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Power100 di Art Review: Nan Goldin prima, potere agli artisti

Power100 di Art Review: Nan Goldin prima, potere agli artistiMilano, 1 dic. (askanews) – Undici artisti ai primi undici posti e Nan Goldin in prima posizione. La classifica annuale del Power100 di Art Review, dedicata alle persone “più influenti nel sistema dell’arte”, per il 2023 è dominata dagli artisti, che scalzano decisamente dal vertice curatori, direttori di museo, galleristi o filosofi. Una svolta che sembra in qualche modo rimandare alle battaglie di Hollywood, ma che forse, più che altro, certifica il bisogno di aggrapparsi alla vera ricerca e alle nuove intuizioni, in un momento storico di clamorosa fragilità e incertezza tra guerre, crisi climatica, populismi politici e mondo trans-pandemico. Aggrapparsi anche a figure che hanno messo nel lavoro artistico tutta la propria vita, il corpo e l’energia, come è il caso di Nan Goldin, artista, fotografa, regista, che guida la classifica di quest’anno, forte di una carriera e di una lezione senza compromessi, anzi vissuta con una diretta compromissione con i soggetti del suo lavoro. The Ballad of Sexual Dependency” del1986, è un’opera diventata leggendaria che ha simboleggiato un cambio generale di prospettiva rispetto a ciò che l’arte deve fare e, soprattutto, di come può effettivamente farlo. I riconoscimenti della scorsa Biennale Cinema, poi, hanno dato un ulteriore contributo, certificando che lo sguardo vicino, appassionato, onesto e mai giudicante di Goldin può essere quello adatto ai nostri tempi.

Al secondo posto della classifica di Art Review una presenza stabile nella lista annuale della rivista, l’artista e teorica Hito Steyerl, pioniera nelle opere e nella teoria, che indaga il cambiamento climatico e la deriva autocratica di molto potere. Temi anche questi che si alimentano della contemporaneità complessa del XXI secolo. Al terzo posto, con un balzo significativo rispetto agli anni precedenti, c’è Rirkrit Tiravanija, artista formalmente thailandese, ma con una vita cosmopolita che incarna la storia della globalizzazione, altro fenomeno che, nonostante una pubblicistica meno solerte, continua a determinare le dinamiche del presente. In questo caso, oltre alle pratiche di estetica relazionale e le contaminazioni con il mondo esterno tipiche del suo lavoro, a pesare per la classifica sono le molte esposizioni importanti che Tiravanija ha avuto nel 2023, dalla Haus Der Kunst di Monaco al MoMA PS1 di New York, passando per Singapore, Los Angeles, Seul e la Biennale Thailandia. Dal quarto all’ottavo posto cinque artisti neri: l’americana Simone Leigh, femminista e protagonista all’ultima Biennale Arte; il regista britannico Isaac Julien, che ha sempre lavorato sulla blackness; il ghanese Ibrahim Mahama, una delle nuove star della scena contemporanea, narratore del mondo post-coloniale; l’americano Theaster Gates, storico pioniere delle pratiche sociali e da anni figura consolidata e autorevole, che ha partecipato anche alla Biennale Architettura di Lesley Lokko; l’artista e regista premio Oscar Steve McQueen, protagonista centrale e politico della scena delle immagini in movimento. Completano la top ten il collettivo di filmaker indigeni australiani Karrabing Film Collective e l’artista multimediale cinese Cao Fei.

Il primo non artista in classifica è il gallerista Larry Gagosian, un monumento del settore che sembrava avere perso influenza, ma che evidentemente è tornato sulla scena in modo importante. Scendendo lungo la classifica, poi si trovano al 15esimo posto il curatore della prossima Biennale Arte, il brasiliano Adriano Pedrosa, che porterà a Venezia il suo “Stranieri ovunque”; il gallerista David Zwirner, uno dei pesi massimi assoluti del mercato (19esimo); il filosofo della contemporaneità post gender Paul B. Preciado (22esimo); la filosofa del manifesto Cyborg Donna Haraway (31esima) e ancora due altri grandi nomi della scena internazionale delle immagini in movimento come Arthur Jafa (32esimo) e John Akomfrah (33esimo). In una classifica dominata dagli artisti spicca il fatto che non ce ne sia neppure uno italiano. Ci sono però quattro donne che rappresentano molto di ciò che accade sulla scena del nostro Paese, e non solo. Cecilia Alemani, già curatrice della Biennale 2022, è al 53esimo posto, mentre tra le due figure di collezioniste più note Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (58esimo posto) sorpassa Miuccia Prada (72esima), mentre tra loro in classifica c’è anche la curatrice ecologista Lucia Pietroiusti (65esima). Di uomini dall’Italia, nessuna traccia.

