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Aggressione Rimini, Sim Carabinieri: dare il taser agli operatori

Aggressione Rimini, Sim Carabinieri: dare il taser agli operatoriRoma, 3 gen. (askanews) – I recenti fatti accaduti in provincia di Rimini, dove un uomo ha perso la vita a seguito di un intervento necessario e legittimo da parte di un Carabiniere, riportano al centro del dibattito la richiesta, avanzata da anni dal SIM Carabinieri, di dotare tutti gli operatori di Polizia del dispositivo taser.


“Mentre da una parte apprendiamo – dice Antonio Serpi, segretario Generale del Sim Carabinieri, – che la sperimentazione delle pistole elettriche per le Polizie Locali dei piccoli Comuni, proseguirà per un anno, grazie al decreto di differimento dei termini pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre 2024, che proroga fino al 31 dicembre 2025 il termine entro cui anche i Comuni con meno di 20.000 abitanti potranno dotare le rispettive Polizie Locali di armi a impulso elettrico (i cosiddetti taser), dall’altra parte constatiamo con rammarico che nelle oltre 4.500 stazioni dei Carabinieri presenti in oltre 3.500 Comuni italiani, i taser non sono ancora in dotazione”. Allo stato – si spiega – i dispositivi taser nell’Arma dei Carabinieri sono forniti esclusivamente ai reparti radiomobili, nonostante le stazioni Carabinieri rappresentino un presidio fondamentale di Polizia sul territorio, garantendo ogni giorno circa il 70% dei servizi di pattugliamento e controllo. “Sono tanti gli episodi che dimostrano l’efficacia del taser come ad esempio avvenuto nel recente passato a Reggio Emilia presso la Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, dove un paziente ha aggredito violentemente un medico e danneggiato la struttura prima di fuggire all’esterno dove armato di due spranghe di ferro, ha danneggiato alcuni veicoli e minacciato una dottoressa, tentando di impossessarsi della sua autovettura sino ad arrivare a rivolgersi minacciosamente verso i carabinieri che ha cercato di colpire con le spranghe venendo bloccato grazie all’utilizzo del taser”.


Cosa sarebbe accaduto a Reggio Emilia se l’intervento non fosse stato curato dai colleghi delle radiomobile ma magari dalla pattuglia di una stazione? SIM Carabinieri non ha dubbi: ci sarebbe stato l’ennesimo “atto dovuto”. Per il Sim Carabinieri non c’è più tempo questo è un provvedimento che deve essere adottato nell’immediato onde scongiurare situazioni che come quelle verificatisi a Capodanno. “Ci risulta come associazione che i colleghi delle stazioni abbiano iniziato i corsi per l’utilizzo del taser – conclude de Serpi – ed auspichiamo ora che ci sia la dovuta accelerazione per dotare subito tutti i colleghi dello strumento”.

Sudcorea, nel 2024 nati più bambini: prima volta in nove anni

Sudcorea, nel 2024 nati più bambini: prima volta in nove anniRoma, 3 gen. (askanews) – Sorpresa: per la prima volta in nove anni il numero di bambini nati in Corea del Sud è aumentato nel 2024. Lo mostrano i dati del governo pubblicati oggi.


La Corea del Sud è uno dei paesi con più basso tasso di fertilità al mondo. Ma lo scorso anno c’è stato un raro dato in controtendenza. Un totale di 242.334 bambini sono nati, con un incremento del 3,1% rispetto all’anno precedente, secondo i dati del registro della popolazione del Ministero dell’Interno. Questo aumento rappresenta il primo incremento annuale dopo otto anni consecutivi di calo.


Ciononostante, questo dato non ha segnato un aumento della popolazione. Il numero totale della popolazione registrata è stato di 51.217.221 lo scorso anno, continuando a diminuire per il quinto anno consecutivo dal 2020.

Omofobia, manifestazione sabato a Roma per i ragazzi aggrediti

Omofobia, manifestazione sabato a Roma per i ragazzi aggreditiRoma, 3 gen. (askanews) – L’appuntamento è domani, sabato 4 gennaio, in piazza Roberto Malatesta, alle 17. Poco distante dal luogo dove Stephano e Matteo sono stati aggrediti e picchiati, solo perché si tenevano per mano. Un presidio pacifico e colorato in solidarietà dei due ragazzi è stato convocato dalla associazione Gaynet e subito hanno aderito movimenti, circoli, cittadini.


