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Tag: askanews

Mosca: armi nucleari russe nello spazio? Uno stratagemma della Casa Bianca per far votare gli aiuti all’Ucraina

Mosca: armi nucleari russe nello spazio? Uno stratagemma della Casa Bianca per far votare gli aiuti all’UcrainaRoma, 15 feb. (askanews) – Secondo le agenzie ufficiali russe Tass e Ria Novosti, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito la notizia secondo cui la Russia intende collocare armi nucleari nello spazio un nuovo stratagemma della Casa Bianca per incoraggiare il Congresso a votare a favore di un disegno di legge che stanzia fondi per l’Ucraina. “Non posso commentarlo in alcun modo. Aspettiamo questo briefing di Jake Sullivan (il consigliere per la Sicurezza nazionale Ndr) per vedere se ci sono informazioni. Ma è ovvio che la Casa Bianca cerchi, con mezzi veri o falsi, di indurre il Congresso a votare il disegno di legge sui finanziamenti, questo è ovvio. Vedremo quali trucchi utilizzerà la Casa Bianca”, ha detto.


Il presidente della commissione intelligence della Camera dei rappresentanti Usa, Mike Turner, ieri ha denunciato una “grave minaccia alla sicurezza nazionale”, senza fornire maggiori dettagli. Stando a quanto riportato dalla Cnn, Turner ha inviato ai colleghi del Congresso una lettera in cui afferma che si tratterebbe “una capacità militare straniera destabilizzante”, chiedendo quindi al presidente americano Joe Biden di declassificare “tutte le informazioni relative a questa minaccia”. Una delle fonti sentite in merito dalla Cnn ha successivamente dichiarato che si tratterebbe, in effetti, di una capacità russa “altamente preoccupante e destabilizzante di cui siamo stati recentemente informati”. L’emittente americana Abc citando due fonti, ha poi reso noto che la “minaccia alla sicurezza nazionale” denunciata dal presidente della commissione intelligence della Camera dei rappresentanti Usa, Mike Turner, avrebbe a che fare con la presunta volontà della Russia di lanciare nello spazio un’arma nucleare contro i satelliti.

#Cambiamoagricoltura:cavalcando proteste una spallata a Green Deal

#Cambiamoagricoltura:cavalcando proteste una spallata a Green DealRoma, 15 feb. (askanews) – “Con l’abile strumentalizzazione delle proteste degli agricoltori le associazioni agricole e dell’agroindustria hanno dato in queste settimane l’ultima spallata al Green Deal europeo, additato come la principale causa della crisi del settore primario”. Lo scrive in una nota la coalizione #CambiamoAgricoltura, sottolineando che “agricoltori e consumatori rappresentano oggi gli anelli deboli della filiera agroalimentare, esposti alle conseguenze dei danni all’ambiente e alla salute provocati da questo sistema, mentre i suoi attori forti hanno visto accresciuti i loro profitti e la loro influenza sui decisori politici”.


Secondo la coalizione, è lo stesso sistema delle rappresentanze del mondo agricolo ad avere negli anni “cambiato la sua struttura, i suoi obiettivi e interessi, sia a livello nazionale che europeo”. Sotto accusa la deroga all’impegno della Politica Agricola Comune di dedicare almeno il 4% delle aree agricole alla conservazione della natura (BCAA 8) e il ritiro del Regolamento SUR per la riduzione dell’uso dei pesticidi, oltre alla cancellazione degli obiettivi di taglio delle emissioni al 2040 dei gas clima alteranti imputabili all’agricoltura e alla zootecnia. Insomma, sottolinea #Cambiamoagricoltura, gli obiettivi delle strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” “sono stati ridotti a innocue dichiarazioni di principi generali, senza nessun effetto concreto. Sono state eliminate anche le raccomandazioni ai cittadini di apportare modifiche alle loro diete riducendo il consumo di proteine animali, nonché la sollecitazione a porre fine ai sussidi ai combustibili fossili ambientalmente dannosi”.


Secondo la coalizione, i motivi del malessere degli agricoltori sono in realtà “assai più numerosi, come risulta evidente anche dalla rapida evoluzione delle rivendicazioni e richieste dei comitati che stanno animando la protesta, che avrà probabilmente nella manifestazione di oggi a Roma il suo epilogo”. Le Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura esortano quindi gli agricoltori, la Commissione europea e il Governo italiano “ad evitare qualsiasi indebolimento delle regole della PAC, ribadendo che tali azioni impediranno la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente”.