È evidente che nelle scelte di Art Review si rispecchia quell’atteggiamento di attenzione a tutte le istanze inclusive, alle minoranze e alle diversità, che da anni attraversa il sistema dell’arte globale. È evidente che l’attenzione si concentra su certi tipi di ricerche e di posture politiche che sono, con tutte le critiche che non smettono di arrivare da più parti, quelle al centro del nostro tempo, quelle sulle quali si giocano le partite più importanti: l’ambiente, i diritti, la libertà della diversità. È altrettanto noto che ci sono accuse di “conformismo al contrario”, che per alcuni diventa a sua volta discriminazione verso gli ex dominatori. È una partita che non avrà mai dei vincitori certi, ma soprattutto che è probabile che non valga nemmeno la pena di giocare, perché troppo scivolosa, troppo esposta a strumentalizzazioni, troppo manipolabile da posizioni di retroguardia. Quindi viva la classifica di Art Review, che fotografa un mondo di potere nel quale, almeno in teoria, c’è spazio per molti, per quasi tutti, e questo in ogni caso è un passo avanti. Lo sappiamo bene che poi il sistema dell’arte è a sua volta fatto di denaro, investitori, fondi, a volte anche di operazioni di abbellimento di facciata. È il mercato, bellezza, avrebbero detto anni fa, e lo è davvero. Ma dietro tutto ciò, di cui è fondamentale essere consapevoli, è bello pensare che se la figura più influente è una donna come Nan Goldin, allora, sopra i fiumi di champagne, siamo certi che c’è anche sostanza, cuore, lotta e, soprattutto, arte. Vera, senza sconti e senza ammiccamenti. (Leonardo Merlini)

Stellantis, a novembre Jeep 4xe leader fra i plug-in con il 16,3%

Stellantis, a novembre Jeep 4xe leader fra i plug-in con il 16,3%Milano, 1 dic. (askanews) – A novembre Jeep, brand Stellantis, mantiene la leadership nel mercato dei veicoli Plug-In Hybrid. La quota di mercato dei suv Jeep 4xe nel comparto Phev si attesta sul 16,3% nell’anno, saldamente al primo posto trainata da Renegade 4xe e Compass 4xe prodotti a Melfi (PZ). Jeep Compass è anche il suv di segmento C più venduto, considerando ogni alimentazione.

Jeep Avenger, il primo suv del brand disegnato presso il Jeep Design Studio di Torino e il primo ad aggiudicarsi il titolo di Auto dell’Anno 2023, per il secondo mese consecutivo si conferma il B-Suv più venduto, oltre che il B-Suv 100% elettrico più venduto a novembre e nel 2023 nel suo complesso. Tenendo conto di ogni alimentazione, il brand chiude il mese di novembre con una quota complessiva del 4,66%, in crescita di quasi un punto percentuale rispetto allo stesso periodo del 2022: tra le passenger cars, Jeep è all’ottavo posto in Italia sia a novembre, sia complessivamente nel 2023.

Moto, Ancma: vendite novembre +1,8%, verso anno migliore dal 2011

Moto, Ancma: vendite novembre +1,8%, verso anno migliore dal 2011Milano, 1 dic. (askanews) – Con un solido +15,2%, sono le moto a sostenere il mercato delle due ruote a motore di novembre che, malgrado una flessione importante dei ciclomotori, chiude ancora in positivo. Il 2023 continua così a confermarsi come l’anno migliore dal 2011 per l’andamento delle immatricolazioni di moto, scooter e ciclomotori in Italia. È questo il quadro che emerge dal comunicato stampa sull’andamento del mercato mensile diffuso in serata da Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori).

