Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Francesco, il Papa che ha rimesso in cammino la Chiesa

Francesco, il Papa che ha rimesso in cammino la ChiesaCittà del Vaticano, 10 mar. (askanews) – Non c’è dubbio che il tratto riformatore è stato quello dominante nel primo decennio di Pontificato di Jorge Mario Bergoglio. O meglio, il tentativo testardo di intraprendere la strada di una riforma nell’ambito della Chiesa cattolica, sospinta da recenti accadimenti, sfociati poi con la rinuncia di Benedetto XVI. Una strada, quella della guida della più grande comunità cristiana del mondo, nel tracciato evangelico e alla luce del Concilio Vaticano II, alla radice della fede più che di una certa ‘Tradizione’, stratificatasi nei secoli. Un tentativo, concretizzato in passi e decisioni, che sono piaciuti o meno, ad una comunità composita e frastagliata secondo culture, sensibilità, storie ed emisferi spesso profondamente differenti tra loro.
Un’idea chiara della visione ‘bergogliana’ della Chiesa è arrivata nuovamente nel corso dell’udienza generale dell’8 marzo scorso, a pochi giorni dalla data del decennale del suo pontificato. Parlando ai fedeli, riuniti in piazza San Pietro, sul tema dell’evangelizzazione e citando proprio le intuizioni conciliari, Francesco ha detto che ‘c’è come un ponte tra il primo e l’ultimo Concilio, nel segno dell’evangelizzazione, un ponte il cui architetto è lo Spirito Santo’. Da qui l’invito a ‘non sclerotizzarci o fossilizzarci’ anche nell’annuncio e nella vita della Chiesa; anzi, ha aggiunto Francesco, ‘lo zelo missionario del credente si esprime anche come ricerca creativa di nuovi modi di annunciare e testimoniare, di nuovi modi per incontrare l’umanità ferita di cui Cristo si è fatto carico. Insomma, di nuovi modi per rendere servizio al Vangelo e all’umanità. L’evangelizzazione è un servizio e se uno si dice evangelizzatore ma non ha cuore di servizio, e si sente un padrone, è un poveraccio’, ha detto senza mezzi termini. Questo senza dimeticare che proprio ‘la dimensione ecclesiale dell’evangelizzazione – ha detto ancora il Papa – costituisce perciò un criterio di verifica dello zelo apostolico. Una verifica necessaria, perché la tentazione di procedere ‘in solitaria’ è sempre in agguato, specialmente quando il cammino si fa impervio e sentiamo il peso dell’impegno. Altrettanto pericolosa è la tentazione di seguire più facili vie pseudo-ecclesiali, di adottare la logica mondana dei numeri e dei sondaggi, di contare sulla forza delle nostre idee, dei programmi, delle strutture, delle ‘relazioni che contano”. Il tutto alla prova, quindi, della ‘sinodalità’ e, nella sequela del Fondatore, sulla ‘strada della povertà, dell’obbedienza, del servizio e del sacrificio di se stesso fino alla morte’, sempre citando Bergoglio.
Che queste strade e questa visione di Chiesa siano permeate o meno in un ‘corpaccione’ che conta oltre Duemila anni di storia, è ancora tutto da stabilire e sarà forse materia per gli storici.
Da qui la consapevolezza che c’è tutto un lavoro ancora da compiere e realizzare. Il precario equilibrio tra innovatori e conservatori, tra coloro che reputano necessario un ridisegnare strutture e linguaggi per parlare con efficacia all’uomo di oggi e chi, invece, considera ciò come un cedimento ad una società che va dritta verso la a-religiosità, sembra essersi rotto con la morte del papa emerito Joseph Ratzinger, assunto suo malgrado a paladino di quelli che il Papa regnante considera gli ‘indietristi’ di turno.Città del Vaticano, 10 mar. (askanews) – Non sono mancati da parte del Papa ripetuti appelli a non perdersi dietro divisioni e pre-concetti, quasi ideologici, e, ultimamente, inviti all’unità sono venuti anche da figure ‘terze’ come quella del cardinale Raniero Cantalamessa nel corso della sua predicazione in Vaticano degli esercizi spirituali in preparazione della Pasqua a cardinali e figure apicali della Curia romana (una delle più soggette alle azioni di aggiornamento di Francesco, ndr) il 3 marzo scorso.
“Ad una prima lettura, la recente costituzione sulla riforma della Curia ‘Praedicate Evangelium’ (pubblicata il 19 marzo 2022 da Papa Francesco, ndr) a me ha dato l’impressione di un passo avanti in questa stessa direzione: cioè nell’applicare il principio sancito dal Concilio a un settore particolare della Chiesa che è il suo governo e a un maggiore coinvolgimento in esso dei laici e delle donne’, ha affermato il predicatore della Casa Pontificia nella sua meditazione quaresimale.
‘Ma adesso dobbiamo fare un passo avanti. – ha subito aggiunto nell’Aula Paolo VI ai suoi insigni ascoltatori Cantalamessa – L’esempio della Chiesa apostolica non ci illumina soltanto sui principi ispiratori, cioè sulla dottrina, ma anche sulla prassi ecclesiale. Ci dice che non tutto si risolve con le decisioni prese in un sinodo, o con un decreto. C’è la necessità di tradurre nella pratica tali decisioni, la cosiddetta ‘recezione’ dei dogmi. E per questo occorrono tempo, pazienza, dialogo, tolleranza; a volte anche il compromesso”. Quest’ultimo, non interpretato come un “cedimento o uno sconto fatto sulla verità”. Cantalamessa, proseguendo nella sua riflessione, ha poi detto che ‘il ruolo di mediatore che Pietro esercitò tra le opposte tendenze di Giacomo e di Paolo continua nei suoi successori. Non certo (e questo è un bene per la Chiesa) in modo uniforme in ognuno di essi, ma secondo il carisma proprio di ognuno che lo Spirito Santo (e si presume i cardinali sotto di lui) hanno ritenuto il più necessario in un dato momento della storia della Chiesa. Davanti agli eventi e alle realtà politiche, sociali ed ecclesiali, noi siamo portati a schierarci subito da una parte e demonizzare quella avversa, a desiderare il trionfo della nostra scelta su quella degli avversari”. Il riferimento ai fatti più recenti, seguiti proprio alla morte di Benedetto, è apparso ai più del tutto evidente. ‘Non dico che sia proibito avere preferenze: in campo politico, sociale, teologico e via dicendo, o che sia possibile non averle. – ha quindi voluto spiegare il card. Cantalamessa ai suoi importanti ascoltatori – Non dovremmo mai, però, pretendere che Dio si schieri dalla nostra parte contro l’avversario. E neppure dovremmo chiederlo a chi ci governa. È come chiedere a un padre di scegliere tra due figli; come dirgli: ‘Scegli: o me o il mio avversario; mostra chiaramente da che parte stai!’. Dio sta con tutti e perciò non sta contro nessuno! È il padre di tutti’.
