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Sanità, arriva la “Carta di Cernobbio”: 10 azioni per più equità

Sanità, arriva la “Carta di Cernobbio”: 10 azioni per più equitàMilano, 19 mar. (askanews) – Dalla valorizzazione del personale sanitario, alla riforma dei criteri di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) non più legato al solo prodotto lordo ma all’impiego delle risorse all’interno di un piano di riforma strutturale del servizio votato all’innovazione tecnologica, alla digitalizzazione e alla ridefinizione dei ruoli e delle funzioni delle articolazioni della sanità pubblica ospedaliera, territoriale, privata accreditata passando per una rivisitazione della preziosa offerta sanitaria di prossimità svolta dalla medicina di famiglia. Dalla maggiore incisiva azione sulla potente leva della prevenzione nell’alveo delle cure primarie territoriali fino all’uso dell’intelligenza artificiale e dell’innovazione digitale in settori ad alto valore aggiunto non solo nel settore della diagnostica ma anche delle cure ad alto tasso di innovatività di cui l’emblema sono le prime esperienze di ospedale virtuale in Italia. Ecco solo alcuni dei punti della Carta di Cernobbio 2025 che delinea un percorso concreto per garantire un sistema sanitario italiano sostenibile, accessibile e capace di rispondere alle nuove sfide della salute.


Il decalogo sintetizza le principali proposte emerse dalla Cernobbio School, organizzata da Motore Sanità nelle settimane scorse a Villa Erba con il contributo di manager, clinici, amministratori, istituzioni sia del parlamento e del governo della Salute a livello centrale sia dei territori e delle Regioni tra cui la delegazione campana rappresentata da Ugo Trama funzionario della direzione Salute di palazzo Santa Lucia, Giuseppe Limongelli, referente regionale per la rete delle malattie Rare che guida dal punto di vista scientifico la rete nazionale Argo. “La Carta di Cernobbio rappresenta una visione sintetica e concreta, una bussola per orientarsi verso il futuro della sanità italiana – ha sottolineato Alessio Butti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Innovazione – come Governo, abbiamo messo la Sanità digitale al centro delle nostre politiche. Stiamo finalmente riconoscendo lo sforzo straordinario fatto da Regioni e operatori privati per garantire servizi più efficienti e accessibili. Il nostro obiettivo è chiaro: vogliamo una sanità che sfrutti appieno le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica, assicurando standard elevati di cura su tutto il territorio nazionale, riducendo disuguaglianze e migliorando concretamente la qualità della vita dei cittadini. È una sfida ambiziosa, ma sono convinto che, lavorando insieme, possiamo vincerla”.


Mariella Enoc, Procuratrice speciale dell’Ospedale Valduce, ha ribadito la necessità di superare la logica della semplice medicina territoriale per costruire un modello più evoluto e concreto di medicina di comunità, capace di garantire una presa in carico realmente integrata. “Non possiamo limitarci a parlare di prossimità in termini geografici: serve un sistema che assicuri continuità di cura, ascolto e responsabilità condivisa, in cui ogni attore – dal personale sanitario alle istituzioni, dalle famiglie al volontariato – abbia un ruolo attivo nella tutela della salute delle persone”. La Cernobbio School, ha sottolineato Enoc, “è stata un’occasione preziosa per interrogarsi su come trasformare questi principi in azioni concrete. Il Servizio Sanitario Nazionale deve rimanere fedele ai suoi valori di universalità, equità e solidarietà, ma per farlo ha bisogno di una visione innovativa: la tecnologia deve essere un mezzo per rafforzare la sanità di comunità, non solo uno strumento di efficienza. L’intelligenza artificiale e la digitalizzazione possono migliorare la qualità dell’assistenza, ma vanno accompagnate da un investimento nelle competenze digitali, per evitare che diventino un fattore di esclusione e disuguaglianza”. “Al centro della discussione di quest’anno – ha spiegato Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità – c’è stata la necessità di un modello sanitario integrato, in cui tutti gli attori collaborino in modo più efficace per migliorare la presa in carico dei pazienti e ridurre le disuguaglianze di accesso alle cure. Un tema cruciale, considerando il crescente peso delle malattie croniche e neurodegenerative sulla popolazione italiana. Un altro punto chiave riguarda la governance e il finanziamento del SSN: il documento propone un ripensamento delle risorse, attraverso un utilizzo più efficiente della spesa sanitaria, la riduzione degli sprechi e una regolamentazione più chiara dell’intermediazione privata nella sanità. L’innovazione tecnologica e digitale, come il ruolo della prevenzione e delle vaccinazioni, è un pilastro fondamentale della Carta 2025: il potenziamento dell’intelligenza artificiale e della telemedicina rappresenta un’opportunità straordinaria per migliorare la diagnosi, l’efficienza dei servizi e la gestione della carenza di personale sanitario. Tuttavia, per garantire che queste tecnologie siano davvero efficaci e accessibili a tutti, è necessario investire nella formazione digitale degli operatori sanitari e dei cittadini”.

