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Sanremo, Ultimo: Favorito? Metterei la firma per altri 4 anni così

Sanremo, Ultimo: Favorito? Metterei la firma per altri 4 anni cosìMilano, 7 feb. (askanews) – Ultimo, in gara alla 73ª edizione del Festival di Sanremo con il brano “Alba” e viene dato tra i favoriti. Il cantautore romano nel 2019 aveva perso le staffe nella sala stampa che gli aveva preferito Mahmood arrivato primo. “Onestamente metterei la firma per rivivere quattro anni come quelli ultimi che ho vissuto quindi, la vivo con serenità nonostante tutte le difficoltà perchè comunque sono una persona sensibile e timida, se arrivo secondo vuol dire che probabilmente rivivrò altri quattro anni come questi, con un pubblico così bello”.
“Tornare dove tutto è iniziato è una grande responsabilità, a differenza di quando faccio un concerto dove il pubblico ha scelto di venire a vedermi e non hai paura di sbagliare, qui invece sei su un palco dove ogni cosa è sotto i riflettori, e sento quel tipo di pressione. Voglio far capire quanto questo palco mi ha dato, ho grande rispetto per questo palco, perchè questo palco mi ha dato tanto e Alba mi sembra la canzone giusta per tornare e avere un ricordo di Sanremo diverso. Non mi piaceva il modo in cui mi ero lasciato con Sanremo e sono vuluto tornare per chiudere un cerchio con Sanremo diverso, questa è la mia voglia e le voglie sono quelle che ti fanno fare le cose. Ho voluto tornare con Alba che mi sembra possa dimostrare la mia crescita e il mio cambiamento artistico” ha detto Ultimo.
“Onestamente la sto vivendo con un senso di leggerezza ma con grande rispetto, ho voglia di presentare qui Alba e lanciare il messaggio che voglio lanciare: guardarsi dentro e provare a superarsi in ogni circostanza della vita” ha aggiunto.
“Ho pensato molto se tornare o no a Sanremo. Torno perchè ho 27 anni, il fatto che faccia gli stadi non significa che non voglia mettermi in gioco, ho il fuoco dentro, sono qui perchè credo nella canzone e nel mio disco. Ciò per cui lavoro è avere un percorso live e un rapporto di sangue col pubblico. Io sento una forte pressione rispetto al futuro, è difficile avere una risposta, bisogna sentirsi completi facendo quello che ami fare”.
Ultimo si esibirà per la prima volta con Eros Ramazzotti nella serata dedicata alle cover di venerdì 10 febbraio. I due artisti, già legati da un rapporto di amicizia e stima, non hanno mai cantato insieme prima e lo faranno in occasione della serata dei duetti con un medley di canzoni di Eros: un omaggio di Ultimo alla carriera dell’amico, da oltre 35 anni al centro della scena musicale internazionale e partita proprio da Sanremo. “Abbiamo un rapporto semplice, vero e diretto. Per il medley ho scelto tre brani che sono le mie canzoni preferite tra cui Un’emozione per sempre, che mi riempie di gioia e mi fa respirare. L’ho chiamato e gli ho detto: ti va di fare questa cosa e lui ha detto di sì, tutto molto semplice. Collego le canzoni di Eros alla mia infanzia”. Ultimo sarà sul palco dell’Ariston senza il pianoforte. “Ho scritto Alba al pianoforte ma mi sembrava giusto partire dalla faccia esibirmi in piedi con l’asta per dare spazio alle parole e per dare maggior importanza all’intepretazione” ha spiegato.
Del suo brano poi dice: “Alba è una canzone diversa, più eterea e astratta, mi piaceva mettere il cuore nella canzone e nella seconda strofa c’è questo battito che è fondamentale. Ha due ritornelli ma uno diverso dall’altro. Ci sono delle canzoni che sono destinate a crescere quando sono fatte dall’orchestra, e qui ho la possibilità di far crescere il mio brano che si sposa bene con gli archi”.

