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Euro supera 1,09 dollari per la prima volta da oltre 4 mesi

Euro supera 1,09 dollari per la prima volta da oltre 4 mesiRoma, 11 mar. (askanews) – L’euro torna a rafforzarsi vigorosamente e a metà seduta la valuta condivisa ha brevemente superato quota 1,09 sul dollaro, per la prima volta dagli inizi del novembre dello scorso anno.


Le spinte sulla valuta condivisa sono iniziate la scorsa settimana, in particolare dopo gli annunci degli accordi in Germania tra Cdu e Spd, per scavalcare i limiti costituzionali alla spesa in deficit su armamenti e infrastrutture. La dinamica di rafforzamento dell’euro è proseguita delle ultime sedute anche specularmente ai crolli dei mercati azionari, che si sono accompagnati alle crescenti tensioni sui dazi commerciali imposti dall’amministrazione Trump negli Usa. Nel primo pomeriggio l’euro si scambia a 1,0904 dollari.

Bri: dati continuano a supportare atterraggio morbido economia

Bri: dati continuano a supportare atterraggio morbido economiaRoma, 11 mar. (askanews) – Secondo la Banca dei regolamenti internazionali “i dati concreti continuano a supportare uno scenario di ‘soft landing’, di atterraggio morbido dell’economia”, anche negli Stati Uniti, mentre non fanno presagire rischi di scivolamento in recessione. “E farei attenzione a non mettere eccessiva enfasi su alti e bassi dei mercati finanziari”. Lo ha affermato il capo economista e direttore del Dipartimento monetario ed economico della Bri, Hyun Song Shin, durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto trimestrale dell’istituzione di Basilea.


L’economista sudcoreano riconosce tuttavia che ci si trova in una fase di elevata incertezza e che in questo quadro “bisogna guardare con molta attenzione alle scelte di politiche che vengono effettuate dai governi”. Ma in generale “non penso che siano in alcun modo vicini alla situazione che si era creata con il Covid. Questo è il motivo per cui le nostre attese considerano ancora un atterraggio morbido”.


Peraltro sugli scivoloni recenti dei mercati, l’esponente della Bri ha rilevato come i rendimenti dei titoli considerati più speculativi e a rischio “stiano ancora facendo relativamente bene”. (fonte immagine: BIS).

Conte ha fatto sapere che il M5s non sarà in piazza il 15 marzo

Conte ha fatto sapere che il M5s non sarà in piazza il 15 marzoRoma, 11 mar. (askanews) – “Apprezzo Michele Serra per le sue buone intenzioni ma altri esponenti politici hanno ribadito che andranno in quella piazza per il riarmo, oggi bisognava essere qui per ascoltare tutti gli interventi per capire che ci stanno portando verso l’insicurezza e il riarmo, una prospettiva guerrafondaia, non si può andare in piazza il 15 marzo per dire vogliamo questa Europa per il riarmo, questo è momento della chiarezza, la nostra piazza sarà il 5 aprile”. Lo ha detto Giuseppe Conte all’Aria che Tira su La7 in collegamento da Strasburgo dove si è tenuta la sessione plenaria del Parlamento europea sul tema del piano RearmUe.


“Io rispetto i cittadini che andranno in piazza il 15 marzo ma per un leader politico e una comunità politica questo è il momento delle scelte chiare: no al riarmo, no a questa Europa”, ha aggiunto.

Cultura: il Fai “apre” al pubblico 750 luoghi speciali in 400 città

Cultura: il Fai “apre” al pubblico 750 luoghi speciali in 400 cittàMilano, 11 mar. (askanews) – Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano per la 33eima edizione le Giornate Fai di Primavera, il principale evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal Fondo per l’Ambiente Italiano Ets grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di volontari: 750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 Delegazioni e Gruppi Fai attivi in tutte le regioni.


Un’edizione speciale, in occasione dei cinquanta anni dalla nascita del Fai – fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli – che anche attraverso le Giornate Fai di Primavera ribadisce la missione culturale che la Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, e che si realizza nella cura e nella scoperta di tanti luoghi speciali – oltre 13 milioni visitatori, 16.290 luoghi aperti in oltre 7.000 città in 32 edizioni – con lo scopo di educare la collettività alla conoscenza, alla frequentazione e alla tutela del patrimonio di storia, arte e natura italiano. Le Giornate Fai rappresentano un momento di crescita educativa e culturale e di condivisione, strumenti essenziali per affrontare un mondo libero. Un percorso di cittadinanza che coinvolge istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore vi collaborano grazie a una vasta e capillare rete territoriale, con un unico obiettivo: riconoscere il valore del nostro patrimonio culturale e con esso la nostra identità di cittadini europei.


