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A Villa San Giovanni germoglia l’orto-frutteto solidale di P&G

A Villa San Giovanni germoglia l’orto-frutteto solidale di P&G

In casa-famiglia per Dopo di noi. Vi vivranno ragazzi con sindrome Down

Roma, 16 mar. (askanews) – Realizzato da Procter & Gamble con il supporto tecnico di AzzeroCO2, nell’ambito di “P&G per l’Italia”, il più vasto programma di cittadinanza d’impresa mai avviato nel nostro Paese dall’azienda, con cui sta realizzando progetti concreti di responsabilità sociale e ambientale su tutto il territorio nazionale, l’Orto-Frutteto Solidale di Villa San Giovanni (60 piante e alberi da frutto) è gestito dalla Cooperativa “Rose Blu” Onlus, che si occupa di offrire supporto alle persone con disabilità mentali attraverso attività formative, ricreative e occupazionali. La Cooperativa “Rose Blu” Onlus ha trasformato una villa sequestrata alla ‘Ndragheta in una casa famiglia per il “Dopo di noi”, dove presto vivranno sei ragazze e ragazzi con Sindrome di Down, orfani o con genitori che non hanno la possibilità di prendersene cura, che già frequentano il centro diurno della onlus. Sono proprio loro, affiancati dai volontari, a portare avanti i lavori tra le 60 piante di arance, limoni, corbezzoli, mandarini, carrubi, ciliegi e kiwi del Frutteto che si estende per circa 1.000 mq nel giardino che circonda la villa. Un vero e proprio progetto di agricoltura sociale, che, oltre a contribuire al sostentamento della Cooperativa attraverso la vendita dei prodotti dell’orto-frutteto e dei suoi derivati, promuove l’integrazione attraverso attività di socializzazione per bambini e bambine con disabilità. «Il 21 marzo è la Giornata Mondiale della Sindrome di Down, istituita dall’ONU per promuovere una società inclusiva per tutti. Un obiettivo che condividiamo pienamente e verso cui tendono numerosi dei progetti di “P&G per l’Italia”, a partire proprio da quello degli Orto-Frutteti Solidali, che coniugano la tutela della biodiversità, la valorizzazione dei territori e l’inclusione sociale lavorativa – spiega Riccardo Calvi, Direttore Comunicazione di P&G Italia -. In particolare, il Frutteto Solidale di Villa San Giovanni, che occupa giovani con Sindrome di Down, è un meraviglioso esempio di come la collaborazione tra Cooperative, aziende ed enti possa creare un grande valore non solo per i diretti beneficiari, ma per l’intera comunità. Per questo siamo estremamente felici di continuare il nostro viaggio insieme ad AzzeroCO2, con cui abbiamo realizzato finora 23 Orto-Frutteti Solidali coprendo tutta Italia, e di poter collaborare in questa occasione con la Cooperativa Rose Blu ma in generale con tutte le altre realtà che si impegnano per favorire, attraverso l’inclusione e il lavoro, l’autonomia di tante persone a rischio di marginalità sociale».

Salario minimo, Nuova Collaborazione: no per domestici e assistenti familiari

Salario minimo, Nuova Collaborazione: no per domestici e assistenti familiariRoma, 16 mar. (askanews) – “Siamo molto preoccupati perché il salario minimo non può essere sostenuto dalle famiglie italiane datrici di lavoro domestico. Considerato l’elevato tasso di denatalità e l’aumento della popolazione anziana, le famiglie si ritrovano da sole a dover svolgere attività di caregiver nei confronti dei bambini piccoli o dei familiari non autosufficienti. In mancanza di politiche di welfare strutturate, i lavoratori domestici sono diventati un punto di riferimento indispensabile per il c.d. lavoro di cura”. Lo dichiara in una nota Alfredo Savia, Presidente Nuova Collaborazione.
“Ma le stesse famiglie non possono di certo sostenere il costo del salario minimo – ad es. a 9 euro – per i lavoratori domestici e gli assistenti familiari. Basti pensare che una badante convivente con orario fino a 54 ore settimanali – costerebbe alla famiglia circa 2.105 € al mese oltre a vitto, alloggio e versamenti contributivi. Mentre una babysitter per un bambino al di sotto dei sei anni con un lungo orario di 40 ore a settimana, – orario necessario se ci sono madri lavoratrici – verrebbe a costare 1.659 € al mese. È chiaro che questi non sono costi sostenibili. Il comparto necessita di “attenzione” e di interventi mirati da parte delle Istituzioni. Eppure, questo settore non è ancora considerato in modo adeguato. Ad esempio, è stato anche escluso dal decreto immigrazione approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri. Come associazione datoriale, facciamo appello alle Istituzioni affinché comprendano flussi migratori continuativi e annuali con quote riservate ai lavoratori domestici. Per sostenere le famiglie dal punto di vista economico chiediamo, inoltre, che il Governo prenda in considerazione anche la deducibilità totale del lavoro domestico per tutte le famiglie che decidono di assumere regolarmente un assistente familiare”, conclude.

