Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tag: askanews

Cybersecurity, è boom di attacchi informatici: +138% nel 2022

Cybersecurity, è boom di attacchi informatici: +138% nel 2022Milano, 19 lug. (askanews) – Il 2022 è stato l’anno boom del cybercrime. Stando alla fotografia scattata dal Rapporto Censis-Iisfa (Associazione Italiana Digital Forensics) “Il valore della Cybersecurity in Italia. La sicurezza informatica garanzia di benessere e libertà”, nel 2022 gli attacchi informatici a infrastrutture sono più che raddoppiati rispetto all’anno precedente (+138%). Tra il 2012 e il 2021, nell’arco di quasi dieci anni, i reati informatici denunciati all’Autorità giudiziaria dalle Forze di Polizia sono raddoppiati (+155,2%) in controtendenza con l’andamento totale dei reati (-25,4%). Sono Milano e Roma a guidare la classifica delle prime 10 Province per numero di reati informatici denunciati (rispettivamente 24.077 e 21.637). È, però, Torino a primeggiare per numero di reati in rapporto alla popolazione (7,8 reati ogni mille abitanti).

Nel corso dell’ultimo anno al 76,9% degli italiani è capitato di imbattersi almeno in una minaccia informatica. Il 60,9% del totale ha ricevuto un sms o un messaggio su WhatsApp con invito a cliccare su un link sospetto, mentre il 56% è stato bersaglio di e-mail ingannevoli. Il numero crescente di attacchi informatici a enti e istituzioni ha condizionato la sfera emotiva e i comportamenti degli italiani. Per il 62,9% di loro sono stati fonte di ulteriore preoccupazione rispetto all’attuale situazione di crisi, nel 53,2% hanno ingenerato la paura che i propri dati possano essere rubati e il 24,4% si collega meno a Internet per svolgere attività online. Il 28,8% degli italiani dichiara di sapere precisamente cosa si intende per cybersicurezza, una quota cresciuta del 4,5% in confronto al 2022 (quando erano il 24,3%). Oltre 7 italiani su dieci utilizzano una password per il wi-fi di casa (75,2%); il 71,5% fa uso di password diverse in funzione dei servizi utilizzati; il 70,3% ha un antivirus installato e aggiornato sul Pc di casa e il 75% sul Pc di lavoro. I sistemi di autenticazione più complessi della password (autenticazione biometrica oppure Otp via sms) sono, invece, utilizzati dal 54%. Il backup dei propri file è una pratica che accomuna il 59,5% degli italiani. Per la salvaguardia del proprio cellulare, invece, il 77,1% consente gli aggiornamenti periodici del software di sistema, mentre il 62,6% utilizza per accedere al proprio cellulare oltre alla password altri fattori (PIN, OTP, impronta digitale o riconoscimento facciale). Nel 2022 le imprese italiane con 10 e più addetti che hanno avuto un problema di sicurezza Ict sono state il 15,7%, (circa 30 mila unità in valore assoluto), mentre il 20,6% degli italiani è stato testimone nell’ultimo anno di almeno un attacco informatico sul proprio luogo di lavoro. A giugno 2022, le imprese anti-hacker hanno raggiunto la quota di 3.147 (+5,4% rispetto al mese di settembre dell’anno precedente).

Il Rapporto Censis-Iisfa evidenzia inoltre come il 40% delle imprese abbia riscontrato nel 2022 forti difficoltà nella ricerca di lavoratori: percentuale che nel caso dell’Ict (Information and Communications Technology) sale al 52%. Accanto al software developer o al data engineer, il Cyber Security Specialistè indicato tra le figure emergenti più legate alla transizione digitale nelle previsioni di fabbisogni occupazionali e professionali a medio termine (2023-2027) per il settore dell’informatica e delle telecomunicazioni. “Il valore della Cybersecurity – commenta Gerardo Costabile, Presidente di Iisfa (Associazione Italiana Digital Forensics) e amministratore delegato di DeepCyber (Maggioli Group) – è ormai sempre più strategico per il nostro Paese. La dimensione della sicurezza informatica e della salvaguardia dei dati personali ha assunto una sua indiscutibile centralità. In un momento storico particolare, dove l’intelligenza artificiale sta facendo passi da gigante, questo studio dimostra che l’elemento umano può fare ancora la differenza. Occorre consolidare una cybersicurezza nazionale che renda i cittadini sempre più consapevoli dei rischi che corrono utilizzando gli strumenti informatici, mentre le aziende sono chiamate a migliorare la loro postura e coinvolgere tutta la popolazione nella formazione sul tema. Serve una nuova cultura digitale, che mi auguro possa presto coinvolgere attivamente anche l’intero sistema scolastico”.