“Da oggi e senza incertezza anche noi del Fai dobbiamo avere ancora più chiaro che ogni nostra azione sociale ed educativa debba concorrere al rafforzamento di una comune coscienza europea e affido dunque a questa edizione delle Giornate FAI del cinquantennale e alle 750 piazze italiane – che esse virtualmente rappresentano – l’auspicio che la nostra festosa, concreta e appassionata manifestazione del 22 e 23 marzo possa essere proposta, vissuta e percepita in questa ottica più ampia, più civile, più militante. Il mondo, e non solo noi europei, ne ha un immenso e drammatico bisogno. Viva l’Europa!” ha detto Marco Magnifico, Presidente del Fondo per l’Ambiente Italiano. “La Rai da dieci anni è al fianco del Fai per sostenere e tutelare le bellezze artistiche e paesaggistiche del nostro Paese. Nella ‘Settimana Rai e Fai per i beni culturali’ offriremo al pubblico l’unicità del nostro patrimonio storico e naturale, attraverso programmi e approfondimenti di qualità che sensibilizzano gli italiani. Un impegno in linea con la missione di servizio pubblico che la Rai porta avanti anche attraverso traguardi significativi comequesti dieci anni insieme al Fai”. ha sottolineato Roberto Sergio, Direttore Generale Rai.

Consorzio Vini Abruzzo: presentato studio su vocazionalità viticola

Consorzio Vini Abruzzo: presentato studio su vocazionalità viticolaMilano, 11 mar. (askanews) – Più di 155 mila appezzamenti per un totale di 33.964 ettari vitati, con 118 varietà. Di queste, il vitigno Montepulciano presenta oltre il 52% dell’intero vigneto regionale, seguito dal Trebbiano Toscano con circa il 14% e poi dal Trebbiano Abruzzese, Pecorino, Chardonnay e via dicendo. Sono alcune delle primissime informazioni venute fuori da Ado Abruzzo, “Areali delle quattro D.O. Abruzzo per una caratterizzazione moderna”, lo studio sulla caratterizzazione dei territori delle quattro Denominazioni a valenza regionale, presentato a Francavilla al Mare (Chieti).


A condurlo è stato il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, con Ager (Agricoltura e ricerca) e le aziende agricole Chiara Ciavolich, Francesco Labbrozzi, Sandro Polidoro, Tenuta i Fauri e Fratelli Cimini, con fondi del dipartimento Agricoltura della Regione Abruzzo. Attraverso l’utilizzo di tecnologie basate sulla georeferenziazione delle informazioni e sull’uso dei big data, con l’impiego della piattaforma Enogis capace di integrare diversi strati informativi, sono state individuate le vocazionalità viticole ed enologiche dei vari territori interessati. “Il lavoro che è stato svolto con questo progetto è preciso e puntuale ed è denso di dati capaci di fornire un’immagine dettagliata di tutto il territorio” ha commentato il presidente del Consorzio, Alessandro Nicodemi, parlando di un “risultato visualizzabile da tutti attaverso una mappa intuitiva che può fornire informazioni davvero preziose nelle scelte agronomiche e produttive. Tutto questo non può che concorrere alla valorizzazione della qualità dei vini della nostra regione, ma anche a ridurre i rischi che possono derivare da scelte aziendali sbagliate”.


