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L’architetto danese Bjarke Ingels guest editor di Domus per il 2025

L’architetto danese Bjarke Ingels guest editor di Domus per il 2025Milano, 2 dic. (askanews) – I dieci numeri di Domus 2025 porteranno la firma di Bjarke Ingels. Sarà lui il nuovo guest editor internazionale, l’ottavo dei dieci previsti dal progetto editoriale 10x10x10 ideato, in vista del centenario del mensile, dal presidente di Editoriale Domus, Giovanna Mazzocchi.


Dopo l’inaugurazione con Michele De Lucchi (2018), nel 2019 ci fu Winy Maas a cui seguì la guest editorship di David Chipperfield (2020), Tadao Ando (2021), Jean Nouvel (2022), Steven Holl con Toshiko Mori (2023) e Norman Foster nel 2024. “All’alba del 2025 la nave di Domus inizia a intravedere in lontananza i profili della sua destinazione, i 100 anni di vita. Dal 1928 s’interroga sulle sfide del presente attraverso l’architettura, il design, l’arte, la vita associata. Sfide sempre nuove, sempre più complesse e, spesso, ormai paradossali. Per questo abbiamo pensato a Bjarke Ingels, personaggio di cultura, visioni e ambizioni globali guidate da un approccio postideologico e postmoderno, con una capacità immaginifica e, come dice lui, ‘ossimorica’, rigorosamente tradizionale e insieme sovversiva” spiega il Cavaliere del lavoro Giovanna Mazzocchi.


Nato a Copenaghen cinquanta anni fa, Ingels è il fondatore dello studio architettonico Bjarke Ingels Group (BIG) con sede a Copenaghen e New York. Nel suo percorso molteplici premi e riconoscimenti e un elenco di progetti – da CopenHill, la centrale elettrica della sua città trasformata in pista da sci, a VIA 57 West, il grattacielo piramidale che ridisegna lo skyline di New York, alle colonie lunari immaginate per NASA – che lo hanno consacrato un’archistar globale. Il suo è un approccio energico ed ottimista, aperto e costruttivamente critico. “Un pensare in grande” che partendo dalla conoscenza della pratica progettale ha l’obiettivo di condividere pensieri e visioni per creare un futuro migliore. Come lui stesso annuncia nel manifesto d’intenti scritto per presentare l’inedita curatela, la sua Domus 2025 sarà “un’odissea materiale”: “Vogliamo intraprendere un’odissea nel mondo materiale. Iniziando dalla roccia solida, per finire con un flusso di elettroni. Pietra, terra, cemento, vetro, legno, metallo, piante, plastica, risorse, digitale. Speriamo di tornare alla natura materiale fondamentale di ciò che facciamo. A differenza di altre forme d’arte, l’architettura non riguarda la rappresentazione, ma l’accoglienza. Non si riferisce alla vita, ma le fa spazio. Non discute il mondo, ma lo produce. Sulle pagine di Domus troverete, fianco a fianco, la tradizione e l’avanguardia, artigiani e tecnofili, l’ornamentale e l’austero, l’espressivo e il tettonico, il globale e il locale, il pragmatico e l’utopico. Idee conflittuali, unite dalla materia”.


