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Prandini: aumentare fondi contratti filiera contro caro carrello

Prandini: aumentare fondi contratti filiera contro caro carrelloRoma, 18 lug. (askanews) – Contro il caro carrello e per salvare la spesa degli italiani, costretti a tagliare del 5% in quantità il cibo acquistato nel 2023 per effetto dell’aumento dei prezzi, “è necessario aumentare i fondi destinati ai contratti di filiera nell’ambito del Pnrr”. E’ quanto chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, intervenendo all’assemblea nazionale a Roma a Palazzo Rospigliosi. “Occorre lavorare nel Pnrr per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali – ha detto Prandini – con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.

I prezzi di cibi e bevande sono aumentati dell’11% a giugno e gli italiani sono stati costretti a spendere quasi 4 miliardi in più per mangiare a causa dei rincari, secondo l’analisi della Coldiretti. “Volano gli acquisti di cibo low cost – nota l’associazione – con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del 9% nei primi cinque mesi nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio. Il risultato dei discount – precisa la Coldiretti – evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane”. La situazione di difficoltà si estende, continua la Coldiretti, alle imprese agricole colpite dal maltempo e dal caldo che hanno decimato i raccolti e dai bassi prezzi che in molti casi non coprono neanche i costi di produzione.

“L’agroalimentare Made in Italy ha centrato l’obiettivo e dimostra concretamente la propria capacità di saper cogliere l’opportunità del Pnrr con richieste di investimenti per oltre 11 miliardi nella graduatoria del V bando dei contratti di filiera. Al settore agroalimentare – sottolinea Prandini – sono arrivate richieste 10 volte superiori al budget stanziato in riferimento alla graduatoria del V bando dei contratti di filiera gestiti dal Masaf con risorse del Piano nazionale complementare (PNC) al Pnrr”.

Import cereali: in primi 4 mesi +1,7% quantità e +12,9% valore

Import cereali: in primi 4 mesi +1,7% quantità e +12,9% valoreRoma, 18 lug. (askanews) – Crescono le importazioni in Italia nel settore dei cereali, semi oleosi e farine proteiche: nei primi quattro mesi del 2023 sono aumentate nelle quantità di 120.311 tonnellate (+1,7%) e nei valori di 380,1 milioni di euro (+12,9%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A fornire i dati è Anacer, l’associazione nazionale cerealisti italiani.

Risultano in aumento le importazioni complessive dei cereali in granella di 290.000 tonnellate (+6,3%), dovuto soprattutto all’incremento del grano duro (+396.000 tonnellate) ed in misura minore del mais (+15.000 tonnellate): si riducono i quantitativi importati di grano tenero (-68.000 tonnellate), di orzo (-32.000 tonnellate), avena (-3.900 tonnellate) ed altri cereali minori (-16.000 tonnellate). Il riso, considerato tra risone, riso semigreggio e lavorato, registra un calo di 16.000 tonnellate (-13%). Tra gli altri prodotti, in calo gli arrivi dei mangimi a base cereali (-7%), dei prodotti trasformati (-20%), delle farine proteiche vegetali (-2,7%) e dei semi e frutti oleosi (-2,6%).

Per quanto riguarda le esportazioni dall’Italia, nel primo quadrimestre 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente si riducono nelle quantità di 310.000 tonnellate (-17,4%) e incrementano nei valori di 109 milioni di euro (+5,8%). Ridotte soprattutto le quantità esportate dei cereali in granella (-181.000 tonnellate), grano duro in particolare (-210.000 tonnellate). In calo anche l’export dei prodotti trasformati (-23,4%), della pasta alimentare (-6%), del riso (-11% considerato nel suo complesso) e della farina di grano tenero (-4%). Registrano un aumento invece le vendite all’estero sia di semola di grano duro (+12%), sia di mangimi a base di cereali (+7%).

I movimenti valutari relativi all’import/export del settore cerealicolo hanno comportato nei primi quattro mesi del 2023 un esborso di valuta pari a 3.323,8 milioni di euro (2.943,6 nel 2022) ed introiti per 1.991,0 milioni di euro (1.882,1 nel 2022).

Clima, Cingolani:per decarbonizzare più rinnovabili e ritorno nucleare

Clima, Cingolani:per decarbonizzare più rinnovabili e ritorno nucleareRoma, 18 lug. (askanews) – “L’Italia è stata in grado di sostituire la maggior parte del gas fornito dai russi in meno di 6 mesi senza fermare la decarbonizzazione del 55% prevista dall’accordo di Parigi entro il 2030. Ma non è stato così nei grandi paesi e ovviamente noi stanno anche lottando per mantenere il ritmo della decarbonizzazione del 55%. La mia opinione è che l’unica strada che dobbiamo perseguire ora per ridurre la carbonizzazione sia l’energia nucleare, che è stata abbandonata in molti paesi, e questo è stato un errore, e ovviamente promuovere l’energia rinnovabile ovunque sia possibile”. Lo ha detto Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo ed ex ministro della Transizione ecologica in un’intervista alla Bbc.