Favorire uso legno in edilizia post sisma, conferenza al Masaf

Favorire uso legno in edilizia post sisma, conferenza al MasafRoma, 19 mar. (askanews) – Come favorire l’utilizzo del legno nell’edilizia per la ricostruzione dopo il sima del 2016 che ha colpito l’Appennino centrale. Le iniziative del Governo in materia verranno presentate domani, giovedi 20 marzo, alle 15.30, al Masaf.


Oltre al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, interverranno anche il commissario straordinario Sisma 2016, Guido Castelli, il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin e il presidente di Cluster Nazionale Italia Foresta Legno, Alessandra Stefani.

Uccisi 2 dipendenti Onu nell’attacco israeliano a Gaza

Uccisi 2 dipendenti Onu nell’attacco israeliano a GazaRoma, 19 mar. (askanews) – Due dipendenti delle Nazioni Unite sono rimasti uccisi in un raid che ha colpito un edificio delle Nazioni Unite a Deir El Balah, nella Striscia di Gaza centrale. Lo ha reso noto una fonte delle Nazioni Unite all’Afp. I due morti sono dipendenti dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi di progetto (Unops) e del Mine Action Service (Unmas), ha precisato la fonte. In precedenza Hamas aveva annunciato un morto e quattro feriti nello stesso attacco mentre le Idf avevano smentito di aver preso di mira l’edificio dell’Onu.

Confagricoltura: applicare la Strategia forestale nazionale

Confagricoltura: applicare la Strategia forestale nazionaleRoma, 19 mar. (askanews) – Con circa 12 milioni di ettari di boschi, pari al 36% del territorio nazionale, l’Italia è tra i Paesi con la crescita maggiore del proprio patrimonio forestale. Tuttavia, solo una piccola parte di queste risorse viene gestita attivamente, con il rischio di degrado e perdita di biodiversità. In occasione della Giornata Internazionale delle Foreste del 21 marzo, Confagricoltura evidenzia la necessità dell’applicazione della Strategia Forestale Nazionale, approvata ormai tre anni fa.


“Il settore presenta numeri così importanti che sembra davvero un paradosso questo massivo ricorso all’importazione di legname – commenta Enrico Allasia, presidente della Federazione Nazionale Risorse Boschive e Coltivazioni Legnose di Confagricoltura – In Italia il prelievo di legname è fermo al 30% l’anno, rispetto a una media europea che supera il 60%. Abbiamo bisogno di valorizzare i boschi non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico”. Sono 80.000 le imprese agroforestali in Italia che impiegano oltre 500.000 lavoratori e con un saldo commerciale positivo che supera i 40 miliardi di euro. Numeri importanti, che fanno di questo comparto il secondo per importanza nell’industria manifatturiera italiana.


Arredo, energia da biomasse, edilizia: le filiere legate alla risorsa legno sono molte, ma ancora troppo dipendenti dall’importazione di materia prima. Infatti, se il fabbisogno nazionale di legname ammonta a 53 milioni di metri cubi, solo 15 milioni provengono da risorse interne. “Se vogliamo dare un futuro al comparto – aggiunge Allasia – si deve intervenire con l’applicazione della Strategia Nazionale Forestale, con interventi di semplificazione burocratica e con l’allentamento dei vincoli sulle opere infrastrutturali, fondamentali per l’attività d’impresa”. L’Italia è la prima importatrice europea di legname per l’industria, la prima al mondo di legna da ardere e la quarta per cippato e scarti di legno. Ecco perché la Confederazione chiede di accelerare l’applicazione della Strategia Forestale Nazionale, per permettere una programmazione dei piani colturali che dialoghi con il fabbisogno reale dell’industria nazionale. Solo in questo modo si riuscirà a ridurre la dipendenza dall’estero e valorizzare una filiera nazionale agroforestale e vivaistica orientata verso sistemi di bioeconomia circolare, verde e competitiva.