Un ribaltamento del tradizionale significato di “materialismo”, che si allontana dai luoghi comuni e dall’interpretazione più negativa, associandosi invece all’immagine di chi plasma la realtà e traduce la visione in materia. “L’architettura è la materializzazione del pensiero. Un ponte teso tra l’immaginazione e il mondo fisico, tra il sogno e la concretezza del vivere. La società è tutta fatta di questi processi immateriali, strutture immateriali, sociali, politiche ed economiche, che non sono tangibili. Il compito dell’architetto è capire quale sia il flusso di persone, delle relazioni tra i diversi. Devi comprendere l’istruzione se stai progettando un’università, la sanità se stai facendo un ospedale, la mobilità se stai facendo una piazza. Ecco, se stai facendo bene il tuo lavoro finisci per disegnare i contorni di queste strutture invisibili di processi, quindi in ogni caso manifesti, rendi materiale ciò che è astratto” spiega Bjarke Ingels nell’intervista esclusiva rilasciata a Walter Mariotti, direttore editoriale del sistema Domus e pubblicata nella speciale monografia allegata omaggio al mensile di dicembre che, come prassi, presenta il guest editor in arrivo. Come per gli anni precedenti, sarà proprio Walter Mariotti a coordinare la guest editorship internazionale giunta all’ottavo passaggio di testimone, che commenta così il nuovo corso del giornale: “Bjarke Ingels è uno dei grandi, originali, anticonformisti talenti del nostro tempo che ha saputo offrire al mondo dell’architettura ma anche delle idee, della società globale, della tecnologia che guarda lo spazio soluzioni a cui nessuno era arrivato. Per questo oltre che un archistar è considerato un opinion maker, oltre che un architetto unanimemente riconosciuto, perché le sue opere interrogano il senso profondo della contemporaneità lasciando aperti spazi d’interpretazione, spesso discordanti. Questi spazi sono il senso stesso dell’opera, d’architettura o d’arte non fa differenza, chiamata a fornire risposte riformulando il senso delle domande. Con lui a Domus, il 2025 si presenta come una vera, grande avventura”.


Il primo numero di Domus 2025 firmato Bjarke Ingels uscirà a gennaio.

Guterres: “Gaza ha il più alto numero di bambini amputati al mondo”

Guterres: “Gaza ha il più alto numero di bambini amputati al mondo”Roma, 2 dic. (askanews) – “La situazione a Gaza è spaventosa e apocalittica”. Così oggi il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres durante una conferenza ministeriale al Cairo per accelerare gli aiuti umanitari a questo territorio palestinese da tredici mesi nella morsa della guerra. “La catastrofe di Gaza non è altro che un collasso totale della nostra comune umanità. L’incubo deve finire. Non possiamo continuare a distogliere lo sguardo. E’ ora di agire”, ha affermato in un discorso letto da Amina Mohammed, vicesegretaria generale dell’Onu. La Striscia di Gaza ha ora “il più alto numero di bambini amputati pro capite nel mondo” ha affermato ancora Antonio Guterres. “Molti perdono gli arti e si sottopongono a interventi chirurgici senza nemmeno anestesia. Ciò a cui stiamo assistendo potrebbe essere uno dei crimini internazionali più gravi”, ha aggiunto.

”Il Giubileo a Roma”, libro-guida al pellegrinaggio nell’Anno Santo

”Il Giubileo a Roma”, libro-guida al pellegrinaggio nell’Anno SantoRoma, 2 dic. (askanews) – Esce un’agile guida per vivere al meglio l’Anno Santo alle porte. TS Edizioni pubblica, anche in versione e-book, “Il Giubileo a Roma. Guida al pellegrinaggio”, a cura di Roberta Russo.


“Il Giubileo di Roma 2025 – scrive l’autrice – rappresenta un evento straordinario per la comunità cattolica e per tutti coloro che desiderano vivere un’esperienza spirituale unica nel suo genere. Celebrato ogni 25 anni, il Giubileo è un anno santo indetto dal Papa, durante il quale i fedeli sono invitati a compiere pellegrinaggi, partecipare a celebrazioni liturgiche e ottenere indulgenze. Il Giubileo di quest’anno sarà ancora più speciale, poiché si terrà in un mondo che cerca speranza, pace e unità, immerso nelle sfide globali della modernità”. Roma, cuore della cristianità, sarà il centro di questo evento, accogliendo milioni di fedeli da tutto il mondo. Le grandi basiliche – San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le Mura e Santa Maria Maggiore – saranno le mete principali dei pellegrini, che potranno attraversare le Porte Sante, simbolo dell’entrata in una nuova vita di grazia. Oltre agli eventi religiosi, il Giubileo sarà anche un’occasione per scoprire la ricchezza storica, artistica e culturale di Roma.


