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IT, Seeweb a fianco dei giovani per colmare divario formazione-lavoro

IT, Seeweb a fianco dei giovani per colmare divario formazione-lavoroRoma, 11 ott. (askanews) – Colmare il divario tra il mondo della formazione e quello del lavoro nel settore dell’Information Technology. È l’obiettivo della proposta formativa e di recruiting rivolta a neodiplomati e ai giovani studenti universitari, promossa da Seeweb, azienda leader nel settore del Cloud Computing e dei servizi per Intelligenza Artificiale Machine Learning. Il progetto, informa una nota, è messo in campo dall’azienda parte del gruppo Dominion Hosting Holding, è mirato alla creazione di percorsi formativi pratici, finalizzati all’acquisizione di competenze immediatamente spendibili sul mercato. Il programma formativo, completamente gratuito, ha preso il via con un’introduzione al sistema operativo Linux (“Linux Essentials”) tenuta da Fabio Riscica, Responsabile Procedure IT/ISO – Compliance Seeweb. Si avvale inoltre della formazione intensiva erogata da IpCert Alta Formazione IT Online, azienda specializzata in corsi mirati al conseguimento delle principali certificazioni nel settore IT quali Cisco, Linux, VMware, e che consentono di “ottenere certificazioni informatiche riconosciute a livello internazionale”, come spiegato dal CEO, Claudio Palombi.


La formazione è stata progettata specificamente per preparare i partecipanti all’esame per la certificazione LPIC-1, con un forte focus su competenze immediatamente spendibili nel mondo del lavoro, in particolare nel ruolo di System Administrator, figura chiave nel settore IT dovendosi occupare degli aggiornamenti e della manutenzione ordinaria e straordinaria dei sistemi, garantendo la continuità del servizio attraverso l’individuazione e la risoluzione tempestiva di eventuali problemi tecnici. Il percorso di formazione offerto ai giovani studenti ha avuto, quindi, come obiettivo quello di offrire l’opportunità di un corso intensivo di qualità, con lezioni frontali – per aumentare efficacia e opportunità di confronto – e mirato a un recruiting innovativo in cui si parte dalla formazione e dal livello di motivazione per poi avviare una concreta esperienza di lavoro in azienda. L’iniziativa di Seeweb dimostra così come le aziende possano ricoprire un ruolo attivo nella costruzione del futuro professionale delle nuove generazioni, fornendo non solo competenze tecniche avanzate, ma anche strumenti per una carriera nel settore IT.


“In un contesto in cui le figure professionali in ambito ICT sono sempre più ambite ma dove è anche complesso valorizzare le reali competenze – spiega Roberto Baldassar, Head of Support Seeweb – abbiamo creato un percorso di formazione di livello, per i candidati completamente gratuito: un’opportunità unica per gli studenti e, per l’azienda, un approccio di talent attraction che investe nella formazione e punta al merito e alle competenze”.

Morta giornalista ucraina detenuta in prigione russa

Morta giornalista ucraina detenuta in prigione russaRoma, 11 ott. (askanews) – La giornalista ucraina Victoria Roshchyna è morta in una prigione russa. Lo segnala Oleksandra Matviichuk, che è a capo del Center for Civil Liberties (Ukraine), premio Nobel per la pace 2022.


“La nostra collega, la giornalista Victoria Roshchyna, è morta in prigionia russa”, ha scritto su X Matviichuk. “Ho una domanda. Cosa le hanno fatto? Cosa può essere stato fatto a una giovane ragazza per farla morire? Chiedo a tutte le organizzazioni giornalistiche di diversi paesi di esigere ufficialmente una risposta dalla Russia”, ha continuata. Poi, rivolgendosi direttamente alla giornalista morta: “Vika, sei stata così coraggiosa. Mi dispiace tanto di non averti liberata in tempo”. Roshchyna, che avrebbe compiuto 28 anni questo mese, era stata catturata dalle forze di Mosca mentre lavorava in Ucraina orientale per raccontare l’occupazione. Da agosto 2023 non si erano avute notizie di lei, fino ad aprile di quest’anno, quando il padre aveva ricevuto una lettera del ministero della Difesa russo, riporta il Guardian. Le circostanze del suo arresto non sono state rese pubbliche e non è chiaro dove fosse detenuta in Russia.


