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L’Ue ha raggiunto l’accordo con la Germania sull’uso degli e-fuel

L’Ue ha raggiunto l’accordo con la Germania sull’uso degli e-fuel


L’Ue ha raggiunto l’accordo con la Germania sull’uso degli e-fuel – askanews.it



L’Ue ha raggiunto l’accordo con la Germania sull’uso degli e-fuel – askanews.it



















Roma, 25 mar. (askanews) – “Abbiamo trovato un accordo con la Germania sull’uso futuro degli e-fuel nelle automobili”. Lo ha annunciato su Twitter il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans.

“Lavoreremo ora per ottenere quanto prima l’adozione delle norme in materia di CO2 per il regolamento sulle autovetture e la Commissione darà seguito rapidamente alle misure giuridiche necessarie per attuare il considerando 11”, ha aggiunto il vicepresidente. Si tratta di una doccia fredda per l’Italia che aveva chiesto alla Ue la scorsa settimana in una lettera inviata dai ministri Urso, Salvini e Pichetto Fratin di considerare i biocarburanti tra i possibili utilizzi dei carburanti al ternativi.

Le discussioni si sono sviluppate dopo i dubbi espressi anche dai tedeschi sullo stop definitivo alla vendita di nuove auto a benzina e diesel nel 2035. Allo stop si è opposta anche l’Italia vista la contrarietà al solo utilizzo dei motori elettrici in nome di una neutralità tecnologica che consideri combustibili alternativi. Berlino aveva chiesto una deroga per gli e-fuel arrivando a un accordo come annunciato dal vicepresidente della Commissione.

Zangrillo: prevediamo di inserire nella pubblica amministrazione 150mila persone entro il 2025

Zangrillo: prevediamo di inserire nella pubblica amministrazione 150mila persone entro il 2025


Zangrillo: prevediamo di inserire nella pubblica amministrazione 150mila persone entro il 2025 – askanews.it



Zangrillo: prevediamo di inserire nella pubblica amministrazione 150mila persone entro il 2025 – askanews.it


















Treviso, 25 mar. (askanews) – “Stiamo facendo uno sforzo straordinario dal punto di vista delle risorse: la Pubblica amministrazione ha vissuto 10 anni di desertificazione, dal 2010 al 2020, la spending review ha provocato il blocco del turnover, abbiamo perso 300 mila persone e l’età media è passata da 44 a 50 anni”. Così il ministro della pubblica amministrazione Paolo Zangrillo all’assemblea Anci Giovani, a Treviso.

“Significa che la sfida per il futuro è di recuperare il terreno perduto, nel 2022 sono entrate 170mila persone, di cui 157mila in sostituzione turnover, e prevediamo altre 150mila persone da inserire al 2025 – ha concluso il ministro -. L’inserimento delle persone nella Pa non è scontato, occorre far diventare la Pa un’organizzazione attrattiva”. “Nell’organizzazione della pubblica amministrazione – ha detto – abbiamo vissuto degli anni molto complicati dove c’è stata una sorta di desertificazione perché in 10 anni abbiamo perso 300 mila persone e abbiamo aumentato l’età media” dei collaboratori “da 44 a 50 anni, c’è stato un impoverimento sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo”. “Dobbiamo dare vigore al processo di reinserimento delle persone e lo dobbiamo fare guardando a tutti gli elementi che servono ad un’organizzazione per essere attrattiva: c’è il tema retributivo, il tema della competenza e della formazione, il tema del merito” ha concluso il ministro.

Rider e caporalato digitale, i carabinieri scoprono 92 cessioni illecite di account

Rider e caporalato digitale, i carabinieri scoprono 92 cessioni illecite di account


Rider e caporalato digitale, i carabinieri scoprono 92 cessioni illecite di account – askanews.it



Rider e caporalato digitale, i carabinieri scoprono 92 cessioni illecite di account – askanews.it



















