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Eurogruppo, tensione su Unione dei mercati dei capitali dell’Ue

Eurogruppo, tensione su Unione dei mercati dei capitali dell’UeGand, 23 feb. (askanews) – ‘Basta con le discussioni, ora abbiamo bisogno di azione’. E’ con queste parole che il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire, ha buttato sul tavolo della riunione dell’Eurogruppo, a Gand (Belgio), la sua profonda insoddisfazione per il modo inconcludente in cui continua da sette anni, con il freno a mano tirato, la discussione sul progetto di Unione dei mercati dei capitali dell’Ue. ‘Gli Usa stanno diventando sempre più ricchi, e l’Ue sempre più povera, ha detto ancora Le Maire, e questo proprio perché l’economia americana può contare su un unico mercato dei capitali, che interessa un volume di investimenti pari al 227% del Pil, mentre nell’Ue siamo solo all’80% del Pil.


Per questo, Le Maire ha lanciato un appello a partire da subito, entro l’estate, con una iniziativa volontaria, con chi ci sta, una ‘coalizione di volenterosi’, per attuare in anticipo almeno alcuni alcuni prodotti finanziari sottoposti a condizioni, regole e finalità comuni, di quella che potrebbe essere, e che nelle attuali condizioni non sarà, l’Unione dei mercati dei capitali a Ventisette. Una iniziativa volontaria che, da quanto si comprende, non dovrà riguardare necessariamente degli Stati membri (non sarebbe una ‘cooperazione rafforzata’ del tipo che è previsto dai Trattati Ue), ma potrebbe includere anche solo alcune banche o ‘asset manager’ di un paese, che vogliano provarci, sottoponendosi alla sorveglianza dell’Esma (l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati). Sarà la realtà a dimostrare se questi nuovi prodotti finanziari comuni volontari avranno la capacità di attrazione per gli investimenti che Le Maire si aspetta, e che potrebbero poi portare gli Stati membri recalcitranti a cambiare idea, e a dare finalmente il via libera all’Unione dei mercati dei capitali. á á


Una unione che è oggi impossibile a causa dei problemi di frammentazione dei mercati che i ministri non hanno pouto ancor, o non hanno voluto, risolvere: l’armonizzazione delle normative nazionali sull’insolvenza (che stabiliscono le priorità tra i creditori), l’integrazione delle infrastrutture (in particolareá le borse), la supervisione unica europea (gli Stati preferisocno mantenere gli organismi nazionali) e le normative sulla cartolarizzazione, la mancanza di liquidità e di grandi investitori (come i fondi pensione, che nell’Ue sono molto più piccoli che negli Usa), di broker indipendenti (in genere sono le banche che agiscono come brooker), e la mancanza nelle opinioni pubbliche di una cultura dell’investimento in borsa. á La mossa di Le Maire, che ha stracciato la correttezza protocollare, è stata accolta con un certo imbarazzo, soprattutto dal presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, e dal tedesco Christian Lindner (‘ciò di cii abbiamo bisogno, ha detto, è una Unione dei lercati dei capitali ad alta velocità, non a due velocità’, ha detto) e da alcuni altri ministri che hanno preso le distanze. Ma molti suoi colleghi, pur mostrandosi ufficalmente cauti nella riunione, in realtà sperano che l’iniziativa del collega francese possa smuovere le acque, e magari portare a un risultato positivo. Le Maire ne ha parlato, in particolare, con il ministro italiano Giancarlo Giorgetti, e con i colleghi spagnolo e olandese, e ha affemato di contare su almeno tre o quattro Stati membri per lanciare l’iniziativa volontaria. Fonti del Mef hanno spiegato che per l’Italia la proposta francese contiene degli elementi interessanti e va valutata, e soprattutto che ha avuto il merito di evidenziare il problema, e che bisogna riflettere su questa Unione che fatica a procedere per consenso. Le fonti, tuttavia, hanno anche ossevato che non c’è ancora un giudizio netto, che occorre prudenza, che andare avanti in pochi, lasciando gli altri indetro, quando non si riesce a trovare l’accordo a 27, rischia di creare un precedente che potrebbe essere usato anche per altri temi.


