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Colle raccoglie allarme Corti Appello su Dl flussi, 30 giorni per nuove norme

Colle raccoglie allarme Corti Appello su Dl flussi, 30 giorni per nuove normeRoma, 25 nov. (askanews) – L’allarme lanciato dalle Corti d’Appello in vista del nuovo decreto paesi sicuri (inserito nel decreto flussi) ha trovato ascolto in extremis. Ed è il Quirinale ad aver colto l’esigenza dei presidenti delle Corti d’appello per avere un mese per organizzare il nuovo lavoro. Lunedì scorso con una lettera inviata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla premier Giorgia Meloni, ai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, al ministro della Giustizia Carlo Nordio, al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e al vice presidente del Csm Fabio Pinelli le toghe avevano chiesto di scongiurare “il disastro annunciato” e i “gravi esiti” derivanti dal trasferimento di competenze sui trattenimenti dei migranti, materia che la maggioranza trasferisce a quelle Corti togliendole alle sezioni immigrazione dei tribunali.


Fino a questa mattina tuttavia, il Parlamento non era al corrente dei cambiamenti tanto che nel corso della discussione generale in aula la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro dichiarava che “l’appello delle corti d’Appello e dell’Anm è frutto di una lettura poco attenta” perchè “il ripristino dei ricorsi contro il respingimento delle domande d’asilo in corte d’Appello nella versione orginaria del decreto flussi è stato soppresso con l’emendamento che trasferisce le convalide del trattenimento, un intervento che alleggerisce gli uffici evitando il sovraccarico per le corti”. Poche ore dopo però è proprio il governo a fare retromarcia. Al termine della discussione generale, nel primo pomeriggio, il presidente della commissione Affari costituzionali Nazario Pagano chiede un ritorno del decreto in commissione per “correggere la norma transitoria”, quella che disciplina l’entrata in vigore di un provvedimento. Tra i due momenti evidentemente è intervenuta la moral suasion del Colle. E infatti dopo poco l’esecutivo invia una nota al Parlamento in cui spiega di aver omesso un dettaglio che incide sui tempi di applicazione, l’entrata in vigore per le Corti d’Appello necessita di una organizzazione. Una correzione di forma ma anche di sostanza, spiegano i tecnici, dopo la decisione del governo di affidare alle corti d’Appello il ricorso sulla decisione dei trattenimenti, misura adottata in grande fretta dopo il rientro in Italia di tutti i migranti destinati al centro costruito in Albania, ad opera dei tribunali di primo grado specializzati in immigrazione.


Il decreto “paesi sicuri”, approvato lo scorso 23 ottobre è quello che ha introdotto la novità del ruolo delle Corti d’Appello ma per ottenere un iter più spedito il testo è stato trasformato in un emendamento al più ampio provvedimento denominato decreto flussi, già all’esame della Camera, composto di 32 articoli, e che si occupa anche di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori. La trasposizione del decreto in emendamento ha prodotto il corto circuito che ha reso necessaria la correzione di oggi per dare appunto alle Corti d’Appello 30 giorni di tempo per avviare il nuovo lavoro sulla convalida dei trattenimenti. A nulla valgono le proteste delle opposizioni che abbandonano i lavori della commissione denunciando i “gravissimi strappi che annullano le corrette procedure democratiche. Prima procedono a tappe forzate, scrivendo norme improvvisate e palesemente sbagliate, poi pretendono di rimediare ai loro stessi errori con un tratto di penna e senza confronto parlamentare. Quello che fanno è gravissimo e va denunciato forte e chiaro”, dicono. Introdotta l’ultima modifica il governo ha posto la fiducia, domani il voto.

