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Esce il videoclip di Jane Birkin, ultimo singolo di Mika

Esce il videoclip di Jane Birkin, ultimo singolo di MikaRoma, 21 feb. (askanews) – È disponibile su YouTube, il videoclip ufficiale di Jane Birkin, l’ultimo singolo di Mika tratto dal suo ultimo album Que ta tete fleurisse toujours, uscito per Island Def Jam (Universal Music France).


Prodotto da Jealous Films con la regia di Oliver Jennings, il videoclip è la rappresentazione del talento eclettico e visionario di Mika, un viaggio visivo attraverso la trasformazione personale e l’affermazione della propria identità, incanalando il tema della libertà in un’espressione vibrante e coinvolgente. “Il videoclip è stato girato a Londra, su una pista di pattinaggio sul ghiaccio. Ho fatto diverse lezioni con dei professionisti, perché volevo creare qualcosa di speciale per questo pezzo. – racconta Mika – Jane Birkin è un’icona della musica, del cinema e della moda. Era una persona nella quale mi sono sempre identificato perché ha sempre mischiato le diverse culture e la sua scomparsa mi rattrista profondamente. Abbiamo perso una grande artista che appartiene alla storia culturale francese, ma non solo”.


Jane Birkin sarà presente nella setlist dell’APOCALYPSE CALYPSO TOUR, la nuova tournée europea di Mika che prenderà il via dalla Francia, passerà per Lussemburgo, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Irlanda e arriverà anche in Italia, venerdì 19 luglio, con un concerto speciale al Lucca Summer Festival. “Non vedo l’ora di cantare dal vivo questo brano, anche nel mio concerto del prossimo 19 luglio a Lucca dove magari introdurrò una strofa in italiano”.

Fisco, primo ok Cdm a dlgs revisione sistema sanzionatorio tributario

Fisco, primo ok Cdm a dlgs revisione sistema sanzionatorio tributarioRoma, 21 feb. (askanews) – Primo via libera del Consiglio dei Ministri al decreto legislativo che, in attuazione della legge delega per la riforma fiscale provvede alla complessiva revisione del sistema sanzionatorio tributario. Il provvedimento passa ora all’esame delle Commissioni parlamentari competenti per il parere e tornerà poi in Cdm per l’esame definitivo.


Gli ambiti di intervento, spiega il comunicato di Palazzo Chigi, del decreto riguardano: le disposizioni comuni alle sanzioni amministrative e penali, con l’integrazione fra le diverse fattispecie sanzionatorie, la revisione dei rapporti tra processo penale e processo tributario, l’introduzione di meccanismi di compensazione tra le sanzioni da irrogare e quelle già irrogate (divieto del “bis in idem”) e la riduzione delle sanzioni; le sanzioni penali, con particolare riferimento alla revisione dei profili sanzionatori per gli omessi versamenti non reiterati; le sanzioni amministrative, prevedendo una maggiore proporzionalità tra le sanzioni rispetto alle condotte contestate, ferma restando la maggiore rilevanza di comportamenti fraudolenti, e realizzando una revisione della disciplina della recidiva dei cumuli e delle continuazioni.

Crollo Firenze, Landini: da governo basta chiacchiere, ora trattativa seria

Crollo Firenze, Landini: da governo basta chiacchiere, ora trattativa seriaFirenze, 21 feb. (askanews) – “Chiediamo che si apra una trattativa seria, di annunci, di chiacchiere ne ho già sentite anche troppe”, il governo “è da luglio che non ci sta incontrando”. Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, parlando con i giornalisti a Firenze al suo arrivo alla manifestazione davanti al cantiere dove venerdì sono morte cinque persone.


“Siamo convocati lunedì mattina, bene, si apra una trattativa, non sia il solito film che ci tengono mezz’ora a Palazzo Chigi per poi fare quello che vogliono” ha sottolineato Landini. Vep

Petrolio, Unem: a gennaio consumi +4,1%, benzina +8,6%

Petrolio, Unem: a gennaio consumi +4,1%, benzina +8,6%Roma, 21 feb. (askanews) – Complessivamente a gennaio i consumi petroliferi italiani, con un giorno lavorativo in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno, sono stati pari a poco più di 4,5 milioni di tonnellate, in aumento del 4,1% (+179.000 tonnellate). Tale risultato è stato raggiunto nonostante l’azzeramento totale dell’olio combustibile per la termoelettrica e il calo della petrolchimica. Lo rende noto l’Unem, Unione energie per la mobilità.


