Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tag: askanews

Ministro Esteri di Taiwan la prossima settimana in Europa

Ministro Esteri di Taiwan la prossima settimana in EuropaRoma, 9 giu. (askanews) – Il ministro degli Esteri di Taiwan Joseph Wu farà una visita in Europa la prossima settimana, partecipando anche a un evento con il presidente ceco. Lo scrive oggi l’agenzia di stampa Reuters, che ne ha avuto conferma da quattro fonti.

La mossa potrebbe provocare una reazione cinese. Taiwan non ha relazioni diplomatiche con alcun paese dell’Europa, tranne che con la Città del Vaticano. Non è ancora chiaro quali paesi toccherà il viaggio. Secondo le fonti dovrebbe andare a Praga, dove parteciperà il 14 giugno a una conferenza sulla sicurezza parlando immediatamente dopo il presidente ceco Petr Pavel, ma anche al quartier generale dell’Unione europea.

Patto stabilità, secondo Lindner le trattative sono in stallo

Patto stabilità, secondo Lindner le trattative sono in stalloRoma, 9 giu. (askanews) – Il ministro delle Finanze della Germania, Christian Leander afferma che le trattative sulla riforma delle regole del Patto di stabilità e di crescita sono sostanzialmente allo stallo. In una intervista al Financial Times, ribadisce la richiesta di una regola automatica sul taglio del debito-Pil, che per Paesi con livelli elevati chiede dell’1% l’anno e avverte che al momento manca “una soluzione che convinca tutti”.

Lindner sostiene di aver già fatto passi verso un compromesso. E di non voler uno scontro con Bruxelles. “Si tratta di convincere tutti che gli attuali livelli di debito sono semplicemente troppo alti”. Il ministro tedesco sostiene inoltre che la Germania non è sola su queste posizioni. “Anche se altri sono più silenziosi non bisogna fraintenderlo come un segnale che non siano d’accordo con noi. Abbiamo tanti altri paesi dalla nostra parte”, dice.

Alluvione, Musumeci: commissario ricostruzione? “Serve un manager”

Alluvione, Musumeci: commissario ricostruzione? “Serve un manager”Roma, 9 giu. (askanews) – “Il presidente di una Regione deve fare il presidente della Regione. Per fare il commissario straordinario di una ricostruzione, che può durare anche fino a 9-10 anni e gestire denaro pubblico, serve un manager, una persona che possa dedicarsi esclusivamente a questo, notte e giorno”. Lo afferma Nello Musumeci, ministro per le Politiche del Mare e per la Protezione Civile in una intervista a La Repubblica.

“Il presidente di una Regione non può mai essere totalmente escluso da un processo di ricostruzione, questo non significa però che debba fare il commissario straordinario”, prosegue in riferimento al presidemnte dell’Emilia romagna, Stefano Bonaccini. “Sono solo il coordinatore nella fase post-alluvione, visto che sono il ministro alla Protezione civile. La fase dell’emergenza durerà un anno e sono stati stanziati 2 miliardi di euro. Poi ci sarà la fase della ricostruzione e lì di miliardi ce ne vorranno molti di più, ma verranno gestiti dal commissario straordinario”. “Potrebbe essere, certo” l’attuale governatore ma “immagino una figura più manageriale. Il governo – conclude Musumeci – ha diritto di gestire questa fase secondo la sua visione”.

Bressanone, dove la sostenibilità è una questione di gusto

Bressanone, dove la sostenibilità è una questione di gustoRoma, 9 giu. (askanews) – Bressanone, la città più antica dell’Alto Adige, vanta palazzi storici, chiese e portici. Da aprile, Bressanone vanta una certificazione importante per il futuro: è l’unica città dell’Alto Adige con la certificazione GSTC (Global Sustainable Tourism Council). Inoltre, Bressanone ha ottenuto quasi contemporaneamente anche il più alto marchio di sostenibilità altoatesino. “Il nostro compito è quello di incoraggiare le imprese della nostra zona a diventare più sostenibili. Dobbiamo essere in grado di portare con noi tutti i nostri soci, dalla più piccola struttura ricettiva al più grande hotel, dal più piccolo bar al più grande ristorante. Abbiamo fatto il primo passo ottenendo il marchio di sostenibilità, ora dobbiamo portare con noi le nostre imprese”, afferma Werner Zanotti, direttore di Bressanone Turismo.

