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Cinema, l’Italia candida “Vermiglio” per la corsa agli Oscar

Cinema, l’Italia candida “Vermiglio” per la corsa agli OscarRoma, 24 set. (askanews) – È “Vermiglio” il film che l’Italia candida per la corsa ai prossimi premi Oscar. Concorrerà per la shortlist che includerà i quindici migliori film internazionali selezionati dall’Academy e che sarà resa nota 17 dicembre.


Il film di Maura Delpero, già vincitore del Leone d’Argento a Venezia, rappresenterà l’Italia alla 97esima edizione degli Academy Awards, nella selezione per la categoria International Feature Film Award, con la seguente motivazione: “per la sua capacità di raccontare l’Italia rurale del passato, i cui sentimenti e temi vengono resi universali e attuali”. “Vermiglio”, è stato votato dal Comitato di Selezione per il film italiano da designare agli Oscars, istituito dall’Anica su incarico dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, riunito davanti a un notaio e composto da Pedro Armocida, Maria Rita Barbera, Cristina Battocletti, Giorgia Farina, Francesca Manieri, Guglielmo Marchetti, Paola Mencuccini, Giacomo Scarpelli, Giulia Louise Steigerwalt, Alessandro Usai, Cecilia Zanuso. L’annuncio delle nomination (la cinquina dei film nominati per concorrere al premio) è previsto per il 17 gennaio 2025, mentre la cerimonia di consegna degli Oscars si terrà a Los Angeles il 2 marzo 2025.

Al via la mostra ‘Lizori. Segni e dialoghi’ dal 27 settembre a Torino

Al via la mostra ‘Lizori. Segni e dialoghi’ dal 27 settembre a TorinoRoma, 24 set. (askanews) – L’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ospiterà dal 27 settembre al 29 ottobre 2024 la mostra ‘Lizori. Segni e Dialoghi’, organizzata dalla Fondazione di Ricerca Scientifica e Umanistica Antonio Meneghetti.


L’esposizione, che include opere d’arte, tavole, modelli fisici e digitali, video e libri scientifici, offrendo una narrazione multidisciplinare tra architettura, paesaggio e arte, propone una riflessione artistica e metodologica sulla rigenerazione dei borghi storici. Il caso studio di Lizori appunto, un borgo medievale dell’Umbria in totale stato di abbandono, poi protagonista di un totale recupero conservativo che dimostra come la storia possa essere preservata attraverso l’innovazione. L’obiettivo della mostra, si spiega in una nota, è infatti esplorare il rapporto tra segni architettonici, paesaggistici e artistici, stimolando il dialogo tra tradizione e innovazione. Tra i protagonisti figurano maestri del disegno, artisti e ricercatori sul tema della rappresentazione architettonica, che hanno contribuito con oltre 100 opere al percorso espositivo: Franco Purini, accademico e protagonista del dibattito culturale dell’architettura disegnata, Gian Piero Frassinelli, ultimo architetto del famoso Superstudio, Ruggero Lenci, ordinario di composizione architettonica alla Sapienza di Roma, Stefano Bertocci e Sandro Parrinello, ordinari di disegno all’Università di Firenze, Emanuele Chiavoni, acquarellista e ordinario di disegno della Sapienza, Valerio Morabito, docente di architettura del paesaggio all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Raffaele Federici, pittore e docente di sociologia dell’Ateneo di Perugia.


Infine Elisabetta Silvestri e Elisa De Santis pittrici umbre, Fausta d’Ubaldo, romana e legata alla scuola di Pedro Cano, Fabrizio Ciappina, architetto messinese con dottorato in campo architettonico, Claudio Patanè, architetto catanese con dottorato nell’ambito rappresentativo.

L’Inps: il trend demografico e pochi immigrati pesano su sostenibilità pensioni

L’Inps: il trend demografico e pochi immigrati pesano su sostenibilità pensioniRoma, 24 set. (askanews) – Lo scenario demografico attuale, caratterizzato dall’aumento dell’età media della popolazione, dal calo della fecondità e dalla riduzione della popolazione in età lavorativa, non compensati dall’immigrazione, sta determinando un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti. E’ quanto riporta l’annuale Rapporto dell’Inps che viene presentato oggi.


