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M.O.,Schlein: ora anche l’Italia riconosca Stato di Palestina

M.O.,Schlein: ora anche l’Italia riconosca Stato di PalestinaRoma, 28 mag. (askanews) – L’Italia deve fare come Spagna e Norvegia e procedere al riconoscimento dello stato di Palestina. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando a Catania. “Abbiamo visto che la Spagna e la Norvegia hanno proceduto al riconoscimento, sarebbe ora che lo facesse anche l’Italia. Noi insistiamo sul riconoscimento a livello di Unione europea, perché possa aiutare per il percorso di pace, un processo di pace in Medio oriente che è più necessario che mai”.


Ha aggiunto la leader Pd: “Chiediamo il cessate il fuoco fuoco da ottobre c’è stato un altro attacco con corpi straziati mutilati solo l’altro ieri a Rafah, nonostante la Corte internazionale di giustizia abbia già ordinato che si fermasse l’offensiva. Noi torniamo a chiedere con forza un cessate il fuoco immediato per fermare, questo massacro di civili, per tutti gli ostaggi israeliani ancora detenuti dai terroristi di Hamas, e per portare tutti gli aiuti umanitari necessari”. Un ‘cessate il fuoco’ necessario anche “per far ripartire un percorso politico verso la soluzione dei ‘due popoli, due stati’. Ma uno (stato, ndr) esiste già, Israele, che ha diritto di esistere senza gli attacchi terroristici e i missili. Il problema è che comunità internazionale non ha mai pienamente riconosciuto l’altro stato. Anche i palestinesi hanno diritto a vivere in pace in sicurezza in un loro Stato. Quindi bene, bene le notizie che arrivano dalla Spagna e dalla Norvegia. Si muova anche l’Italia”.

Meloni a Caivano: questa una delle mie principali scomesse, ora lo Stato c’è

Meloni a Caivano: questa una delle mie principali scomesse, ora lo Stato c’èCaivano (Na), 28 mag. (askanews) – “La mia emozione è ai limiti delle commozione, questa è una delle giornate nelle quali l’affanno, i problemi, i sacrifici, l’ansia assumono un senso in questa missione che svolgiamo. Caivano è una delle mie principali scommesse, forse non ero preparata all’emozione che ho provato questa mattina, all’impatto della differenza. Il messaggio è che lo Stato può fare la differenza, può mantenere i suoi impegni, qui lo Stato e le istituzioni si sono comportate come dovrebbero comportarsi sempre. Si sono rese conto di un problema, hanno pensato una risposta, fatto un annuncio e l’annuncio non è caduto nel vuoto, è diventato un fatto. E questo vuol dire accendere una speranza in un territorio in cui molto spesso le istituzioni hanno pensato che speranza non potesse esserci. E’ un messaggio molto potente”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alla cerimonia di inaugurazione del centro sportivo di Caivano.


“La nazione ha tollerato per troppo tempo zone franche, ha tollerato di indietreggiare, avere paura. Lo Stato non se lo può permettere. Abbiamo riportato lo Stato a Caivano”, ha sottolineato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che si è rivolta anche al governatore della Campania: “Voglio dire senza polemica al presidente Vincenzo De Luca, che ieri ha definito quella di oggi ‘una passeggiata del governo’, che se tutte le volte che la politica passeggia portasse questi risultati avremo una politica più rispettata dai cittadini”, ha chiosato Meloni durante la cerimonia di inaugurazione del centro sportivo di Caivano, presente anche il governatore.Il nuovo centro sportivo di Caivano sarà “dedicato a un grande artista, Pino Daniele”, ha poi
annunciato la presidente del Consiglio.  Meloni ha spiegato che accanto agli impianti sportivi sorgerà anche “un nuovo teatro da 500 posti e un anfiteatro esterno da 1000 posti: centro sportivo, parco urbano, un grande polo dello sport della cultura e dell’arte che abbiamo scelto di dedicare a
uno dei più grandi interpreti della cultura italiana”. “Domani inizieranno gli Open Day, il 10 giugno prenderanno vita anche i campi estivi per i bambini e i ragazzi di questo territorio”, ha concluso.