Turi: ridurre digital divide delle imprese per rilancio economia

Turi: ridurre digital divide delle imprese per rilancio economiaNapoli, 7 feb. (askanews) – “La sfida dell’innovazione deve coinvolgere tutte le realtà imprenditoriali, dalle più grandi alle Pmi fino a quelle a conduzione familiare, per consentire al maggior numero possibile di aziende di poter continuare ad essere competitive sui mercati di riferimento e di ampliare i volumi di produzione. Diversi studi mettono, al contrario, in evidenza quanto il processo di innovazione sia appannaggio quasi esclusivo delle realtà aziendali più grandi e consolidate. Ai professionisti spetta il compito di colmare questo gap che rischia di rallentare la ripresa del tessuto economico riducendo al minimo il ‘digital divide’ che non riguarda solo il tessuto sociale ma anche quello imprenditoriale”. Lo ha affermato Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, nel corso della presentazione del forum “Technology Trends e nuovi modelli di trasferimento dell’Innovazione nell’Ecosistema delle PMI”, promosso dall’Odcec Napoli, che si terrà giovedì 16 febbraio 2023 alle ore 15 presso la sede dell’Ordine partenopeo.
“Bisogna fare sistema con un obiettivo in comune: migliorare le potenzialità dell’economia digitale – ha sottolineato a sua volta Giorgio Ventre, direttore scientifico Apple Developer Academy che ha partecipato alla presentazione – attirare capitali ed investimenti, e porre le condizioni per uno sviluppo duraturo e prolungato. Sfida difficile senza dubbio alcuno, ma al contempo stimolante. Fare dell’innovazione tecnologica la chiave dello sviluppo futuro del tessuto imprenditoriale è la mission del futuro. Una risorsa intangibile ma più forte di qualsiasi altro fattore produttivo, un’energia invisibile che potrà finalmente spingere la nostra regione a riprendersi il ruolo di capitale del mediterraneo che le spetta per storia, tradizione e prestigio”.
Per i consiglieri dell’ODCEC di Napoli con delega alle Attività Produttive, Ricerca e Innovazione Gianluca Battaglia e Maria Cristina Gagliardi: “l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti contabili di Napoli è in prima fila per intercettare tutte le reali potenzialità di sviluppo del territorio e l’evento del 16 febbraio ne è una chiara dimostrazione. Lo sviluppo passa attraverso la professionalità e la competenza dei dottori commercialisti che sono gli unici interlocutori affidabili per coniugare le esigenze delle imprese a quelle delle istituzioni”.
Il presidente della Commissione Attività Produttive, Ricerca e Innovazione Fabrizio Monticelli, ha sottolineato come “una grande città come Napoli che ha nell’innovazione la sua vocazione naturale non possa che profondere tutti i propri sforzi per trarre dalla innovazione la spinta verso un rilancio più generale dell’economia cittadina”.
Per Edoardo Imperiale, amministratore delegato Campania DIH “Il lavoro comune con ‘L’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli’ ha l’obiettivo di promuovere la digitalizzazione, l’innovazione e lo sviluppo di nuove competenze per il trasferimento dell’innovazione nell’ecosistema delle PMI. L’Istat racconta che il Sud, rispetto al resto del Paese, è indietro ma il tessuto produttivo è dinamico e qui abbiamo i maggiori margini di crescita. Serve allora accelerare. Siamo in campo per fornire ai professionisti interessati strumenti e know how idonei a incrementare la conoscenza delle opportunità derivanti dal processo di digitalizzazione e transizione tecnologica”.
Giovanni Lombardi, presidente del gruppo Tecno ha affermato che “Esiste una stretta correlazione tra le imprese più innovative e quelle che affrontano la sfida ESG: da tener presente che il periodo del greenwashing è finito, e che la sfida per le aziende è pluriennale, continuativa e educativa, ossia come detto impatta tutte le funzioni aziendali e tutti, ma proprio tutti, i dipendenti”.
Il professore Luigi Nicolais, Coordinatore CTS della commissione Sviluppo Attività Produttive ricerca ed innovazione, ha sottolineato come “Il nostro grande patrimonio immateriale in ambito di ricerca e innovazione è destinato ad assumere un ruolo sempre più centrale, attraverso un contributo lucido e razionale alla transizione di una società basata sulla conoscenza. Tenendo conto che l’innovazione e la tecnologia sono generalmente il prodotto di attività di ricerca svolte negli Atenei e negli Enti di Ricerca, appare di solare evidenza la necessità di incrementare una cooperazione fra i diversi attori territoriali del sistema, attraverso l’engagement delle piccole e medie imprese (PMI) in ottica di open innovation”. (nella foto: Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli)