L’organizzazione per i diritti della stampa Reporter Senza Frontiere ha espresso shock per la morte di Roshchyna. Il media russo Mediazona ha riferito che è morta mentre veniva trasferita a Mosca da una prigione di Taganrog, vicino al confine ucraino. Roshchyna lavorava come freelance per vari media indipendenti, tra cui Ukrainska Pravda, e aveva collaborato con il servizio ucraino di Radio Free Europe, finanziato dagli Stati uniti. Nel 2022, aveva ricevuto il premio “Courage in Journalism” dalla International Women’s Media Foundation per i suoi reportage dall’Ucraina orientale.


Immagine tratta da X

Nordcoreano riesce a fuggire verso Sudcorea per via marittima

Nordcoreano riesce a fuggire verso Sudcorea per via marittimaRoma, 11 ott. (askanews) – Un nordcoreano ha attraversato il confine marittimo occidentale de facto verso la Corea del Sud a bordo di una barca di legno, attuando un tipo di fuga dal regime di Kim Hong Un rara perché particolarmente pericolosa. Secondo quanto ha riferito oggi l’agenzia di stampa Yonhap si tratta della terza defezione in due mesi.


L’esercito sudcoreano ha monitorato le sue attività e successivamente lo ha assistito nell’arrivo in Corea del Sud, quando la sua piccola imbarcazione ha attraversato la cosiddetta “Northern Limit Line” vicino all’isola di confine Baengnyeong, nel Mar Giallo, nelle prime ore del 17 settembre. “L’operazione si è svolta normalmente sin dall’inizio”, ha detto l’ufficiale, senza fornire ulteriori dettagli sull’identità del defezionista o sull’operazione.


L’annuncio dell’ultima defezione è arrivato solo due giorni dopo che l’esercito nordcoreano ha dichiarato che avrebbe “chiuso e bloccato permanentemente il confine meridionale”, in quella che l’ammiraglio Kim Myung-soo, presidente dello Stato maggiore congiunto della Corea del Sud, ha definito un tentativo d’impedire la fuga di persone dalla Corea del Nord. Dopo che il leader nordcoreano Kim Jong Un ha definito le relazioni intercoreane come quelle tra “due stati ostili” alla fine dello scorso anno, il Nord ha adottato misure per chiudere le rotte terrestri intercoreane, rafforzando le fortificazioni di confine e rimuovendo le rotaie che una volta collegavano le due Coree.


Nella prima metà dell’anno, il numero di nordcoreani che sono fuggiti al Sud ha raggiunto i 105, in leggero aumento rispetto ai 99 dell’anno precedente. Ad agosto, un soldato nordcoreano ha attraversato il confine terrestre fortificato tra le due Coree, mentre un altro residente nordcoreano ha disertato attraversando la zona neutrale dell’estuario del fiume Han.

Incontro Li Qiang-Ishiba: Cina-Giappone rafforzino rapporto

Incontro Li Qiang-Ishiba: Cina-Giappone rafforzino rapportoRoma, 11 ott. (askanews) – Nel loro primo incontro, il premier cinese Li Qiang e il nuovo primo ministro giapponese Shigeru Ishiba hanno auspicato di rafforzare il rapporto tra Pechino e Tokyo in una chiave reciprocamente vantaggiosa.


I due capi di governo si sono visti in Laos, dove si trovano per prendere parte agli eventi connessi al vertice Asean. Si tratta della prima possibilità di confronto tra i due, dopo che Ishiba è diventato primo ministro il primo ottobre. Li Qiang ha esortato a promuovere relazioni strategiche, mantenendo la stabilità delle catene di approvvigionamento globali, e ha dichiarato di sperare che Giappone e Cina possano “incontrarsi a metà strada e mantenere la relazione sulla giusta rotta”, rafforzando continuamente il dialogo e la cooperazione, secondo il ministero degli Esteri cinese.