Roma, 25 mar. (askanews) – ‘Abbiamo effettuato controlli in tutta Italia per tutelare i lavoratori rider dalle nuove forme di sfruttamento note come ‘caporalato digitale realizzato attraverso cessioni di account per accedere alle piattaforme di food delivery dietro la corresponsione al titolare dell’account di una quota percentuale del guadagno giornaliero del lavoratore che effettua materialmente la consegna. Lo afferma il generale Antonio Bandiera, comandante del gruppo carabinieri per la tutela del lavoro, nel presentare l’operazione che ha coinvolto nelle ultime ore i militari di 101 nuclei ispettorato del lavoro, 5 nuclei operativi e tutti i comandi provinciali lungo la Penisola. ‘E’ stata così verificata la presenza – aggiunge – del ‘caporaleto digitale’ ‘sull’intero territorio nazionale, concentrato soprattutto nel centro nord Italia. Il sistema riguarda in modo esclusivo lavoratori stranieri. Bandiera sottolinea poi: ‘E’ emerso che l’11 per cento dei raider stranieri lavora in cessione di account’. L’attività degli investigatori dell’Arma rappresenta – si spiega – l’evoluzione delle verifiche avviate a cura del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Milano insieme alla Polizia Locale del capoluogo nel settembre del 2019, dopo il coinvolgimento di alcuni ciclofattorini in incidenti stradali nella città di Milano anche mortali. Gli accertamenti sono stati fatti in coordinamento con la Procura della Repubblica di Milano – VI dipartimento Salute, Ambiente e Lavoro – e si sono concentrati nell’esecuzione di controlli a campione su strada dei cosiddetti rider. In questo sono state acquisite informazioni sull’orario di lavoro, modalità di retribuzione, mezzi utilizzati, condizioni d’igiene e sicurezza ed altro, stante la mancanza di qualsivoglia tutela – si aggiunge – e alla non riconosciuta riconducibilità dell’incidente ad ‘infortunio sul lavoro’. I carabinieri hanno accertato che al termine di complesse attività di valutazione e di riscontro con le stesse piattaforme sui coefficienti di rischio in ambito urbano in relazione alle attività prestate dai ciclofattorini sono state impartite idonee prescrizioni per poter estendere le garanzie da lavoro dipendente alla categoria di lavoratori riconosciuta di fatto eterodiretta di tipo parasubordinato.

Tale attività ha permesso – si ricorda – di applicare la vigilanza sanitaria ad oltre 60mila rider oggetto di accertamento. L’adempimento totale delle prescrizioni da parte delle citate piattaforme comportava l’archiviazione del procedimento penale nel marzo 2022. Nel corso dei controlli eseguiti a Milano tra il luglio e l’ottobre 2022 finalizzati a verificare l’effettivo e perdurante rispetto da parte delle piattaforme degli obblighi a loro imposti dalla legge è emersa l’esistenza di nuove forme di ‘caporalato digitale’ attraverso l’illecita cessione di account. Fino alla metà del 2019 la cessione di account era un fenomeno ‘fisiologico’ dovuto alla volontaria e provvisoria messa a disposizione di terzi delle credenziali di login da parte del rider che, non volendo essere sloggato o penalizzato nel ranking, non potendo svolgere personalmente la prestazione per periodi più o meno lunghi (a causa di infortuni, malattia, rientro in patria per gli stranieri ecc..) ‘prestava’ volontariamente il proprio account senza pretendere alcun beneficio economico ma per il solo fine di mantenere in essere il rapporto con la/le piattaforma/e. Con l’avvento del periodo pandemico, la prolungata chiusura degli esercizi commerciali e le restrizioni adottate per limitare la capacità di movimento delle persone per contenere la diffusione del Covid-19, si è registrata una crescita esponenziale da parte della popolazione dell’utilizzo dei servizi di delivery tramite applicazioni telematiche dedicate, trasformando di fatto i rider in lavoratori essenziali in circuito lavorativo 24/7.

