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Segretaria Usa al Commercio Raimondo: Rapporto con l’Italia è molto forte

Segretaria Usa al Commercio Raimondo: Rapporto con l’Italia è molto forteWashington, 2 giu. (askanews) – “Il rapporto tra Italia e Stati Uniti è forte, molto forte e sta diventando sempre più forte ed è radicata nei nostri valori condivisi”, così ha detto la segretaria al Commercio degli Stati Uniti Gina Raimondo, intervenendo alla celebrazione del 77mo anniversario della Repubblica italiana, che si è tenuta giovedì sera nell’ambasciata d’Italia a Washington.

“Mentre affrontiamo queste sfide globali, la partnership dell’Italia e degli Stati Uniti, la voce forte dell’Italia nell’UE e nella Nato, rimane di vitale importanza, ha continuato la segretaria al Commercio, che ha elogiato la leadership di Giorgia Meloni, “per la sua guida forte e pratica e soprattutto per la sua posizione sull’Ucraina, la sua partnership con gli Stati Uniti e il essere risoluta in un momento in cui l’Europa ha bisogno più che mai di una leadership così”. Infine la Raimondo, sottolineando che l’Italia il prossimo anno presiederà il G7, anche a nome del presidente Biden, ha ribadito che non vede “l’ora di lavorare con l’Italia rafforzando ulteriormente i nostri legami diplomatici e commerciali”.

La segretaria al Commercio, nel suo intervento ha ricordato le sue origini italiane e ha ricordato la visita dello scorso giugno con la famiglia e i figli ad Ischia e Napoli, per conoscere le proprie radici. “Quando mi chiedono cosa significa per me essere italiano – ha spiegato la Raimondo – rispondo con tre parole: famiglia, fede e cibo”.

Il Festival della canzone cristiana arrivato a Kiev per la pace

Il Festival della canzone cristiana arrivato a Kiev per la paceMilano, 2 giu. (askanews) – Ieri mattina, da Roma, è partita la missione cristiana per la Pace in Ucraina del Festival della Canzone Cristiana, diretto dal cantautore Fabrizio Venturi, e ha raggiunto in tarda serata la città di Cernivtsi in Ucraina, non molto distante dal confine con la Romania. Oggi, 2 giugno, alle ore 17, nel rifugio dell’Hotel Intercontinental la delegazione del Festival cristiano consegnerà all’Ucraina il messaggio di pace, in occasione della Festa della Repubblica Italiana, alla presenza delle Istituzioni ucraine.

A partire dalla capitale ucraina il cantautore Fabrizio Venturi diffonderà un messaggio di pace e fratellanza, temi principali del suo tour europeo. E’ accompagnato dal giornalista Biagio Maimone, direttore della domunicazione del Sanremo Cristian Music Festival. Ad organizzare la manifestazione è Marco Toson, presidente della Fondazione Hope Ukraine Ets e presidente della Camera di Commercio Ucraina. Alla missione di pace sarà presente anche la cantante non vedente Federica Paradiso, vincitrice a Sanremo del Premio della Stampa della seconda edizione del Festival della Canzone Cristiana.

Il gruppo del Festival della Canzone Cristiana, guidata da Fabrizio Venturi e da Marco Toson, terrà un meeting con il governatore di Kiev e farà una visita guidata nella capitale che gli consentirà di osservare direttamente la situazione e lo stato in cui versa la città. Il giorno successivo, 3 giugno, l’Organizzazione del Festival della Canzone Cristiana incontrerà alcuni sindaci ucraini, con i quali visiterà l’Ospedale Pediatrico Nazionale Ohmatdyt, alla presenza del Presidente Volodymyr Zhovnyr, rappresentante di 48 ospedali pediatrici ucraini, il quale ha espresso il suo sincero ringraziamento. Il Festival della Canzone Cristiana, il 4 giugno, giorno del rientro in Italia, farà tappa ad Irpin, in cui incontrerà il sindaco.

L’intento della missione del festival a Kiev – spiegano i promotori – è di diffondere un altisonante messaggio di pace. Vi è l’intento non solo di attestare la vicinanza del popolo italiano al popolo ucraino martoriato dalla guerra, ma anche quello di offrire un contributo, con il nostro Festival, affinché si arresti definitivamente il genocidio di infinite persone innocenti, appartenenti all’una e all’altra sponda. Un pensiero e una preghiera va alle vittime che muoiono negli scontri, siano essi soldati russi e siano essi soldati ucraini.