Entrambe le parti stanno cercando di stabilizzare i rapporti dopo l’uccisione di un bambino giapponese in Cina il mese scorso e una serie di contenziosi diplomatici su diversi temi tra Pechino e Tokyo. Nell’incontro Ishiba ha chiesto che Pechino chiarisca rapidamente il caso e implementi misure per proteggere gli espatriati giapponesi e reprima i post sui social media ostili al Giappone. Li,, dal canto suo ha affermato che “i due Paesi dovrebbero sfruttare bene il meccanismo di dialogo sul controllo delle esportazioni e salvaguardare congiuntamente la stabilità delle catene industriali e di approvvigionamento e il sistema di libero commercio globale”. Secondo il resoconto giapponese, Ishiba ha affermato che il Giappone “non intende disaccoppiare o interrompere le catene di approvvigionamento, ma spera di approfondire la cooperazione pratica in vari settori”.


Il capo del governo giapponese ha inoltre colto l’occasione per esprimere le preoccupazioni di Tokyo per le crescenti manovre militari cinesi intorno al Giappone, tra cui l’incursione di un aereo da ricognizione cinese nello spazio aereo giapponese ad agosto e il passaggio vicino alle acque territoriali giapponesi della portaerei Liaoning e di due cacciatorpediniere a settembre.

Zelensky: “Grazie Giorgia per tuo forte sostegno all’Ucraina”

Zelensky: “Grazie Giorgia per tuo forte sostegno all’Ucraina”Milano, 12 ott. (askanews) – “Sono grato all’Italia. Ringrazio personalmente te, Giorgia, per il tuo forte e sincero sostegno all’Ucraina, per la tua vera capacità di sostenere il nostro popolo”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nelle dichiarazioni alla fine dell’incontro a Roma con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni il 10 ottobre, precisando che i due hanno “anche discusso della preparazione di un nuovo pacchetto di difesa”


“Stiamo presentando ai nostri amici più cari, ai leader d’Europa, i dettagli del nostro piano di vittoria che abbiamo preparato in Ucraina per rendere più vicina una giusta fine di questa guerra”, ha dichiarato. “Sono grato a Giorgia, al team del governo italiano per questa attenzione al piano, ai suoi punti, all’intera strategia” ha aggiunto. “Abbiamo concordato di lavorare insieme a livello di team per discutere le condizioni di pace il prima possibile” ha aggiunto. “Abbiamo anche parlato oggi dei preparativi per la sessione del Consiglio europeo, così come della decisione sui beni russi. Sono grato per questa preparazione della conferenza sulla ripresa dell’Ucraina che si terrà in Italia. È importante per noi vedere che le aziende italiane siano rappresentate in modo significativo nei progetti di ripresa in Ucraina”.

Muore Ethel Kennedy, l’addio di Biden: “era un’icona americana”

Muore Ethel Kennedy, l’addio di Biden: “era un’icona americana”Milano, 10 ott. (askanews) – “Ethel Kennedy era un’icona americana, una matriarca di ottimismo e coraggio morale, un emblema di resilienza e servizio”. Così il presidente Usa Joe Biden sulla scomparsa di Ethel Kennedy, moglie di Bob e ultima iconica presenza di quella ‘Camelot’ che è stato il clan più famoso d’America. “Devota alla famiglia e al Paese, aveva una spina dorsale d’acciaio e un cuore d’oro che hanno ispirato milioni di americani, tra cui me e Jill. Siamo stati fortunati a poterla chiamare una cara amica” aggiunge Biden.


“Crescendo in una famiglia cattolica irlandese – prosegue il capo di stato – spesso ho guardato alla famiglia Kennedy per una prova della promessa dell’America. Il marito di Ethel, il procuratore generale Robert F. Kennedy, è stato uno dei miei eroi, ispirando un’intera generazione a rendere reale quella promessa per tutti gli americani. Insieme, erano guidati da valori che erano gli stessi che i miei nonni e i miei genitori mi hanno insegnato intorno al tavolo della cucina: tutti hanno il diritto di essere trattati con dignità e rispetto. Abbiamo tutti un obbligo reciproco, di non dare all’odio un porto sicuro e di non lasciare indietro nessuno”. Biden testimonia una grande vicinanza. “Quando mi sono trasferito nello Studio Ovale come Presidente, ho messo un busto di Robert Kennedy vicino al camino, perché lui ed Ethel hanno sempre avuto un posto nel mio cuore. Conservo gelosamente le cartoline che inviava a me e alla mia famiglia. E quando Ethel mi ha consegnato il premio RFK Ripple of Hope nel 2016, è stato uno dei più grandi onori della mia vita perché l’ho ricevuto da un’eroina a pieno titolo. Per oltre 50 anni, Ethel ha viaggiato, marciato, boicottato e difeso i diritti umani in tutto il mondo con la sua caratteristica volontà di ferro e grazia”.