 

Ucraina, Conte: Borrell? Ci portano alla Terza guerra mondiale

Ucraina, Conte: Borrell? Ci portano alla Terza guerra mondialeRoma, 28 mag. (askanews) – “Prendiamo atto della dichiarazione di Borrell in piena linea con quelle del segretario della Nato Soltenberg e, ovviamente, fanno eco anche alla posizione di Macron. Vogliono inviare truppe, mancano i combattenti in Ucraina, e vogliono che le armi della Nato, dei nostri Paesi, siano utilizzate in territorio russo. Siamo ormai sull’orlo della Terza guerra mondiale, soltanto che adesso si vota e non vogliono che si dica questo, un attimo dopo vedrete che ci stanno portando a questo”. Lo dice Giuseppe Conte conversando con i cronisti a margine di un’iniziativa al Senato.


“Noi diciamo ‘No’. E’ il motivo per il quale il Movimento 5 Stelle è sempre coerente. Lo è dall’inizio – rimarca il leader M5s – che anzichè concentrare tutti i nostri sforzi per questa escalation militare se li avessimo invece diretti sin dall’inizio verso sforzi diplomatici ridando sostanza e linfa alla politica, in questo momento avremmo un negoziato di pace e una soluzione sul tavolo mentre adesso c’è soltanto un’escalation dagli esiti imprevedibili con la prospettiva – conclude Conte – della Terza guerra mondiale”.

Caivano,Meloni: ora lo Stato c’è, è un messaggio potente

Caivano,Meloni: ora lo Stato c’è, è un messaggio potenteCaivano (Na), 28 mag. (askanews) – “La mia emozione è ai limiti delle commozione, questa è una delle giornate nelle quali l’affanno, i problemi, i sacrifici, l’ansia assumono un senso in questa missione che svogliamo. Caivano è una delle mie principali scommesse, forse non ero preparata all’emozione che ho provato questa mattina, all’impatto della differenza. Il messaggio è che lo Stato può fare la differenza, può mantenere i suoi impegni, qui lo Stato e le istituzioni si sono comportate come dovrebbero comportarsi sempre. Si sono rese conto di un problema, hanno pensato una risposta, fatto un annuncio e l’annuncio non è caduto nel vuoto, è diventato un fatto. E questo vuol dire accendere una speranza in un territorio in cui molto spesso le istituzioni hanno pensato che speranza non potesse esserci. E’ un messaggio molto potente”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alla cerimonia di inaugurazione del centro sportivo di Caivano.

Presentata relazione Organo di vigilanza parità accesso rete Tim

Presentata relazione Organo di vigilanza parità accesso rete TimRoma, 28 mag. (askanews) – L’Organo di vigilanza sulla Parità di accesso alla rete di TIM (OdV) ha presentato oggi, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio della Camera dei Deputati, la Relazione Annuale 2024 sull’attività svolta e sui risultati conseguiti nell’anno 2023, indicando il Piano delle attività per l’anno in corso.


Nel corso del 2023, l’Organo di vigilanza ha proseguito il consueto monitoraggio della parità di trattamento basato sui KPI definiti dall’Autorità con la Delibera n. 395/18/CONS. In particolare, sono stati esaminati i dati rilevati per tutti gli indicatori, aggiornati e resi disponibili mensilmente da TIM, ed e’ stato analizzato ogni scostamento, anche temporaneo, tra l’andamento di TIM Retail e quello degli OAO, eseguendo focus specifici per analizzare l’origine degli scostamenti rilevati. L’Odv ha anche condotto, in continuità con gli anni precedenti, l’analisi di qualità del data base NetMap secondo quanto previsto dalla Determinazione n. 9/2019. In particolare, TIM ha continuato a rendere disponibili le rilevazioni mensili aggiornate dello specifico KPI che rende conto del livello di precisione della geo-localizzazione degli indirizzi presenti sul data base NetMap. L’analisi dei dati ha confermato, anche per il 2023, il continuo miglioramento del livello di precisione delle informazioni riferite alla localizzazione degli indirizzi.