Una prima occasione per dimostrarlo è il 18 giugno, in occasione della Giornata Internazionale della Gastronomia Sostenibile. A Bressanone e dintorni sono ben attrezzati per questo. Da molti anni la Naturbackstube Profanter si dedica alla produzione di pane biologico. Dal grano di produzione propria alla segale e al lievito naturale, diversi pani tipici dell’Alto Adige, come lo Schüttelbrot, nonché pani vegani e biologici sono prodotti artigianalmente freschi ogni giorno in forni in pietra naturale. Dove c’è pane, la birra non può essere lontana. L’unico birrificio biologico certificato dell’Alto Adige si trova vicino a Franzensfeste. La birra AH (acronimo di Andreas Hofer) è prodotta esclusivamente con materie prime biologiche. I piccoli caseifici sono i fornitori del famoso affinatore di formaggi dell’Alto Adige, Hansi Baumgartner. Erbe, fiori, fieno e vino sono solo alcuni dei tanti ingredienti locali che rendono ogni formaggio di Degust un’esperienza speciale. Sostenibilità in gastronomia significa prodotti locali, vie di approvvigionamento brevi o nulle, cicli regionali, stagionalità, particolare attenzione agli ingredienti autentici e, perché no, un tocco di innovazione e creatività anche nella preparazione dei piatti tradizionali. Questi principi rendono ogni pasto una delizia. Le 29 locande altoatesine sono proprio questo. Due di queste, situate a Bressanone e dintorni, preparano piatti tradizionali che fanno palpitare i cuori dei buongustai, come il brasato di vitello con orzotto del Gasthof Kircherhof, con proprio maso ad Albes, e uova in camicia su insalata di erbe aromatiche e di manzo del Gasthof Sunnegg di Bressanone.

L’innovazione e la sostenibilità si riflettono anche in quei locali gastronomici che danno nuova vita alle vecchie mura con un nuovo design e un’architettura speciale realizzata da architetti locali. La locanda Decantei ne è un esempio. Gli architetti Pedevilla, conosciuti oltre i confini dell’Alto Adige, hanno coniugato modernità e tradizione, come dimostrano anche i piatti, quando il tris di pecora “Villnösser Brillenschaf” viene servito con polenta integrale e broccoletti selvatici. All’Alter Schlachthof, l’arredamento moderno e alla moda sottolinea il concetto di una cucina semplice, naturale e innovativa. L’attenzione si concentra sui prodotti provenienti da fornitori delle immediate vicinanze, garantendo freschezza, regionalità e stagionalità. Antiche mura e la vecchia cucina monastica reinterpretate? Da luglio, lo storico ristorante Fink sotto i portici di Bressanone apre con un progetto completamente nuovo: ingredienti di stagione che crescono nei monasteri e nei giardini di Bressanone. Caratteristico e tradizionale, semplice e autentico è il maso di montagna Gostnerhof a Spelonca sopra Varna, dove, secondo molti buongustai locali, si trovano i migliori Schlutzkrapfen. Dalla città alla montagna per abbandonarsi alla forma di trasporto più sostenibile che l’uomo conosca: l’escursionismo. Sentieri accoglienti, percorsi avventurosi e tematici in Alto Adige portano sempre a un rifugio dove non solo ci si può fortificare, ma anche lasciarsi viziare e tentare dalle prelibatezze culinarie. Ai piedi della Plose, appena sopra Sant’Andrea, si trova il rifugio Trametschhütte con vista sulla conca di Bressanone. La specialità della casa è il brunch con specialità altoatesine. Si può godere di una splendida vista panoramica sulla terrazza della Rossalm dopo una facile escursione sulla Plose, ma un picnic può essere gustato più comodamente. Tutto il necessario è fornito dalla “Rossalm Kraxe” (gerla) con coperta, pane, pancetta, salsiccia, formaggio, uova, burro, insalata, mela, succo di frutta e vino (eventualmente c’è anche la variante vegetariana). Sul lato sud della Plose, proprio di fronte alle Odle di Eores e al Sass de Putia, si trova il rifugio Schatzerhütte. Qui sarete viziati dal padrone di casa Franz Pernthaler con piatti che cambiano ogni giorno, preparati con ingredienti freschi provenienti dal suo orto o dalla foresta circostante. Non lontano dalla Schatzerhütte si trova la Halslhütte. Erbe, verdure e insalate sono coltivate nel proprio orto, i contadini vicini forniscono carne, frutta, pane e uova, mentre funghi porcini e finferli provengono dal bosco. Una piacevole escursione dal parcheggio di Ackerboden sopra San Leonardo, sopra a Bressanone, fino al rifugio Ackerboden. In un’ampia radura si entra nel caratteristico rifugio Ackerboden e si gusta il formaggio di capra di produzione propria.