In tutto questo, la storia di Ethel è stata la storia americana. “Jill e io mandiamo il nostro amore ai suoi figli, nipoti e pronipoti; ai suoi nipoti e pronipoti e all’intera famiglia Kennedy; e ai milioni di persone in tutto il mondo toccate nel corso dei decenni dalla sua straordinaria vita di forza e servizio”.

Ucraina, Zelensky da Meloni per presentare “Piano per la vittoria”

Ucraina, Zelensky da Meloni per presentare “Piano per la vittoria”Roma, 10 ott. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a Villa Doria Pamphilj, accolto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


Meloni e Zelensky si sono salutati con un caloroso abbraccio e adesso è in corso il bilaterale. Il leader ucraino è impegnato in questi giorni in un tour delle capitali europee per presentare il suo “Piano per la vittoria”.


Prima di arrivare a Roma, oggi Zelensky è stato ricevuto a Londra dal premier britannico Keir Starmer, presente anche il segretario generale della Nato Mark Rutte, e poi a Parigi dal presidente francese Emmanuel Macron.

Salute e benessere, anche Mogol tra ospiti CeoForLife Awards 2024

Salute e benessere, anche Mogol tra ospiti CeoForLife Awards 2024Roma, 10 ott. (askanews) – Non solo “i migliori ceo per un’Italia migliore”, con associazioni, istituzioni per parlare dei temi strategici legati all’Agenda 2030. A raccontare i CeoForLife Awards 2024 nella Club House di Piazza Montecitorio anche Giulio Mogol, che nella giornata dedicata alla salute e al benessere ha ricordato l’importanza di una corretta alimentazione, di una vita sana e aperta a scorgere la bellezza della vita. Ospite di I’m possibile e di Paolo Longhi, il poeta della musica italiana appassionato di architettura e salute, 88 anni, ha commosso e motivato i ceo e gli ospiti presenti.


“La Salute – spiega Mogol – è il risultato del bene che vogliamo agli altri. Si perché se vogliamo bene agli altri significa che ci prendiamo cura di loro come di noi stessi. Prendersi cura significa che la vita ci viene donata ma la nostra salute dipende da noi ed è la risultante di tante cose: del cibo che mangiamo, dell’aria che respiriamo, delle persone che frequentiamo, dei libri che leggiamo, della musica che ascoltiamo. E anche cantare insieme è stato dimostrato dalla scienza che genera benessere. Per questo ho scritto il libro La Rinascita insieme a contributi scientifici di Giovanni Scapagnini, Carlo Massullo e Fabiana Superti”. L’impegno di CEOforLIFE, racconta Giordano Fatali, presidente e fondatore, “si rinnova con una visione chiara e ambiziosa. Nelle otto giornate di Awards di ottobre, oltre a definire un quadro chiaro del sistema paese rispetto ai principali temi strategici dell’Agenda 2030 e ad ascoltare i visioni presenti di sviluppo sostenibile delle aziende, stiamo lanciando le Task Force Nazionali di Scopo Permanenti, che prenderanno vita a partire da gennaio 2025. La missione di CEOforLIFE è creare una piattaforma solida e inclusiva, in cui CEO, manager, istituzioni, mondo associativo e giovani, lavorino insieme per affrontare le sfide più pressanti, ma anche a costruire un futuro migliore per l’Italia”, spiega il presidente e fondatore Giordano Fatali.