Violenza donne, Meloni in Cdm: politica non si divida su soluzioni

Violenza donne, Meloni in Cdm: politica non si divida su soluzioniRoma, 25 nov. (askanews) – “Con una legge approvata all’unanimità dal Parlamento, abbiamo messo a disposizione delle donne, e di chi lavora ogni giorno per impedire che una tragedia si possa consumare, nuovi strumenti normativi e operativi. Ciò per rendere più efficace la prevenzione, perché riconoscere i campanelli d’allarme e intervenire tempestivamente può essere determinante per evitare che una donna venga uccisa, che ci siano figli costretti ad assistere ai maltrattamenti o a piangere la morte della propria madre”. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni prendendo la parola in apertura del Consiglio dei Ministri di oggi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.


“E’ centrale, da questo punto di vista – secondo la premier -, la formazione degli operatori perché le Forze dell’ordine, la magistratura, gli operatori sanitari e chi lavora nel sociale devono essere sempre di più in grado di riconoscerne i segnali, e rapportarsi con le vittime in modo adeguato. Intercettare questi segnali prima che sia troppo tardi è fondamentale e richiede sensibilità e competenza”. “Siamo determinati a dare vita ad una grande svolta culturale, donne e uomini insieme, alleati, affinché si possa davvero dire: mai più. La politica – ha sottolineato la presidente del Consiglio – ha già saputo dare in più occasioni un segnale di unità e mi auguro che si possa continuare su questa strada, al di là delle differenze e oltre gli steccati ideologici. Perché sulle soluzioni ci si può confrontare e anche scontrare, ma su un obiettivo come questo non ci possiamo dividere”.

Cpi su Netanyahu, al G7 Esteri l’Italia spinge per una posizione unica

Cpi su Netanyahu, al G7 Esteri l’Italia spinge per una posizione unicaFiuggi, 25 nov. (askanews) – “L’unità è la nostra forza”. Antonio Tajani lancia il suo messaggio in apertura del G7 Esteri di Anagni e Fiuggi, l’ultimo a presidenza italiana. Il ministro parla di Ucraina, ma non solo. Lo si capisce qualche ora più tardi, in conferenza stampa. L’Italia spinge per una posizione unica dei Sette Grandi sulla Corte penale internazionale e la sua decisione di spiccare un mandato d’arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa, Yoav Gallant. La presidenza italiana, molto prudente, vorrebbe trovare una sintesi, da mettere nero su bianco nel comunicato finale. Un obiettivo non facile, per il quale gli sherpa stanno ancora lavorando. Bisogna limare le spigolature, alcune emerse anche in mattinata.


Gli Stati Uniti non hanno firmato lo Statuto di Roma e non riconoscono l’autorità della Corte. Il Regno unito, per bocca del ministro David Lammy, presente a Fiuggi, ha confermato che Londra darà seguito a un “giusto processo” se Netanyahu dovesse visitare il Paese. La Francia, già nei giorni scorsi, ha preferito non sbilanciarsi, limitandosi a “prendere atto della decisione”. Mentre la Germania ha espresso oggi la sua opinione, con la ministra Annalena Baerbock: “Il governo tedesco rispetta la legge perché nessuno è al di sopra della legge. Si applica l’indipendenza della magistratura, che in questo caso è giunta alla conclusione che ci sono prove sufficienti per compiere questo passo ora”, ha commentato, chiarendo di non voler interferire nei procedimenti in corso. Delle difficoltà è consapevole lo stesso Tajani. “Ho detto che bisogna che ci sia una posizione unica sulla decisione della Corte penale internazionale”, ha spiegato. “Abbiamo parlato, vediamo se si potrà avere nel comunicato finale una parte dedicata a questo. Stiamo lavorando per un accordo, credo che sia giusto, e ci stanno lavorando i direttori politici per avere un testo che permetta una posizione unica”, ha aggiunto il ministro, evidenziando che non si tratta solo di “una questione di giustizia”: “il problema è anche politico”.


