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Calcio, Bove: “Ci vediamo presto in campo”

Calcio, Bove: “Ci vediamo presto in campo”Roma, 16 dic. (askanews) – Edoardo Bove torna a parlare. Con un messaggio su Instagram il giocatore viola ha voluto ringraziare tutti quelli che in questi giorni difficili gli sono stati accanto, condividendo anche un pensiero profondo su come il calcio possa ancora essere genuino e andare oltre le semplici partite o le vittorie, di fronte a eventi come questo, e sui veri valori che sa trasmettere. “Ciao a tutti – scrive Bove sui social – in questi giorni difficili ho avuto modo di pensare molto. Seppur la condivisione sui social non sia nella mia natura, vorrei esternare un pensiero che mi ha colpito nel profondo. Lo spiacevole episodio avvenuto durante Fiorentina-Inter, mi ha dimostrato, ancor più di quanto pensassi, che il calcio è molto più di una partita, di un campionato, o di una carriera. Il calcio è una comunità di persone, legate dalla stessa passione, che condividono momenti di gioia, commozione, rabbia, delusione e sofferenza. Proprio in questi momenti mi rendo conto di quanto questo sport sia genuino, di quanto, al dì la dei risultati, della competizione o della concorrenza siamo tutti uniti. Uniti da un legame che a maggior ragione, una volta creato, si rafforza nei momenti di difficoltà, diventando quasi indissolubile. Un legame che ti trasmette amore ed emozioni difficili da spiegare. Un legame che ti dà la forza di superare qualsiasi ostacolo. Ne parlo perché l’ho vissuto sulla mia pelle in questi giorni. L’affetto che ho ricevuto, il calore dei tifosi, il supporto da parte dei compagni e degli avversari, la vicinanza di TUTTO il mondo del calcio è stato un qualcosa che mi ha dato una forza ed un coraggio incredibili. Mi sono sentito circondato da un’energia positiva che mi ha permesso di rimanere tranquillo, di non sentire la solitudine che spesso è presente in questo tipo di difficoltà. Per questo motivo, vorrei che tutti ci impegnassimo a non dimenticare la vera essenza del nostro sport, a non lasciarci offuscare troppo dal suo lato commerciale e a non dare per scontato il suo spirito autentico. Perché nonostante tutto, quello che è successo domenica è la testimonianza della parte genuina del calcio: quella che si nutre di emozioni vere, di storie personali e di un forte legame tra chi gioca e chi tifa. Detto questo, sono veramente grato di appartenere a questo mondo e vi ringrazio dal profondo del cuore per l’affetto e la vicinanza che mi avete dimostrato! Io sto bene e questa è la cosa più importante! Ci vediamo presto… In Campo! Edo”

Bergamo in testa alla classifica delle città dove si vive meglio, Roma sprofonda

Bergamo in testa alla classifica delle città dove si vive meglio, Roma sprofondaRoma, 16 dic. (askanews) – La provincia di Bergamo si aggiudica il primo posto della 35esima edizione della “Qualità della Vita” del Sole 24 Ore, indagine lanciata nel 1990 per misurare i livelli di benessere nei territori italiani. Mai premiata prima d’ora nella classifica generale, ma già incoronata regina dell’Indice di Sportività 2024, la provincia orobica aveva già scalato diverse posizioni nel 2023 e quest’anno ha scalzato habitué del podio come Trento, al secondo posto, e Bolzano, al terzo. All’ultimo posto troviamo Reggio Calabria, maglia nera di una classifica che vede le ultime 25 posizioni tutte occupate da province del Mezzogiorno.


L’indagine fotografa il benessere nelle province italiane con 90 indicatori divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero.La top 10 della classifica è lo specchio di un Paese in cui le grandi città cominciano a manifestare diverse fragilità: l’unica presente è Bologna, al nono posto, in calo di sei posizioni rispetto all’edizione 2023. Per il resto, trionfano le medie province: Monza e Brianza (4° posto), seguita da Cremona e Udine, vincitrice lo scorso anno, Verona e Vicenza. A chiudere, dopo Bologna, è Ascoli Piceno.