Il modo migliore per entrare in contatto diretto con produttori, coltivatori e agricoltori di Bressanone è il mercato dei contadini settimanale in piazza Artmanno. Ogni sabato è possibile acquistare prodotti freschi e ricevere informazioni, ricette e consigli su cosa comprare. Non perdete l’occasione di acquistare le erbe coltivate biologicamente dallo Schmiedthof. Alcune aziende agricole di Bressanone e dintorni vendono i loro prodotti nei propri negozi di fattoria. Pane, frutta, vino, burro, formaggio, latte e molto altro possono essere acquistati direttamente dal produttore. Al Blaseggerhof di Varna, anche il delizioso “gelato della fattoria” viene prodotto con latte fresco e frutta della fattoria. Il 25 e 26 agosto 2023, Bressanone sarà teatro delle “Giornate del miele dell’Alto Adige”. Apicoltori provenienti da tutto il Paese daranno informazioni sulla vita delle api, vi faranno assaggiare diversi mieli di qualità e vi mostreranno cosa può fare il miele. Dal 29 settembre al 1° ottobre 2023, la Piazza del Duomo di Bressanone si trasformerà in un grande panificio: il Mercato del Pane e dello Strudel dell’Alto Adige riunirà i migliori panettieri e strumentisti del Paese per mostrare come si preparano e si cuociono il pane e lo strudel.

Sostenibilità e costi in bolletta: gli italiani scelgono il solare

Sostenibilità e costi in bolletta: gli italiani scelgono il solareRoma, 9 giu. (askanews) – Sostenibilità è la parola chiave per chi sta partecipando alla rivoluzione solare sposando il passaggio all’energia rinnovabile. Sostenibilità (49,7%) che va a braccetto con la necessità di contenere i costi delle bollette (69,5%). Queste sono solo alcune delle esigenze dei consumatori emerse dalla survey condotta nelle scorse settimane su un campione di oltre 800 utenti in Italia da Otovo, marketplace dedicato alla vendita online e installazione di pannelli fotovoltaici per il mercato residenziale.

Tra gli intervistati solo il 33,4% è già in possesso di un impianto fotovoltaico; tra le motivazioni che hanno spinto all’installazione, oltre alla sostenibilità e all’abbattimento dei costi, troviamo anche il desiderio di indipendenza energetica (58,4%). Ma a guidare la scelta dell’azienda a cui affidarsi emerge su tutti la possibilità di usufruire di incentivi statali e detrazioni fiscali (77,9%), il poter delegare le questioni burocratiche e ingegneristiche (60,4%) e la qualità delle componenti (37,6%) affiancata dalla reputazione dell’azienda (35,9%). A fronte delle scelte fatte e dell’attuale situazione relativa agli incentivi, il 72,5% degli intervistati ripeterebbe la propria scelta di installare un impianto fotovoltaico. Al contrario, chi ancora non è passato al solare ha trovato resistenza in merito all’incertezza sulla situazione relativa ai bonus statali (39,2%), alla difficoltà a scegliere l’azienda giusta a cui affidarsi (33,3%) e alla mancanza di sopralluogo prima dell’installazione (17,2%). A queste motivazioni va aggiunta anche l’impossibilità, riscontrata in molti casi, di procedere con l’implementazione di pannelli solari a causa di vincoli paesaggistici (15%), elemento attualmente risolvibile in Otovo grazie alla sua rinnovata disponibilità nella gestione di pratiche sottoposte a questo vincolo.