Secondo Giuseppe De Rita, presidente del Censis, “ci sono segnali nella società italiana che indicano la diffusione di posture difensive, talvolta inconsapevoli, contro gli effetti malevoli del cybercrime e degli attacchi informatici, oramai una costante dell’attuale fase storica. Su questa reazione sociale dal basso occorre lavorare per accrescere la consapevolezza sul cyber risk e per creare le condizioni affinché i livelli di protezione crescano anche tra le componenti della popolazione più vulnerabile per condizione sociale, culturale o anagrafica”. “L’incremento dei dati informatici è un fattore correlato all’aumento della superficie digitale che è stato il risultato un po’ anche della pandemia – rileva Bruno Frattasi, Direttore Generale Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale -. Stiamo utilizzando sempre di più i mezzi digitali in correlazione a quella che è la trasformazione digitale del Paese, che è un bene che avvenga ed è un processo che non si deve fermare. La missione che abbiamo come Agenzia è quella di far capire a tutti che la trasformazione digitale deve avvenire in sicurezza, ovvero attraverso continui e adeguati investimenti nel campo della sicurezza informatica”.

“Difendere noi stessi, i nostri dati, le nostre infrastrutture strategiche è una priorità assoluta da gestire in sinergia con gli alleati europei, con quelli occidentali, con il tessuto produttivo del Paese e con le migliori eccellenze della ricerca”, sottolinea Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione, che assicura: “L’impegno profuso dal governo e dall’Europa su questo fronte sta dando i suoi frutti”.

All’aeroporto di Catania in progressivo aumento il numero dei voli in partenza

All’aeroporto di Catania in progressivo aumento il numero dei voli in partenzaRoma, 19 lug. (askanews) – Aumentano progressivamente i voli in partenza dall’aeroporto di Catania dopo l’incendio nel terminal A del 16 luglio scorso. Lo comunicano l’Enac e la società di gestione dell’aeroposto Sac in una nota.

“In coordinamento con la Protezione Civile – spiegano -, è in fase di realizzazione una tensostruttura che permetterà di aumentare la capienza del Terminal C e di conseguenza il numero di voli operati ogni ora, nonché di agevolare l’attesa e le operazioni di imbarco”. “A breve, dunque – prosegue la nota -, il numero dei voli in partenza sarà aumentato dagli attuali due all’ora a quattro e, successivamente, fino a sette l’ora. Nel frattempo, grazie alla collaborazione con il Prefetto Maria Carmela Librizzi e con il Governatore Renato Schifani, che ha richiamato tutti al senso di responsabilità comune per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini, è entrato a regime il sistema di trasferimento con navette dei passeggeri verso gli scali di Comiso, Palermo e Trapani: il servizio proseguirà nei prossimi giorni”.

“In particolare, in conformità alle dichiarazioni del Presidente Schifani che ha stigmatizzato la decisione della società Gesap di Palermo di limitare l’utilizzo dello scalo – conclude la nota -, l’Enac rivendica il proprio ruolo di autorità nel determinare la capacità degli aeroporti siciliani a supporto dell’operatività di Catania. Al contempo, infine, verrà adottato un Notam (Notice to Airmen – avviso ai naviganti) di chiusura del Terminal A per ulteriori 5 giorni per favorire una migliore comunicazione con i passeggeri che potranno avere precise indicazioni sulla riprotezione dei voli”.

Aeroporto Catania, aumento progressivo dei voli in partenza

Aeroporto Catania, aumento progressivo dei voli in partenzaRoma, 19 lug. (askanews) – Aumentano progressivamente i voli in partenza dall’aeroporto di Catania dopo l’incendio nel terminal A del 16 luglio scorso. Lo comunicano l’Enac e la società di gestione dell’aeroposto Sac in una nota.