Negli ultimi 50 anni le foreste in Italia sono raddoppiate, ma non per una strategia pianificata, bensì per la mancata valorizzazione delle aree rurali e montane. Questo ha ridotto la deforestazione, ma ha anche aumentato il rischio di incendi e frane. Avere una strategia nazionale e un comparto produttivo adeguatamente sostenuto, vuol dire anche avere un patrimonio boschivo curato e in sicurezza e quindi un territorio con rischio idrogeologico ridotto. Bisogna infatti ricordare che le attività di manutenzione delle foreste nazionali sono svolte dalle aziende agricole con proprie risorse.

77 nuovi Pat. I prodotti agroalimentari tradizionali sono 5.717

77 nuovi Pat. I prodotti agroalimentari tradizionali sono 5.717Roma, 19 mar. (askanews) – Con l’arrivo di 77 nuovi Pat sale a 5,717 il numero dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani. L’elenco nazionale del Masaf è stato infatti aggiornato con decreto del ministro Francesco Lollobrigida.


Tra i nuovi arrivi figurano il Cece di Tricarico in Basilicata, il Cavatiello di Palomonte in Campania, la Goletta stagionata in Emilia Romagna, la Salsiccia matta nel Lazio, l’Oca di Lomellina in Lombardia, la Crescia sfogliata di Urbino nelle Marche, il Cappone di Racconigi in Piemonte, la Mostarda di uva di Troia in Puglia, i Ravioli di patate con origano selvatico di Ardauli in Sardegna, la Fava Cottoia di Modica in Sicilia, gli Spaghetti di Lari in Toscana, i Bigoli in salsa nel Veneto. I PAT individuano prodotti tipici italiani radicati nei territori da almeno 25 anni, spesso di nicchia e capaci di rappresentare piccole realtà italiane da valorizzare. L’elenco nazionale, tenuto dal ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, viene aggiornato ogni anno in base ai prodotti agroalimentari definiti tradizionali dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano.


La Regione con più prodotti PAT si conferma la Campania (610, +9 rispetto all’anno precedente), stabilmente seguita dal Lazio (492, +20) e dalla Toscana (468, +1).

Immobiliare, Mapic Italy 2025: creare valore per generare crescita

Immobiliare, Mapic Italy 2025: creare valore per generare crescitaRoma, 19 mar. (askanews) – MAPIC Italy, la più importante piattaforma di business dedicata ai player del mercato immobiliare commerciale e retail, torna al Super Studio Maxi di Milano il 14 e 15 maggio. Attesi oltre 2.100 delegati, tra cui più di 700 retailer, catene di ristorazione e operatori leisure, confermandosi come l’appuntamento di riferimento per il settore in Italia.


In un periodo ricco di sfide per l’industria retail e per il mercato immobiliare commerciale, il percorso verso la crescita passa attraverso la creazione del valore. Il valore è oggi l’elemento centrale dell’equazione che i player del mercato immobiliare, del retail e dell’hospitality devono risolvere per generare una crescita solida e sostenibile. “Il valore non è unicamente una questione di prezzo di un prodotto o di quotazione di un asset” – commenta Francesco Pupillo, Show Director MAPIC e MAPIC Italy -. “Il valore nasce dall’esperienza proposta, dalle scelte di investimento, dall’impatto ambientale e sociale dei progetti, dalla connessione con i brand e dall’integrazione delle innovazioni tecnologiche che migliorano la user experience. Il valore percepito dal consumatore e dall’investitore diviene oggi il driver principale della crescita e il fattore determinante delle scelte di tutti i player del mercato”.


Mapic italy 2025: creare valore per generare crescita. MAPIC Italy 2025 affronterà il tema della creazione del valore attraverso quattro dimensioni fondamentali mettendo in luce i fattori che stanno ridefinendo il futuro del retail e dell’immobiliare commerciale.


L’esperienza del cliente sarà al centro dei dibattiti, con una serie di approfondimenti su come le destinazioni retail e i siti a destinazione mista possano creare valore attraverso, una proposta di servizi che rispondano alle esigenze di socializzazione dei consumatori, un’offerta retail e leisure completa, e il giusto equilibrio tra convenienza ed esperienza. L’investimento rappresenta un’altra dimensione cruciale nell’equazione di creazione del valore. In un momento in cui i capitali tornano a dirigersi verso il mercato immobiliare commerciale, MAPIC Italy analizzerà, in occasione di una sessione del programma di conferenze, la maniera in cui oggi le proprietà investono per mantenere attrattive le destinazioni commerciali per i clienti e per gli investitori.