Nel 2023, la collaborazione tra l’Organo di vigilanza e l’AGCOM ha continuato a essere stretta, concentrandosi sulla verifica della parità di trattamento e per prevenire una eventuale discriminazione nell’accesso alla rete di TIM. È proseguita anche l’attività di vigilanza relativa ai KPI di non discriminazione. In tale contesto, si sono svolte con esito positivo quattro sessioni di verifica sulla correttezza dell’algoritmo di calcolo degli indicatori ex Del. n. 395/18/CONS. Nel corso delle quattro sessioni sono stati esaminati, in dettaglio, gli algoritmi di calcolo di otto indicatori, quattro di delivery e quattro di assurance. I risultati delle verifiche hanno consentito di accertare il corretto utilizzo da parte di TIM dell’algoritmo di calcolo degli indicatori esaminati e la rispondenza dei valori riscontrati con i valori dei KPI riportati da TIM nei report mensili inviati. Nel corso del 2024, l’attività dell’Odv sarà dedicata a mantenere la continuità delle sue attività di vigilanza, in piena aderenza al mandato vigente e per supportare l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, anche attraverso attività di studio, approfondimento e analisi, volte ad approfondire aspetti tecnici e metodologici riguardanti le problematiche di non discriminazione di propria competenza. In particolare, l’azione dell’Odv si svolgerà in continuità seguendo cinque direttrici principali: vigilanza sulle prestazioni offerte da TIM Wholesale agli operatori nei processi di delivery e assurance dei servizi di rete regolamentati (analisi KPI 395/18/CONS e relativi KPO, evoluzione KPI, analisi KPI NetMap); vigilanza attiva e ispettiva presso le unita’ operative di TIM (verifiche sulla gestione dei Nodi NGN saturi, verifica requisiti per decommissioning delle centrali locali, test sui nuovi rilasci informatici); vigilanza sulla trasparenza delle informazioni offerte al mercato (piani tecnici per la qualità della rete di accesso, piani tecnici per lo sviluppo della rete di accesso); vigilanza sulla qualità della rete (osservatorio sulla manutenzione della rete FTTC); supporto tecnico all’Autorità nelle fasi attuative della Delibera 114/24/CONS.


Adolfo Urso, Ministro per le Imprese e il Made in Italy, in un messaggio video, ha detto: “A nome del Governo ringrazio il presidente Martusciello e i componenti dell’Organo di vigilanza per la cruciale opera di vigilanza sull’effettiva esecuzione dell’obbligo di non discriminazione. Si tratta, infatti, di un compito fondamentale che include anche un prezioso supporto tecnico nei confronti sia dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, sia della stessa azienda di TIM. Le reti di telecomunicazioni hanno assunto un rilievo strategico nell’attuale processo di transizione, la connettività ad alta velocità è diventata sempre più indispensabile per promuovere la crescita economica e la competitività globale del nostro Paese. In tal senso, gli investimenti in politiche industriali e infrastrutture digitali rappresentano una delle sfide prioritarie che il Governo ha posto al centro del piano nazionale di ripresa e resilienza”. Antonio Martusciello, Presidente dell’Organo di vigilanza sulla Parità di accesso alla rete TIM, dal canto suo ha rilevato che: “Le telecomunicazioni, quale pilastro dell’Era Digitale, hanno guidato la rivoluzione di questi ultimi anni: progressi enormi si sono registrati in termini di maggior capacita’ di trasmissione, velocita’ di connessione, stabilita’ e sicurezza delle comunicazioni. Aspetti questi che hanno aperto nuove sfide in termini di regolamentazione e di accesso alla rete. Siamo quindi sempre più determinati a proseguire nel nostro impegno, adattando ruolo e funzioni agli scenari tecnologici in costante evoluzione e reinterpretando i principi fondamentali nel nuovo assetto delineato da AGCOM. L’ampliamento del perimetro di indagine dell’Organo ha rafforzato ulteriormente il suo ruolo nel garantire la non discriminazione e la parità di trattamento nell’accesso alla rete TIM, con particolare riguardo alle attività del 2023, tese a vigilare con ancor maggiore attenzione sui temi e sulle sfide che caratterizzano il settore delle comunicazioni”.


Secondo Alberta Figari, Presidente TIM: “TIM sta attraversando una trasformazione profonda che la sta portando verso il superamento del modello di integrazione verticale. Per questo credo che una nuova regolamentazione ‘più agile e fattiva’ investirà necessariamente anche l’Organo di vigilanza e sarà necessario adeguarne il mandato in coerenza con il nuovo contesto competitivo, regolamentare e di mercato. La direzione è stata già tracciata dalla recente analisi di mercato pubblicata da AGCOM che prevede che, nel periodo che intercorrerà tra il momento della creazione della società della rete e la definizione della nuova regolamentazione, gli obblighi di accesso vigenti transitino sulla nuova società della rete. Il mio auspicio è che tutti quanti noi sapremo cogliere l’opportunità di questo momento di profonda trasformazione per porre condizioni nuove e solide per lo sviluppo dell’Italia”. Giacomo Lasorella, Presidente AGCOM, ha sottolineato che: “La regolamentazione italiana sulla parità di trattamento si è evoluta significativamente nel tempo. Con la nascita dell’Organo di vigilanza c’è stata un’importante evoluzione. L’Odv è intervenuto in particolare sulle modalità attuative dell’obbligo di non discriminazione attraverso verifiche periodiche e perfezionando l’analisi di qualità. Al riguardo, l’azione coordinata tra AGCOM e Odv ha portato notevoli benefici. Sono molteplici, al contempo, le sfide attuali a cui fare fronte. C’è una fame di connessione che non accenna a placarsi e che richiede una precisa risposta sotto il profilo infrastrutturale, a partire dalle iniziative previste dal Pnrr. L’obiettivo dell’autorità è porre le basi necessarie per garantire la stabilità del mercato e accompagnare il processo di separazione in corso”. L’Organo di vigilanza (Odv) svolge le sue funzioni in assoluta indipendenza ed e’ stato istituito dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) con l’obiettivo di monitorare e verificare che tutti gli operatori di telecomunicazioni accedano alle infrastrutture di rete di TIM nel rispetto del principio di parità di trattamento.

