M5s, Conte: vicenda Grillo assolutamente marginale, inutile enfasiRoma, 25 ott. (askanews) – “In questo momento M5s è assorbito da questa vicenda ma è una vicenda assolutamente marginale rispetto al processo costituente che l’intera comunità del Movimento sta vivendo”. Lo ha detto il leader M5s Giuseppe Conte in collegamento con CasaCorriere festival 2024.
“Siamo nel pieno di questo processo e con tutto il rispetto per giornali e giornalisti che danno molta enfasi a un aspetto che è contrattuale: do per scontato che se non c’è una prestazione non può esserci una controprestazione”, ha chiarito Conte quando gli è stato chiesto se la rottura con Grillo è irreversibile. Secondo l’ex premier parlare di “parricidio” come fanno alcuni giornali è “un’enfasi inutile”: “E’ un termine giornalistico come ce ne sono tanti ma non ha molto senso: non si è mai visto un parricidio compiuto con la risoluzione di un rapporto contrattuale”.
Fonti M5S: contratto con Grillo in vigore ma Conte non lo rinnoveràRoma, 24 ott. (askanews) – Il contratto di Beppe Grillo per la collaborazione alla comunicazione del M5S “è ancora in vigore e andrà alla sua naturale scadenza nei prossimi mesi” ma per il presidente del M5S, Giuseppe Conte, “non è più possibile rinnovarlo in queste condizioni”. Lo precisano fonti del M5S, dopo le anticipazioni del nuovo libro di Bruno Vespa in cui Conte spiega che “Beppe Grillo è responsabile di una controcomunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale”.
Il contratto di Beppe Grillo per la collaborazione alla comunicazione del M5S “è ancora in vigore e andrà alla sua naturale scadenza nei prossimi mesi” ma per il presidente del M5S, Giuseppe Conte, “non è più possibile rinnovarlo in queste condizioni”. Lo precisano fonti del M5S, dopo le anticipazioni del nuovo libro di Bruno Vespa in cui Conte spiega che “Beppe Grillo è responsabile di una controcomunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale”.
M5s, Conte rompe con Grillo: venute meno le ragioni di una collaborazione contrattualeMilano, 24 ott. (askanews) – “Beppe Grillo è responsabile di una controcomunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale”. Così Giuseppe Conte annuncia la sua decisione di non rinnovare il compenso di 300 mila euro al fondatore del Movimento 5 stelle. Lo fa nel nuovo libro di Bruno Vespa: “Hitler e Mussolini – L’idillio fatale che sconvolse il mondo (e il ruolo centrale dell’Italia nella nuova Europa)” in uscita il 30 ottobre da Mondadori – Rai Libri.
“Grillo ha rivendicato il compenso come garante anche nelle ultime lettere che mi ha scritto. Io non ho mai accettato che fosse pagato per questa funzione – dice Conte nel libro di Vespa- che ha un intrinseco valore morale e non è compatibile con alcuna retribuzione”, ricordando che all’epoca fu raggiunto “un compromesso retribuendo la sua nota abilità comunicativa per rafforzare l’immagine del movimento”.“Di fronte a un processo costituente che ha coinvolto l’intero movimento, Grillo sta portando avanti atti di sabotaggio compromettendo l’obiettivo di liberare energie nuove” afferma il presidente del Movimento Cinque Stelle.
“Qualcosa si è incrinato in maniera irreversibile”. Così Giuseppe Conte risponde alla domanda di Bruno Vespa se il rapporto con Beppe Grillo si è concluso in via definitiva. “Umanamente sono molto colpito da come si comporta. Già in passato – dice Conte a Vespa – ha avuto atteggiamenti velenosi nei miei confronti, ai quali non ho dato peso perché su tutto prevalevano gli interessi della comunità. Vedere oggi che contrasta in maniera così plateale un processo di partecipazione democratica che ci riporta agli ideali originari di Casaleggio mi ha rattristato moltissimo. Perché, al contrario di quel che scrivono i giornali, lo scontro non è personalistico (Grillo contro Conte), ma vede Grillo battersi contro la sua stessa comunità”.
Conte alzo zero contro Grillo: sabota M5s, non rinnoverò contrattoMilano, 24 ott. (askanews) – Giuseppe Conte accusa Beppe Grillo di “sabotaggio” nei confronti del M5s, e per questo non rinnoverà il contratto da 300mila euro a favore del fondatore del movimento. La conferma che il rapporto sia arrivato al capolinea (“Qualcosa si è incrinato in modo irreversibile”, dice Conte), arriva nel colloquio tra il presidente dei Cinque Stelle e Bruno Vespa, per l’ultimo libro del giornalista “Hitler e Mussolini – L’idillio fatale che sconvolse il mondo (e il ruolo centrale dell’Italia nella nuova Europa)”.