Nella prima fase di lavoro sono stati mappati i vigneti partendo dallo Schedario viticolo delle aziende abruzzesi relativi all’anno 2023 fornito dalla Regione Abruzzo. Una volta georeferenziati i vigneti, sono stati caricati in webGis i dati relativi alla “Carta dei suoli della Regione Abruzzo – Arssa”, ossia la cartografia dei suoli dell’intero territorio regionale realizzato attraverso la sintesi dei dati raccolti nel periodo 1994-2006. Utilizzando i dati satellitari del progetto europeo Copernicus rielaborati a due km dalla fondazione Bruno Kessler (FBK) di Trento, sono state realizzate mappe climatiche basate sui dati degli ultimi 22 anni (2001-2022) ed i principali indici meteo-climatici per ipotizzare le zone climatiche più o meno adatte alla produzione di vini di qualità: con l’indice di Winkler ad esempio si possono individuare i vitigni più adatti per ciascuna zona, mentre con l’indice De Martonne, sono state identificate le zone favorevoli alla viticoltura in relazione al bilanciamento tra temperatura e precipitazione. In Abruzzo l’indice è superiore a 20, il che indica complessivamente un clima sub-umido e quindi adatto alla coltivazione della vite. Grazie alla disponibilità del dipartimento Agricoltura della Regione sono stati intrecciati nella piattaforma i risultati delle 47 stazioni automatiche di monitoraggio agro-climatici e tutte visualizzabili in tempo reale. Infine sono stati caratterizzati i territori, per ogni delimitazione territoriale (regione, provincia, sottozone, Comuni) elaborando statistiche sulla distribuzione dei suoli e di altre caratteristiche quali l’esposizione dei vigneti, l’altitudine, la pendenza media.


Foto di Andrea Straccini

Agnello di Sardegna Igp si promuove al Foodex Japan

Agnello di Sardegna Igp si promuove al Foodex JapanRoma, 11 mar. (askanews) – In Giappone per mantenere aperta la finestra sul mondo asiatico che continua a guardare con interesse alle produzioni ovine sarde. Il Consorzio per la Tutela della IGP Agnello di Sardegna sta partecipando alla manifestazione fieristica Foodex Japan 2025, che si tiene a Tokyo a partire da ieri 10 marzo e che terminerà il 14 marzo grazie all’Agenzia Ice, che ha organizzato una partecipazione collettiva di aziende italiane e alla Regione Sardegna.


Giunta alla 50esima edizione, la fiera Foodex di Tokyo rappresenta la più importante manifestazione fieristica agrolimentare in Giappone. Nel 2023, le importazioni di prodotti agroalimentari del Giappone hanno raggiunto il valore di circa 9.400 miliardi di Yen (oltre 58 miliardi di euro, al cambio attuale), in lieve diminuzione (-3%) rispetto al 2022. Nello stesso periodo, invece, le importazioni dall’Italia sono aumentate in valore di circa il 4%, attestandosi a 155 miliardi di Yen, livello massimo storico, consentendo un recupero delle quote di mercato degli esportatori italiani (1,65% nel 2023 rispetto all’1,54% del 2022). L’Italia si colloca al quindicesimo posto nella classifica dei fornitori del Paese, mantenendo un ampio potenziale di crescita. Per il direttore del Consorzio Contas Alessandro Mazzette “la nostra filiera è pronta per questa sfida internazionale. La collaborazione con la Regione Sardegna in questa occasione ci permette di presentare un fronte compatto e coordinato delle produzioni agroalimentari dell’isola e di esaltare le eccellenze del nostro territorio”.


Il Contas punta a far conoscere e apprezzare la carne di agnello sarda al pubblico giapponese e, continua Mazzette, il Consorzio “è determinato a portare un pezzo di Sardegna in Giappone, presentando non solo un prodotto di alta qualità, ma anche la storia, la tradizione e la passione che stanno dietro ogni morso di Agnello di Sardegna IGP. Gli eventi promozionali organizzati durante la fiera permetteranno ai visitatori di scoprire e apprezzare l’autenticità del nostro prodotto”. Oltre al Consorzio, alla Fooodex Japan 2025 saranno presenti altre 10 aziende sarde, riunite in una collettiva organizzata dall’Assessorato dell’Industria della Regione Sardegna e dall’agenzia Laore. L’evento Fodex Japan 2025 sarà propedeutico all’Expo 2025 di Osaka, che si terrà dal 13 aprile al 13 ottobre 2025, un’occasione unica per consolidare le relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone e per promuovere l’eccellenza italiana a livello globale.

von der Leyen: è il momento di costruire la difesa europea

von der Leyen: è il momento di costruire la difesa europeaBruxelles, 11 mar. (askanews) – ‘Non si tratta soltanto di impedire la guerra fra noi, ma anche di formare una comunità di difesa che abbia a suo programma non di attaccare, non di conquistare, ma solo di scoraggiare qualsiasi attacco dall’esterno in odio a questa formazione dell’Europa unita’. E’ la citazione di Alcide De Gasperi con cui la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha iniziato il suo discorso davanti al Parlamento europeo, oggi a Strasburgo, nel dibattito in plenaria su ‘l’architettura di difesa dell’Europa’ e i risultati del vertice Ue straordinario del 6 marzo.