I consumi di carburanti autotrazione (benzina+gasolio) sono stati pari a 2,5 milioni di tonnellate, di cui 0,6 milioni di benzina e 1,9 milioni di gasolio, con un incremento del 10% rispetto allo stesso mese del 2023 (+228.000 tonnellate). Tale dinamica riflette, anche in questo mese, un confronto con volumi di gennaio 2023 in qualche misura “falsati” dall’anticipazione dei rifornimenti negli ultimi giorni del mese di dicembre 2022 in vista del ripristino delle accise piene dal primo gennaio 2023. La benzina ha mostrato un incremento dell’8,6% (+50.000 tonnellate) rispetto a gennaio 2023, con andamento quasi analogo per la benzina venduta sulla rete. Crescita legata in parte ai motivi statistici già citati, connessi al ritorno all’accisa normale, ai quali si somma la fase di rafforzamento dell’uso della benzina da parte degli automobilisti, divenuto ormai un trend strutturale che trova conferma anche con il confronto verso il periodo pre-pandemico di gennaio 2020 (+10%); il gasolio autotrazione, con 178.000 tonnellate in più, ha rilevato un aumento del 10,5% rispetto a gennaio 2023.


Il carburante per aerei (jet fuel) anche in questo mese ha rilevato una decisa crescita (+24,1%, +61.000 tonnellate) rispetto a gennaio 2023, che lo ha avvicinato notevolmente i consumi ai volumi pre-pandemici (-4%). In decisa flessione invece i consumi per la produzione di energia elettrica (- 19%) e la carica petrolchimica netta (-23,4%) che dopo un moderato recupero negli ultimi mesi del 2023 torna a segnare cali a due cifre, riflesso di un quadro ancora critico per il settore petrolchimico.

Nato, Stoltenberg: vogliamo vedere Georgia verso piena adesione

Nato, Stoltenberg: vogliamo vedere Georgia verso piena adesioneMilano, 21 feb. (askanews) – “Vogliamo vedere la Georgia muoversi nella giusta direzione. Verso più democrazia e prosperità. Verso la piena adesione alla famiglia euro-atlantica”. Lo ha detto il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg con Irakli Kobakhidze, primo ministro della Georgia.


Il segretario generale dell’alleanza ha poi aggiunto: “Ci siamo già incontrati in passato, ma questa è la prima volta che ci incontriamo nella sua nuova veste di Primo Ministro e pertanto vorrei iniziare congratulandomi con lei per la sua nomina e non vediamo l’ora di lavorare con lei. La Georgia è uno stretto partner della Nato e sosteniamo pienamente la sovranità e l’integrità territoriale della Georgia”. “Mi congratulo con voi per aver ottenuto lo status di candidato all’Unione europea. Ora è importante che la Georgia continui e intensifichi le riforme interne e sostenga i valori democratici”, ha dichiarato.


Stoltenberg ha poi promesso: “La Nato continuerà a stare al vostro fianco mentre lavorate per realizzare tali aspirazioni”.

Musica, Jack Savoretti: il 10 maggio esce “Miss Italia”

Musica, Jack Savoretti: il 10 maggio esce “Miss Italia”Roma, 21 feb. (askanews) – Jack Savoretti, una voce ruvida, appassionata e struggente che ammalia e rapisce incarnando alla perfezione la fisionomia del giovane cantautore, è pronto per il suo ritorno discografico con un progetto completamente inedito. Il prossimo 10 maggio uscirà “Miss Italia”, il primo album interamente in italiano del cantautore italo inglese (Capitol Records italy/Universal Music Italia). L’album è disponibile in pre-order a partire da oggi.


“Vorrei che le persone ascoltando questo disco lo percepiscano come un disco di Jack Savoretti, senza pensare a quale sia la lingua in cui canto. È in italiano ma è Jack Savoretti non è un disco di Savoretti in italiano”, ci tiene a sottolineare Jack Savoretti annunciando questo nuovo progetto a lui molto caro. Un legame, quello di Jack, con la musica italiana andato in scena anche lo scorso 9 febbraio sul palco del Teatro Ariston di Sanremo in occasione della 74° edizione del Festival della Canzone italiana dove Savoretti ha interpretato insieme a Diodato “Amore che vieni, amore che vai” di Fabrizio De André, artista a cui Savoretti è molto legato essendo stato uno dei pilastri della sua formazione artistica.