“Prevediamo – ha detto Cingolani – che la prossima settimana sarà estremamente calda. Le previsioni parlano di un aumento oltre 4 gradi centigradi a Roma e al sud. in generale siamo di qualche grado centigrado sopra la media standard: sta diventando normale negli ultimi anni”. Quanto è preoccupante? “Di sicuro – risponde Cingolani – c’è qualcosa legato al cambiamento climatico, quindi penso che dovremmo essere tutti preoccupati. Non è solo un problema italiano: è in Grecia, in Portogallo, negli Stati Uniti, anche nel Nord Europa le alte temperature stanno diventando una specie di consuetudine negli ultimi anni”.

Cosa non stavano facendo i politici? “Il concetto di cambiamento climatico nel riscaldamento globale – afferma ancora l’ex ministro – è stato sottovalutato per anni. Ora siamo in ritardo. Penso che la maggior parte dei governi stia lavorando duramente per mitigare l’impatto del cambiamento climatico, ma questa è davvero una specie di corsa dell’ultimo minuto. Ricordo che nel 2021 eravamo molto ambiziosi. Potemmo concordare, tutti i 20 Paesi, per la riduzione di 1,5 punti di riduzione gradi centigradi nella seconda metà del secolo. Ma poi c’è stata la guerra in Ucraina e apparentemente dopo la guerra questa non era più una priorità. E la guerra ha cambiato molto il panorama energetico dell’Europa e questo non ha aiutato affatto”.

Tre nuovi soci in Origin Italia: anche Pistacchio verde Bronte Dop

Tre nuovi soci in Origin Italia: anche Pistacchio verde Bronte DopRoma, 18 lug. (askanews) – Consorzio di tutela Agnello del Centro Italia Igp, Pistacchio Verde di Bronte Dop e Olio di Roma Igp entrano in Origin Italia, che ad oggi rappresenta quindi 74 Consorzi di tutela, due associazioni di settore e oltre il 95% delle Indicazioni geografiche italiane.

“Nel mondo delle organizzazioni delle DOP IGP cresce la sensibilità di stare uniti e avere una rappresentanza coesa e più forte, questo perché è uno schema vincente, ma anche un modello che a livello internazionale rappresenta un elemento importante nel percorso di rafforzamento del Made in Italy e delle filiere DOP IGP”, commenta Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia, ricordando che in questo modo “nella fase finale della discussione della Riforma IG in sede europea la nostra associazione diventa più rappresentativa e forte, pronta a dare ancora un sostanziale contributo al futuro delle IG italiane”. Con il Consorzio di tutela Agnello del Centro Italia IGP sono ora 6 i Consorzi appartenenti alla categoria delle carni fresche presenti nella compagine associativa. Il prodotto in questione interessa 369 operatori di tutto il territorio delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana e Umbria e di parte dell’Emilia Romagna. L’Agnello del Centro Italia IGP è la carne fresca ottenuta da capi di età inferiore ai 12 mesi disponibile in tre tipologie differenti per peso, tenore di grasso e conformazione: Agnello Leggero, Agnello Pesante e Castrato.

Tra i nuovi ingressi in Origin Italia anche il Consorzio di tutela del Pistacchio Verde di Bronte DOP, che rappresenta uno dei prodotti simbolo dell’Italia nel mondo, che caratterizza il frutto allo stato secco in guscio, sgusciato o pelato di piante della specie Pistacia vera L., cultivar Napoletana (chiamata anche Bianca o Nostrale) che nasce nei territori di Bronte, Adrano e Biancavilla in provincia di Catania. La DOP siciliana è un importante realtà per il territorio alle pendici dell’Etna, coinvolgendo 506 operatori e la caratteristica distintiva del prodotto è che non viene sottoposto né a tostatura né a salatura. Per quanto riguarda il Consorzio di tutela Olio di Roma IGP, il prodotto ottenuto, da disciplinare, in un’ampia zona di produzione che interessa l’intera provincia di Viterbo e numerosi comuni delle province di Rieti, Roma, Frosinone e Latina. Si ottiene dalle varietà Itrana, Carboncella, Moraiolo, Caninese, Salviana, Rosciola, Marina, Sirole, Maurino Pendolino, Frantoio e Leccino per un minimo dell’80%.

Record di turisti stranieri in Italia a luglio

Record di turisti stranieri in Italia a luglioRoma, 18 lug. (askanews) – Un luglio straccia record. Per il turismo in Italia si annuncia un risultato storico ben superiore a quello del 2019, ultimo anno precedente la pandemia. Una performance attribuibile anche al caro vacanze previsto per agosto, che spinge gli italiani a preferire luglio al mese festivo per eccellenza, e all’euro debole che favorisce i vacanzieri extra-europei. A registrarlo una indagine di Cna Turismo e Commercio.