Differentemente da quello che si possa pensare, la fine del Superbonus e dello sconto in fattura hanno fatto sì che il fotovoltaico diventasse ancora più conveniente di prima: non dovendo più sostenere gli oneri verso la banca, il preventivo oggi non risulta più rincarato dal costo della cessione. Viene poi applicato lo sconto detraibile in 10 anni dell’effettivo 50% grazie alla detrazione fiscale. Come conseguenza di tutto ciò, anche i prezzi dei fornitori si sono ridotti notevolmente, perché in precedenza si erano tarati su una domanda superiore. “In Italia siamo ancora indietro nell’implementazione dell’energia solare rispetto agli altri paesi europei, e questo è un peccato perchè le ore di sole e la nostra posizione geografica ci offrono un grande potenziale di utilizzo – commenta Fabio Stefanini, Managing Director di Otovo Italia, Svizzera, Austria e Germania. “L’indagine che abbiamo svolto ha evidenziato anche come le potenzialità di un impianto solare non siano ancora ben comprese; basti pensare che solo il 37% dei rispondenti ha indicato correttamente 4/5 anni come tempo di rientro dell’investimento mentre il 61% ha scelto 10 anni, quasi il doppio. Il nostro obiettivo, come Otovo, è anche quello di svolgere educazione al riguardo e di semplificare il più possibile l’accesso al solare, rendendo l’acquisto dei pannelli solari semplice come comprare di un paio di scarpe online”. Viene invece riservata grande attenzione all’ambiente, che resta una delle motivazioni principali anche per chi ancora non ha installato un impianto (49,5%). C’è infatti più consapevolezza per quanto riguarda l’impatto ambientale, dove il 64% degli intervistati ha indicato un risparmio di CO2 di 2.000kg l’anno. Un ascolto attento alle esigenze dei consumatori che ha portato l’azienda ad attivare la Summer Campaign, ovvero uno sconto fino al 10% sul costo dell’installazione di un impianto fotovoltaico e all’adesione al progetto europeo Save Bees and Farmers, dedicato alla tutela delle api, al quale Otovo donerà 50 euro per ogni progetto solare venduto. Il programma nasce da un’ampia alleanza di ONG, iniziative agricole, movimenti dal basso, associazioni scientifiche e di apicoltori con l’obiettivo di promuovere un modello agricolo europeo che protegga le api e gli agricoltori.

“Le api sono alla base del nostro ecosistema e per noi di Otovo sostenere un progetto simile è parte dei nostri valori. La rivoluzione solare che stiamo portando avanti è parte di un obiettivo più grande: contribuire alla salvaguardia del nostro Pianeta” conclude Stefanini.

Romagna, 120 psicoterapeute EMDR in prima linea nell’emergenza tra la popolazione

Romagna, 120 psicoterapeute EMDR in prima linea nell’emergenza tra la popolazioneRoma, 8 giu. (askanews) – Dal 2 maggio e successivamente dal 16 maggio, 23 fiumi e corsi d’acqua sono esondati in ben 44 Comuni, le piogge torrenziali hanno creato più di 290 frane in 58 comuni, oltre 500 strade sono state interrotte, 36.000 persone sono state evacuate e 100 scuole e infrastrutture pubbliche sono state interessate dagli effetti dell’alluvione in Emilia-Romagna. L’Associazione EMDR Italia ha oltre 20 anni di esperienza di lavoro in contesti d’emergenza e conosce bene le procedure per meglio coordinarsi con le Istituzioni in contesti complessi ed instabili. In soli 3 giorni, precisamente dal 17 al 20 Maggio l’Associazione EMDR Italia, attivata dalla Regione Emilia-Romagna, è riuscita a costruire una rete operativa capace di fornire supporto e sostegno continuativo agendo in sinergia con le ASL del territorio. In questo momento più di 120 terapeuti volontari stanno intervenendo su vari fronti, rendendosi disponibili- a titolo gratuito-ad implementare vari tipi di supporto con attività di psicoeducazione e sostegno psicologico per la stabilizzazione delle situazioni più acute di stress, dei sintomi ansiosi legati alla paura e per l’elaborazione del trauma. Al momento la rete è composta da terapeuti in loco, che coprono fisicamente tutte le province colpite dall’emergenza, ed altri che lavorano on line per fornire supporto anche a distanza e per coordinare le varie richieste. In particolare gli aiuti sono rivolti soprattutto a:

1. Alle figure dei terapeuti: ogni giorno vengono organizzati gruppi di supporto ai terapeuti dell’Associazione colpiti in maniera diretta e indiretta della catastrofe e che a loro volta stanno intervenendo attivamente per supportare i loro pazienti e gli stessi cittadini. Questo sta permettendo loro di elaborare ciò che stanno vivendo ed essere un sostegno e risorsa sempre più solida ed efficace anche per le persone più vicine. In queste occasioni prendersi cura del benessere psicologico dello psicoterapeuta è il primo passo per metterlo in condizioni di poter aiutare efficacemente gli altri. L’Associazione ha quindi organizzato degli incontri EMDR come gruppi di supporto e di supervisione specifica alle colleghe 2. Alla popolazione: i terapeuti EMDR stanno dando da 3 settimane in forma volontaria il proprio aiuto alla popolazione che ha vissuto e sta ancora vivendo questa catastrofe. La macchina dell’emergenza psicologica EMDR, coordinata dalle varie ASL del territorio e dalla stessa Regione Emilia-Romagna ha più target di riferimento: verso le istituzioni che devono prendere decisioni, verdo le persone che stanno lavorando come soccorritori e volontari ma anche interessando i semplici cittadini. Le maggiori richieste al momento arrivano dalle insegnanti che chiedono sostegno per aiutare i bambini che sono scossi dalla paura ed anche per assistete la popolazione anziana che è isolata. La rete degli psicoterapeuti sta contestualmente entrando nelle aziende e nelle amministrazioni pubbliche e nei prossimi giorni le attività cresceranno per organizzare anche attività di sostegno a piccoli gruppi.

Gli interventi dell’Associazione EMDR Italia sono rafforzati anche dalla diffusione sul territorio di volantini di psicoeducazione che indicano i numeri dell’emergenza utili e le linee guida di comportamento in caso di emergenza. Fondamentali sono i colloqui terapeutici per la gestione dei casi più critici, come i traumi legati alla perdita di una persona cara o all’abbandono della propria abitazione, nel dare assistenza agli sfollati, ma anche a supportare chi, pur non costretto a lasciare la propria casa, ha bisogno di un supporto psicologico per gestire l’impatto emotivo di questo disastro collettivo. “In questa emergenza dobbiamo considerare che anche la maggior parte dei nostri colleghi stanno vivendo situazioni drammatiche sia sul fronte personale che sul fronte lavorativo e allo stesso tempo stanno comunque continuando a dare supporto ai cittadini” afferma Isabel Fernandez Presidente dell’Associazione EMDR Italia.” Da parte dell’Associazione voglio ringraziare tutte le terapeute che si sono immediatamente rese disponibili a dare il proprio contributo professionale alle persone in grave difficoltà. La perdita di una casa ad esempio può portare nell’immediato all’insorgenza di un disturbo post traumatico da stress, caratterizzato dalla continua riesperienza del trauma, come se la nostra mente fosse rimasta lì, congelata, costretta a rivivere l’evento. Questo è spesso causa di patologie come l’insonnia, ansia costante e paura”.

Per rispondere alle esigenze della popolazione è attivo un numero verde che tutti possono chiamare che chiedere aiuto ed assistenza psicologica. Questo numero poi coordina tutte le richieste sul territorio emiliano romagnolo il numero verde è 800024662.

Il Consiglio Ue ha approvato il Patto su Immigrazione e Asilo

Il Consiglio Ue ha approvato il Patto su Immigrazione e AsiloLussemburgo, 8 giu. (askanews) – Il Consiglio Affari interni dell’Ue ha approvato a maggioranza qualificata il testo di compromesso proposto dalla presidenza di turno svedese sul Patto Ue sull’immigrazione e asilo.