“In coordinamento con la Protezione Civile – spiegano -, è in fase di realizzazione una tensostruttura che permetterà di aumentare la capienza del Terminal C e di conseguenza il numero di voli operati ogni ora, nonché di agevolare l’attesa e le operazioni di imbarco”. “A breve, dunque – prosegue la nota -, il numero dei voli in partenza sarà aumentato dagli attuali due all’ora a quattro e, successivamente, fino a sette l’ora. Nel frattempo, grazie alla collaborazione con il Prefetto Maria Carmela Librizzi e con il Governatore Renato Schifani, che ha richiamato tutti al senso di responsabilità comune per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini, è entrato a regime il sistema di trasferimento con navette dei passeggeri verso gli scali di Comiso, Palermo e Trapani: il servizio proseguirà nei prossimi giorni”.

“In particolare, in conformità alle dichiarazioni del Presidente Schifani che ha stigmatizzato la decisione della società Gesap di Palermo di limitare l’utilizzo dello scalo – conclude la nota -, l’Enac rivendica il proprio ruolo di autorità nel determinare la capacità degli aeroporti siciliani a supporto dell’operatività di Catania. Al contempo, infine, verrà adottato un Notam (Notice to Airmen – avviso ai naviganti) di chiusura del Terminal A per ulteriori 5 giorni per favorire una migliore comunicazione con i passeggeri che potranno avere precise indicazioni sulla riprotezione dei voli”.

Confermato l’ergastolo per Matteo Messina Denaro per le stragi Falcone e Borsellino del 1992

Confermato l’ergastolo per Matteo Messina Denaro per le stragi Falcone e Borsellino del 1992Caltanissetta , 19 lug. (askanews) – Caltanissetta, 19 lug. (askanews) – Conferma dell’ergastolo per Matteo Messina Denaro. La corte d’assise d’appello di Caltanissetta ha ribadito la condanna all’ergastolo per il boss di Castelvetrano, accusato di essere stato uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Il collegio, presieduto dal giudice Maria Carmela Giannazzo, ha accolto la richiesta avanzata dai procuratori generali Antonino Patti, Fabiola Furnari e Gaetano Bono.

Tar rigetta ricorsi su inceneritore Roma, Campidoglio soddisfatto

Tar rigetta ricorsi su inceneritore Roma, Campidoglio soddisfattoRoma, 19 lug. (askanews) – Il Tar del Lazio ha rigettato perchè “destituiti di fondamento” i ricorsi contro il termovalorizzatore di Roma progettato nell’amnito del Piano Rifiuti dalla Giunta Gualtieri. I ricorsi sono stati presentati dai comitati no-inc di Santa Palomba e dei Castelli Romani, dalle associazioni ambientaliste e da una decina comuni ricadenti nella Città Metropolitana di Roma, in testa i comuni di Albano, Ardea e Ariccia.

Dopo aver disposto “la riunione dei ricorsi in epigrafe”, a quanto legge Askanews da uno dei testi in mano ai ricorrenti, la sezione riconosce l’attribuzione di poteri straordinari al sindaco Gualtieri in vista del Giubileo, in virtù dei quali ha proceduto alla predisposizione del Piano rifiuti della Capitale, anche per affrontare “l’emergenza derivante dal maggiore afflusso” di persone in occasione della celebrazione cattolica. Classificando “gli impianti di incenerimento come infrastrutture e insediamenti strategici di prominente interesse nazionale”, il Tar respinge dettagliatamente le eccezioni di costituzionalità e di coerenza con le normative europee, e con esse rigetta i ricorsi.