Il processo di invecchiamento, comune agli Stati membri dell’Unione europea, influenza negativamente la sostenibilità economica di quasi tutti i sistemi previdenziali, soprattutto , spuega il Rapporto, laddove l’incidenza della spesa pensionistica rispetto al prodotto interno lordo è elevata. Nel 2021, l’ultimo anno in cui sono disponibili dati confrontabili, la spesa previdenziale italiana si è attestata al 16,3% del Pil, un livello inferiore solo a quello della Grecia, a fronte di una media europea del 12,9%.


La spesa pensionistica italiana è particolarmente elevata per due motivi principali. Innanzitutto, sottoliena il Rapporto, l’età effettiva di accesso alla pensione di vecchiaia è ancora relativamente bassa a causa dell’esistenza di numerosi canali di uscita anticipata dal mercato del lavoro, nonostante un’età legale a 67 anni, tra le più alte in Europa. Oltre a questo, le pensioni sono, in media, generose ed infatti il tasso di sostituzione della pensione rispetto all’ultima retribuzione percepita prima del pensionamento è tra i più elevati in UE, quasi 15 punti percentuali sopra la media europea.

Startup, round da 12 milioni per Jet Hr guidato da Picus Capital

Startup, round da 12 milioni per Jet Hr guidato da Picus CapitalMilano, 24 set. (askanews) – Round da 12 milioni di euro per Jet HR, la startup fondata da Marco Ogliengo e Francesco Scalambrino per abbattere la burocrazia legata al lavoro e alla gestione dei dipendenti. Lead investor è il venture capital internazionale Picus Capital, con investitori già presenti come Exor Ventures e Italian Founders Fund (IFF) incrementano la propria quota. Con il seed round annunciato oggi, la la raccolta complessiva della società sale a 16,7 milioni di euro.


L’aumento di capitale supporterà la crescita dell’organico, che conta oggi 70 dipendenti, oltre che per lo sviluppo della piattaforma. Già previsto il prossimo rilascio di nuove funzionalità, come la possibilità di gestire con la piattaforma non solo i dipendenti ma anche i lavoratori autonomi a partita iva. “Siamo sulla strada giusta: alle centinaia di clienti soddisfatti e agli importantissimi investitori italiani, ora si aggiunge la fiducia di un fondo internazionale come Picus Capital che conosce bene il nostro settore avendo investito in parecchie aziende in ambito payroll e HR che sono poi diventate unicorni”, ha detto Marco Ogliengo, Ceo di Jet HR.


Robin Godenrath, Founding Partner & Managing Director di Picus Capital, ha spiegato di vedere “un potenziale straordinario nell’automazione basata sull’intelligenza artificiale per trasformare il mercato delle buste paga in Italia, che vale oltre 4 miliardi di euro, data l’attuale fiducia nelle soluzioni fortemente orientate ai servizi. Siamo entusiasti di supportare Jet HR in quanto apripista delle soluzioni di gestione delle paghe guidate dall’IA”. Lorenzo Franzi, alla guida di Italian Founders Fund, ha sottolineato come “Jet HR sia il perfetto esempio del tipo di valore che IFF vuole portare nell’ecosistema digitale e innovativo del Paese. Finanziando il talento e l’impegno di una nuova generazione di eccellenze, promuoviamo anche l’attrazione di capitali ed esperienze dall’estero insieme a capitale dei founder Italiani”.

