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Pd: su progetto Pnrr Turismo radici coinvolgere di più Comites e Cgie

Pd: su progetto Pnrr Turismo radici coinvolgere di più Comites e CgieRoma, 16 feb. (askanews) – “Attivare un maggiore coinvolgimento delle rappresentanze degli italiani all’estero a vari livelli (Comites, CGIE e Parlamentari) per rendere il progetto Pnrr sul turismo delle radici, il più possibile partecipato dalla Comunità italiana nel mondo, creando una vera e propria occasione di riscoperta delle nostre radici e della nostra identità con un nuovo slancio per il Sistema Paese nel mondo”. Lo dichiarano in una nota i deputati del Pd eletti all’estero, Fabio Porta, Christian Diego Di Sanzo e Toni Ricciardi, che hanno partecipato alla Farnesina alla presentazione del Progetto Pnrr “Turismo delle Radici: una strategia integrata per la ripresa del settore del Turismo nell’Italia post Covid-19”.
“Si tratta di una iniziativa importante per il Sistema Italia che costruendo percorsi che portano a conoscere le proprie radici hanno l’obiettivo di rafforzare i rapporti tra la Comunità italiana all’estero e i luoghi di origine, aggiungono i tre parlamentari del Pd.
“Un progetto che coinvolge cinque ministeri e 600 comuni che lavorano insieme anche nella prospettiva dell’anno del Turismo delle radici previsto per il 2024”, sottolineano.

Superbonus, Bardi: governo e Parlamento trovino soluzione su crediti

Superbonus, Bardi: governo e Parlamento trovino soluzione su creditiRoma, 16 feb. (askanews) – “Sui crediti del Superbonus abbiamo avviato una serie di incontri con i principali istituti di credito nazionali e locali, abbiamo interloquito con gli advisor, discusso con i certificatori e analizzato le normative degli altri enti territoriali. La nostra proposta è pronta, ci sono ovviamente delle criticità – penso al fattore temporale, avendo la Regione un bilancio triennale, mentre i crediti una valenza quinquennale e decennale – ma a ogni modo tutto sarà vano se il Governo metterà nero su bianco il divieto per le regioni di acquistare i crediti edilizi già nel decreto Pnrr. Auspico una soluzione di buon senso per aiutare le imprese, le quali vantano un diritto che certamente non può diventare carta straccia. Come Regione vogliamo aiutare le imprese edili e i lavoratori lucani, confidiamo in una soluzione governativa e/o parlamentare in tal senso”. Lo afferma in una nota il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.

Berlusconi si gode assoluzione Ruby ter. E prova a oscurare caso Ucraina

Berlusconi si gode assoluzione Ruby ter. E prova a oscurare caso Ucraina

Fi rilancia: serve commissione d’inchiesta. Ma Fdi frena, Meloni non vuole scontro con giudici