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, a margine della presentazione del restyling del piazzale antistante la stazione Tiburtina, saluta “con grande favore” la “decisione importante” del Tar. “Eravamo fiduciosi della forza degli argomenti, della solidità della procedura amministrativa che è partita e che quindi andrà avanti”, aggiunge il sindaco. “Grande soddisfazione” da parte di tutta la Giunta che, con le parole dell’assessora dell’Ambiente con delega ai rifiuti Sabrina Alfonsi, commenta la sentenza definendola “la migliore conferma possibile della validità e legittimità delle scelte operate dal sindaco Roberto Gualtieri, in qualità di commissario straordinario, per la gestione dei Rifiuti di Roma in vista del Giubileo 2025”. La sentenza. secondo Alfonsi “riconosce la piena compatibilità del Piano dei Rifiuti di Roma Capitale con il sistema normativo delineato dagli strumenti di programmazione regionali e nazionali e con la normativa europea di settore, come noi abbiamo sempre sostenuto, nonché sancisce in modo netto l’infondatezza delle censure di legittimità poste dai ricorrenti”.

Il documento dei giudici amministrativi di primo grado, continua Alfonsi, “aiuta anche a fare chiarezza su tanti argomenti che in questi mesi sono stati utilizzati in modo fazioso da coloro si sono opposti alla realizzazione degli impianti per la gestione industriale dei rifiuti della Capitale. Si tratta di un passaggio importante, che ci spinge a lavorare con ancora più convinzione per realizzare il programma delineato dal Piano Rifiuti e portare finalmente Roma fuori dalla cronica emergenza, allineandola agli standard europei”. Dall’opposizione, i consiglieri capitolini di Italia Viva Valerio Casini e Francesca Leoncini definiscono la sentenza “un’ottima notizia. Dopo l’evento che abbiamo organizzato ieri pomeriggio in Campidoglio proprio su questo tema – ricordano i consiglieri -, auspichiamo che la procedura amministrativa per realizzare quest’opera fondamentale per il futuro della città proceda spedita senza ulteriori inciampi, in modo che la tabella di marcia verso l’apertura del cantiere sia rispettata”, e annunciano sull’impianto il loro “pieno appoggio”.

“Forte perplesstà”, invece, viene espressa da parte della Lista Raggi e del M5S capitolini, da sempre al fianco dei comitati no-inc: “Come gruppi consiliari capitolini – annumciano – rimarremo a fianco dei comitati che hanno presentato i ricorsi: la lotta contro l’ecomostro di Santa Palomba non si ferma certo qui, perché siamo perfettamente consapevoli che oggi esistono delle alternative non inquinanti e altamente funzionali allo scopo cardine, che deve essere quello di seguire non più la logica del bruciare il rifiuto ma del riciclo”. “L’incenerimento indiscriminato di tonnellate e tonnellate di rifiuti – sottolineano – va infatti contro qualsiasi principio di economia circolare e transizione ecologica: continueremo a batterci per una rivoluzione dei processi di produzione, consumo e smaltimento che vada incontro alle esigenze di tutti i cittadini e dell’ambiente che ci circonda”.

Mattarella ha autorizzato la presentazione alle Camere della riforma della giustizia

Mattarella ha autorizzato la presentazione alle Camere della riforma della giustiziaRoma, 19 lug. (askanews) – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha autorizzato la presentazione alle Camere del disegno di legge recante ‘Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare’. E’ quanto si apprende da fonti del Quirinale.

Tra le principali misure contenute nella riforma proposta dal ministro Carlo Nordio e approvata dal Consiglio dei ministri il 15 giugno scorso, ci sono l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, modifiche al reato di traffico di influenze illecite, la stretta sulla pubblicazione del contenuto delle intercettazioni, la nuova disciplina dei casi di appello del pubblico ministero.

Il delitto di Via Poma diventerà una serie tv prodotta da Cattleya

Il delitto di Via Poma diventerà una serie tv prodotta da CattleyaRoma, 19 lug. (askanews) – Una storia oscura. Oltre trent’anni di indagini, processi e piste alternative. Il delitto di via Poma diventerà ora una serie tv prodotta da Cattleya (parte di Itv Studios) che dopo “Circeo”, recentemente premiata ai Nastri d’argento, torna a cimentarsi con un fatto di cronaca che ha segnato profondamente il nostro Paese.