L’Italia ha votato a favore, mentre Polonia e Ungheria si sono espresse contro il compromesso e contro il principio stesso del voto a maggioranza qualificata su una materia che secondo loro avrebbe dovuto essere decisa all’unanimità dai capi di stato e di governo nel Consiglio europeo. Solo quattro Paesi (Malta, Bulgaria, Slovacchia e Lituania) si sono astenuti, gli altri hanno votato tutti a favore.Il testo approvato costituisce ora la posizione comune del Consiglio, che ora su questa base dovrà negoziare con il Parlamento europeo, per arrivare al testo definitivo dei due regolamenti, che riguardano le procedure d’asilo (Apr) e la gestione dell’asilo e dell’immigrazione (Ammr).  Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sottolineato dopo il voto che “l’Italia ha ottenuto il consenso su tutte le proposte avanzate nel corso del Consiglio odierno”.  “In primis – ha affermato il ministro -, abbiamo scongiurato l’ipotesi che l’Italia e tutti gli Stati membri di primo ingresso venissero pagati per mantenere i migranti irregolari nei propri territori. L’Italia non sarà il centro di raccolta degli immigrati per conto dell’Europa”.  “Abbiamo ottenuto – ha continuato Piantedosi – la creazione di un nuovo fondo europeo per i Paesi terzi di origine e transito dei flussi (dimensione esterna)”.  Inoltre, “nel sistema, come misura di solidarietà obbligatoria complementare ai ricollocamenti, è prevista anche la compensazione dei ‘dublinanti’”.
“Siamo riusciti a ottenere – ha sottolineato ancora il ministro – un quadro giuridico di riferimento per possibili intese con Paesi terzi sicuri. Abbiamo, altresì, evitato che venissero poste delle limitazioni che avrebbero escluso alcuni Paesi”.
“Anche i termini di responsabilità del Paese di primo ingresso per i casi Sar (ovvero per i migranti sbarcati dopo il soccorso in mare, ndr) sono stati ridotti grazie al nostro intervento. Per la prima volta i casi Sar sono considerati sotto la responsabilità dell’Unione europea”.
“Per quanto riguarda le procedure alle frontiere, su cui l’Italia, a livello nazionale, ha precorso i tempi europei, con le misure introdotte dal Decreto Cutro, siamo riusciti a ottenere la creazione di un sistema efficace di controllo europeo delle frontiere esterne”, ha rilevato ancora Piantedosi.
“Abbiamo anche ottenuto una clausola di revisione del sistema dopo un primo test di sostenibilità”, ha aggiunto il ministro, e ha concluso: “È stata, infine, raggiunta anche l’intesa su misure di sostegno finanziario per la realizzazione operativa (anche mediante infrastrutture) delle procedure di frontiera”.

 

Ricerca, nanotrasportatori selettivi per contrastare tumori aggressivi

Ricerca, nanotrasportatori selettivi per contrastare tumori aggressiviRoma, 8 giu. (askanews) – Un gruppo di ricercatori dell’Università di Trieste, in collaborazione con altri istituti internazionali tra cui China Pharmaceutical University e Aix Marseille University, ha progettato, sintetizzato e testato due nanoparticelle capaci di trasportare all’interno della cellula in modo selettivo terapie a base di acido nucleico in grado di contrastare la progressione di tumori molto aggressivi. Il lavoro è stato pubblicato su PNAS.

Le terapie moderne basate sul trasporto e sul rilascio di acidi nucleici – macromolecole di due tipi (DNA e RNA) in grado di trasportare o modificare l’informazione genetica all’interno delle cellule – sono un importante campo di ricerca per contrastare malattie molto gravi, come tumori aggressivi e metastatici e malattie genetiche rare. Affinché queste molecole terapeutiche raggiungano la cellula devono però essere “mascherate” perché altrimenti verrebbero riconosciute come agenti esterni e attaccate dal nostro sistema immunitario. I ricercatori dell’Università di Trieste hanno quindi cercato un modo per “ingannare” la cellula creando due diversi tipi di vettori che utilizzano nanomateriali autoassemblanti: dei “mattoncini” che, ravvicinati, riescono a organizzarsi autonomamente attorno a questi acidi nucleici, nasconderli e trasportarli dentro le cellule in modo selettivo, come una sorta di cavallo di Troia. Inoltre, i ricercatori hanno realizzato due nanoparticelle con caratteristiche diverse tra loro, l’una specifica per le terapie a base di RNA, l’altra per quelle a base di DNA. E’ un risultato molto importante perché queste molecole hanno meccanismi e caratteristiche diverse ed è necessario, affinché svolgano la loro funzione terapeutica in modo efficace, che il vettore sia costruito sulla base del modo con cui ciascuna di esse penetra nella cellula.