Parole chiare e che hanno fatto pensare proprio a quelle crepe, dai toni spesso aspri, che si sono aperte, e soprattutto sono state date in pasto all’opinione pubblica, ed indirizzate senza tanti nascondimenti all’azione di Papa Bergoglio.
Chi crede, quindi, che la sua azione sia terminata o sia ‘inscatolabile’ in questi primi dieci anni, si sbaglia come lo stesso papa Bergoglio ha fatto capire a più riprese rispondendo al nuovo refrain su possibili sue dimissioni.Città del Vaticano, 10 mar. (askanews) – Anzi, siamo entrati forse nella fase più difficile e complessa che, come dice Cantalamessa, è quella della ‘recezione’, evitando ogni possibile insabbiamento.
Fare qui l’elenco dei passi compiuti nei dieci anni di governo bergogliano sarebbe difficile. In uno schematico e non completo elenco si può partire dai gesti (che delineano uno stile e poi una visione) che hanno segnato il pontificato sin dal primo giorno. La scelta di lasciare il Palazzo apostolico per risiedere nell’albergo di Santa Marta e l’indossare segni esteriori, come la croce pettorale, non d’oro, al viaggiare a bordo di utilitarie, all’adottare una versione più confacente alla lingua attuale della Preghiera per eccellenza del cristiano, il “Padre nostro”, al non assegnare più automaticamente sedi tradizionalmente cardinalizie (vedi Milano o Venezia) a porporati, fino allo spazio dato a laici e donne nei dicasteri vaticani. Questo senza parlare delle prese di posizioni poco “clericali” o mediane, nei confronti di temi sia ecclesiali che sociali come quelle contro il clericalismo, il sentirsi ‘padroni’ della Chiesa, fino all’aver voluto un giusto canone per l’affitto delle abitazioni, senza più distinzioni, tra porpore e semplici impiegati. Quasi incalcolabile il numero delle prese di posizione, poi, per l’accoglienza e la dignità dei migranti, contro le diseguaglianze sociali nel mondo, a difesa degli ‘scartati’ delle società, per l’ambiente e per politiche e scelte economiche che mettano sempre l’uomo al primo posto e non il profitto. In questo quadro si inseriscono iniziative come la promozione di quella “Economy of Francesco”, per una economia fuori dagli schemi del puro capitalismo o l’aver promosso ed ospitato in Vaticano summit dei movimenti popolari mondiali.
Infine, da menzionare in questo sbrigativo elenco l’aver messo mano a quello che si stava delineando come il ginepraio delle finanze vaticane, una riforma della Curia romana che si aspettava da anni, non essersi opposto anche a procedimenti penali verso casi come quello della vendita dell’ormai noto immobile londinese di Sloane Avenue. O aver affrontato con il metro della carità e della misericordia temi etico-morali come quello dell’omosessualità o dell’accesso ai sacramenti per le coppie divorziate. Ed ancora aver battagliato contro una “piaga” purulenta, quale quella degli abusi.
Tutti passi che alle volte non sono piaciuti ad alcuni ambienti (per la verità più clericali che “di popolo”) ma che, come ha ripetuto e spiegato a più riprese papa Francesco, fanno parte integrante del suo mandato affidatogli quel 13 marzo del 2013 dai cardinali nelle Congregazioni generali che hanno fatto da base programmatica al Conclave che lo ha eletto in due giorni e solo cinque scrutini a Sommo Pontefice.
In una recente intervista facendo un bilancio del decennale di pontificato lo stesso Francesco ha spiegato la sua missione di questi anni. “Le cose che ho fatto non le ho inventate né sognate dopo una notte di indigestione. – ha detto – Ho raccolto tutto ciò che i cardinali avevano detto nelle riunioni pre-conclave che il prossimo Papa avrebbe dovuto fare. Poi abbiamo detto le cose che dovevano essere cambiate, i punti che dovevano essere toccati. Quello che ho messo in moto è stato quello che mi è stato chiesto. Non credo che ci sia nulla di originale da parte mia, ma ho avviato ciò che avevamo deciso tutti insieme”. Città del Vaticano, 10 mar. (askanews) – Francesco ha portato ad esempio la Riforma della Curia che si è conclusa con la nuova Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium. Una riforma, ha spiegato, “con la quale, dopo otto anni e mezzo di lavoro e consultazioni, siamo riusciti a mettere in atto ciò che i cardinali avevano chiesto, cambiamenti che già si stavano mettendo in pratica. Oggi c’è un’esperienza di tipo missionario. ‘Praedicate Evangelium’, cioè ‘siate missionari’. Predicate la Parola di Dio. In altre parole, l’essenziale è uscire. Curioso: in quegli incontri – ha poi rivelato – c’era un cardinale che ricordava che nel testo dell’Apocalisse Gesù dice: ‘Sto alla porta e busso. Se qualcuno apre, io entrerò’.
‘Gesù continua a bussare, ma affinché lo lasciamo uscire, perché lo abbiamo ‘imprigionato’. Questo è ciò che è stato chiesto in quelle riunioni di cardinali. – ha ripetuto – E quando sono stato eletto, l’ho messo in moto. Dopo alcuni mesi, si sono tenute consultazioni fino alla stesura della nuova Costituzione. E nel frattempo si stavano apportando dei cambiamenti. Cioè non sono idee mie. Che sia chiaro. Sono le idee di tutto il Collegio Cardinalizio che ha chiesto questo”.