A Frascati l’Assemblea dell’Associazione Internazionale della Carità

A Frascati l’Assemblea dell’Associazione Internazionale della CaritàRoma, 16 mar. (askanews) – Si apre martedì 21 marzo a Frascati (Roma) presso il Centro Giovanni XXIII l’Assemblea Internazionale dell’AIC, Associazione Internazionale delle Carità, sul tema: “Cittadini del mondo, in cammino uniti nella speranza”. L’Associazione, che nel 2017 ha festeggiato il quarto secolo di vita essendo stata fondata nel suo nucleo originario nel 1617 a Châtillon in Francia da San Vincenzo de’ Paoli, è oggi una rete internazionale che lotta contro ogni forma di povertà ed esclusione. Questa rete conta oltre 100.000 volontari, principalmente donne, che si impegnano per migliorare la vita delle persone più svantaggiate. Ha membri in 55 paesi in Africa, America Latina, Asia, Europa e Stati Uniti, con oltre 5100 gruppi locali in tutto il mondo. Ogni associazione nazionale ha la propria entità legale ed è responsabile della guida e del coordinamento dei propri gruppi locali, della formazione dei propri membri, della raccolta fondi e dell’advocacy nel proprio paese.
A Frascati oltre 150 delegati di AIC in rappresentanza dei presidenti nazionali e dei direttivi delle varie nazioni si riuniranno, di nuovo in presenza dall’ultima Assemblea internazionale celebratasi a Chatillon nell’agosto 2017, per eleggere il nuovo presidente e per confrontarsi tra l’altro su tre grandi temi: la sostenibilità, il cambiamento climatico, la protezione del Creato. Saranno presentati progetti nazionali e internazionali sorti per affrontare oggi le nuove povertà provocate o esacerbate dalla pandemia nello spirito di un’azione che nasce concertata e si sviluppa in rete, secondo il carisma vincenziano.
Martedì 21 marzo la giornata inaugurale dal tema “Tutti i cittadini responsabili del mondo”: saranno presenti fra gli altri Paolo Beccegato, Vicedirettore vicario della Caritas Italiana, di cui è responsabile dell’Area internazionale, e Vicepresidente della Fondazione Giustizia e Solidarietà della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Vincenzo Viva vescovo di Albano e mons. Raffaello Martinelli vescovo di Frascati. Mercoledì 22, giornata dedicata al tema “Lavoro in rete per unire le forze”, i delegati parteciperanno al mattino all’Udienza generale del Santo Padre. Giovedì 23, dal tema “Come reagire alla povertà di oggi?”, saranno presentati alcuni progetti fra i quali l’ “Accompagnamento delle persone senza dimora a La Spezia”. Venerdì 24 marzo, giorno conclusivo dal tema “Il futuro di AIC… agire!”, si terrà l’Assemblea statutaria e l’elezione del nuovo presidente internazionale. Spiega Elena Capra, Presidente GVV, Gruppi di Volontariato Vincenziano, e AIC ITALIA: “Partecipare ad un’assemblea internazionale è molto arricchente per la presenza mondiale che si respira, perché si capisce quanto fortunati siamo. Le nostre povertà sono povertà importanti non c’è dubbio (pensiamo ai migranti, i senza tetto, ecc.) però c’è una rete di volontari in Italia che è presente e ramificata ed essa spesso sostituisce le carenze delle istituzioni. Avere la possibilità di conoscere persone che arrivano da Paesi dove si vivono discriminazioni religiose ed etniche o dove ci sono guerre magari lontane dal clamore dei media è un fatto che allarga mente e cuore. Quello che mi ha colpito se ritorno ai ricordi di Chatillon (ultima assemblea) è la carica di entusiasmo da parte dei volontari, si respira un’aria di gioia e generosità che non ha eguali. Sono persone semplici e con grande cuore. Questo mondo di volontari sotto la “protezione” di San Vincenzo è commovente. Quello che lui ha insegnato è attuale, se seguiamo la sua strada andiamo lontano e siamo sempre avanti, mai un passo indietro. E’ un’atmosfera di festa del dare, delle persone che amano i poveri”.