Vince il versante nord orientale, con tre province lombarde, le due province autonome del Trentino Alto Adige, due venete, una emiliana e una marchigiana.Secondo il rapporto del Sole 24 Ore, le città metropolitane registrano un crollo diffuso: Bologna scende di 7 posizioni, Milano di 4 passando al 12° posto, Firenze (36° posto) segna un -30 dopo essere stata in zona top 10 per tre anni consecutivi e Roma scende di -24 posizioni piombando al 59° posto. Torino perde 22 posizioni, arrivando al 58° posto subito davanti alla Capitale. Napoli è penultima, mentre Bari è tra le poche a salire: un aumento di 4 posizioni la porta al 65° posto.


Le grandi aree metropolitane scontano, a confronto con l’anno scorso, sia la presenza di alcuni indicatori di nuova introduzione come la disuguaglianza nel reddito e le mensilità di stipendio necessarie ad acquistare casa, entrambi inseriti nella categoria Ricchezza e consumi. Ma anche alcuni dati che testimoniano, per esempio, la fine della corsa del Pil pro capite: il dato, rapportato al 2023, sale di più al Sud.Le classifiche di tappa si confermano sei: Biella vince in Ricchezza e consumi; Milano mantiene la sua leadership in Affari e Lavoro; Brescia è prima in Ambiente e servizi; Bolzano è leader in Demografia, salute e società; Ascoli Piceno guida la classifica di Giustizia e sicurezza; Trieste è la migliore per Cultura e tempo libero.


Una menzione a parte va a Firenze che vince la quarta edizione della Qualità della vita delle donne, un indice sintetico basato su 12 parametri (Tasso di occupazione, Imprese femminili, amministratrici donne di imprese e di entri locali, quota di laureate, tra gli altri) che va poi a confluire nella classifica generale, nella categoria Demografia, salute e società. 

Ucraina, Mattarella: pace richiede contributo potenze globali

Ucraina, Mattarella: pace richiede contributo potenze globaliRoma, 16 dic. (askanews) – “La pace richiede il contributo di tutti, in particolare delle potenze globali, perché globali sono le loro responsabilità e globali sono le conseguenze dell’aggressione alla legalità internazionale compiuto dalla Federazione Russa”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella intervenendo alla XVII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia.


Il capo dello Stato ha ribadito che “l’Ucraina potrà contare sul nostro convinto sostegno militare, economico, diplomatico e umanitario, oltre che sulle garanzie che sono state inserite nell’accordo bilaterale con Kiev” e che “la prospettiva europea è quella che gli Ucraini hanno scelto e su di essa sanno di poter contare sul sostegno dell’Italia”. “L’Italia – ha aggiunto Mattarella – continuerà a lavorare affinché siano rispettati parametri essenziali, quali il rispetto del diritto internazionale; l’integrità territoriale ucraina; il principio della sicurezza nucleare; il rilascio dei prigionieri di guerra; la restituzione alle famiglie dei bambini ucraini rapiti e condotti in Russia; l’accesso sicuro ai porti del Mar Nero e del Mar d’Azov, anche a beneficio della sicurezza alimentare al livello globale”.

M.O., Mattarella: nessuna alternativa a soluzione a due Stati

M.O., Mattarella: nessuna alternativa a soluzione a due StatiRoma, 16 dic. (askanews) – “Guardando alla Palestina va ribadito fermamente che, per la Repubblica Italiana, l’autentica prospettiva di futuro risiede nella soluzione a due Stati. È un obiettivo privo di alternative, come hanno ricordato i Ministri della regione intervenuti alla Conferenza dei Dialoghi Mediterranei, prezioso foro sviluppato dalla Farnesina, non solo di dialogo ma anche di tessitura di relazioni e rapporti che possono contribuire a maggiore comprensione, a scenari di stabilizzazione in una regione così complessa”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella intervenendo alla XVII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia.