Vino, etichetta Irlanda al vaglio dell’Omc: 90 giorni per opporsi

Vino, etichetta Irlanda al vaglio dell’Omc: 90 giorni per opporsiMilano, 7 feb. (askanews) – L’Irlanda ha ufficialmente notificato all’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) la normativa che stabilisce la nuova etichettatura delle bevande alcoliche con i cosiddetti “health warning” sul modello di quelli che si trovano sui pacchetti di sigarette. Da oggi scattano i 90 giorni entro i quali qualsiasi Paese membro dell’Omc può presentare pareri contrari. “Ora è il momento che i partner internazionali a livello di Omc sollevino le loro preoccupazioni in merito alla proposta irlandese, che rappresenta un chiaro ostacolo al commercio internazionale. L’Irlanda li ascolterà o rimarrà sorda come ha fatto con i commenti dei partner dell’UE?” ha dichiarato la presidente di Federvini, Micaela Pallini, aggiungendo “facciamo un appello al governo italiano: dopo avere guidato la battaglia in Europa invitiamo il governo Meloni a fare altrettanto al livello di Omc, creando una coalizione di Paesi a sostegno delle nostre posizioni”.
“La proposta irlandese è basata su un approccio demonizzante delle bevande alcoliche, con indicazioni sanitarie che non distinguono tra consumo moderato e abuso” ha ricordato Federvini, ricordando che “non a caso questa proposta, presentata alla Commissione Europea nei mesi scorsi, ha ricevuto il parere contrario di ben 13 Stati membri: Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Spagna”.
“Purtroppo l’immobilismo della Commissione Europea ha di fatto creato un via libera alla normativa irlandese che oggi, come ultimo ostacolo, deve superare solo le eventuali riserve dell’organizzazione che gestisce il commercio mondiale” ha continuato Pallini, sottolineando che “l’Irlanda ha deciso di non modificare una sola virgola della bozza notificata all’OMC, nonostante la forte contrarietà di molti Paesi”.
La bozza di regolamento irlandese, ha proseguito l’organizzazione aderente a Confindustria, “oltre a denunciare un atteggiamento discriminatorio verso le bevande alcoliche, sembra chiaramente incompatibile con il diritto dell’UE, in quanto rappresenta un chiaro ostacolo alla libera circolazione delle merci nell’Unione Europa”. “Persino le autorità irlandesi lo hanno riconosciuto, scherzando, durante un evento organizzato dalla presidenza svedese il 1 febbraio” ha evidenziato Federvini, che ha ricordato quanto spiegato dal rappresentante irlandese: “Di recente siamo stati sottoposti a un processo di valutazione da parte dell’UE perché chiaramente ciò che stavamo facendo violava in qualche modo il mercato unico. […] Siamo molto grati e in qualche modo sorpresi che la nostra proposta abbia superato con successo il processo di valutazione dell’UE”.
“Un terzo degli Stati membri dell’UE, a partire dall’Italia, ha chiesto alla Commissione, in una lettera comune di qualche giorno fa, di avviare discussioni approfondite con le autorità irlandesi al fine di garantire un’adeguata informazione dei consumatori, evitare barriere commerciali e mantenere l’uniformità e la fluidità del mercato unico” ha riassunto Federvini, evidenziando che “in questo caso, però, la Commissione non ha dimostrato alcuna volontà di agire in difesa dei Trattati UE, del mercato unico e della propria legislazione comunitaria”. “A questo punto nutriamo forti dubbi sulla volontà della Commissione – conclude Pallini – e in assenza di un’azione concreta, si può fare ben poco: crediamo che solo la Corte di Giustizia dell’Unione Europea sia in grado di difendere l’UE in questa fase”.