Ma non è tutto: il 22 febbraio, infatti, uscirà in tutto il mondo “Senza una donna (Without A Woman)” di Zucchero in una versione riarrangiata e riprodotta featuring Jack Savoretti. Per Savoretti ricantare questa canzone (originariamente pubblicata da Zucchero e Paul Young) non è solo un grande onore ma ha per lui una profonda importanza personale: “Questa canzone mi permise di riunire per la prima volta le mie due identità. Da una parte l’italiano, la lingua di mio padre che io all’epoca parlavo poco ahimè ma che comprendevo sicuramente di più dei miei coetanei inglesi, e dall’altra l’inglese, la lingua di mia madre che la cantava in casa duettando con mio padre. Senza una donna riassumeva la loro unione, il loro rapporto, esattamente come me, metà italiano e metà inglese”. Dopo aver annunciato alcuni appuntamenti in Gran Bretagna, Germania, Polonia e Svizzera, Savoretti ha annunciato le prime date italiane che lo vedranno impegnato in questo 2024 in luoghi davvero unici del nostro paese come Gardone Riviera (il 7 luglio al Tener-a-mente Festival), Marina di Pietrasanta (il 31 luglio al Teatro La Versiliana), Bologna (il 16 dicembre all’Europauditorium) e Roma (19 dicembre all’Auditorium della Conciliazione).


Oltre un milione di copie vendute grazie a 7 album pubblicati in lingua inglese (di cui 2 arrivati al primo posto della classifica UK) in oltre 10 anni di carriera e 20 anni di ricerca espressiva, Jack Savoretti ha scritto numerose pagine di canzoni e poesie raccontando una vita da viaggiatore alla ricerca della sua anima artistica divisa tra l’Inghilterra (dove è nato e tutt’ora vive), l’Italia (da cui prende il cognome e una forte passione per la poesia e il romanticismo), la Svizzera (dove ha studiato) e il mondo intero, attraverso cui ha viaggiato negli anni per riuscire a trovare il suo suono, il suo modo di esprimere se stesso.

Europee, von der Leyen: non intendo lavorare con gli amici di Putin e anti-Ue

Europee, von der Leyen: non intendo lavorare con gli amici di Putin e anti-UeBruxelles, 21 feb. (askanews) – Della coalizione politica che dovrà sostenere la riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea, dopo le elezioni di giugno, non dovranno far parte formazioni di eurodeputati euroscettici, “amici di Putin” o che non sostengano chiaramente l’Ucraina nella guerra contro la Russia, la Nato e lo stato di diritto, la democrazia e i valori dell’Ue. Lo ha affermato la stessa von der Leyen, oggi a Bruxelles, rispondendo alle domande dei giornalisti in un conferenza stampa congiunta con il presidente del Ppe, Manfred Weber, dopo una riunione dello stesso Ppe in cui si è discusso del sostegno alla sua candidatura per succedere a sé stessa. A chi chiedeva se pensi, come possibile futura presidente della Commissione, di poter lavorare con una maggioranza parlamentare che includa il gruppo della destra conservatrice Ecr (Conservatori e riformisti europei), di cui fa parte Fdi di Giorgia Meloni, von der Leyen ha replicato: “Per me è importante lavorare con degli europeisti, pro-Nato, pro-ucraini, che siano chiaramente sostenitori dei nostri valori democratici. Quindi, è più una questione di contenuti”, che non del gruppo politico di provenienza.