La citazione è tratta da un discorso di De Gasperi alla Conferenza di Parigi dei ministri degli esteri di Francia, Germania, Italia e Benelux, il 31 dicembre 1951, sulla creazione della Comunità europea di Difesa (Ced). Oggi la situazione geopolitca internazionale rende di nuovo attuale quel progetto, che era arrivato fino alla firma di un trattato, che però fu poi bocciato all’atto della ratifica da parte del parlamento francese nell’agosto 1954. ‘Sono passati 70 anni, ma la nostra generazione – ha osservato von der Leyen – si trova di fronte allo stesso identico compito. Perché la pace nella nostra Unione non può più essere data per scontata. Stiamo affrontando una crisi di sicurezza europea. Ma sappiamo che è nelle crisi che l’Europa è sempre stata costruita’, ha continuato la presidente della Commissione, evocando un’altra citazione di una frase celebre di un ‘padre fondatore dell’Europa, Jean Monnet (‘L’Europa sarà forgiata nelle crisi e sarà la somma delle soluzioni adottate per queste crisi’).


‘Quindi, questo è il momento della pace attraverso la forza. Questo – ha sottolineato von der Leyen – è il momento di una difesa comune. E al Consiglio europeo ho visto un livello di consenso sulla difesa europea che non è solo senza precedenti, ma era completamente impensabile solo poche settimane fa. C’è una nuova comprensione del fatto che dobbiamo pensare in modo diverso e agire di conseguenza. Abbiamo iniziato a mobilitare le enormi risorse dell’Europa. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, sarà necessario più coraggio. E altre difficili scelte ci attendono’. Molte delle nostre illusioni – ha aggiunto la presidente della Commissione – stanno andando in frantumi. Dopo la fine della Guerra fredda, alcuni credevano che la Russia potesse essere integrata nell’architettura economica e di sicurezza dell’Europa, mentre altri speravano di poter contare indefinitamente sulla piena protezione dell’America. E così, abbiamo abbassato la guardia. Abbiamo tagliato la nostra spesa per la difesa da una media di routine di oltre il 3,5% (del Pil, ndr) a meno della metà. Pensavamo di godere di un ‘dividendo della pace’. Ma in realtà, stavamo solo gestendo un deficit di sicurezza’.


‘Il tempo delle illusioni – ha rilevato von der Leyen – è ormai finito. L’Europa è chiamata a prendersi maggiormente cura della propria difesa. Non in un futuro lontano, ma già oggi. Non con passi graduali, ma con il coraggio che la situazione richiede. Abbiamo bisogno di un’impennata nella difesa europea. E ne abbiamo bisogno ora’, ha insistito. ‘Ne abbiamo bisogno prima di tutto a causa della situazione in Ucraina’, per ‘colmare le lacune nelle forniture militari e fornire all’Ucraina solide garanzie di sicurezza. Ma questa resa dei conti non riguarda solo l’Ucraina. Riguarda tutta l’Europa e la sicurezza del nostro intero continente. Putin – ha ricordato la presidente della Commissione – ha dimostrato più e più volte di essere un vicino ostile. Non ci si può fidare di lui, con lui funziona solo la deterrenza’.