Invitano inoltre le istituzioni nazionali e tutte le associazioni “ad aprire un serio dibattito sulle reali cause della crisi economica del settore primario, che non vanno cercate nella protezione dell’ambiente, nella conservazione della natura e nella lotta ai cambiamenti climatici, ma in un sistema agroalimentare ingiusto, che tutela essenzialmente gli interessi delle grandi corporazioni agricole e agroindustriali, penalizzando invece i piccoli produttori e i consumatori”.

Gentiloni: avvio 2024 debole di economia Ue, il rimbalzo è rinviato

Gentiloni: avvio 2024 debole di economia Ue, il rimbalzo è rinviatoRoma, 15 feb. (askanews) – L’economia dell’Unione europea è entrata nel 2024 “con una dinamica più debole rispetto a quanto precedentemente previsto. Il rimbalzo è rinviato ma resta nelle previsioni mentre guardiamo al 2025. Un forte mercato del lavoro, l’attenuazione dell’inflazione, la crescita dei salari e l’attesa graduale attenuazione delle condizioni del credito, assieme ai Pnrr dovrebbero dare basi solide per una ripresa dell’attività economica”. Lo ha affermato il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa di presentazione delle previsioni economiche invernali.


“Sfortunatamente le prospettive future dell’economia sono altamente incerte, non ultimo per la guerra in Ucraina e per le crescenti tensioni in medio oriente. Ma è nelle nostre possibilità ed è nostro dovere favorire una crescita sostenibile. L’efficace attuazione dei Pnrr nazionali è una priorità chiave, così come le transizioni verdi e digitali. Un coordinamento stretto tra politiche economiche prudenti ma favorevoli agli investimenti e una politica monetaria – ha concluso – dovrebbero essere perseguite per sostenere gli sforzi per mantenere l’infrazione a livelli bassi”.

Caffè Moak chiude 2023 con futturato a 25 mln (+37%)

Caffè Moak chiude 2023 con futturato a 25 mln (+37%)Milano, 15 feb. (askanews) – Caffè Moak, azienda di caffè nata a Modica nel 1967, ha chiuso il 2023 con 25 milioni di euro di fatturato, un aumento del 36,82% rispetto all’anno precedente. Un traguardo, spiega l’azienda, “raggiunto grazie all’attenzione data alla qualità del prodotto e dei servizi, agli investimenti in ambito produttivo, logistico, marketing e comunicazione, oltre all’ampliamento del portafoglio prodotti che vanta diverse tipologie di miscele, anche monorigine”. Oggi l’azienda, con i suoi quattro marchi, Moak, Marsalì, Circi e Mokafè, esporta in oltre 50 Paesi nel mondo e ha quattro sedi all’estero in Germania, Grecia, Malta e Stati Uniti. Particolarmente focalizzata sul fuoricasa, Caffè Moak ha una capacità produttiva di 60 tonnellate giornaliere.


A livello nazionale, le acquisizioni di Mokafè (Alba) e di Caffè Circi (Roma), nel 2022, hanno portato l’azienda a un capillare potenziamento sul mercato piemontese e laziale. Per il consolidamento della marca nei mercati esteri, in particolare degli Emirati Arabi, è stata creata una newco a Dubai: la Caffè Moak Trading, con la volontà, però, di mantenere concentrata in una sola sede a Modica l’attività produttiva, di logistica, le funzioni amministrative e di controllo. L’azienda, nata da una idea di Giovanni Spadola in un piccolo laboratorio di Modica, negli anni Settanta, da metà anni Novanta ha visto l’ingresso in azienda della seconda generazione Spadola, Alessandro – primogenito e oggi Ceo del gruppo – insieme ad Annalisa – oggi direttore Marketing & comunicazione – traghettandola verso un’espansione sul territorio italiano e verso il raggiungimento di mercati esteri.