L’indagine prevede per luglio 19 milioni di arrivi (+9% circa rispetto al 2019) e 81 milioni di pernottamenti. I turisti stranieri sono destinati a superare gli italiani. L’indagine di Cna Turismo e Commercio calcola in oltre 10 milioni gli arrivi dei vacanzieri dall’estero e in quasi 41 milioni i pernottamenti. A guidare il nutrito drappello i turisti provenienti dagli Usa, che potrebbero infrangere il muro del milione, seguiti da francesi e britannici. Consistenti anche le rappresentanze dell’America Latina e dell’Asia oltre che di Spagna e Germania. Le strutture alberghiere e i villaggi turistici saranno i preferiti. Circa 13 milioni i vacanzieri che opteranno per la ricettività tradizionale contro 6 milioni nelle strutture extra-alberghiere, dai B&B agli agriturismi, dalle seconde case ai campeggi. Il giro d’affari è stimato poco al di sotto dei 10 miliardi mettendo assieme sistemazioni e pasti; attività esperienziali, culturali, sportive, ricreative; acquisti. Benché previsto in termini quantitativi inferiore a quello che si registrerà in agosto, infatti, l’incremento dei prezzi si annuncia elevato, determinato anche dalla forte crescita della domanda turistica e particolarmente della domanda turistica proveniente dall’estero, in special modo dai Paesi che non adottano l’euro e quindi approfittano della loro moneta, in genere forte, per non badare a spese, come si dice. Ad attrarre perlopiù i turisti stranieri e italiani le spiagge e le città d’arte. Storia a parte fa la Romagna. L’alluvione non ha danneggiato né le strutture balneari né quelle ricettive della costa ma, anche per gravi difetti di comunicazione, i vacanzieri non stanno tornando ai livelli tradizionali di questo “must” del turismo nazionale.

Cervim: per viticoltura eroica servono innovazione e tecnologia

Cervim: per viticoltura eroica servono innovazione e tecnologiaRoma, 18 lug. (askanews) – “Innovazione e tecnologie fondamentali per il futuro della viticoltura eroica, per contenere i costi di produzione, mediamente maggiori nelle aree estreme, e per dare una mano al lavoro dei viticoltori. Innovazione sempre più importante anche in ottica cambiamenti climatici in atto”. Lo ha detto Stefano Celi, presidente Cervim – Viticoltura eroica, al termine della seconda edizione di Enovitis Extreme, la manifestazione di Unione italiana vini dedicata ai vigneti di montagna, ovvero quelli sopra i 500 metri, in pendenza (dal 30%) e piccole isole.

Quest’anno Enovitis Extreme si è svolta nei vigneti alpini della Cantina Valle Isarco (Bolzano): focus specifico sull’utilizzo di macchine operatrici e attrezzature destinate all’impiego in condizioni orografiche impervie, con forti pendenze e ristretti spazi di manovra. “Il rapporto di ore di lavoro fra un vigneto convenzionale in pianura ed un vigneto di alta montagna è di 1 a 6 – spiega Celi – solo per far capire quanto possono salire i costi di produzione della viticoltura eroica. Fare sistema fra i protagonisti della filiera significa tenere alta l’attenzione sulla viticoltura eroica e mettere in rete il mondo della ricerca, dell’innovazione e delle aziende di meccanica applicata”.

La Russia attacca il porto di Odessa (fondamentale per l’accordo sul grano)

La Russia attacca il porto di Odessa (fondamentale per l’accordo sul grano)Roma, 18 lug. (askanews) – Le forze russe hanno lanciato attacchi aerei sulla città portuale meridionale dell’Ucraina di Odessa. L’attacco arriva 24 ore dopo che il ponte chiave della Crimea che collega la penisola annessa alla Russia è stato colpito da due attacchi. Nel frattempo, Mosca si è ritirata dall’accordo che consente all’Ucraina di esportare in sicurezza grano nel mercato globale. La decisione è stata ampiamente criticata poiché i funzionari ucraini hanno esortato i leader mondiali a continuare l’accordo senza la Russia. Il ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver distrutto oggi a Odessa, nel Sud dell’Ucraina, i siti utilizzati da Kiev per preparare l’attacco del giorno prima contro l’importante ponte di Crimea. “Durante la notte, le forze armate russe hanno lanciato un attacco di rappresaglia su strutture in cui si sono preparati degli atti terroristici contro la Russia utilizzando droni navali”, ha affermato il ministero in una nota, aggiungendo che è stato colpito “anche il luogo della loro fabbricazione in un cantiere navale vicino alla città di Odessa”.