‘Siamo consapevoli del fatto che il complesso militare russo sta superando il nostro in termini di produzione. Se consideriamo la spesa militare in termini reali, il Cremlino – ha avvertito von der Leyen – sta spendendo più di tutta l’Europa messa insieme. E al di là delle capacità di difesa tradizionali, la gamma di minacce alla sicurezza che affrontiamo si sta ampliando di giorno in giorno. Il Parlamento europeo sostiene da anni che l’Europa deve fare di più. E avevate assolutamente ragione’. La presidente della Commissione ha quindi illustrato a grandi linee, il suo piano ‘ReArm Europe’, già presentato ai capi di Stato e di governo il 6 marzo. ‘La sua logica è semplice: vogliamo tirare ogni singola leva finanziaria che abbiamo per rafforzare e accelerare la nostra produzione di difesa. Possiamo mobilitare fino a 800 miliardi di euro’. Innanzitutto, riguardo alla clausola di salvaguardia che potrà essere attivata, su richiesta di ciascuno Stato membro, per non applicare le rigorose regole di bilancio del Patto di stabilità alla spesa aggiuntiva per la difesa e sicurezza, ‘vorrei spiegare – ha detto von der Leyen – perché è fondamentale mobilitare i bilanci nazionali. Oggi spendiamo poco meno del 2% del nostro Pil per la difesa. Ogni analisi concorda sul fatto che dobbiamo andare oltre il 3%. L’intero bilancio europeo raggiunge solo l’1%’ del Pil complessivo dei paesi Ue. ‘Quindi è ovvio che la maggior parte dei nuovi investimenti può provenire solo dagli Stati membri. Ecco perché stiamo attivando la clausola di salvaguardia nazionale, prevista dalle nostre nuove regole di bilancio. Si tratta di un nuovo strumento creato solo l’anno scorso. E proponiamo di attivarlo in modo controllato, vincolato e coordinato, per tutti gli Stati membri’. Questo potrà ‘trasformare i nostri bilanci della difesa in modo rapido ed efficace. Gli Stati membri potrebbero mobilitare fino a 650 miliardi di euro nei prossimi quattro anni, aggiungendo l’1,5% del Pil ai loro bilanci della difesa. È una cifra enorme. Eppure il Consiglio europeo – ha notato la presidente della Commissione – ci ha incaricato di esplorare ulteriori misure, per facilitare una spesa significativa per la difesa a livello nazionale, garantendo al contempo la sostenibilità del debito’. Von der Leyen non lo ha aggiunto esplicitamente, ma è questo il contesto nel quale potrebbe essere avanzata l’ipotesi di un nuovo ricorso a emissioni di debito comune da destinare a trasferimenti (cioè sovvenzioni), e non solo prestiti, agli Stati membri. Il Consiglio europeo, ha riferito ancora la presidente della Commissione, ha dato anche il suo consenso alla proposta per un il nuovo strumento finanziario che sarà chiamato Safe (‘Security Action for Europe’), e che fornirà agli Stati membri fino a 150 miliardi di euro in prestiti, che saranno utilizzati, ha precisato, ‘concentrandosi su alcuni ambiti di capacità strategica selezionati, dalla difesa aerea ai droni, dagli abilitatori strategici alla cybersicurezza, per citarne alcuni, in modo da massimizzare l’impatto dei nostri investimenti. Questi prestiti dovrebbero finanziare gli acquisti dai produttori europei, per aiutare a rafforzare la nostra industria della difesa. I contratti dovrebbero essere pluriennali, per dare all’industria la prevedibilità di cui ha bisogno. E infine, ci dovrebbe essere un focus sugli appalti di forniture congiunti’ da parte di diversi Stati membri. Un esempio di acquisti congiunti è stato quello delle iniziative guidate da Repubblica Ceca e Danimarca per fornire armi e munizioni all’Ucraina. Il risultato è stato che ‘l’industria è cresciuta e i prezzi sono scesi. È stato rapido ed efficiente. Ed è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento: velocità ed economia di scala’. ‘Ecco perché – ha spiegato von der Leyen – abbiamo scelto la procedura di emergenza ai sensi dell’articolo 122’ del Trattato sul funzionamento dell’Ue, ‘che è progettata proprio per i momenti in cui ‘sorgono gravi difficoltà nella fornitura di determinati prodotti’. In altre parole, l’articolo 122 ci consente di raccogliere denaro, e di prestarlo agli Stati membri affinché investano nella difesa. Questo è l’unico modo possibile per avere un’assistenza finanziaria di emergenza, ed è ciò di cui abbiamo bisogno ora. Terremo costantemente aggiornato il Parlamento sui progressi’. E’ proprio sulla scelta dell’articolo 122, che non richiede l’approvazione del Parlamento europeo per le misure proposte dalla Commissione, ma solo il via libera del Consiglio Ue, che si sono concentrate le critiche da sinistra e dall’estrema destra al piano ‘ReArm Europe’ Von der Leyen ha parlato quindi di un altro punto controverso del suo piani, quello del possibile uso per la difesa dei fondi della politica di coesione, destinati allo sviluppo delle regioni europee. ‘Questa è una possibilità che stiamo offrendo agli Stati membri. Gli Stati membri avranno la possibilità di reindirizzare parte dei loro fondi non impegnati a progetti correlati alla difesa. Potrebbe trattarsi di infrastrutture o ricerca e sviluppo’. Ma questo, ha puntualizzato, ‘sarebbe volontario, per coloro che vogliono fare un ulteriore sforzo. Spetterà al Parlamento e al Consiglio Ue decidere su questa opzione aggiuntiva’. ‘ReArm Europe’, ha ricordato ancora la presidente della Commissione, include poi anche ‘misure per mobilitare investimenti privati, con la Banca europea per gli investimenti e la nostra futura Unione per il risparmio e gli investimenti’, come è stato ribattezzato il vecchio progetto della Unione dei mercati dei capitali, fermo da anni. ‘Vorrei aggiungere – ha sottolineato la presidente della Commissione – che questo avrà anche ricadute positive per la nostra economia e la nostra competitività: saranno necessarie nuove fabbriche e linee di produzione, che creeranno buoni posti di lavoro qui in Europa; la spinta agli investimenti si farà sentire ben oltre il settore della difesa, dall’acciaio allo spazio, dalle grandi aziende di trasporto alle innovative start-up di intelligenza artificiale. Insieme, abbiamo le dimensioni per scoraggiare qualsiasi paese ostile. Abbiamo il potere economico. E ora, finalmente, abbiamo anche la volontà politica’. ‘Tutti noi vorremmo vivere in tempi più pacifici. Ma, se liberiamo il nostro potere industriale, sono fiduciosa che potremo ripristinare la deterrenza contro coloro che cercano di farci del male. È tempo di costruire un’Unione europea per la difesa che garantisca la pace nel nostro continente attraverso l’unità e la forza. Questo – ha concluso von der Leyen – è il momento dell’Europa, e l’Europa sarà all’altezza’.