Secondo il capo dello Stato “perseguire l’obiettivo, ravvicinato, della statualità palestinese significa offrire al popolo della Cisgiordania e di Gaza un traguardo di giustizia e una convincente prospettiva di speranza per il proprio futuro, irrinunziabile condizione anche per una finalmente solida garanzia di sicurezza per Israele”.

Ue approva aiuti di Stato da 167 mln a settore agricolo italiano

Ue approva aiuti di Stato da 167 mln a settore agricolo italianoBruxelles, 16 dic. (askanews) – La Commissione europea ha approvato, oggi a Bruxelles, un regime di aiuti di Stato italiano da 167 milioni di euro per sostenere la produzione del settore agricolo primario, nel contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina.


Il regime di aiuti è stato approvato nell’ambito del “Quadro temporaneo di crisi e transizione” per gli aiuti di Stato adottato dalla Commissione il 9 marzo 2023 e modificato il 20 novembre 2023 e il 2 maggio 2024. Gli aiuti consisteranno in importi limitati sotto forma di riduzioni dei contributi sociali. La misura sarà aperta ai datori di lavoro del settore della produzione agricola primaria in alcuni territori delle regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana, colpite dalle inondazioni del maggio 2023 e che sono già a rischio di perdere liquidità finanziaria a causa delle difficoltà del mercato agricolo provocate dalla guerra della Russia contro l’Ucraina. La Commissione ha ritenuto che il regime italiano sia in linea con le condizioni stabilite nel Quadro temporaneo. In particolare, gli aiuti non supereranno i 280.000 euro per beneficiario, e saranno concessi entro e non oltre il 31 dicembre 2024.


La Commissione ha approvato il regime di aiuti dopo aver concluso che è necessario, appropriato e proporzionato per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro, in linea con l’articolo 107(3)(b) del Trattato sul funzionamento dell’Unione e con le condizioni stabilite nel Quadro temporaneo sugli aiuti di Stato.

Nexi, protocollo con la Polizia di Stato contro le frodi digitali

Nexi, protocollo con la Polizia di Stato contro le frodi digitaliRoma, 16 dic. (askanews) – Nexi e la Polizia di Stato hanno firmato un protocollo per la prevenzione e il contrasto dei crimini informatici nel settore finanziario italiano, mentre il crescente utilizzo di sistemi digitali sui pagamenti implica anche un aumento delle frodi con questi sistemi. La cerimonia si è svolta questa mattina a Roma, presso la sede del Centro Studi Americani.


In Italia, nel 2023, i pagamenti digitali hanno rappresentato circa il 35% del valore totale dei consumi, in continua crescita, riporta un comunicato congiunto di Nexi e e Polizia di Stato. Inoltre, è sempre più diffusa la modalità contactless, sia con carte fisiche che con dispositivi (smartphone o smartwatch) dotati di tecnologia Nfc. Negli ultimi anni è cresciuto anche il numero e il livello delle minacce informatiche. Nexi ricorda di essere è da sempre impegnata per la prevenzione e il contrasto degli attacchi e per la protezione dei clienti dalle frodi online. Oltre ad investire nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie e servizi sempre più innovativi ed evoluti, Nexi unisce le proprie forze a quelle del settore e delle istituzioni per aumentare la consapevolezza dei clienti e sensibilizzarli ad un uso sicuro degli strumenti e dei canali digitali.


Secondo Fabio Bernasconi, vice capo del Dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria della Banca d’Italia, il contrasto delle frodi nell’utilizzo dei pagamenti elettronici è una parte importante dell’operato dell’istituzione, anche attraverso iniziative di educazione finanziaria – come la recente campagna ‘Occhio alle Truffe’ realizzata congiuntamente con le associazioni dei consumatori – volte ad agevolare i cittadini a riconoscere le truffe e a conoscere gli strumenti di tutela, quali gli esposti e l’Arbitro Bancario Finanziario. Sui pagamenti digitali “il tasso di frode non è particolarmente rilevante ed è in discesa allo 0,014%, ma crescendo i pagamenti cresce anche il rischio di frode – ha detto Bernasconi -: ogni 100mila clienti ci sono 2700 frodi, e l’importo delle frodi è in diminuzione a circa 80 euro, perché si usano pagamenti elettronici anche per importi più piccoli”.