Roma, 15 feb. (askanews) – Un po se l’aspettava, ma questo non ha certo rovinato la festa. Anche perchè il tempismo non poteva essere migliore. Silvio Berlusconi festeggia l’assoluzione dal Ruby ter, uno dei filoni del famoso processo che parte dalla vicenda che coinvolse la giovane Karima El Mahroug, proprio nel momento in cui è sotto attacco per le frasi pronunciate domenica scorsa contro il leader ucraino Volodomyr Zelensky, da lui ribattezzato ‘questo signore’. Frasi sprezzanti che dopo aver messo in imbarazzo il governo di Giorgia Meloni, che del sostegno a Kiev ha fatto uno dei punti chiave della sua credibilità internazionale, ha provocato la presa di distanza anche del Partito popolare europeo, la famiglia politica alla quale l’ex premier si fa vanto in continuazione di appartenere.
La legittima soddisfazione del Cavaliere e di Forza Italia diventa così provvidenziale per portare in primo piano un altro tema su cui gli azzurri si muovo certamente con più disinvoltura: la storica battaglia contro l’uso politico della giustizia. Non passa nemmeno un’ora dalla sentenza, che arriva la richiesta di varare una commissione parlamentare d’inchiesta proprio su questo. La chiedono un po tutti i suoi fedelissimi, mentre Silvio Berlusconi affida a poche righe sui social la sua soddisfazione, non senza togliersi qualche sassolino dalle scarpe. “Sono stato finalmente assolto dopo più di undici anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili, perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte”. Sottotesto: ‘non come quelli che mi hanno condannato per frode fiscale portando alla mia decadenza politica’.
Il primo tra gli alleati a mostrare la sua solidarietà all’ex premier è Matteo Salvini, che ci mette appena 10 minuti per dichiarare di essere “felice per l’assoluzione di Silvio dopo anni di sofferenza, insulti e inutili polemiche”. Ci pensa un po di più Giorgia Meloni che dopo un’ora circa afferma che “l’assoluzione di Silvio Berlusconi è un’ottima notizia che mette fine a una lunga vicenda giudiziaria che ha avuto importanti riflessi anche nella vita politica e istituzionale italiana. Rivolgo al presidente Berlusconi a nome mio e del governo un saluto affettuoso”. Parole che a molti in Fi sono sembrate il minimo sindacale, ma dall’entourage del Cavaliere in queste ore si lavora per dimostrare che tra lui e la premier non c’è nessuno strappo e dunque si fa notare l’importanza di aver deciso di vergare la nota non semplicemente da leader di un partito ma proprio da capo dell’esecutivo.
Al di là delle cortesie istituzionali, però, dentro Fdi sostanzialmente si prendono le distanze dalla richiesta di dare vita a una commissione d’inchiesta. D’altra parte, la presidente del Consiglio non vuole aprire nuovi fronti di scontro e, come aveva già dimostrato sulla questione dell’uso delle intercettazioni, men che meno vuole farlo con la magistratura. Terreno da sempre delicato, su cui sono costantemente accesi anche i fari del Colle.

Meloni incontra Metsola e vola a Monaco, chiudere caso Berlusconi

Meloni incontra Metsola e vola a Monaco, chiudere caso Berlusconi

Ma è ancora in attesa del viaggio a Kiev , l’imbarazzo per le parole dell’ex premier pesa

Roma, 15 feb. (askanews) – Venerdì l’incontro con Roberta Metsola, sabato a Monaco per la Conferenza internazionale sulla sicurezza. Giorgia Meloni si riaffaccia nella dimensione europea dopo il ‘litigio’ con Emmanuel Macron a Bruxelles e, soprattutto, le polemiche innescate dalle dichiarazioni di domenica scorsa di Silvio Berlusconi su Volodymyr Zelensky.
Dichiarazioni che, ammettono a microfoni spenti esponenti di governo, “creano imbarazzo” e che hanno costretto Palazzo Chigi a prendere le distanze e il ministro degli Esteri Antonio Tajani (numero due di Forza Italia) a rassicurare le cancellerie e i partner del Ppe. “Berlusconi non ha mai difeso Putin, Berlusconi che è un uomo di pace ha presentato una sua idea per seguire un percorso diplomatico, ma la posizione dell’Italia e quella di Forza Italia non è mai cambiata”, ha ribadito anche oggi il titolare della Farnesina. Adesso la linea è quella di mantenere un profilo basso, far decantare la vicenda e nel frattempo mantenere vivi i rapporti con i partner.
In questo quadro, dunque, venerdì a Palazzo Chigi arriva la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, che a Roma vedrà anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Meloni e Metsola hanno un buon rapporto, una sintonia istituzionale che però può avere interessanti riflessi sulla politica, puntando alle elezioni europee del 2024. La presidente del Consiglio italiana è infatti anche presidente di Ecr, la formazione europea dei conservatori, e avrebbe l’obiettivo di favorire l’avvicinamento con il Ppe per dar vita a una coalizione di centrodestra. In questo disegno, proprio Metsola, esponente popolare, potrebbe essere la front-woman dell’operazione. Un progetto, comunque, tutto da sviluppare e che, in Italia, deve fare i conti con le divisioni tra i partiti di maggioranza sul posizionamento in Europa.
Oltre ad appartenere a tre “famiglie” diverse (Fi nel Ppe, Fdi in Ecr, Lega in Id) le sensibilità su molti temi sono diverse. E si vedranno tutte quando il governo dovrà portare in Parlamento la ratifica del Mes, a cui solo l’Italia ormai non ha dato via libera. Finora la questione era stata messa in stand-by per il voto regionale, ma adesso il nodo dovrà essere sciolto e l’esecutivo dovrà varare il ddl di ratifica, che in Aula troverà vita assai difficile data l’opposizione di almeno parte della Lega.
Nell’immediato c’è da stabilizzare i rapporti a livello europeo. Sabato Meloni sarà a Monaco di Baviera, alla conferenza internazionale sulla sicurezza a cui prenderà parte anche Tajani, che ha in agenda diversi incontri. Meloni dovrebbe intervenire in un panel moderato dalla giornalista della Cnn Christiane Amanpour, trattenendosi solo per l’appuntamento. Ma non si può escludere che, a margine dei lavori, ci sia l’occasione di qualche contatto.
Il tutto in attesa della (possibile) missione a Kiev la prossima settimana, a ridosso del 24 febbraio, data dell’invasione. Un appuntamento che sarebbe ancora più fondamentale dopo il caso Berlusconi. Ma che al momento non è stato ancora ufficialmente sbloccato.

