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Iran, Amnesty: oltre 500 morti da inizio proteste

Iran, Amnesty: oltre 500 morti da inizio protesteRoma, 1 mar. (askanews) – Nel nome di Mahsa Amini, al grido di Donna, Vita, Libertà, donne e uomini di ogni età e di ogni classe sociale si sono riversati nelle strade, in ogni regione dell’Iran, per dichiarare la loro aperta opposizione a un regime che ogni giorno opprime la sua popolazione con sistematiche discriminazioni di genere e violazioni delle libertà fondamentali. La protesta è divampata ormai dallo scorso settembre e prosegue da allora, nonostante il regime reprima nella violenza e nel sangue ogni forma di dissenso. 525 manifestanti, tra cui 71 bambini, sono stati uccisi e più di 19 mila persone sono state arrestate da settembre ad oggi.
Amnesty International svolge un costante lavoro di monitoraggio delle gravissime violazioni dei diritti umani che avvengono ogni giorno, per le strade di Teheran e di tutto l’Iran, per raccoglierne le prove e per fare pressione sulle istituzioni iraniane e internazionali, affinché vengano abolite leggi come quella sull’obbligo di portare il velo in luoghi pubblici, così come la pena di morte e la tortura.
Proseguire questa battaglia è imprescindibile: ecco perché l’Organizzazione rilancia l’appello ad unirsi, anche attraverso uno strumento di solidarietà concreta come il lascito solidale, intorno alle donne e agli uomini che in Iran stanno mettendo a repentaglio la loro stessa vita in nome di un ideale di libertà e di giustizia.
I DIRITTI DELLE DONNE IRANIANE CALPESTATI CON LA VIOLENZA
Secondo il codice penale islamico iraniano, qualsiasi atto ritenuto “offensivo” per la pubblica decenza è punito con la reclusione da dieci giorni a due mesi oppure con 74 frustate. Le donne che si mostrano in pubblico senza il velo devono essere punite con una reclusione da dieci giorni a due mesi o col pagamento di una multa in contanti. L’età minima della responsabilità penale per le ragazze in Iran è di nove anni, ma di fatto le autorità impongono il velo obbligatorio alle bimbe sin dall’età di sette anni, quando iniziano la scuola elementare. Chi non rispetta queste leggi finisce nelle mani della polizia e delle forze paramilitari, che ogni anno arrestano decine di migliaia di donne solo per aver mostrato ciocche di capelli sotto il velo o per aver indossato abiti colorati.
In strada le donne iraniane sono regolarmente sottoposte a molestie verbali e aggressioni fisiche da parte della polizia e delle forze paramilitari, anche solo se si fermano a parlare con qualcuno; vengono picchiate con schiaffi, pugni e manganelli e ammanettate. Essere una bambina o una ragazza, in Iran, significa essere alla mercé del regime in ogni momento.
LA MICCIA CHE HA RIACCESO L’INCENDIO: L’UCCISIONE DI MASHA AMINI
Il 13 settembre scorso Mahsa (Zhina) Amini, una ragazza di 22 anni di origini curde, è stata arrestata a Teheran dalla cosiddetta polizia morale, accusata di non indossare in modo corretto il velo obbligatorio. Secondo testimoni oculari, Mahsa Amini è stata picchiata violentemente mentre veniva trasferita con la forza nel centro di detenzione di Vozara a Teheran. In poche ore è stata trasferita all’ospedale di Kasra dopo essere entrata in coma. È morta tre giorni dopo. Immediatamente dopo la morte di Mahsa è esplosa la rivolta popolare, provocando una micidiale repressione da parte delle autorità iraniane.