Massimo Sestini, il fotoreporter acrobata del nostro presente

Massimo Sestini, il fotoreporter acrobata del nostro presenteBrescia, 24 set. (askanews) – Immaginate un Cartier-Bresson o un Robert Capa che arrivano in volo, per esempio fuori da un elicottero, per scattare un’immagine decisiva in condizioni quasi impossibili. Forse, così, si può provare a racontare la fotografia zenitale di Massimo Sestini, vincitore del World Press Photo nel 2015 per uno scatto dall’alto su un barcone di migranti. La Fondazione Brescia Musei dedica al fotografo della prospettiva verticale la mostra “Massimo Sestini – Zenit della fotografia. E lo stesso autore ci ha raccontato come si può lavorare in condizioni estreme: “Fotografi le cose in maniera predittiva – ha detto Sestini ad askanews – cioè tu prevedi quello che dovresti trovare realizzato a valle, ci arrivi sopra e lo scatti in una condizione molto difficoltosa. In quell’istante quasi non la vedi l’immagine, perché ha gli occhi che ti lacrimano, ha gli occhiali da paracadutista, c’è il mirino, la macchina fotografica, il super teleobiettivo, l’elicottero si sposta a 300 km all’ora minimo e la velocità al suolo è di 500 km all’ora, immagini di vedere un fiume che scorre a 500 all’ora quindi quando fai clic è già troppo tardi, devi pensare tutto prima sulla supposizione della tua esperienza che dice sta per succedere questa cosa, ma in realtà la fotografia è questa”.


Negli scatti esposti a Brescia ci sono momenti che hanno fatto la storia, come il naufragio della Costa Concordia, oppure la strage di Capaci, o i funerali dei Papi. Tutti ripresi dall’alto, in una sorta di distanza che ridefinisce la nozione di realtà e cambia la percezione della stesa fotografia. “È diventato un acrobata per assecondare il suo desiderio per una narrazione diversa, dei punti di vista completamente impossibili per l’osservatore comune – ci ha spiegato Angelo Bucarelli, curatore dell’esposizione – e quindi raccontare le cose da un punto di vista completamente diverso. Questa è la cosa più importante, ma quello che ne fa un autore ancora più unico è la capacità istintiva e talentuosa di cogliere il momento dell’immagine, mettendo insieme tutti gli elementi compositivi in maniera istintuale e in un attimo”. Quell’attimo che è il tempo sospeso, e in questi casi quasi impossibile, dello scatto. Che poi, molto spesso con Sestini, diventa, pur nella tragedia, anche sguardo etico ed empatico sul mondo e le sue persone. “È un fotoreporter molto impegnato anche dal punto di vista sociale – ha detto Francesca Bazoli, presidente della Fondazione Brescia Musei – questo intercetta un altro ambito di nostro grande impegno che è quello di valorizzare nel contesto dell’arte contemporanea quella più vicina al tema dei diritti, perché crediamo che per una istituzione civica come la nostra sia importante frequentare questi temi nell’ambito del contemporaneo”.


“Cosa è una fotografia – ha concluso Massimo Sestini -. Un’opera bidimensionale che ti entra talmente nel cuore perché ha fermato il tempo e io ogni volta mi emoziono a farla e soprattutto poi a vederla nascere come un parto”. La mostra a Santa Giulia resta aperta al pubblico a Brescia fino al 2 marzo 2025.

Meloni premiata a New York, lancia il suo “manifesto” del patriottismo: ‘Difenderemo i nostri valori’

Meloni premiata a New York, lancia il suo “manifesto” del patriottismo: ‘Difenderemo i nostri valori’New York, 24 set. (askanews) – E’ stato un “manifesto” politico del patriottismo come alternativa al declino dell’Occidente e risposta agli autoritarismi quello delineato da Giorgia Meloni dal palco dell’Atlantic Council, l’organizzazione che l’ha premiata a New York con il “Global Citizen Award”.


A consegnarle il riconoscimento, su richiesta della stessa premier, il numero uno di Tesla e X Elon Musk: una decisione che – secondo indiscrezioni – non sarebbe stata gradita da tutti all’interno dell’Atlantic Council. L’applauso, tiepido, che ha accolto l’imprenditore (molto controverso per alcune sue idee e grande sostenitore di Donald Trump) è sembrato confermarlo. Ma Musk nella sua breve introduzione è stato particolarmente sobrio e misurato: ha scherzato su Meloni (“E’ più bella dentro che fuori”) elogiandola per il “lavoro incredibile come primo ministro dell’Italia: un record di crescita economica, di occupazione, è incredibile”. Nel suo intervento Meloni ha abbandonato i temi istituzionali che sta affrontando nei giorni dell’Assemblea generale dell’Onu, scegliendo un taglio nettamente politico, con numerose citazioni: Ronald Reagan; il filosofo conservatore Roger Scruton; Giuseppe Prezzolini ma anche il suo “prof d’inglese” Michael Jackson.