Libri, esce con il Corriere della Sera “Giubilei” di Marco Galluzzo

Libri, esce con il Corriere della Sera “Giubilei” di Marco GalluzzoRoma, 11 mar. (askanews) – Quasi un album di fotografie, scattate nei momenti più solenni, coloriti, spassosi. Momenti incredibili come segni di fede cristiana, ma luoghi e anni dove la cronaca nera ha superato la bianca: la strage di Pellegrini sul Tevere, il commercio illegale delle indulgenze, lo scontro fra il Vaticano e la Riforma di Lutero, in un intreccio diplomatico che spesso aveva bisogno di spie, faccendieri, persino assassini.


Arriva oggi, con il Corriere della Sera, il libro “Giubilei. La storia segreta degli Anni Santi dal 1300 a oggi” (a 8,90 euro più il prezzo del quotidiano e rimarrà in edicola un mese). Attraverso cronache e aneddoti, ricerche storiche e fatti inediti, Marco Galluzzo, cronista parlamentare del Corriere, da oltre 20 anni “chigista” del Corsera, racconta un mosaico complesso di fede e potere, devozione e opportunismo, delitti e scandali, atti di fede e storie finora mai raccontate. Si passa dal serial killer che colpiva negli ospedali all’anziano di 107 anni che convinse il papa a regolarizzare il Giubileo, dai primi gadget religiosi dei banchieri del 1450 ai commercianti che approfittavano dei pellegrini, fino ai racconti di una schiava d’harem. Tra penitenze sincere e di comodo, conversioni e scandali, l’Anno Santo si rivela rito religioso e grande evento sociale e politico.


Molte cose sono cambiate dal 1300: la Chiesa Cattolica si è evoluta, Roma è diversa e il pellegrinaggio oggi è diventato anche digitale, con milioni di fedeli che seguono l’evento anche attraverso i social network e le dirette streaming in grado di raggiungere ogni angolo di mondo. Ma il mito del Giubileo resta immutato, simbolo di riconciliazione e purificazione. Adesso, alla vigilia del venticinquesimo, quello della “Speranza”, Galluzzo ci ricorda che, oltre alle cerimonie e alla spettacolarizzazione, l’Anno Santo è un crocevia tra spiritualità, storia e cultura, un evento capace di trasformare Roma in un teatro universale di fede e tradizione.


