioni di stream, “Casa”, prodotto da NKO e certificato Platino con 50,7 milioni di stream su Spotify e 19 milioni di views su Youtube e “Fedele al quartiere”, certificato oro, ha ottenuto 152 milioni e mezzo di stream solo su Spotify). Dopo aver concluso recentemente il suo primo live tour nei club delle più importanti città italiane, il prossimo passo del suo percorso musicale è “Avanti”, nuovo singolo che uscirà venerdì 24 marzo.

Shune nel 2022 ha lavorato sull’album di Bresh “ORO BLU”, uno dei progetti musicali più dirompenti dell’anno, e ha prodotto per Capo Plaza i brani più interessanti del suo ultimo mixtape. Sul fronte della scena rap genovese ha collaborato, oltre che con Bresh, con Tedua, Alfa e Disme & Vaz Tè. Oltre alle firme e ai rinnovi, in questi primi tre mesi dell’anno Sony Music Italia festeggia diversi successi: dall’ennesimo exploit planetario dei Måneskin – il cui nuovo progetto discografico “Rush” ha raggiunto subito il n.1 in classifica in 15 paesi – all’en plein di premi alla 73esima edizione del Festival di Sanremo.

Il ritorno senza ansia di Diodato con l’album “Così speciale”

Il ritorno senza ansia di Diodato con l’album “Così speciale”


Il ritorno senza ansia di Diodato con l’album “Così speciale” – askanews.it



Il ritorno senza ansia di Diodato con l’album “Così speciale” – askanews.it



















Milano, 24 mar. (askanews) – “Sono molto contento, non ho l’ansia per l’uscita dell’album, ho delle buone sensazioni, mi sembra il momento giusto per uscire e mi sento molto rappresentato da questo lavoro”, Diodato sorride e introduce così l’uscita del suo nuovo album di inediti “Così speciale” per Carosello Records. Dopo il travolgente successo del precedente lavoro “Che Vita Meravigliosa, con cui ha vinto praticamente tutto, da Sanremo ai David di Donatello, guarda al futuro con calma. “Così speciale” è un album dalla forte identità sonora, che riesce a passare dall’intimità di un piano e di una voce ad arrangiamenti corposi, potenti, che sublimano i concetti espressi in una catarsi sonora.

Scritto, arrangiato e artisticamente diretto da Diodato, “Così speciale” è un album figlio della volontà di essere suonato soltanto da musicisti in carne ed ossa ed è stato prodotto e mixato da Tommaso Colliva, produttore discografico di fama internazionale e vincitore di un Grammy Award nel 2015, e masterizzato da Giovanni Versari. “Sono sempre stato innamorato della musica suonata che vibra, -spiega Diodato – in questo album ho sperimentato un bel po’. Il fatto che ci siano musicisti che suonano in carne ed ossa si sente e fa arrivare al pubblico un’emozione autentica”. Ma soprattutto “Così speciale” è un album molto autobiografico, con dieci tracce che rappresentano dieci attimi di vita, “sguardi sul mondo e tuffi negli abissi interiori per provare a riemergere con dieci fiori che profumano di vita”. Apre l’album “Ci vorrebbe un miracolo”: “E’ un’esclamazione abbastanza chiara, una richiesta di aiuto, uno sguardo sul caos della società in cui viviamo, dove sembra impossibile trovare un punto di incontro. Ho voluto però dare solarità a questo sguardo, sono convinto che c’è speranza. Da non credente questa richiesta di miracolo è un invito a rimboccarsi le maniche, a darsi da fare” racconta il cantautore tarantino.

“Il brano “Non c’eri che tu” rappresenta il mio modo di fare musica, parte da una solitudine anche fredda, da considerazioni dure sul tempo sprecato, ma poi evolve ed esplode nel finale sublimando il vissuto. Grazie alla musica il vissuto può continuare a vibrare e a rifiorire”. In questo album c’è anche l’Antonio Diodato che non ti aspetti, quello meno conosciuto, ma travolgente, esplosivo e ironico.

“”Che casino” è la canzone in cui ho sperimentato di più, mi sono divertito un sacco, sono partito da un bit, e non come al solito da piano e voce, ho cominciato a cantarci sopra ed è uscito un brano che mi piace molto. La gente mi pensa come il cantautore romantico ma ci sono anche lati diversi della mia personalità, che emergono in questo brano ma spero che tutto l’album sappia di umanità”. Dopo essere rientrato dal tour oltre confine in autunno 2021 che lo ha portato in Europa e negli Stati Uniti, Diodato torna live con dieci date, prodotte e organizzate da OTR LIVE, che porteranno il cantautore nei più prestigiosi club delle principali città europee, nella primavera 2023. La dimensione live è ideale per scoprire proprio il Diodato oltre le apperenze.