Made in Italy al South by Southwest tra arte e tecnologia

Made in Italy al South by Southwest tra arte e tecnologiaMilano, 10 mar. (askanews) – Una rassegna che guarda al futuro, quello della musica e delle arti, e quello della tecnologia. Saranno 11 le aziende, tra startup innovative e player del mercato audiovisivo e musicale, che comporranno il padiglione Italia nel Creative Industries Expo del festival South by Southwest (SXSW) di Austin, Texas, il principale appuntamento dedicato al cinema e alla musica indipendente negli Stati Uniti.
Dal dispositivo smart che agevola l’apprendimento della chitarra alla music library intelligente che trova la giusta colonna sonora per ogni video, fino ai tanti sistemi di AI che supportano aziende e creativi: quella di quest’anno è la prima presenza italiana strutturata alla manifestazione texana, che pur interessando principalmente il mondo dell’intrattenimento, ospita al suo interno una vera e propria fiera di tecnologie innovative.
La missione italiana, coordinata da ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, mette a sistema attori virtuosi del mondo delle arti audiovisive e dell’innovazione promuovendo la creatività italiana come brand forte nel mercato americano e internazionale.
L’esposizione, che rimane aperta nelle 4 giornate centrali di South by Southwest (tra il 12 e il 15 marzo, mentre il festival si svolge tra il 10 e il 19 marzo), mette insieme aziende innovative da tutto il mondo, per offrire una prospettiva su come la creatività, attraverso la tecnologia, cambierà la società nei prossimi anni.
Tra le startup italiani presenti ad Austin spiccano le tante soluzioni basate sull’intelligenza artificiale che ottimizzano i dati legati al business o creano campagne marketing adattive con l’AI generativa, ma anche quelle per creare mondi virtuali tridimensionali interattivi e un innovativo dispositivo smart che tramite led permette di imparare a suonare la chitarra mostrando dove mettere le dita. Tra le aziende audiovisive vi sono case di produzione cinematografica e una piattaforma che ottimizza il reperimento di musica di alta qualità per colonne sonore.