‘L’intervento di oggi dal ministro Le Maire – ha detto diplomaticamente, da parte sua, il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, nella conferenza stampa al termine della riunione ‘è il tipo di contributo politico davvero rilevante che viene da parte dei ministri quando sono alle prese con argomenti così importanti. Le Maire ha chiesto oggi maggiore ambizione in relazione al modo in cui andremo avanti’ su questo tema. Ma ci sono stati, ha puntualizzato, ‘altri ministri che hanno sostenuto la necessità di realizzare altre priorità’. Il ministro francese ‘ha parlato della questione della sorveglianza dei mercati finanziari e di come potrebbe evolversi in futuro, e in particolare del ruolo dell’Esma. Ha parlato della necessità di sviluppare un prodotto comune europeo risparmio e di investimento, ha sostenuto con molta forza le iniziative presentate, e ha anche parlato di come possiamo sviluppare, ad esempio, opzioni di cartolarizzazione all’interno del mercato dei capitali che siano più robuste di quelle oggi disponibili. Insomma, ha delineato diverse priorità, e io sono totalmente d’accordo sull’assoluta urgenza politica di fare progressi sull’Unione dei mercati dei capitali, perché ‘abbiamo fatto molto, ma è chiaro che dobbiamo conseguire molto di più’, ha detto ancora Donohoe.


‘Questa discussione – ha aggiunto – ha fornito una nuova direzione per il lavoro aggiuntivo che tutti noi dovremo fare, per concordare una dichiarazione al nostro prossimo incontro di marzo, dopo di che – ha annunciato – io farò rapporto ai capi di Stato e di governo al Summit dell’Eurozona, al Consiglio europeo di fine marzo. Il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha sottolineato che quello per l’Unione dei mercati dei capitali è ‘un filone di lavoro tanto importante dal punto di vista economico, ma anche impegnativo dal punto di vista politico, perché più cerchiamo di essere ambiziosi, come dobbiamo essere, più tocchiamo le sensibilità nazionali’. ‘Siamo tutti d’accordo – ha rilevato Gentiloni – sul ruolo fondamentale che mercati dei capitali più profondi e più integrati dovranno svolgere, se si vuole che l’Europa progredisca verso i suoi obiettivi strategici. Le nostre esigenze di investimento sono immense, una montagna di investimenti. ‘Ovviamente, è necessario un contributo pubblico, e non mi piace – ha precisato – il fatto che si escluda questa dimensione, e quindi è importante la discussione su ciò che ci sarà dopo il ‘NextGenerationEU’ (ovvero il programma di Recovery che finanzia i Pnrr nazionali, e che terminerà dopo il 2026, ndr), ma sappiamo tutti che questa montagna si può scalare solo con investimenti privati. ‘Perciò – ha sottolineato -, abbiamo bisogno di un mercato unico di dimensioni sufficienti per competere con i rivali globali in un mondo multipolare. Perché lo sviluppo dei mercati dei capitali nazionali, per quanto importante sia, non sarà sufficiente se questi mercati rimangono frammentati. Quindi l ‘Unione dei mercati dei capitali europei non è solo auspicabile, è una necessità ed è urgente. Penso che questo sia stato chiaro nella nostra discussione oggi, ed è parte della nostra discussione sulla nostra strategia sulla competitività’ dell’economia europea. ‘Penso che sia urgente e necessario essere ambiziosi nel portare avanti l’Unione dei mercati dei capitali nella prossima legislatura europea, e affrontare le sfide chiave con azioni ambiziose. Ed è qui – ha consluso Gentiloni – che vedo il ruolo della Commissione: nel presentare proposte che siano sufficientemente ambiziose e nel contribuire a raggiungere l’unità che finora è mancata. Quella di oggi sull’Unione dei mercati dei capitali è stata ‘una buona discussione, fruttuosa, franca’, con tutti gli argomenti sul tavolo, ha giudicato il direttore esecutivo del Mes (il ‘Fondo salva-Stati’ dell’Eurozona), Pierre Gramegna.á ‘Noi del Mes – ha proseguito – condividiamo il punto di vista secondo cui è urgente agire per l’Unione dei mercati dei capitali, e sosteniamo pienamente questo sforzo. L’Ue ha bisogno di un mercato dei capitali più integrato, più profondo e più liquido. Il mercato dei capitali Usa – ha ricordato – è quattro volte quello europeo, e questo ha un impatto sulla nostra competitività e sulla nostra autonomia strategica. Gramegna ha sottolineato ‘quanto sia importante avere più denaro disponibile per la transizione verde e digitale, che sono una priorità assoluta, ma ci sono anche altre priorità, come la difesa. Ci sono alcuni temi molti difficili, come quello dell’armonizzazione delle normative sull’insolvenza, o un approccio comune europeo alla supervisione dei mercati dei capitali. Il direttore del Mes, infine ha indicato un altro problema dell’Ue, la scarsità di grandi investitori: ‘I fondi pensione degli Stati Uniti sono a un livello sei volte superiore a quello dei fondi pensione europei’.