Più “fiducioso”, persino “ottimista”, si è detto Tajani riguardo a un possibile accordo di cessate il fuoco tra Israele e il movimento sciita libanese Hezbollah. “Siamo forse vicini a un cessate il fuoco, speriamo che sia vero, e che ci sia qualche passo avanti anche a Gaza, anche se è un po’ più complicato”, ha precisato, aprendo la seconda sessione dei lavori con la partecipazione del Quintetto arabo (Giordania, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita a Qatar). Domani potrebbero esserci novità sostanziali, quando il gabinetto di sicurezza israeliano si riunirà per votare l’eventuale fine delle ostilità, sulla base della proposta avanzata dall’amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. “Prima di concludere bisogna avere tutti gli accordi definitivi”, ha avvertito comunque Tajani. Il rischio è che qualcuno, fino all’ultimo momento, possa mettersi di traverso. Il pensiero corre a Teheran. “L’Iran mi pare che sia un po’ contrario o quantomeno voglia allungare i tempi; vediamo”, ha detto il ministro. Timori che fanno il paio con le ultime esternazioni della Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, secondo cui il mandato d’arresto per Netanyahu “non basta”: dovrebbe essere emessa una “sentenza di esecuzione”. La bozza di accordo si basa sulla risoluzione Onu 1701 che ha posto fine alla guerra tra Libano e Israele del 2006 e include il ritiro dei miliziani libanesi Hezbollah dall’area di confine con Israele. La proposta prevede diverse fasi: innanzitutto la cessazione delle ostilità e il ritiro di Hezbollah, quindi il ritiro delle forze israeliane dal sud del Libano. Infine, il passaggio ai negoziati sul confine terrestre, la Blue Line. Un alto funzionario americano ha detto ad Haaretz che l’intesa includerà anche un meccanismo internazionale, guidato dagli Stati Uniti, che monitori le attività di Hezbollah, in modo da impedire che torni a dispiegarsi a sud del fiume Litani o di rafforzarsi a nord. Secondo la fonte, questo meccanismo non sarebbe comunque ancora pronto. Nel corso dei negoziati, inoltre, Israele avrebbe chiesto di avere una lettera di garanzia da parte di Washington a sostegno della libertà d’azione israeliana sul suolo libanese, in caso di nuovi tentativi di Hezbollah di rafforzarsi. Il documento, secondo il quotidiano israeliano, non rappresenterebbe una parte ufficiale dell’accordo, ma avrebbe funzione di appendice.


Di certo, l’Italia resta favorevole a “ogni iniziativa” che possa portare alla pace ed ha confermato la sua disponibilità “a fare la sua parte, anche per il grande impegno profuso in questi anni”. “Ho dato la piena disponibilità del nostro Paese a essere protagonista, a sorvegliare l’applicazione dell’accordo insieme a Stati Uniti e altri. Vogliamo giocare un ruolo”, ha insistito il titolare della Farnesina. “L’ho detto al ministro libanese”, incontrato questa mattina, “vedremo”: “siamo pronti a giocare un ruolo non secondario, come nei Balcani”. Intanto, però, in attesa di concludere qualsiasi accordo, la situazione sul terreno continua ad essere drammatica. Israele ha effettuato oggi una serie di attacchi aerei in tutto il Libano contro 25 centri di comando e altri siti appartenenti al consiglio esecutivo di Hezbollah a Nabatieh, a Baalbek e alla periferia di Beirut. Secondo le Forze di difesa israeliane, gli attacchi hanno danneggiato la capacità del movimento di dirigere e assistere i militanti sul campo, nonché il comando, il controllo e la raccolta di informazioni di Hezbollah.


di Corrado Accaputo

Cavo Dragone: impegno Nato mantenere Mediterraneo area sicura

Cavo Dragone: impegno Nato mantenere Mediterraneo area sicuraMilano, 25 nov. (askanews) – La NATO ha un impegno a mantenere il Mediterraneo “un’area sicura e protetta”. Lo ha detto l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone intervenendo alla sessione “Potere navale nel Mediterraneo: modellare l’influenza globale” alla conferenza Med Dialogues organizzata dal ministero degli Esteri e dall’Ispi.