Immobili, idealista: prezzo abitazioni usate -0,3% a gennaio

Immobili, idealista: prezzo abitazioni usate -0,3% a gennaioRoma, 7 feb. (askanews) – Il prezzo delle abitazioni usate ha registrato un lieve calo dello 0,3% a gennaio, attestandosi sui 1.838 euro/metroquadro. Lo rileva l’ultimo indice dei prezzi di idealista, portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia, secondo il quale la variazione anno su anno è stata dell’1,5%.
Prevalenza di regioni con tendenza negativa: sono 11 questo mese contro 7 in aumento, mentre Liguria e Puglia presentano gli stessi prezzi di 30 giorni fa. A trainare l’andamento negativo troviamo Campania (-1,2%), Lombardia e Sardegna (-0,8%). Ribassi in altre sei aree compresi tra il -0,6% dell’Abruzzo e il -0,3% del Piemonte. Trentino-Alto Adige (1,8%), Valle d’Aosta (1,2%) ed Emilia-Romagna (0,9%) fanno registrare i migliori aumenti del periodo. Crescono anche Marche (0,5%), Sicilia (0,4%), Veneto (0,2%) e Umbria (0,1%).
La regione con prezzi al metro quadro più elevati è il Trentino-Alto Adige, con i suoi 2.755 euro al metro quadro. La seguono Valle d’Aosta (2.655 euro/metroquadro), Liguria (2.499 euro/metroquadro) e Toscana (2.360 euro/metroquadro). Prezzi superiori alla media nazionale anche per il Lazio (2.161 euro/metroquadro) e la Lombardia (2.097 euro/metroquadro). Altre 14 regioni sono racchiuse in una scala di valori che va dai 1.802 euro dell’Emilia-Romagna fino agli 848 euro del Molise. Province Tendenza contrastata a livello provinciale con 52 aree che presentano degli aumenti e 48 che ristagnano in terreno negativo. Infine, 7 province (Caserta, Matera, Fermo, Prato, Piacenza, Padova e Lecce) non hanno subito variazioni di prezzo rispetto al mese di dicembre.
In testa alle zone che hanno registrato i maggiori aumenti di gennaio troviamo Agrigento (3,1%), Ravenna (2,7%) e Brindisi (2%). I restati incrementi riguardano 49 province e vanno dall’1,9% di Trieste allo 0,1% di Ragusa e Bologna. Dall’altro lato, le province i cui prezzi hanno subito i maggiori ribassi sono Isernia (-2%), Reggio Calabria (-1,8%) ed Enna (-1,6%).
La provincia italiana più cara si conferma Bolzano con i suoi 4.433 euro al metro quadro. La seguono Milano (3.316 euro/metroquadro), Savona (3.122 euro/metroquadro) e Lucca (3.100 euro/metroquadro). Valori immobiliari superiori alla media italiana in altre 26 aree provinciali comprese tra i 2.952 euro di Firenze ed i 1.853 euro di Latina. Sul versante opposto della classifica dei valori immobiliari, i mercati più economici sono Biella (610 euro/metroquadro), Isernia (682 euro/metroquadro) e Caltanissetta (687 euro/metroquadro).
Anche i mercati cittadini sono in controtendenza rispetto all’andamento generale dei prezzi dell’usato, con una prevalenza di aree in ripresa trainate da Cesena (3,5%), Trieste e Ravenna (entrambe su del 2,3%) e Salerno (2,2%). Aumenti sopra il 2 per cento anche per Imperia, Vibo Valentia (entrambe 2,1%) e Lecco (2%), mentre per quanto riguarda i principali mercati cittadini, Palermo (1,3%) e Torino (1,1%) segnano le crescite maggiori, seguite da Bologna (0,5%) e Milano (0,1%). In calo Firenze (-0,1%), Roma (-0,3%), Genova e Napoli (-1,1%). I maggiori ribassi del mese di gennaio spettano a Ragusa (-2,3%), Verona (-2,1%) e Ferrara (-1,5%). Milano (4.971 euro/metroquadro) si conferma anche a gennaio la città più esclusiva per l’acquisto di un immobile in Italia, segnando un nuovo massimo dal 2012, ovvero da quando l’indice di idealista è stato introdotto. A seguire troviamo Venezia (4.387 euro/metroquadro) e Firenze (3.964 euro/metroquadro). Prezzi superiori alla media nazionale in altri 31 capoluoghi compresi tra i 3.341 euro di Bologna e i 1.855 di Brescia. All’opposto del ranking, Caltanissetta (735 euro/metroquadro) è il capoluogo più economico davanti a Ragusa (777 euro/metroquadro) e Isernia (808 euro/metroquadro).