Esce il 7 aprile il nuovo disco di Dente, “Hotel Souvenir”

Esce il 7 aprile il nuovo disco di Dente, “Hotel Souvenir”Roma, 16 mar. (askanews) – Anticipato dai singoli Cambiare idea e La vita fino a qui, arriva il nuovo disco di Dente, “Hotel Souvenir”, tre anni dopo l’omonimo “Dente” ed è prodotto da Federico Nardelli. Sarà presentato sul palco a partire da maggio. Cinque le prime date del tour primaverile: il 4 maggio al Locomotiv di Bologna, l’11 maggio al Monk di Roma, il 12 maggio al Viper di Firenze, il 27 maggio a Milano per il Mi Ami e il 9 giugno all’Hiroshima Mon Amour di Torino.
Il nuovo progetto discografico conferma l’intensità poetica del suo autore e introduce temi e sonorità inedite, rendendo il suo stile immediatamente riconoscibile e allo stesso tempo inaspettatamente sorprendente. Ospiti dell’album: i Post Nebbia, i Selton, e in un’unica traccia – Il mondo con gli occhi – le voci di Fulminacci, Giorgio Poi, Colapesce, VV (all’anagrafe Viviana Colombo), Ditonellapiaga e Dimartino, in una sarcastica risposta all’orgia di featuring del mondo trap.
“Hotel Souvenir” è un luogo immaginario, una malinconica stanza dei ricordi in cui Dente fotografa il passato e immagina il futuro. Evoca un presente fortemente autobiografico, capace di diventare storia di tutti grazie alla sua profonda sensibilità e quella capacità di trasformare sentimenti personali in uno specchio universale.
Chi è Dente Dente, al secolo Giuseppe Peveri, è un cantautore italiano, originario di Fidenza e residente a Milano. Dopo la militanza come chitarrista in formazioni rock/new wave, nel 2006 inizia la sua esperienza solista con “Anice in bocca” (Jestrai), un disco che contribuisce a definire la via italiana al pop lo-fi, la cui poetica viene portata a compimento nei dischi successivi, riconosciuti cult della nuova canzone italiana anni 2000: “Non c’è due senza te” (2007 Jestrai), “L’amore non è bello” (2009 Ghost/Venus) e “Io tra di noi” (2011 Ghost/Venus), che comincia l’esplorazione di Dente verso dimensioni sonore sempre meno connotate dall’estetica lo-fi e sempre più improntate a un cantautorato classico e consapevole. Anche la scrittura, inizialmente destrutturata, evolve progressivamente verso ricercatezza ed essenzialità, senza mai perdere la riconoscibile giocosità del linguaggio che ha consacrato lo stile di Dente. È il percorso dei dischi “Almanacco del giorno prima” (2014 RCA/Sony), “Canzoni per metà” (2016 Pastiglie/Sony) e “Dente” (2020 INRI/Artist First). Del 2015, invece, è l’esordio letterario di Dente: “Favole per bambini molto stanchi”, edito da Bompiani. Nel 2023, torna sulle scene con un disco prodotto da Federico Nardelli: il 27 gennaio esce il primo singolo estratto, “La vita fino qui” feat Post Nebbia. Il 24 febbraio arriva “Cambiare idea”.