Con 16.784 unità vendute, novembre risulta il mese meno performante per un mercato 2023, che comunque rimane in territorio positivo (1,78% sul 2022). Come anticipato, continua robusta la crescita delle moto, con un incremento del 15,26% e 7.363 unità immatricolate. Per la prima volta nel corso del 2023 si assiste invece a una flessione del mercato scooter (complice anche l’andamento negativo del settore elettrico e il confronto con il +43% del novembre 2022), che perde il 3,88% e mette in strada 8.382 mezzi; particolarmente critica la situazione dei ciclomotori, che chiudono novembre con 1.039 veicoli registrati e un calo del 24,82%. Nonostante il rallentamento del mese, il mercato cumulato del 2023 continua a crescere a doppia cifra: +16,07% e 327.866 unità venute. La migliore performance rimane quella degli scooter che targano 168.942 veicoli, pari a un incremento del 21,22%; ottimo anche l’andamento delle moto, che crescono del 14,84% e immatricolano 141.031 mezzi; i ciclomotori rimangono fanalino di coda con 17.893 unità venute pari a una flessione dell’11,87%.

“L’esaurimento degli incentivi statali paralizza il mercato elettrico, che chiude novembre con una flessione del 63,68% – il peggior risultato dell’anno – e soli 544 veicoli messi in strada. Particolarmente difficile la situazione degli scooter, che lasciano sul terreno 70,98 punti percentuali, targando 285 unità. “Alla luce di questi dati – si legge nella nota di Ancma – appare necessaria l’immediata riattivazione degli incentivi recuperando i 5,6 milioni di euro avanzati dalla campagna 2022 e rimasti ad oggi inutilizzati. In vista della prevedibile affermazione del mercato dei quadricicli elettrici nel corso del 2024 appare inoltre improrogabile l’incremento del fondo Ecobouns dedicato alla categoria L”.

Alla luce della discussione parlamentare in atto sulla revisione del Codice della strada, Ancma ha infine auspicato “l’accoglimento del pacchetto di richieste per promuovere ulteriormente l’utilizzo delle due ruote che l’associazione ha sottoposto al Governo, anche in considerazione del trend positivo delle vendite”.

”Il Corriere Vinicolo” di Unione italiana vini compie 95 anni

”Il Corriere Vinicolo” di Unione italiana vini compie 95 anniMilano, 1 dic. (askanews) – “Il Corriere Vinicolo” di Unione italiana vini (Uiv) spegne 95 candeline e festeggia le sue 72mila pagine di storia del giornalismo vinicolo italiano con un’edizione speciale, tra enigmistica enologica e approfondimenti, che ripercorre quasi un secolo di reportage, testimonianze e racconti, analisi e riflessioni, cronache e interviste. Pubblicato per la prima volta il 1 dicembre 1928 come “Il Commercio Vinicolo”, è uscito ininterrottamente tutte le settimane per oltre nove decenni, con un’unica eccezione di qualche mese durante il secondo conflitto mondiale, realizzando 3.800 numeri che rappresentano un insostituibile patrimonio storico e culturale.

“Corriere Vinicolo – ha commentato il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi – è l’unica testata giornalistica settimanale specializzata del settore che vanta a livello mondiale una storia così lunga e ininterrotta di pubblicazioni, un primato tutto italiano di cui dobbiamo essere fieri”. Nel numero speciale, la cronaca odierna sul settore ma anche corsi e ricorsi del passato, rivissuti attraverso una pagina interamente dedicata all’enigmistica. In prima pagina, nel 1929, era stata pubblicato un’inchiesta dal titolo “La scienza medica e l’uso moderato del vino” che faceva il punto con illustri medici e fisiologi sugli effetti della bevanda di Bacco sugli italiani. “Credo opportuno distinguere nettamente la lotta all’alcolismo, che è giusta, santa e nobile e la lotta contro il vino che è ingiusta e dannosa” affermava, tra l’altro, il professor Rocco Jemma dell’Università di Napoli.