Conte non usa mezzi termini: “Beppe Grillo è responsabile di una controcomunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale”. E poi racconta il “confronto” in atto da tempo sul tema: “Grillo ha rivendicato il compenso come garante anche nelle ultime lettere che mi ha scritto. Io non ho mai accettato che fosse pagato per questa funzione che ha un intrinseco valore morale e non è compatibile con alcuna retribuzione”. Conte ricorda che all’epoca fu raggiunto “un compromesso retribuendo la sua nota abilità comunicativa per rafforzare l’immagine del movimento”. Ma ora, accusa l’ex premier, “di fronte a un processo costituente che ha coinvolto l’intero movimento, Grillo sta portando avanti atti di sabotaggio compromettendo l’obiettivo di liberare energie nuove”. E dunque ormai “qualcosa si è incrinato in maniera irreversibile”, perchè “umanamente sono molto colpito da come si comporta”. Conte racconta che Grillo “già in passato ha avuto atteggiamenti velenosi nei miei confronti, ai quali non ho dato peso perché su tutto prevalevano gli interessi della comunità. Vedere oggi che contrasta in maniera così plateale un processo di partecipazione democratica che ci riporta agli ideali originali di Casaleggio mi ha rattristato moltissimo. Perché, al contrario di quel che scrivono i giornali, lo scontro non è personalistico (Grillo contro Conte), ma vede Grillo battersi contro la sua stessa comunità”.
M5s, Conte: venute meno ragioni contratto con GrilloMilano, 24 ott. (askanews) – “Beppe Grillo è responsabile di una controcomunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale”. Così Giuseppe Conte annuncia la sua decisione di non rinnovare il compenso di 300 mila euro al fondatore del Movimento 5 stelle. Lo fa nel nuovo libro di Bruno Vespa: “Hitler e Mussolini – L’idillio fatale che sconvolse il mondo (e il ruolo centrale dell’Italia nella nuova Europa)” in uscita il 30 ottobre da Mondadori – Rai Libri.
“Grillo ha rivendicato il compenso come garante anche nelle ultime lettere che mi ha scritto. Io non ho mai accettato che fosse pagato per questa funzione – dice Conte nel libro di Vespa- che ha un intrinseco valore morale e non è compatibile con alcuna retribuzione”, ricordando che all’epoca fu raggiunto “un compromesso retribuendo la sua nota abilità comunicativa per rafforzare l’immagine del movimento”.
Mattarella a Bologna dai parenti della vittima del maltempoBologna, 24 ott. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è a Bologna per partecipare alla Biennale dell’economia cooperativa. Prima di arrivare a Palazzo Re Enzo, il Capo dello Stato si è recato in Prefettura per incontrare i genitori e il fratello di Simone Farinelli, il giovane morto a Pianoro durante l’alluvione che ha colpito la Regione Emilia-Romagna nei giorni scorsi. Un incontro di qualche minuto per informarsi sulla situazione in Emilia-Romagna e sui danni causati dal maltempo, in particolare in provincia di Bologna dove ha perso la vita un giovane a Pianoro sull’Appennino. La visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Bologna è cominciata intorno alle 10 in Prefettura, dove si è fermato per un aggiornamento con il presidente facente funzione della Regione Emilia-Romagna, Irene Priolo, e il sindaco di Bologna, Matteo Lepore.
“Sono 1.400 i luoghi della città allagati – ha detto Lepore facendo il punto sugli interventi per affrontare l’emergenza alluvione -. Abbiamo avuto subito 500 sfollati nel capoluogo e 2.500 nell’area metropolitana. Ora c’è ancora una decina di persone del capoluogo ospitate in albergo e qualche centinaio dell’area metropolitana”. Il Capo dello Stato ha incontrato anche i genitori e il fratello di Simone Farinelli, il giovane morto a Pianoro durante l’alluvione. Dopo l’incontro Mattarella è stato accompagnato dalle autorità locali a Palazzo Re Enzo per la prima giornata della Biennale dell’economia cooperativa dove ad accoglierlo c’era il presidente di Legacoop, Simone Gamberini.
Al termine dell’inaugurazione della Biennale dell’economia cooperativa il Presidente della Repubblica si recherà al Mulino per una visita privata in occasione dei 70 anni della rivista e dell’associazione culturale. Nel primo pomeriggio si recherà alla Fondazione Scienze Religiose Giovanni XXIII, in via San Vitale, prima di fare ritorno a Roma.