PENA DI MORTE E PROCESSI SOMMARI: LA PROTESTA REPRESSA NEL SANGUE
525 manifestanti, tra cui 71 bambini, sono stati uccisi e più di 19 mila persone sono state arrestate da settembre ad oggi. L’8 dicembre scorso le autorità hanno messo a morte il manifestante Mohsen Shekari, dopo averlo condannato in un processo gravemente iniquo con l’accusa di “inimicizia contro Dio”. Quattro giorni dopo è stato impiccato un altro giovane manifestante, Majidreza Rahanvard, dopo un processo farsa a suo carico. Il 7 gennaio sono avvenute le esecuzioni di Mohammad Mehdi Karami e di Seyed Mohammad Hosseini. Tutti loro hanno subito processi iniqui: sono stati negati i loro diritti a essere difesi da un avvocato di propria scelta, alla presunzione di innocenza, a rimanere in silenzio non rispondendo alle domande e ad avere un processo giusto e pubblico. Numerosi imputati sono stati torturati e le loro confessioni, estorte in questo modo, sono state usate come prove nel corso dei processi. Le TV di stato hanno mandato in onda le “confessioni” forzate di almeno nove imputati, prima dei loro processi. Amnesty International teme che decine di altre persone rischino l’esecuzione, considerate le migliaia di rinvii a giudizio disposti finora. Il timore di imminenti esecuzioni è accresciuto dalle richieste da parte del parlamento e di altre istituzioni di avere processi rapidi ed esecuzioni pubbliche.
“Le autorità iraniane hanno ignorato i ripetuti appelli della comunità internazionale ad aprire indagini su tali crimini. Hanno diffuso una narrazione che mette in discussione le morti dei manifestanti, le attribuisce a suicidi, incidenti stradali, avvelenamenti, overdose o cause naturali e definisce coloro che protestano ‘vandali al soldo di potenze nemiche’ – spiega Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia – Proprio questo è il momento in cui la solidarietà internazionale risulta cruciale. Amnesty International è impegnata ogni giorno per documentare i crimini commessi dalle autorità iraniane, ma è fondamentale che tutti ci uniamo intorno alla lotta di migliaia di donne e di uomini che stanno rischiando la vita per costruire un futuro di diritti e libertà”.
LA CAMPAGNA LASCITI “CHI LOTTERÀ AL TUO POSTO QUANDO NON CI SARAI PIÙ?”
Continuare a lottare per sempre per un mondo più giusto, nel quale i diritti umani siamo rispettati, in Iran come nel resto del mondo: è l’invito che Amnesty International rivolge a tutti, attraverso la campagna “Chi lotterà al tuo posto quando non ci sarai più?”. Il lascito solidale è uno strumento di solidarietà concreta che non lede in alcun modo i diritti degli eredi legittimi e che non richiede grandi patrimoni. Per restare indipendente, l’Organizzazione non accetta fondi da governi, istituzioni né grandi aziende, ma vive delle donazioni provenienti da persone comuni. Per questo l’aiuto di ognuno è indispensabile, anche attraverso un lascito solidale. Tutti, attraverso un lascito testamentario, possono decidere di lasciare una somma di denaro, un bene immobile oppure mobile. Si tratta di un gesto non vincolante, che può essere ripensato e modificato in qualsiasi momento, per lasciare in eredità anche i propri ideali. Con un lascito testamentario in favore di Amnesty International, ognuno di noi può passare il testimone dei propri valori di giustizia, di equità, di rispetto dei diritti umani fondamentali a chi verrà dopo.