Nel 1954 la notizia su “I marziani e il vino francese”, quando dopo “migliaia di avvistamenti”, a Parigi si istituì un Comitato per l’accoglienza dei marziani. Prevedendo una difficoltà nella reciproca comprensione della lingua, il comitato decise di stabilire il primo contatto attraverso un bicchiere di vino. “La crisi dei consumi di vino tra i giovani” sembra un articolo quanto mai attuale, ma risale invece ad un dossier pubblicato ben 42 anni fa. Gli effetti della crisi erano gli stessi di oggi: seri problemi di stoccaggio, vendite al lumicino, filiera in crisi. “Oggi come allora troveremo il modo per reagire alle difficoltà, anche attraverso il nostro giornale” ha spiegato il direttore de “Il Corriere Vinicolo”, Giulio Somma, sottolineando che “in questi anni il settore è cresciuto, è divenuto un asset fondamentale del made in Italy ma il nostro settimanale è rimasto fedele a se stesso, uno strumento di crescita per le imprese e per il comparto”.

Signorvino apre in pieno centro a Parigi e pensa già a Usa e Cina

Signorvino apre in pieno centro a Parigi e pensa già a Usa e CinaMilano, 1 dic. (askanews) – Seppur lo sciovinismo vada scemando, per il vino, almeno dal punto di vista simbolico, la Francia non è certamente un luogo neutro così come non lo è Parigi per il “bon vivre”, di cui il vino è da sempre parte integrante. Dunque, aprire nella Ville Lumiere una catena di negozi che vendono tra le 1.500 e le 2.000 etichette delle nostre Cantine è un passaggio, sempre rimanendo sul piano simbolico, non certo da poco. Ancor meno lo è un negozio monomarca italiano che insieme con i vini italiani vende ai francesi il loro Champagne, rappresentato da una settantina di referenze. Per farlo bisogna avere la forza e la lungimiranza di un Gruppo come Calzedonia (a breve, Oniverse), che ha sempre saputo vedere lontano e ha costruito un impero nel retail. E così il 1 dicembre Signorvino è sbarcato nel pieno centro di Parigi, con un bel locale di 700 mq su tre piani (più dehors dalla primavera 2024) e quasi 170 coperti in Place Saint Michel, a due passi da Notre Dame, in un palazzo di proprietà che negli ultimi due piani ospiterà il quartier generale di Calzedonia/Oniverse Francia.

“Eravamo venuti a Parigi con l’idea di cercare la sede del Gruppo ma quando abbiamo trovato questo palazzo ci siamo resi rapidamente resi conto che sarebbe stata la location perfetta per Signorvino” racconta ad askanews l’amministratore delegato Federico Veronesi, presente a Parigi con il general manager Luca Pizzighella, aggiungendo che “nella capitale francese pensavamo in realtà di aprire una delle nostre enoteche un po’ più avanti ma gli studi fatti ci hanno rassicurato. E poi noi – evidenzia – proponiamo la cucina italiana che è quella più diffusa al mondo e ai prezzi competitivi che offriamo può essere un traino importante per il nostro vino, che i francesi, anche se non lo dicono in giro, amano e consumano tanto”. L’approdo all’estero di Signorvino era stato anticipato il 9 novembre scorso dall’apertura di un punto vendita nel centro commerciale Westfield Chodov di Praga, in Repubblica Ceca, a cui ne seguirà a breve un altro in pieno centro storico. “Nella nostra testa Signorvino è nato per l’estero, per promuovere e valorizzare il nostro vino lavorando sul grande appeal dell’italianità” prosegue il Ceo, spiegando che “abbiamo però voluto farci prima le spalle grosse in Italia, che riteniamo il mercato più difficile, per poi andare fuori una volta pronti”. “Questo è dunque un po’ un banco di prova, e se troviamo un ‘balance’ interessante, se risponde bene e capiamo che il progetto ha un valore aggiunto, si aprono fronti importantissimi dove riteniamo ci siano grandi potenzialità, come gli Stati Uniti e la Cina, magari utilizzando Los Angeles per arrivare a New York, e Hong Kong come ponte di lancio per l’Asia” prosegue il manager classe 1992 proprietario del brand assieme alla famiglia, sottolineando che “la verità però è che dobbiamo prima vedere come va qui”, ma anche preannunciando che l’idea è già quella “di consolidare la nostra presenza a Parigi con altri negozi, perché la città è enorme e questo che abbiamo inaugurato sarà il flagship”. Il programma di espansione negli altri Continenti dovrebbe comunque essere anticipato dall’apertura di punti vendita in altre capitali europee.