La casa di produzione, con la piena collaborazione degli eredi della vittima e dei loro legali, ricostruirà la vicenda a partire dalle molte verità che sono emerse attorno al delitto, sommandole e abbracciando un arco narrativo che sappia restituire giustizia a Simonetta Cesaroni, raccontandola ben oltre il ruolo di vittima inerme. Anche grazie al supporto della famiglia Cesaroni e dei suoi legali Cattleya avrà il privilegio di accedere agli atti processuali, alle fonti giuridiche e alla cospicua documentazione custodita nei vari archivi di ieri e di oggi, per portare alla luce elementi inediti e trascurati di questa storia.L’omicidio di Simonetta Cesaroni racconta un pezzo importante di storia della società italiana: non è solo la brutalità di un delitto ancora senza un colpevole, ma l’accumularsi di ipotesi e possibili depistaggi, l’ambiguo intreccio tra potere e cronaca nera e la frenetica attenzione mediatica di cui è stato oggetto durante tutti questi anni.

Riccardo Tozzi (nella foto, ndr), fondatore di Cattleya, a tale proposito dichiara: “Questo è un progetto a cui teniamo moltissimo. Ci suggestiona l’immagine di questo palazzo abitato da uomini, amici di uomini potenti di poliziotti e magistrati. Con un’unica donna: una ragazzina uccisa. C’è molto da raccontare su quegli anni, ma anche sull’oggi”.La serie sarà scritta da Flaminia Gressi (Bella da morire, Vite in fuga e Circeo, di cui ha anche firmato il soggetto vincitore del premio Solinas) e Bernardo Pellegrini (Il re, Unwanted, Everybody loves diamonds), che aggiungono: “Via Poma non è solo un caso di cronaca nera, ma racconta la storia di due ragazze. Due sorelle. Simonetta, coi sogni, gli amori, i piccoli dispiaceri e i desideri dei vent’anni. Sua sorella Paola con la sua forza nel tenere insieme la famiglia contro il dolore e con la sua sete di giustizia che per trent’anni la porterà a battersi contro un muro di silenzio per arrivare alla verità. L’Italia di Via Poma è l’Italia di oggi. Fragile e precaria. L’immagine di un paese bugiardo e spaventato che, in quell’ufficio al terzo piano di Via Poma, fa i conti con sé stesso”.

“Via Poma”, attualmente in fase di scrittura, è un progetto molto ambizioso su cui diversi committenti hanno già espresso un forte interesse, conclude Cattleya. 

Coldiretti: cibo sintetico, ok Senato a Ddl difende cibo qualità

Coldiretti: cibo sintetico, ok Senato a Ddl difende cibo qualitàRoma, 19 lug. (askanews) – Soddisfazione di Coldiretti per il via libera dell’aula del Senato al ddl sui cibi sintetici. Il provvedimento, passato a Palazzo Madama con 93 voti favorevoli, 28 contrari e 33 astenuti, vieta la produzione, l’immissione sul mercato e l’importazione in Italia di alimenti e mangimi artificiali ma non la ricerca.

“Una risposta – si legge in una nota dell’associazione – alla mobilitazione della Coldiretti che ha portato alla raccolta di oltre 2 milioni di firme a sostegno del provvedimento, con oltre 2mila comuni che hanno deliberato a favore spesso all’unanimità, tutte le Regioni di ogni colore politico ed esponenti di tutti gli schieramenti oltre a ministri e sottosegretari, parlamentari nazionali ed europei e sindaci”. Dell’alleanza a sostegno di questo Ddl fanno parte Acli, AcliTerra, Adusbef, Anpit, Asi, AssoBio, Centro Consumatori Italia, Cia, Cna, Città del Vino, Città dell’Olio, Codacons, Codici, Consulta Distretto del Cibo, Ctg, Coldiretti, Demeter, Ecofuturo, Ewa, Federbio, Federparchi, Fipe, Fondazione Qualivita, Fondazione Una, Fondazione UniVerde, Globe, Greenaccord, Gre, Italia Nostra, Kyoto Club, Lega Consumatori, Masci, Movimento Consumatori, Naturasi, Salesiani per il sociale, Slow food Italia, Unpli, Wilderness.

“L’Italia che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare ha la responsabilità di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute e dell’ambiente”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Proprio per questo – conclude Prandini – la sfida che la Coldiretti lancia alle istituzioni europee è che i prodotti in laboratorio nei processi di autorizzazione non vengano equiparati a cibo ma bensì a prodotti a carattere farmaceutico”.