Nasce in Italia Loud, la prima app di podcasting collaborativo

Nasce in Italia Loud, la prima app di podcasting collaborativoRoma, 1 mar. (askanews) – Nata dall’esigenza di ritrovare quel sentimento di autenticità perduto, in un mondo non fatto ad immagine e somiglianza, ma solo d’immagine e finzione, LOUD è la prima app in Italia di podcasting collaborativo, che si impone l’obiettivo di ridare voce alle persone senza filtri e distinzioni. Sarà da oggi disponibile sullo store di tutti i dispositivi mobili sia iOS che Android.
LOUD è un social innovativo creato da Alessandra Faustini durante il primo lockdown. Oggigiorno la superficialità dell’immagine, governa e domina la maggioranza dei contenuti condivisi sui social. Non più socialità, bensì consumo di contenuti commerciali vuoti e mera esibizione, al punto tale che la salute mentale dei più giovani ne risente. LOUD è un modo innovativo per interrompere questo circolo vizioso e rendere la comunicazione dei social di nuovo umana e di valore e, per fare questo, si serve di una delle caratteristiche più umane possibili: la voce.
È innanzitutto necessario creare il proprio profilo scegliendo un nickname, una foto e – qui la prima novità – creare una “audio bio”, ovvero una biografia “parlata”. Dopodiché sarà possibile registrare e postare i loud, essenza dell’app: questi consistono in una nota vocale nella quale si potrà disquisire di un argomento a piacere, da intitolare e classificare con gli hashtag più opportuni. Gli altri utenti – chiamati louders – potranno interagire commentando con un’altra nota vocale, creando così una vera e propria catena. Il risultato è un podcast collaborativo e continuativo: collaborativo perché tutti possono commentare e contribuire al dibattito, continuativo perché i commenti verranno legati fra loro esclusivamente in ordine cronologico.
Il sistema di LOUD è, dunque, basato sul cosiddetto voice sharing, un settore che negli ultimi anni ha dimostrato di essere sempre più in crescita: podcast e audiolibri stanno diventando progressivamente un contenuto sempre più popolare e apprezzato. La voce, inimitabile e unica, permette di instaurare un rapporto più umano: è possibile connettersi alle altre persone in maniera sincera e spontanea. “La voce non mente, è credibile” afferma Alessandra Faustini, “è un mezzo intimo che riconsegna umanità alla comunicazione digitale”.
In una prospettiva di body positivity e di rispetto dei diritti individuali, con gli aggiornamenti futuri dell’app saranno innumerevoli le funzionalità che permetteranno di ridurre al massimo quel sentimento di inadeguatezza ormai fin troppo comune e normalizzato sui social. LOUD sarà, infatti, una piattaforma dotata di strumenti di audio editing per i louders che vogliono sperimentare con la propria voce.
In definitiva, LOUD si configura come una piattaforma democratica, che dà importanza ai contenuti creati dal basso in maniera collettiva: dalle singole opinioni nasce la complessità, l’incontro di più voci che genera un coro. Le possibilità di utilizzo sono illimitate, concedendo ai louders di appropriarsi della piattaforma e farla loro, per un’esperienza di utilizzo sempre in evoluzione e molteplice, senza scordarsi l’obiettivo ultimo: quello di creare uno scambio dinamico, fluido e intuitivo di opinioni e esperienze senza il pregiudizio dell’immagine.

Biofarma: Gianfranco Nazzi nuovo amministratore delegato

Biofarma: Gianfranco Nazzi nuovo amministratore delegatoMilano, 1 mar. (askanews) – Il Gruppo Biofarma – controllato da Ardian e dalla famiglia Scarpa, leader europeo nello sviluppo e nella produzione in conto terzi di integratori alimentari, dispositivi medici e cosmetici, con un particolare focus sul segmento dei probiotici – ha nominato Gianfranco Nazzi nuovo amministratore delegato.
Nel suo nuovo incarico, Nazzi guiderà il gruppo con l’obiettivo di continuarne il percorso di crescita organica ed inorganica, focalizzandosi sull’internazionalizzazione e sullo sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie innovative per i clienti. Nato ad Udine, Nazzi vanta un’esperienza internazionale di oltre 20 anni maturata in diverse aziende multinazionali leader del settore farmaceutico. In particolare, prima di unirsi a Biofarma, ha ricoperto la carica di Ceo di Almirall, azienda farmaceutica internazionale leader in ambito dermatologico. In precedenza, ha lavorato in Teva fino a diventare Executive Vice President of the International Markets Region e membro dell’Executive Committee. In passato, ha inoltre ricoperto una serie di posizioni manageriali senior in altre grandi multinazionali del settore farmaceutico quali AstraZeneca, GSK e Eli Lilly.
Nazzi sostituisce come Ceo Maurizio Castorina, che mantiene il ruolo di consigliere nel cda di Biofarma Group.
Biofarma, con 282 milioni di fatturato e oltre 900 dipendenti, vanta sei siti produttivi, di cui quattro in Italia – a Mereto di Tomba (UD), headquarter del gruppo, Gallarate e Cusano Milanino e S. Pietro Viminario (PD) – e due in Francia, a L’Herbergement e Sérent