La sostenibilità avrà un una posizione centrale nel programma di conferenze. Con oltre 80 dei 100 principali REIT a livello globale (Real Estate Investment Trust) che possiedono esclusivamente asset certificati green, il tema ESG verrà analizzato per capire in che maniera le scelte di investimento siano oggi influenzate da tali fattori e di come esse incidano sulle scelte di acquisto dei consumatori. Infine, l’innovazione tecnologica sarà analizzata come strumento per migliorare la produttività e ottimizzare l’esperienza del cliente attraverso la personalizzazione dell’esperienza di acquisto. Si discuterà di come i negozi fisici siano oggi hub strategici per la costruzione dell’identità di marca e di come tecnologie come il retail media stiano aprendo nuove opportunità di crescita per proprietà e gestori di siti retail. Protagonisti e novità dell’edizione 2025. Gli spazi espositivi ospiteranno oltre 75 espositori tra i più importanti player del mercato, come Klépierre, IGD SIIQ, Nhood, Carmila, Eurocommercial, Multi, Sonae Sierra, Svicom, Cushman&Wakefield, Colliers, CBRE, Pradera, Promos, Odos, Generali Real Estate. E ancora Pepco, UCI Cinemas, Action, Lidl, New Lino’s Coffee, Teddy Group. Tra le novità più significative dell’edizione 2025, il 13 maggio MAPIC Italy introdurrà un esclusivo Retail Tour riservato ad una selezione di brand retail internazionali e di investitori globali interessati ad entrare nel mercato italiano, ed un momento di incontro dedicato tra questi operatori internazionali e i principali player del mercato italiano. Maggiori dettagli sui brand internazionali partecipanti e sulle location milanesi che saranno visitate durante il Tour verranno svelati nel mese di aprile.

”Rearm Europe”, le proposte della Commissione Ue per la difesa

”Rearm Europe”, le proposte della Commissione Ue per la difesaBruxelles, 19 mar. (askanews) – Le emissioni di debito che la Commissione europea farà sui mercati dei capitali per finanziare i prestiti agli Stati membri del nuovo Fondo “Safe”, fino a 150 miliardi di euro, per rafforzare le capacità dell’industria della difesa, avranno scadenza massima di 45 anni e un periodo di tolleranza di 10 anni per il rimborso del capitale. E’ quanto prevede la proposta di regolamento per il Safe (“Security Action for Europe”) che la Commissione ha presentato oggi a Bruxelles, nel quadro del piano “ReArm Europe” e del “Libro bianco sulla Difesa europea – preparazione per il 2030”.


I prestiti avranno i tassi d’interesse che saranno decisi sui mercato dei capitali per le emissioni di debito della Commissione, e che sono inferiori a quelli che possono scontare per i loro titoli di Stato una ventina di Stati membri (tra cui l’Italia). Sono stati esattamente 20 paesi membri che hanno usato i prestiti, di un altro fondo basato su emissioni di debito Ue durante la pandemia di Covid, il programma “Sure” da 100 miliardi di euro per il sostegno ai sistemi nazionali di cassa integrazione. I due strumenti sono basati su un modello molto simile, come ha ricordato il commissario europeo alla Difesa e allo Spazio Andrius Kubilius, durante la conferenza stampa di presentazione della proposta legislativa, oggi a Bruxelles. I prestiti saranno decisi dalla domanda degli Stati membri, senza alcuna chiave di ripartizione prefissata. Gli Stati membri che desiderano ricevere i prestiti dovranno presentare alla Commissione, entro sei mesi, un piano di investimenti per l’industria europea della difesa. Il piano dovrà includere una descrizione delle attività, delle spese e delle misure per cui lo Stato membro richiede il prestito, i prodotti per la difesa che intende acquistare e, ove pertinente, il previsto coinvolgimento dell’Ucraina nelle attività pianificate.