Asturie si presentano a Roma con 3 voli diretti settimanali da FCO

Asturie si presentano a Roma con 3 voli diretti settimanali da FCORoma, 10 mar. (askanews) – “Asturie, sei a 155 minuti dal Paradiso”: questo è il claim dell’evento tenutosi nella cornice della Serra del Palazzo delle Esposizioni di Roma. Gli ospiti della serata hanno potuto assaggiare un po’ di questa regione che si presenta per la prima volta a Roma. La regione delle Asturie viene denominata il Paradiso Naturale della Spagna, e le ragioni non mancano, a cominciare dalla posizione. Questa regione si trova nel cuore della Spagna verde. Affacciata a nord sul Mar Cantabrico e circondata a sud dal Parco Nazionale dei Picos de Europa, le cui vette superano i 2.500 metri di altezza. Infatti la regione è un punto di riferimento per il turismo sostenibile. Con una estensione di circa 10.600 chilometri quadrati, le Asturie vanta 400 km della costa meglio conservata della Spagna, oltre a 7 aree dichiarate riserve della biosfera dall’UNESCO.
L’evento si è svolto in presenza del viceministro di Turismo del Principato di Asturias, Graciela Blanco, che ha ricordato i punti di forza della destinazione: Natura lussureggiante, turismo attivo, turismo urbano e cucina di alta qualità. “Vi invito a visitare le Asturie e sperimentare in prima persona ciò che oggi vi stiamo raccontando: godere dell’atmosfera delle nostre sidrerie come un vero asturiano. Gustare la cucina delle nostre guisanderas, le cuoche che custodiscono le ricette tradizionali, o la cucina sostenibile delle nostre 10 stelle Michelin. Mettere da parte le preoccupazioni quotidiane e intraprendere un viaggio in completo relax. Entrare in contatto con la natura, mangiare bene e in tranquillità. Ritornare all’essenziale, al primordiale: ritorno al paradiso”.
Per il direttore dell’Ente spagnolo del turismo di Roma Gonzalo Ceballos, “le Asturie sono una destinazione nuova e molto interessante per il mercato italiano. Questa regione del nord della Spagna riunisce tutte le caratteristiche per aiutare a raggiungere i nostri obiettivi suI mercato. È una destinazione destagionalizzata e contribuisce alla diversificazione delle destinazioni spagnole, con l’obiettivo di migliorare l’esperienza turistica e migliorare l’impatto positivo del turismo e consente una migliore protezione dell’ambiente di cui godono turisti e residenti”. Inoltre Ceballos ha evidenziato l’importanza del nuovo collegamento aereo tutto l’anno tra Roma e Oviedo (aeroporto delle Asturie) con 3 frequenze settimanali. A tal proposito il Country manager di Ryanair in Italia ha evidenziato il fatto che questa rotta sarà attiva almeno fino il 2026.
Infatti l’evento si è svolto invitando agli ospiti a salire a bordo di questo volo indirizzato al paradiso asturiano. Anche la gastronomia , battezzata di “paesaggio” è stata protagonista della serata grazie alle creazioni dello chef stellato Michelin e titolare del Ristorante “El Retiro” Ricardo Sotres. Le sue proposte hanno deliziato agli assistenti con una cucina effervescente supportata dagli ingredienti naturali e tradizionali, che promuovono un modello di gastronomia sostenibile.