Cina, industria accelera: Pmi manifatturiero a top da febbraio 2012

Cina, industria accelera: Pmi manifatturiero a top da febbraio 2012Roma, 1 mar. (askanews) – L’attività manifatturiera cinese è cresciuta al ritmo più veloce in oltre un decennio a febbraio, smentendo tutte le aspettative, con la produzione in aumento dopo la revoca delle restrizioni COVID-19 alla fine dell’anno scorso.
L’indice dei responsabili degli acquisti nel settore manifatturiero (PMI) è balzato a 52,6 da 50,1 di gennaio secondo quanto reso noto dall’Ufficio nazionale di statistica cinese, sopra la soglia dei 50 punti che separa l’espansione e la contrazione dell’attività. Il PMI ha superato di gran lunga una previsione degli analisti di 50,5 ed è stata la lettura più alta dall’aprile 2012.

Kenya, morta turista italiana ricoverata per ustioni dopo incendio

Kenya, morta turista italiana ricoverata per ustioni dopo incendioRoma, 1 mar. (askanews) – Non ce l’ha fatta Michela Boldrini, la trentanovenne turista di Sarnico, in provincia di Bergamo, che da una settimana era ricoverata all’ospedale Aga Khan di Mombasa a causa delle ustioni riportate nell’incendio del resort Barracuda Inn di Watamu, avvenuto martedì scorso.
La donna, che era insieme con il cugino Mattia Ghilardi, originario della Valtellina, era al termine della sua vacanza e sarebbe dovuta partire il giorno dopo.
Per questa ragione, si legge sul sito malindikenya.net che riporta la notizia, istintivamente i due connazionali invece di scappare velocemente dall’hotel, avevano provato a rientrare in camera per recuperare i documenti di viaggio e qualche effetto personale. Ma nel giro di una trentina di secondi le fiamme hanno avvolto l’area in cui si trovavano, causando a entrambi gravi ustioni, che alla donna sono poi risultate fatali.
I medici dello Star Hospital, che hanno fornito le prime cure ai due e all’unica altra turista ricoverata, una donna napoletana, hanno subito giudicato Michela Boldrini in condizioni gravi. La donna è stata trasportata a Mombasa ed ammessa immediatamente nell’unità di terapia intensiva dell’Aga Khan.
Nonostante le cure del caso, le condizioni della turista bergamasca si sono aggravate giorno dopo giorno, fino a sembrare irreversibili. Questa mattina la morte, proprio mentre la madre stava per atterrare a Mombasa.
L’Ambasciata d’Italia in Kenya, tramite il Consolato Onorario, ha seguito fin dall’inizio la triste vicenda in contatto con le autorità locali e ha fornito assistenza.