La Commissione valuterà i piani, che includeranno l’entità del prestito e il prefinanziamento. Il prefinanziamento garantirà che il sostegno venga erogato già nel 2025, coprendo le esigenze più urgenti e costituirà fino al 15% del prestito totale. Di norma, gli Stati membri dovranno attuare i loro piani tramite appalti comuni che includano un altro paese dell’Ue o dell’Efta (l’Associazione europea di libero scambio), che include Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera, oppure l’Ucraina. Gli appalti dovrebbero riguardare fornitori di prodotti e servizi con sede nel territorio dell’Unione, dell’Ucraina e dei paesi dell’Efta. Si sta lavorando alla possibilità di allargare anche al Regno Unito la partecipazione a questi appalti comuni, stabilendo un accordo di partenariato per la sicurezza e la difesa con Londra entro il summit Ue-Uk previsto a maggio. Altri possibili partenariati bilaterali, in particolare con i Paesi candidati all’adesione, non sono esclusi.


I prestiti potranno sostenere l’approvvigionamento comune di attrezzature e prodotti per la difesa, comprese le capacità di produzione e la preparazione delle infrastrutture. La Commissione ha individuato sette aree prioritarie di investimento, in linea con i gap di capacità che è più urgente colmare a livello Ue (e coerenti con il processo di pianificazione della difesa della Nato): 1) difesa aerea e missilistica; 2) sistemi di artiglieria; 3) missili e munizioni; 4) droni e sistemi anti-droni; 5) abilitatori strategici e protezione delle infrastrutture critiche, anche in relazione allo spazio (compresi i sistemi di osservazione satellitare); 6) mobilità militare; 3) sicurezza cibernetica, intelligenza artificiale e guerra elettronica. Un altro elemento importante del piano “ReArm Europe” sta nell’invito che la Commissione ha rivolto agli Stati membri ad attivare la clausola di sospensione nazionale del Patto di stabilità, che potrà fornire loro un ulteriore spazio di bilancio per aumentare la spesa per la difesa, fino all’1,5% del Pil all’anno, per quattro anni, senza che l’aumento del debito pubblico faccia scattare le procedure Ue per deficit eccessivo per i paesi interessati.


Per salvaguardare la sostenibilità di bilancio, la deviazione dovrà essere limitata a un aumento della sola spesa per la difesa, prendendo come punto di partenza la categoria statistica “difesa” nella “Classificazione delle funzioni di governo” (“Cofog”). Al termine dei quattro anni, quando scadrà la clausola di salvaguardia, le regole normali del Patto di stabilità torneranno ad applicarsi e il debito supplementare contratto dagli Stati membri per aumentare la spesa per la difesa dovrà rientrare entro il percorso di aggiustamento che sarà previsto per ciascun paese. Ma, hanno chiarito oggi fonti della Commissione, gli Stati membri interessati potranno, se lo considereranno necessario, chiedere una proroga della sospensione. La richiesta dovrà essere rivolta alla Commissione, che ne valuterà le motivazioni e potrà quindi proporne l’approvazione al Consiglio Ue.

Dazi, Uiv incontra Tajani: impegno per discutere stralcio alcolici

Dazi, Uiv incontra Tajani: impegno per discutere stralcio alcoliciMilano, 19 mar. (askanews) – Il presidente e il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi e Paolo Castelletti, hanno incontrato ieri alla Farnesina il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in merito ai dazi a vino e alcolici al 200% che di fatto azzererebbero non solo il primo mercato di destinazione per il vino italiano (1,9 miliardi di euro nel 2024) ma comporterebbero un danno all’intero settore europeo.


“Abbiamo chiesto al ministro Tajani di escludere vino e alcolici dalla disputa commerciale legata ai dazi su acciaio e alluminio, anche perché si colpirebbe un comparto europeo che esporta per un valore di 8 miliardi di euro l’anno, a fronte di un import degli stessi prodotti dagli Stati Uniti di 1,35 miliardi di euro” ha spiegato Frescobaldi, aggiungendo che “una richiesta che il ministro si è impegnato a rappresentare domani a Bruxelles in sede di incontro con il commissario al Commercio, Maros Sefcovic”. Per Castelletti, “l’annuncio, il 13 marzo, dei dazi al 200% sta già condizionando fortemente il mercato che è di fatto bloccato, con gli importatori americani che hanno sospeso gli ordini. Per questo serve una risoluzione urgente in sede Ue”. Uiv considera inopportuna l’inclusione nella disputa commerciale di categorie di prodotti in cui il “gioco a perdere” è evidente, con un rapporto di 6 a 1 a sfavore dell’Europa. Una sproporzione che secondo Unione italiana vini rischia di mettere in ginocchio un comparto, il vino, che in Italia vale l’1,1% del Pil con un valore aggiunto che supera i 17 miliardi di euro, con un peso pari al 40% (1,93 miliardi di euro) del totale export Ue negli Stati Uniti.