Mattarella a Brescia: la verità è un pilastro della democrazia

Mattarella a Brescia: la verità è un pilastro della democraziaBrescia, 28 mag. (askanews) – “La verità è un pilastro della democrazia”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento al Teatro Grande di Brescia per i 50 anni dalla strage di Piazza della Loggia.


“Le diverse sentenze che hanno riguardato la strage di Piazza della Loggia hanno complessivamente chiarito il quadro, delineando con precisione responsabilità, dinamiche e complicità. Di recente, si è aperto un nuovo filone di inchiesta, dal quale potrebbero emergere nuovi tasselli. Attendiamo con paziente fiducia perché la verità è un pilastro della democrazia”.

Strage di Brescia, Mattarella: anche oggi respingere i tentativi di minare la democrazia

Strage di Brescia, Mattarella: anche oggi respingere i tentativi di minare la democraziaBrescia, 28 mag. (askanews) – ‘Oggi la Repubblica Italiana è Brescia, è Piazza della Loggia, è questo teatro, con la presenza e il coinvolgimento di tante persone’. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel discorso al Teatro Grande di Brescia in occasione del 50esimo anniversario della strage di Piazza della Loggia, in cui rimasero uccise otto persone e ferite 102, alcune in modo grave e con lesioni permanenti.


Tra le persone presenti, ha sottolineato Mattarella, ‘giovani e giovanissimi, con la volontà di prendere parte a questa commemorazione, di rendere testimonianza e di stringersi attorno alla città, che avverte tuttora il trauma e la ferita di quel tragico, barbaro atto di terrorismo’. ‘I familiari delle vittime della strage di piazza della Loggia, con la loro associazione, ‘continuano l’opera di custodire e promuovere la memoria. E continuano a battersi per ottenere giustizia, con coraggio e determinazione. Li ringrazio per questo impegno, esercitato tra mille ostacoli e fatiche, che ha dato un decisivo impulso alle inchieste e alla ricerca della verità’, ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aggiungendo: ‘Ho appena incontrato i familiari di coloro cui fu tolta la vita. Alcuni di coloro che persero un figlio, un genitore, un coniuge, oggi non ci sono più. Desidero quest’oggi ricordare anche il loro dolore, la compostezza, la forza d’animo, la sete di verità che esprimevano e che permangono tra noi, nonostante gli anni trascorsi’.


A 50 ani dalla strage di Piazza della Loggia e dalla strategia della tensione, ‘anche oggi, per via di un quadro internazionale caratterizzato da guerra e violenza, respiriamo un’atmosfera di tensione. Pur nei suoi contorni incerti e frammentati si intravede, nel mondo, il disegno di minare i valori di libertà e democrazia che rappresentano l’unica base solida della pace e della convivenza internazionale, alimentando tensioni, esasperando i conflitti, cercando di alimentare, attraverso la diffusione di notizie false e allarmanti, la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche. E’ un tentativo che, oggi, come allora, va respinto. Con fermezza, con coraggio e con fiducia nella forza della democrazia e del diritto’, ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento al Teatro Grande di Brescia. ‘La nostra Repubblica – ha ricordato Mattarella – è stata difesa e rafforzata, negli anni, dal sacrificio di tanti servitori dello Stato, di tanti cittadini onesti e coraggiosi. Tra questi vi sono le donne e gli uomini che oggi ricordiamo qui, con commozione e riconoscenza: uccise e uccisi da persone miserabili, perché sostenevano e difendevano la democrazia, la libertà, i diritti per tutti. Al di là delle doverose rievocazioni, il modo per ricordarli degnamente è quello di respingere e isolare i predicatori d’odio, gli operatori di mistificazione, i seminatori di discordia. E’ quello di rivendicare e vivere i principi e i valori su cui si basa la nostra Costituzione. Quello di operare costantemente per l’unità del popolo italiano, per la diffusione della libertà e dei diritti, per un quadro internazionale che assicuri la pace nella giustizia’.