Fazzolari: per Giuli grande stima da sempre, scontro inventatoMilano, 24 ott. (askanews) – “Anche oggi leggo ricostruzioni del tutto inventate sul mio conto. Non c’è nessuno scontro tra me e il ministro Giuli. Notizia falsa e pateticamente inventata”. Lo afferma Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l’Attuazione del programma di governo.
“Io e Alessandro Giuli ci conosciamo da più di trent’anni, è una persona che stimo e della quale appezzo la grande professionalità. Gli attacchi scomposti che gli sono stati rivolti da quando è diventato ministro sono sconcertanti e fanno ben capire quanti interessi abbia da difendere la sinistra all’interno del ministero della Cultura”, afferma Fazzolari.
Lavoro, Mattarella a Confindustria: bene l’impegno per la tutela degli studentiRoma, 24 ott. (askanews) – “La sottoscrizione della ‘Carta di Lorenzo’, in una sede significativa come il Consiglio Generale di Confindustria, sottolinea l’impegno che il sistema delle imprese intende assumere nei confronti della sicurezza negli ambienti di lavoro per una maggiore tutela degli studenti impegnati in percorsi di formazione in azienda”. Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini.
“La tragica morte di Lorenzo Parelli durante uno stage a Udine – prosegue Mattarella, ricordando la vicenda del ragazzocui è intitolata la Carta – ha drammaticamente richiamato l’attenzione dell’intera società italiana sui processi che accompagnano i giovani nell’ingresso nel mondo del lavoro. Mentre rivolgo un pensiero ai suoi genitori e a quanti lo ebbero caro, esprimo apprezzamento per il solenne impegno che viene assunto oggi affinché accorciare la distanza tra giovani e lavoro si accompagni al rispetto della loro dignità di persone, di lavoratori, di cittadini”.
Colloquio Mattarella-Meloni, chiarimento al Quirinale sui nodiRoma, 23 ott. (askanews) – Un breve colloquio, una mezz’ora, al termine del Consiglio supremo di difesa. Il tempo per un ‘chiarimento’ tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo qualche tensione sull’asse Quirinale-Palazzo Chigi negli ultimi giorni. Un incontro faccia a faccia che non si verificava da un pò e di cui è stata data notizia forse anche per dare il senso di una rinnovata linea di comunicazione tra i due.
Sui contenuti dell’incontro c’è, naturalmente, stretto riserbo, ma è facile ipotizzare che al centro ci sia stata la situazione politica, gli atti e i provvedimenti aperti da qua alla fine dell’anno. Fondamentale sbloccare la nomina di un membro della Corte costituzionale per Mattarella, che appena due giorni fa aveva invitato le forze politiche a “esercitare capacità di mediazione e di sintesi”. Andata a vuoto anche l’ottava votazione il Parlamento è stato convocato nuovamente la prossima settimana, il 30 ottobre, pur non avendo le forze politiche ancora messo in atto quella collaborazione necessaria per eleggere organi di garanzia che richiedono maggioranze qualificate. Altro capitolo aperto è quello dello ‘scontro’ tra l’esecutivo e le toghe, dopo che il tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento dei primi 12 migranti in Albania, subito riportati in Italia. Una decisione che il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva definito “abnorme” e la stessa premier reputa “pregiudiziale”. Uno scontro che preoccupa il capo dello Stato, anche in qualità di presidente del Csm, e che ha probabilmente ispirato quell’accorato appello al Festival delle Regioni: “Tra le istituzioni e all’interno delle istituzioni la collaborazione, la ricerca di punti comuni, la condivisione delle scelte sono essenziali per il loro buon funzionamento e per il servizio da rendere alla comunità”. In Parlamento ha iniziato il suo iter anche la riforma delle separazione delle carriere su cui la maggioranza punta molto ma che ha suscitato allarme tra le toghe.
E certo se uno degli obiettivi del confronto di oggi era far scendere un po la tensione governo-toghe, il risultato non sembra essere stato raggiunto. La sentenza sull’Albania, ha ribadito Meloni alla festa del ‘Tempo’, è “assolutamente irragionevole” e se non c’è un “complotto” da parte delle toghe, c’è però “un sostanziale menefreghismo rispetto alla volontà popolare: se vota ‘bene’ la democrazia è una risorsa ma se vota ‘male’ andranno corrette le decisioni del popolo”. Proprio il decreto sui Paesi sicuri approvato lunedì in Cdm per cercare di superare l’ostacolo è arrivato nel pomeriggio al Quirinale. Mattarella lo ha firmato, non ravvisando estremi di incostituzionalità, ma negli ultimi tre giorni i tecnici della Presidenza della Repubblica hanno seguito passo per passo la difficile gestazione del testo finale, ‘suggerendo’ quelle limature che erano ritenute necessarie. Ma al di là del via libera al decreto (e della sua eventuale efficacia pratica) sembra preoccupare il rischio di un conflitto non solo con la magistratura italiana, ma anche con l’Europa. Di certo Meloni non sembra aver intenzione di mollare: “Avevo messo in conto gli ostacoli – ha assicurato – li supereremo, il protocolo funzionerà. Non intendo consentire che una soluzione nel pieno rispetto del diritto internazionale, europeo e italiano venga smontata perchè c’è una parte della politica che non è d’accordo.Se ci saranno altri problemi continueremo a convocare il Cdm per risolverli”.