Primo capitolo. Un nonnino di 107 anni, una diceria che annegava nel buio dell’anno Mille, grida e furor di popolo: così, narra una cronaca che profuma anche di leggenda, nacque il primo Anno Santo. Il caso, le ansie dei poveri, e le memorie dei vivi lanciarono il ponte delle indulgenze fra la terra e il cielo. Tutto comincia con un inedito rebus, negli ultimi mesi del 1299. Una voce ricorrente attraversa la strade romane: chi visiterà la Basilica degli Apostoli – promette – verrà premiato con una grande indulgenza. E’ solo un rumour di piazza, non si sa come sia nato, ma giunge alle orecchie del Pontefice. Una verifica negli archivi, e nella memoria dei prealti più anziani, non dà esiti certi. Ma la memoria collettiva di Roma narra di un’indulgenza concessa nell’anno 1000 da Papa Silvestro II, e cita anche due fonti: un eremita spagnolo, parente di San Domenico, e frate Alberico, monaco in Catalogna. La testimonianza. Al popolo bastano e avanzano le dicerie di piazza: la sera del 1 gennaio, in preda alla frenesia della grazia, a centinaia affollano la Basilica, e le porte della chiesa devono essere lasciate aperte per tutta la notte. La voce si sparge e forestieri cominciano ad arrivare da fuori le mura. Bonifacio VIII cede alle richieste, ma vuole anche capire quale fonte abbia innescato tanto fervore. Al cospetto del Pontefice viene condotto un vecchietto, un nobile savoiardo, che sostiene di avere 107 anni: “Mio padre partecipò al Giubileo del ‘200 – giura l’anziano – e mi ha raccomandato di non mancare il successivo, se fossi stato ancora in vita”. La versione è confermata da altri due ultracentenari della diocesi di Beauvais: “Lo dissero e ce lo chiesero anche i nostri padri”.


La bolla di indizione. Il 22 febbraio la Bolla di indizione del primo Giubileo: due milioni di pellegrini – narrano i cronisti dell’epoca – arrivarono da tutta Europa. Giunsero dall’Ungheria e dalla Spagna, dall’Inghilterra e dalla Germania. A piedi, a cavallo, in lettiga; in gruppi o con lunghi viaggi solitari: “Fu la cosa più mirabile che mai si vedesse”, scrisse Giovanni Villani, storico contemporaneo di questi eventi. Parecchi Giubilei dopo, nel 1675, un altro nonnino fu protagonista. Si chiamava Bartolomeo Ceccone, era mantovano, ed aveva ben 104 anni. Aveva visitato Roma 60 volte e quello era il quarto Anno Santo cui partecipava. In omaggio all’età, e ai record, Clemente X lo volle incontrare. In dono gli diede due medaglie, una d’oro, l’altra d’argento.

Vino, Taschetta (Colomba Bianca): su diga Trinità grande passo avanti

Vino, Taschetta (Colomba Bianca): su diga Trinità grande passo avantiMilano, 11 mar. (askanews) – “Desideriamo esprimere un sincero ringraziamento al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, al Governo regionale, al commissario ad acta Salvo Cocina, alle organizzazioni sindacali e all’on. Giorgio Mulè, per l’impegno profuso nella risoluzione della questione relativa alla Diga Trinità di Castelvetrano. Dopo anni di incertezze e immobilismo, l’intervento delle istituzioni ha finalmente permesso di evitare il fuori esercizio dell’invaso, consentendo la ripresa dell’accumulo idrico e restituendo una risorsa fondamentale agli agricoltori del territorio”. Lo ha detto Dino Taschetta, presidente della cooperativa vitivinicola Colomba Bianca che opera in provincia di Trapani con oltre 2.400 vigneron, commentando la decisione del MIT di continuare a invasare acqua, per raggiungere 2 milioni e 500 mila metri cubi di acqua.