“Sappiamo – ha continuato la presidente della Commissione – che ogni elezione europea comporta un cambiamento nella composizione dei diversi partiti politici e dei diversi gruppi politici; quindi i contenuti contano. Quelli con cui voglio lavorare e so di poter lavorare sono coloro che difendono la democrazia contro gli euroscettici e che difendono i nostri valori contro gli amici di Putin; questi sono quelli con cui voglio lavorare e so di poter lavorare”.Un altro giornalista ha ricordato che dell’Ecr fanno parte partiti euroscettici di estrema destra, come il polaco “Legge e Giustizia” che è contro lo stato di diritto, o il partito francese pro-Putin “Reconquete”, entrato nel gruppo la settimana scorsa, e forse in futuro ci sarà anche il partito ungherese Fidesz del Premier Viktor Orbßn. E ha riproposto a von der Leyen la stessa domanda: se sia disposta a formare una coalizione con il gruppo Ecr nel suo prossimo mandato.“Con chi è contro lo stato di diritto dell’Ue è impossibile, con gli amici di Putin è impossibile”, ha replicato la presidente della Commissione. Per poter far parte della nuova maggioranza, ha puntualizzato, “ci deve essere un posizionamento molto chiaro da parte dei politici”. Tuttavia, ha osservato, “non sappiamo ancora chi siederà nel gruppo Ecr dopo le elezioni. O quali gruppi di eurodeputati lasceranno l’Ecr e, ad esempio, aderiranno al Ppe, il che è anche possibile.


Insomma, per gli eurodeputati e le forze politiche che vorranno far parte della coalizione ci sarà una “linea rossa”, un linea che non potrà essere oltrepassata, e che sarà definita in base a una serie di domande. “La ‘linea rossa’ è: siete per la democrazia? Difendete i nostri valori? Siete molto fermi per lo stato di diritto? Sostenete l’Ucraina? E vi battete contro il tentativo di Putin di indebolire e dividere l’Europa? E le risposte a queste risposte devono essere molto chiare”, ha concluso von der Leyen. 

Vino, Consorzio Doc Sicilia racconta Denominazione in Uk, Usa e Canada

Vino, Consorzio Doc Sicilia racconta Denominazione in Uk, Usa e CanadaMilano, 21 feb. (askanews) – Regno Unito, Usa, Canada e Cina: sono questi i Paesi, oltre all’Italia e all’Europa, sui quali punterà l’attenzione nel 2024 il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia per promuovere la qualità dei suoi prodotti e innalzarne così il valore. Un intenso programma di relazioni ed educational con distributori, ristoratori e retailers volti ad aumentare la conoscenza e la visibilità del brand.


In particolare, il 10 giugno a Londra, si terrà un “walk around tasting” dedicato all’incontro tra aziende e buyers del mercato UK, in collaborazione con la testata trade “The Drinks Business”. A seguire, negli Stati Uniti, oltre alla partnership con Colangelo & Partners per seminari, tasting e incoming per gli operatori del settore, si ripeterà un “Grand walk around tasting” a New York (20 giugno), preceduto da altri eventi più piccoli a Boston (12 giugno), Chicago (13 giugno) e Miami (17 giugno). Le attività dedicate al trade saranno completate dalla partecipazione del Consorzio al “TexSom”, e dalla presenza di vini Sicilia Doc al “Wine & Spirits event” a New York il 15 febbraio, e alle tappe di Washington il 18 marzo e San Francisco il 27 marzo dello “Slow Wine Tour”. In Canada saranno coinvolti i principali Monopoli del Paese, ed è prevista una grande attività promozionale in Ontario dal 21 luglio al 17 agosto con Lcbo, nonché la partecipazione al “Festival des vins de Saguenay” in Quebec (11-13 luglio). “In Europa, dai giornalisti ai sommelier, dagli influencer agli operatori del settore, il Consorzio vuole raggiungere i propri target principali, oltre che con i canali digital anche con eventi sul territorio nazionale” ha affermato il presidente del Consorzio, Antonio Rallo, aggiungendo che “una delle occasioni più importanti per divulgare i prodotti consortili sarà Vinitaly, a cui presenzierà ancora una volta con uno stand totalmente dedicato, dove si alterneranno masterclass, seminari e degustazioni per il pubblico qualificato della fiera, mettendo in degustazione i vini dei produttori che aderiranno all’iniziativa”.


Proprio per quanto riguarda il salone internazionale del vino e dei distillati che si terrà a Verona dal 14 al 17 aprile, oltre ai focus sull’enoturismo siciliano realizzati in collaborazione con “Le Soste di Ulisse”, il Consorzio presenterà i risultati e organizzerà delle degustazioni di alcuni vini sperimentali nell’ambito del progetto per la “Valorizzazione della biodiversità viticola siciliana” (BiViSi). Sarà poi illustrato il progetto “Vista Lucido”, che ha l’obiettivo “di creare un modello di approccio innovativo e sostenibile di valorizzazione delle produzioni autoctone, con particolare riguardo alla cultivar Lucido con la conseguente valorizzazione dei vini, anche attraverso l’introduzione di nuove tipologie di prodotto, e migliorando la loro riconoscibilità sui mercati”.