Il segretario del circolo Sinistra Italiana V Municipio “Banda Pepe”, Vincenzo Libonati; Maurizio Mattana, consigliere AVS Municipio V; e Marilena Grassadonia, responsabile diritti e libertà della segreteria nazionale di Sinistra Italiana e coordinatrice ufficio diritti LGBT+ di Roma Capitale, spiegano in una nota: “La notte di capodanno Malatesta si è tinta di odio e violenza. Una coppia di uomini, con la sola colpa di tenersi per mano, è stata aggredita da un branco sceso per strada con il solo intento di picchiare, ferire e umiliare. La violenza omolesbotransfobica sta dilagando anche nel nostro Municipio e non possiamo accettare di vivere nella paura. Non possiamo tollerare atti violenti, vigliacchi e fascisti”. Sabato – proseguono – “saremo presenti al presidio di solidarietà e resistenza in piazza Roberto Malatesta. Per dire con forza che non è questo il territorio che sentiamo nostro e continueremo l’azione di presenza, presidio, difesa, promozione e garanzia dei temi dei diritti per tutt?”.

Governo, Meloni: suo punto di forza è dialogare con tutti i Paesi

Governo, Meloni: suo punto di forza è dialogare con tutti i PaesiRoma, 3 gen. (askanews) – “Uno dei punti di forza di questo governo è la capacità di dialogare con tutti. In questi due anni abbiamo rafforzato le nostre tradizionali alleanze, ma abbiamo anche aperto canali di confronto con partner con i quali prima si parlava poco o con cui i rapporti erano meno intensi. E questo è un grande valore aggiunto, che permette all’Italia di diversificare la sua proiezione geopolitica e geoeconomica”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni rispondendo, in un’intervista al settimanale Sette del Corriere della Sera, alla domanda se ci sia qualcuno in particolare degli altri leader mondiali con cui si confronta prima di prendere le decisioni.


“Pensate – spiega la premier – al nuovo partenariato che abbiamo instaurato con l’India: fino a pochi anni fa lì c’era persino il ban sulle imprese italiane, ora i nostri rapporti sono completamente cambiati, e questo ci sta offrendo grandi opportunità in campi prima inesplorati. Dalle interconnessioni economiche allo sviluppo dei biocarburanti, ad esempio”.

Sudcorea, fallito tentativo di arresto del presidente sospeso Yoon

Sudcorea, fallito tentativo di arresto del presidente sospeso YoonRoma, 3 gen. (askanews) – L’agenzia statale anticorruzione sudcoreano ha sospeso venerdì un tentativo di arrestare il presidente sospeso Yoon Suk-yeol per il suo fallito tentativo di instaurare la legge marziale, dopo un confronto duro durato ore tra gli investigatori e il personale di sicurezza presidenziale. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.


L’Ufficio per le indagini sulla corruzione dei funzionari di alto livello (CIO) ha dichiarato di aver interrotto l’esecuzione del mandato circa cinque ore dopo l’arrivo dei suoi investigatori presso la residenza presidenziale per arrestare Yoon. “Abbiamo determinato che l’esecuzione del mandato di arresto sarebbe stata praticamente impossibile a causa del confronto in corso e l’abbiamo sospesa per garantire la sicurezza del personale sul posto di fronte alla resistenza incontrata”, ha dichiarato il l’ufficio in un comunicato stampa. “Decideremo i prossimi passi dopo una revisione”, ha aggiunto esprimendo “profondo rammarico per il comportamento del sospettato che si è rifiutato di rispettare le procedure legali stabilite”.


L’ufficio ha tempo fino a lunedì per eseguire il mandato di arresto con le accuse d’insurrezione e abuso di potere legate al tentato colpo di mano di Yoon, che la notte del 3 dicembre impose la legge marziale per essere poi costretto a ritirarla sei ore dopo a causa del voto contrario dell’Assemblea nazionale, che poi ha deciso il suo impeachment che è in attesa di conferma da parte della Corte costituzionale. A rendere più tesa la situazione, anche le manifestazioni dei sostenitori di Yoon all’esterno della residenza presidenziale, che si è sommata al rischio di scontri con il Servizio di sicurezza presidenziale.