La moda italiana alla conquista degli Usa: +40,3% export

La moda italiana alla conquista degli Usa: +40,3% exportMilano, 10 mar. (askanews) – Al via il progetto per il potenziamento dell’export negli Stati Uniti realizzato da Confindustria, che vede il coinvolgimento di Confindustria Moda e di Agenzia Ice. Forte di una crescita che nei primi 10 mesi del 2022 registra un +40,3% rispetto al 2021 (+49,1% sul pre-Covid), il mercato Usa gioca un ruolo sempre più importante per l’industria italiana del tessile, moda e accessorio, classificandosi al secondo posto nel ranking export dei paesi, con un valore di circa 7,3 miliardi di euro. Gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extraeuropeo per il Made in Italy: con una quota di mercato di quasi il 5%, l’Italia si colloca al quarto posto nel 2022 tra i principali Paesi fornitori degli Stati Uniti, secondo i dati dell’United States Department of Commerce, e un posizionamento che vede il nostro Paese nel 2022 come primo fornitore statunitense di occhiali, pelletteria, pelli, pellicce e calzature.
Proprio per questa rilevanza strategica del mercato Usa e per l’apprezzamento che le collezioni Made in Italy hanno registrato presso i buyer presenti alle Fiere appena concluse, il roadshow “INSPR Italia – Innovations In Style”, che partirà da Los Angeles per poi spostarsi a Dallas e Miami, creerà importanti nuove opportunità per 30 aziende italiane e farà vedere da vicino a nuovi buyer B2B collezioni che sanno essere innovative partendo dalla grande tradizione del saper fare del Made in Italy. La prima tappa dell’iniziativa, prevista a Los Angeles dal 13 al 15 marzo, vedrà 30 brand italiani di moda contemporanea femminile, accessori e calzature presentare le loro collezioni.
“L’internazionalizzazione delle aziende italiane è da sempre uno degli obiettivi prioritari di Confindustria – ha dichiarato Barbara Beltrame Giacomello, vice presidente per l’internazionalizzazione Confindustria – e gli Stati Uniti sono il primo mercato di destinazione del nostro export fuori dall’Europa. Questo road show, che avvicina consumatori sempre più attenti alla qualità, è un’opportunità importante per le nostre aziende; per la collaborazione alla sua organizzazione va il nostro grazie a Ice New York”.
“Questo progetto è un’opportunità unica per conoscere al meglio il mercato regionale statunitense, gettando le basi per nuovi contatti commerciali”, ha detto Ercole Botto Poala, presidente di Confindustria Moda. “I dati del nostro export dimostrano l’interesse degli Usa per la moda Made in Italy. È importante che 4 associazioni di Confindustria Moda – SMI, Assocalzaturifici, Assopellettieri e AIP – abbiano partecipato con le loro aziende a questo progetto, aiutando le imprese più piccole a approcciare i mercati internazionali”.

Terzo settore, Apis: co-progettazione nuova tappa servizi sociali

Terzo settore, Apis: co-progettazione nuova tappa servizi socialiRoma, 10 mar. (askanews) – Mentre gran parte degli enti pubblici incontra difficoltà nello sviluppo della co-progettazione e non mancano i progetti calati dall’alto senza il coinvolgimento del Terzo Settore e degli stessi cittadini beneficiari, ci sono anche esperienze di collaborazione tra soggetti pubblici, privati e non-profit che spiccano e raccontano un film completamente diverso. Esperienze come quella di Lecco, dove è stato costruito sin dal 2006 un modello diverso di welfare per anziani, bambini e persone con disabilità grazie all’impresa sociale “Girasole”, oppure come quella di Bologna con il suo “Salus space”, ovvero uno spazio urbano “rigenerato”, attualmente centro di ospitalità per migranti e rifugiati. Cosa hanno in comune queste realtà, perché hanno avuto un impatto positivo e concreto sul territorio? Per fare il punto della situazione e analizzare insieme agli esperti le best practice come quelle appena citate, l’APIS – Associazione Italiana Progettisti Sociali promuove il convegno “La co-progettazione per davvero – Principi metodologici, esperienze di successo e istruzioni per l’uso”, il prossimo 14 marzo, dalle ore 10.15 alle 17.00, presso il Centro Congressi Cavour, a Roma.
L’evento è dedicato alla co-progettazione, anche in rapporto alla co-programmazione: si tratta di questioni dibattute finora solo in punta di diritto e con un’attenzione rivolta soprattutto alle procedure, lasciando così in secondo piano le “pratiche di campo”, indispensabili affinché il lavoro sia, nei fatti, efficace e partecipato con i portatori di interesse, inclusi i beneficiari.
Obiettivo della giornata sarà offrire spunti concreti, metodi e paradigmi specifici in base ai quali regolare i lavori di tavolo tra Pubblica Amministrazione e Terzo Settore. L’approccio sarà pragmatico e antiretorico, cioè quello tipico del progettista sociale, che, già prima dell’adozione del Codice Unico del Terzo Settore, è abituato ad agire sul campo come collegamento e “rammendo” tra società civile organizzata e funzione pubblica. “La co-progettazione è ormai parte integrante per lo sviluppo dei servizi sociali e nella gestione dei rapporti tra amministrazioni e ETS. Se il quadro normativo va in questa direzione, meno chiara è la traduzione operativa e la codifica metodologica, con situazioni molto diversificate e non sempre efficaci, afferma Jamil Amirian, presidente di APIS – Associazione Italiana Progettisti Sociali. Con questa iniziativa proveremo a fare chiarezza sulle condizioni per realizzare processi realmente partecipativi e vicini alle comunità”.