Case, Idealista: in un anno +40% offerta stanze in appartamenti condivisi

Case, Idealista: in un anno +40% offerta stanze in appartamenti condivisiRoma, 23 feb. (askanews) – Nell’ultimo anno, in Italia, l’offerta di appartamenti condivisi ha registrato un incremento del 40%, accompagnato da un notevole aumento dei costi per questa modalità di locazione, che sono cresciuti del 28% a una media mensile di 480 euro, secondo quanto riportato in un rapporto pubblicato da idealista, portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia. In relazione all’evoluzione dell’offerta disponibile e all’aumento dei prezzi degli affitti, i prezzi nei capoluoghi sono stati per lo più al rialzo (46 di 51 centri statisticamente rilevabili), mentre sono diminuiti solo a Forlì (-13%), Trieste (-13%), Pistoia (-6%), Rimini (-4%) e Reggio Calabria (-3%). Gli incrementi maggiori, dall’altra parte, si sono verificati a Bologna e Padova, rispettivamente con un aumento del 96% e dell’89%. Aumenti sopra la media annua del 28% anche per Brescia (75%), Monza (67%), Bergamo (61%) e Torino (41 %). Tra i grandi mercati Roma segna un aumento del 16%, Milano si ferma al 7%, Napoli al 3%. Milano è la città più costosa per i coinquilini italiani con una media di 775 euro al mese. Seguono Bologna (680 euro), Padova (425 euro), Torino (507 euro) e Roma (500 euro). Anche Brescia, con i suoi 490 euro mensili richiesti dai proprietari per una stanza in appartamento condiviso, presenta un costo superiore alla media di 480 euro, sotto la quale troviamo, tra gli altri centri, Napoli (350 euro) mentre, nella parte più bassa del ranking, Reggio Calabria (180 euro) è il capoluogo più economico davanti a Benevento, Potenza e Viterbo che condividono un prezzo medio di 200 euro/mese. Secondo Vincenzo Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista: “L’espansione dell’offerta disponibile può essere attribuita a un cambiamento nel panorama immobiliare, dove molti proprietari hanno deciso di mettere sul mercato degli affitti temporanei immobili precedentemente destinati alla locazione turistica. L’aumento dei costi è in parte alimentato dalle agenzie di co-living, che offrono una gamma di servizi aggiuntivi agli inquilini, come pulizia, manutenzione e arredamento, a un prezzo superiore alla media”.

Bce, Schnabel critica il sondaggio del sindacato interno Ipso

Bce, Schnabel critica il sondaggio del sindacato interno IpsoRoma, 23 feb. (askanews) – Inconsueto sfogo “fuori onda” di Isabel Schnabel, componente del Comitato esecutivo della Bce, contro il sindacato dei dipendenti dell’istituzione, l’Ipso, per il sondaggio interno che un mese fa ha diffuso e da cui emergeva una valutazione molto negativa dell’operato della presidente, Christine Lagarde.


Nei minuti che precedevano un dibattito organizzato a Milano da Forum Analysis, Schnabel, mentre si trovava in prossimità di un microfono che presumibilmente non sapeva essere acceso, ha duramente criticato l’iniziativa dell’Ipso, lamentandosi del forte risalto che ha avuto a livello mediatico. “Sapete questa è gente super aggressiva, in una istituzione in cui il personale viene trattato molto, molto bene”, ha detto in riferimento ai sindacalisti. “Hanno fatto una indagine parziale. E appena l’hanno finita hanno subito fatto filtrare l’indagine alla stampa”.


“Sono usciti titoli terribili, terribili – ha proseguito – che dicevano che Lagarde è la peggiore presidente della storia della Bce”. E che la confrontavano in negativo con il suo predecessore, Mario Draghi. “Ma sapete Mario non è che stesse così tanto alla Bce – ha asserito Schnabel – e non parlava con tutta questa gente” del personale interno. “Mentre Lagarde parla con tutti, è molto accessibile”. E si è ritrovata descritta in termini molto negativi “su tutti i media”, in base a questa iniziativa parte del sindacato dei dipendenti “di una istituzione in cui la gente viene trattata così bene, in cui le buste paga comunque salgono”, ha detto.