La giornata, aperta con il collegamento a Bruxelles con Dario Nardella, e che ha visto tra gli ospiti la deputata Elena Bonetti, si è chiusa con la premiazione degli amministratori impegnati in progetti legati al tema della sanità e della prevenzione. Prossimo appuntamento il 15 ottobre dalle 9 per parlare di social impact.

Crosetto duro su attacco a Unifil: possibili crimini di guerra

Crosetto duro su attacco a Unifil: possibili crimini di guerraMilano, 10 ott. (askanews) – “Gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane” contro la base Unifil 1-31 in Libano “potrebbero costituire crimini di guerra e sicuramente rappresentano delle gravissime violazioni alle norme del diritto internazionale umanitario”. Di sicuro “non si tratta di un errore” o di “un incidente”. Così in conferenza stampa trasmessa in streaming da Palazzo Chigi il ministro della Difesa Guido Crosetto ha espresso “un fortissimo disappunto” e richiamato “ad astenersi da condotte aggressive contro le forze Unifil, sia il ministro della Difesa (israeliano) Gallant, sia in un colloquio formale con l’ambasciatore israeliano a cui ho detto di trasferire le mie parole al ministro della Difesa e al Capo di Stato Maggiore della difesa israeliano”.


“Italia e Nazioni Unite non possono prendere ordini da Israele” afferma il ministro della Difesa italiano, proprio mentre viene respinta dall’Unifil la richiesta di Israele di spostarsi cinque chilometri a nord del confine. Non solo. L’Italia attende sull’attacco alla base Unifil da Tel Aviv “spiegazioni formali, reali, nei tempi più rapidi possibili”. Di sicuro non è stato un errore perché “si tratta di più colpi” e non di uno solo “partito per errore” appunto. “L’ambasciatore israeliano non era in grado di fornirci spiegazioni, l’addetto militare israeliano non era presente, – era tra l’altro a un evento organizzato dalla Marina Militare italiana e dal Ministero della Difesa a Venezia (fa notare Crosetto, riferendosi evidentemente al XIV Trans-Regional Seapower Symposium, ndr) – tornerà domani e dopo aver sentito lui stesso, il Ministero della Difesa, il Capo di Stato Maggiore israeliano ci fornirà formalmente spiegazioni di ciò che è avvenuto. Perché non si tratta di un errore e non si tratta di un incidente”.


Crosetto poi si dice certo che “il segnale che abbiamo mandato oggi, abbia avuto la giusta durezza e sia giunto dove doveva giungere e come doveva giungere”. Ma “siamo qua per dire che non possiamo tranquillizzarvi, non si tranquillizza nessuno in una situazione di questo tipo. La Difesa italiana e l’Italia seguono la vicenda, hanno fatto di tutto e faranno di tutto per garantire la sicurezza di qualunque persona che lavori per la pace in quell’area”. Poi sul motivo dell’attacco alla missione Onu, ha ribadito: “Io non ho una mia spiegazione e se ce l’avessi non la direi, perché non posso lasciarmi alle interpretazioni, devo attenermi ai fatti e alla verità e quindi devo aspettare la risposta ufficiale da parte israeliana”.


A chi ventila la possibilità di un ritiro del contingente Unifil dal Libano, Crosetto spiega che “non è una scelta nazionale”. “Non esistono linee rosse nazionali, esistono decisioni che si prendono nella comunità internazionale”, precisa Crosetto. Resta però il fatto che l’Italia avrebbe preferito essere ascoltata prima e in qualche modo si fosse “intervenuti per rendere applicata la 1701 e quindi non consentire a Israele di poter dire che non essendoci applicazione, essendoci presenze di Hezbollah nei dieci chilometri al di là della Blue Line, loro erano tra virgolette costretti ad intervenire, per cui continuiamo a chiedere questa possibilità e l’alternativa alla guerra” afferma, spiegando poi: “L’alternativa alla guerra è la possibilità delle forze delle Nazioni Unite di svolgere il lavoro che la 1701 gli chiedeva di fare, quindi di fare un’area di almeno dieci chilometri di sicurezza, area di sicurezza significa: da cui non possono essere tirate bombe verso Israele, non possono partire attacchi o razzi verso Israele”.