Giappone, la rivolta delle hostess: basta fotografarci di nascosto

Giappone, la rivolta delle hostess: basta fotografarci di nascostoRoma, 10 mar. (askanews) – Circa il 70 per cento delle assistenti di volo in Giappone ha denunciato di aver subito lo scatto di fotografie di nascosto durante il servizio. L’ha affermato un sindacato dell’aviazione che chiede un inasprimento delle pene contro questi comportamenti, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.
Il 38 per cento delle intervistate nel sondaggio ha affermato che sono state scattate loro foto di nascosto, mentre il 33 per cento ha detto di “credere” che sia successo, pur non avendo la sicurezza assoluta. Questo dato è cresciuto del 9 per cento rispetto al precedente sondaggio del 2019, realizzato dalla Federazione giapponese dei sindacati dell’industria aeronautica.
La maggior parte delle hostess di cabina ha riferito che sono state scattate foto del viso e di tutto il corpo, altre hanno risposto che sono state fatte loro foto “sotto la gonna” o all’altezza del petto o del fondoschiena. Il 29 per cento ha dichiarato di non essere stato fotografato segretamente.
Per quanto riguarda la reazione al problema, il 57 per cento ha affermato di non aver fatto nulla. Una percentuale minore ha dato all’autore del reato un avvertimento verbale o ha chiesto di eliminare l’immagine, ha rilevato il sondaggio.
Alcune assistenti di volo hanno affermato di essersi astenute dall’agire per non “offendere il passeggero” o per “paura” di attirare l’attenzione sulla loro posizione vulnerabile nei confronti dei passeggeri.
“E’ una questione molto seria”, ha dichiarato durante una conferenza stampa Akira Naito, presidente del sindacato, chiedendo pene “più severe” contro comportameti di questo genere.
Il governo giapponese sta valutando la possibilità di reprimere con pene più severe il fenomeno dell’”upskirting”, cioè gli scatti di nascosto di fotografie sotto le gonne di ignare passanti.

Urso: con Israele possiamo vincere sfida autonomia energetica

Urso: con Israele possiamo vincere sfida autonomia energeticaRoma, 10 mar. (askanews) – “Israele è una superpotenza tecnologica, l’ Italia una grande potenza industriale, la più grande nel Mediterraneo e la seconde in UE. Dobbiamo vincere la sfida dell’ autonomia energetica e insieme lo possiamo fare meglio. Anche perché l’Italia deve diventare un hub del gas europeo e Israele dove diventare un punto di forza per la produzione e di gas e idrogeno”.
Lo ha detto il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso intervenendo al forum economico per le imprese al quale prende parte il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
“Insieme possiamo operare di più e meglio per raggiungere la piena sovranità tecnologica dell’occidente” ha aggiunto.

