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Liguria, Cavo a Orlando: i dati economici non sono manipolabili

Liguria, Cavo a Orlando: i dati economici non sono manipolabiliGenova, 22 feb. (askanews) – “Ringraziamo Andrea Orlando, che con un’intervista incredibile sulla situazione economica della Liguria riesce a collezionare una serie di assist a sostegno della politica vincente portata avanti dall’amministrazione Toti”. Lo afferma la deputata Ilaria Cavo, coordinatrice della Lista Toti, commentando le parole dell’esponente dem in un’intervista rilasciata all’edizione genovese del quotidiano La Repubblica.


“Accusa la giunta – sottolinea Cavo – di disinteresse verso le crisi industriali liguri. Parla proprio lui che, in questo anno e mezzo in cui siede con me nella commissione Attività Produttive della Camera, non ha mai presentato neppure un’interrogazione sulle vertenze liguri in atto e neppure ha avuto il buon gusto di attendere una risposta del governo alle mie diverse iniziative che invece hanno riguardato la Liguria. Come sul caso Piaggio Aerospace, per il quale dice falsità. Ovvero sostiene che i parlamentari di centrodestra si sono detti contrari a una soluzione che coinvolga Leonardo”. “Ma ha letto – aggiunge la coordinatrice della Lista Toti – le pagine del giornale a cui ha rilasciato l’intervista? Già settimane fa sono stata la prima parlamentare a prospettare una soluzione di intervento pubblico, sotto forma di socio di capitale o industriale, qualora non fosse arrivata un’offerta adeguata. E chi potesse essere il socio industriale se non Leonardo leader nello stesso settore in cui si svolge l’attività di Piaggio? E ancora ieri, ho ribadito questa posizione, di costruzione di una soluzione pubblica, nella replica a una mia interrogazione in commissione in cui ho portato in primo piano la questione, ricevendo rassicurazioni dal governo sull’attenzione alla procedura di cessione dell’azienda. Evidentemente Orlando non ha letto i giornali, non so cosa abbia sentito durante il comitato regionale e sicuramente non era in aula in commissione ad ascoltare, ma è tutto registrato”.


“Di certo – ricorda Cavo – era vicesegretario del Pd al governo e poi ministro del lavoro quando è iniziata l’amministrazione straordinaria di Piaggio, ovvero negli anni cruciali in cui la cessione sarebbe stata meno complessa. Cosa ha mai fatto, lui che ora fa tutto semplice e si erge a giudice degli altri come se non avesse mai avuto responsabilità e possibilità di azione?”. “Anche i dati economici che vorrebbe usare per attaccare la giunta – prosegue la vice presidente della Commissione Attività Produttive della Camera – lo smentiscono clamorosamente: in Liguria crescono occupazione, Pil, ricchezza, turismo, export. Orlando nelle risposte è costretto ad ammetterlo, ma cerca improbabili confronti per sostenere tesi che non reggono. I dati non sono manipolabili. Sono quelli, sono ufficiali, forniti da enti e società terzi. Orlando prova a dire che la Liguria cresce solo perché non era cresciuta prima. O che sì, l’occupazione cresce, ma solo per certe categorie e meno per altre. Peccato che ci siano più assunzioni proprio nel settore dell’industria, dove la Liguria sta recuperando attrattività”.


“Ma visto che ama andare a cercare giustificazioni nel passato – conclude Cavo – provi a dire come mai la nostra regione è cresciuta più in questi anni che dopo trent’anni di malgoverno del suo Pd. E dopo quattro governi di sinistra in cui è quasi sempre stato ministro, occupandosi anche di lavoro. Orlando chiude l’intervista dicendo che non sa se si candiderà presidente della Regione e che ora pensa a fare il parlamentare. Ecco, bravo, sarebbe il caso”.

Da R. Toscana 500mila euro per indennizzi danni da lupo

Da R. Toscana 500mila euro per indennizzi danni da lupoRoma, 22 feb. (askanews) – Ammonta a 500mila euro la dotazione finanziaria con cui la Regione Toscana per il 2024 concede indennizzi alle aziende zootecniche che hanno subito danni da predazione provocati dal lupo. Le risorse sono state messe a disposizione dalla giunta regionale su iniziativa della vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi quale riconoscimento alle aziende zootecniche dei danni da predazione provocati dal lupo.