Ma anche senza l’estero, il quadro per la “grande Cantina italiana” nata nel 2012 da un’idea di Sandro Veronesi e che oggi conta su 34 “enoteche con cucina” in tutta il Paese, appare più che positivo. “Quest’anno, tranne qualche sofferenza a novembre, siamo andati sempre bene, e penso che potremmo chiudere il 2023 con un giro d’affari complessivo che si aggira intorno agli 80 milioni di euro e un fatturato oltre i 60 milioni anche grazie alla spinta venuta dall’apertura di diversi negozi”. “L’ultima è stata quella al ‘Merlata Bloom’ a Milano (la settima se si considera il territorio della Città metropolitana, ndr) – prosegue l’Ad – e le prossime saranno nel ‘Pompei Maxi Mall’ di Napoli, e in un centro commerciale a Torino: l’idea è quella di arrivare tra il 2024 e il 2025 a 50 negozi (+47%, ndr). Per il locale nel celeberrimo Quartiere Latino, che arriverà ad impiegare tra i 30 e i 40 dipendenti, i fornitori saranno gli stessi delle enoteche italiane: “Sono tra i 500 e i 600 produttori, alcuni dei quali con noi dall’inizio perché hanno sposato questo progetto, e altri che, non avendo i volumi per avere continuità, vanno e vengono” continua il Ceo, chiarendo che lo Champagne “è stato pensato principalmente per il mercato italiano, perché sulla bollicina di fascia alta, diciamo sopra i 70 euro, in Italia abbiamo pochi prodotti ed essendo noi un negozio premium dovevamo occupare questo segmento così richiesto”.

Con piccoli aggiustamenti, che sono in realtà ammiccamenti alla cultura francese, dai tavolini tipici del bistrot all’acqua in caraffa, anche nella capitale francese, Signorvino proporrà la sua formula di luogo accogliente e facilmente accessibile, dove chiunque, non solo il wine-lover, può fare l’aperitivo, mangiare e/o comprare una bottiglia, con un’offerta attenta al rapporto qualità/prezzo e che vuole attirare i giovani. Come in Italia, completano l’offerta eventi a tema, degustazioni e incontri con i produttori. Nel 2022, il 65% dei 55 milioni di fatturato delle enoteche è stato fatto sulla ristorazione e il 35% sul vino (negozi e e-commerce). “Penso che a Parigi potremmo essere ancor più sbilanciati sulla ristorazione, che, soprattutto nel primo periodo, potrebbe attecchire meglio, magari accompagnata da un buon consumo di vino al tavolo: quindi potremmo aggirarci su un 80% ristorazione e 20% vino” evidenzia l’Ad, senza escludere che tra i clienti possano esserci anche i (tanti) turisti italiani “che in Signorvino trovano un porto sicuro, dove sanno cosa vanno a mangiare e a bere: è il vantaggio delle catene che ci sta premiando anche nel nostro Paese”.

Anche considerato il prezzo maggiore tra il 10 e il 15% rispetto ai negozi di casa nostra, le bottiglie italiane in vendita nello store parigino rimangono assai concorrenziali rispetto a quelle francesi. “Dai francesi abbiamo solo da imparare sul posizionamento dei vini, ma nella fascia media, tra i 20 e i 30 euro, l’Italia esprime un rapporto qualità-prezzo molto alto e questo lo sanno anche loro: noi vogliamo puntare proprio su quella fascia di prezzo dove siamo davvero molto competitivi” spiega ancora ad askanews Federico Veronesi, che oltre alla responsabilità di Signorvino ha anche quella di Tezenis, altro marchio del gruppo di famiglia che ha chiuso il 2022 con oltre tre miliardi di fatturato, di cui il 58,5% realizzato fuori dall’Italia.