“Capolavori Nascosti”, esce l’album raccolta di Mogol-Lavezzi

“Capolavori Nascosti”, esce l’album raccolta di Mogol-LavezziRoma, 16 mar. (askanews) – Mogol-Lavezzi, binomio della musica italiana d’autore con numerosi successi entrati nell’immaginario collettivo e nell’airplay di sempre con “evergreen” come “Vita” (per il progetto DallaMorandi), “Stella nascente” (per la Vanoni) o “Varietà” (per Morandi), tra gli altri. Senza ombra di dubbio tra i più importanti e rappresentativi nomi del panorama musicale italiano, legati da una profonda amicizia e da una grande sintonia artistica, Mogol e Mario Lavezzi continuano a scrivere capolavori, a volte “nascosti”, tanto da dare il titolo alla raccolta in uscita il 17 marzo per Nar International/Artist First, “Capolavori Nascosti”, appunto.
Un album che ha il pregio di presentare agli ascoltatori delle vere perle, tra le più belle canzoni firmate dai due artisti nel corso del loro lungo sodalizio (iniziato nel 1968 quando composero “Il primo giorno di Primavera”, grande successo dei Dik Dik), e qui eseguite con molti dei più grandi artisti della nostra musica (Riccardo Cocciante, Raf, Lucio Dalla, Fiorella Mannoia, Mango, Luca Carboni, Gianni Morandi, Biagio Antonacci, Ornella Vanoni, tra i tanti). Tredici brani (la maggior parte dei quali incisi per gli album di Lavezzi) e l’inedito “Una storia infinita”, disponibili su CD. Il nuovo brano sarà accompagnato da un videoclip e sarà disponibile anche sulle principali piattaforme per l’ascolto in streaming.
Questa la tracklist, con la serie di collaborazioni, canzone per canzone: Bianche raffiche di vita (Mario Lavezzi, Mango, Laura Valente, Luca Carboni); Per fortuna che ci sei (Mario Lavezzi, Dave Pearlman); Giorni leggeri (Mario Lavezzi, Riccardo Cocciante, Lucio Dalla); L’amico latino (Mario Lavezzi); Non è una bella idea (Mario Lavezzi); Per la gloria (Mario Lavezzi, Gianni Bella, Riccardo Cocciante, Mango, Raf); Zitta (Mario Lavezzi, Ramòn Stagnaro); Una vita normale (Mario Lavezzi, Giulia Fasolino); Anche settembre (Mario Lavezzi, Elena Roggero); Ci vorresti tu (Ornella Vanoni, Mario Lavezzi); La bandiera (Mario Lavezzi, Biagio Antonacci); Avanti così (Mario Lavezzi); Momento delicato (Mario Lavezzi, Fiorella Mannoia); Una storia infinita (Mario Lavezzi, Cristina di Pietro).
Mogol e Mario Lavezzi presenteranno “Capolavori Nascosti” a Roma venerdì 17 marzo alle 18 presso “La Feltrinelli” di Via Appia Nuova 427.

Teatro sociale, La Delfa: forza straordinaria per i vulnerabili

Teatro sociale, La Delfa: forza straordinaria per i vulnerabiliRoma, 16 mar. (askanews) – “Un ‘non-manuale’ perché è necessario parlare di teatro, non soltanto in maniera accademica, ma raccontando anche metodologie e realtà. Questo è lo scopo, la motivazione che mi ha spinto a scrivere, durante la pandemia, questo libro, frutto di 30 anni di esperienze dirette sul campo in diversi settori dove il teatro diventa sociale, perché parla di società, di individui, di persone. E anche grazie alla pandemia, purtroppo, abbiamo scoperto come possa essere stato importante lavorare con le persone vulnerabili”. Lo ha detto Pascal La Delfa, autore del libro “Il non-manuale dell’operatore di Teatro Sociale” e presidente di “Oltre le Paole” Onlus, a margine della presentazione del testo, avvenuta presso la Sala stampa della Camera dei deputati – alla presenza, tra gli altri, di Federico Mollicone, Presidente della commissione Cultura di Montecitorio, del deputato Raffaele Bruno e del professor Gilberto Scaramuzzo, docente presso l’Università Roma3 -, parlando delle migliaia di operatori di teatro sociale che lavorano in tante realtà della penisola senza avere spesso l’attenzione riservata a realtà più altisonanti e mediaticamente ‘attraenti’.
“Il teatro ha una forza straordinaria nel poter fare questo e nel trasformare le difficoltà in opportunità – ha sottolineato -. Ecco perché crediamo che il teatro nel sociale sia importante e sia importante formare degli operatori che sono sparsi sul territorio italiano, sono migliaia, spesso formatisi in maniera pioneristica, magari all’università, ma senza una connessione reale tra quello che è la teoria e la pratica ed è quella che invece abbiamo tentato di raccontare nel ‘non-manuale’”.
“Grazie a questo ci sono adesso due proposte di legge che parlano di teatro in carcere e noi ci appoggiamo e sosteniamo queste leggi. Crediamo sia importante fare teatro in qualsiasi luogo sia possibile farlo”, ha concluso.