Schnabel è entrata nel direttorio della Bce nel gennaio del 2020, mesi dopo che Draghi aveva concluso il suo mandato, nel novembre del 2019. Nel corso della presidenza di Draghi gli attriti alla Bce con la componente tedesca, espressa dalla Bundesbank, si erano acuiti, in particolare sui programmi di acquisto di titoli che vennero avviati in riposta alla crisi dell’euro. Da quando ha rilevato presidenza, Lagarde ha ricucito i rapporti con l’ala del direttorio tradizionalmente sostenitrice di una linea monetaria più intransigente, tra cui ovviamente gli esponenti tedeschi.

Fi, Tajani si candida segretario e si commuove: voi mia famiglia

Fi, Tajani si candida segretario e si commuove: voi mia famigliaRoma, 23 feb. (askanews) – Momento di commozione per Antonio Tajani nella fase finale del suo intervento come candidato segretario di Forza Italia nel corso del congresso in corso all’Eur a Roma.


“Abbiamo fatto un regalo a tuo fratello, caro Paolo – ha detto rivolgendosi a Paolo Berlusconi seduto in platea – un congresso con 1300 delegati che gli rende omaggio, che continua a battersi per quei valori di cui per 30 anni è stato il miglior portabandiera. Ci ha consegnato quella bandiera e noi dobbiamo avere il coraggio e la forza di continuare a tenerla in alto. Ma certamente, se domani mi darete la vostra fiducia e mi eleggerete segretario di Forza Italia, ve lo chiedo con grande amicizia perché questa è la mia famiglia”, ha aggiunto commuovendosi e interrompendosi per qualche istante. “Una famiglia – ha proseguito – alla quale ho dedicato 30 anni della mia vita”.


“Voglio ringraziare tutti quanti voi, tutti coloro che da giorno in cui è venuto meno Silvio, un amico, un maestro, un leader , si sono impegnati senza risparmiarsi e senza arrendersi”, ha aggiunto.

’Reality: Optional’, Miaz Brothers dialogano con opere del XX secolo

’Reality: Optional’, Miaz Brothers dialogano con opere del XX secoloRoma, 23 feb. (askanews) – È stata inaugurata oggi la mostra “Reality: Optional. Miaz Brothers con i Maestri del XX Secolo” (aperta dal 24 febbraio al 26 maggio 2024) alla Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale (Gam), alla presenza dell’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor, della direttrice della direzione Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina, Ilaria Miarelli Mariani, del direttore della galleria Wunderkammern, Giuseppe Pizzuto, del curatore, Claudio Crescentini, e degli artisti.


L’esposizione, la prima di un percorso artistico e culturale che la Sovrintendenza Capitolina intende proporre per celebrare il centenario dell’istituzione della Galleria d’Arte Moderna (1925-2025), nasce dall’incontro tra alcuni capolavori della Gam e il linguaggio artistico dei Miaz Brothers. Un progetto espositivo con circa 60 opere totali, in cui lo spettatore diventa elemento attivo all’interno di un gioco di rimandi, omaggi, richiami, tutti incentrati sui meccanismi di percezione o meno della realtà. La coppia di artisti fratelli è stata infatti chiamata a cimentarsi nella reinterpretazione dei grandi maestri della collezione capitolina (e non solo) attraverso uno stile ritrattistico innovativo, in cui i soggetti originali, riconoscibili nei tratti principali, appaiono fuori fuoco. I Miaz Brothers, ovvero i fratelli Roberto (1965) e Renato (1968), sono da anni impegnati sul tema della percezione e sulla relazione fra realtà e immaginazione e la mostra “Reality: Optional. Miaz Brothers con i Maestri del XX secolo” risulta un loro punto di arrivo importante. Durante il loro processo creativo, i due artisti si sono ispirati direttamente – o indirettamente secondo i casi – ad alcuni capolavori del museo, focalizzando in particolare l’attenzione creativa sul tema, oggi molto sentito e dibattuto, della “post-verità”. Le loro immagini, quindi, non sono mai predeterminate, non c’è una verità che deve essere rivelata, in modo che la realtà resti aperta e inafferrabile.


Per l’arte dei Miaz Brothers le associazioni e le interpretazioni degli osservatori sono fondamentali perché contribuiscono alla definizione dell’opera stessa in un continuo scambio fra artista e pubblico. Questo lungo processo di trasmissione e di ricerca passa attraverso quattro distinte sezioni che compongono il percorso espositivo.