Schillaci: liste d’attesa primo problema; infermieri dall’India

Schillaci: liste d’attesa primo problema; infermieri dall’IndiaMilano, 2 giu. (askanews) – Il primo problema della sanità in Italia secondo il ministro della Salute Orazio Schillaci sono le liste di attesa. “Vorrei ridurle. Per farlo servono sì anche soldi ma ci vuole soprattutto un cambiamento culturale. Bisogna lavorare sull’appropriatezza, c’è molta medicina difensiva che porta anche a prescrizioni che non servono. Alle persone vanno fatti gli accertamenti realmente utili. I cittadini devono sempre rivolgersi al medico, non farsi autoprescrizioni. Se si ha mal di schiena non bisogna fare subito la risonanza magnetica, prima è meglio parlare con il dottore. Sugli accessi al pronto soccorso e la specialistica l’inappropriatezza rappresenta almeno un terzo delle prestazioni”. Lo ha detto in un’intervista a La Repubblica.

“Gli infermieri mancano in tutta Europa – ha aggiunto il ministro -. Per questo stiamo pensando ad accordi con Paesi extraeuropei, che potrebbero metterci a disposizione professionisti già ben formati, dal punto di vista sanitario e della conoscenza della nostra lingua. Penso ad esempio all’India. Ha già chiuso protocolli con il Giappone e gli Usa. Hanno una scuola infermieristica di alta qualità e ovviamente tantissimi abitanti”. Secondo Schillaci è possibile salvare il sistema pubblico “se paghiamo meglio i professionisti e se lo rivalutiamo. La qualità della nostra sanità è ottima, come quella della formazione. E quando si va in ospedale si viene curati bene. Questo è indubbio”. Per quanto riguarda invece il Pnrr: “Vorrei dare più soldi al personale ma la filosofia del Pnrr è quella di investire sulle strutture, le modifiche sono molto difficili. Vedremo, comunque, se riusciremo a ricavare anche una piccola quota per i professionisti della sanità”.

“Chiuderemo la riforma dell’Aifa entro l’estate o subito dopo – ha concluso Schillaci -. Non è vero che prima c’erano pesi e contrappesi, perché comunque il ministero della Salute aveva già le nomine più importanti. E non dimentichiamo che è stata proprio la presenza di un direttore e un presidente, che non andavano d’accordo, a paralizzare l’agenzia negli ultimi due anni. Della nuova commissione unica che approverà i farmaci dovranno far parte i migliori tecnici del settore”.

Usa, Senato approva legge per sbloccare stallo sul tetto del debito

Usa, Senato approva legge per sbloccare stallo sul tetto del debitoRoma, 1 giu. (askanews) – Il Senato degli Stati Uniti ha approvato un accordo fiscale tra la Casa Bianca e i repubblicani del Congresso, ponendo fine a una situazione di stallo politico durata settimane sul tetto del debito che rischiava di innescare un default senza precedenti nella più grande economia del mondo.

Giovedì sera, i legislatori della camera alta hanno approvato il disegno di legge con un schiacciante sostegno bipartisan, con 63 senatori a favore della legislazione e 36 contrari. La Camera dei Rappresentanti aveva a sua volta dato il via libera all’accordo mercoledì sera. Il disegno di legge ora va al presidente Joe Biden per la sua firma, solo quattro giorni prima del termine stimato dal Tesoro nel quale gli Usa avrebbero esaurito i contanti per pagare tutti i suoi conti. Uno scenario del genere avrebbe inferto un colpo traumatico all’economia globale e ai mercati finanziari e avrebbe rappresentato un’enorme ferita autoinflitta per Washington.

“I senatori di entrambe le parti hanno votato per proteggere i sudati progressi economici che abbiamo fatto e prevenire un primo default in assoluto da parte degli Stati Uniti”, ha detto Biden in una dichiarazione dopo il voto. “Insieme, hanno dimostrato ancora una volta che l’America è una nazione che paga i suoi conti e rispetta i suoi obblighi – e lo sarà sempre”. L’accordo aumenta il limite di indebitamento degli Stati Uniti fino al 2025 e fissa limiti alla spesa pubblica per i prossimi due anni, ponendo ulteriori restrizioni alla politica fiscale degli Stati Uniti almeno fino a dopo le prossime elezioni presidenziali.