Convention Bureau: a Roma piena ripartenza turismo congressuale

Convention Bureau: a Roma piena ripartenza turismo congressualeRoma, 10 mar. (askanews) – Roma, città d’eccellenza del turismo congressuale che nel recente passato ha ospitato prestigiosi eventi e meeting internazionali, oggi appare in pieno rilancio quale sede molto richiesta dalla meeting industry. Lo ribadisce il presidente del Convention Bureau Roma & Lazio, Stefano Fiori.
“La piena ripartenza del settore – osserva – è certificata dalle recenti rilevazioni dell’ICCA (International Congress and Convention Association), ricavate dall’analisi di 8mila congressi internazionali, e riferite al 2021 dalle quali emerge che l’Italia è risalita al 5° posto nel ranking mondiale e che Roma occupa la 16sima posizione nella classifica delle Top 20 destinazioni congressuali nel mondo, rispetto al 28° posto occupato da Milano. Un trend di ripresa confermato anche dall’Osservatorio Federcongressi 2021 dal quale emerge che degli 86.438 eventi congressuali in presenza o in formato ibrido ospitati in Italia, con introiti per 3,2 miliardi di euro, il 26% si è svolto nel centro-Italia e prevalentemente nella capitale”.
Per Fiori “il trend fortemente positivo di questo settore chiave è testimoniato anche da importanti eventi congressuali internazionali ospitati a Roma negli ultimi anni, basti pensare al Summit del G20 che finalmente ha avuto luogo in città, nel ben strutturato ‘business district’ dell’EUR e come l’International Golf Travel Market, tenutosi alla Nuvola con 500 operatori esteri specializzati nel turismo legato al golf. Eventi ai quali ha contribuito in modo tangibile il Convention Bureau Roma & Lazio, organismo in partenariato pubblico-privato, che associa oltre 160 imprese, preposto alla promozione del territorio regionale”.
Un comparto, dunque, in netta ripresa che beneficerà anche di nuove risorse stanziate dal Ministero del Turismo con un bando per 1 miliardo e 380 milioni rivolti al settore ricettivo-congressuale con l’obiettivo di offrire più location per meeting e congressi.

Palazzo Grassi, come le immagini sono diventate fotografia

Palazzo Grassi, come le immagini sono diventate fotografiaVenezia, 10 mar. (askanews) – Una possibile storia dell’evoluzione della fotografia nel XX secolo, attraverso le riviste. Palazzo Grassi a Venezia presenta una mostra ambiziosa e, nonostante alcune apparenze, anche imponente, basata sull’archivio di Condé Nast, per parlare di come è cambiato il modo di pensare e distribuire le immagini e al tempo stesso raccontare come si è evoluto il costume attraverso il Secolo breve.
“È una première a livello mondiale – ha detto ad askanews Bruno Racine, direttore di Palazzo Grassi – perché questo archivio Condé Nast che ripercorre tutto il secolo scorso è stato acquistato in parte dalla Collezione Pinault, e Pinault ha voluto che la prima presentazione fosse fatta a Venezia e a Palazzo Grassi, per dare rilievo anche alla nostra programmazione”.
La mostra si intitola “Chronorama” e segue un filo temporale, dagli anni Dieci agli anni Settanta, attraverso 407 immagini. “L’obiettivo della mostra – ha aggiunto il curatore Matthieu Humery – è osservare il modo in cui le immagini diventano fotografia e questa a sua volta diventa prominente nel corso del XX secolo. Vogliamo andare alle origini di questa storia ed è interessante vedere che inizia con l’illustrazione, di grande livello e qualità, per poi evolversi in fotografia. E questa, lentamente, ma in modo inesorabile, nel corso degli anni Dieci e Venti diventa il medium in assoluto più usato dalle riviste. Noi raccontiamo questa evoluzione”.
Accanto a questo aspetto, ovviamente centrale, c’è però anche il tema di come cambia il racconto che le riviste fanno del loro tempo e dopo gli anni della Seconda Guerra mondiale comincia a delinearsi chiaramente un’idea di “società dello spettacolo”, per citare il filosofo Guy Debord, e nelle fotografie esposte arrivano sempre più attrici, artisti, modelle e gruppi musicali. Possiamo fare qualche nome, sparso: Catherine Deneuve in grembiule bianco; un giovanissimo Mick Jagger; oppure Hemingway a torso nudo o Susan Sontag con il figlio Davi. In qualche modo si consolida, a livello di immaginario collettivo e di cultura di massa, il racconto delle celebrità e dello star system, fatto comunque con la genialità di fotografi come Irving Penn, per esempio. E poi la mostra di Palazzo Grassi è anche un dispositivo per riflettere sulla nostra relazione oggi con le immagini e la loro costante produzione e disponibilità.
“Oggi quando scattiamo una fotografia con il telefono – ha concluso Humery – siamo subito consapevoli dell’immaterialità di questa immagine, non c’è alcun oggetto. Qui invece mostriamo anche la fotografia come oggetto, è c’è qualcosa di magico nello stato di queste immagini, che sono immagini appunto, ma sono anche oggetti”.
Oltre alle immagini storiche, poi, la mostra presenta le opere di quattro artisti contemporanei – Tarrah Kranjak, Eric Mack, Daniel Spivakov e Giulia Andreani, chiamati a esplorare il rapporto con le fotografie, il luogo e il tempo. In un intreccio di suggestioni che rispecchia e amplifica l’attitudine polifonica di Palazzo Grassi.