“Il contributo delle Istituzioni, in particolare della Polizia di Stato, ai progetti di prevenzione per la sensibilizzazione degli utenti, come il video podcast ‘Non Cliccare Qui’ – secondo Luigi Rinella, direttore centrale per la Polizia Scientifica e la Sicurezza Cibernetica – è un modo nuovo di interpretare il partenariato per la prevenzione e il contrasto delle frodi. Nexi riveste un ruolo di fondamentale importanza ed è un punto di riferimento per le attività di polizia. Con la firma del protocollo di intesa si è rinnovato e rafforzato un rapporto professionale consolidato nel tempo che ha tra gli obiettivi principali quello della tutela del sistema economico del Paese dei cittadini”. L’amministratore delegato di Nexi, Bernardo Mingrone ha rivendicato come la società “in qualità di PayTech leader in Europa è da sempre impegnata a offrire un sistema sicuro, tempestivo ed efficiente, che risponda prontamente alle esigenze dei nostri clienti. Siamo qui oggi perché crediamo fermamente che la sicurezza e la fiducia degli utenti siano due pilastri fondamentali per una sempre maggiore diffusione dei pagamenti digitali ed è su questo fronte che siamo al fianco delle nostre Banche Partner e collaboriamo attivamente con le istituzioni. Siamo quindi molto orgogliosi del protocollo di intesa con la Polizia di Stato perché è un passo importante che testimonia il nostro impegno nella lotta contro il crimine informatico per una maggiore consapevolezza a tutela dei consumatori”.


I sistemi di Nexi monitorano in tempo reale una media di 1,5 milioni di transazioni ogni ora, analizzando in pochi millisecondi un ampio raggio di parametri per ciascuna di esse, come il luogo in cui vengono effettuate, il dispositivo utilizzato per l’autorizzazione, l’orario, l’importo e la frequenza. Capacità e velocità di calcolo che sono oggi ancora più veloci ed efficienti grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale e ad un team di oltre 100 esperti data scientist e analisti che possiedono le competenze necessarie per garantire la stabilità e la sicurezza del sistema, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sviluppare tecnologie in grado di prevenire ogni genere di frode e analizzare e gestire quelle intercettate. L’incontro di questa mattina è stato anche l’occasione per parlare di educazione e sensibilizzazione dei consumatori con Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che ha collaborato con Nexi alla realizzazione di “Non Cliccare Qui”, serie di video podcast prodotta da Will Media e disponibile sulle piattaforme digitali. Il progetto, fortemente voluto da Nexi, coinvolge vari attori che ogni giorno sono impegnati nella difesa del consumatore, a partire dalle associazioni, i giornalisti e le Forze dell’Ordine. Perché per costruire un ecosistema solido occorre lavorare in sinergia, un approccio che permette di affrontare le sfide globali con una visione integrata. “Con il videopodcast ‘Non Cliccare Qui’ – commenta Massimiliano Dona – ci siamo posti l’obiettivo di informare e educare l’ascoltatore sulle principali tipologie di frodi online utilizzando un linguaggio semplice e diretto. Durante le puntate abbiamo raccontato, insieme agli ospiti che sono venuti a trovarci, le dinamiche e le leve psicologiche tipiche delle truffe online, la cui conoscenza e comprensione rappresenta una importante arma di difesa a disposizione del consumatore”.