Di Alessandra Velluto

Disgelo Meloni-Macron, pressing premier su migranti e Patto

Disgelo Meloni-Macron, pressing premier su migranti e Patto


Disgelo Meloni-Macron, pressing premier su migranti e Patto – askanews.it



Disgelo Meloni-Macron, pressing premier su migranti e Patto – askanews.it



















Bruxelles, 23 mar. (askanews) – Il “disgelo” è arrivato nella serata di Bruxelles. Al termine del Consiglio europeo Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron si sono incontrati faccia a faccia per il primo bilaterale “vero” dopo gli incontri informali a Roma (quando lei era stata appena eletta) e a Sharm el-Sheikh, a margine di Cop27.

Nel mezzo mesi di tensioni, incomprensioni, un grande “freddo” che era apparso evidente nei vari appuntamenti internazionali in cui si erano incrociati. A determinare la rottura era stata la contesa sui migranti e sulle navi delle Ong, con uno scambio di accuse reciproche tra Roma e Parigi. Nella capitale belga è giunto il momento del riavvicinamento: i due Paesi sono troppo importanti l’uno per l’altro. Meloni ha bisogno di sponde europee sui migranti e la riforma del Patto di stabilità, Macron (alle prese con le proteste contro la riforma delle pensioni) deve creare alleati intorno ad alcune questioni che gli stanno a cuore, a partire da nucleare e rilancio della competitività. I due si sono dunque visti al termine dei lavori nell’hotel del centro in cui entrambi alloggiano, sul tavolo una vasta gamma di temi: dai migranti alla riforma del Patto, dall’energia alla competitività. L’incontro con Macron ha chiuso una giornata che Meloni considera positiva. Il tema dei migranti, che nell’ordine del giorno era confinato tra le varie ed eventuali, è stato affrontato a cena, con un report della Commissione Ue sull’attuazione delle decisioni approvate al summit del 9 febbraio. Dieci leader, tra cui Meloni, hanno parlato nel corso del confronto, durato meno di un’ora e dalla delegazione italiana trapela soddisfazione perchè nelle conclusioni viene ribadita la necessità di attuare gli impegni, fissando una verifica al prossimo vertice previsto in giugno (anche se un Consiglio straordinario potrebbe essere fissato a maggio). La condizione della Tunisia – è l’allarme lanciato dalla premier nel suo intervento – è “molto preoccupante”, gli arrivi in Italia sono “triplicati” rispetto al 2002 e se questo trend continuerà la prossima estate la situazione sarà “fuori controllo”. Per questo servono azioni “rapide e concrete”.

Per quanto riguarda i temi economici, Meloni ha ribadito la posizione dell’Italia: l’allentamento dei vincoli agli aiuti di Stato non deve “creare disparità tra Stati membri”. Gli aiuti devono quindi essere “mirati e temporanei” in modo da garantire parità di condizioni e “pieno funzionamento” del mercato unico. Per l’Italia l’obiettivo principale è invece assicurare da parte europea la “piena mobilitazione” dei finanziamenti disponibili e degli strumenti finanziari esistenti, compresi quelli del Pnrr (su cui oggi il ministro Raffaele Fitto ha avuto un confronto con il commissario Paolo Gentiloni). Sulla revisione del Patto di stabilità e crescita, Meloni ha ammesso che “ci sono visioni abbastanza differenti”. Per lei “la sfida” deve essere “una governance più attenta alla crescita e non solamente alla stabilità. Per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti. Ci sono dei passi in avanti ma bisogna ancora lavorare”. Così come c’è da lavorare sul tema della transizione green. “Fermi restando gli obiettivi della transizione, che condividiamo, noi non riteniamo che l’Unione debba occuparsi anche di stabilire quali siano le tecnologie con le quali arrivare a quegli obiettivi”, ha detto, riferendosi in particolare allo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. La Germania sta trattando per ottenere una deroga sui carburanti sintetici che l’Italia ritiene “svantaggiosa”. Possibilità di riaprire la partita, però, sembrano non esserci: “E’ stata approvata con una significativa maggioranza. Non possiamo tornare indietro”, ha detto secca la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.

Al centro del summit anche il sostegno all’Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky, intervenuto da remoto, ha ribadito l’appello per l’invio a Kiev di armi a lunga gittata. Da parte dei 27 c’è la piena garanzia (a parte i distinguo dell’Ungheria) di un pieno sostegno “per tutto il tempo necessario”, eventualmente anche con un nuovo pacchetto di sanzioni. Una linea totalmente sposata da Meloni, arrivata a Bruxelles dopo le prese di posizione della Lega che nei giorni scorsi, alla Camera e al Senato, ha marcato una netta differenziazione rispetto alla posizione da assumere nell’appoggio a Kiev. Parole che certo non rafforzano la posizione internazionale della premier, che però ha minimizzato: “Francamente – ha detto – non mi preoccupa. Non sono preoccupata perchè guardo ai fatti e sulla linea italiana, che è molto chiara, non ho mai avuto problemi”.