Ist.Cattaneo: affluenza cala per disallineamento tornate regionali

Ist.Cattaneo: affluenza cala per disallineamento tornate regionaliMilano, 15 feb. (askanews) – Il drastico calo della partecipazione al voto alle elezioni regionali in Lombardia e Lazio è “riconducibile a fattori ricorrenti e strutturali” come “il disallineamento delle tornate elettorali regionali” che “le rende meno percepibili e meno salienti per l’opinione pubblica, anche per la limitata attenzione dedicata loro dai media”. È una delle conclusioni a cui giunge l’Istituto Cattaneo, che negli ultimi 40 anni ha curato oltre cento rapporti per istituzioni pubbliche e private sulla società italiana, sulla partecipazione e l’opinione pubblica e sulle istituzioni di governo.
“La rapida sequenza di elezioni di diverso genere – ha osservato inoltre l’Istituto Cattaneo – non solo respinge gli elettori, ma rende il risultato molto più prevedibile, a maggior ragione in presenza di una struttura asimmetrica della competizione che, come nelle elezioni politiche del 2022, vedeva il polo di centrodestra unito (ricomposto sia nella sua base elettorale che come alleanza tra partiti) così come lo era stato, con poche eccezioni, dal 2001 al 2008, e i suoi avversari divisi”.
Il drastico calo dell’affluenza registrato nell’ultima tornata regionale, ha sottolineato poi l’Istituto, è riconducibile a “fattori ricorrenti e strutturali” che si erano “già visti all’opera nelle elezioni regionali del novembre 2014 (Emilia-Romagna e Calabria). Una circostanza che fu allora da molti erroneamente ricondotta a fattori contingenti e strettamente legati alle ragioni per cui si era arrivati allo scioglimento anticipato della legislatura regionale o alla limitata attrattiva dei candidati a presidente”.

Autonomia, Calderoli: prevedo richieste delle Regioni a inizio 2024

Autonomia, Calderoli: prevedo richieste delle Regioni a inizio 2024Roma, 15 feb. (askanews) – “Un anno di tempo, che è partito dal primo gennaio 2023 per la proposta al Parlamento per quali materie siano suscettibili dei Livelli essenziali delle prestazioni e a seguire la definizione di quali siano i livelli essenziali e la relativa costi e fabbisogni standard”: così Roberto Calderoli, intervistato per la puntata di Porta a Porta che andrà in onda domani su Rai1, ha descritto i tempi di conclusione dell’iter del suo disegno di legge per l’autonomia regionale differenziata.
“Io – ha spiegato il ministro leghista per gli Affari regionali e le autonomie – ho previsto un anno per l’approvazione della legge in Parlamento e in parallelo un anno per la definizione dei Lep costi e fabbisogni standard. Quindi: inizio 2024 la possibilità che ciascuna regione richieda una materia o una parte di queste e non vuol dire che questa materia verrà garantita a quella regione. Cio sarà un negoziato fra regione e governo, il governo che dovrà dire sì, dopo di che già sulla proposta deve esserci un atto di indirizzo del Parlamento e poi è il Parlamento che deve decidere a maggioranza assoluta. Non è come viene proposto che una regione chiede e poi automaticamente viene: c’è un passaggio del Governo, due passaggi parlamentari, dopo di che questa ulteriore funzione o una parte di essa – ha concluso Calderoli – potrà essere attribuita alla regione”.