Le stime dell’Ue per l’Italia: scende l’inflazione, crescita lenta ma aumentano i salari e il lavoro tiene

Le stime dell’Ue per l’Italia: scende l’inflazione, crescita lenta ma aumentano i salari e il lavoro tieneBruxelles, 15 feb. (askanews) – La Commissione europea stima, nelle sue previsioni economiche d’inverno pubblicate oggi a Bruxelles, che il Pil reale dell’Italia sia aumentato dello 0,6% nel 2023, leggermente al di sotto di quanto prospettavano le ultime previsioni economiche Ue dell’autunno 2023. Secondo la Commissione, questo è dipeso dal fatto che si sono verificati “una moderazione dei consumi privati un notevole rallentamento degli investimenti, a causa dell’aumento dei costi di finanziamento e della graduale eliminazione dei crediti d’imposta per la ristrutturazione delle abitazioni” con il Superbonus.


Comunque, “dopo essere diminuito dello 0,3% nel secondo trimestre, il Pil è aumentato nel terzo e nel quarto trimestre, fornendo un effetto marginale positivo nel 2024”, rileva la Commissione. Si prevede che l’economia “continui a crescere lentamente nel 2024, con il potere d’acquisto delle famiglie che dovrebbe beneficiare della disinflazione e dell’aumento dei salari, in un contesto di mercato del lavoro resiliente”. La Commissione prevede anche una ripresa degli investimenti, guidata dai progetti infrastrutturali finanziati dal governo e dal Pnrr, che dovrebbero “compensare la frenata derivante dalla minore spesa per l’attività edilizia”. Il Pil annuale per il 2024 è previsto in crescita dello 0,7% in termini reali, leggermente inferiore a quanto era stato stimato con le previsioni economiche d’autunno. Gli investimenti dovrebbero “accelerare nel 2025″, man mano che aumenterà il ritmo di attuazione dei progetti sostenuti dal Pnrr, stimolando sia la spesa per le infrastrutture che l’acquisto di beni materiali e immateriali delle imprese”. Queste ultime, secondo la Commissione, “si prevede che trarranno vantaggio anche dal miglioramento delle condizioni finanziarie”. “Questa impennata della spesa in conto capitale” da parte delle imprese “è destinata a tradursi in una più forte crescita delle importazioni, più delle esportazioni, per le quali si prospetta un moderato miglioramento”. Nel complesso, si prevede che il Pil reale aumenterà dell’1,2% nel 2025, invariato rispetto a quanto stimavano le previsioni d’autunno.


L’inflazione misurata come Indice dei prezzi al consumo (Iapc) “è diminuita costantemente lo scorso anno rispetto al picco del 2022, spinta dal rapido calo dei prezzi dell’energia che si è gradualmente trasferito agli altri beni, ma anche dagli aumenti limitati dell’inflazione nel settore dei servizi”. Nel quarto trimestre del 2023, l’inflazione è scesa all’1% su base annua ed è rimasta al di sotto dell’1% a gennaio. “Gli aumenti salariali moderati hanno finora contribuito a tenerla sotto controllo”, rileva la Commissione. Con il graduale rinnovo dei principali contratti collettivi di lavoro, la Commissione si aspetta “che i lavoratori recuperino le perdite di potere d’acquisto” degli anni scorsi. L’inflazione (come Indice dei prezzi al consumo) è prevista al 2,0% nel 2024 e al 2,3% nel 2025, e questo, insiste l’Esecutivo comunitario, “sulla scia di una prevista ripresa dei salari, guidata dal settore pubblico”. Rispetto a quanto stimavano le previsioni d’autunno, il dato dell’inflazione viene rivisto al ribasso per il 2024, ma rimane invariato per il 2025.

Rovagnati: in avvio parco fotovoltaico ad Arcore, entro 2024 a Villasanta

Rovagnati: in avvio parco fotovoltaico ad Arcore, entro 2024 a VillasantaMilano, 15 feb. (askanews) – Rovagnati prosegue nel piano di transizione energetica: è in fase di avvio il nuovo parco fotovoltaico dello stabilimento di Arcore e, entro il 2024, è previsto un ampliamento del parco già presente a Villasanta, in Brianza. Grazie a questi nuovi impianti la capacità di autoproduzione di energia elettrica di Rovagnati crescerà del 13%, arrivando quindi all’80% del fabbisogno elettrico aziendale.