Si comincia con Old Masters, in cui i due fratelli si rivolgono direttamente ai capolavori della storia dell’arte per rileggerli attraverso la tecnica della sfocatura che, mai come in questo caso, rappresenta il filtro ideale verso qualcosa lontano da loro e dall’attualità. In confronto/scontro con loro sono alcuni dei capolavori della collezione capitolina: da Giacomo Balla a Camillo Innocenti, da Auguste Rodin a Bruno Saetti e Adolf Wildt. Si passa, poi, alla sezione Fake Duets, in cui alcuni ritratti femminili della collezione come il “Ritratto di Annina Levi della Vida” (1930-1940) di Giacomo Balla e la “Ragazza alla finestra” (1935) di Contardo Barbieri, scelti perché considerati più affini alla realtà pittorica dei due artisti, entrano in contatto con la loro maniera riproduttiva caratterizzata dall’uso dell’aerografo e dalla riproduzione fuori fuoco.


A seguire, nella terza sezione, Blurred Personalities, sono esposti una serie di ritratti in bianco e nero in cui i confini del volto sono deformati mentre altri presentano porzioni del viso cancellate tramite pittura bianca. Anche in questo caso le opere originali dei Miaz Brothers si affiancano alle fonti di ispirazione provenienti dal museo attraverso le opere di Renato Guttuso, Carlo Levi, Mario Sironi, Antonio Mancini e altri. E proprio di Antonio Mancini è presente in questa sezione il suggestivo e poco noto ritratto femminile del primo ventennio del XX secolo, Figura in giardino. La Spagnola, arrivato eccezionalmente per questo confronto con l’arte dei Miaz Brothers grazie alla collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni. Dai maestri del passato a quelli più recenti. Nell’ultima sezione New Trends and Experiments, il gioco di ispirazione visuale si porta a un livello più ampio: nelle opere dei due fratelli artisti, appaiono figure femminili nude e sfocate, che ammirano di spalle alcuni capolavori dei grandi dell’arte contemporanea come Warhol, Hirst, Lichtenstein. A specchiarsi con loro altre opere della collezione Gam con maestri del ‘900 come Giacomo Balla, Adolfo De Carolis, Filippo De Pisis, Ferruccio Ferrazzi, Mario Mafai, Giorgio Morandi, Luigi Spazzapan, a loro volta fonte di ispirazione per gli stessi artisti contemporanei evocati nei quadri dei Miaz Brothers. Un’attenzione particolare è stata dedicata all’accessibilità: per le persone con disabilità visiva è stato progettato un percorso dedicato, dotato di disegni a rilievo e relative audiodescrizioni, con traduzioni in braille a cura dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Sezione Territoriale di Roma – Ets. Sono inoltre disponibili visite tattili gratuite, guidate da operatori specializzati. La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con Wunderkammern. Organizzazione di Zètema Progetto Cultura e Wunderkammern. A cura di Claudio Crescentini e Wunderkammern. Media Partner: Artuu Magazine. Sponsor tecnico: BIG – Broker Insurance Group. Catalogo: Silvana Editoriale.

Il secondo anniversario dell’invasione russa in Ucraina: incognite e speranze, a che punto è la guerra

Il secondo anniversario dell’invasione russa in Ucraina: incognite e speranze, a che punto è la guerraRoma, 23 feb. (askanews) – La guerra in Ucraina entra domani nel terzo anno, con nessuna soluzione in vista, una crescente contrapposizione tra Russia e Occidente e il G7 con presidenza italiana significativamente riunito a Kiev. Molte incognite, nella generale convinzione che, in un modo o nell’altro, il 2024 sarà l’anno decisivo per l’esito del conflitto scatenato dall’invasione russa due anni fa.