All’incontro con il ministro Tajani. Uiv si è espressa a favore della ratifica dell’accordo di libero scambio Mercosur.

”ReArm Europe”, le proposte della Commissione Ue per la difesa

”ReArm Europe”, le proposte della Commissione Ue per la difesaBruxelles, 19 mar. (askanews) – Le emissioni di debito che la Commissione europea farà sui mercati dei capitali per finanziare i prestiti agli Stati membri del nuovo Fondo “Safe”, fino a 150 miliardi di euro, per rafforzare le capacità dell’industria della difesa, avranno scadenza massima di 45 anni e un periodo di tolleranza di 10 anni per il rimborso del capitale. E’ quanto prevede la proposta di regolamento per il Safe (“Security Action for Europe”) che la Commissione ha presentato oggi a Bruxelles, nel quadro del piano “ReArm Europe” e del “Libro bianco sulla Difesa europea – preparazione per il 2030”.


I prestiti avranno i tassi d’interesse che saranno decisi sui mercato dei capitali per le emissioni di debito della Commissione, e che sono inferiori a quelli che possono scontare per i loro titoli di Stato una ventina di Stati membri (tra cui l’Italia). Sono stati esattamente 20 paesi membri che hanno usato i prestiti, di un altro fondo basato su emissioni di debito Ue durante la pandemia di Covid, il programma “Sure” da 100 miliardi di euro per il sostegno ai sistemi nazionali di cassa integrazione. I due strumenti sono basati su un modello molto simile, come ha ricordato il commissario europeo alla Difesa e allo Spazio Andrius Kubilius, durante la conferenza stampa di presentazione della proposta legislativa, oggi a Bruxelles. I prestiti saranno decisi dalla domanda degli Stati membri, senza alcuna chiave di ripartizione prefissata. Gli Stati membri che desiderano ricevere i prestiti dovranno presentare alla Commissione, entro sei mesi, un piano di investimenti per l’industria europea della difesa. Il piano dovrà includere una descrizione delle attività, delle spese e delle misure per cui lo Stato membro richiede il prestito, i prodotti per la difesa che intende acquistare e, ove pertinente, il previsto coinvolgimento dell’Ucraina nelle attività pianificate.


La Commissione valuterà i piani, che includeranno l’entità del prestito e il prefinanziamento. Il prefinanziamento garantirà che il sostegno venga erogato già nel 2025, coprendo le esigenze più urgenti e costituirà fino al 15% del prestito totale. Di norma, gli Stati membri dovranno attuare i loro piani tramite appalti comuni che includano un altro paese dell’Ue o dell’Efta (l’Associazione europea di libero scambio), che include Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera, oppure l’Ucraina. Gli appalti dovrebbero riguardare fornitori di prodotti e servizi con sede nel territorio dell’Unione, dell’Ucraina e dei paesi dell’Efta. Si sta lavorando alla possibilità di allargare anche al Regno Unito la partecipazione a questi appalti comuni, stabilendo un accordo di partenariato per la sicurezza e la difesa con Londra entro il summit Ue-Uk previsto a maggio. Altri possibili partenariati bilaterali, in particolare con i Paesi candidati all’adesione, non sono esclusi.


I prestiti potranno sostenere l’approvvigionamento comune di attrezzature e prodotti per la difesa, comprese le capacità di produzione e la preparazione delle infrastrutture. La Commissione ha individuato sette aree prioritarie di investimento, in linea con i gap di capacità che è più urgente colmare a livello Ue (e coerenti con il processo di pianificazione della difesa della Nato): 1) difesa aerea e missilistica; 2) sistemi di artiglieria; 3) missili e munizioni; 4) droni e sistemi anti-droni; 5) abilitatori strategici e protezione delle infrastrutture critiche, anche in relazione allo spazio (compresi i sistemi di osservazione satellitare); 6) mobilità militare; 3) sicurezza cibernetica, intelligenza artificiale e guerra elettronica. Un altro elemento importante del piano “ReArm Europe” sta nell’invito che la Commissione ha rivolto agli Stati membri ad attivare la clausola di sospensione nazionale del Patto di stabilità, che potrà fornire loro un ulteriore spazio di bilancio per aumentare la spesa per la difesa, fino all’1,5% del Pil all’anno, per quattro anni, senza che l’aumento del debito pubblico faccia scattare le procedure Ue per deficit eccessivo per i paesi interessati.