Gb, Tesoro e Banca centrale valutano ipotesi di sterlina digitale

Gb, Tesoro e Banca centrale valutano ipotesi di sterlina digitaleRoma, 7 feb. (askanews) – La Banca d’Inghilterra e il Tesoro britannico hanno avviato consultazioni sulla possibile creazione di una sterlina digitale, cioè una valuta digitale della Banca centrale del Regno. Lo annuncia la stessa Bank of England con un comunicato, puntualizzando questa sterlina digitale “sarebbe intercambiabile con il contante e i depositi bancari, andrebbe a complementare il contante” e, specialmente nella fase iniziale, avrebbe alcune limitazioni sull’ammontare che i singoli potrebbero detenere. Potrebbe essere utilizzata da famiglie e imprese per i pagamenti nei negozi e online di tutti i giorni.
Al momento non sono state prese decisioni vincolanti sul se procedere o meno su questa strada, ha precisato la Boe.
Una procedura per la possibile creazione di una valuta digitale della banca centrale è stata avviata anche sull’euro, la Bce dovrebbe decidere se procedere definitivamente o meno nei prossimi mesi, mentre sulla questione la Commissione europea sta elaborando un testo. Sempre su questa strada sembra essersi mossa, e forse in maniera più anticipata rispetto alle banche centrali occidentali, anche la Banca centrale cinese. Tuttavia non sono ben chiari gli sviluppi portati avanti da Pechino su questo versante.
Per quanto riguarda la più importante Banca centrale occidentale, cioè la Federal Reserve americana il quadro è più indefinito. L’istituzione ha mostrato generiche aperture alla valutazione di nuovi sistemi digitalizzati, anche su impulso dell’amministrazione Biden. Il mese scorso ha riferito di aver “discusso potenziali benefici e rischi” di un dollaro digitale, pubblicando un rapporto contestualmente al quale, il 20 gennaio, ha di fatto avviato una consultazione pubblica. Non si è però spinta ad avviare una procedura esplorativa esplicita come Bce e Boe, ora. Nei mesi scorsi erano emersi anche scetticismi da parte di alcuni componenti della Fed sull’ipotesi di dollaro digitale.
Intanto su questo argomento sono impegnate diverse istituzioni monetarie nazionali in vari paesi del mondo, anche con il supporto della Banca dei regolamenti internazionali di Basilea.
Tornando alla Banca d’Inghilterra, sull’ipotesi di una sterlina digitale ha ulteriormente precisato che “replicherebbe ruolo del contante in un mondo digitale: quindi privo di rischio, accessibile e con elevati livelli di fiducia. 10 sterline digitali sarebbero sempre equivalenti a 10 sterline in contanti. Sarebbe messo dalla Bank of England England – recita un comunicato – ampiamente disponibile e di utilizzo conveniente”.
“Sarebbe soggetto a rigorosi standard di privacy e di tutela dei dati: né il governo, né la Banca centrale avranno accesso ai dati personali dei detentori, che avrebbero – si legge – lo stesso livello di privacy che su un conto bancario”.
Quello della privacy è un aspetto molto rilevante delle valute digitali delle banche centrali, perché i progetti attualmente allo studio non sembrano voler replicare l’assoluto anonimato delle banconote.
Sempre la Boe puntualizza che l’accesso ai portafogli di sterline digitali verrebbe offerto tramite il settore privato utilizzando smartphone o carte. Infine, inizialmente vi saranno restrizioni su quanto i singoli individui e le imprese potranno detenere in sterline digitali.