Sardegna, Solinas: solidarietà ai lavoratori in lotta di Portovesme

Sardegna, Solinas: solidarietà ai lavoratori in lotta di PortovesmeRoma, 28 feb. (askanews) – “Vicino ai lavoratori in lotta, condividendone tutte le ragioni e le preoccupazioni”. Il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, esprime piena solidarietà ai lavoratori di Portovesme in lotta per salvaguardare l’occupazione, e conferma l’impegno della Regione per la soluzione della vertenza.
“Soluzione che la Regione ha agevolato con tutti gli strumenti a sua disposizione, e per la quale sono state poste solide e chiare basi nelle varie interlocuzioni svoltesi con il Governo nazionale e i gestori di energia. Positiva in questo senso la convocazione a Roma dell’incontro tra le parti, decisa dal Ministro Urso”, ricorda Solinas.
“Sono state create le condizioni favorevoli perché nell’ambito di accordi commerciali tra privati Portovesme srl possa trattare con i soggetti erogatori dell’energia elettrica per stabilire un accordo che consenta di accedere a prezzi molto più competitivi, tali da garantire la prosecuzione delle attività nella fase di transizione che porterà l’azienda ad una riconversione delle produzioni. Era prioritario, prosegue, agevolare un confronto tra i soggetti in campo, con l’obiettivo di affrontare in modo stabile ed efficace il problema del costo dell’energia, per salvaguardare il lavoro e programmare il rilancio del polo industriale del Sulcis, che consideriamo di assoluta importanza”, aggiunge.
“Ora l’azienda deve fare la sua parte. Abbiamo preso atto del progetto di riqualificazione della produzione con un ambizioso programma di riconversione degli impianti, e confermato il nostro impegno ad accompagnare l’azienda e i suoi lavoratori nella fase di transizione, come stabilito fin dal mese di ottobre. La Regione ha un interesse diretto a mantenere nel Sulcis Iglesiente la filiera della metallurgia non ferrosa, conferma il Presidente, ed è disponibile a realizzare qualsiasi intervento di propria competenza per il mantenimento del sito. Forme di protesta estreme quali quelle in atto, dice ancora il Presidente Solinas, non devono lasciare insensibili. Nessun lavoratore sarà lasciato solo, la Regione metterà in campo tutti gli strumenti necessari per supportare le maestranze nella fase di riconversione industriale”, conclude.

Capo Polizia Giannini a Trento vede Fugatti

Capo Polizia Giannini a Trento vede FugattiRoma, 28 feb. (askanews) – Il capo della polizia Lamberto Giannini ha incontrato stamani il presidente della Provincia autonoma di Trento, accanto alle altre autorità civili e militari del territorio, nel corso di un incontro promosso dal questore Maurizio Improta. L’appuntamento – di natura informale – è stato l’occasione per fare il punto sulle più importanti sfide che interessano il Trentino. Sfide che, come è stato evidenziato, vanno affrontate con la massima sinergia tra istituzioni e forze dell’ordine. Tra queste, il contrasto al traffico di stupefacenti e l’attenzione alle insidie del web.
Il presidente Fugatti ha evidenziato come la Piazza Dante intenda continuare a garantire la massima collaborazione: “L’incessante lavoro della Polizia di Stato e di tutte le forze dell’ordine è fondamentale per rendere il Trentino un territorio sempre più sicuro. Ringrazio il capo della polizia per questa importante occasione di confronto e rivolgo un ringraziamento a tutti gli operatori che con grande impegno raggiungono risultati che incidono positivamente sulla vita delle persone”.