Le piattaforme di App Delivery hanno quindi proceduto a reclutare telematicamente un numero considerevole di nuovi rider. In questo nuovo ed atipico scenario lavorativo, il Nucleo carabinieri Ispettorato del Lavoro di Milano ha accertato l’esistenza e lo sviluppo di numerosi episodi di cessioni di account con l’intermediazione di manodopera tra il proprietario dei dati di account e l’effettivo prestatore di manodopera. Gli account sarebbero registrati sulle piattaforme anche (e spesso) tramite l’utilizzo di documenti falsi e, successivamente ad avvenuto accreditamento, ceduti al rider che materialmente effettua la prestazione previa trattenuta di una quota percentuale del guadagno giornaliero da parte del caporale. In sintesi, si verifica che gli account registrati e accreditati sulle piattaforme delle citate società di Food Delivery , verosimilmente gestiti dal ‘caporale’, vengano ceduti ad altra persona (rider) che materialmente eseguirà la prestazione lavorativa della consegna previa trattenuta di una quota percentuale del guadagno giornaliero operata dallo stesso titolare dell’account, con conseguenti ingenti profitti per quest’ultimo. Anche i mezzi utilizzati dai rider portano una serie di problemi. Per mancanza di assicurazione, casco, targa, ed altro. Si pensi, ad esempio, all’utilizzo di un velocipede a pedalata assistita. L’operazione di controllo dei carabinieri avviata nelle ultime ore nasce proprio dall’esperienza maturata nelle attività svolte a Milano e che sono stati diffuse su tutta Italia dagli inquirenti. Lo scopo è quello di contrastare il fenomeno dello sfruttamento lavorativo attraverso le cessioni di account nonché per assicurare il rispetto della normativa prevenzionistica relativa alla sicurezza sui luoghi di lavoro -anche alla luce delle prescrizioni già impartite- nonché nell’ambito di realtà societarie fino ad ora non interessate dalle procedure di accertamento soprariportate.

Nel corso dei controlli i carabinieri hanno individuato su ‘strada’ 225 Hot Spot in tutto il Paese. Dove i rider si ritrovano in attesa di ricevere gli ordini). Censiti 1609 ciclofattorini. Verificata la presenza del fenomeno della cessione di account in modo trasversale sull’intero territorio nazionale, concentrato soprattutto nel centro-nord Italia con le dinamiche già evidenziate a Milano, in quanto su 823 lavoratori stranieri controllati, 92 di questi sono risultati in cessione di account per una percentuale pari all’11,2 per cento. Inoltre sono state accertare 23 prestazioni lavorative fornite da persone irregolari rispetto alle norme di soggiorno sul territorio nazionale. Sono state avviate le verifiche su oltre 1500 rider circa l’effettivo assoggettamento dei lavoratori a tutti gli obblighi in materia di sicurezza ed igiene ai sensi delle norme prevenzionistiche in materia. E’ stato controllato anche un minore che lavorava in cessione di account che è stato riaffidato al proprio genitore.

Si è inoltre proceduto al sequestro/fermo amministrativo di 22 mezzi non idonei alla circolazione stradale in quanto non conformi alla normativa di settore e pericolosi per la salute e l’integrità fisica del rider o di utenti della strada. In molti casi i velocipedi sono stati modificati in maniera artigianale con applicazione di batterie elettriche posticce al fine di aumentarne sensibilmente le prestazioni. In relazione alle riscontrate 92 cessioni di account, all’esito delle verifiche, saranno interessate le 36 Procure della Repubblica competenti per l’ipotesi di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (Caporalato). Al termine delle attività, con la collaborazione delle maggiori società di food delivery interessate, gli account in cessione o a qualsiasi titolo utilizzati in modo fraudolento sono stati di fatto eliminati per impedire la prosecuzione delle condotte illecite. Inoltre, le stesse società hanno di recente implementato i controlli interrompendo il rapporto lavorativo nel caso emergano situazioni di irregolarità. Nell’operazione sono stati impiegati complessivamente 845 carabinieri di cui 465 del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, 380 militari dell’Arma territoriale e N. 137 agenti delle Polizie Locali. Gli elementi raccolti, particolarmente significativi, potranno essere utili allo sviluppo di attività investigative di contrasto sull’intero territorio nazionale allo sfruttamento lavorativo dei rider e a garantirne le migliori condizioni operative e di sicurezza sul lavoro.