“È così positivo per questo paese che entrambe le parti si siano finalmente unite per evitare il default”, ha dichiarato Chuck Schumer, leader della maggioranza al Senato democratico, in una dichiarazione alla Camera prima dell’inizio delle votazioni. “L’America può tirare un sospiro di sollievo”. Il voto del Senato – riporta il Financial Times – ha coronato settimane di contrasti a Washington, inclusi colloqui tesi tra gli assistenti di Biden e i negoziatori del presidente della Camera repubblicana Kevin McCarthy. Le due parti hanno raggiunto un accordo sabato.

Biden e i leader del Congresso hanno quindi intrapreso una spinta per convincere i membri di base a votare rapidamente e ad approvare l’accordo nonostante un clima politico altamente polarizzato. La situazione di stallo del tetto del debito si rivelerà meno dolorosa per gli investitori rispetto a una simile resa dei conti nel 2011 tra l’ex presidente Barack Obama e John Boehner, allora presidente della Camera repubblicana. Quel contatto con il default ha comportato un declassamento del rating del credito tripla A degli Stati Uniti da parte di Standard and Poor’s e una forte svendita di azioni.

Janet Yellen, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, ha insistito sul fatto che non esisteva una buona alternativa. “Questa legislazione protegge la piena fiducia e il credito degli Stati Uniti e preserva la nostra leadership finanziaria, che è fondamentale per la nostra crescita e stabilità economica”, ha affermato.

2 Giugno, Urso da Washington: Italia Paese forte e affidabile

2 Giugno, Urso da Washington: Italia Paese forte e affidabileNew York, 2 giu. (askanews) – “L’Italia è un Paese forte, affidabile, che si assume le proprie responsabilità ed assolve ai propri doveri, in Europa, nei Balcani, nel Mediterraneo, in Africa, nel grande Medio Oriente”, ha detto il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo alla celebrazione della Festa della Repubblica presso l’ambasciata italiana a Washington, alla presenza oltre mille esponenti del mondo imprenditoriale e politico statunitense e italiano.

Urso ha elencato poi gli strumenti che provano tale affidabilità: “la politica, la diplomazia, promuovendo lo sviluppo economico e lo Stato di diritto, la nostra cultura e la nostra lingua, espressione di valori universali, dei valori e dei diritti della persona” Il ministro ha voluto ricordare particolarmente le Forze Armate, soprattutto quelle schierate in Kosovo, per evitare che la situazione degeneri. “A loro, ai nostri militari feriti, giunga in questo giorno da Washington il saluto e la riconoscenza della Comunità nazionale”, ha detto Urso strappando l’applauso dei presenti.

Un altro applauso è stato riservato all’Ucraina. Il ministro ha ricordato di essere stato a Kiev due volte “per sostenere la battaglia del popolo ucraino per la liberta e l’indipendenza del loro Paese”, definito dal ministro la “nuova frontiera dell’Occidente”, mentre arrivano proposte di integrazione di Kiev nella Nato e nell’Unione europea.

Napoli, il 5/6 laura honoris causa in geologia ad Alberto Angela

Napoli, il 5/6 laura honoris causa in geologia ad Alberto AngelaRoma, 2 giu. (askanews) – L’Università Federico II di Napoli festeggia i 799 anni dalla sua istituzione il 5 giugno. Le celebrazioni per il compleanno prevedono numerosi eventi. Il primo, proprio nel giorno dell’istituzione, è il conferimento della Laurea magistrale honoris causa in Geologia e Geologia Applicata ad Alberto Angela. La cerimonia si terrà lunedì 5 giugno, alle 11 nell’Aula Magna storica dell’Ateneo Federiciano, nella sede di corso Umberto I, 40.

Introdotto dal rettore Matteo Lorito e da Vincenzo Morra, Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse, ne terrà la Laudatio Pasquale Raia, professore di Paleontologia e Paleoecologia. Seguirà la Lectio magistralis del neo dottore Alberto Angela.

Europarlamento approva norme su dovere diligenza delle imprese

Europarlamento approva norme su dovere diligenza delle impreseBruxelles, 1 giu. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha adottato, oggi a Bruxelles, con 366 voti a favore, 225 contrari e 38 astensioni, la sua posizione sulla direttiva per la “il dovere di diligenza da parte delle imprese” (“corporate due diligence”), che ora dovrà negoziare con il Consiglio Ue per arrivare a un accordo sul testo finale, si spera entro la fine della legislatura.

