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Fiaccolata al Campidoglio per Navalny. Lega contestata: “Vergogna!”

Fiaccolata al Campidoglio per Navalny. Lega contestata: “Vergogna!”Roma, 19 feb. (askanews) – Urla e contestazioni contro la Lega alla fiaccolata bipartisan organizzata a piazza del Campidoglio per ricordare il dissidente russo Aleksej Navalny morto il 16 febbraio. All’indirizzo del capogruppo al Senato del Carroccio Massimiliano Romeo, capo delegazione della Lega, diversi partecipanti hanno urlato “Vergogna, vergogna!”, “Tornatene in Russia”, in riferimento a manifestazioni di simpatia per il presidente russo Vladimir Putin espresse più volte in passato dal leader del Carroccio Matteo Salvini.


“Siamo qui – ha spiegato Romeo ai giornalisti che gli chiedevano conto delle responsabilità di Putin nella morte di Navalny – perché il sospetto ce l’abbiamo” ma “la certezza non ce l’ho. Noi difendiamo la libertà e chiediamo che la comunità internazionale accerti” le responsabilità “e faccia pagare per questo crimine”, ha sottolineato Romeo. Parole che hanno esacerbato ancora di più gli animi dei presenti, che hanno continuato con i cori “Vergogna!”, “Ipocrita”. “Ecco i democratici, viva la democrazia!”, ha ribattuto Romeo.


Contestazioni che hanno irritato il partito di Salvini che poi, in una nota, ha commentato: “Chi ha usato la piazza di Roma per insultare e attaccare la delegazione della Lega non ha capito la lezione di Navalny che ha dedicato la propria vita alla libertà”. Promotore della fiaccolata era stato il leader di Azione Carlo Calenda, il quale, arrivando in piazza, si era detto “contento che tutte le forze politiche siano qui. Non è una cosa comune per l’Italia. È un segnale importante di solidarietà per chi muore per la libertà – aveva sottolineato Calenda -. I dissidenti russi combattono per la libertà che è un valore universale e non è limitato al Paese per cui si combatte. Noi siamo qui per questa ragione”.


La fiaccolata ha rappresentato “un forte segnale di unità di tutto il paese e della comunità internazionale”, ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri esprimendo “sdegno e condanna più forti per la morte di Alexei Navalny, risultato di una lunga deliberata feroce persecuzione politica”. Sulla stessa linea la segretaria del Pd Elly Schlein, secondo la quale per la morte di Aleksei Navalny c’è “un solo responsabile: il regime russo di Putin”. Quella di stasera, ha spiegato Schlein, è stata “una serata contro un regime che non tollera il dissenso e che uccide la libertà. Dei democratici come noi – ha aggiunto la segretaria del Pd – non possono tollerare in nessun paese una compressione costante dei diritti fondamentali democratici”.


In rappresentanza del M5s c’era il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli, il quale ha sottolineato come fosse “giusto essere qui a fianco di chi ha dato la vita per la libertà di informazione e o libertà di opporsi al regime”. Tra gli altri esponenti politici presenti anche il segretario di Avs, Nicola Fratoianni, con Angelo Bonelli, il ministro dello Sport, Andrea Abodi, il segretario di +Europa, Riccardo Magi, e il deputato di FdI Giovanni Donzelli.

Ex Ilva, Urso: interessati numerosi investitori italiani ed esteri

Ex Ilva, Urso: interessati numerosi investitori italiani ed esteriRoma, 19 feb. (askanews) – Per entrare nel capitale dell’ex Ilva “già si sono affacciati numerosi investitori italiani e stranieri”. Lo ha annunciato ai sindacati il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, sottolineando che dovrà esserci una gara “nel minor tempo possibile”.


L’amministrazione straordinaria, ha poi affermato, “prevale su ogni altra procedura” e sarà realizzata nelle prossime ore. “Si partità da un commissario – ha proseguito – e per quanto riguarda le caratteristiche che dovrà avere, dovrà essere una persona che conosce bene l’azienda e che abbia competenze nel settore siderurgico per rilanciarla subito”. Il Governo metterà inoltre a disposizione della Regione Puglia un miliardo di euro per sostenere i lavoratori dell’indotto dell’ex Ilva, ha concluso Urso aggiungendo che si sta mettendo a punto un emendamento.