“Anche per il 2024 – ha detto la vicepresidente Saccardi – abbiamo ritenuto opportuno garantire la disponibilità delle risorse finanziare per venire incontro alle esigenze degli allevatori e delle aziende danneggiate che sappiamo quanto attendano questi compensi. Con l’ aumento effettivo del numero di predatori anche in Toscana, ci vogliono risposte più agili rispetto al passato. In quest’ottica, stiamo lavorando a un atto – annuncia la vicepresidente – che possa facilitare e snellire le procedure anche per lo smaltimento delle carcasse, così da ridurre al minimo l’impegno degli allevatori che dovessero trovarsi ad avere questa necessità”. L’erogazione degli indennizzi sarà consequenziale alla partecipazione del bando che uscirà prossimamente.La concessione del contributo è subordinata all’accertamento del danno da predazione da parte del veterinario dell’azienda USL competente e all’applicazione in azienda di almeno una misura di prevenzione (a tutela e protezione degli animali allevati) da parte dei beneficiari, quali: una recinzioni di sicurezza, o strutture ad uso ricovero e cani da guardiania.


L’aiuto è concesso per i danni diretti (rimborso del costo di mercato del capo predato) e per i danni indiretti intesi come i costi veterinari relativi al trattamento di animali feriti sopravvissuti alla predazione. Beneficiari dell’aiuto sono le microimprese, le piccole e medie imprese (PMI) che svolgono attività di allevamento zootecnico di tipo ovino, caprino, bovino, bufalino, suino, equino e asinino in Toscana.

Dal 5 al 7 aprile torna Agriumbria, salone umbro dell’agricoltura

Dal 5 al 7 aprile torna Agriumbria, salone umbro dell’agricolturaRoma, 22 feb. (askanews) – L’agricoltura italiana si riunisce in Umbria per l’edizione numero 55 di Agriumbria, che si terrà a Bastia Umbra (Pg) dal 5 al 7 aprile. La novità principale è la nuova area espositiva a disposizione di Umbriafiere, che consentirà di ospitare nuove aziende. La nuova zona, infatti, oltre a ridisegnare il layout della fiera consentirà di accogliere oltre 50 nuovi espositori.


Come spiega Stefano Ansideri, presidente di Umbriafiere Spa, l’ente che organizza Agriumbria, “questo ampliamento significa poter dare riposte a quegli imprenditori che da anni bussano ai nostri cancelli, significa poter accogliere aziende che nelle passate dizioni non riuscivano a partecipare, significa offrire ai visitatori un’offerta più ampia e variegata. Un primo passo verso un ampliamento, un ammodernamento e una rifunzionalizzazione del centro fieristico regionale”. L’edizione numero 55 ospiterà dunque oltre 450 aziende in rappresentanza di oltre 2.800 marchi. Come di consueto grande spazio sarà dedicato alla parte zootecnica, con la fiera che si conferma Polo italiano delle carni. Al comparto della forestazione sarà destinata un’area demo e dimostrativa, una vera novità che si rivolge alle aziende agricole delle zone montuose e appenniniche.


Dentro Agriumbria troveranno spazio le diverse agricolture italiane e tutti i comparti produttivi e merceologici a queste legate. “Noi – prosegue Ansideri – siamo forse abituati a pensare l’agricoltura come unica entità, ma le proteste di questi giorni svelano quanto in realtà il mondo agricolo sia composito e i malumori degli ultimi giorni sono il risultato di anni di incertezze economiche. Siamo convinti che dal confronto costruttivo possano venire risposte”.

Metro Italia consegna a Orma di Caceres prima Stella Michelin

Metro Italia consegna a Orma di Caceres prima Stella MichelinRoma, 22 feb. (askanews) – Metro Italia ha consegnato la prima stella Michelin al ristorante Orma Roma dello chef Roy Caceres. Di origini colombiane e siriane e cresciuto in Italia, Roy Caceres ha creato nel ristorante Orma Roma una esperienza culinaria dai due volti: al pranzo è un bistrot, di sera propone un’esperienza di fine dining incentrata sulle molteplici influenze che contaminano la sua cucina.


“Sono molto contento per me e il team di Orma di ricevere la targa della stella Michelin. Per noi è un ulteriore stimolo per continuare ad accogliere i nostri ospiti e far vivere loro Orma a 360 gradi”, ha detto Ceceres. “Siamo entusiasti di consegnare a Roy Caceres questo importante riconoscimento, che premia il suo impegno e la sua dedizione. Essere per il settimo anno al fianco di Michelin e avere l’onore di consegnare a tutti gli oltre trecentonovanta ristoratori premiati l’ambita targa è emblema dell’impegno quotidiano di Metro Italia nel sostenere i professionisti della ristorazione, valorizzando il loro talento”, ha commentato Fabio Cavallini, Head of Regional Sales Lazio di Metro Italia.