Auto, Anfia: a novembre elettrificate al 47,7%, bev al 5,7% (+55%)

Auto, Anfia: a novembre elettrificate al 47,7%, bev al 5,7% (+55%)Milano, 1 dic. (askanews) – Con i dati di novembre (+16,2%), il mercato dell’auto “conferma il trend positivo del cumulato gennaio-novembre rispetto all’anno precedente, ferma restando la significativa distanza rispetto ai volumi pre-pandemia (-18% su gennaio-novembre 2019)”, afferma Roberto Vavassori, presidente di Anfia.

Per il 2023, Anfia stima 1,58 milioni di immatricolazioni complessive (+20% circa rispetto al 2022). “Con la fine dell’anno, il consuntivo dell’ecobonus auto 2023 mostra un avanzo di circa 300 milioni di euro, che, peraltro, si somma ai 250 milioni restanti dall’ecobonus 2022 e non ancora riallocati. Segno che gli incentivi all’acquisto delle vetture green, previsti anche per il 2024, vanno rimodulati e resi più attrattivi per i consumatori”, afferma Vavassori.

Analizzando le immatricolazioni per alimentazione, le autovetture a benzina vedono il mercato di novembre in aumento del 20,2%, con una quota di mercato al 28%, mentre le diesel calano del 7,3%, con una quota al 14,3%. Nei primi undici mesi del 2023 le immatricolazioni di auto a benzina aumentano del 22,4% e quelle di auto diesel dell’8,4%, rispettivamente con quote di mercato del 28,4% e del 17,6%. Le auto ad alimentazione alternativa rappresentano, nel solo mese di novembre, il 57,7% del mercato, con volumi in crescita del 21,9% rispetto a quelli di novembre 2022. Nel cumulato crescono del 23,2% con una quota del 53,9%. Tra queste, le autovetture elettrificate (Bev e vetture ibride di tutti i tipi) rappresentano il 47,7% del mercato di novembre e il 44,7% del cumulato, in aumento del 27,9% nel mese e del 25,6% negli undici mesi.

Nel dettaglio, le ibride non ricaricabili incrementano del 31,2% nel mese, con una quota del 37,8%; nel cumulato crescono del 27,9%, con una quota del 36,2%. Le ricaricabili (Bev e Phev) aumentano del 16,6% a novembre e rappresentano il 9,8% del mercato del mese (a novembre 2022 era già del 9,8%); nel cumulato crescono del 16,5% e hanno una quota dell’8,5% (-0,3 p.p.). Le auto elettriche hanno una quota del 5,7% nel mese e del 4,1% nel cumulato; le vendite aumentano del 55,5% a novembre e del 33,4% nel cumulato. Le ibride plug-in calano del 13,5% a novembre, mantengono una variazione positiva nel cumulato (+4,4% negli undici mesi) e rappresentano il 4,1% delle immatricolazioni di novembre.

Infine, le autovetture a gas rappresentano il 10% dell’immatricolato di novembre, quasi interamente composto da autovetture Gpl (in incremento dell’1,2% nel mese). Un marginale 0,2% è da ascrivere alle autovetture a metano, che, nel mese, diminuiscono del 46,3%. Fra i modelli negli undici mesi, Fiat Panda, Lancia Ypsilon e Fiat 500 ibride occupano rispettivamente la prima, seconda e quinta posizione tra le autovetture mild/full hybrid. Tra le Phev, Jeep Compass è il modello più venduto, mentre Jeep Renegade è al quinto posto e Alfa Romeo Tonale al nono. Tra le elettriche, Fiat 500 risulta il terzo modello più venduto dopo Tesla Model Y e Model 3, mentre Peugeot 208 occupa l’ottava posizione.

Dl anticipi, arriva Cin per affitti brevi

Dl anticipi, arriva Cin per affitti breviRoma, 1 dic. (askanews) – Chi affitta per brevi periodi o per finalità turistiche immobili o porzioni di immobili e i titolari di strutture destinate alla locazione turistica devono richiedere al Ministero del Turismo il Codice Identificativo Nazionale (Cin) che va esposto all’esterno dello stabile e che deve essere indicato ad ogni annuncio pubblicato o comunicato. La misura è finalizzata ad assicurare tutela della concorrenza, trasparenza del mercato e ad agevolare la lotta all’evasione fiscale nel settore.