Cavo Dragone è presidente designato del Comitato militare della NATO ed ex capo di Stato maggiore della Difesa. Nel suo intervento al Med ha sottolineato l’importanza di sviluppare capacità multidominio congiunte per migliorare la deterrenza rispetto agli avversari; aumentare la consapevolezza situazionale con gli alleati, non solo in mare ma anche lungo le coste, a causa delle lotte regionali in corso sui confini marittimi; rafforzare la cooperazione con alleati e partner dell’Indo-Pacifico come Giappone, Australia e Corea del Sud per dimostrare una presenza e capacità congiunte. Negli ultimi anni, l’instabilità e le interruzioni commerciali lungo le rotte marittime critiche, che vanno dal Mar Nero al Mar Rosso, hanno sottolineato il ruolo fondamentale della potenza navale nella salvaguardia della sicurezza nazionale e nell’affrontare sfide comuni. Il Mediterraneo sta emergendo come una regione chiave in cui la potenza marittima può influenzare sia la sicurezza regionale che quella globale.


La direzione strategica a sud è “un elemento fondamentale per la NATO per cercare di capire e studiare cosa sta succedendo a sud” ha detto l’ammiraglio. “E quando dico sud, intendo Nord Africa, Medio Oriente, Africa Sub Sahariana. Cercare di capire, quali sono gli orientamenti, qual è la temperatura di quell’area solo per essere pronti a fornire alla NATO qualsiasi tipo di informazione all’insorgere di una crisi; solo per essere pronti a intercettarla il prima possibile. Questo significa prontezza”, ha aggiunto.

Violenza donne, Meloni in Cdm: non abbassare mai la guardia

Violenza donne, Meloni in Cdm: non abbassare mai la guardiaRoma, 25 nov. (askanews) – “La violenza sulle donne è un fenomeno complesso, che si manifesta in mille forme e comincia in mille modi. Il femminicidio è il suo volto più estremo e brutale, ma sono tanti i modi in cui si manifesta. C’è la violenza che si sviluppa all’interno delle relazioni o per la fine di una relazione che l’uomo non accetta. C’è la violenza che si consuma sui luoghi di lavoro, con molestie o ricatti. C’è una violenza più legata al tema della sicurezza, pensiamo agli stupri o alle aggressioni nelle nostre città. Le cronache ci raccontano ogni giorno storie drammatiche e descrivono una realtà, pur nel lieve calo di femminicidi rispetto allo scorso anno, che deve spingerci a fare sempre di più e a non abbassare mai la guardia”. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni prendendo la parola in apertura del Consiglio dei Ministri di oggi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.


“La lotta alla violenza contro le donne è una priorità del Governo – ha sottolineato la premier -. Abbiamo aumentato i fondi per i centri anti-violenza e le case rifugio. Li abbiamo quasi raddoppiati, portandoli a livelli mai visti prima. Abbiamo reso strutturale il cosiddetto ‘reddito di libertà’, e abbiamo fatto in modo che fosse compatibile con altre misure di sostegno al reddito. Abbiamo investito in campagne di sensibilizzazione attraverso la cultura, lo sport e le scuole. Abbiamo promosso la conoscenza del 1522, il numero della Presidenza del Consiglio a disposizione delle vittime di violenza e stalking. L’aumento delle chiamate – ha spiegato Meloni – ci racconta di un fenomeno che siamo ancor ben lontani dall’aver sconfitto ma è anche un segnale positivo, perché molto spesso chiedere in tempo aiuto e assistenza è un passo decisivo per salvare la propria vita e iniziare un percorso di libertà e di rinascita”.