Al Quirinale è in attesa di firma anche un altro discusso provvedimento, quello sul reato universale della gestazione per altri su cui pendono, secondo alcuni, dubbi di costituzionalità. C’è infine la questione della manovra, firmata dal Capo dello Stato dopo un lungo processo di elaborazione da parte dei tecnici del Mef e di Palazzo Chigi e che ha iniziato oggi il suo iter in Parlamento.
Nuovo caso al Mic, lascia Spano e Giuli lo difende (anche da Fdi)Roma, 23 ott. (askanews) – Dopo ore di “pressing” da parte di Palazzo Chigi si è dimesso oggi Francesco Spano, nominato appena dieci giorni fa capo di gabinetto dal ministro della Cultura Alessandro Giuli. Nella speranza di far calare in anticipo il sipario (almeno per ora) sul nuovo caso che ha investito il Collegio Romano, ancora scosso dopo l’affaire Sangiuliano-Boccia.
La nomina di Spano aveva già fatto storcere il naso al primo piano di Palazzo Chigi e a via della Scrofa per il suo background: arrivato al Maxxi con Giovanna Melandri, nel 2015 approdò alla guida dell’Unar, l’Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali che dovette lasciare due anni dopo, nel 2017, a causa di un’inchiesta delle ‘Iene’. Secondo la trasmissione, Unar avrebbe finanziato l’Andoss, un’associazione Lgbtq+ che però – era l’accusa – avrebbe anche favorito incontri a pagamento. Sulla vicenda venne anche aperta un’inchiesta, da cui non emersero irregolarità a carico di Spano. Ancora in una trasmissione televisiva è ‘inciampata’ la carriera del manager. Secondo ‘Report’, in onda domenica sera, infatti, Spano avrebbe avuto un “importante conflitto di interessi” perchè mentre “era segretario generale del Museo, il suo compagno Marco Carnabuci risultava consulente legale del Maxxi”. Alle accuse di ‘Report’ si è sommato un clima tutt’altro che favorevole da parte di Fdi. “Buongiorno, voglio segnalare il grosso malumore nel nostro partito per la nomina del pederasta Spano da parte del ministro Giuli”, ha scritto in una chat del partito di cui fanno parte circa 200 persone, compresa Arianna Meloni, Fabrizio Busnengo, coordinatore di Fratelli d’Italia nel Municipio IX. Subito redarguito, Busnego è stato invitato a dimettersi, cosa che ha fatto.
Ormai però la chat era stata pubblicata, creando grande imbarazzo a via della Scrofa e un clima pesantissimo per Spano: “Il contesto venutosi a creare non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante”, ha scritto nella lettera di dimissioni, accolte da Giuli con grande “rammarico” e anche con rabbia per il trattamento riservato al suo collaboratore dalla sua parte politica. “A lui – scrive il ministro – va la mia convinta solidarietà per il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore. Non da ultimo, ribadisco a Francesco Spano la mia completa stima e la mia gratitudine per la specchiata professionalità tecnica e per la qualità umana”. Giuli, nel pomeriggio, dopo il question time è arrivato a Palazzo Chigi. Ufficialmente per un colloquio, di circa mezz’ora, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, per discutere della parte della manovra che riguarda il Ministero della Cultura. “Non ho incontrato Giuli e ho capito abbastanza poco della vicenda, tendenzialmente non me ne sono occupata”, ha detto in serata alla festa del ‘Tempo’ Giorgia Meloni. La premier nega quindi che ci sia stato un ‘pressing’ ma ammette che per la nomina c’era stato “nervosismo” in Fratelli d’Italia. “Apprendo – ha detto ancora – che ci sarebbe una specie di presunto conflitto di interessi tra Spano e un’altra persona che risale al Maxxi, risale ai tempi della gestione di Melandri. Nessuna di queste persone è stata nominata da Giuli. Bene, ma bisogna chiedere conto a chi governava il Maxxi quando è accaduto. Perché si dice adesso? Se lavori con quelli di destra tutto è più complicato”.