Mattarella: Italia credibile per la ricerca della pace e la difesa dei diritti

Mattarella: Italia credibile per la ricerca della pace e la difesa dei dirittiRoma, 16 dic. (askanews) – “Lo sforzo incessante della nostra azione è stato diretto a prevenire i conflitti, a elaborare soluzioni idonee a ricostruire il capitale di fiducia tra gli Stati, oggi pericolosamente eroso. Questo ha consentito alla Repubblica di acquisire influenza e credibilità, in numerosi organismi multilaterali, a partire dalle Nazioni Unite, strumento ampiamente imperfetto ma prezioso”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella intervenendo alla XVII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia.


Mattarella ha ricordato che la “paziente e determinata ricerca della pace, difesa dei diritti inviolabili della persona, capacità di sintesi tra le posizioni dei nostri principali partner sui temi prioritari dell’agenda globale, sono gli sforzi evidenti, messi in campo anche nell’esercizio della Presidenza del G7”.

Bankitalia: il debito pubblico balza a 2.981,3 miliardi (+19,9 miliardi)

Bankitalia: il debito pubblico balza a 2.981,3 miliardi (+19,9 miliardi)Milano, 16 dic. (askanews) – Lo scorso ottobre il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 19,9 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.981,3 miliardi. Lo rende noto la Banca d’Italia.


L’incremento, spiega, riflette il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (17,5 mld) e la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (2,7 mld, a 43). L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha invece lievemente ridotto il debito (0,2 mld). Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 19,8 miliardi e quello delle amministrazioni locali di 0,1 miliardi. Il debito degli enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.


La vita media residua è risultata pari a 7,8 anni, in linea con il valore del mese precedente. La quota del debito detenuto dalla Banca d’Italia è diminuita al 22,1% (dal 22,3% del mese precedente), mentre a settembre (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti si è collocata al 30,3% (dal 29,8% del mese precedente) e quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è rimasta stabile al 14,4%.

Bankitalia: a ottobre debito pubblico balza a 2.981,3 miliardi

Bankitalia: a ottobre debito pubblico balza a 2.981,3 miliardiMilano, 16 dic. (askanews) – Lo scorso ottobre il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 19,9 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.981,3 miliardi. Lo rende noto la Banca d’Italia. L’incremento, spiega, riflette il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (17,5 mld) e la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (2,7 mld, a 43). L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha invece lievemente ridotto il debito (0,2 mld).


Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 19,8 miliardi e quello delle amministrazioni locali di 0,1 miliardi. Il debito degli enti di previdenza è rimasto pressoché invariato. La quota del debito detenuto dalla Banca d’Italia è diminuita al 22,1% (dal 22,3% del mese precedente), mentre a settembre quella detenuta dai non residenti si è collocata al 30,3% (dal 29,8%) e quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è rimasta stabile al 14,4%. A ottobre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 42,4 miliardi, in aumento del 4,8% (1,9 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2023. Lo rende noto la Banca d’Italia. Complessivamente, nei primi dieci mesi del 2024 le entrate tributarie sono state pari a 452,5 miliardi, in aumento del 5,7%(24,2 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Bankitalia: a ottobre debito pubblico balza a 2.981,3 mld (+19,9 mld)

Bankitalia: a ottobre debito pubblico balza a 2.981,3 mld (+19,9 mld)Milano, 16 dic. (askanews) – Lo scorso ottobre il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 19,9 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.981,3 miliardi. Lo rende noto la Banca d’Italia.


L’incremento, spiega, riflette il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (17,5 mld) e la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (2,7 mld, a 43). L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha invece lievemente ridotto il debito (0,2 mld). Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 19,8 miliardi e quello delle amministrazioni locali di 0,1 miliardi. Il debito degli enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.


La vita media residua è risultata pari a 7,8 anni, in linea con il valore del mese precedente. La quota del debito detenuto dalla Banca d’Italia è diminuita al 22,1% (dal 22,3% del mese precedente), mentre a settembre (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti si è collocata al 30,3% (dal 29,8% del mese precedente) e quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è rimasta stabile al 14,4%.