Secondo la posizione adottata dal Parlamento europeo, che sostanzialmente sostiene e rafforza la proposta originaria della Commissione (mentre il Consiglio Ue mira ad annacquarla in diversi punti), le società attive nell’Ue dovranno garantire che le proprie attività e quelle di tutte le aziende coinvolte nella  loro catena del valore rispettino i diritti umani, sociali e ambientali tutelati dalle convenzioni e dai trattati internazionali.   Il voto ha segnato il sostanziale fallimento del tentativo degli eurodeputati della destra, soprattutto del gruppo conservatore e di una parte del Ppe, di stravolgere, con una lunga serie di emendamenti presentati all’ultimo momento, il testo che era stato approvato dalla commissione europarlamentare competente (commissione Affari giuridici), e sostenuto dalla relatrice, la socialista olandese Lara Wolters.

I nuovi emendamenti della destra miravano in particolare: 1)a escludere il settore finanziario dal campo di applicazione della direttiva; 2) a evitare di attribuire agli amministratori delle imprese una diretta responsabilità dell’attuazione del dovere di diligenza e di vigilanza; 3) a eliminare l’obbligo per le società di sviluppare e attuare dei piani di transizione ambientale con obiettivi di sostenibilità e scadenze per realizzarli; 4) a cancellare gli articoli che legano i premi nella retribuzione dei manager al raggiungimento degli obiettivi di questi piani aziendali; 5) a eliminare i riferimenti precisi ai trattati internazionali (come quello di Parigi sul clima o come la Convenzione sulla biodiversità) per definire la responsabilità per danni ambientali che le aziende potranno essere chiamate a risarcire; 6) a limitare il dovere di vigilanza delle imprese europee solo a una parte delle proprie catene del valore.     Questi emendamenti sono stati quasi tutti respinti, con una sola eccezione notevole: gli emendamenti 391 e 405 (identici) che sopprimono il testo originario dell’articolo 26 in cui si attribuiva agli amministratori delegati delle società la responsabilità della predisposizione delle azioni di diligenza e vigilanza aziendale, con il dovere di riferire ai loro consigli d’amministrazione in merito a queste azioni.  

Secondo il testo approvato, le aziende saranno tenute a identificare e, se necessario, prevenire, far cessare o mitigare, l’impatto negativo che le loro attività hanno su diritti umani e ambiente, come il lavoro minorile, la schiavitù, lo sfruttamento del lavoro, l’inquinamento, il degrado ambientale e la perdita di biodiversità. Le imprese dell’Ue dovranno monitorare e valutare l’impatto sui diritti umani e sull’ambiente dei loro partner lungo tutta la catena del valore, a monte e a valle della produzione, comprese la fornitura di materie prime e componenti, la vendita, la distribuzione, il trasporto, lo stoccaggio, la gestione dei rifiuti. Le aziende europee dovranno sospendere o terminare i rapporti commerciali con le società partner che non consentono il rispetto del dovere di diligenza quando. Per il Parlamento europeo, le nuove norme dovranno interessare le imprese dell’Ue con più di 250 dipendenti e un fatturato superiore a 40 milioni di euro, indipendentemente dal loro settore di appartenenza (la proposta della Commissione riguardava imprese con 500 dipendenti e un fatturato di 150 milioni di euro, ed escludeva il settore finanziario). Saranno incluse anche società con sede fuori dall’Ue aventi un fatturato superiore a 150 milioni di euro, se hanno generato attività per almeno 40 milioni di euro all’interno dell’Ue.

Le società dovranno attuare dei piani aziendali di transizione verde per mantenere il riscaldamento globale entro il limite di 1,5°. Inoltre, è stato confermato che per le grandi società con oltre 1.000 dipendenti, il raggiungimento degli obiettivi del piano avrà un impatto sulla remunerazione variabile degli amministratori, come i bonus. Le società che non rispetteranno le regole saranno responsabili degli eventuali danni e potranno essere sanzionate dalle autorità di vigilanza nazionali. Le sanzioni comprendono misure quali la pubblicazione dei nomi degli inadempienti( (“naming and shaming”), il ritiro dal mercato dei prodotti dell’azienda, o ammende pari ad almeno il 5% del fatturato netto globale. Le aziende extra-Ue che non rispettano le regole saranno escluse dagli appalti pubblici dell’Unione. I nuovi obblighi si applicheranno alle società tre o quattro anni dopo l’adozione della direttiva, a seconda delle dimensioni. Le imprese più piccole avranno un ulteriore anno di tempo.