Mercedes ricavi 2023 +2% a 153,2 mld, dividendo sale a 5,3 euro

Mercedes ricavi 2023 +2% a 153,2 mld, dividendo sale a 5,3 euroMilano, 22 feb. (askanews) – Mercedes chiude il 2023 con consegne, inclusi i van, in crescita dell’1,5% a 2,492 milioni di unità e ricavi del 2% a 153,2 miliardi di euro. Il free cash flow industriale è pari 11,3 miliardi (+39%), la liquidità a 31,7 miliardi (+19%). In crescita il dividendo da 5,2 a 5,3 euro per azione, abbinato a un nuovo piano di buy back da 3 miliardi di euro da completare entro inizio luglio 2025. Per i dipendenti il gruppo distribuirà ad aprile un premio di risultato pari a 7.300 euro. In decisa crescita il titolo in Borsa: +5,2% a 71,6 euro.


“Mercedes-Benz ha continuato la sua trasformazione, sviluppando soluzioni elettriche e digitali all’avanguardia e ottenendo solidi risultati finanziari. Il team è riuscito ancora una volta ad attuare la nostra strategia in un contesto difficile, consegnando l’eSprinter e la nuova Classe E. Allo stesso tempo, abbiamo preparato il terreno per prodotti e piattaforme di prossima generazione come Van.Ea e MB.OS. per mantenere Mercedes-Benz all’avanguardia del settore”, ha detto il Ceo, Ola Kaellenius. Sul fronte del ritorno per gli azionisti “c’è ancora spazio di crescita sia per l’Eps grazie al piano di buyback sia per il dividendo”, ha detto Kaellenius durante la call con gli analisti. Per quanto riguarda invece l’ipotesi di misure protezionistiche da parte dell’Ue per fronteggiare la competizione cinese, Kaellenius ha confermato la propria contrarietà: “qualsiasi misura per aumentare il protezionismo rischia di distruggere valore. Noi ci opporremo”.


La divisione auto nel 2023 registra un calo delle consegne del 4,1% a 2,044 milioni di unità. In crescita la vendita di auto bev del 61% a 240,700 unità e di eVans del 51% a 22.700 unità. Il risultato operativo è pari a 19,7 miliardi in calo del 3,9% penalizzato dalla performance nel IV trimestre (-20,1% a 4,3 mld). A livello di redditività, il ritorno sulle vendite (Ros) per le auto è pari al 12,6% (-2 p.p.), per i furgoni al 15,1% (+3,9 p.p.), mentre il Roe della divisione Mercedes Benz Mobility è del 12,3% (-4,5 p.p.). Per il 2024, Mercedes si aspetta ricavi sui livelli del 2023, un Ebit e un free cash flow industriale in leggero calo. Per la divisione auto il Ros è atteso fra il 10-12%, per i van fra 12-14% per la divisione Mobility un Roe del 10-12%.

Comuni del Piacentino chiedono cabina di pronto intervento

Comuni del Piacentino chiedono cabina di pronto interventoRoma, 22 feb. (askanews) – È una corsa contro il tempo quella in corso sul territorio piacentino contro la Psa. Una battaglia che nei giorni scorsi ha visto una richiesta di intervento alle istituzioni sottoscritta da una cinquantina di suinicoltori del territorio, secondo quanto reso noto da Confagricoltura Piacenza.


“La situazione è gravissima – rimarca l’associazione degli imprenditori agricoli – tant’è che in queste stesse ore i Comuni piacentini hanno scritto alla Provincia di Piacenza per istituire subito una cabina di regia che possa coordinare una sorta di pronto intervento. Parallelamente la Regione Emilia-Romagna ha chiesto al Governo di istituire lo stato di Calamità”. “Dobbiamo fare tutto il possibile e subito – spiega Giovanna Parmigiani, presidente della sezione di prodotto suinicola di Confagricoltura Piacenza e componente di Giunta nazionale dell’Associazione – C’è in gioco tutto il settore suinicolo, dai nostri allevamenti alle nostre tre Dop, con le famiglie legate economicamente alla sorte del settore, per arrivare fino alle cose meno importanti, come le scampagnate in quota, i percorsi eno-gastronomici, la raccolta funghi e le feste all’aria aperta”.