Un italiano su 4 pronto ad abbandonare l’auto per i mezzi pubblici

Un italiano su 4 pronto ad abbandonare l’auto per i mezzi pubbliciMilano, 16 mar. (askanews) – Quasi un 1 italiano su 4 è pronto ad abbandonare l’auto privata per i mezzi pubblici, ma soltanto se comodi e puntuali. E’ quanto emerge dal sondaggio Ipsos-Legambiente “Tipi mobili nelle città italiane” dedicato alle abitudini di mobilità in Italia con un focus sulle grandi città di Roma, Napoli, Firenze, Milano e Torino: una fetta consistente del campione nazionale, pari al 23%, è rappresentato proprio dagli “aperti al pubblico”, ovvero da coloro che userebbero di più i mezzi pubblici e condivisi a fronte di un potenziamento dei servizi e una diminuzione dei costi. A Milano sono il 25%, a Napoli il 24%, a Torino il 23%, a Firenze 18%, a Roma il 16%.
Il 19% del campione nazionale è, invece, rappresentato dagli “obbligati ma insoddisfatti”: quelli che preferiscono camminare o andare in bicicletta perché conviene. Sono disposti a rinunciare del tutto all’auto di proprietà, a fronte di una maggiore sicurezza stradale e un potenziamento dei servizi sharing. Questo gruppo è cresciuto dopo il lockdown e vive soprattutto nelle grandi città, come Roma (27%) e Torino (25%), seguita da Napoli (22%) e Milano (22%) e Firenze (19%). Tra coloro che si muovono tanto (oltre un’ora al giorno in viaggio) nelle periferie e nei piccoli centri prevalgono gli “irriducibili individualisti – mai fermi ma incollati al volante” (14% del campione), che, a Milano si dimezzano in favore degli “attenti per scelta – multimobili e multimodali”, ovvero chi usa in modo prevalente bici, metropolitana e i servizi di sharing (il 13% dei milanesi).
“I dati emersi dalla campagna e dal sondaggio sono chiari: i cittadini sono disposti a cambiare il loro modo di muoversi, ma il trasporto pubblico in Italia è molto al di sotto della media europea, con soltanto un quarto delle metropolitane, treni veloci, linee tranviarie e autobus elettrici rispetto agli altri paesi – commenta Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente -. Per rendere le città veramente sostenibili e inclusive, occorre adottare politiche che rendano i quartieri e le città più accessibili in bici e con mezzi elettrici condivisi (con zone a basse emissioni e a pedaggio per le auto private) adottando le nudge policies (o spinte gentili) attraverso incentivi economici, abbonamenti e miglioramenti dei servizi. Queste misure devono andare di pari passo, poiché l’esperienza di tutte le città del mondo dimostra che senza l’una, l’altra non può funzionare”.

Turismo radici,Ricciardi: riforme fiscali per aiutare operatori-VIDEO

Turismo radici,Ricciardi: riforme fiscali per aiutare operatori-VIDEORoma, 16 mar. (askanews) – Con il progetto turismo delle radici è “importante intanto ridare centralità ai territori della partenza che non sono toccati dal flusso turistico, le aree interne, i piccoli comuni, la provincia italiana, dalla quale è partita l’emigrazione nei secoli passati. E credo che tutto questo bisogna farlo aumentando le risorse in dotazione, moltiplicandole magari per dieci, e anche pensando a delle riforme fiscali che consentano a chi investe, di poterlo fare agevolemente”. Lo ha detto Toni Ricciardi, deputato Pd eletto nella circoscrizione estero, ripartizione Europa, a margine della presentazione nella Sala Matteotti della Camera dei Deputati del libro ‘Scoprirsi italiani – I viaggi delle radici in Italia’ di Marina Gabrieli, Riccardo Giumelli, Delfina Licata e Giuseppe Sommario, patrocinato dal Maeci.
“Occorre anche immaginare una sorta di bollino di qualità del turismo delle radici, per assicurare una standardizzazione dei servizi offerti che non significa perdere l’essenza della tipicità, ma garantire un prodotto di qualità a coloro che vengono”, ha aggiunto.