Il Parlamento europeo chiede alle aziende di rendere le proprie catene del valore climaticamente neutrali entro il 2050, con un avvicinamento graduale all’obiettivo in cinque fasi annuali, a partire dal 2030. Le organizzazioni della società civile e i sindacati potranno rappresentare in tribunale le vittime di danni dovuti al non rispetto della direttiva; i tribunali potranno ordinare la divulgazione di prove da parte delle aziende, ed emettere ingiunzioni per fermare il danno.

”Prima” di Meloni al Quirinale, Mattarella padrone di casa

”Prima” di Meloni al Quirinale, Mattarella padrone di casaRoma, 1 giu. (askanews) – Torna il ricevimento per la festa della Repubblica nei giardini del Quirinale. Il Covid aveva infatti impedito che negli ultimi tre anni, (l’ultimo si era tenuto nel 2019) si svolgesse la tradizionale cerimonia preceduta dal concerto per il corpo diplomatico. C’era molta attesa anche per l’esordio del nuovo governo guidato da Giorgia Meloni ma il “padrone di casa” cioè il Presidente della Repubblica, è rimasto il protagonista della serata anche grazie alla rottura, di nuovo, del cerimoniale che lo ha portato per la prima a restare tra gli ospiti in modo più informale per più di due ore invece che aspettare davanti alla Coffee House che si avvicinassero loro.Anche la premier non si formalizza e concede selfie e conversazioni amichevoli, tra le prima ad avvicinarsi la campionessa di sci Sofia Goggia.

Gli invitati sono ovviamente diversi da quelli che vennero qui nel 2019 all’epoca del governo giallo-verde. La premier Giorgia Meloni fa il suo ingresso al termine del concerto nel Palazzo insieme al capo dello Stato. Poi inizia la cerimonia dei saluti. Torna Matteo Salvini, accompagnato dalla fidanzata Francesca Verdini. Non passa inosservato l’ex premier ed ex presidente della Bce Mario Draghi uno dei primi con cui Mattarella si ferma a parlare. “Sembra riposato presidente!”, gli dice ironico un cronista “Non è che prima fossi stanco” risponde sarcastico Draghi che fa un’altra battuta sulla sconfitta della Roma nell’Europa League: “Per favore non commentiamo i fatti di ieri sera, un disastro”. I presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio la Russa, hanno assistito al concerto insieme alla presidente del consiglio Giorgia Meloni. Molti scambi di saluti anche per l’ex ministro degli esteri Luigi di Maio, oggi inviato speciale dell’Ue nel Golfo.

Pressoché al completo la compagine governativa: avvistati Il ministro della giustizia Carlo Nordio, il ministro degli affari europei e del Pnrr Raffaele Fitto, il ministro dei trasporti Matteo Salvini, il ministro della difesa Guido Crosetto, il ministro dell’interno Matteo Piantedosi, il ministro della salute Orazio Schillaci, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti che resta piuttosto defilato. Ci sono poi il direttore dell’Agenzia delle entrate, Angelo Maria Ruffini, il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, il direttore del museo Maxxi Alessandro Giuli che ci tiene a stringere la mano a Mattarella e a anticipargli le sue prossime iniziative culturali.

E’ al suo esordio anche la segretaria del Pd Elly Schlein, un pò spaesata e accompagnata dalla compagna di partito e di appartamento Chiara Braga, viene accolta con calore dai giornalisti. Tra gli abituè l’ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini a cui il Presidente si rivolge con confidenza dicendogli “ti trovo in ottima forma”. Nel gruppo di centrosinistra non mancano Dario Franceschini, il presidente del Copasir Lorenzo Guerini, Massimo D’Alema, il capogruppo Francesco Boccia con la moglie Nunzia De Girolamo, Francesco Rutelli e Walter Veltroni. E ancora il presidente dell’Anci Antonio Decaro, Giovanni Donzelli, Stefano Patuanelli, Paolo Barelli, l’ex premier Lamberto Dini, il fondatore della comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi.