“Tra le richieste nella lettera di noi suinicoltori – ricorda Parmigiani – c’era la proposta di decretare lo stato calamità – emergenza da parte della Regione. Siamo stati ascoltati. Ora speriamo che venga recepito immediatamente anche l’appello dei Comuni”. “Abbiamo appreso di casi di esemplari rinvenuti nei nostri monti – scrivono i sindaci piacentini appellandosi alla presidente della Provincia – e delle conseguenze che ciò sta causando a diversi livelli. Le attività suinicole riferiscono di un’improvvisa decrescita del prezzo di vendita dei suini, mentre il commercio al dettaglio comunica una sensibile diminuzione del volume di acquisto delle carni suine per il consumo domestico. Tutto questo, è evidente, rischia di produrre, sul medio e lungo periodo, conseguenze potenzialmente irreversibili per l’allevamento e più in generale l’economia piacentina”.


Per questo i Comuni chiedono la costituzione di una cabina di regia unica per la gestione dell’emergenza PSA, “avente competenza sul territorio provinciale, formata dai rappresentanti dei seguenti Enti e Organi: Provincia di Piacenza e Polizia Provinciale, rappresentanza dei sindaci, associazioni sindacali agricole, associazioni venatorie, ATC, rappresentanti delle associazioni del settore lavorazioni carni”. “Sottoscriviamo ogni riga della richiesta dei Sindaci che ringraziamo – conclude Parmigiani – se non annientiamo la Psa sarà lei a distruggere noi: o entrando in allevamento aggirando comunque i nostri rigorosi protocolli di biosicurezza rafforzata o uccidendo la filiera con le speculazioni in corso”.

La Bce chiude il 2023 con la prima perdita da 20 anni (1,3 miliardi)

La Bce chiude il 2023 con la prima perdita da 20 anni (1,3 miliardi)Roma, 22 feb. (askanews) – La Banca centrale europea ha chiuso il 2023 con una perdita per la prima volta da 20 anni, un rosso netto da 1,266 miliardi di euro, che riflette gli effetti dei rialzi dei tassi da essa stessa operati sulle varie componenti del suo bilancio. Il passivo è stato parzialmente coperto dal ricorso a accantonamenti sui rischi finanziari per 6,62 miliardi di euro, mentre la perdita lorda è stata pari a 7,886 miliardi. Per trovare un altro anno in rosso bisogna risalire al 2004 mentre ora, per la prima volta, l’istituzione pronostica ulteriori perdite sugli anni immediatamente futuri.


Con un comunicato, la Bce annuncia che non ci saranno distribuzioni di utili alle banche centrali nazionali che aderiscono all’euro per il 2023. Subito dopo puntualizza che la perdita “non ha impatto sulla capacità della Banca di condurre efficacemente la politica monetaria”, e che anzi riflette il ruolo e le azioni monetarie che si sono rese necessarie per mantenere la stabilità dei prezzi, a fronte della galoppante inflazione degli ultimi anni. In particolare l’aumento dei tassi di riferimento da essa stessa operato ha fatto salire i costi delle passività di bilancio che sono soggetti a tassi variabili. Invece i proventi ottenuti dai rendimenti degli attivi di bilancio non sono saliti con la stessa rapidità, dato che molti di questi sono titoli di Stato lunga scadenza e a tasso fisso, spiega la Bce.


Conseguentemente “è probabile che la Bce accusi perdite nei prossimi pochi anni, ma successivamente è previsto che torni a fare consistenti utili”. Peraltro la perdita del 2023 segue “quasi due decenni di profitti consistenti”. L’istituzione aggiunge che la solidità del suo bilancio è ulteriormente assicurata dalla sua base patrimoniale che ammonta 46 miliardi di euro a fine 2023. “In ogni caso la Bce può operare efficacemente nel centrare il suo mandato primario sulla stabilità dei prezzi indipendentemente da qualunque perdita”, si legge. E non si rendono necessarie ricapitalizzazioni dati gli accumuli degli anni passati.


Sempre lo scorso anno la mole complessiva del bilancio della Bce è calata di 24 miliardi di euro a 674 miliardi, prevalentemente a riflesso del graduale declino degli stock di titoli detenuti tramite il programma di acquisti App. Il bilancio consolidato di tutto l’Eurosistema delle banche centrali dell’area euro è invece calato in maniera più drastica, a 6.935 miliardi, da 7.951 miliardi del 2022. La contrazione riflette prevalentemente il forte calo delle operazioni di rifinanziamento a lungo termine alle banche, con 410 miliardi rimborsati sui Tltro III. La riduzione delle consistenze di titoli detenuti per scopi di politica monetaria ha fatto calare il bilancio di altri 243 miliardi, con uno stock complessivo a 4.694 miliardi a fine 2023.