Come politica, ha detto, tra la scelta di essere “una leader o una che segue” la sua “ambizione è guidare e non seguire”. Le sue idee – ha ricordato – sono state definite da ‘Politico’ “nazionalismo occidentale”. Espressione, spiega, forse non “corretta” perché spesso associata a “dottrine di aggressione o autoritarismo”. Ma sicuramente “non dobbiamo vergognarci di usare e difendere parole come nazione e patriottismo”. In particolare si è soffermata sul presente e il futuro dell’Occidente che “più che un luogo fisico”, è “una civiltà costruita nei secoli grazie al genio e al sacrificio di molti”. L’Occidente è “un sistema di valori in cui la persona è centrale, gli uomini e le donne sono uguali e liberi, i sistemi sono democratici, la vita è sacra, lo Stato è laico e basato sullo Stato di diritto”. Oggi però l’Occidente mostra “disprezzo” per se stesso, quella ‘malattia’ che Scruton chiama “oikofobia”. Un disprezzo che, ha accusato, “ci porta a voler cancellare con la violenza i simboli della nostra civiltà, negli Stati Uniti come in Europa”. Questo con il “paradosso” che “mentre da un lato l’Occidente disprezza se stesso, dall’altro pretende spesso di essere superiore agli altri”, rischiando di diventare “un interlocutore meno credibile”. In questa situazione di debolezza dell’Occidente, “le autocrazie stanno guadagnando terreno sulle democrazie” anche grazie a una “narrazione sull’inevitabile declino dell’Occidente” diffusa con “trolls e bot impegnati a manipolare la realtà”.


Di fronte all’avanzare delle autocrazie – è il suo appello – “dobbiamo recuperare la consapevolezza di chi siamo” con “fiducia nei nostri valori: una sintesi nata dall’incontro tra filosofia greca, diritto romano e umanesimo cristiano” senza “rinunciare alla forza della nostra identità, perché sarebbe il miglior regalo che possiamo fare ai regimi autoritari”. Per questo – ha concluso – “il patriottismo è la migliore risposta al declino” e “ai tifosi degli autoritarismi dico molto chiaramente che difenderemo i nostri valori”. (dell’inviato Alberto Ferrarese)

Meloni premiata a New York, lancia suo “manifesto” patriottismo

Meloni premiata a New York, lancia suo “manifesto” patriottismodell’inviato Alberto Ferrarese New York, 24 set. (askanews) – E’ stato un “manifesto” politico del patriottismo come alternativa al declino dell’Occidente e risposta agli autoritarismi quello delineato da Giorgia Meloni dal palco dell’Atlantic Council, l’organizzazione che l’ha premiata a New York con il “Global Citizen Award”.


A consegnarle il riconoscimento, su richiesta della stessa premier, il numero uno di Tesla e X Elon Musk: una decisione che – secondo indiscrezioni – non sarebbe stata gradita da tutti all’interno dell’Atlantic Council. L’applauso, tiepido, che ha accolto l’imprenditore (molto controverso per alcune sue idee e grande sostenitore di Donald Trump) è sembrato confermarlo. Ma Musk nella sua breve introduzione è stato particolarmente sobrio e misurato: ha scherzato su Meloni (“E’ più bella dentro che fuori”) elogiandola per il “lavoro incredibile come primo ministro dell’Italia: un record di crescita economica, di occupazione, è incredibile”. Nel suo intervento Meloni ha abbandonato i temi istituzionali che sta affrontando nei giorni dell’Assemblea generale dell’Onu, scegliendo un taglio nettamente politico, con numerose citazioni: Ronald Reagan; il filosofo conservatore Roger Scruton; Giuseppe Prezzolini ma anche il suo “prof d’inglese” Michael Jackson.