Africa, la sfida dell’educazione nel continente più giovane

Africa, la sfida dell’educazione nel continente più giovaneRoma, 21 feb. (askanews) – La sfida dell’istruzione in Africa è la sfida dell’intero pianeta, perché il futuro è di questo continente: entro il 2050, una persona su 4 sarà africana. Nel 2023, il continente africano ha registrato la più grande popolazione di giovani del pianeta ed entro il 2050, il 40% di tutte le persone di età inferiore ai 18 anni, circa 1 miliardo di persone, sarà in Africa. Eppure circa 98 milioni di bambini sono fuori dalla scuola nell’Africa subsahariana e quasi l’86% fatica a raggiungere l’alfabetizzazione di base entro i 10 anni. Riconoscendo questa sfida planetaria, l’Unione africana ha dichiarato il 2024 “Anno dell’istruzione” e proprio dopo la chiusura del vertice dell’Ua, tenutosi il 17 e 18 febbraio ad Addis Abeba, la Global Partnership for Education, nell’ambito del Civil 7, in collaborazione con il Coordinamento italiano Diaspore per la cooperazione, AVSI, Save the Children, Global Campaign for Education, Global Compact on education e Comunità di Sant’Egidio promuove l’evento “Educazione, emergenza comune”, giovedì 22 febbraio a Roma alle ore 14 e trenta all’Hotel Nazionale.


In occasione dell’appuntamento verranno comunicate per la prima volta in Italia, in seno alla presidenza del G7 del nostro Paese, le linee guida e le raccomandazioni dei capi di Stato dell’Unione Africana sull’educazione nel XXI secolo, appena approvate al Vertice dell’Unione Africana. “Come ci insegna la storia dell’Italia, l’istruzione ha rappresentato la base del progresso economico e sociale, offrendo a tutti i bambini la possibilità di imparare una lingua comune, le competenze di base e un nuovo senso di identità – spiega Laura Frigenti direttrice generale della Global Partnership for Education – L’Italia ha un’esperienza preziosa da condividere per fare dell’istruzione un trampolino di lancio per economie più forti e società più giuste e stabili. Dopo la Conferenza Italia-Africa e l’inizio della presidenza del G7 nel 2024, il messaggio che viene dai leader Africani è chiaro e l’Italia ha l’opportunità cruciale di contribuire in maniera determinata a realizzare le loro raccomandazioni, rifondando le relazioni G7 Africa’.


I benefici economici dell’istruzione sono enormi: se si punta sull’istruzione si registrerà un potenziale aumento del reddito pro capite in Africa del 50% entro il 2050 e di quasi il 120% entro il 2100. Ma non è finita qui: una popolazione africana istruita e qualificata può essere la leva che porta a società più produttive e più sostenibili, in grado di affrontare le sfide dei cambiamenti climatici, con effetti a cascata che garantiranno che le risorse future sia umane che economiche si autoalimentino e si rafforzino. Basti pensare che un bambino la cui madre sa leggere ha il 50% in più di probabilità di vivere oltre i cinque anni, il 50% in più di probabilità di essere vaccinato e il doppio di probabilità di frequentare la scuola. L’accesso all’istruzione promuove anche la pace e la stabilità: è stato stimato che la probabilità di conflitto più che raddoppia nei Paesi con un’incidenza doppia di disuguaglianza educativa. L’istruzione, infatti, favorisce società coese e pacifiche: i Paesi con più anni di istruzione sperimentano meno conflitti. “Investire nell’istruzione in Africa è fondamentale per raggiungere le principali priorità politiche dell’Italia per la sua presidenza G7 – conclude Ruth Kagia consigliere speciale Global Partnership for Education per l’Unione Africana – ovvero promuovere la crescita economica e la stabilità della regione e ridurre i fattori di spinta della migrazione”.