Chiude Slow Wine Fair 2023: oltre 10mila visitatori, metà sono operatori

Chiude Slow Wine Fair 2023: oltre 10mila visitatori, metà sono operatoriBologna, 28 feb. (askanews) – Oltre 10mila ingressi, la metà dei quali operatori del settore. E’ questo il bilancio della seconda edizione di Slow Wine Fair, la tre giorni dedicata al “vino buono, pulito e giusto” che si chiude oggi a BolognaFiere. Ben 750 le cantine che hanno partecipato, il 50% in più rispetto allo scorso anno, tanto che è raddoppiata anche la superficie espositiva: 20mila metri quadrati in due padiglioni. Il successo è dovuto anche alla indiscutibile qualità e all’omogeneità dei vini proposti, selezionati secondo i requisiti definiti da Slow Food attraverso la guida Slow Wine e alla commissione di assaggio italiana e internazionale che ha degustato le etichette non segnalate nella guida.
Più di un centinaio i produttori internazionali che hanno partecipato con una qualificata presenza, in particolare, da Francia, Cina e Macedonia del Nord. Quattromila le etichette del banco d’assaggio tra le quali il pubblico di appassionati e di osti, distributori, ristoratori, enotecari, sommelier e buyer ha potuto scegliere in questi tre giorni. Tra le novità, le aree espositive dedicate alla Fiera dell’Amaro d’Italia, promosso da Amaroteca e Associazione Nazionale Amaro d’Italia (Anadi), e alla selezione di produttori di soluzioni tecnologiche innovative, impianti, attrezzature e servizi connessi alla filiera del vino. Significativa tra il pubblico specializzato, la presenza dall’estero, tra cui spiccava quella di alcune centinaia di buyer selezionati anche grazie alla collaborazione di Italian Trade Agency (Ice) e del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale (Maeci), in particolare da Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina e Germania, che permetteranno alle cantine presenti di accedere a nuovi mercati esteri. Da segnalare infine il successo delle nove, interessanti, masterclass.
“I numeri e le impressioni raccolte a caldo in questi giorni confermano che sono state comprese le potenzialità della Slow Wine Coalition, che per rivoluzionare il mondo del vino parte dall’unione delle tre forze principali della filiera: i produttori, con i quali siamo in continuo confronto da anni per far crescere una viticoltura sensibile alla salute e all’ambiente; chi il vino lo commercializza e svolge un ruolo fondamentale per la promozione del territorio e di un consumo consapevole; infine, i consumatori, con i quali è importante costruire momenti di sensibilizzazione ed educazione” ha dichiarato il coordinatore della Slow Wine Coalition, Giancarlo Gariglio, ricordando che “al centro di tutto c’è la ricerca di un’autentica sostenibilità che qui non è sbandierata, ma si riempie di contenuti e soprattutto di azioni, che nel lavoro quotidiano di queste realtà sono un prerequisito, un punto di partenza e non di arrivo”.
“Il successo della seconda edizione di Slow Wine Fair, insieme a Marca, Sana e al Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti che debutterà a novembre, conferma BolognaFiere come il principale polo fieristico per le esposizioni internazionali b2b del settore agroalimentare e come luogo elettivo in cui gli operatori non solo fanno business, ma tracciano le tendenze del mercato” . ha affermato, il dg di BolognaFiere, Antonio Bruzzone, sottolineando che “alla luce dei risultati ottenuti dalla Slow Wine Fair sia in termini qualitativi che quantitativi, siamo contenti di aver sposato da subito la felice intuizione di Slow Food, dando spazio e voce a un mondo vitivinicolo che guarda al futuro con coscienza e impegno”.
La terza edizione si terrà sempre alla Fiera di Bologna dal 25 al 27 febbraio 2024.