Come politica, ha detto, tra la scelta di essere “una leader o una che segue” la sua “ambizione è guidare e non seguire”. Le sue idee – ha ricordato – sono state definite da ‘Politico’ “nazionalismo occidentale”. Espressione, spiega, forse non “corretta” perchè spesso associata a “dottrine di aggressione o autoritarismo”. Ma sicuramente “non dobbiamo vergognarci di usare e difendere parole come nazione e patriottismo”. In particolare si è soffermata sul presente e il futuro dell’Occidente che “più che un luogo fisico”, è “una civiltà costruita nei secoli grazie al genio e al sacrificio di molti”. L’Occidente è “un sistema di valori in cui la persona è centrale, gli uomini e le donne sono uguali e liberi, i sistemi sono democratici, la vita è sacra, lo Stato è laico e basato sullo Stato di diritto”. Oggi però l’Occidente mostra “disprezzo” per se stesso, quella ‘malattia’ che Scruton chiama “oikofobia”. Un disprezzo che, ha accusato, “ci porta a voler cancellare con la violenza i simboli della nostra civiltà, negli Stati Uniti come in Europa”. Questo con il “paradosso” che “mentre da un lato l’Occidente disprezza se stesso, dall’altro pretende spesso di essere superiore agli altri”, rischiando di diventare “un interlocutore meno credibile”. In questa situazione di debolezza dell’Occidente, “le autocrazie stanno guadagnando terreno sulle democrazie” anche grazie a una “narrazione sull’inevitabile declino dell’Occidente” diffusa con “trolls e bot impegnati a manipolare la realtà”.


Di fronte all’avanzare delle autocrazie – è il suo appello – “dobbiamo recuperare la consapevolezza di chi siamo” con “fiducia nei nostri valori: una sintesi nata dall’incontro tra filosofia greca, diritto romano e umanesimo cristiano” senza “rinunciare alla forza della nostra identità, perché sarebbe il miglior regalo che possiamo fare ai regimi autoritari”. Per questo – ha concluso – “il patriottismo è la migliore risposta al declino” e “ai tifosi degli autoritarismi dico molto chiaramente che difenderemo i nostri valori”.

Mattarella: di fronte alle fake news occorre una grande responsabilità

Mattarella: di fronte alle fake news occorre una grande responsabilitàPiacenza, 23 set. (askanews) – “Tante volte la rappresentazione dei fatti è condizionata dagli interessi di chi li propone. Questo trova una massima espressione nelle fake news e nella passività critica con cui vengono recepito. Per questo riflettere, coltivare il dubbio, approfondire e pensare in proprio è indispensabile. E per questo occorre responsabilità”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’incontro conclusivo del Festival del Pensare Contemporaneo a Piacenza assieme a 350 studenti.


“‘Essere realisti’ tra tutte le espressioni che conosco è la più fuori senso, la più ambigua e anche ingannevole che si possa immaginare – ha spiegato Mattarella -. C’è una domanda costante di fronte al pensiero umano: esiste una realtà oggettiva che possa spingere atteggiamenti conseguenti?”. “Ciascun fatto viene vissuto da ciascuno in base alla propria esperienza, anche in base alla capacità di interpretazione che gli offrono gli strumenti culturali di cui dispone – ha proseguito il Capo dello Stato -. Ma questo non rimuove i dati oggettivi della realtà. Anche perché tante volte la rappresentazione dei fatti è condizionata dagli interessi di chi li propone. Questo trova una massima espressione nelle Fake news e nella passività critica con cui vengono recepito. Per questo riflettere, coltivare il dubbio, approfondire e pensare in proprio è indispensabile. E per questo occorre responsabilità”.