Per salvaguardare la sostenibilità di bilancio, la deviazione dovrà essere limitata a un aumento della sola spesa per la difesa, prendendo come punto di partenza la categoria statistica “difesa” nella “Classificazione delle funzioni di governo” (“Cofog”). Al termine dei quattro anni, quando scadrà la clausola di salvaguardia, le regole normali del Patto di stabilità torneranno ad applicarsi e il debito supplementare contratto dagli Stati membri per aumentare la spesa per la difesa dovrà rientrare entro il percorso di aggiustamento che sarà previsto per ciascun paese. Ma, hanno chiarito oggi fonti della Commissione, gli Stati membri interessati potranno, se lo considereranno necessario, chiedere una proroga della sospensione. La richiesta dovrà essere rivolta alla Commissione, che ne valuterà le motivazioni e potrà quindi proporne l’approvazione al Consiglio Ue.

Ue adotta la strategia sulla “Unione di risparmi e investimenti”

Ue adotta la strategia sulla “Unione di risparmi e investimenti”Roma, 19 mar. (askanews) – La Commissione europea ha adottato la sua strategia battezzata “Unione di risparmi e investimenti”, iniziativa con cui afferma di voler migliorare l’afflusso di capitali verso gli investimenti produttivi. Con un comunicato, l’esecutivo comunitario sostiene che offrirà, su base volontaria, la possibilità ai cittadini di disporre di un maggiore accesso ai mercati dei capitali e al tempo stesso garantire così i migliori finanziamenti per le imprese.


Il piano si inserisce nell’ambito delle iniziative della Ue per rafforzare crescita e competitività. Bruxelles rileva che nell’Unione si contano circa 10.000 miliardi di euro di risparmi nei depositi bancari, che sono “sicuri e di facile accesso, ma solitamente rendono meno degli investimenti sui mercati dei capitali. L’Unione di risparmi investimenti – si legge – può sostenere la ricchezza dei cittadini offrendo loro la scelta e l’opportunità di perseguire migliori rendimenti indirizzando i loro risparmi sui mercati dei capitali”..


Al tempo stesso questo consentirebbe di sostenere l’economia reale, la crescita e gli investimenti delle imprese, producendo così posti di lavoro e alimentando le retribuzioni dei lavoratori in tutti i settori. L’iniziativa tuttavia avviene mentre la Ue è alla ricerca di capitali anche per le sue per i suoi piani di riarmo e la Commissione europea non nasconde, anzi dichiara esplicitamente in comunicazioni separate che punta anche a far convergere finanziamenti sulla difesa partendo dal risparmio. Ad ogni modo la strategia annunciata presenta quattro “pilastri” di impegni abbastanza generici, mentre non si ravvisano misure specifiche al momento. Il primo riguarda cittadini e risparmi in cui Bruxelles inserisce questo elemento di volontarietà (“se lo desiderano”, è il termine utilizzato) nell’impegnare fondi su poste che offrano maggiori rendimenti. Il secondo riguarda investimenti e finanziamenti in cui la Ue si impegna lanciare iniziative a favore di delle imprese.


Il terzo pilastro è sull’integrazione e le economie di scala, in cui Bruxelles afferma di voler ridurre la frammentazione anche a livello regolamentare e di vigilanza tra i Paesi. Il quarto pilastro è ancora più mirato sulla vigilanza nel mercato unico, non prevede la creazione di una autorità unica ma l’impegno a formulare “proposte e misure per assicurare che tutti i partecipanti di mercato ricevano trattamento paritetico indipendentemente da dove sono situati nella Ue”. Durante una conferenza stampa di presentazione, la commissaria europea per i servizi finanziari, Maria Luís Albuquerque, ha però puntualizzato che su alcuni settori una vigilanza unica sarebbe migliore. La Commissione afferma che svilupperà ulteriormente queste proposte nel corso di un dialogo costante con tutte le parti interessate, con l’obiettivo di sostenere la competitività delle dell’economia Ue. Nel 2027 pubblicherà un rapporto di medio termine per analizzare i progressi fatti.