Quelle che insanguinarono l’Italia durante gli anni della strategia della tensione non possono essere definite stragi di Stato – ha sottolineato il presidente Mattarella – ‘perché era lo Stato democratico il bersaglio dei terroristi e lo Stato democratico non si identifica con complici, pavidi, corrotti, o addirittura infiltrati in apparati dello Stato per cercare di corroderlo la dall’interno’. Al contrario ‘lo Stato è costituito dalle pubbliche istituzioni che hanno resistito, rispettando le regole costituzionali, dai cittadini, dalle forze sociali, dai rappresentanti del popolo, dai partiti della nostra democrazia, da tutte le donne e gli uomini – la stragrande maggioranza – che hanno speso il loro impegno e lo spendono per la difesa della libertà e della democrazia’. ‘Nella polemica dell’epoca ci fu chi, a proposito di questa impressionante catena di attentati, parlò di stragi di Stato. E’ una definizione che suscita passioni, sollecita sdegno, ma che suscita e sollecita anzitutto una diversa riflessione’, appunto perché ‘era lo Stato democratico il bersaglio dei terroristi e lo Stato democratico non si identifica con complici, pavidi, corrotti, o addirittura infiltrati in apparati dello Stato per cercare di corroderlo dall’interno. Allo Stato – quello disegnato dalla nostra Costituzione – appartengono i magistrati, requirenti e giudicanti, le forze dell’ordine che, con fatica e tenacia, hanno condotto indagini e hanno raggiunto certezze su molti e fondamentali aspetti di quegli attentati’.


‘Complici e collusi, strateghi di morte, non rappresentano lo Stato, ma una gravissima minaccia contro la Repubblica. Hanno tradito l’Italia. Hanno tramato nell’ombra contro il loro popolo e il loro Paese. Di fronte alla guerra violenta di opposti terrorismi – nero e rosso – che – in quella stagione di sangue e di aspri conflitti internazionali – provarono a rovesciare la Repubblica e la sua democrazia, possiamo dire oggi, con certezza, che ha prevalso lo Stato, la Repubblica, il suo popolo, con i suoi autentici, leali servitori. Una vittoria che è stata di tutti i cittadini italiani, che si sono sempre raccolti, nei momenti più bui, attorno alle istituzioni e che non si sono mai lasciati sedurre dalle insidie della violenza, della lotta armata, dell’eversione. E che mai hanno reclamato l’instaurazione di misure autoritarie per sconfiggere la minaccia terroristica’. ‘L’intento immediato degli attentatori’ di piazza della Loggia – ha ricordato Mattarella – ‘era chiaro: punire e terrorizzare chi manifestava contro il neofascismo e in favore della democrazia. L’obiettivo di quel turpe attentato era, inoltre, un messaggio e un tentativo di destabilizzazione contro la Repubblica Italiana e le sue istituzioni democratiche. Con quella bomba si volevano fermare le conquiste sociali e politiche. Gli ideatori, gli esecutori, i complici di quella strage volevano riportare il tempo indietro: a una stagione oscura, segnata dall’arbitrio della violenza, dalla sopraffazione, sfociata nella guerra’. ‘Mentre, in quello stesso anno, i popoli di Portogallo e di Grecia si liberavano finalmente dell’oppressivo fardello dei regimi autoritari, in Italia vi era chi tramava e complottava per instaurarvi un nuovo regime autoritario. Contro la Repubblica, nata dalla lotta della Resistenza, che aveva indicato le sue ragioni fondanti nella democrazia, nella libertà, nel pluralismo, nella solidarietà, principi scolpiti nella Carta Costituzionale’, e l’obiettivo, ha proseguito Mattarella, era ‘provocare un clima di disordine e di paura, esasperare la popolazione, immettere nella società la sfiducia nella solidità del metodo e delle istituzioni democratiche, inaugurare una nuova stagione di repressione erano gli obiettivi della galassia di terrorismo neofascista, che si nutriva di giovani manovrati, di militanti violenti, di ideologi raffinati e perversi e di una oscura rete di complicità, costituita da silenzi, benevolenze, omissioni, coperture’. ‘La stessa matrice eversiva, lo stesso disegno criminale, fu dietro a chi aveva piazzato ordigni o lanciato bombe a Piazza Fontana, a Milano, nel 1969, a Gioia Tauro nel luglio del 1970, a Peteano, nel 1972, alla Questura di Milano nel 1973. E che, dopo la strage di Brescia, continuò a praticare quella strategia della tensione, provocando nuovi spaventosi spargimenti di sangue innocente sul treno Italicus, a pochi mesi dalla strage di Piazza della Loggia, poi a Bologna nel 1980 – la più grande strage del terrorismo neofascista – e ancora, nel 1984, di nuovo a San Benedetto Val di Sambro. Una sequenza impressionate di eventi sanguinosi, legati dall’unico filo dell’eversione nera e tutte caratterizzate da una difficile ricerca della verità storica e giudiziaria, ostacolata da inaccettabili depistaggi, errori e inefficienze’. Tuttavia ‘il desiderio di verità e giustizia non si è fermato. Le diverse sentenze che hanno riguardato la strage di Piazza della Loggia hanno complessivamente chiarito il quadro, delineando con precisione responsabilità, dinamiche e complicità. Di recente, si è aperto un nuovo filone di inchiesta, dal quale potrebbero emergere nuovi tasselli. Attendiamo con paziente fiducia perché la verità è un pilastro della democrazia’.