Valditara: il ministero sarà parte civile contro gli aggressori dei docenti

Valditara: il ministero sarà parte civile contro gli aggressori dei docenti


Valditara: il ministero sarà parte civile contro gli aggressori dei docenti – askanews.it



Valditara: il ministero sarà parte civile contro gli aggressori dei docenti – askanews.it



















Milano, 25 mar. (askanews) – “Se un docente”, un preside o un dipendente della scuola “viene aggredito proporrò che il ministero si costituisca parte civile” nel processo penale contro l’aggressore. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, nel suo intervento a Milano alla nuova edizione della scuola politica della Lega. “Colui che prende a pugni un insegnante e lo manda all’ospedale avrà davanti non solo l’insegnante, sappia che avrà davanti anche l’Avvocatura dello Stato” ha ribadito.

“È ora di dire basta alle aggressioni, è ora che torni la serenità e la sicurezza nelle classi” ha aggiunto il ministro. “Credo che alcuni abbiano perso di vista il significato più profondo” della circolare contro l’uso dei cellulari in classe, cioè “il rispetto perché se uno si mette a chattare con un amico durante la lezione credo sia inaccettabile, una mancanza di rispetto verso compagni e insegnanti. Se poi si aggredisce un insegnante come quella presa a pallini” nei giorni scorsi siamo davanti a “sintomi di disgregazione che non possiamo più accettare” ha concluso.

Pa, Zangrillo: serve grande investimento sulla formazione

Pa, Zangrillo: serve grande investimento sulla formazione


Pa, Zangrillo: serve grande investimento sulla formazione – askanews.it



Pa, Zangrillo: serve grande investimento sulla formazione – askanews.it



















Treviso, 25 mar. (askanews) – E’ necessario “un grande investimento sulla formazione. Nella pubblica amministrazione, e sono dati della Ragioneria dello Stato, il tempo medio pro capite dedicato alla formazione del dipendente è di neanche un giorno all’anno e questo dato è assolutamente inadeguato alle sfide che dobbiamo affrontare”. Lo ha dichiarato il ministro della pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, intervenendo a Treviso all’Assemblea di Anci Giovani. “Viviamo in un mondo dove l’evoluzione tecnologica ci costringe a formarci e su questo tema ho avviato un atto di indirizzo che prevede come minimo tre giorni di formazione all’anno per tutti i pubblici dipendenti” ha concluso.

Pa, Zangrillo: va resa più attrattiva per i giovani

Pa, Zangrillo: va resa più attrattiva per i giovani


Pa, Zangrillo: va resa più attrattiva per i giovani – askanews.it



Pa, Zangrillo: va resa più attrattiva per i giovani – askanews.it



















Treviso, 25 mar. (askanews) – L’attrattvità della Pubblica amministrazione per i giovani? “E’ un tema centrale per lo sviluppo del Paese ma va affrontato a livello più globale perché manca la capacità generale di attrarre i giovani al mondo del lavoro”. Lo ha dichiarato il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, oggi a Treviso intervenendo all’Assemblea dei giovani Anci. “C’e’ poi un tema di competenze perché abbiamo un problema di disponibilità e accanto a questo c’e’ poi un tema che riguarda l’organizzazione stessa del lavoro” con il sempre maggiore bisogno di “un bilanciamento con la vita privata”, ha concluso.

Pa, Zangrillo: negli ultimi 10 anni perse 300 mila persone

Pa, Zangrillo: negli ultimi 10 anni perse 300 mila persone


Pa, Zangrillo: negli ultimi 10 anni perse 300 mila persone – askanews.it



Pa, Zangrillo: negli ultimi 10 anni perse 300 mila persone – askanews.it



















Treviso, 25 mar. (askanews) – “Nell’organizzazione della pubblica amministrazione abbiamo vissuto degli anni molto complicati dove c’è stata una sorta di desertificazione perché in 10 anni abbiamo perso 300 mila persone e abbiamo aumentato l’età media” dei collaboratori “da 44 a 50 anni, c’è stato un impoverimento sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo”. Lo ha dichiarato il ministro della pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, intervenendo all’Assemblea di Anci Giovani a Treviso. “Dobbiamo dare vigore al processo di reinserimento delle persone e lo dobbiamo fare guardando a tutti gli elementi che servono ad un’organizzazione per essere attrattiva: c’è il tema retributivo, il tema della competenza e della formazione, il tema del merito” ha concluso il ministro.