Eurovision, Marco Mengoni canterà “Due vite” riarrangiata

Eurovision, Marco Mengoni canterà “Due vite” riarrangiataRoma, 16 mar. (askanews) – È “Due vite” la canzone scelta da Marco Mengoni per rappresentare l’Italia al prossimo Eurovision Song Contest 2023, in programma a maggio a Liverpool che vede coinvolti cantanti da 37 paesi diversi, con la finale il 13 maggio che sarà trasmessa in diretta su Rai1.
Dopo la vittoria alla 73esima edizione del Festival di Sanremo, Mengoni – attualmente impegnato in studio per la realizzazione del prossimo disco in uscita prima dell’estate – ha scelto di affrontare l’avventura dell’Eurovision con questo brano che continua ad essere tra i più amati del pubblico ad oltre un mese della fine del Festival della Canzone Italiana. DUE VITE ha, infatti, raggiunto in pochissimo tempo il disco di platino e, ad oggi, sono oltre 30 milioni le visualizzazioni del videoclip ufficiale. Dopo aver debuttato al primo posto di tutte le classifiche streaming e download italiane, al 49# nella classifica global di Spotify e aver totalizzato oltre 70 milioni di stream audio/video, rimane stabile anche ai vertici delle top chart dei singoli più scaricati in Italia. Nella settimana di lancio, il brano è anche entrato in 54 classifiche di iTunes: al primo posto in Italia, Svizzera, Slovenia e Lussemburgo e in top10 in Belgio, Francia, Germania, Romania, Spagna e Slovacchia. Due Vite è inoltre al vertice delle classifiche di Shazam e dei brani di Sanremo più popolari su TikTok, oltre ad essere stato decretato da EarOne come il brano più radiofonico tra le canzoni in gara al Festival di Sanremo.
“Sono orgoglioso di rappresentare nuovamente il mio paese e non vedo l’ora di essere a Liverpool. Intraprendo questa nuova avventura con lo stesso spirito con cui ho deciso di affrontare Sanremo: mi voglio divertire e godermi il momento, voglio portare su quel palco tutto me stesso e il mio mondo. Con il mio team siamo al lavoro per preparare la performance al meglio”.
A dieci anni dalla prima partecipazione all’Eurovision Song Contest a Malmö nel 2013 con “L’essenziale” – brano certificato quattro volte disco di platino – Marco Mengoni è pronto a tornare su quel palco e a condividere l’energia e la forza di Due vite (in una versione riarrangiata per questa occasione unica).
“Non vedo l’ora di rivivere l’atmosfera dell’Eurovision Song Contest, è il ricordo più forte che ho di quella esperienza: incontrare artisti di tutto il mondo, scoprire sonorità nuove e vivere questa esperienza di comunione e grande energia creativa, tutto facendo parlare la nostra musica, un mezzo di comunicazione potentissimo capace di esprimersi e farsi comprendere in tutte le lingue”.
Due Vite (Epic Records Italy / Sony Music Italy) parla di rapporti, mettendo al centro la relazione più intima, quella con se stessi. Un invito ad affrontare la vita con onestà, senza rimpianti e senza pensare a cosa dovremmo o vorremmo essere, ad accettare anche gli errori come momenti di crescita. Un racconto molto serrato con due livelli di lettura: un racconto onirico, ricco di immagini e figure legate all’inconscio, che si mischia a scene e dettagli molto realistici, autobiografici. Questo brano rappresenta una riflessione sulla necessità di affrontare la vita godendosi realmente ogni attimo, da quelli di noia anche solo apparente ai sentimenti più accesi, perché tutti sono parte della nostra esistenza.
“Ho scelto Due vite perché voglio portare me stesso su quel palco, e questo brano è una riflessione a cui tengo molto e mi piace l’idea che arrivi a così tante persone, anche con un background culturale e musicale così diverso dal mio, non vedo l’ora. E’ un viaggio intimo, un invito rivolto a tutti noi ad accettare quello che la vita ci offre perché tutto quello che viviamo ci serve per crescere e va accettato, senza ripensamenti, rimpianti, senza se e senza ma”, aggiunge Mengoni. I l brano è scritto dallo stesso Mengoni con Davide Petrella e Davide Simonetta; la produzione del brano è di E.D.D. e Simonetta. 13 anni di carriera, 7 album in studio, 69 dischi di platino, oltre 1.8 miliardi di stream audio/video e 9 tour live per Marco Mengoni alla vigilia di Eurovision 2023, un ulteriore momento di celebrazione di questi ultimi due anni di successi, iniziati con la pubblicazione di Materia (Terra) a dicembre 2021 – primo album del progetto discografico MATERIA – proseguiti con due imperdibili show negli stadi di Milano e Roma la scorsa estate e ad una serie di palazzetti sold out in autunno insieme all’uscita dell’album Materia (Pelle) e alla vittoria del 73° Festival di Sanremo con il brano “Due Vite”, il primo tassello dell’ultimo capitolo della trilogia discografica (già triplo platino), la cui uscita è prevista prima della partenza del live estivo. Infatti, Marco Mengoni ha dato appuntamento al suo pubblico nei principali stadi italiani, di cui sono già sold out le date di Salerno (24 giugno), Bari (28 giugno), Bologna (1 luglio) e Milano (8 luglio). Il tour inizierà con la data zero in programma a Bibione (17 giugno) e toccherà anche le città di Padova (20 giugno) e Torino (5 luglio) prima del gran finale live, di cui sono stati venduti oltre 25mila biglietti solo nelle prime 24 ore, il 15 luglio al Circo Massimo a Roma (15 luglio). Un evento unico ed eccezionale in una location deputata ai grandi happening che chiuderà la sua fortunatissima prossima stagione live estiva. Il tour è organizzato e prodotto da Live Nation. I biglietti per la data al Circo Massimo e per le date di Bibione, Padova e Torino sono disponibili su www.ticketone.it, www.ticketmaster.it, www.vivaticket.com. Radio Italia è la radio partner del tour.