Ex Ilva, il Governo ha deciso per l’amministrazione straordinaria

Ex Ilva, il Governo ha deciso per l’amministrazione straordinariaRoma, 19 feb. (askanews) – Entro pochi giorni per l’ex Ilva si procederà alla nomina dei commissari, una soluzione “unica e obbligata” rispetto a quanto avvenuto con le richieste del Governo che “non hanno avuto seguito”. Lo ha annunciato ai sindacati il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano, che, aprendo la riunione nella sala monumentale in Largo Chigi, ha ripercorso quanto avvenuto in queste settimane, a partire dall’istanza del socio privato per la negoziazione della crisi.


Mantovano ha confermato ai sindacati che ieri sera Invitalia ha presentato al Mimit istanza di amministrazione straordinaria. I commissari, dunque, saranno nominati nei prossimi giorni e ci sarà la presa in carico dell’azienda per garantire continuità produttiva e rilancio degli impianti. L’amministrazione straordinaria “prevale sul concordato, si va verso l’amministrazione straordinaria nei prossimi giorni verranno nominati i commissari”, ha confermato il presidente di Confindustria Taranto, Pasquale Di Napoli, al termine del dell’incontro tra il governo e l’indotto del polo siderurgico tarantino, che ha preceduto la riunione con i sindacati. Ai due tavoli il governo era rappresentato oltre da cha Mantovano dai ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti; delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso; del Lavoro, Marina Elvira Calderone; e in videocollegamento dal responsabile degli Affari europei, Raffaele Fitto. Le aziende dell’indotto, ha detto il presidente dell’Aigi, Fabio Greco, non vogliono la cassa integrazione, ma chiedono di poter lavorare.


“Non sappiamo quando e quante saranno le aziende (appalto e subappalto) che potranno accedere allo strumento, il fondo occupazione dove sono stati messi 10 milioni di euro. Dovremmo fare una mappatura per capire come intervenire”, ha detto ai sindacati il ministro del Lavoro, Marina Calderone.

Schlein prova a disinnescare ‘terzo mandato’, sindaci Pd insistono

Schlein prova a disinnescare ‘terzo mandato’, sindaci Pd insistonoRoma, 19 feb. (askanews) – Elly Schlein prova a disinnescare la bomba del terzo mandato per i sindaci, la segretaria Pd mette a punto un percorso che prende tempo ed evita una conta sulla questione che divide i democratici – come del resto la maggioranza di governo – e affida la discussione ad un “tavolo di confronto” interno al Pd, lasciando che per ora sia il centrodestra a dividersi. In direzione la leader del partito fa appello all’”ascolto reciproco”, anche se i sindaci – da Matteo Ricci ad Antonio Decaro – non rinunciano a ribadire il loro sostegno all’idea del terzo mandato. Ma la mediazione studiata anche con Stefano Bonaccini alla fine un risultato lo ottiene, perché appunto evita un voto che avrebbe diviso il ‘parlamentino’ Pd.


E’ la stessa segretaria ad ammettere, durante il suo intervento, che il voto in commissione fissato per giovedì sull’emendamento della Lega è “un passaggio delicato”. Perché, appunto, i sindaci Pd – ma lo stesso val per Bonaccini per i presidenti di regione – sono favorevoli ad un terzo mandato, mentre la segretaria – che non si è espressa sul merito – è piuttosto contraria. Ma, è stato il ragionamento di Schlein, perché dividere il Pd quando è il centrodestra che ancora deve decidere se davvero procedere su questa strada? “Loro sono spaccati in maniera evidente – ha detto Schlein – e sappiamo che anche al nostro interno convivono sensibilità diverse. Ma noi a differenza deli altri siamo abituati a discutere”. Tocca poi a Davide Baruffi, responsabile enti locali e uomo vicino a Bonaccini, illustrare la strada da seguire: appunto, un tavolo di dialogo interno, “un confronto di merito, non schiacciato sul tema dei mandati ma che deve contemperare pesi e contrappesi. Con la possibilità di rafforzare il ruolo delle assemblee elettive, altrimenti si procede in modo scomposto”.