Sarà possibile esplorare luoghi iconici come il Colosseo, i Fori Imperiali, i Musei Vaticani, mentre la città si prepara con eventi culturali, mostre e incontri ecumenici che coinvolgeranno credenti e non credenti. “Il Giubileo ha un impatto profondo sulla vita dei cattolici – osserva Roberta Russo -, offrendo un’occasione per riflettere sulla propria fede e rinnovare l’impegno spirituale. Promuove la riconciliazione con Dio e con il prossimo, attraverso il perdono e la carità. Le opere di misericordia, sia corporali che spirituali, diventano centrali durante questo periodo, e spronano i fedeli a vivere concretamente il messaggio cristiano. Nel corso della Storia, i Giubilei hanno spesso rispecchiato le sfide e le speranze del loro tempo. Il Giubileo del 2000, per esempio, è stato un evento di portata mondiale che ha segnato l’inizio del terzo millennio, focalizzandosi sulla pace e l’unità tra i popoli. I pellegrinaggi a Roma hanno visto nei secoli la partecipazione di milioni di fedeli da tutto il mondo testimoniando la universalità della Chiesa”.


Con grande sintesi questa guida offre una grande varietà di contenuti: Che cos’è il Giubileo; le sue origini bibliche; il Giubileo nella tradizione cristiana; il significato religioso, etico e spirituale; le celebrazioni e i riti; i Giubilei cristiani nella Storia… e per l’Anno Santo 2025: Bolla di indizione, logo, sito, preghiera e inno ufficiali; l’apertura della Porta Santa; il Calendario del Giubileo 2025. Prosegue quindi con le informazioni pratiche: il Centro Pellegrini e l’Info Point, il visto, la carta del pellegrino, la app IUBILAEUM25; e ancora, pagine sulla spiritualità del pellegrinaggio; cammini e itinerari giubilari in Roma; le chiese giubilari; pagine spirituali; preghiere. Per vivere al meglio l’Anno Santo, tutte le informazioni necessarie, i consigli pratici per il viaggio e la partecipazione agli eventi, i suggerimenti per esplorare la Città Eterna e le sue meraviglie spirituali e culturali.

”L’osteoporosi è giovane”, al via il XXIV Congresso nazionale Siommms

”L’osteoporosi è giovane”, al via il XXIV Congresso nazionale SiommmsRoma, 2 dic. (askanews) – La Siommms (Società Italiana dell’Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro) conferma il proprio impegno a fianco dei giovani ricercatori e, più in generale, della conoscenza scientifica. Due punti chiave che troveranno ampio spazio nella cornice del XXIV Congresso Nazionale Siommms, in programma al Centro Congressi di Padova, dal 5 al 7 dicembre.


“Accanto a temi caldi, quali la fragilità scheletrica e l’osteoporosi – loro diagnosi, trattamento e presa in carico -, temi che da sempre trattiamo e analizziamo accuratamente in un contesto dinamico e internazionale”, racconta il presidente della Siommms, Bruno Frediani, “anche quest’anno vogliamo dedicare uno spazio al futuro”. Precisa: “L’Italia è un Paese in buona salute e lo dimostra la longevità dei suoi abitanti. Le malattie del metabolismo minerale e dello scheletro interessano sempre di più la fascia Senior della popolazione e non solo. Alle nuove generazioni spetterà sempre più il compito di arginare questo trend e grazie al loro impegno, alla loro naturale inclinazione verso le nuove tecnologie, alla loro passione, saranno sempre più depositarie del nostro futuro”. Il Congresso nazionale, infatti, accoglierà, proprio in apertura dei lavori il SIOMMMS-IFMRS Fellow Day “Da sempre siamo a fianco dei giovani” specifica il professor Frediani “e dall’anno scorso abbiamo deciso, attraverso la rinnovata collaborazione con IFMRS (International Federation of Musculoskeletal Research Societies), di offrire a studenti, postdoc e ricercatori che si interessano delle malattie metaboliche dell’osso – sia in ambito clinico, sia di ricerca -, l’opportunità di discutere i propri progetti di ricerca con esperti internazionali”.