Mobilità e smog: città italiane ancora lontane dagli obiettivi 2030

Mobilità e smog: città italiane ancora lontane dagli obiettivi 2030Milano, 16 mar. (askanews) – Le città italiane sono ancora lontane dagli obiettivi di mobilità, riduzione delle emissioni e sicurezza fissati al 2030. E’ quanto emerso, in sintesi, dal bilancio finale di “Clean Cities”, la campagna itinerante di Legambiente che ha messo in luce il ruolo che i capoluoghi italiani possono svolgere per guidare il paese verso una mobilità a zero emissioni. Il tour nazionale ha visitato 18 capoluoghi italiani (Avellino, Bari, Bergamo, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Perugia, Prato, Frosinone, Roma, Torino, Trieste; ai quali si aggiunge la tappa spin off di Taranto) per misurare la distanza tra le attuali politiche di mobilità e quelle necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati al 2030.
Tutte le città monitorate superano i futuri limiti di legge per la qualità dell’aria e presentato ritardi rispetto agli indici di sicurezza e all’implementazione di servizi e infrastrutture di mobilità sostenibile. Tuttavia, ci sono notevoli differenze territoriali. Per esempio, Catania, Perugia, Avellino e Roma hanno i tassi di motorizzazione più elevati, mentre solo Milano e Genova si avvicinano al limite UE di 35 auto ogni 100 abitanti. Troppe città hanno registrato un numero elevato di feriti e morti in incidenti stradali, superiori alla media nazionale e sono lontane dagli obiettivi di dimezzamento delle vittime della strada al 2030 stabilito dal Piano Nazionale Sicurezza Stradale. Inoltre, spesso presentano una scarsa offerta di trasporto pubblico e mancano di alternative adeguate come i mezzi in sharing. Tendenza ravvisabile, soprattutto ad Avellino, Palermo, Prato, Perugia, Pescara, Catania e Napoli. Per quanto riguarda l’estensione della rete stradale a velocità ridotta (30 km/h), in generale si è molto lontani dagli obiettivi indicativi che Legambiente propone al 2030, pari all’80% delle strade urbane.
“Le città italiane devono compiere un importante cambiamento per diventare più vivibili e meno inquinate, ponendo al centro della loro strategia la mobilità pubblica, condivisa, elettrica, attiva e intermodale – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Mentre il governo sembra muoversi in direzione opposta, decisamente anacronistica rispetto agli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni – tra cui il phase-out delle auto alimentate da combustibili fossili – le città hanno la responsabilità e il potere di fare la differenza. Possono diventare veri motori di cambiamento, rispondendo finalmente alle esigenze di tutti i cittadini e posizionando il nostro Paese tra i più avanzati dell’Unione Europea. In particolare, le 9 città pioniere – Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino – incluse nella Missione per la Neutralità Climatica devono definire un percorso chiaro per raggiungere l’obiettivo del net-zero entro 7 anni”.