Lo stock di titoli con il piano App, quello su cui è stata avviata da molti mesi una riduzione quantitativa, è sceso di 228 miliardi rispetto a un anno prima, a quota 3.026 miliardi. Lo stock di titoli con il piano anticrisi Pepp, su cui la riduzione vera e propria inizierà invece a luglio, è sceso marginalmente, di 15 miliardi, a quota 1.666 miliardi. Tornando al bilancio della sola Bce, i costi complessivi del personale sono saliti a 676 milioni di euro, da 652 milioni nel 2022, a riflesso prevalentemente dell’aumento di addetti soprattutto nel ramo della vigilanza bancaria, si legge, e degli aggiustamenti salariali. Le altre spese amministrative sono salite a 596 milioni, da 572 milioni del 2022, con il pieno riavvio di tutte le attività in situ.

La Bce chiude il 2023 con la prima perdita da 20 anni (1,3 mld)

La Bce chiude il 2023 con la prima perdita da 20 anni (1,3 mld)Roma, 22 feb. (askanews) – La Banca centrale europea ha chiuso il 2023 con una perdita per la prima volta da 20 anni, un rosso netto da 1,266 miliardi di euro, che riflette gli effetti dei rialzi dei tassi da essa stessa operati sulle varie componenti del suo bilancio. Il passivo è stato parzialmente coperto dal ricorso a accantonamenti sui rischi finanziari per 6,62 miliardi di euro, mentre la perdita lorda è stata pari a 7,886 miliardi. Per trovare un altro anno in rosso bisogna risalire al 2004 mentre ora, per la prima volta, l’istituzione pronostica ulteriori perdite sugli anni immediatamente futuri.


Con un comunicato, la Bce annuncia che non ci saranno distribuzioni di utili alle banche centrali nazionali che aderiscono all’euro per il 2023. Subito dopo puntualizza che la perdita “non ha impatto sulla capacità della Banca di condurre efficacemente la politica monetaria”, e che anzi riflette il ruolo e le azioni monetarie che si sono rese necessarie per mantenere la stabilità dei prezzi, a fronte della galoppante inflazione degli ultimi anni. In particolare l’aumento dei tassi di riferimento da essa stessa operato ha fatto salire i costi delle passività di bilancio che sono soggetti a tassi variabili. Invece i proventi ottenuti dai rendimenti degli attivi di bilancio non sono saliti con la stessa rapidità, dato che molti di questi sono titoli di Stato lunga scadenza e a tasso fisso, spiega la Bce.


Conseguentemente “è probabile che la Bce accusi perdite nei prossimi pochi anni, ma successivamente è previsto che torni a fare consistenti utili”. Peraltro la perdita del 2023 segue “quasi due decenni di profitti consistenti”. L’istituzione aggiunge che la solidità del suo bilancio è ulteriormente assicurata dalla sua base patrimoniale che ammonta 46 miliardi di euro a fine 2023. “In ogni caso la Bce può operare efficacemente nel centrare il suo mandato primario sulla stabilità dei prezzi indipendentemente da qualunque perdita”, si legge. E non si rendono necessarie ricapitalizzazioni dati gli accumuli degli anni passati.


Sempre lo scorso anno la mole complessiva del bilancio della Bce è calata di 24 miliardi di euro a 674 miliardi, prevalentemente a riflesso del graduale declino degli stock di titoli detenuti tramite il programma di acquisti App. Il bilancio consolidato di tutto l’Eurosistema delle banche centrali dell’area euro è invece calato in maniera più drastica, a 6.935 miliardi, da 7.951 miliardi del 2022. La contrazione riflette prevalentemente il forte calo delle operazioni di rifinanziamento a lungo termine alle banche, con 410 miliardi rimborsati sui Tltro III. La riduzione delle consistenze di titoli detenuti per scopi di politica monetaria ha fatto calare il bilancio di altri 243 miliardi, con uno stock complessivo a 4.694 miliardi a fine 2023.