Europee, commissione Antimafia: sette i candidati impresentabili

Europee, commissione Antimafia: sette i candidati impresentabiliRoma, 28 mag. (askanews) – Sono sette i candidati alle elezioni europee in violazione del codice di autoregolamentazione dei partiti. Lo ha reso noto la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo leggendo l’elenco degli “impresentabili” in apertura di seduta.


Si tratta di Angelo D’Agostino, Marco Falcone, Luigi Grillo, tutti candidati nella lista Fi-Noi Moderati in diverse circoscrizioni; Alberico Gambino e Giuseppe Milazzo di Fdi; Filomena Greco candidata con la lista Stati Uniti D’Europa e Antonio Mazzeo (Pd).

L’Italia a Francoforte: un programma “per unire e includere”

L’Italia a Francoforte: un programma “per unire e includere”Francoforte, 28 mag. (askanews) – È stato presentato nella Literaturhaus di Francoforte il programma che l’Italia porterà come Paese ospite d’onore alla Buchmesse 2024, partecipazione che, 36 anni dopo la prima volta, sarà all’insegna del titolo “Radici nel futuro”. Una vetrina importante per la nostra letteratura, ma anche un’occasione per la diffusione all’estero della nostra cultura in generale. L’Italia si presenterà a Francoforte con un programma editoriale, curato dall’Associazione Italiana Editori e che si affiancherà a quello professionale dello stand collettivo, volutamente comprensivo di tutti i generi letterari e animato da oltre cento autori e ospiti. Dalla poesia all’approfondimento sociale, dal giallo al fumetto, dalla saggistica al romance, dall’arte ai contenuti per ragazzi: la proposta italiana darà pieno diritto a tutti i generi, rifiutando l’idea dell’esistenza di un ordine gerarchico tra di loro. Il commissario straordinario Mauro Mazza, che ha progettato e sta guidando la presenza italiana, ha ribadito dal palco la volontà di un progetto che vuole in primo luogo unire ed essere inclusivo, per tutti, senza pregiudizi verso nessuno. E la lista degli autori italiani che interverranno alla fiera di Francoforte è effettivamente variegata: si va da Chiara Valerio a Stefano Zecchi, da Vivian Lamarque a Susanna Tamaro, da Nicola Lagioia a Marcello Veneziani, e poi ancora moltissimi, tra i quali possiamo ricordare Claudia Durastanti, Mauro Covacich, Alessandro Baricco, Annalena Benini, Mario Desiati, Donatella Di Pietrantonio, Paolo Rumiz, Carlo Rovelli, Emanuele Trevi. Con due grandissimi nomi, già presenti 36 anni fa alla Buchmesse, come Dacia Maraini e Claudio Magris a fare da, per così dire, numi tutelari. E poi anche illustratori come Lorenzo Mattotti, che ha firmato il manifesto del progetto “Radici nel futuro”, o Olimpia Zagnoli, e ancora fumettisti come Milo Manara, ma anche più recenti fenomeni social come Pera Toons. Insomma, una pluralità di voci e atteggiamenti, che nelle intenzioni voglio dare una rappresentazione il più ampia possibile della cultura letteraria italiana.