Migranti,Commissione Ue: non c’è alcuna proposta su hub esterni

Migranti,Commissione Ue: non c’è alcuna proposta su hub esterniBruxelles, 10 ott. (askanews) – Nonostante le pressioni della presidenza di turno ungherese del Consiglio Ue, e di 15 paesi (Danimarca, Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Grecia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Romania e Finlandia) che hanno scritto alla Commissione europea per chiedere “nuove soluzioni per affrontare l’immigrazione irregolare” verso l’Europa, non esiste ancora alcuna proposta formale riguardante i cosiddetti “hub esterni di rimpatrio”, ovvero centri fuori dall’Ue in cui raccogliere i migranti irregolari che non hanno diritto all’asilo nei paesi membri, in attesa che siano rimpatriati nei loro paesi di origine.


Lo ha detto chiaramente, stasera, la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio Giustizia e Affari interni dell’Ue svoltosi oggi a Lussemburgo. “Questa non è una proposta della Commissione, quindi non sono io a dover rispondere”, ha replicato inizialmente Johansson a una giornalista che chiedeva se nel Consiglio se ne fosse discusso. E a un altro giornalista che ricordava come la stessa Commissione, nel 2018, avesse respinto le ipotesi di “centri di rimpatrio collocati esternamente” all’Unione in cui sbarcare i migranti irregolari soccorsi in mare, la commissaria ha risposto: “Penso che lei stia cercando di fare una cosa grande da una cosa piccola; quindi non c’è alcuna proposta da parte della Commissione in merito, e nemmeno da parte di nessun altro”.


Il premier ungherese, Viktor Orban, parlando a nome della presidenza di turno del Consiglio Ue ieri nella plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, aveva perorato l’ipotesi degli “hub esterni” per i migranti irregolari, in una versione ancora più radicale, molto simile al modello che l’Italia ha proposto con i centri di accoglienza in Albania per “esternalizzare” le procedure d’asilo. Per Orban, non far entrare affatto i “migranti illegali” negli Stati membri, ma raccoglierli in centri fuori dalle frontiere dell’Ue per identificarli e valutare le loro richieste di protezione internazionale sarebbe l’unica soluzione per evitare la situazione attuale, in cui chi non ha diritto all’asilo e dovrebbe essere espulso e rimpatriato rimane invece nel territorio dell’Unione. Di fronte alle insistenze dei giornalisti in conferenza stampa, la commissaria Johansson ha poi spiegato: “C’è una discussione in corso su come incrementare i rimpatri, e questa è una discussione importante. Abbiamo avuto un dibattito molto interessante su questo – ha riferito – durante il pranzo di oggi” con i ministri dell’Interno dell’Ue.


“È anche previsto nelle linee guida della presidente von der Leyen – ha ricordato Johansson -, che la prossima Commissione prenderà l’iniziativa con una proposta di aumentare i rimpatri. Questo è importante, e questa è una discussione che deve aver luogo. E abbiamo iniziato questo durante la presidenza ungherese, oggi durante il pranzo. Ma – ha precisato – non siamo nella posizione di informare su alcun tipo di discussione dettagliata in questo momento”. “Penso – ha continuato poi la commissaria – che ciò che vediamo, ciò che abbiamo sperimentato con gli Stati membri è un impegno molto forte per attuare pienamente il Patto sulla migrazione e l’asilo. E la penso allo stesso modo riguardo alla stragrande maggioranza del Parlamento europeo; tutti sono molto fiduciosi su ciò che è stato deciso, ma si rendono conto di quanto ora sia necessario passare all’attuazione”.


“Immagino – ha osservato ancora Johansson – che poche persone si rendano conto di quanto sia grande il Patto, di quanto sia completo, di quante cose affronti. Quindi non sono affatto nervosa riguardo a ipotesi di una sua modifica: il Patto sarà attuato e ci sarà un forte sostegno per la sua completa attuazione”, ha concluso la commissaria.   C’è una proposta legislativa specifica che non è stata adottata nel Patto, ed è stata la riformulazione della direttiva sui rimpatri e questo è il motivo per cui è necessario che la Commissione entrante prenda nuove iniziative nella politica sui rimpatri, perché non ne faceva parte, quindi è naturale e deve essere affrontato.