“È un messaggio pieno di speranza quello del Papa, quando dice: ‘Guardiamo all’Africa con molta fiducia, perché ha tutto quanto le serve per essere un continente capace di tracciare i cammini futuri. Mi riferisco non solo alle grandi risorse ai progressi economici e nei processi di pace, penso soprattutto alle risorse educative: i valori dell’educazione tradizionale africana, soprattutto quelli dell’ospitalità, dell’accoglienza, della solidarietà, sono valori che si integrano perfettamente nel Patto Educativo. Con queste parole, il Papa conferma che l’Africa non è solo la madre dell’umanità, ma anche un’educatrice, non solo grazie alla sua educazione tradizionale, ma anche a quella moderna’” dichiara Ezio Lorenzo Bono segretario del Global Compact on Education che partecipa al seminario “Educazione, emergenza comune”. “Le diaspore africane sono sempre state impegnate attivamente nell’educazione, la formazione professionale e l’istruzione nei loro Paesi d’origine. Oggi il contributo delle Diaspore, in termini di capitale umano, expertise e reti di relazioni, è fondamentale per rafforzare i sistemi educativi africani, promuovere l’innovazione e colmare il divario di competenze. Questo impegno delle Diaspore si traduce in innumerevoli iniziative a sostegno di scuole e università, borse di studio, condivisione di conoscenze e scambi culturali. L’empowerment delle Diaspore è chiave per costruire un futuro migliore per l’Africa basato sull’istruzione di qualità e sulla crescita economica inclusiva” afferma Mani Ndongbou Bertrand Honore, presidente del CIDCI, Coordinamento Italiano delle Diaspore per la Cooperazione Internazionale.


“Non è un tema per gli addetti della cooperazione allo sviluppo o dei fondi globali di investimento. L’educazione c’entra con lo sviluppo di noi tutti, con le questioni più dibattute e divisive oggi, dalla crisi climatica alle migrazioni, dall’instabilità economica alle guerre sempre più vicine – afferma Giampaolo Silvestri, segretario generale di Fondazione AVSI – Sostenere l’educazione in Africa significa investire in sviluppo. Dobbiamo mettere in campo, insieme, energia, creatività, fondi e partnership per un’educazione intesa come quella relazione che permette alla persona di scoprire il suo valore unico e irripetibile, di divenire consapevole della propria dignità irriducibile, quindi capace di prendere in mano la sua vita da protagonista e di elaborare un progetto di riuscita di sé e di sviluppo autentico della sua comunità.” “Assicurare il diritto all’educazione inclusiva e di qualità per tutti i bambini e le bambine in Africa, e nel mondo, deve essere un tema prioritario per qualunque agenda politica. L’educazione rappresenta le fondamenta dello sviluppo dei singoli e della collettività, il mezzo per consentire a ciascun bambino il raggiungimento del suo pieno potenziale e per costruire società resilienti, inclusive e pacifiche – afferma Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia -L’anno africano dell’istruzione, la centralità del continente africano e dell’educazione per la cooperazione italiana allo sviluppo, nell’anno della Presidenza Italiana del G7, non possono che rappresentare opportunità fondamentali per rilanciare con forza l’impegno e il partenariato globale volto al raggiungimento dell’SDG4 entro il 2030”. “La sfida dell’istruzione delle giovani generazioni è talmente cruciale per il futuro del continente africano e dell’intero pianeta che deve essere affrontata mettendo a frutto tutte le risorse disponibili. Si tratta infatti di una sfida enorme che anche nella Comunità di Sant’Egidio sentiamo come nostra responsabilità. Infatti, recuperare i marginali all’educazione e riportarli in percorsi di istruzione formale è il lavoro quotidiano di migliaia di volontari di Sant’Egidio in Malawi, Centrafrica, RDC e in altri 24 paesi africani. Sono bambini che per le difficoltà della vita si sono ritrovati in strada, senza famiglia, senza certificato di nascita, che nei volontari di Sant’Egidio trovano il supporto per ricominciare o cominciare il percorso scolastico e di integrazione nella società” spiega Evelina Martelli, Scuola di Pace Comunità di Sant’Egidio. “Parlare di futuro del continente africano come chiave del domani globale richiede, anzitutto, di rigettare la visione di istruzione come limitato insieme di obiettivi di apprendimento. L’istruzione che plasma l’avvenire è trasformativa, rende la persona capace di inserirsi nel proprio contesto locale in modo politicamente attivo e garantisce la padronanza degli strumenti utili a comprendere la dimensione internazionale nella quale ognuno è inserito. Investire in questo tipo di istruzione significa affrontare il nodo del colonialismo culturale e promuovere una cooperazione globale tra pari. Solo in questo modo si gettano le basi per realizzare luoghi dai quali non si voglia o si debba fuggire”, dichiara Emanuele Russo coordinatore della Global Campaign for Education Italia. “Educare significa tirar fuori. Dobbiamo lavorare insieme perché i giovani in Africa possano tirar fuori e sviluppare le loro doti, la loro fantasia e le loro capacità per costruire insieme un mondo migliore. La politica e le istituzioni sono chiamate a ridurre le debolezze dei sistemi educativi, valorizzando le soluzioni locali già oggi in molti casi innovative” conclude Riccardo Moro Chair del Civil7.