Gattinoni MICE, obiettivo 2023 a +50%

Gattinoni MICE, obiettivo 2023 a +50%Roma, 10 mar. (askanews) – Elisa Presutti, Managing Director Events Gattinoni Group, traghetta la divisione MICE del Gruppo nell’anno 2023 forte dei buoni risultati realizzati nel 2022, primo anno di ripresa dopo il lungo periodo di forte rallentamento causato dalla pandemia. La Business Unit MICE di Gattinoni ha infatti chiuso il 2022 con un volume d’affari pari a 35,50 milioni di euro, numeri senz’altro positivi considerato l’anno caratterizzato ancora da incertezza, soprattutto nel primo semestre.
Arrivata nell’autunno 2022, o meglio, tornata nel Gruppo Gattinoni, Elisa Presutti ha esperienze, skills e professionalità che uniti al carico di energie e di idee sono i presupposti indispensabili per gli ambiziosi piani di crescita. L’obiettivo per l’anno 2023 della divisione MICE è di raggiungere un volume d’affari di 50,20 milioni di euro, pari ad un incremento di oltre il 50% rispetto al 2022.
Obiettivo di budget fondato, oltre che su una strategia di sviluppo intrapresa dalla Managing Director volta ad incrementare la penetrazione nel mercato dei grandi eventi, sul punto di forza di Gattinoni MICE: l’approccio integrato. Gattinoni è oggi una realtà che si pone verso i clienti gestendo e offrendo servizi a 360°, dalla creatività alla logistica. La parola d’ordine della divisione è “nuovo corso” da realizzarsi attraverso una riorganizzazione del team di lavoro e un potenziamento dell’area comunicazione con una forte spinta alla Live Communication.
Elisa Presutti così commenta i risultati del 2022 e l’inizio del 2023: “Siamo soddisfatti dei risultati dello scorso anno in quanto realizzati in un momento storico complesso e in un mercato ancora molto discontinuo e caratterizzato da richieste sotto data con poca pianificazione. La struttura e il team hanno risposto prontamente, riuscendo ad ottenere performance più che soddisfacenti sia in termini numerici che qualitativi. E siamo entusiasti anche delle risposte che stiamo ricevendo dal mercato sin dai primi mesi dell’anno. Abbiamo già acquisito progetti importanti e molti altri sono in fase di definizione. Grazie a partnership strategiche con creativi quotati, provenienti anche da mondi apparentemente lontani dagli eventi, siamo oggi in grado di offrire proposte davvero innovative e unconventional.”
Afferma Sergio Testi, Direttore Generale Gattinoni Group “I risultati 2022 della divisione Eventi si allineano alle buone performance di Gruppo, merito del grande lavoro del team e degli investimenti realizzati negli anni passati. Con il rientro in squadra, in autunno, di Elisa Presutti, professionista determinata con importanti esperienze e skills, abbiamo terminato l’anno nel migliore dei modi e iniziato il 2023 con grande slancio e una crescita superiore al budget.”
Elisa Presutti ha progetti ambiziosi e punta ad aggiudicarsi grandi eventi, offrire alle aziende esperienze memorabili, potenziare la propria squadra e l’empowerment femminile. È consapevole che dal 2022 le aziende sono tornate a viaggiare e ad incontrare i propri target di riferimento. L’experience è nuovamente uno dei principali asset nelle strategie di marketing dei brand.
Da sempre legata per esperienze al mondo degli eventi e degli incentive, la quarantatreenne lombarda ha iniziato la carriera nel mondo Pharma, che ha un background dinamico e contatti preziosi. Poi è stata account eventi e incentive in Hotelplan, e quindi per sette anni account director in seno al Gruppo Gattinoni. Nel 2018, affascinata dal mondo della comunicazione ha deciso di intraprendere un percorso più vicino al B2C e al Media. Rilevante è stata in questo senso l’esperienza maturata in Dentsu Creative dove ha dapprima ricoperto il ruolo di Business Development Director nell’area di Experiential Marketing per poi essere investita del ruolo di Business Lead, per il lancio della unit Dentsu Gaming, dedicata allo sviluppo di progetti e campagne di comunicazione nel mondo Gaming&Esport, raddoppiando le revenue anno su anno.
“Gattinoni mi ha permesso di passare dalla dimensione prettamente digitale a quella umana, che è la mia vera passione, perché l’emozione della diretta è impareggiabile. Sono tornata a lavorare con persone amiche, in presenza e con tutta la carica di un momento di ripresa del mercato. Il pay off ‘esperienze da vivere’ verrà concretizzato in ogni nostro progetto”, conclude Elisa Presutti.