“Ancora una volta”, aggiunge il professor Federico Moscogiuri, IFMRS Chief Excecutive Office “potranno condividere idee, dati, progetti in un’ottica di networking dal respiro internazionale”. E il sostegno della Siommms alla ricerca non si ferma: al via, sempre nel corso della prima giornata dei lavori, la prima Giornata Nazionale SIOMMMS per la Ricerca Scientifica. “In questa prima edizione”, racconta Frediani, “ricercatrici e ricercatori selezionati tra i vincitori delle passate edizioni dei Premi di Ricerca Siommms per Giovani Ricercatori presenteranno la ricerca svolta negli ultimi anni, sotto forma di brevi seminari seguiti da ampia discussione, in un clima informale improntato alla condivisione di idee, alla cross-contaminazione transdisciplinare e alla collaborazione scientifica”. “La ricerca e il lavoro costante delle nuove leve” specifica il professor Frediani “sono particolarmente importanti se parliamo di fragilità ossea, dovuta per lo più all’ osteoporosi: le fratture da fragilità in Italia non conoscono battute d’arresto. La malattia da Sars-Covid-19 – e la permanenza forzata a casa – hanno portato a un ulteriore incremento degli eventi fratturativi, sia per gli effetti del virus, sia per le difficoltà di adesione al trattamento con farmaci”. Le fratture da fragilità, che si verificano soprattutto dopo i 65 anni, in Italia colpiscono circa il 23% delle donne e il 7% degli uomini. Oltre alle fratture di femore, facilmente diagnosticabili, le fratture vertebrali sono ancor più frequenti e spesso asintomatiche. “L’osteoporosi è una malattia subdola che al suo esordio non mostra sintomi”, avverte il presidente della Siommms, “quando se ne percepiscono gli effetti, la patologia è già conclamata”.


In Italia, la fragilità ossea è una condizione che interessa una parte significativa della popolazione over 50. Si stima che circa 5 milioni di persone siano affette da osteoporosi, con una prevalenza maggiore nelle donne (80% dei casi). Le fratture da fragilità colpiscono 1 donna su 3 e 1 uomo su 5 in questa fascia d’età. Ogni anno si verificano migliaia di fratture da fragilità, principalmente a carico del femore, delle vertebre e del polso, con costi sanitari stimati in crescita fino a 11,9 miliardi di euro entro il 2030. Nonostante l’impatto significativo sulla salute, una grande percentuale di persone affette da osteoporosi non riceve diagnosi o trattamenti adeguati, con un’aderenza terapeutica inferiore al 50% dopo un anno dalla diagnosi Entro il 2030, in Italia, le fratture da fragilità aumenteranno di oltre il 20%, arrivando a sfiorare il tetto di circa 700mila casi. Nel 2017 erano 560mila, tra questi 390mila hanno interessato le donne e 170mila gli uomini, con circa 100mila episodi di fratture femorali. Oltre al femore ed alle vertebre polso ed omero sono, in termini di frequenza, i segmenti scheletrici più colpiti da fratture da fragilità.


“È nostro compito, e soprattutto compito delle nuove generazioni”, specifica Frediani, “quello di sensibilizzare la popolazione italiana su questa patologia e fare prevenzione. La Medicina odierna è sempre più orientata in tal senso: nel caso dell’osteoporosi, la prevenzione deve incominciare in età precoce, e in particolare in adolescenza, con adeguato apporto di calcio, senza dimenticare che l’esercizio fisico e muscolare è e rimarrà sempre fondamentale a qualsiasi età”. I nuovi specialisti, infine, conclude Frediani “devono inoltre ricordarsi che una frattura da fragilità in un 30% dei casi nelle donne e nella metà dei casi negli uomini, può essere il primo campanello di allarme di una malattia grave di altro tipo, per esempio malattie del sangue, endocrinologiche, tumorali, reumatologiche o gastroenteriche”.