Uscita mondiale per la registrazione della Turandot di Pappano

Uscita mondiale per la registrazione della Turandot di PappanoRoma, 28 feb. (askanews) – È finalmente in uscita il 10 marzo la registrazione-evento della Turandot in forma di concerto eseguita all’Auditorium Parco della Musica di Roma a marzo 2022 e unanimemente lodata dalla critica internazionale: questa registrazione della grande ultima opera di Puccini segna una serie di importanti novità. Prima delle sessioni di registrazione tenutesi a Roma nel febbraio e marzo 2022, Sir Antonio Pappano non aveva mai diretto Turandot – sebbene sia un magistrale interprete pucciniano, come dimostra la sua discografia Warner Classic che ha all’attivo La bohème, Tosca, Madama Butterfly, Il trittico e La rondine. Anche Sondra Radvanovsky, il soprano del ruolo del titolo, e Jonas Kaufmann nel ruolo del suo impavido spasimante, Calaf, in precedenza non avevano mai interpretato l’opera. E mentre la discografia esistente offre una serie di famose registrazioni in studio di Turandot, nessuna aveva mai incluso l’intera e cruciale scena finale dell’opera, completata nel 1925, dopo la morte di Puccini, dal compositore Franco Alfano.
Il successo dell’intero progetto è stato confermato dall’esecuzione in forma di concerto, accolta da una standing ovation, che ha avuto luogo all’Auditorium Parco della Musica di Roma pochi giorni dopo il completamento delle registrazioni. La critica internazionale, presente in sala in gran numero, ha accolto l’esecuzione con grande entusiasmo e unanime consenso, sottolineando la perfetta intesa tra podio, solisti, orchestra e coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che ha permesso di dare grande rilievo al senso drammaturgico di ogni momento della partitura e di “scoprire una nuova Turandot”.
Antonio Pappano racconta così la genesi del completamento dell’opera per mano di Alfano che rende questa registrazione unica nel vasto catalogo internazionale:
“Le condizioni di salute di Puccini e poi la sua morte gli impedirono di portare a termine il duetto finale in cui Calaf conquista finalmente l’amore di Turandot. La scena fu invece completata – o, per essere più precisi, in gran parte ideata – da Franco Alfano (alla sua morte, Puccini lasciò soltanto alcuni abbozzi). Ma il direttore Arturo Toscanini espresse forti perplessità e chiese ad Alfano di modificare la struttura e di tagliare più di 100 battute. È dunque la “versione di Toscanini” quella che oggi si ascolta più spesso, ma sono riuscito a convincere Sondra Radvanovsky (la nostra Turandot) e Jonas Kaufmann (il nostro Calaf) ad accettare l’idea di registrare la versione originale di Alfano, nonostante il suo stile così ricco di fantasia. La “principessa di ghiaccio” si lascia sedurre in modo più graduale e dunque in questa versione originale tutto risulta più convincente. Credo che Alfano si sia ispirato all’idea tedesca secondo la quale i personaggi d’opera attraversano un processo di purificazione durante il quale capiscono da cosa sono stati turbati e possono così liberarsi dei loro demoni. Mi ha entusiasmato l’impegno e la gioia con cui Sondra e Jonas hanno cantato questa Turandot! È necessario avere i cantanti migliori, perché la scrittura è spaventosamente ardua. Per quest’opera sono stato molto fortunato ad avere a disposizione un cast ideale, così ogni personaggio ha preso davvero vita”.
Tutto il cast è stato ampiamente elogiato dalla critica internazionale, a partire dal soprano statunitense Sondra Radvanovsky, sia per la potenza vocale sia per la delicata finezza d’accenti, e da Jonas Kaufmann, sempre un maestro nell’offrire un’ampia palette di colori vocali e ricchezza emotiva. Ai due protagonisti si è aggiunto il soprano albanese Ermonela Jaho nel ruolo della schiava sacrificale Liù, disperatamente innamorata di Calaf, che ha ispirato alcune delle musiche più toccanti di Puccini.
Il cast si completa con il basso Michele Pertusi nel ruolo del padre cieco di Calaf, il re Timur; Michael Spyres – tenore stellare nel ruolo del padre di Turandot, l’Imperatore della Cina; Mattia Olivieri, Gregory Bonfatti e Siyabonga Maqungo nei panni vocalmente così importanti dei funzionari di corte Ping, Pang e Pong, nonché la voce scura di Michael Mofidian nel ruolo del Mandarino, il cui grande proclama apre l’opera dopo la percussiva l’introduzione orchestrale. A istruire il Coro e le Voci bianche dell’Accademia di Santa Cecilia, Piero Monti.