Cospito, bagarre destra-sinistra alla Camera, seduta sospesa

Cospito, bagarre destra-sinistra alla Camera, seduta sospesaRoma, 15 feb. (askanews) – Seduta brevemente sospesa alla Camera durante l’intervento di Bicchielli di noi moderato nel corso del dibattito sull’informativa del ministro dell Giustizia Carlo Nordio, Il presidente dell’assemblea, Lorenzo Fontana, ha richiamato più volte all’ordine i deputati, facendo i nomi di Nicola Fratoianni di AVS e Tommaso Foti di FdI e chiedendo a un certo punto “l’intervento dei commessi” dopo che in tanti deputati sia da destra che da sinistra erano scesi dai banchi verso l’emiciclo. La seduta è ripresa con l’intervento di Pino Bicchielli.

Lombardia, Sala: Milano guarda al futuro, per questo vince sinistra

Lombardia, Sala: Milano guarda al futuro, per questo vince sinistraMilano, 15 feb. (askanews) – “Milano costituisce da sempre, ma di più nell’ultimo decennio, una proposta politica in sè e questa proposta politica guarda al futuro”. Lo ha sottolineato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nel suo podcast quotidiano commentando l’esito delle elezioni regionali in Lombardia che hanno visto il vantaggio, in controtendenza, del centrosinistra nella sua città. “Se le forze conservatrici propongono un modello che fa arretrare la vita di chiunque verso i lidi del passato noi non siamo così. Milano, come tante città europee, sembra proporre una vocazione ad affrontare i nodi del nostro presente: rivoluzione energetica e ambientale, sviluppo dei diritti, sviluppo economico giusto. Si assiste quindi a questo strano fenomeno per cui sono le grandi città a esprimere una proposta politica più forte di quella avanzata dai partiti” ha osservato Sala.
“Un po’ in tutto il mondo si verifica questo paradosso, le grandi città vivono problemi di sostenibilità, diritti, mobilità, urbanistica, a cui solo il progresso sembra dare risposta e cercano costantemente soluzioni alle necessità che avanzano dalla cittadinanza”, ha ribadito. “Stiamo però attenti ad una cosa: oggi una società che sia dentro il cuore dei problemi del nostro tempo esprime una duplice necessità: c’è bisogno che le cose funzionino e c’è bisogno che i diritti all’equità si allarghino e coinvolgano l’intera popolazione. Se si è bravi a esprimere una visione politica alta, ma poi non si riesce a far funzionare le cose non si ottiene il consenso dei cittadini e d’altro canto il solo presentarsi come quelli del fare senza ideali politici non può piacere agli abitanti di una città evoluta”.
Alle elezioni regionali in Lombardia “la coalizione di centrosinistra si afferma a Milano con numeri che non lasciano adito a dubbi: in Lombardia Fontana supera di 21 punti Majorino, a Milano Majorino supera di nove punti Fontana e sempre a Milano il Pd si afferma come la formazione più votata davanti a Fratelli d’Italia. La terza forza della città è la lista civica a sostegno del candidato Pierfrancesco Majorino che sopravanza la Lega. Si sbaglierebbe a pensare che siamo di fronte a un mero risultato elettorale, un dato numerico, o pensare che Milano sia una bizzarra enclave, piuttosto bisogna rendersi conto del fatto che le grandi città sperimentano necessità e soluzioni che le mettono in discontinuità con il resto del territorio” ha concluso auspicando che finisca la “retorica della sinistra della Ztl: abbiamo vinto in tutta la città. Dove abbiamo preso meno voti è stato proprio il centro, i numeri sono lì per essere esaminati”.