Stellantis, Sbarra: le dimissioni di Tavares non ci addolorano

Stellantis, Sbarra: le dimissioni di Tavares non ci addoloranoRoma, 2 dic. (askanews) – La notizia delle dimissioni del ceo di Stellantis, Carlos Tavares, “non ci addolora né come sindacato né come lavoratori”. Lo ha detto il leader della Cisl, Luigi Sbarra, a SkyTg24. “E’ un manager che in questi anni ha invertito la rotta lungimirante di Marchionne – ha proseguito – non ha mai creduto nelle relazioni sindacali concertative e partecipative. Ha delocalizzato tanta produzione, tagliato l’occupazione, frenato gli investimenti, soprattutto su innovazione. Ed è arrivato a sfidare lo Stato sugli incentivi”.


Sbarra ha aggiunto che “non ci mancherà. Le dimissioni determinino una svolta, un cambio di passo nella direzione di presentare un serio e credibile piano industriale sull’automotive, soprattutto nel nostro Paese, concentrando e assegnando nuovi modelli, rilanciando gli investimenti, confermando la gigafactory di Termoli, salvaguardando tutti i posti di lavoro diretti e dell’indotto. Serve una vera discontinuità della stragegia della multinazionale”.

Pd, Orlando: impegno su temi nazionali anche se resto in Liguria

Pd, Orlando: impegno su temi nazionali anche se resto in LiguriaGenova, 2 dic. (askanews) – “La segretaria mi ha chiesto di continuare a fare quello di cui ho cercato di occuparmi nei mesi precedenti e anche in modo più strutturato: lavorare sul tema della re-industrializzazione, sul patrimonio industriale. Se sarà ufficializzato lo farò con passione. Ma è un lavoro che farò indipendentemente dalla decisione che prenderò sul seggio da deputato”. Così il deputato Pd ed ex candidato del campo progressista alla presidenza della Regione Liguria, Andrea Orlando, ha risposto, in un’intervista a La Stampa, alla domanda se intenda lavorare al progetto nazionale annunciato dalla segretaria del Pd Elly Schlein o restare in Liguria.

Fagnani presenta con Melillo libro “Mala. Romanzo Criminale”

Fagnani presenta con Melillo libro “Mala. Romanzo Criminale”Roma, 2 dic. (askanews) – La giornalista Francesca Fagnani presenta domani, martedì 3 dicembre, a Roma il suo ultimo libro ‘Mala. Roma criminale’, edizioni Sem. L’appuntamento è alla libreria Feltrinelli di via Appia (ore 18,30, via Appia Nuova 427). Con l’autrice intervengono la giornalista Marianna Aprile ed il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo.


Nel libro la conduttrice di Belve, il programma cult in onda in prima serata su Rai2 fino al 17 dicembre, racconta e documenta la criminalità organizzata e le realtà malavitose che si contendono la piazza della Capitale. Lo spunto da cui prende il via il libro inchiesta, che diventerà un film e una serie tv per Fremantle con un soggetto che sarà firmato da Leonardo Fasoli e dalla stessa Francesca Fagnani, è l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto anche come Diabolik. La pace è finita e ora le gang sono in guerra. Sotto il manto della grande bellezza, nel sottosuolo perso e dannato di Roma scorre un fiume di violenza. Sequestri, pestaggi, torture e omicidi si susseguono. Ed è con il rigore della cronista di razza che Francesca Fagnani esamina le fonti giudiziarie, collega i fatti, ricostruisce antiche alleanze e recenti rivalità che definiscono la geografia criminale della Capitale.

