Liguria al voto: è sfida tra sindaco Bucci ed ex ministro OrlandoGenova, 26 ott. (askanews) – In Liguria sono 1.341.799 i cittadini chiamati ad eleggere domani e dopodomani il nuovo presidente della Regione e i trenta membri dell’assemblea legislativa, dopo le dimissioni dell’ex governatore Giovanni Toti, finito agli arresti domiciliari per quasi tre mesi con l’accusa di corruzione e finanziamento illecito, che hanno portato alla convocazione di elezioni anticipate. Si tratta del primo di tre test locali che potrebbero avere anche ripercussioni nazionali. Dopo la Liguria, infatti, il 17 e il 18 novembre sarà la volta di Emilia Romagna e Umbria.
A contendersi la presidenza della Regione Liguria saranno nove candidati, ma si annuncia un testa a testa tra il sindaco di Genova ed ex commissario per la ricostruzione del Ponte Morandi, Marco Bucci, appoggiato da un’ampia coalizione di centrodestra composta da Fratelli D’Italia, Lega, Forza Italia, Udc, Alternativa Popolare e dalle liste civiche Orgoglio Liguria e Vince Liguria, e l’ex ministro dem all’Ambiente, alla Giustizia e al Lavoro, Andrea Orlando, sostenuto da Pd, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Azione, Psi e dalle liste civiche Andrea Orlando Presidente e Liguri a testa alta. Una campagna elettorale senza esclusione di colpi, dove non sono mancati attacchi personali e momenti di tensione tra il candidato del centrodestra, che, dopo aver detto no più volte all’ipotesi di una sua candidatura, è stato convinto a scendere in campo dalla premier Meloni nonostante la malattia contro cui sta lottando e i tre anni di mandato da sindaco ancora da onorare, e quello del centrosinistra, che in caso di sconfitta rischia di mettere a repentaglio non solo il suo futuro politico ma anche quello della coalizione progressista, che sogna di riconquistare la Liguria dopo quasi 10 anni.
In una sfida che si annuncia quanto mai aperta, con il sindaco di Genova partito in svantaggio nei sondaggi, ma che ha poi velocemente recuperato il terreno perso, per il centrosinistra potrebbe pesare negativamente la rottura con Italia Viva. Un no all’alleanza arrivato dopo settimane di tensioni e polemiche con il M5s e Avs, in particolare sul sostegno del partito di Matteo Renzi alla giunta di centrodestra del Comune di Genova guidata dalla stesso Bucci, che hanno spinto Giuseppe Conte a decretare la fine del “campo largo”. Per il centrodestra potrebbe invece incidere sul voto il terremoto giudiziario che ha portato alla fine anticipata della legislatura precedente ed il patteggiamento a sorpresa di Toti, che ha spiazzato anche i leader nazionali della coalizione. Uno degli effetti potrebbe essere la crescita dell’astensionismo, come evidenziato dai sondaggi delle settimane scorse secondo i quali quasi la metà degli elettori potrebbe non recarsi alle urne.
L’eventuale vittoria di Bucci, simbolo insieme allo stesso Toti del cosiddetto “Modello Liguria” con la ricostruzione in tempi record del Ponte Morandi dopo il tragedia del 14 agosto 2018, porterebbe anche il Comune di Genova ad elezioni anticipate, con la probabile candidatura da parte del centrodestra dell’attuale vicesindaco Pietro Piciocchi, il cui nome era stato ventilato anche come possibile candidato alla presidenza della Regione Liguria. Un successo di Orlando, che ha puntato la sua campagna proprio sulla discontinuità rispetto alle politiche della giunta Toti, costringendo anche Bucci a prendere le distanze da alcune scelte della passata amministrazione come il sì al trasferimento della nave rigassificatrice Golar Tundra al largo dello coste savonesi, sancirebbe invece la fine di quel modello esaltato da tutti i leader del centrodestra e rilancerebbe la coalizione progressista anche in ottica nazionale.