Arriva in libreria “Smetti di fumare con gusto”

Arriva in libreria “Smetti di fumare con gusto”Roma, 28 feb. (askanews) – Tante testimonianze, diverse esperienze, un unico racconto per dimostrare che smettere di fumare è possibile e che, per quanto difficile, è un obiettivo raggiungibile grazie al supporto e alla strategia giusti. È questo che racchiude il libro “Smetti di fumare con gusto”, edito da Sperling & Kupfer, scritto da Roberto Boffi e Anna Villarini con la giornalista Lorella Beretta. Un mix di consigli scientifici e pratici, di storie e di ricette gastronomiche per ogni periodo dell’anno elaborate dallo chef Cesare Battisti, per aiutare i fumatori a spegnere per sempre l’ultima sigaretta. Il libro sarà presentato al pubblico dagli autori il prossimo mercoledì 1° marzo alle ore 18,30 presso la libreria Mondadori di Piazza Duomo e mercoledì 22 marzo alle ore 17 presso la Biblioteca Scientifica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT). Con l’acquisto si contribuisce alla ricerca sul cancro svolta da INT.
“Il nostro Istituto è da sempre in prima linea nella lotta contro il fumo e si è impegnato attivamente per rendere l’ospedale ‘smoke-free’. Non potevamo che essere al fianco di chi porta avanti iniziative di informazione e sensibilizzazione sui danni che il fumo reca alla salute e, tra i nostri medici, il dott. Roberto Boffi è uno dei più attivi in tal senso, sempre pronto a promuovere numerose attività sul territorio rivolte a giovani e adulti” – interviene Marco Votta, Presidente dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. “L’augurio è che questo libro possa rappresentare un valido ed efficace supporto per chi vuole fare una scelta di salute e smettere di fumare”.
“La nicotina crea una vera e propria forma di dipendenza, ma le testimonianze raccolte nel libro dimostrano che oggi è possibile smettere di fumare, anche grazie a strategie che si ispirano a nuovi approcci integrati” – sottolinea Carlo Nicora, Direttore Generale INT. “Il volume rispecchia la mission di INT, che mette il paziente al primo posto e lo supporta lungo tutto il percorso di disassuefazione dal fumo”.
Disintossicarsi dal fumo non è semplice e questo è un pensiero condiviso da tutti coloro che smettono, perché il fumo rappresenta un vero e proprio piacere. Questo meccanismo che si instaura nel fumatore è avvalorato dalle ricerche scientifiche: la nicotina stimola la dopamina, un neurotrasmettitore prodotto a livello cerebrale che ha la capacità, tra le sue molte azioni, di agire sulla mente e sui sensi del piacere. Trovare quindi altre fonti che inducono le medesime sensazioni è un modo intelligente per superare la dipendenza da fumo.
“Non è vero che i fumatori sono più deboli dei non-fumatori, ed è il motivo per cui non emetto giudizi ma cerco di capire le ragioni di un gesto così autodistruttivo” – racconta nel libro Roberto Boffi, Responsabile della Pneumologia e del Centro Antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT). “Cerco anche di non lasciare soli coloro che decidono di interrompere questo circolo. Perché non è vero che sia facile. Non basta la volontà, e nemmeno la determinazione: c’è bisogno di un supporto, che sia medico, psicologico o anche farmacologico”.
Le testimonianze raccolte nel libro confermano le diverse le paure e difficoltà che accomunano i fumatori, prima tra tutte l’ansia di ingrassare per compensare con il cibo l’effetto euforizzante scatenato dalla sigaretta.
“Bisogna far sì che l’alimentazione diventi un sostegno per combattere la voglia di fumare” – aggiunge Anna Villarini, biologa e specialista in Scienze dell’Alimentazione, Professore presso il Dipartimento di Medicina dell’Università degli studi di Perugia e coordinatore nazionale del progetto DianaWeb. “Nel libro cito diversi esempi e tra questi, una ricerca condotta in Israele. Gli studiosi hanno evidenziato che con un aumentato introito di omega-3, contenuti innanzitutto nel pesce azzurro, si può, al contrario, rafforzare la determinazione nel perseguire l’obiettivo prefissato. Queste sostanze, infatti, sembrano favorire a livello cerebrale la comunicazione tra quei neuroni presenti nelle aree coinvolte nel piacere e nella sensazione di soddisfazione, che giocano un ruolo essenziale nello stimolare la volontà di smettere di fumare”.