”Motu Proprio” del Papa per dare un nuovo giro di vite contro gli abusi

”Motu Proprio” del Papa per dare un nuovo giro di vite contro gli abusi


“Motu Proprio” del Papa per dare un nuovo giro di vite contro gli abusi – askanews.it



“Motu Proprio” del Papa per dare un nuovo giro di vite contro gli abusi – askanews.it



















Città del Vaticano, 25 mar. (askanews) – Si rafforzano le misure per il contrasto ai fenomeni di violenza e pedofilia nella Chiesa cattolica. A mettere in atto un nuovo ‘giro di vite’ in questo senso è stato Papa Francesco che ha promulgato oggi una nuova Lettera Apostolica in forma di “Motu proprio” dal titolo: “Vos estis lux mundi”. Il documento, composto di 20 articoli, entrerà in vigore in tutta la Chiesa a far data dal 30 aprile prossimo.

“I crimini di abuso sessuale offendono Nostro Signore, causano danni fisici, psicologici e spirituali alle vittime e ledono la comunità dei fedeli. -scrive il Papa nel suo nuovo documento- Affinché tali fenomeni, in tutte le loro forme, non avvengano più, serve una conversione continua e profonda dei cuori, attestata da azioni concrete ed efficaci che coinvolgano tutti nella Chiesa, così che la santità personale e l’impegno morale possano concorrere a promuovere la piena credibilità dell’annuncio evangelico e l’efficacia della missione della Chiesa”. Ed ancora, aggiunge Papa Francesco, “anche se tanto già è stato fatto, dobbiamo continuare ad imparare dalle amare lezioni del passato, per guardare con speranza verso il futuro”. La novità più significativa introdotta nella nuova versione della normativa, sintetizza Vatican news, riguarda il “Titolo II” con le disposizioni relative alle responsabilità dei vescovi, dei superiori religiosi e dei chierici preposti alla guida di una Chiesa particolare o di una prelatura. A questo elenco sono, infatti, stati aggiunti anche i “fedeli laici che sono o sono stati moderatori di associazioni internazionali di fedeli riconosciute o erette dalla Sede Apostolica, per i fatti commessi” mentre erano in carica.

Altra estensione della normativa quella che riguarda gli adulti “vulnerabili”. Mentre prima si parlava di “atti sessuali con un minore o con una persona vulnerabile” nella nuova versione si parla di “delitto contro il VI comandamento del decalogo commesso con un minore o con persona che abitualmente ha un uso imperfetto della ragione o con un adulto vulnerabile”. Novità anche per titelare maggiormente quanti presentano la segnalazione di un presunto abuso: mentre prima si affermava che a colui che segnala non può essere imposto alcun vincolo di silenzio, ora si aggiunge che questa tutela va estesa, oltre a chi effettua una segnalazione, anche “alla persona che afferma di essere offesa e ai testimoni”. Viene poi rafforzata anche la parte dove si chiede di salvaguardare “la legittima tutela della buona fama e la sfera privata di tutte le persone coinvolte”, nonché la presunzione di innocenza per chi è indagato in attesa che vengano accertate le sue responsabilità. Nella nuova versione di “Vos estis lux mundi” viene poi specificato che le diocesi e le eparchie sono obbligate a dotarsi di propri “organismi e uffici” facilmente accessibili al pubblico per ricevere le segnalazioni di abusi. Ed è anche precisato che il compito di procedere con l’indagine è prorpia del vescovo locale dove sarebbero avvenuti i fatti denunciati.

Le procedure introdotte nel 2019 stabilivano in modo preciso come comportarsi di fronte alle segnalazioni di casi di abuso e assicuravano che vescovi e superiori religiosi – ora anche i laici a capo di associazioni internazionali – debbono rendere conto del loro operato e sono obbligati a segnalare abusi dei quali sono venuti a conoscenza. Il documento continua a comprendere non soltanto le molestie e le violenze sui minori e sugli adulti vulnerabili, ma riguarda anche la violenza sessuale e le molestie conseguenti all’abuso di autorità. Questo obbligo include dunque anche qualsiasi caso di violenza sulle religiose da parte di chierici, come pure il caso delle molestie a seminaristi o novizi maggiorenni.