“Strumenti tailor-made che soddisfino requisiti specifici per diverse applicazioni sono di grande importanza nella ricerca biomedica – sottolinea Sabrina Pricl, professoressa di ingegneria chimica e responsabile scientifico del team Molecular Biology and Nanotechnology Laboratory (MolBNL@UniTS), presso l’Università degli studi di Trieste – con questo studio siamo riusciti per la prima volta a creare due nanoparticelle estremamente selettive. Abbiamo studiato e capito come gli acidi nucleici a base RNA e DNA entrano nella cellula e creato il trasportatore “su misura” per ciascuna di esse, testandone l’efficacia sia in vitro che in vivo e verificandone una grande capacità terapeutica. E’ un importante traguardo per una medicina sempre più personalizzata”. I prossimi passi nello sviluppo di questo filone di ricerca sono molteplici e riguarderanno soprattutto il portare a una dimensione industriale la produzione delle nanoparticelle, che richiede il soddisfacimento di una complessa serie di requisiti imposti dalla prassi relativa alla produzione di materiali per uso farmaceutico e la loro successiva possibilità di essere portati finalmente alla fase clinica di verifica. Rispetto a questo ultimo punto, è già stata dimostrata in questo studio l’efficacia e la non tossicità delle nanoparticelle. Aggiunge Sabrina Pricl, professoressa di ingegneria chimica e responsabile scientifico del team Molecular Biology and Nanotechnology Laboratory dell’Università degli studi di Trieste: “Anche se, quando si tratta di nuove molecole di uso farmaceutico, è sempre molto difficile fare previsioni e non bisogna creare false illusioni, queste nanoparticelle sono promettenti per un ingresso nella pratica clinica in tempi rapidi. Vi sono due condizioni che favoriscono questa prospettiva: da una parte, un sistema di nanoparticelle è stato recentemente approvato velocemente in quanto farmaco orfano per una malattia genetica rara, la malattia di Fabry; dall’altra una richiesta ufficiale di sensibilizzazione verso una maggior regolamentazione e un miglioramento dell’iter approvativo dei sistemi nanotecnologici in campo terapeutico è stata consegnata alla Commissione Europea dall’ Azione COST “Cancer nanomedicine: from the bench to the bedside”, di cui sono chair, congiuntamente ad altri enti che includono, tra l’altro, associazioni di pazienti e enti di sorveglianza/vigilanza sui farmaci”.

Al Roland Garros Muchova batte a sorpresa Sabalenka e vola in finale

Al Roland Garros Muchova batte a sorpresa Sabalenka e vola in finaleRoma, 8 giu. (askanews) – Arriva la sorpresa al Roland Garros. La ceca Karolina Muchova, numero 43 del ranking Wta sorprende la bielorussa Aryna Sabalenka, già pronta a salutare con un ruggito un’altra finale Slam, dimostrando che la potenza senza il controllo non basta.

La Muchova dicenta così la prima finalista del Roland Garros, secondo Slam del 2023 (montepremi 49.600.000 euro) che si sta avviando alle battute conclusive sulla terra parigina. Nella semifinale della parte bassa del tabellone la 26enne di Olomuc, n.43 WTA, ha eliminato 76(5) 67(5) 75, dopo una battaglia di tre ore e tredici minuti, la bielorussa Aryna Sabalenka n.2 del ranking e del seeding, centrando la sua prima finale in un Major. La 25enne di Minsk può recriminare per un match-point non convertito sul 5-2 del set decisivo. “Grazie mille a tutti. Davvero non so cosa sia successo sul 5-2: il pubblico mi ha spinto fino alla fine, io ho cercato di continuare a lottare ed ha funzionato. Sono davvero felice – le prime parole di Muchova, intervistata sul campo da Mats Wilander -. Un tennis speciale e naturale? Sì la gente, me lo dice ma io non voglio crederci, non voglio essere presuntuosa. Voglio solo continuare a giocare il mio tennis e ringrazio il mio team che mi aiuta a farlo. E poi è così bello con tutti i tifosi che scandiscono il mio nome. E’ fantastico”.