La norma è stata inserita nel decreto anticipi, legato alla manovra, con l’approvazione in Commissione bilancio al Senato di un emedamento dei relatori. La disposizione chiarificatrice sull’applicazione della cedolare secca aumentata al 26% a partire dal secondo immobile affittato per breve periodo, ha spiegato Dario Damiani (Fi), uno dei relatori del decreto, sarà presentata nel ddl di bilancio. Il Cin viene assegnato dal Ministero del Turismo dopo la presentazione in via telematica di un’istanza da parte del locatore o del titolare della struttura specificando i dati catastali. I locatori che svolgono l’attività in forma imprenditoriale devono dotare gli immobili dei dispositivi di sicurezza degli impianti, dei dispositivi per la rilevazione di gas, di estintori, e lo devono dichiarare nell’istanza di richiesta del Cin. In questo senso è stata accolta la richiesta di 14 associazioni che ieri hanno sottolineato la necessità di alleggerire gli adempimenti per i proprieteri di immobili che offrono locazioni turistiche in forma ‘familiare’.

Le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano che hanno attivato procedure di attribuzione di codici identificativi alle unità immobiliari destinate a locazioni brevi devono provvedere all’automatica ricodificazione come Cin dei codici già assegnati. I locatori di immobili destinati ad affitti brevi e i titolari di attività turistiche privi di Cin incorrono in una sanzione da 800 a 8.000 euro, in base alle dimensioni della struttura mentre per la mancata esposizione del Cin la multa va da un minimo di 500 euro ad un massimo di 5.000 euro.

Auto, Unrae: transizione in ritardo, intervenire su incentivi

Auto, Unrae: transizione in ritardo, intervenire su incentiviMilano, 1 dic. (askanews) – Con 139.278 immatricolazioni, il mercato dell’auto registra di nuovo un incremento a doppia cifra, a +16,2% rispetto a novembre 2022 che aveva segnato +14,7%, ma il calo rispetto a novembre 2019 è ancora del 7,8% e del -18,1% negli 11 mesi.

“Visto il perdurare del ritardo in tema di transizione energetica, l’Unrae ribadisce l’urgenza di intervenire sull’attuale schema incentivi, attraverso un provvedimento che interrompa le indiscrezioni di stampa e l’attendismo che si è creato sul mercato, che non si riflette ancora nei dati delle immatricolazioni”, afferma il presidente di Unrae, Michele Crisci. Nel dettaglio Unrae chiede un innalzamento del price cap e l’estensione dell’incentivo a tutte le imprese con bonus a importo pieno, per rendere le stesse regole più fruibili, maggiormente indirizzate ai target europei e utili ad un accelerato rinnovo del parco.

Ma la sola revisione degli incentivi non basta: “Richiamiamo ancora una volta – aggiunge Michele Crisci – la necessità di una revisione del regime fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, che potrebbe essere velocemente attuata attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale, in modo da favorire la competitività delle imprese italiane, oltre a rilanciare un settore che, con il veloce ricambio dei veicoli aziendali, è in grado di accelerare il rinnovo del parco complessivo circolante”.

Too good to go: a Natale 86% italiani spreca cibo, dolci in cima alla lista

Too good to go: a Natale 86% italiani spreca cibo, dolci in cima alla listaMilano, 1 dic. (askanews) – C’è un aspetto del Natale, poco patinato e spesso taciuto, che la qualifica come una festa ad alto tasso di spreco alimentare. Nella corsa ad apparecchiare cenoni e a riempire i piatti di abbondanza, l’86% degli italiani finisce per sprecare il cibo. Secondo un sondaggio condotto da Too good to go in collaborazione con YouGov, addirittura il 37% di essi getta via oltre un quarto del cibo acquistato. Tra loro, vi sono soprattutto giovani nella fascia 18-24 anni contro il 18,5% della fascia 25-44 anni.   La categoria di cibo più sprecata a Natale è anche quella che non può mancare a fine pasto, i dolci: secondo la ricerca di Too Good To Go, quattro italiani su 10 dichiarano di avanzare maggiormente i dolci tipici, come panettone, pandoro e torte, seguiti dal pane (35%) e dagli antipasti come salumi, stuzzichini o torte salate (25%).