Stamani oltre mille manifestanti pro-Yoon si sono radunati vicino alla residenza. Circondati da circa 2.700 agenti di polizia schierati per mantenere l’ordine, hanno gridato slogan come: “Mandato illegale. Completamente invalido” e “Arrestate il CIO”. Gli investigatori hanno presentato i loro mandati emessi dal tribunale per arrestare Yoon e perquisire la residenza presidenziale, ma l’accesso è stato negato dal capo dell’Ufficio di sicurezza presidenziale, Park Chong-jun. Prima di confrontarsi con la sicurezza presidenziale, gli investigatori hanno affrontato anche la resistenza di un’unità militare di stanza nel complesso.


Due avvocati di Yoon – Yun Gap-geun e Kim Hong-il – sono stati visti entrare nella residenza durante lo stallo. Ci si aspettava che il CIO tentasse di arrestare Yoon oggi, poiché eseguire il mandato nel weekend avrebbe comportato il rischio di affrontare folle ancora più numerose, mentre farlo lunedì sarebbe stato troppo vicino alla scadenza. Il CIO ha collaborato con la polizia e l’unità investigativa del ministero della Difesa per condurre un’indagine congiunta sul fallito tentativo di imporre la legge marziale di Yoon. La squadra incaricata di eseguire il mandato comprendeva 30 persone del CIO e 120 agenti di polizia, di cui 70 inizialmente in attesa fuori dal complesso della residenza. Un numero di questi ultimi è stato successivamente inviato all’interno per assistere nell’operazione. Il CIO ha richiesto il mandato di arresto dopo che Yoon ha ignorato tutte e tre le convocazioni per presentarsi agli interrogatori. L’agenzia ha ottenuto anche un mandato per perquisire la residenza presidenziale. Il team legale di Yoon ha definito i mandati “illegali e invalidi” e ha presentato una richiesta di ingiunzione contro la loro esecuzione. La polizia aveva dichiarato che chiunque avesse cercato di impedire al CIO di eseguire il mandato di arresto sarebbe stato trattenuto con l’accusa di ostacolo alle funzioni ufficiali. Tuttavia, nessuno è stato arrestato con tali accuse venerdì, ha riferito un funzionario di polizia. Gli investigatori avevano pianificato di arrestare Yoon e portarlo alla sede centrale del CIO a Gwacheon, a sud di Seoul, per interrogarlo prima di trasferirlo nel Centro di Detenzione di Seoul, a Uiwang, nelle vicinanze. Una volta arrestato, il CIO avrebbe avuto 48 ore per richiedere un ulteriore mandato per la sua detenzione formale o rilasciarlo.

La madre di Cecilia Sala: va male, ma incontro con Meloni aiuta

La madre di Cecilia Sala: va male, ma incontro con Meloni aiutaMilano, 2 gen. (askanews) – “Va male, è ovvio però questo incontro” con la premier Giorgia Meloni “mi ha aiutato: ci siamo guardate negli occhi, anche tra mamme. La fiducia è tanta, sicuramente stanno lavorando e io sono un po’ come Cecilia, sono un po’ un soldato, aspetto e rispetto il lavoro che stanno facendo. Quello che potrò fare da parte mia lo farò, sicuramente loro stanno facendo il loro”. Lo ha detto Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, la giornalista italiana arrestata e detenuta in Iran, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