DOPO MESI DI STALLO I RUSSI SPINGONO, KIEV SPERA NEGLI AIUTI OCCIDENTALI Sulla linea del fronte, dopo fasi ad alterne sorti, vige una sorta di stallo che sembra favorire la parte russa. L’invasione russa del 24 febbraio 2022 mirava a prendere il controllo di Kiev e probabilmente a ottenere un cambio di regime: fallimento su entrambi i punti, sulla scia di una reazione ucraina inattesa in termini di efficacia e resilienza. Così da marzo di due anni fa le forze russe hanno ripiegato verso Sud e Sud-est, arrivando a controllare, non senza difficoltà, la maggioranza del Donbass e la fascia litoranea luogo il mar Nero, da Mariupol a Kherson, corridoio di continuità territoriale con la Crimea a cui difficilmente Mosca vorrà rinunciare. A fine estate del 2022 l’esercito ucraino ha condotto con successo una controffensiva a Kaherson e nell’oblast di Kharkiv, costringendo i russi a ritirarsi da diverse città nelle regioni dichiarate annesse alla Federazione russa a settembre. In vista di una maggiore controffensiva ucraina nel 2023, la Federazione russa è poi passata sulla difensiva, costruendo le famose ‘linee Surovikin’ dal nome del generale a capo delle operazione all’epoca, poi allontanato per i suoi rapporti con Evgenij Prigozhin, il capo del gruppo paramilitare Wagner morto la scorsa estate in un misterioso incidente aereo.


Le fortificazioni hanno limitato fortemente l’azione di manovra ucraina e contribuito al fallimento della tanto annunciata controffensiva dell’estate 2023. E la recente presa di Avdijvka permette ai russi di rafforzare le linee difensive sopra Donetsk e preparare, in teoria, altri affondi. In questa fase la situazione è considerata da gran parte degli analisti militari favorevole alla Russia, che conta di sfruttare il vantaggio in termini di uomini, munizioni ed equipaggiamenti. Il Cremlino avrebbe ordinato di sfondare le linee di difesa ucraine prima che gli ucraini possano contrare sul campo su nuovi aiuti occidentali: almeno 60 cacciabombardieri F16, artiglieria e cannoni da 155 MM e altri equipaggiamenti che potrebbero fare la differenza, ma che non sembrano poter arrivare a Kiev prima della fine dell’anno in corso. I russi sono d’altra parte in difficoltà sul fronte marittimo, che ha visto le navi della Flotta del Mar Nero ripetutamente nel mirino degli attacchi ucraini, con consistenti successi.


IL PROBLEMA DEI FRONTI INTERNI E’ diffusa opinione tra gli analisti militari che, in assenza di uno sfondamento da parte russa, il conflitto durerà ancora a lungo. Una prospettiva che chiama in causa la tenuta del fronte interno sia da parte russa che ucraina. Mosca ha virato verso l’economia di guerra e ogni minimo dissenso viene represso: su questo sfondo, la morte in carcere dell’oppositore Aleksey Navalny fa temere al Cremlino nuove fibrillazioni, che sembravano esaurite dopo la fuga di centinaia di migliaia di russi in seguito alla prima ondata di mobilitazione. Le prossime elezioni presidenziali a marzo porteranno alla rielezione di Vladimir Putin per un quinto mandato non consecutivo, che verrà tradotto in plebiscito per il leader e per la guerra da lui iniziata e dichiarata esistenziale per la Federazione russa. Sul versante ucraino, il recente licenziamento del capo delle forze armate segnala tensioni ai vertici, mentre la nuova legge sulla mobilitazione evidenzia un’emergenza in termini di effettivi da mandare al fronte. Al posto di Valerij Zaluzhny ora è Oleksandr Syrsky. Il 2024 sarà un anno difficile per Kiev, e probabilmente decisivo per l’esito del conflitto. L’Ucraina conta di resistere sino all’arrivo degli aiuti europei, 50 miliardi per scopi civili fino al 2027, munizioni e aerei F16. E spera che alla fine il Congresso americano sbloccherà il pacchetto da 60 miliardi di dollari. Diversi Paesi europei hanno firmato accordi bilaterali con l’Ucraina sulla sicurezza, ma non vincolanti giuridicamente: l’Italia potrebbe seguire a breve.