Il nuovo parco fotovoltaico, che verrà inaugurato prossimamente andando ad aggiungersi a quelli già presenti a Villasanta, Felino, Sala Baganza e nell’Azienda Agricola Borgo del Sole, non è l’unico aspetto della transizione energetica di Rovagnati. L’azienda sta lavorando anche a un piano di efficientamento dei parchi caldaie che nel 2023 ha portato a una diminuzione stimata del consumo di gas metano del 5%. “L’energia è un tema particolarmente strategico e complesso in questo momento per tutte le aziende, soprattutto per quelle trasformative come Rovagnati. Al di là dei fattori congiunturali, che sono sempre in evoluzione, Rovagnati vuole scommettere su una visione di lungo periodo – commenta Gabriele Rusconi, Managing Director e Board Member di Rovagnati – Questi investimenti sono fondamentali per il nostro business come quelli in ricerca e sviluppo di prodotto. Per essere veramente a prova di futuro è fondamentale continuare a creare valore aggiunto per i clienti, i partner e tutti gli stakeholders”.

#Ue: in Italia crescita 2024 lenta ma ripresa salari e lavoro tiene

#Ue: in Italia crescita 2024 lenta ma ripresa salari e lavoro tieneBruxelles, 15 feb. (askanews) – La Commissione europea stima, nelle sue previsioni economiche d’inverno pubblicate oggi a Bruxelles, che il Pil reale dell’Italia sia aumentato dello 0,6% nel 2023, leggermente al di sotto di quanto prospettavano le ultime previsioni economiche Ue dell’autunno 2023. Secondo la Commissione, questo è dipeso dal fatto che si sono verificati “una moderazione dei consumi privati un notevole rallentamento degli investimenti, a causa dell’aumento dei costi di finanziamento e della graduale eliminazione dei crediti d’imposta per la ristrutturazione delle abitazioni” con il Superbonus.


Comunque, “dopo essere diminuito dello 0,3% nel secondo trimestre, il Pil è aumentato nel terzo e nel quarto trimestre, fornendo un effetto marginale positivo nel 2024”, rileva la Commissione. Si prevede che l’economia “continui a crescere lentamente nel 2024, con il potere d’acquisto delle famiglie che dovrebbe beneficiare della disinflazione e dell’aumento dei salari, in un contesto di mercato del lavoro resiliente”.


La Commissione prevede anche una ripresa degli investimenti, guidata dai progetti infrastrutturali finanziati dal governo e dal Pnrr, che dovrebbero “compensare la frenata derivante dalla minore spesa per l’attività edilizia”. Il Pil annuale per il 2024 è previsto in crescita dello 0,7% in termini reali, leggermente inferiore a quanto era stato stimato con le previsioni economiche d’autunno. Gli investimenti dovrebbero “accelerare nel 2025″, man mano che aumenterà il ritmo di attuazione dei progetti sostenuti dal Pnrr, stimolando sia la spesa per le infrastrutture che l’acquisto di beni materiali e immateriali delle imprese”. Queste ultime, secondo la Commissione, “si prevede che trarranno vantaggio anche dal miglioramento delle condizioni finanziarie”.


“Questa impennata della spesa in conto capitale” da parte delle imprese “è destinata a tradursi in una più forte crescita delle importazioni, più delle esportazioni, per le quali si prospetta un moderato miglioramento”. Nel complesso, si prevede che il Pil reale aumenterà dell’1,2% nel 2025, invariato rispetto a quanto stimavano le previsioni d’autunno. L’inflazione misurata come Indice dei prezzi al consumo (Iapc) “è diminuita costantemente lo scorso anno rispetto al picco del 2022, spinta dal rapido calo dei prezzi dell’energia che si è gradualmente trasferito agli altri beni, ma anche dagli aumenti limitati dell’inflazione nel settore dei servizi”.


Nel quarto trimestre del 2023, l’inflazione è scesa all’1% su base annua ed è rimasta al di sotto dell’1% a gennaio. “Gli aumenti salariali moderati hanno finora contribuito a tenerla sotto controllo”, rileva la Commissione. Con il graduale rinnovo dei principali contratti collettivi di lavoro, la Commissione si aspetta “che i lavoratori recuperino le perdite di potere d’acquisto” degli anni scorsi. L’inflazione (come Indice dei prezzi al consumo) è prevista al 2,0% nel 2024 e al 2,3% nel 2025, e questo, insiste l’Esecutivo comunitario, “sulla scia di una prevista ripresa dei salari, guidata dal settore pubblico”. Rispetto a quanto stimavano le previsioni d’autunno, il dato dell’inflazione viene rivisto al ribasso per il 2024, ma rimane invariato per il 2025.