“La Premier ha fatto un salto di qualità dalle rassicurazioni comprensibili che ricevo sempre, è stata più precisa e puntuale ed è questo che io volevo, e questo ho avuto” ha aggiunto la signora Vernoni, che si è detta soddisfatta dell’incontro. “E’ ovvio che ieri c’è stato un cambio di umore forte, però assolutamente sì”. Ci sono però due cose che continuano a preoccupare molto la madre di Cecilia. “La prima sono le condizioni di vita carceraria di mia figlia, si è parlato di celle singole ma non esistono celle singole lì, esistono delle celle di detenzione comuni e poi ci sono le celle di punizione, lei è in una di queste, evidentemente. Io non so come sono queste celle ma se una donna è per terra nel 2024 mi fa pensare che si chiamino così”, ha aggiunto Vernoni riferendosi alla possibilità che si tratti di una cella di punizione. “Quindi la prima cosa sono le condizioni più dignitose di vita carceraria e poi decisioni importanti e di forza del nostro paese per ragionare sul rientro in Italia… Io non piango, non frigno, e non chiedo tempi perché sono realtà molto particolari, ma come dicevo a Cecilia ‘cerca di essere un soldato’ cerco di esserlo anch’io, però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni che non ha compiuto nulla devono essere tali che non la segnino per tutta la vita. Poi, io rispetto i tempi che mi diranno, ma le condizioni devono essere quelle di non segnare una ragazza che è un’eccellenza italiana, non solo il vino e i cotechini”, ha concluso.


Palazzo Chigi, dal canto suo, ha ribadito che “il governo conferma l’impegno presso le autorità iraniane per l’immediata liberazione di Cecilia Sala, e, in attesa di essa, per un trattamento rispettoso della dignità umana. Il sottosegretario Mantovano, in veste di Autorità delegata, venendo incontro alle richieste delle opposizioni, ha dato immediata disponibilità al presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica Lorenzo Guerini a riferire al Copasir già domani mattina, e quindi per suo tramite al Parlamento”. In serata anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani è tornato a parlare su Retequattro dei possibili tempi per la liberazione di Cecilia Sala: “Io mi auguro che non siano tempi lunghi, noi lavoriamo come abbiamo lavorato per Alessia Piperno che siamo riusciti a riportare in Italia dopo 45 giorni di detenzione, io mi auguro che siano i tempi siano i più brevi possibili, però non dipende da noi. Stiamo facendo tutto ciò che è nelle nostre possibilità, insieme con la presidenza del Consiglio e il ministero degli Esteri, tutti stiamo lavorando 24 ore su 24 per cercare di portare Cecilia a casa”.

Wall Street debutto volatile sul 2025, DJ -0,36%, Nasdaq -0,16%

Wall Street debutto volatile sul 2025, DJ -0,36%, Nasdaq -0,16%Roma, 2 gen. (askanews) – Avvio di 2025 all’insegna della volatilità a Wall Street. L’azionario statunitense ha iniziato la prima seduta dell’anno su toni positivi, con tutti gli indici di riferimento al rialzo, ma successivamente ha iniziato a perdere colpi e nel pomeriggio ha mostrato una netta inversione di rotta, registrando perdite che si sono poi smorzate sul finale di seduta. A fine contrattazioni il Dow Jones lascia sul terreno uno 0,36%, l’S&P 500 ha chiuso al meno 0,22% e il Nadsdaq con un meno 0,16%; l’indice Vix sulla volatilità è invece salito del 3,29%.


Un caso a sé è stato quello di Tesla. Oggi il produttore di auto elettriche guidato da Elon Musk il primo bilancio annuale di immatricolazioni in calo dal 2011: 1,808 milioni di unità nel 2024. Il titolo ha chiuso la seduta in perdita del 6,08 percento sul Nasdaq. Nel frattempo il dollaro ha ripreso a salire e con il passare delle ore ha rafforzato i guadagni, fino a mostrare un vero e proprio rally, schiacciando l’euro sotto quota 1,03 per la prima volta dal 2022. In serata la valuta condivisa si scambia a 1,0259 dollari. La corsa del dollaro avviene mentre si avvicina l’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump.


Intanto, dispetto del rafforzamento del biglietto verde, il petrolio è tornato ad alzare la testa, forse anche a riflesso di alcuni miglioramenti degli indici di fiducia in Cina, o dei nuovi rincari del gas naturale seguiti all’interruzione delle forniture residuali russe all’Ue via il territorio ucraino. In serata il barile di Brent, il greggio del Mare del Nord guadagna l’1,77% sfiorando i 76 dollari. Il West Texas Intermediate nell’after hours aumenta di oltre il 2% al 73,20 dollari.