Lombardia, Sala: la gente ha avvertito le contraddizioni di Moratti

Lombardia, Sala: la gente ha avvertito le contraddizioni di MorattiMilano, 15 feb. (askanews) – “In una candidatura come quella di Letizia Moratti” non è stata “percepita” dagli elettori la necessaria “coerenza”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nel suo podcast quotidiano commentando l’esito delle elezioni regionali in Lombardia. “Ne voglio parlare con rispetto, ma se in pochissimi mesi passi dal chiedere al centrodestra di esprimersi sulla tua candidatura al proporre al centrosinistra di accoglierti tra le tue fila e infine a sederti al tavolo con Bossi alla ricerca del suo appoggio la gente non capisce o perlomeno avverte le contraddizioni che ti porti appresso”, ha aggiunto riferendosi sempre a Moratti, già candidata civica e del Terzo Polo.

Ruby ter, Fi esulta per Berlusconi.E chiede commissione inchiesta

Ruby ter, Fi esulta per Berlusconi.E chiede commissione inchiesta

Messaggi di rallegramenti anche da Meloni e Salvini. “E ora riforma della Giustizia”

Roma, 15 feb. (askanews) – Forza Italia festeggia per l’assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby ter. E ora gli azzurri chiedono una commissione di inchiesta e una accelerazione sulla riforma della giustizia.
“Grandissima soddisfazione” viene espressa dalla capogruppo al Senato Licia Ronzulli, che parla di una “una gogna mediatica, giudiziaria e politica che richiedono una profonda e strutturale riforma della giustizia per la tutela di tutti i cittadini, anche quelli che non hanno le possibilità e gli strumenti per difendersi. Questa sentenza ristabilisce la verità, ma non lo risarcisce dal danno d’immagine provocato da un’inchiesta che non doveva neanche cominciare, un danno d’immagine al nostro Paese, all’Europa, nel mondo. Né sana la grave lesione all’onorabilità e alla reputazione del presidente Berlusconi e della forza politica che rappresenta. Ci chiediamo chi pagherà per tutto questo”.
Il presidente del gruppo alla Camera Alessandro Cattaneo esprime “un’amara soddisfazione” chiedendo, nell’Aula di Montecitorio, la “calendarizzazione della commissione d’inchiesta sull’utilizzo politico della magistratura che vuole fare chiarezza su 25 anni di lotte giudiziarie che nulla avevano a che vedere con il merito ma che sono state usate come scontro politico. Mai più persecuzioni giudiziarie. Verità per anni di feroci battaglie giudiziarie”. La commissione di inchiesta viene invocata anche da Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera, che definisce il leader azzurro un “martire della giustizia”.
Di “un’assoluzione che riempie di soddisfazione” parla il vice ministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, che ricorda “chi ha sempre lavorato per dimostrare ciò che oggi viene, ancora una volta, riconosciuto dai giudici: Niccolò Ghedini. L’insussistenza delle accuse nei confronti del presidente Berlusconi rende merito alla verità e a chi, con straordinaria e affettuosa professionalità, ha contribuito ad affermarla”. “L’accanimento giudiziario nei suoi confronti rimane una pagina nera nella storia della Repubblica, e nessuno verrà chiamato a risarcire i guasti che sono stati prodotti”, sottolinea Stefania Craxi, presidente della Commissione Affari esteri e difesa a Palazzo Madama.
Messaggi a Berlusconi arrivano anche dagli alleati. La premier Giorgia Meloni parla di “un’ottima notizia che mette fine a una lunga vicenda giudiziaria che ha avuto importanti riflessi anche nella vita politica e istituzionale italiana” e rivolge un “un saluto affettuoso” al Cavaliere. “Felice per l’assoluzione di Silvio dopo anni di sofferenza, insulti e inutili polemiche”, anche il leader della Lega Matteo Salvini.