Nordio: non è prevista alcuna modifica alla disciplina del concorso esterno in associazione mafiosa

Nordio: non è prevista alcuna modifica alla disciplina del concorso esterno in associazione mafiosaMilano, 19 lug. (askanews) – Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ribadisce al question time alla Camera che “non vi è traccia di modifiche” alla disciplina del concorso esterno in associazione mafiosa “nel programma di riforme a suo tempo enunciato” in Parlamento “né avrebbe potuto esservi, perché non ha fatto né fa parte del programma governativo. E questo, finalmente dovrebbe bastare” a chiudere le polemiche. Nordio ha voluto porre “un ringraziamento sincero, perché – ha detto – mi date l’opportunità di chiarire, nella sede più adeguata e più solenne, i termini del problema”. E ha espresso “sconcerto” e “sdegno quando qualcuno mi ha definito favoreggiatore della delinquenza mafiosa”. “Non vi è – ha concluso – alcun affievolimento nel contrasto alla criminalità organizzata, né potrebbe essere altrimenti, principalmente da parte di un ministro che vi ha dedicato, la parte più importante della propria funzione di magistrato”.

Sul concorso esterno in associazione mafiosa esiste una “incertezza applicativa, tanto che la Cassazione a suo tempo ha cambiato indirizzo. Le voci per introdurre una norma tipica sono quasi universali nel mondo universitario e forense. Vorrei anche dire che la mia interpretazione è anche più severa di quella dei miei critici: perché anche chi non è organico alla mafia, se comunque ne agevola il compito, è mafioso a tutti gli effetti” ha detto Nordio Per il concorso esterno, ha aggiunto Nordio, “esiste una giurisprudenza abbastanza consolidata, ma come ben sapete nel nostro ordinamento non esiste il principio dello stare decisis’, e la stessa Cassazione, ha, come ho detto, talvolta cambiato indirizzo. L’ultima prova di quanto sto dicendo è recentissima: la Corte ha ridefinito il concetto di criminalità organizzata in senso assai restrittivo, con il rischio di compromettere molti processi in corso per reati gravissimi. Ed è per questo che nell’ultimo Consiglio dei ministri, di concerto con la Presidenza abbiamo annunciato un decreto legge proprio per definire, con i doverosi criteri di tassatività e specificità, i reati di criminalità organizzata”.

“Le mie considerazioni sulla necessità di una normativa ad hoc sul concorso esterno – ha concluso in Guardasigilli – miravano di conseguenza ad eliminare incertezze future, costruendo uno strumento anche più efficace di quello attuale nella repressione delle associazioni criminose e di chi, in un modo nell’altro, vi fa parte”.

Microsoft-Activision,Scadenza fusione prorogata fino a 18 ottobre

Microsoft-Activision,Scadenza fusione prorogata fino a 18 ottobreNew York, 19 lug. (askanews) – Mercoledì Microsoft e Activision Blizzard hanno concordato di prorogare la scadenza del loro accordo di fusione fino al 18 ottobre. A dichiararlo in una nota stampa sugli utili è stata la stessa Activision.

Microsoft e Activision Blizzard hanno in programma di continuare a lavorare per completare il loro accordo da 75 miliardi di dollari risolvendo i problemi normativi persistenti, hanno detto martedì persone che hanno familiarità con entrambe le società. L’accordo era scaduto a mezzanotte del 18 luglio: la proroga spiega che nessuna delle due società intende interrompere la fusione. Se ciò avvenisse, Microsoft dovrebbe versare 3 miliardi di dollari di commissione. Le due società sono impegnate a risolvere alcuni problemi normativi soprattutto con l’autorità britannica per la concorrenza e i mercati che vede nella fusione un possibile danno al mercato del cloud gaming, o nello streaming di videogiochi su Internet.

L’accordo ha ottenuto l’approvazione normativa in Europa, Cina e altri mercati, ma ha incontrato ostacoli anche negli Usa, dove un giudice ha bloccato la richiesta di bloccare la fusione, arrivata da parte della Federal Trade Commission.