Cecilia Sala, la mamma: condizioni cella non la segnino per sempre

Cecilia Sala, la mamma: condizioni cella non la segnino per sempreRoma, 2 gen. (askanews) – “Sono due” gli elementi che preoccupano di più Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, la cittadina italiana arrestata e detenuta in Iran: “La prima – ha spiegato Vernoni uscendo da Palazzo Chigi al termine dell’incontro con la premier Giorgia Meloni – sono le condizioni di vita carceraria di mia figlia, si è parlato di celle singole ma non esistono celle singole lì, esistono delle celle di detenzione comuni e poi ci sono le celle di punizione, lei è in una di queste, evidentemente. Io non so come sono queste celle ma se una donna è per terra nel 2024 mi fa pensare che si chiamino così”, ha aggiunto Vernoni riferendosi alla possibilità che si tratti di una cella di punizione.


“Quindi la prima cosa sono le condizioni più dignitose di vita carceraria e poi decisioni importanti e di forza del nostro paese per ragionare sul rientro in Italia… Io non piango, non frigno, e non chiedo tempi perché sono realtà molto particolari, ma come dicevo a Cecilia ‘cerca di essere un soldato’ cerco di esserlo anch’io, però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni che non ha compiuto nulla devono essere tali che non la segnino per tutta la vita. Poi, io rispetto i tempi che mi diranno, ma le condizioni devono essere quelle di non segnare una ragazza che è un’eccellenza italiana, non solo il vino e i cotechini”, ha sottolineato Vernoni.

Cecilia Sala, la mamma: incontro con Meloni mi ha aiutato

Cecilia Sala, la mamma: incontro con Meloni mi ha aiutatoRoma, 2 gen. (askanews) – “Va male, è ovvio, però questo incontro” con la premier Giorgia Meloni “mi ha aiutato: ci siamo guardate negli occhi, anche tra mamme. La fiducia è tanta, sicuramente stanno lavorando e io sono un po’ come Cecilia, sono un po’ un soldato, aspetto e rispetto il lavoro che stanno facendo. Quello che potrò fare da parte mia lo farò, sicuramente loro stanno facendo il loro”. Lo ha detto Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, la cittadina italiana arrestata e detenuta in Iran, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


“La Premier ha fatto un salto di qualità dalle rassicurazioni comprensibili che ricevo sempre, è stata più precisa e puntuale ed è questo che io volevo, e questo ho avuto”, ha aggiunto. Sui tempi hanno detto “qualche cosa, ma cose molto generiche su cui adesso attendo notizie più precise”, ha concluso.

Carabinieri Forestali negli ospedali pediatrici per la Befana

Carabinieri Forestali negli ospedali pediatrici per la BefanaMilano, 2 gen. (askanews) – Anche quest’anno i Carabinieri Forestali saranno in prima linea nell’organizzazione della “Befana della Biodiversità”, una giornata speciale di educazione ambientale e solidarietà. Più di 100 Carabinieri saranno presenti nei reparti pediatrici di 44 strutture ospedaliere in tutta Italia oltre alle case famiglia, portando con loro un simbolo di natura e speranza rivolto ai bambini ricoverati e al personale sanitario impegnato nelle corsie durante l’Epifania e nei giorni precedenti il 6 gennaio, visitando oltre 1200 bambini.


Saranno consegnati gadget come quaderni, matite, cappellini, colori, zainetti in tela o carte da gioco per alleviare il dolore dei piccoli degenti e verranno condivise immagini e sensazioni riguardanti la conoscenza della biodiversità, per consentire un ‘contatto’ virtuale con la natura. L’obiettivo è trasmettere ai bambini la conoscenza e l’amore per la Natura, raccontando il mondo straordinario delle 150 Riserve Naturali dello Stato e Foreste Demaniali gestite dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità: habitat eccezionali dove sopravvivono specie animali e vegetali di rara bellezza. A Roma i Carabinieri si recheranno presso l’Ospedale ‘Sandro Pertini’ e al Policlinico Umberto I, dove oramai da diversi anni la manifestazione viene promossa con successo, anche grazie al supporto del personale ospedaliero che ha sempre sostenuto l’iniziativa con grande entusiasmo.


Aspettiamo pertanto questa Epifania all’insegna dell’amore per l’ambiente e della solidarietà.