“Uno notizia che ci rincuora e che ci fa guardare al futuro con maggiore ottimismo, senza ignorare il prezzo che gli agricoltori hanno già pagato per le scelte errate del passato” continua Taschetta, evidenziando che “decenni di cattiva gestione e decisioni che hanno letteralmente distrutto una parte significativa del patrimonio agricolo siciliano, lasciando i produttori in balia di una crisi idrica devastante. Oggi ci troviamo di fronte a una realtà in cui migliaia di ettari di vigneti sono andati persi – ricorda – a causa della mancata manutenzione degli impianti, della dispersione incontrollata delle risorse idriche e dell’assenza di una strategia lungimirante. L’agricoltura siciliana ha subito un colpo durissimo – aggiunge – e i danni non si misurano solo in ettari coltivati, ma anche nelle famiglie che hanno visto sfumare anni di lavoro e investimenti. Speriamo che questa sia solo la prima tappa di un percorso più ampio – chiosa – in cui le istituzioni, insieme alle aziende e agli agricoltori, possano finalmente costruire una strategia efficace per la gestione dell’acqua in Sicilia”. “La Diga Trinità deve tornare ad essere una risorsa stabile e affidabile per il territorio, non un’incognita che mette a rischio ogni anno il futuro delle nostre produzioni” mette in luce Taschetta, chidedendo “che questo impegno non si esaurisca qui ma che si lavori fin da subito per pianificare interventi strutturali che garantiscano una gestione razionale dell’invaso e per stabilire un piano di manutenzione regolare per evitare il ripetersi di queste emergenze, ascoltando la voce degli agricoltori e delle aziende vitivinicole, che conoscono il territorio e le sue esigenze reali. L’agricoltura – conclude – è il cuore pulsante della Sicilia, e l’acqua è il suo bene più prezioso: è tempo di adottare scelte concrete per proteggerlo”.

Rai Libri: esce “Somewhere Out There. La mia vita a cartoni animati”

Rai Libri: esce “Somewhere Out There. La mia vita a cartoni animati”Roma, 11 mar. (askanews) – Rai Libri presenta “Somewhere Out There. La mia vita a cartoni animati” di Don Bluth, l’autobiografia di uno degli ultimi maestri dell’età d’oro dell’animazione.


Il nome di Don Bluth è legato a film d’animazione indimenticabili, premiati e acclamati dalla critica, che hanno segnato intere generazioni, come “Brisby e il segreto di NIMH”, “Fievel sbarca in America”, “Alla ricerca della Valle Incantata”, nonché al rivoluzionario videogioco “Dragon’s Lair”. In “Somewhere Out There” Bluth racconta in prima persona la sua vita e la sua brillante carriera nel mondo dell’intrattenimento. L’infanzia nel Texas rurale e nello Utah, la fede in Dio che lo avrebbe spinto ad accettare la chiamata e partire come missionario, fino all’ingresso, a soli diciott’anni, negli Studios di Hollywood al fianco del suo idolo, Walt Disney.


Dopo aver contribuito ai classici “La bella addormentata nel bosco”, “La spada nella roccia”, “Robin Hood”, “Le avventure di Winnie the Pooh”, “Le avventure di Bianca e Bernie” ed “Elliott, il drago invisibile”, Don sceglie di rischiare tutto e di fondare la propria casa di produzione. Ed è così che nascono alcuni dei film e dei videogame più amati di sempre. Il dietro le quinte di una vita dedicata a seguire la vocazione artistica e a coltivare la creatività nella maniera più libera possibile: la storia unica di un’icona che ha divertito, affascinato e ispirato milioni di persone in tutto il mondo. “Somewhere Out There” di Don Bluth, edito da Rai Libri nella collana Digital Loop, è in vendita nelle librerie e negli store digitali dal 12 marzo 2025 (Pagine: 384, Euro: 22,00).


Donald Virgil Bluth (El Paso, 1937), più noto come Don Bluth, è animatore, regista e produttore cinematografico. Ha iniziato la sua luminosa carriera lavorando ad alcuni dei classici di Walt Disney. Nel 1979 ha deciso di fondare il proprio studio di animazione, che ha realizzato diversi capolavori entrati nella storia, tra cui gli indimenticabili “Brisby e il segreto di NIMH”, “Fievel sbarca in America”, “Alla ricerca della Valle Incantata”, “Anastasia”, “Charlie – Anche i cani vanno in paradiso” e il videogame “Dragon’s Lair”. Digital Loop è la collana di Rai Libri dedicata alla crossmedialità e alla transmedialità, agli universi contigui a quello della televisione e alla loro influenza sull’evoluzione del linguaggio e del prodotto radiotelevisivo.