Cinema, “La Valanga Azzurra” di Veronesi il 30 dicembre su Rai3

Cinema, “La Valanga Azzurra” di Veronesi il 30 dicembre su Rai3Roma, 2 dic. (askanews) – “La Valanga Azzurra”, il documentario di Giovanni Veronesi sui campioni della nazionale italiana di sci alpino degli anni ’70, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, andrà in onda lunedì 30 dicembre in prima serata su Rai 3.


Il film ripercorre la parabola irripetibile della nazionale italiana di sci alpino degli anni ’70, guidata dal leggendario tecnico Mario Cotelli e capitanata da campioni come Gustavo Thoeni e Piero Gros. Attraverso successi che hanno riscritto la storia dello sport italiano, come la conquista di cinque Coppe del Mondo e numerose medaglie tra Olimpiadi e Mondiali, il documentario celebra le rivalità interne, i contrasti caratteriali e i sacrifici che hanno reso invincibile questa squadra. Le testimonianze inedite dei protagonisti, intrecciate alla narrazione di Giovanni Veronesi, che rivela in questa occasione i suoi trascorsi di aspirante campione, fanno rivivere l’epopea unica di un ciclone sportivo, dagli esordi gloriosi fino a un inevitabile declino. Il documentario è scritto da Lorenzo Fabiano, Domenico Procacci, Giovanni Veronesi, Sandro Veronesi con la consulenza di Luca Rea, ed è una produzione Fandango e Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Documentari.

Teatro, “Lettere a Bernini” di Martinelli debutta il 3 dicembre a Ravenna

Teatro, “Lettere a Bernini” di Martinelli debutta il 3 dicembre a RavennaRoma, 2 dic. (askanews) – Il rapporto fra gli intellettuali e il Potere in un’epoca segnata dalla propaganda. La complessità dell’animo umano contro ogni tentativo di semplificazione. Uno sguardo su un Passato che, per certi versi, somiglia al nostro presente. Sono soltanto tre dei nodi affrontati in Lettere a Bernini, la nuova creazione del drammaturgo e regista Marco Martinelli – fondatore delle Albe insieme a Ermanna Montanari con cui condivide l’ideazione di questo spettacolo – che debutta in prima assoluta martedì 3 dicembre 2024 al Teatro Rasi di Ravenna dove sarà in programma fino a domenica 15.


Dopo Ravenna, nel 2025 lo spettacolo andrà in scena dal 28 al 30 gennaio al Teatro Eleonora Duse di Genova, dal 4 al 9 febbraio al Teatro Elfo Puccini di Milano, dal 4 al 9 marzo al Teatro delle Passioni di Modena, dal 2 al 6 aprile al Teatro Biondo di Palermo e, dal 10 al 16 aprile, a Gallerie d’Italia, Napoli. La nuova opera di Marco Martinelli è una coproduzione Albe/Ravenna Teatro, Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale mentre la drammaturgia è pubblicata da Einaudi nella collana Collezioni di Teatro ed è disponibile in tutte le librerie dal 26 novembre. Il libro verrà presentato sabato 7 dicembre al Teatro Rasi dallo stesso Martinelli in dialogo con Mauro Bersani, consulente Einaudi.


Lettere a Bernini si svolge interamente in un giorno d’estate dell’anno 1667, esattamente il 3 agosto. In scena, nel suo studio di scultore, pittore e architetto, il vecchio Gian Lorenzo Bernini interpretato dall’unico attore sul palco, Marco Cacciola, che recita in italiano e in napoletano. La massima autorità artistica della Roma barocca è infuriata con Francesca Bresciani, intagliatrice di lapislazzuli che ha lavorato per lui nella Fabbrica di San Pietro e che ora lo accusa, di fronte ai cardinali, di non pagarle il giusto prezzo per il suo lavoro. Da questa vicenda, storicamente documentata, prende il via Lettere a Bernini: sono le lettere che la Bresciani spediva ai potenti committenti del Bernini, per denunciare il torto subito e rivendicare i propri diritti, rivelandosi figura di emancipazione femminile ante litteram.