QUALE NEGOZIATO POSSIBILE? Vladimir Putin dice di essere aperto a negoziati, ma su quali basi? Il Cremlino non perde occcasione per ribadire che gli obiettivi iniziali restano invariati, compresa la “denazificazione” che sottitende un cambio di regime e la smilitarizzazione dell’Ucraina. Kiev insiste sull’obiettivo di riconquistare il suo intero territorio ai confini del 1991, quindi Cirmea inclusa, vuole che Putin sia portato davanti a un tribunale e la Russia risarcisca per la distruzione causata. Insomma, salvo implosione di uno dei due fronti, non pare giunto il momento di trattare. LE SANZIONI E LA RESILIENZA (PER ORA) DELL’ECONOMIA RUSSA L’Unione europea ha varato oggi il 13esimo pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia, e nuove misure restrittive sono state annunciate dagli Usa. L’economia russa ha stupito per resilienza e capacità di riorganizzazione e quest’anno il pil è previsto in crescita del 2,6% dal Fmi. Ma l’iper attività del settore militare industriale minaccia squilibri macroeconomici, inflazione in primis e porrà problemi una volta terminato il conflitto, se e quando avverrà. Quest’anno nel bilancio russo sono previste spese militari per 140 miliardi di dollari. L’Europa ha drasticamente ridotto gli acquisti di gas e ufficialmente tagliato ogni ponte commerciale. Le ‘triangolazioni’ con Paesi terzi, poi, tengono in vita un flusso di importazioni che restano vitali per la Russia, soprattutto nel comparto tecnologico. Nel cosiddetto “Sud globale” nessun Paese d’altronde applica le sanzioni contro la Russia. E Mosca ha reindirizzato le sue esportazioni energetiche e di materie prime verso l’Asia, in particolare di idrocarburi verso India e Cina, che coprono quasi il 40% delle importazioni energetiche totali dalla Russia.

Il parlamento tedesco ha approvato la legalizzazione del consumo di cannabis

Il parlamento tedesco ha approvato la legalizzazione del consumo di cannabisRoma, 23 feb. (askanews) – Il parlamento tedesco ha approvato la legalizzazione del consumo di cannabis. Stando a quanto riportato dai media tedeschi, 407 membri del Bundestag hanno votato a favore della legge presentata dalla coalizione di governo, mentre 226 hanno votato contro e quattro si sono astenuti.


La norma prevede che a partire da aprile in Germania le persone con più di 18 anni potranno possedere e trasportare 25 grammi di cannabis per il consumo. Inoltre potranno essere coltivate tre piante di cannabis nelle proprie case. I partiti al governo sostengono che la nuova legge faciliterà l’uso responsabile della cannabis. Tuttavia, sottolinea la Deutsche Welle, i tedeschi sono divisi sulla misura: stando a un sondaggio di YouGov, circa il 47% degli intervistati è in qualche modo o completamente a favore, mentre il 42% è in qualche modo o completamente contrario.

Fabri Fibra esce con “In Italia 2024” featuring Baby Gang e Emma

Fabri Fibra esce con “In Italia 2024” featuring Baby Gang e EmmaMilano, 23 feb. (askanews) – E’ disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali “In Italia 2024”, il brano annunciato a sorpresa solo due giorni fa da Fabri Fibra di cui solo oggi scopriamo i featuring nascosti: Baby Gang e Emma.


Il brano è la nuova versione dell’iconica traccia del 2008 (unico estratto della riedizione del quarto album di Fibra “Bugiardo”) originariamente prodotta da Big Fish che vedeva accanto a Fibra la straordinaria voce di Gianna Nannini. “In Italia 2024 è la dimostrazione di come una canzone, a distanza di 17 anni dalla sua pubblicazione, può avere ancora qualcosa da dire tanto da riuscire a farsi strada da sola e far sentire a tutti la necessità di rinascere in una nuova versione, con nuove voci e nuove rime” ha affermato Fabri Fibra che parlando dei due nuovi featuring ha aggiunto: “Anche in un panorama dove il rap è cambiato, per suoni, flow e contenuti, In Italia ha un suono che funziona ancora oggi e le nuove strofe mie e di Baby Gang raccontano il nostro paese oggi, fotografano un’ Italia ancora più complessa. Per chiudere il brano ci voleva qualcuno che potesse ricantare quel ritornello epico ed Emma è stata all’altezza del ruolo”.


Questo il nuovo testo di “In Italia 2024”: Dove fuggi? In Italia Pistole e macchine, in Italia Machiavelli e Foscolo, in Italia I campioni del mondo sono in Italia Benvenuto in Italia Fatti una vacanza al mare in Italia Meglio non farsi operare in Italia E non andare all’ospedale in Italia La bella vita in Italia Le grandi serate e i gala in Italia Fai affari con la mala in Italia Il vicino che ti spara in Italia


Ci sono cose che nessuno ti dirà Ci sono cose che nessuno ti darà Sei nato e morto qua Sei nato e morto qua Nato nel paese delle mezze verità Ci sono cose che nessuno ti dirà Ci sono cose che nessuno ti darà Sei nato e morto qua Sei nato e morto qua Nato nel paese delle mezze verità