Karolina si gode la sua favola parigina, lei che sulla terra francese nelle quattro precedenti partecipazioni non era mai approdata nemmeno alla seconda settimana.

Continua il negoziato sul Patto Ue su immigrazione e asilo

Continua il negoziato sul Patto Ue su immigrazione e asiloLussemburgo, 8 giu. (askanews) – Il negoziato sul Patto Ue su Immigrazione e asilo continua al Consiglio Ue dei ministri dell’Interno, a Lussemburgo, con un focus particolare sulle condizioni dei rimpatri, dopo che la presidenza di turno svedese ha presentato, nel pomeriggio, un nuovo testo di compromesso in cui sembra aver accolto buona parte delle obiezioni e dei suggerimenti proposti dall’Italia. Il nodo su cui si sta discutendo riguarda la possibilità, per gli Stati membri di primo ingresso, di riportare rapidamente non solo nei paesi di origine, ma anche in quelli di transito i “migranti economici” arrivati irregolarmente alle frontiere dell’Ue (quando risulti abbastanza chiaro che non avrebbero diritto all’asilo), se questi paesi sono ritenuti “sicuri” riguardo al rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale, come ad esempio la Tunisia.

Il testo proposto dalla presidenza di turno svedese dell’Ue, accogliendo una pressante richiesta del governo tedesco, pone una condizione precisa: che i migranti siano riportati nel paese di transito da cui sono partiti solo se hanno una “connessione”, come ad esempio legami sociali, o di parentela, o una precedente residenza, con quello Stato, (e sempre che si tratti di un “Paese sicuro”). L’Italia respinge fermamente questa condizione, e ha su questo l’appoggio di una parte consistente dei paesi membri. “Riteniamo necessaria una maggiore flessibilità sull’applicazione del principio del Paese terzo sicuro, eliminando l’obbligo di verificare la sussistenza della connessione”, aveva detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel suo primo intervento stamattina al Consiglio. Una posizione ribadita e rafforzata poi questo pomeriggio, quando Piantedosi ha espresso, insieme a una decina di altri colleghi, le sue riserve rispetto al nuovo testo di compromesso della presidenza di turno svedese. “Nell’ultimo testo, rispetto alle mediazioni ultime che avevamo proposto, c’è secondo noi una insufficiente distinzione – ha spiegato il ministro – per quel che riguarda i ‘criteri di connessione’, che escludono la definizione dei ‘paesi sicuri’” in cui rimandare i migranti economici irregolari. In questo senso, ha continuato, “noi avevamo proposto delle specificazioni che ritenevamo ragionevoli” con la possibilità di “attuare iniziative di proiezione esterna”, al di fuori dei confini dell’Ue, ma “pur sempre, consapevolmente, nel rispetto dei diritti fondamentali e e del diritto internazionale. Non abbiamo mai immaginato – ha puntualizzato Piantedosi – che si possa gestire il fenomeno migratorio con accordi con paesi esterni all’Unione europea che potessero presentare problemi di rispetto delle basilari regole del diritto internazionale”.

Tuttavia, ha continuato il ministro, “vedo che tuttora sussiste una affermazione di un ‘principio di connessione’ che escluderebbe” o “limiterebbe fortemente ogni azione in questo senso”. Su questo punto, “manteniamo ferma la proposta di trovare qualche formula che sia più vicina alle ipotesi di mediazione che l’Italia aveva proposto. Altrimenti, pur ringraziando per tutte le mediazioni che sono state sviluppate, anche nella direzione di molti punti che l’Italia aveva proposto e che ritengo importanti, per nboi questo rimane uno dei punti dirimenti per cui abbiamo difficoltà” a sostenere il testo, “se non troviamo una formula ulteriore di compromesso e nella direzione che avevamo proposto”, ha concluso Piantedosi. La mediazione, dunque, continua. Appare abbastanza evidente che la presidenza di turno svedese è intenzionata a sottoporre il testo di compromesso al voto a maggioranza qualificata (con l’inevitabile opposizione della Polonia e dell’Ungheria) solo se avrà la sicurezza di “avere a bordo” anche l’Italia.