Nell’infuriarsi con la donna, – in questo atelier che era un vero e proprio teatro, in cui, mentre scolpiva e creava, parlava con i cardinali, impartiva degli ordini ai suoi artigiani e spesso, appunto, si infuriava – Bernini evoca l’ombra dell’odiato rivale, Francesco Borromini. Ed è proprio in Borromini che risiede la genesi di questo lavoro di Martinelli, risalente a una visita, compiuta insieme ad Ermanna Montanari, alla Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, edificata a Roma nel XVII secolo ad opera del genio ticinese: “L’amore per Bernini nasce paradossalmente dal suo grande rivale, Francesco Borromini” afferma infatti Martinelli. “Anni fa Ermanna e io entrammo in San Carlino, il capolavoro di Borromini, e rimanemmo incantati, travolti, tramortiti. Da lì ho cominciato a leggere di tutto; e più entravo nella vita di Borromini, più si faceva avanti il rivale, Gianlorenzo. All’inizio tendevo ad allontanarlo, mi dava fastidio questa figura così prepotente, così protetta dai papi, il dittatore artistico della Roma del suo tempo. Non era solo un grande artista, era un imprenditore, decideva lui chi lavorava e chi no. Poi a un certo punto, grazie a Ermanna, mi sono fatto rapire anche io dalla grandezza di Bernini e il primo pensiero è stato quello di creare un dialogo fra i due”, continua l’autore e regista.


Ma come in un film western, “non c’era spazio per entrambi sul palcoscenico, per cui Bernini alla fine s’è preso la scena, perché oltre a essere pittore, scultore, architetto era anche uomo di teatro” conclude Martinelli, spiegando il passaggio da un’iniziale idea di dialogo alla forma finale di un monologo densamente popolato da figure fantasmatiche. Quando, poi, giungerà la notizia inaspettata del suicidio di Borromini, la furia di Bernini cederà il passo alla pietas: per la tremenda depressione che aveva colpito il rivale in quegli ultimi anni e, al contempo, per l’incessante guerra che gli artisti si fanno, tutti contro tutti, per il loro ‘sgomitare sotto il cielo’, come direbbe Thomas Bernhard. Travolto da quella pietas, Bernini giungerà a riconsiderare l’opera del collega, riconoscendone l’alto valore. Chi può comprendere fino in fondo la grandezza di un artista? Il suo rivale. Il suo avversario. Il suo simile. “Bernini era una figura piena di contraddizioni, capace di violenze e di prepotenze da una parte e capace di momenti, invece, di grande umanità, altrimenti non ci avrebbe regalato tutti i suoi capolavori” sottolinea Martinelli a proposito di questa indagine sulla complessità dell’animo umano, ancor più significativa in un’epoca, la nostra, dominata da manicheismi, (anti)ideologie semplificatorie e gogne mediatiche. Così, fra una citazione di un Papa e una di un Cardinale, il Bernini incarnato da Marco Cacciola parla di Hitler e di followers, catapultando il pubblico immediatamente dal Seicento all’oggi. Attraverso una drammaturgia in cui la voce monologante dell’attore e quella di Bernini si rincorrono e sovrappongono senza soluzione di continuità, a generare sulla scena, come scolpendo nel vuoto, presenze, figure e ricordi, l’opera di Martinelli ci mostra dunque un Seicento che parla di noi, sospeso tra il secolo della Scienza nuova e l’attuale imbarbarimento, sempre più incombente. Infine, per approfondire la figura del Bernini, Albe/Ravenna Teatro propone un ciclo di tre appuntamenti: oltre alla presentazione del libro del 7 dicembre, l’8 dicembre, sempre al Rasi, La commedia di Filodosso, ovvero: le fatiche della Virtù, una lettura teatrale, ad opera dell’attore/performer Gianfranco Tondini, della Philodoxeos fabula di Leon Battista Alberti con l’introduzione del docente Alberto Giorgio Cassani, mentre la mattina del 14 dicembre, nella sala Muratori della Biblioteca Classense di Ravenna, verrà presentato A questo serve il corpo. Viaggio nell’arte attraverso i corpi delle donne (Bompiani, 2023) di Roberta Scorranese che dialogherà con Marco Martinelli e con Francesca Masi, direttrice di RavennAntica.