Dove fuggi? Dall’Italia Elegante borsa Gucci, dall’Italia Ferrari e Lamborghini, dall’Italia è pieno di maghrebini, in Italia Come? Fascisti e razzisti al comando, in Italia Ti accendi una canna puoi finire in una gabbia, prendi una condanna che non vedi più tua mamma, dal 2024 al 2040 Non è Chicago né Atlanta ma siamo in Italia, paese dei corrotti e della mafia, dove i tuoi soldi non sono sicuri in banca perché da un giorno all’altro possono finire in tasca Non è Renato Vallanzasca che intasca, ma qua chi si rapina sta in giacca e cravatta Lo Stato ci discrimina soltanto per la faccia, lo sanno che una penna può far più male di un’arma Ci sono cose che nessuno ti dirà Ci sono cose che nessuno ti darà Sei nato e morto qua Sei nato e morto qua Nato nel paese delle mezze verità Ci sono cose che nessuno ti dirà Ci sono cose che nessuno ti darà Sei nato e morto qua Sei nato e morto qua Nato nel paese delle mezze verità Dove fuggi? C’è una guerra ogni giorno al telegiornale Se fai soldi in Italia c’hai contro tutti Scendi in strada con gli amici a festeggiare, mani in alto puoi finire come Cucchi Per l’industria c’è una mente militare, Metal jacket sembra un film di Stanley Kubrik dimmi ancora quante rime devo fare, per sentirmi dire sei speciale Quante rime devo fare per non finire ad un talent, per non rubare, non spacciare, non sparare Perdo la fede, è un reato federale Peggio la rete o finire nelle retate nelle mani sbagliate, altolà Tortora una pioggia di lacrime color porpora Qui brucia la speranza quindi bro, soffoca Sei nato e morto qua, nato qua e morto qua Ci sono cose che nessuno ti dirà Ci sono cose che nessuno ti darà Sei nato e morto qua Sei nato e morto qua Nato nel paese delle mezze verità (ti dirà) (ti darà) (ti dirà) (ti darà) È disponibile da lunedì 19 febbraio su Netflix “Nuova Scena – Rhythm + Flow Italia”, la competizione rap che vede Fabri Fibra giudice insieme a Geolier e Rose Villain. Lo show è distribuito in contemporanea nei 190 paesi in cui il servizio è disponibile. Alle prime quattro puntate disponibili da lunedì seguiranno gli episodi 5-6-7 il 26 febbraio e l’ottavo episodio il 4 marzo.

Gas, prezzo Ttf Amsterdam torna a livelli precrisi Ucraina-Russia

Gas, prezzo Ttf Amsterdam torna a livelli precrisi Ucraina-RussiaRoma, 23 feb. (askanews) – Il prezzo del gas sul famigerato mercato olandese, il Ttf di Amsterdam, che fa da riferimento per molti Paesi dell’Unione Europea è caduto ai minimi dal maggio del 2021, rientrando così al di sotto dei livelli precedenti alla crisi energetica collegata alla guerra in Ucraina e alle sanzioni contro la Russia. Il Financial Times riporta che nel corso della seduta i futures sono scesi fino a quota 22,53 euro per megawatt ora, segnando la terza settimana consecutiva di dimonuzione.


I cali del prezzo del metano sono favoriti dal clima mite che ha ridotto i consumi per il riscaldamento e contribuito a lasciare le scorte europee di gas a livelli sostenuti. Nel frattempo gli approvvigionamenti continuano ad arrivare abbondanti tramite gas naturale liquefatto. Al punto da far quasi balenare lo scenario di un eccesso di offerta.

Meloni è arrivata in Polonia, domani presiede il G7 con Zelensky

Meloni è arrivata in Polonia, domani presiede il G7 con ZelenskyRoma, 23 feb. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata all’aeroporto di Rzeszów, in Polonia.


Rzeszów è di consueto la tappa intermedia del viaggio verso Kiev, che viene raggiunta con un treno che parte dal confine tra Polonia e Ucraina. Anche se non ci sono conferme ufficiali, secondo quanto fatto capire dalla stessa premier ieri sera a ‘Porta a porta’, Meloni dovrebbe presiedere domani da Kiev la prima riunione in video conferenza del G7 a guida italiana. Scopo del summit, ha spiegato, confermare il sostegno dell’Occidente che non deve “dare segnali di stanchezza”. All’incontro parteciperà anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.