Domenica 1 dicembre torna la corsa invernale Stramilano Sottozero

Domenica 1 dicembre torna la corsa invernale Stramilano SottozeroMilano, 25 nov. (askanews) – Dopo il successo della prima edizione torna, domenica 1 dicembre la Stramilano SottoZero, l’edizione invernale della corsa più amata d’Italia. Come lo scorso anno numerosi appassionati si raccoglieranno nel quartiere di CityLife per una giornata all’insegna dello sport e del divertimento sfidando le temperature invernali.


Per la seconda edizione, Stramilano SottoZero presenta un nuovo percorso che si snoda tra i grattacieli della nuova Milano: CityLife. Il tracciato della manifestazione sarà anche quest’anno un circuito chiuso di 5 Km che vede il punto di partenza in Viale Cassiodoro, passa poi da Piazzale Giulio Cesare e Via Colleoni e taglia il traguardo in Via Stratos dove tutti i corridori riceveranno l’ambita medaglia SottoZero. Tre le corse previste per questa edizione: la 10 km Fidal Competitiva, riservata agli atleti tesserati con partenza alle 9:00, e la 5-10 km ad andatura libera alle 10:30, per tutti gli appassionati, dai più esperti ai partecipanti occasionali. Un percorso adatto a ogni livello, con la possibilità di scegliere tra il tracciato da 10 km o quello da 5 km, ideale per le famiglie e i più piccoli. Prima della partenza grande spettacolo con la Fanfara dei Carabinieri che suonerà l’Inno Nazionale.


Il Villaggio atleti sarà situato in piazza Burri, nel quartiere CityLife dietro al Palazzo delle Scintille, dove domenica 1 dicembre a partire dalle 7 fino alle 10:30 i partecipanti potranno ritirare il proprio pettorale. I pacchi gara saranno disponibili già da venerdì 29 novembre dalle 12 alle 19 e sabato 30 novembre dalle 10 alle 19 presso Fior di Roccia in Via Repubblica Cisalpina 3. “Stramilano SottoZero è ormai diventato un appuntamento annuale che coinvolge tutta la città grazie al continuo entusiasmo e alla voglia di correre che da moltissimi anni caratterizza l’appuntamento primaverile” – hanno dichiarato Andrea Alzati e Michele Mesto organizzatori di Stramilano e Stramilano SottoZero – “In questa seconda edizione abbiamo voluto offrire un percorso rinnovato e affascinante, che valorizza il panorama urbano milanese e permette di vivere l’emozione della corsa in un contesto invernale.”


Per maggiori informazioni sulle numerose attività di Stramilano SottoZero consultare il sito www.stramilanosottozero.it dove sono disponibili tutte le informazioni utili per iscriversi alle due gare e i canali social Instagram (@stramilanofficial)e Facebook (Stramilano Pagina Ufficiale) dove sarà possibile trovare preziosi suggerimenti di allenatori e medici per affrontare al meglio la corsa. Appuntamento invece per il 23 marzo 2025 per la classica Stramilano! Le iscrizioni sono attualmente aperte sul sito internet www.stramilano.it.

M5S, Grillo chiede la ripetizione delle votazioni sullo Statuto

M5S, Grillo chiede la ripetizione delle votazioni sullo StatutoRoma, 25 nov. (askanews) – Il fondatore del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, ha chiesto la ripetizione delle votazioni on line degli iscritti sulle modifiche statutarie. Lo riferiscono fonti del M5S.


Tra i voti che hanno coinvolto oltre 50mila iscritti al termine del “processo costituente” attivato dal leader stellato Giuseppe Conte la scorsa estate, è passata con una maggioranza che ha superato la soglia del 60 per cento, anche la proposta di abolire la figura del garante, ricoperta finora proprio da Grillo. In questa veste, tuttavia, Grillo, a norma dell’articolo 10 lettera i) dello Statuto vigente che gli iscritti hanno chiesto di cambiare, “entro 5 giorni, decorrenti dal giorno della pubblicazione dei risultati sul sito dell’Associazione delle votazioni aventi ad oggetto le modifiche del presente Statuto e/o della Carta dei Principi e dei Valori, il Garante può chiedere la ripetizione della votazione che, in tal caso, s’intenderà confermata solo qualora abbiano partecipato alla votazione almeno la metà più uno degli Iscritti aventi diritto al voto”.