Il programma darà forma al motto di questa partecipazione italiana, “Radici nel futuro”. Non è un ossimoro perché la storia della letteratura italiana rappresenta un marchio talmente conosciuto ed apprezzato all’estero da rendere indispensabile la sua presenza in una vetrina così prestigiosa dedicata al mondo della nostra editoria contemporanea. In questa ottica saranno a inquadrare gli omaggi a figure come Aldo Manuzio ed Andrea Camilleri o a istituzioni come l’Università degli Studi di Napoli Federico II per l’ottocentesimo anniversario dalla fondazione. Attualità, geopolitica, religione e giovani. Ma l’Italia a Francoforte avrà uno sguardo rivolto all’attualità con momenti di riflessione sull’Europa, sui suoi rapporti con la Russia, sul ruolo degli intellettuali nella società e nella politica. Nell’attualità si devono collocare anche gli appuntamenti dedicati all’ambito più spirituale e religioso, pensati per interrogarsi sul contributo che determinati valori comuni possono dare alla convivenza sociale in un’epoca di divisioni. Ieri, oggi e domani: l’attenzione alle nuove generazioni di lettori (e non solo) è testimoniato dallo spazio quotidiano alle migliori firme dell’editoria per bambini e ragazzi, ma anche dagli incontri che avranno protagoniste le star del romance, genere di grande tendenza. Un altro punto di forza del programma è il focus non solo su cosa ma anche su come si scrive. Ascoltare dalla viva voce degli autori quale metodo utilizzano per poter dar vita alle loro opere non capita tutti i giorni. Un format affidato alla giornalista Loretta Cavaricci: tu per tu con gli scrittori per scoprire, o almeno tentare di farlo, i segreti del mestiere più affascinante. Il Padiglione di Stefano Boeri: una piazza italiana. Passato e futuro, tradizione e modernità: tutto s’incontra e s’intreccia nel Padiglione immaginato e realizzato dall’architetto Stefano Boeri, luogo fisico che concretizza il claim dell’Italia Ospite d’Onore. Una piazza tipicamente italiana, coi portici attorno e gli spazi aperti, chiamata ad esprimere quell’idea di socialità e quel senso di comunità per cui gli italiani sono famosi nel mondo. Al suo interno l’Arena e il Caffè Letterario, i due teatri degli appuntamenti previsti dal programma editoriale. Sarà qui che più di cento autori ed ospiti animeranno le cinque giornate tricolori alla Buchmesse. Lo faranno nei confronti quotidiani, una modalità scelta proprio per valorizzare l’espressione di punti di vista e sensibilità diverse, se non contrastanti. Il confronto dialettico sarà il vero protagonista della partecipazione italiana, senza alcuna smania di dover giungere a posizioni identiche o sovrapponibili. Questo è lo spirito con cui l’Italia Ospite d’Onore cercherà di dimostrare a Francoforte che la cultura unisce, anche nella diversità.


Il Padiglione dell’Italia Ospite d’Onore darà vita visivamente al racconto di un Paese delle eccellenze. Un tema coerente con il motto “Radici nel futuro” è quello del rapporto con l’antichità che verrà rappresentato nei duemilatrecento metri quadri dall’allestimento della mostra “L’istante e l’eternità. Tra noi e gli antichi”, già reduce dal successo al Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano. Il giusto tributo alla cultura greco-romana in presenza, però, di opere di epoca medievale, moderna e contemporanea che testimonieranno la capacità dell’uomo di ogni tempo di trarre ispirazione nell’antichità senza perdere la volontà di reinventare e di reinventarsi. All’interno del Padiglione non poteva mancare una mostra dedicata a Johann Wolfgang von Goethe, il tedesco più innamorato dello Stivale che attraverso il suo celebre diario di viaggio è riuscito a rafforzare quelle “affinità elettive” esistenti tra i nostri due popoli. I due eventi espositivi, curati da Luigi Gallo, saranno organizzati dalla Direzione generale Musei del ministero della Cultura e daranno la possibilità ai visitatori della Buchmesse di ammirare di persona pezzi straordinariamente rappresentativi di un patrimonio storico-artistico senza eguali nel mondo. Il secolo breve ma intenso: omaggio al Novecento letterario. Dall’Italia del Settecento di Goethe prenderemo la macchina del tempo per arrivare al Novecento con la mostra fotografica “Scritto in faccia”. Ideato dalla The Italian Literary Agency e curato da Alberto Saibene, questo percorso espositivo porterà i visitatori del Padiglione a compiere un viaggio fotografico lungo cento anni. Un secolo di grandi tragedie per il nostro Paese, ma anche un’età argentea per la nostra letteratura. Le immagini di circa sessanta autori determineranno la presenza di una sorta di Pantheon letterario del XX secolo nella piazza realizzata da Stefano Boeri. Solo per fare alcuni nomi: Italo Svevo ed Alberto Arbasino, Oriana Fallaci e Dario Fo. Distanti d’anagrafe o d’orientamento, la mostra li celebrerà per il contributo fondamentale che hanno fornito nel rendere eterna la letteratura italiana del Novecento. Il simbolo di questa partecipazione dell’Italia come Ospite d’Onore è senz’altro il manifesto realizzato per l’occasione dal maestro Lorenzo Mattotti e dominato dalla figura della giovane lettrice sulla calla. Inevitabile, quindi, destinare al mondo dell’illustrazione uno spazio di rilievo all’interno del Padiglione. Nuove tendenze, idee e talenti nella mostra intitolata “Matite giovani tra illustrazione e fumetto”, curata dall’ Accademia Drosselmeier ed organizzata da BolognaFiere/Bologna Children’s Book Fair. Il nome della più importante fiera dedicata ai libri e ai contenuti per ragazzi è già di per sé una garanzia del fatto che nella piazza italiana a Francoforte si potranno ammirare le migliori giovani promesse di questo specifico ambito editoriale in cui da tempo l’Italia primeggia.