Il tavolo lo accettano tutti, anche i sindaci che pure oggi ribadiscono il sì al terzo mandato. Ma le posizioni restano le stesse, Ricci dice che sarebbe un errore se il Pd non si schierasse, proprio perché il centrodestra è diviso e sostenere il terzo mandato farebbe esplodere le contraddizioni della maggioranza. Decaro, poi, ricorda che in Europa non esiste il limite alla rielezione dei sindaci. Replica Andrea Orlando, chiedendo di non usare argomenti che potrebbero indebolire la campagna contro l’elezione diretta del premier. Marco Sarracino, poi, ribalta il ragionamento di Ricci: nella maggioranza, afferma, ci sarebbe un “effetto domino” se non passasse l’emendamento della Lega e in Europa non ci sono limiti ai mandati “perché non c’è l’elezione diretta”. Semmai, aggiunge, serve una riflessione proprio “sull’elezione diretta del premier”. Affermazione che spinge Bonaccini a ribattere a sua volta: “Evitiamo che passi idea che siamo contro l’elezione diretta dei sindaci quando chi vive in una comunità apprezza di poter scegliere il sindaco o la sindaca che lo amministra”.


“Confido che con questo tavolo di lavoro riusciremo insieme a fare un passo avanti”, conclude Schlein. Ma proprio il dibattito di oggi conferma che le questioni sono tutt’altro che risolte e un esponente della segreteria confessa l’irritazione: “I sindaci prima accettano il tavolo e poi rilanciano sul terzo mandatoà Ma allora che mediazione è?”. E’ evidente che la discussione riprenderà proprio al tavolo. La vera speranza, appunto, è che nel frattempo sia il centrodestra a risolvere il problema, accantonando l’emendamento della Lega o – almeno – rinviando la questione. In questo caso non ci sarebbe nemmeno da dover definire una linea da tenere in Parlamento giovedì. Ma se il voto sul terzo mandato fosse confermato il “tavolo” dovrà trovare quella mediazione che finora non si è riusciti a trovare. Un’ipotesi che circola sarebbe quella di non far partecipare al voto i parlamentari Pd, ma i sindaci hanno già ribadito che per loro al terzo mandato bisogna dire sì.

Navalny, Tajani: a Yulia solidarietà e sostegno da Ue e Italia

Navalny, Tajani: a Yulia solidarietà e sostegno da Ue e ItaliaBruxelles, 19 feb. (askanews) – Yulia Navalnaya, “ci ha raccontato quello che succede; è il messaggio di una donna che vuole continuare a battersi per difendere la libertà del suo paese. Ha ribadito che la Russia non è Putin e Putin non è la Russia. L’abbiamo trovata determinata”. E l’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Ue, Josep Borrell, “a nome di tutti quanti noi ha detto che continueremo a sostenere il diritto di parlare in Russia, e il diritto di poter combattere battaglie politiche, e chiederemo la liberazione di tutti i prigionieri politici”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, riferendo ai giornalisti oggi a Bruxelles sull’incontro che ha avuto con il Consiglio Affari esteri dell’Ue la vedova di Aleksey Navalny, il dissidente russo morto misteriosamente in carcere in Siberia.


“Daremo il nome di Navalny alle sanzioni inflitte alla Russia, sarà il titolo delle sanzioni”, e “probabilmente ce ne saranno anche altre”, oltre alle sanzioni che già ci sono, ha proseguito Tajani.   “Oggi – ha aggiunto il ministro – ho anche dato mandato al nostro ambasciatore” a Mosca “di depositare un mazzo di fiori nel luogo in cui si ricorda Navalny” nella capitale russa.


A una giornalista che chiedeva se l’Unione europea sosterrà la lotta di Yulia Navalnaya, Tajani ha risposto: “Assolutamente sì, abbiamo ribadito che noi sosteniamo la libertà e la democrazia in Russia, la libertà di parola, e chiediamo la liberazione di tutti i prigionieri politici che ci sono in quel paese. Fermo restando – ha precisato – che il problema non è la Russia in quanto tale, il problema è il Cremlino, è il sistema politico. Non è che noi siamo contro la Russia. C’è una distinzione netta tra il Cremlino e la Russia”. Più tardi nel pomeriggio, Tajani ha incontrato di nuovo la stampa, dopo un incontro bilaterale con Navalnaya. “Ho incontrato Yulia Navalnaya – ha riferito ai giornalisti – e le ho ribadito la vicinanza dell’Italia, del G7, la condanna per ciò che è accaduto a suo marito, vittima di una persecuzione ingiusta, detenuto in un gulag che ricorda quelli dell’Urss, in un regime carcerario che era simile a quello che c’era durante il regime sovietico”.