Bce, Lane: mantenere approccio decisionale del “volta per volta”

Bce, Lane: mantenere approccio decisionale del “volta per volta”Roma, 25 nov. (askanews) – Sul taglio dei tassi di interesse operato dalla Bce lo scorso ottobre “hanno giocato un ruolo rilevante anche considerazioni precauzionali di gestione dei rischi”. Lo ha riferito il capo economista della Bce, Philip Lane nel suo intervento alla conferenza annuale degli osservatori della Banca d’Inghilterra (Bank of England Watchers’ Conference).


Ha così confermato un aspetto che era già emerso dai verbali della riunione. Lane ha aggiunto che “mantenere la piena opzionalità è stato importante ed ha agito come cautela rispetto alla materializzazione di rischi in ambo le direzioni, sulla crescita e sulle prospettive di inflazione”. Di fatto, Lane sembra indicare di non rtitenere opportuno abbandonare l’approccio decisionale di “volta per volta” che da molto tempo sta seguendo il Consiglio direttivo. “Questo approccio flessibile assicura che restiamo capaci di rispondere a un contesto economico in continuo cambiamento, migliorando la nostra capacità di raggiungere efficacemente i nostri obiettivi”.


La settimana scorsa uno dei punti elencati dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, durante un intervento a Milano, era invece stato proprio quello di superare la fase attuale e tornare a una impostazione in cui la Bce fornisce alcune indicazioni sui suoi orientamenti futuri di politica monetaria (forward guidance). Lane oggi era già intervenuto, con una intervista a un quotidiano francese, in cui si era invece espresso a favore di un altro punto sollevato da Panetta, che aveva indicato la necessità di tornare alla neutralità sui tassi di interesse. Secondo il capo economista della Bce questo livello dovrebbe essere raggiunto nel corso del prossimo anno (forse meno velocemente di quanto vorrebbe il titolare di Via Nazionale, che comunque non aveva indicato tempistiche).


Ad ogni modo, l’economista irlandese ha concentrato il suo intervento alla conferenza londinese sugli strumenti di analisi utilizzati dalla Bce. “E’ essenziale che siamo agili nel rispondere ai rischi che potrebbero cristallizzarsi e alle nuove incertezze che possono emergere”. Lena ha ricordato che il prossimo anno verrà riesaminata la strategia monetaria: “sarà un’opportunità di rivalutare le nostre metodologie ed esplorare nuove tecniche innovazione. Questo ci aiuterà a identificare lacune o aree di miglioramento, assicurando che il nostro armamentario resti ampio e aggiornato, consentendoci – ha concluso – di confrontarci con qualunque forma di incertezza fronteggeremo nei prossimi anni”. (fonte immagine: ECB 2024).

Nato, Rutte in Turchia: costante contributo truppe è fondamentale

Nato, Rutte in Turchia: costante contributo truppe è fondamentaleMilano, 25 nov. (askanews) – Durante una visita di un giorno in Turchia, il segretario generale della NATO Mark Rutte ha incontrato ad Ankara il presidente Recep Tayyip Erdogan, il ministro degli Affari esteri Hakan Fidan e il ministro della Difesa nazionale Yasar Guler.


Il Segretario generale ha elogiato la Turchia per il suo impegno nei confronti della sicurezza collettiva dell’Alleanza. Ha sottolineato che la Turchia ha il secondo esercito più grande della NATO e spende oltre il 2% del PIL per la difesa. Rutte si è anche congratulato con la Turchia per aver portato a termine con successo il comando della missione di mantenimento della pace KFOR della NATO in Kosovo, affermando che “il vostro costante contributo di truppe è fondamentale per mantenere un ambiente sicuro e protetto per tutti in Kosovo”.