Bonomi: non vorrei che per contrastare l’inflazione la Bce ci porti in recessione

Bonomi: non vorrei che per contrastare l’inflazione la Bce ci porti in recessione


Bonomi: non vorrei che per contrastare l’inflazione la Bce ci porti in recessione – askanews.it



Bonomi: non vorrei che per contrastare l’inflazione la Bce ci porti in recessione – askanews.it


















Firenze, 25 mar. (askanews) – “Vediamo delle politiche della Bce che ci preoccupano, perché, sì, abbiamo vissuto 10 anni di tassi negativi, ci hanno anestetizzato, ma quello che sta facendo la Bce sta andando oltre il giusto contrasto all’inflazione. Non vorrei che per il contrasto all’inflazione si entrasse in recessione. La ricetta era giusta, l’operazione è andata bene, ma il paziente è morto”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso della conferenza nazionale delle Camere di Commercio a Firenze.

“L’inflazione – ha sottolineato Bonomi- la vediamo in calo, purtroppo sui dati scontiamo il picco dei costi dell’energia di agosto scorso. Le statistiche ci penalizzeranno dunque fino ad agosto di quest’anno. Ci aspettiamo una discesa, ma sarà un’inflazione comunque intorno al 5, al 6%”. Parlando poi del Pil il presidente di Confindustria dice che il quadro non è assolutamente nero come “tutti dicevano” l’anno scorso, ma l’Italia è attesa da un preoccupante “rallentamento” nel secondo semestre dell’anno. “Ci aspettiamo un secondo semestre dell’anno in rallentamento e – ha detto Bonomi – i dati della produzione manifatturiera già stanno segnando un rallentamento, ed è un dato importante, perché la produzione manifatturiera fa da traino a tutto il resto”.

“Contrariamente – ha sottolineato Bonomi – a quanto tutti dicevano, noi di Confindustria, sin dall’anno scorso, dicevamo che non vedevamo le cose in maniera così nera. Eravamo ottimisti perché consci della forza del sistema imprenditoriale italiano. E i numeri ci stanno dando ragione ma non bisogna illuderci che questa sia una cosa scontata”. Sul fisco, “come Confindustria continuiamo a chiedere al Governo uno stimolo forte agli investimenti e di sostenere i redditi bassi, col taglio del cuneo fiscale. Bisogna rimettere più soldi in tasca agli italiani, specialmente ai redditi bassi, e lo si può fare solo tagliando le tasse sul lavoro” ha detto Carlo Bonomi. “Dobbiamo sostenere i consumi e, guarda caso, anche i consumi delle famiglie italiane stanno rallentando. Questo Paese non può fare a meno degli investimenti e se noi mettiamo una stretta al credito questo diventa un problema, un passaggio molto delicato”, ha aggiunto Bonomi.

Cinque milioni di ucraini sono senza acqua potabile a causa della guerra

Cinque milioni di ucraini sono senza acqua potabile a causa della guerra


Cinque milioni di ucraini sono senza acqua potabile a causa della guerra – askanews.it



Cinque milioni di ucraini sono senza acqua potabile a causa della guerra – askanews.it


















Roma, 25 mar. (askanews) – Il ministro per la Protezione dell’ambiente e delle risorse naturali dell’Ucraina, Ruslan Strilets, ha allertato sulla situazione di cinque milioni di ucraini che non hanno accesso all’acqua potabile a causa della guerra.

Secondo Strilets, intervenuto alla Conferenza dell’Onu sull’acqua per lo sviluppo sostenibile 2023 a New York, circa il 70% della popolazione ucraina rischia di essere privata dell’acqua, a causa dello stato delle infrastrutture idriche del Paese danneggiate o distrutte dagli attacchi russi. Il ministro ha anche avvertito di un possibile disastro nucleare, poiché la fuoriuscita di acqua dal bacino di Kakhovka rischia di interrompere i sistemi di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dalla Russia da un anno. “Ciò significherebbe un possibile scenario Fukushima nel mezzo del continente europeo a causa della Russia”, ha detto Strilets.