Prandini: obiettivo è export agroalimentare a 100 mld nel 2030

Prandini: obiettivo è export agroalimentare a 100 mld nel 2030Roma, 18 lug. (askanews) – “L’obiettivo è far crescere l’export agroalimentare dai 61 miliardi attuali ai 100 miliardi nel 2030”. Lo ha detto il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, aprendo l’assemblea nazionale dell’associazione. “Per sostenere il trend di crescita del vero Made in Italy serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia – ha detto Prandini – e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo”.

Non solo. “E’ importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati valorizzando il ruolo strategico dell’Ice e con il sostegno delle ambasciate”. In occasione dell’assemblea a Palazzo Rospigliosi è stato aperto il primo “salone della falsa cucina italiana” con le versioni false dei piatti della tradizione nazionale. “La mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy – ha detto Prandini – offre terreno fertile alla proliferazione di falsi prodotti alimentari italiani all’estero, dove le esportazioni potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine”. Il presidente di Coldiretti ha ricordato che “l’agropirateria internazionale nei confronti dell’Italia ha raggiunto i 120 miliardi”.

Lega: al via oggi audizioni in Comagri per Pdl su grandi carnivori

Lega: al via oggi audizioni in Comagri per Pdl su grandi carnivoriRoma, 18 lug. (askanews) – Al via oggi in commissione Agricoltura le audizioni della proposta di legge della Lega sui grandi carnivori: da un lato il lupo nell’arco alpino e appenninico che minaccia seriamente la pastorizia. Dall’altro l’orso che non rappresenta solo un pericolo per gli esseri umani ma ha messo in crisi l’intero territorio.

A spiegare il senso della Proposta di legge sono i parlamentari della Lega Vanessa Cattoi, prima firmataria, assieme ai colleghi in commissione Agricoltura Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera, Mirco Carloni e Davide Bergamini, rispettivamente presidente e capogruppo della commissione, Francesco Bruzzone, relatore, e Attilio Pierro. “La nostra proposta è quella di delegare i presidenti di regione e delle province autonome sulla gestione dei grandi carnivori, superando la norma che prevede il parere vincolante di Ispra. Anche per questo – aggiungono – vorremmo intervenisse nel dibattito sull’iter parlamentare anche l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Ogni territorio ha le sue specificità e problematiche: nessuno le conosce di più e può aiutare a risolverle meglio dei governatori stessi”.

Rifiuti speciali in aumento dopo la pandemia: +12,2% in Italia

Rifiuti speciali in aumento dopo la pandemia: +12,2% in ItaliaMilano, 18 lug. (askanews) – Dopo il fermo delle attività economiche dovuto alla crisi pandemica, nel 2021 si registra una crescita significativa nella produzione dei rifiuti speciali, che raggiunge 165 milioni di tonnellate. L’aumento del 12,2 per cento corrisponde a circa 18 milioni di tonnellate. La ripresa nei settori industriale, artigianale e dei servizi segna un aumento dei rifiuti generati dalle attiviRtà produttive. Secondo quanto emerge dalla ventiduesima edizione del “Rapporto Rifiuti Speciali” messo a punto dall’Ispra, quasi la metà (47,7 per cento) proviene dalle attività di costruzione e demolizione (78,7 milioni di tonnellate), settore che si conferma come il principale nella produzione totale di rifiuti speciali. Per questa tipologia di rifiuti risulta significativa la percentuale di riciclo (80,1 per ento) superando ampiamente l’obiettivo del 70 per cento fissato dalla normativa al 2020. Il recupero riguarda prevalentemente la produzione di rilevati e sottofondi stradali.

In generale la gestione dei rifiuti speciali è attuata da oltre 10 mila impianti presenti in Italia (5.928 sono situati al Nord, 1.899 al Centro e 2.936 al Sud). Si recupera materia dal 72,1% degli speciali e solo il 5,7% del totale gestito prevede lo smaltimento in discarica (10,2 milioni di tonnellate). Le regioni che producono più rifiuti speciali sono Lombardia (37,4 milioni di tonnellate), Veneto (18 milioni) ed Emilia Romagna (14,6 milioni). Al Centro la maggiore produzione è nel Lazio (10,2) e al Sud in Puglia (11,4). Il rapporto fornisce anche i dati sui flussi di rifiuti che, per quantità o complessità, presentano le maggiori criticità gestionali: rifiuti contenenti amianto (-12,2% rispetto al 2020), veicoli fuori uso (ancora lontani dall’obiettivo del recupero totale), pneumatici fuori uso (da rafforzare la raccolta), fanghi di depurazione delle acque reflue urbane (implementare tecnologie di recupero anche di tipo energetico), rifiuti sanitari (normativa privilegia ancora molto lo smaltimento).