“Le ho ribadito – ha continuato Tajani – la richiesta che stiamo facendo per la liberazione di tutti i prigionieri politici, che ci sono sanzioni economico-finanziarie contro personaggi legati al regime del Cremlino. E le ho anche ricordato che l’Italia, attraverso l’azione della Guardia di Finanza, è il paese europeo che ha fatto più confische di beni ai magnati russi”. “L’Italia – ha rilevato Tajani – è fortemente impegnata, non contro la Russia, ma a difesa della libertà e della democrazia”. Navalnaya “ha ricordato che queste persone legate al regime usano lo Stato di diritto anche per fare i loro affari, è qualche cosa che la preoccupa. Io le ho augurato pieno sostegno per le sue battaglie in nome della democrazia, e le ho ribadito che noi non siamo in guerra con la Russia. Siamo amici del popolo russo, ma non condividiamo e condanniamo fermamente i metodi usati per mettere in silenzio le opposizioni”.


“Ho anche avuto informazioni interessanti – ha riferito ancora il ministro – su quello che è il malcontento che serpeggia non soltanto nelle grandi città russe, ma anche nelle città più lontane da Mosca e San Pietroburgo”. A Navalnaya “ho ribadito pieno sostegno per tutte le battaglie in difesa della democrazia e della libertà di espressione in tutte le parti del mondo”. “Da tanti anni – ha detto ancora Tajani – al Parlamento europeo sosteniamo il premio Sacharov per la libertà di espressione”, che fu assegnato proprio a Navalny nel 2021. A Yulia Navalnaya “ho ricordato quando lei venne al Parlamento e la figlia prese la parola nell’Emiciclo; io all’epoca ero ancora europarlamentare e ricordo bene le drammatiche parole di questa ragazza che parlava di quello che stava facendo il padre, in difesa del diritto di espressione nel suo paese”. Il ministro italiano ha aggiunto che Yulia Navalnaya “ritiene che le sanzioni, soprattutto quelle economico-finanziarie, siano quelle che arrecano più danni al sistema del Cremlino”. Infliggere le sanzioni “è quello che stiamo facendo, e devo dire – ha rilevato – che l’Italia si sta comportando in modo molto serio, da questo punto di vista”. “Stiamo reagendo anche contro gli attacchi di cyber security” da parte dei russi; “e stiamo difendendo la resistenza dell’Ucraina, dal punto di vista finanziario, politico e anche con aiuti militari. Tutto quello che stiamo facendo va nella direzione di convincere Mosca a cambiare atteggiamento, sia all’interno che all’esterno. Poi, non tocca a noi interferire nella vita politica della Russia”, ma questo, ha puntualizzato Tajani, “finché non ci sono vicende come quelle della morte di Navalny”. Quella dell’oppositore russo, ha osservato il ministro degli Esteri, “è una morte provocata o direttamente o indirettamente dal sistema. Perché si può uccidere una persona anche non uccidendola in quel momento, ma provocandone la morte, con uno stato di detenzione che ha come conseguenza la morte”. E’ “una morte più lenta che può anche non apparire come una morte provocata, ma che di fatto è una morte provocata. Non sappiamo, vedremo”. “Noi chiediamo di sapere la verità, vogliamo sapere come è morto Navalny. Le notizie che arrivano parlano di convulsioni, quindi può essere stato male, può essere stato bloccato”; ma tutto questo è stato “provocato da una detenzione ingiusta con un regime carcerario – ha concluso Tajani – che ricorda quello dell’Unione Sovietica, dove le persone venivano messa nei Gulag per farle sparire, soltanto perché non erano comunisti”.