Brennero, Mit: governo scrive a commissione Ue su divieti Austria

Brennero, Mit: governo scrive a commissione Ue su divieti AustriaMilano, 15 feb. (askanews) – “Divieti austriaci al Brennero, è partita la lettera del governo indirizzata al segretario generale della Commissione europea. La firma è del ministro Raffaele Fitto”. Lo conferma in una nota il Mit. È un passo voluto e promosso dal ministro Matteo Salvini, che in una nota commenta: “Come promesso, dalle parole ai fatti, per la prima volta nella storia italiana”.


“L’Italia – sottolinea la nota del Mit – fa ricorso per la prima volta nella storia all’articolo 259 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea per ottenere finalmente certezza del quadro giuridico a beneficio di tutti gli operatori ed i cittadini europei”.

Lagarde: serve maggiore sicurezza su calo inflazione a target 2%

Lagarde: serve maggiore sicurezza su calo inflazione a target 2%Roma, 15 feb. (askanews) – “L’attuale processo disinflazionistico nell’area euro è previsto proseguire, ma il Consiglio direttivo deve essere più fiducioso che ci porterà in maniera sostenibile al nostro obiettivo di inflazione del 2%”. Lo afferma la presidente della Bce, Christine Lagarde nella sua audizione trimestrale al Parlamento europeo.


“Continueremo a seguire un approccio legato ai dati per determinare l’appropriato livello e la durata della restrizione – ribadisce, secondo il testo diffuso dall’istituzione nelle sue dichiarazioni introduttive – tenendo conto delle prospettive di inflazione, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza della trasmissione della politica monetaria”.

Stellantis: premio medio dipendenti Italia 2.112 euro (+10%)

Stellantis: premio medio dipendenti Italia 2.112 euro (+10%)Milano, 15 feb. (askanews) – Ammonta ad un valore medio complessivo di 2.112 euro (+10%), il premio che riceveranno in aprile i dipendenti di Stellantis in Italia, a cui è applicato il Contratto Collettivo Specifico di Lavoro (Ccsl).


La cifra comprende il premio di risultato previsto dal Contratto collettivo di lavoro 2023-2026 applicato in Italia, legato agli obiettivi di redditività della Regione Enlarged Europe, misurati dall’Adjusted Operating Income (Aoi) e al raggiungimento di alcuni specifici indicatori locali. All’importo si aggiungerà anche quest’anno un riconoscimento straordinario ai dipendenti di tutto il mondo, annunciato oggi dal Ceo Carlos Tavares, legato ai risultati finanziari del 2023. In particolare, ai dipendenti a cui è applicato il Ccsl verrà erogato un premio pari al 7,2% della retribuzione, che corrisponde in media a 1.812 euro lordi, a cui si aggiungerà il riconoscimento straordinario di 300 euro lordi, che porterà ad una erogazione complessiva pari all’8,5%. I valori del premio previsto dal Ccsl e del riconoscimento straordinario sono stati comunicati alle organizzazioni sindacali.


“Il premio medio complessivo che riceveranno i dipendenti di Stellantis in Italia è il frutto positivo dell’accordo siglato lo scorso anno con i sindacati firmatari e riconosce il contributo di tutta la forza lavoro italiana in relazione ai risultati dell’azienda e alla qualità del dialogo con i sindacati. La cifra media erogata, 2.112 euro, è del 10% in più rispetto alla cifra dello scorso anno (1.879 euro) ma va sottolineato anche l’aumento salariale dell’11% in 2 anni (6,5% nel 2023, poi 4,5% nel gennaio 2024) e gli ulteriori 600 euro ricevuti dai lavoratori come bonus speciale relativo agli accordi retributivi del 2023”, ha dichiarato il Ceo di Stellantis, Carlos Tavares. “In questo contesto, mi fa piacere sottolineare anche il successo del primo piano di acquisto di azioni da parte dei dipendenti di Stellantis in Italia, Shares to Win, che abbiamo lanciato nel 2023 con una partecipazione del 13%. Si tratta di un piano da rinnovare anche quest’anno”, ha concluso.