Europee, le linee rosse di von der Leyen: no coalizioni con amici Putin e anti-Ue

Europee, le linee rosse di von der Leyen: no coalizioni con amici Putin e anti-UeBruxelles, 21 feb. (askanews) – Della coalizione politica che dovrà sostenere la riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea, dopo le elezioni di giugno, non dovranno far parte formazioni di eurodeputati euroscettici, “amici di Putin” o che non sostengano chiaramente l’Ucraina nella guerra contro la Russia, la Nato e lo stato di diritto, la democrazia e i valori dell’Ue. Lo ha affermato la stessa von der Leyen, oggi a Bruxelles, rispondendo alle domande dei giornalisti in un conferenza stampa congiunta con il presidente del Ppe, Manfred Weber, dopo una riunione dello stesso Ppe in cui si è discusso del sostegno alla sua candidatura per succedere a sé stessa.  


A chi chiedeva se pensi, come possibile futura presidente della Commissione, di poter lavorare con una maggioranza parlamentare che includa il gruppo della destra conservatrice Ecr (Conservatori e riformisti europei), di cui fa parte Fdi di Giorgia Meloni, von der Leyen ha replicato: “Per me è importante lavorare con degli europeisti, pro-Nato, pro-ucraini, che siano chiaramente sostenitori dei nostri valori democratici. Quindi, è più una questione di contenuti”, che non del gruppo politico di provenienza. “Sappiamo – ha continuato la presidente della Commissione – che ogni elezione europea comporta un cambiamento nella composizione dei diversi partiti politici e dei diversi gruppi politici; quindi i contenuti contano. Quelli con cui voglio lavorare e so di poter lavorare sono coloro che difendono la democrazia contro gli euroscettici e che difendono i nostri valori contro gli amici di Putin; questi sono quelli con cui voglio lavorare e so di poter lavorare”.


Un altro giornalista ha ricordato che dell’Ecr fanno parte partiti euroscettici di estrema destra, come il polaco “Legge e Giustizia” che è contro lo stato di diritto, o il partito francese pro-Putin “Reconquete”, entrato nel gruppo la settimana scorsa, e forse in futuro ci sarà anche il partito ungherese Fidesz del Premier Viktor Orbán. E ha riproposto a von der Leyen la stessa domanda: se sia disposta a formare una coalizione con il gruppo Ecr nel suo prossimo mandato. “Con chi è contro lo stato di diritto dell’Ue è impossibile, con gli amici di Putin è impossibile”, ha replicato la presidente della Commissione. Per poter far parte della nuova maggioranza, ha puntualizzato, “ci deve essere un posizionamento molto chiaro da parte dei politici”. Tuttavia, ha osservato, “non sappiamo ancora chi siederà nel gruppo Ecr dopo le elezioni. O quali gruppi di eurodeputati lasceranno l’Ecr e, ad esempio, aderiranno al Ppe, il che è anche possibile.


Insomma, per gli eurodeputati e le forze politiche che vorranno far parte della coalizione ci sarà una “linea rossa”, un linea che non potrà essere oltrepassata, e che sarà definita in base a una serie di domande. “La ‘linea rossa’ è: siete per la democrazia? Difendete i nostri valori? Siete molto fermi per lo stato di diritto? Sostenete l’Ucraina? E vi battete contro il tentativo di Putin di indebolire e dividere l’Europa? E le risposte a queste risposte devono essere molto chiare”, ha concluso von der Leyen.