Enav, Ad Monti da Meloni: focus su incremento record traffico aereo

Enav, Ad Monti da Meloni: focus su incremento record traffico aereoMilano, 19 feb. (askanews) – “Oggi, come amministratore delegato di Enav, ho avuto l’onore di essere ricevuto a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni. L’incontro ha rappresentato l’occasione per tracciare un bilancio delle attività dell’azienda con un focus sull’incremento record del traffico aereo gestito nei cieli italiani e sulle strategie di crescita di Enav, un gruppo sempre più orientato ad investire in tecnologia ed innovazione con grande attenzione ai temi della sostenibilità”. Lo ha scritto sui social l’amministratore delegato di Enav, Pasqualino Monti, in un post dopo l’incontro a Palazzo Chigi.


“La centralità del ruolo che l’Italia sta acquisendo a livello internazionale ha effetti positivi nel processo di esportazione del modello Enav sui mercati esteri, in particolare in aree strategiche come quella del Medio Oriente”, ha sottolineato il top manager della società.

Agricoltura, Piemonte chiede stato calamità naturale per siccità

Agricoltura, Piemonte chiede stato calamità naturale per siccitàRoma, 19 feb. (askanews) – La Regione Piemonte chiede il riconoscimento della calamità naturale per la siccità perdurante che colpisce da mesi il territorio regionale provocando grandi difficoltà per alcuni settori dell’agricoltura, ad esempio quello vitivinicolo.


“La siccità sta creando difficoltà alla produzione dei nostri vini con molte aziende che registrano importanti cali nella produzione. Per questo la Regione ha stabilito di chiedere al Ministero dell’agricoltura la dichiarazione dello stato di calamità”. Lo hanno dichiarato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa al termine dell’incontro oggi al Grattacielo Piemonte con i principali rappresentanti del mondo vitivinicolo piemontese, Vignaioli Piemontesi, Piemonte Land of wine, insieme all’Associazione dei Comuni del Moscato e ad alcune Cantine sociali, proprio per fare il punto sugli effetti della siccità sulle produzioni. Secondo le associazioni si tratta di una siccità sempre più dannosa che, da due anni, causa una riduzione consistente delle rese e di conseguenza una riduzione del reddito per le aziende stesse. Durante l’incontro sono state definite le procedure per l’avvio della richiesta al Ministero.

Vino, “L’altra Toscana” chiude in bellezza la settimana delle anteprime

Vino, “L’altra Toscana” chiude in bellezza la settimana delle anteprimeFirenze, 19 feb. (askanews) – Per il terzo anno la manifestazione “L’Altra Toscana” ha chiuso con grande successo a Firenze la settimana delle “Anteprime di Toscana”. I 18 Consorzi in rappresentanza di altrettante Denominazioni hanno portato in degustazione a Palazzo Affari le loro nuove annate attraverso oltre 350 etichette che raccontano sfaccettature diverse e meno conosciute di questa straordinaria regione del vino.


Un evento che ha richiamato, oltre agli operatori del settore, un gran numero di giornalisti specializzati italiani e stranieri che ha degustato i nuovi millesimi con grande curiosità e attenzione, premiando lo sforzo organizzativo ed economico di tante, piccole, realtà consortili che attraverso il lavoro di squadra hanno messo in luce una qualità in costante crescita. Sui banchi erano presenti i vini delle Dop e Igp Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Orcia, Cortona, Valdarno di Sopra, Terre di Pisa, Chianti Rufina, Terre di Casole, Grance Senesi, Montescudaio, Suvereto, Val di Cornia e Rosso della Val di Cornia, Carmignano, Barco Reale di Carmignano e Vin Santo di Carmignano e Toscana. “L’Associazione L’Altra Toscana, ad oggi, rappresenta ben il 40% dell’imbottigliato regionale” ha ricordato giustamente Francesco Mazzei alla guida dell’associazione e presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, sottolineando che “siamo entusiasti di vedere tanto interesse da parte della stampa e degli operatori del settore, nei confronti di un’iniziativa che abbiamo fortemente voluto, consci di poter arricchire, con le innumerevoli varietà e diversità che ci caratterizzano e con punte di qualità sempre più alte, la proposta enologica regionale”. Speriamo – ha concluso Mazzei – che questa ultima giornata, che chiude una settimana intensa in cui la grande Toscana enologica è stata protagonista, consenta ai nostri interlocutori, dalla stampa ai numerosi sommelier, ristoratori ed enotecari che sono venuti a trovarci, di portare a casa nuovi spunti e suggestioni da mettere nei calici”.