Tv, arriva la serie “Fallen”, dai romanzi di Lauren Kate

Tv, arriva la serie “Fallen”, dai romanzi di Lauren KateRoma, 2 dic. (askanews) – In esclusiva dal 6 dicembre su RaiPlay la serie tv “Fallen” tratta dalla saga di romanzi di Lauren Kate, fenomeno letterario con oltre 10 milioni di copie vendute in tutto il mondo, di cui oltre un milione solo in Italia. La serie vede un cast guidato da Jessica Alexander (Into the Deep e The Little Mermaid) nel ruolo di Luce, Gijs Blom (The Letter for the King) nel ruolo di Daniel e Timothy Innes (The Last Kingdom) nel ruolo di Cam, pronti a interpretare angeli intrappolati in un destino senza fine. Insieme a loro: Alexander Siddig e Sarah Niles. La regia è di Matt Hastings, noto al grande pubblico per il suo lavoro in Il Racconto dell’Ancella e Shadowhunters.


Creata da Claudia Bluemhuber, la produttrice, tra gli altri, di The Host e Under the Skin, “Fallen” racconta la storia di Lucinda “Luce” Price, una diciassettenne tormentata sin dall’infanzia da visioni di inquietanti ombre. Accusata ingiustamente di un crimine orribile, Luce viene trasferita nella struttura di detenzione Sword and Cross, dove incontra Daniel, un enigmatico giovane che sembra conoscerla da sempre. Con un’atmosfera gotica e uno scenario suggestivo, la Sword and Cross, si presenta come un luogo inquietante e dal fascino oscuro. All’inizio tutto sembra innocuo, ma è una vera prigione psichiatrica, una “cattedrale” oscura che protegge i segreti di angeli e uomini. Tra visioni, flashback di vite passate e fughe disperate, Luce “l’Angelo dell’Amore” e Daniel “l’Angelo Guardiano” inizieranno a scoprire di essere intrappolati in un ciclo di vite segnate da una tragica maledizione che dura da millenni, condannati a rivivere sempre lo stesso tragico finale. “Luce, il mio personaggio, è guidata dall’amore e credo che all’inizio della serie sia spinta dall’assenza di amore. Le sue azioni sono dettate dall’incomprensione del mondo nei suoi confronti e dalla sua incapacità di integrarsi, questa cosa cambia nel corso della serie quando Luce al contrario è spinta dalla presenza dell’amore nella sua vita, lo si capisce dal desiderio di integrarsi con tutti gli emarginati che incontra – ha detto la protagonista Jessica Alexander – è un onore lavorare su personaggi del genere, soprattutto se sei una giovane donna, perché non sono molti i ruoli femminii che ti consentono di correre, fare acrobazie, combattere e tutto il resto, ed è anche questo che mi ha attirato in Luce”.


Il regista Matt Hastings ha dichiarato: “Quando mi è arrivata la sceneggiatura ero molto interessato a Luce, il personaggio principale, e volevo anche esplorare la malattia mentale e la guarigione in un modo anticonvenzionale che potesse aprire conversazioni con le famiglie e i giovani. ‘Fallen’ è un messaggio di speranza per una generazione di emarginati. Credo sia un progetto importante perché tratta di giovani che cercano di trovare la loro strada, una cosa che accade da secoli. Quando si arriva a una certa età si cerca di capire cosa si vuole fare nella propria vita, ma mai prima d’ora, nella storia dell’uomo, una generazione di persone si è sentita così sola”.