Mattarella: l’eversione nera voleva portare indietro l’Italia

Mattarella: l’eversione nera voleva portare indietro l’ItaliaBrescia, 28 mag. (askanews) – “L’intento immediato degli attentatori”di piazza della Loggia “era chiaro: punire e terrorizzare chi manifestava contro il neofascismo e in favore della democrazia. L’obiettivo di quel turpe attentato era, inoltre, un messaggio e un tentativo di destabilizzazione contro la Repubblica Italiana e le sue istituzioni democratiche. Con quella bomba si volevano fermare le conquiste sociali e politiche. Gli ideatori, gli esecutori, i complici di quella strage volevano riportare il tempo indietro: a una stagione oscura, segnata dall’arbitrio della violenza, dalla sopraffazione, sfociata nella guerra”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento al Teatro Grande di Brescia.


“Mentre, in quello stesso anno, i popoli di Portogallo e di Grecia si liberavano finalmente dell’oppressivo fardello dei regimi autoritari, in Italia vi era chi tramava e complottava per instaurarvi un nuovo regime autoritario. Contro la Repubblica, nata dalla lotta della Resistenza, che aveva indicato le sue ragioni fondanti nella democrazia, nella libertà, nel pluralismo, nella solidarietà, principi scolpiti nella Carta Costituzionale”. L’obiettivo, ha proseguito Mattarella, era “provocare un clima di disordine e di paura, esasperare la popolazione, immettere nella società la sfiducia nella solidità del metodo e delle istituzioni democratiche, inaugurare una nuova stagione di repressione erano gli obiettivi della galassia di terrorismo neofascista, che si nutriva di giovani manovrati, di militanti violenti, di ideologi raffinati e perversi e di una oscura rete di complicità, costituita da silenzi, benevolenze, omissioni, coperture”.


“La stessa matrice eversiva, lo stesso disegno criminale, fu dietro a chi aveva piazzato ordigni o lanciato bombe a Piazza Fontana, a Milano, nel 1969, a Gioia Tauro nel luglio del 1970, a Peteano, nel 1972, alla Questura di Milano nel 1973. E che, dopo la strage di Brescia, continuò a praticare quella strategia della tensione, provocando nuovi spaventosi spargimenti di sangue innocente sul treno Italicus, a pochi mesi dalla strage di Piazza della Loggia, poi a Bologna nel 1980 – la più grande strage del terrorismo neofascista – e ancora, nel 1984, di nuovo a San Benedetto Val di Sambro. Una sequenza impressionate di eventi sanguinosi, legati dall’unico filo dell’eversione nera e tutte caratterizzate da una difficile ricerca della verità storica e giudiziaria, ostacolata da inaccettabili depistaggi, errori e inefficienze”. Tuttavia “il desiderio di verità e giustizia non si è fermato. Le diverse sentenze che hanno riguardato la strage di Piazza della Loggia hanno complessivamente chiarito il quadro, delineando con precisione responsabilità, dinamiche e complicità. Di recente, si è aperto un nuovo filone di inchiesta, dal quale potrebbero emergere nuovi tasselli. Attendiamo con paziente fiducia perché la verità è un pilastro della democrazia”.