Nel corso della manifestazione è stato consegnato a Danielle Callegari il “Premio Torrini”, il riconoscimento in memoria della giornalista Beatrice Torrini scomparsa nel 2020 a 42 anni, giunto alla seconda edizione.

Navalny, Schlein: regime di Putin unico responsabile della morte

Navalny, Schlein: regime di Putin unico responsabile della morteRoma, 19 feb. (askanews) – Per la morte di Aleksei Navalny c’è “un solo responsabile, il regime russo di Putin”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein a margine della manifestazione in Campidoglio. “Una serata contro un regime che non tollera il dissenso e che uccide la libertà. Solidarietà a tutti quei cittadini russi che stanno protestando pacificamente, manifestando il loro dissenso e per questo vengono arrestati. I democratici come noi non possono tollerare in nessun paese una compressione costante dei diritti fondamentali democratici. E quindi è importante essere qui, dopo l’uccisione politica di Navalny in cui c’è un solo responsabile: il regime russo di Putin”.

Italgrob: evoluzione consumi fuori casa richiede dialogo con istituzioni

Italgrob: evoluzione consumi fuori casa richiede dialogo con istituzioniMilano, 19 feb. (askanews) – La distribuzione nel canale horeca è un elemento nevralgico dell’ecosistema del fuori casa, con 3.800 imprese, oltre 60mila addetti e 17 miliardi di euro di fatturato. Complessivamente, il mercato in Italia, conta circa 330.000 pubblici esercizi e 1.400.000 occupati, circa il 6,1% della popolazione lavorativa italiana. A esplorare le tendenze attuali della distribuzione nel canale horeca e analizzare come le dinamiche sociali, economiche e culturali è stato il congresso “Consumi e scenari nell’Italia che cambia”, promosso da Italgrob, la federazione italiana dei distributori del fuori casa.


Il settore del fuori casa gioca un ruolo sociale, rende più vivibili i territori diventando antidoto al degrado urbano, promuove le economie di prossimità valorizzando piccole realtà, crea valore per un comparto dell’economia nazionale, quello del turismo, che vale circa il 13% del pil. Nel 2023, tuttavia, le aziende di distribuzione che operano nel mercato del fuori casa non sono riuscite a ribaltare l’inflazione generata dagli aumenti di listino, registrando un’impennata degli oneri finanziari. A fronte di un quadro macro e microeconomico in forte evoluzione, una delle risposte che la distribuzione horeca è chiamata a dare va nella direzione della “digitalizzazione” dei processi accanto a un efficientamento dei costi, aumentando il livello di consulenza nei servizi che si offrono alla clientela, attraverso la crescita professionale delle risorse umane.


“Fra inflazione e stretta creditizia l’economia italiana attraversa una fase delicata, il potere di acquisto degli italiani è messo a dura prova da una serie di aumenti che hanno alimentato una pericolosa spirale inflattiva. Un ridotto potere di acquisto che è emerso in tutta la sua criticità nella stagione estiva nel corso della quale si sono registrate minori presenze di italiani in vacanza e minor spesa pro-capite nei consumi fuori casa – ha commentato Alessandro Morelli, sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri – Anche per il 2024 l’economia italiana spera nelle entrate derivanti dai settori dell’horeca e dell’ospitalità che, ricordiamolo, è uno degli asset portanti del Paese. La via per continuare a crescere è quella che porta a consolidare le sinergie all’interno della filiera e in particolare con l’industria di marca”. “Per gli italiani il fuori casa è un booster per il benessere soggettivo e la qualità della vita in generale. Il mercato di riferimento è vivo e dinamico ma si evolve a causa di dinamiche endogene ed esogene, per cui ci troviamo di fronte ad un consumatore diverso – ha messo in luce Antonio Portaccio, presidente di Italgrob – Di conseguenza, le nostre aziende si devono adeguare a questo cambiamento al fine di dare le risposte attese. È fondamentale, dunque, avviare un percorso di dialogo con l’industria, le istituzioni e le associazioni di categoria nell’ottica di accompagnare, attraverso lo strumento dell’informazione e della formazione, la transizione in atto. Analizzare e far comprendere il mondo che esiste dietro una banale bottiglia su un tavolo di un ristorante rappresenta quella linea sottile che segna il futuro della distribuzione horeca”.