Il Segretario generale e il presidente Erdogan hanno parlato della guerra della Russia in Ucraina. Rutte ha elogiato la Turchia per il suo fermo supporto all’industria della difesa ucraina con le munizioni, l’artiglieria e gli aiuti di cui ha bisogno, anche svolgendo un ruolo chiave in iniziative come il Black Sea Grain Deal e altri sforzi diplomatici. Nei suoi incontri con il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan e il ministro della Difesa nazionale Yasar Guler, il Segretario generale ha affrontato una serie di questioni, tra cui il contributo della Turchia alla sicurezza della NATO, la cooperazione industriale in materia di difesa, la situazione in Medio Oriente, il terrorismo e il sostegno degli Alleati all’Ucraina.


Rutte ha ringraziato la Turchia per il ruolo fondamentale che svolge nella lotta al terrorismo, inclusa la missione della NATO in Iraq. Il Segretario generale ha ribadito la sua solidarietà con la Turchia e ha espresso le sue condoglianze per l’attacco terroristico alle strutture della Turkish Aerospace Industries (TAI-TUSAS) ad Ankara il 23 ottobre. “Condanniamo fermamente il terrorismo in tutte le sue forme”, ha affermato Rutte. Durante la sua visita ufficiale ad Ankara, Rutte ha visitato anche il Mausoleo di Mustafa Kemal Ataturk, un luogo commemorativo dedicato a onorare l’eredità e il contributo di Mustafa Kemal Atatürk, fondatore della Repubblica turca.

Addio a Carmine Daniele, fratello maggiore del cantautore Pino

Addio a Carmine Daniele, fratello maggiore del cantautore PinoRoma, 25 nov. (askanews) – Addio a Carmine Daniele, il fratello maggiore del cantautore napoletano Pino. Secondo Il quotidiano “Il Mattino” si sarebbe trattato di complicanze susseguenti il trapianto di cuore per il quale Carmine Daniele si trovava a Bari. Patologia cardiaca, dunque, lo stesso problema che ha portato alla morte sia il cantautore che l’altro fratello, Salvatore. Il noto fratello di Pino Daniele si è spento all’età di 66 anni, ancora una volta a causa di un problema al cuore che ha già colpito il cantautore e l’altro fratello, Salvatore. Proprio nella giornata di ieri si è parlato tanto di Pino Daniele. Il cantautore napoletano è stato ricordato allo stadio Diego Armando Maradona con il suo brano inedito “Again”. La notizia ha fatto rapidamente il giro del web, ancor più a causa del rapporto che legava i due fratelli. A Carmine, conosciuto come ‘O Giò, fu dedicato un noto brano intitolato “I got the blues” (album Bella ‘Mbriana, 1982) il quale diventò uno dei simboli dell’artista (“‘O Giò che voglia ‘e te vedè/me manca assaje ‘na compagnia…”. Carmine Daniele nel 2015 si era reso protagonista di una clamorosa protesta politica: in occasione di una  visita in città di Matteo Salvini  aveva affisso sotto casa sua, in centro, a Napoli, uno striscione con la scritta: “Questa Lega è una vergogna, lo diceva anche mio fratello Pino”.


Pino Daniele aveva 5 fratelli: Carmine e Salvatore, purtroppo deceduti, Nello, l’unico ad aver abbracciato la strada della musica, e infine le sorelle Patrizia e Rosaria. L’artista era molto legato ai fratelli: il volto di Salvatore Daniele, deceduto per arresto cardiocircolatorio nel 2021, a 56 anni, nella casa di via San Giovanni Maggiore Pignatelli, lì dove la famiglia del “Mascalzone latino” era cresciuta, è quello sulla copertina del disco “Terra Mia”, uno dei capolavori del cantautore. Nel gennaio del 2025 ricorrerà il decennale della scomparsa di Pino Daniele.