Tra le firme del giornalismo Enrico Mentana, Gad Lerner, “Zoro”, Sigfrido Ranucci, Giovanni Floris, Marco Damilano. I neodirettori Rai Carboni, Chiocci, c’è sempre Vespa che fa gli auguri al Presidente. Ovviamente i sindacati, le imprese, gli ad delle partecipate di Stato non mancano. Il clou della serata arriva intorno alle 20 quando Mattarella e Meloni si fermano sulla terrazza per un brindisi “alla Repubblica” insieme ai presidenti delle Camere e alla presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra. Segue un lungo momento di conversazione sulla ringhiera della terrazza, prima più leggero, circondati dalla curiosità dei giornalisti la premier indica a Mattarella la terrazza del suo vecchio ufficio a Montecitorio, ma poi si soffermano in forma più riservata per alcuni minuti. E di nuovo un altro giro dei giardini sia per la premier che per il capo dello Stato, che si allontanerà dopo aver scambiato ancora convenevoli con decine e decine di invitati, attori, registi, politici, sempre accompagnato dalla figlia Laura. Prima di andarsene Meloni si ferma a parlare con il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Sabato ci sarà l’insediamento del presidente turco Erdogan ad Ankara, ho chiesto a Meloni di venire con me”, ha detto scherzando il ministro ai giornalisti che gli chiedevano del colloquio con Meloni.

Roland Garros, Sinner: troppa pressione, ma tornerò più forte

Roland Garros, Sinner: troppa pressione, ma tornerò più forteRoma, 1 giu. (askanews) – “Oggi ho sbagliato diverse cose, ma è andata così. Mettiamo via questa sconfitta e poi si riparte sull’erba”: cosi, tra la delusione e l’amarezza, Jannik Sinner in conferenza stampa dopo la sconfitta con il tedesco Daniel Altmaier al secondo turno del Roland Garros.

Un bilancio della terra rossa? “La stagione sulla terra è partita bene – ha detto Sinner – a Roma e qui a Parigi avevo tante aspettative. Forse la pressione e le aspettative mi hanno portato a non giocare troppo “felice” e non ho trovato la ricetta giusta”. “Cosa mi insegna questa sconfitta? Riparto dall’erba più “felice” è contento di essere in campo. Ritorno più forte”. Ssa

2 giugno, a ricevimento Quirinale anche Draghi, Bocelli, Riccardi

2 giugno, a ricevimento Quirinale anche Draghi, Bocelli, RiccardiRoma, 1 giu. (askanews) – Un parterre d’eccezione quello del ricevimento al Quirinale in occasione della festa nazionale della Repubblica che si celebra domani, 2 giugno. Tra i tantissimi partecipanti anche l’ex premier ed ex presidente della Bce Mario Draghi che ha parlato a lungo con il tenore-star Andrea Bocelli. Molti scambi di saluti anche per l’ex ministro degli esteri Luigi di Maio.

I presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio la Russa, hanno assistito al concerto insieme alla presidente del consiglio Giorgia Meloni. Pressoché al completo la compagine governativa: avvistati Il ministro della giustizia Carlo Nordio, il ministro degli affari europei e del Pnrr Raffaele Fitto, il ministro dei trasporti Matteo Salvini, il ministro della difesa Guido Crosetto, il ministro dell’interno Matteo Piantedosi, il ministro della salute Orazio Schillaci.

Ci sono poi il direttore dell’Agenzia delle entrate, Angelo Maria Ruffini, il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, il direttore del museo Maxxi Alessandro Giuli. Tra i parlamentari avvistati la segretaria del Pd Elly Schlein, Angelo Bonelli, Benedetto della Vedova, Nicola Fratoianni, Peppe de Cristofaro, Claudio Durigon, Gian Marco Centinaio, Maurizio Lupi, il senatore a vita Mario Monti, Dario Franceschini, il presidente del Copasir Lorenzo Guerini, il presidente dell’Anci Antonio Decaro, Giovanni Donzelli, Mara Carfagna, Chiara Braga, Stefano Patuanelli, Francesco Boccia, Pier Ferdinando Casini, Paolo Barelli.

E poi Francesco Rutelli, Walter Veltroni, l’ex premier Lamberto Dini, il fondatore della comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi. Tra le firme del giornalismo Gad Lerner, “Zoro”, Sigfrido Ranucci, Giovanni Floris, Marco Damilano.