Mattarella: di fronte a fake news occorre grande responsabilità

Mattarella: di fronte a fake news occorre grande responsabilitàPiacenza, 23 set. (askanews) – “Tante volte la rappresentazione dei fatti è condizionata dagli interessi di chi li propone. Questo trova una massima espressione nelle fake news e nella passività critica con cui vengono recepito. Per questo riflettere, coltivare il dubbio, approfondire e pensare in proprio è indispensabile. E per questo occorre responsabilità”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’incontro conclusivo del Festival del Pensare Contemporaneo a Piacenza assieme a 350 studenti.


“‘Essere realisti’ tra tutte le espressioni che conosco è la più fuori senso, la più ambigua e anche ingannevole che si possa immaginare – ha spiegato Mattarella -. C’è una domanda costante di fronte al pensiero umano: esiste una realtà oggettiva che possa spingere atteggiamenti conseguenti?”. “Ciascun fatto viene vissuto da ciascuno in base alla propria esperienza, anche in base alla capacità di interpretazione che gli offrono gli strumenti culturali di cui dispone – ha proseguito il Capo dello Stato -. Ma questo non rimuove i dati oggettivi della realtà. Anche perché tante volte la rappresentazione dei fatti è condizionata dagli interessi di chi li propone. Questo trova una massima espressione nelle Fake news e nella passività critica con cui vengono recepito. Per questo riflettere, coltivare il dubbio, approfondire e pensare in proprio è indispensabile. E per questo occorre responsabilità”.

Calcio, Dan e Ryan Friedkin: “Nessun disimpegno dalla Roma”

Calcio, Dan e Ryan Friedkin: “Nessun disimpegno dalla Roma”Roma, 23 set. (askanews) – Attraverso il sito ufficiale della Roma, Dan e Ryan Friedkin hanno voluto tranquillizzare il popolo giallorosso dopo l’acquisizione dell’Everton, annunciata oggi. Nel lungo comunicato c’è anche spazio per un commento sull’esonero di De Rossi: “Il calcio è apprezzato a livello globale per la sua bellezza unica. Ogni partita è piena di passione, emozioni e imprevedibilità, ed è per questo che lo amiamo. Ma oltre ai risultati sul campo, la nostra responsabilità come proprietari del Club è prendere decisioni importanti che riteniamo essere nel migliore interesse della Roma, anche quando sono estremamente difficili. La campagna acquisti estiva ha segnato l’inizio di un progetto strategico pluriennale pensato per riportare la Roma ai vertici del calcio europeo. Lo sviluppo di un nuovo stadio, elemento chiave di questa visione, è già in atto e renderà omaggio alla ricca storia del Club”. Poi un passaggio su De Rossi: “Ci teniamo a dire questo: nutriamo un profondo rispetto per Daniele, convinti che avrà una carriera di successo come tecnico, e magari un giorno tornerà alla Roma. Separarsi da lui è stata una decisione difficilissima, ma l’abbiamo presa con la convinzione che sia la strada giusta per puntare ai trofei in questa stagione”. Capitolo Everton: “Rimaniamo investitori attivi nel settore sportivo. Amiamo il bel calcio. L’eventuale acquisizione dell’Everton non modifica in alcun modo il nostro impegno verso la Roma. Al contrario, la sinergia tra i club potrà portare solo vantaggi alla Roma. Ogni club del nostro portafoglio opera indipendentemente, e la Roma rimane al centro delle nostre ambizioni calcistiche. Potete stare tranquilli, il nostro impegno in termini di tempo, risorse ed energie verso la Roma non sarà ridotto. Il nostro obiettivo è chiaro: vedere la Roma competere costantemente ai più alti livelli del calcio europeo”. Infine i tifosi: “A voi, tifosi straordinari: riconosciamo la grande responsabilità che ci è affidata nel guidare questo storico Club. La vostra fedeltà costante è la nostra forza mentre continuiamo a lavorare per il futuro. Apprezziamo le vostre opinioni e vogliamo assicurarvi che le ascoltiamo. Siete l’anima della società, e il nostro obiettivo è quello di rendervi orgogliosi. Forza Roma, Dan e Ryan Friedkin”.