All’origine di questo spreco c’è la quantità eccessiva di spesa che si fa per le feste: sei italiani su 10 tendono ad acquistare più alimenti rispetto al solito, a seconda dell’occasione e del numero di ospiti. Nonostante questo, emerge la volontà degli italiani per quest’anno di diventare dei “good host” attenti agli sprechi, con il 93% degli intervistati che afferma di trasformare gli avanzi in nuove ricette. Tra le soluzioni per evitare lo spreco prima, durante, e dopo le feste, gli italiani scelgono ad esempio di congelare gli avanzi (51%), condividere il cibo in eccesso (45%) e utilizzare le ricette anti-spreco (43%). Questi accorgimenti vengono adottati in percentuali differenti a seconda della fascia d’età: i giovani tra i 18 e i 34 anni sono più inclini a condividere gli avanzi in famiglia o con amici (il 57% contro il 45% di media), mentre gli over 55 tendono a congelare le pietanze in eccesso (55%).

“Siamo contenti dei risultati che stiamo raggiungendo nel nostro Paese: dal 2019 ad oggi, infatti, sono stati salvati oltre 16.500.000 pasti. Tuttavia, le festività rappresentano tra i periodi in cui si registrano i picchi più alti per le eccedenze alimentari”afferma Mirco Cerisola, country director Italia di Too good to go. A contenere questo fenomeno, però, anche a Natale come già accaduto nel resto dell’anno, ci pensa l’inflazione. Se nel corso del 2023 il rincaro generale dei prezzi e l’inflazione hanno impattato fortemente sulle abitudini di acquisto degli italiani, con il 43%, secondo una precedente analisi di Too Good To Go, che ha affermato di aver ridotto la quantità di spesa per limitare gli sprechi, anche a Natale 2023, con l’aumento dei prezzi, questa tendenza è confermata: circa un terzo degli intervistati, infatti, pensa di ridurre la quantità di cibo da acquistare.

Auto, Csp: livelli 2019 lontani, stime 2023 a 1,576 milioni unità

Auto, Csp: livelli 2019 lontani, stime 2023 a 1,576 milioni unitàMilano, 1 dic. (askanews) – Negli 11 mesi del 2023 il mercato dell’auto è cresciuto del 20,1% a 1.455.271 milioni di unità, ma rispetto ai livelli pre-covid del 2019 il calo è ancora del 18,1%.

Per il 2023 secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, le immatricolazioni si attesteranno a quota 1.576.000. “Il livello ante-pandemia, che era ed è l’obiettivo da raggiungere, resta quindi lontano”. Dall’inchiesta congiunturale di Csp su un campione di concessionari emerge che le vendite 2023 sono state frenate essenzialmente da tre fattori: la situazione economica delle famiglie aggravata dalla riduzione del potere d’acquisto per effetto dell’inflazione, i livelli decisamente elevati raggiunti dai listini e la situazione economica generale. Particolarmente critica appare poi la situazione per le vendite di auto elettriche la cui quota sfiora in Italia il 4% contro il 15,2% dell’Europa Occidentale.

Per i prossimi mesi dall’indagine emerge una “notevole cautela”. In particolare, il 63% degli interpellati indica su bassi livelli gli ordini acquisiti in novembre, mentre il 33% indica bassi livelli di giacenze di autovetture presso i concessionari con conseguenti difficoltà di consegna anche per vetture da tempo ordinate, il 49% indica i prezzi su alti livelli e il 44% si attende, tra l’altro, ulteriori aumenti dei listini delle auto. “Le prospettive per il 2024 non appaiono quindi particolarmente favorevoli. D’altra parte, a fronte di una previsione di crescita del Pil dell’1%, per il 2024, vi sono le incognite legate al ritorno del patto di stabilità, la cui sospensione nel 2020 ha consentito di recuperare rapidamente il crollo del Pil legato alla pandemia, e il cui ritorno potrebbe riaprire vecchie ferite”, spiega Quagliano.   Le previsioni del Centro Studi Promotor per il mercato dell’auto nel prossimo anno verranno divulgate martedì 5 dicembre alle 11 nel corso della 30esima conferenza stampa annuale del Csp, che si terrà martedì 5 dicembre a Milano.