Lo stock di titoli con il piano App, quello su cui è stata avviata da molti mesi una riduzione quantitativa, è sceso di 228 miliardi rispetto a un anno prima, a quota 3.026 miliardi. Lo stock di titoli con il piano anticrisi Pepp, su cui la riduzione vera e propria inizierà invece a luglio, è sceso marginalmente, di 15 miliardi, a quota 1.666 miliardi. Tornando al bilancio della sola Bce, i costi complessivi del personale sono saliti a 676 milioni di euro, da 652 milioni nel 2022, a riflesso prevalentemente dell’aumento di addetti soprattutto nel ramo della vigilanza bancaria, si legge, e degli aggiustamenti salariali. Le altre spese amministrative sono salite a 596 milioni, da 572 milioni del 2022, con il pieno riavvio di tutte le attività in situ.

Anaao: scorta per gli operatori sanitari contro le aggressioni in corsia

Anaao: scorta per gli operatori sanitari contro le aggressioni in corsiaRoma, 22 feb. (askanews) – “E’ di ieri l’ultimo episodio di violenza ai danni di un collega medico. Ormai è uno stillicidio che nessuno riesce a fermare. Allora dateci almeno la scorta per poter lavorare fino a militarizzare gli ospedali se fosse necessario!”. È questa la provocazione lanciata dal Segretario Nazionale Anaao Assomed Pierino Di Silverio di fronte al lungo elenco di aggressioni. “Sono quotidiani ormai i raid ai danni dei colleghi e soprattutto delle colleghe le più bersagliate dalle aggressioni in corsia”, commenta Di Silverio, “ma di contro, permangono tutte le condizioni che le determinano, nell’indifferenza delle istituzioni. Non possiamo esercitare una professione così delicata e impegnativa in un clima di paura costante anche solo di entrare in ospedale”.


“Siamo convinti – prosegue – che l’educazione, per quanto fondamentale per quel radicale cambiamento culturale che serve a fermare episodi di violenza contro chi ogni giorno lavora per garantire standard di salute elevati, non basta, perché viviamo in uno stato di emergenza continuo, lasciati soli a contrastare i sempre più frequenti accessi di ira da parte dei pazienti o peggio dei loro parenti. E la paura di ritorsioni impedisce alla maggior parte dei colleghi di denunciare le aggressioni subite. La grave carenza di personale e la pessima organizzazione del lavoro caratterizzata dal crescente peggioramento delle condizioni in cui viene svolto, la crescente difficoltà con cui i cittadini accedono alle prestazioni sanitarie erogate dal SSN, ci impediscono di esercitare al meglio la nostra professione, che è fatta anche di tempo per il paziente, di disponibilità all’ascolto, di attenzione al dolore, di empatia con chi a noi si rivolge in momenti di sofferenza. Condizioni che diventano sempre più difficili. E allora la soluzione più immediata è fuggire dal servizio sanitario pubblico, soluzione a cui ricorrono almeno 7 colleghi ogni giorno”. “I tempi delle riforme e degli interventi strutturali, pur indispensabili, sono lunghi e nell’immediato bisogna dare risposte certe a migliaia di colleghi per garantire sicurezza e serenità. E questo è compito delle istituzioni. Chiediamo interventi sostanziali e coraggiosi, chiediamo la riorganizzazione delle cure sul territorio per contenere gli accessi ai Pronto Soccorso, l’aumento di posti letto e di personale altrimenti saremo costretti ad abbandonare gli ospedali”, conclude.

Confagricoltura Foggia chiede stato calamità naturale per siccità

Confagricoltura Foggia chiede stato calamità naturale per siccitàRoma, 22 feb. (askanews) – Confagricoltura Foggia, con una lettera a firma del presidente provinciale Filippo Schiavone, scritta al responsabile del servizio territoriale per l’agricoltura di Foggia e ai aindaci della provincia, ha chiesto l’attivazione delle procedure necessarie per il riconoscimento dello stato di calamità naturale per siccità per i produttori della Capitanata.


A motivare il provvedimento, la mancanza di precipitazioni che si è registrata in questi mesi in concomitanza della semina del grano duro, che ha causato la sua mancata germinazione e i danni da siccità alle altre coltivazioni agricole. Nella missiva Schiavone evidenzia il difficile momento che sta vivendo complessivamente il settore primario sollecitando le autorità competenti a valutare l’attivazione dello stato di calamita ex D.Lgs 102/2004. Ai sindaci, Schiavone, chiede di farsi parte attiva nella raccolta delle segnalazioni di danni da parte degli agricoltori del loro territorio.