Sisma Turchia-Siria, sale bilancio vittime oltre 5.100

Sisma Turchia-Siria, sale bilancio vittime oltre 5.100Milano, 7 feb. (askanews) – Più di 5.100 persone sono rimaste uccise e decine di migliaia ferite dopo che un terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito lunedì la Turchia e la Siria, secondo i dati forniti dai funzionari e da Afp. Il totale arriva a 5.171 se si sommano le vittime in Turchia secondo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, e in Siria, secondo le autorità siriane e i soccorritori nelle aree ribelli.
Ventitré milioni di persone sono “potenzialmente esposte, compresi circa cinque milioni di persone vulnerabili”, ha avvertito l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha promesso il suo sostegno. L’Oms aveva precedentemente affermato di temere “bilanci otto volte superiori ai numeri iniziali”.
Migliaia di edifici sono crollati in entrambi i paesi e le agenzie umanitarie sono particolarmente preoccupate per la Siria nordoccidentale, dove più di 4 milioni di persone facevano già affidamento sull’assistenza umanitaria.
Le condizioni meteorologiche gelide mettono ulteriormente in pericolo i sopravvissuti e complicano gli sforzi di salvataggio, poiché più di 100 scosse di assestamento hanno colpito la regione.
Intanto gli aiuti internazionali cominciano ad arrivare in Turchia, dove è stato dichiarato lutto nazionale per sette giorni. Il bilancio delle vittime è attualmente di 3.549, secondo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, e il numero dei feriti di almeno 20.434, secondo il vicepresidente Fuat Oktay.
Il maltempo complica l’opera di soccorso e rende ancora più amara la sorte dei sopravvissuti, tremanti sotto le tende o intorno a bracieri improvvisati. Profondamente toccata, la regione turca di Kahramanmaras (sud-est) sepolta dalla neve.
In Siria, almeno 1.622 persone sono morte e 3.640 sono rimaste ferite, secondo le autorità siriane e i soccorritori nelle aree ribelli. Centinaia di siriani spaventati hanno passato la notte per le strade o nei parchi.
Il bilancio dovrebbe “aumentare notevolmente poiché centinaia di persone rimangono intrappolate sotto le macerie”, secondo i Caschi Bianchi (volontari della protezione civile) nelle aree ribelli. La Siria è devastata dalla guerra civile dal 2011.
Il sisma, uno dei più forti che ha colpito la zona in oltre 100 anni, ha interessato in primis la provincia turca di Gaziantep, a una profondità di 24,1 chilometri, ha detto la United States Geological Survey.

Cultura, Pascucci (Ass. Patrimonio UNESCO): bene governo su promozione siti

Cultura, Pascucci (Ass. Patrimonio UNESCO): bene governo su promozione sitiRoma, 7 feb. (askanews) – “Questa mattina, insieme a Carlo Francini, coordinatore scientifico dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO, siamo stati ricevuti a Palazzo Chigi per rappresentare le istanze della nostra associazione che dal 1997 si occupa di promuovere e tutelare il Patrimonio mondiale culturale e naturale italiano”. Lo afferma in una nota Alessio Pascucci, presidente dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO.
“Dal 1997 ad oggi non era mai successo che un governo ci ricevesse a palazzo Chigi e non possiamo che apprezzare la disponibilità e l’interesse mostrato che ci auguriamo si traduca presto in una fattiva collaborazione con l’obiettivo di valorizzare sempre di più l’immenso patrimonio dei 58 siti italiani iscritti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco”.
“Fra i temi dell’incontro – spiegano Pascucci e Francini – c’è stata innanzitutto la legge 77/2006 dedicata ai siti Unesco italiani ma anche la legge sul finanziamento straordinario del ministero del Turismo per i siti Patrimonio Mondiale e per le Città Creative. Si tratta di risorse fondamentali per i territori e tutte quelle amministrazioni locali che ad oggi hanno difficoltà nella gestione dei siti patrimonio mondiale”.
Chi siamo. L’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale dalla sua fondazione, nel 1997, sostiene le istituzioni e gli enti responsabili della gestione dei beni del Patrimonio Mondiale attraverso attività eterogenee, ideate e realizzate con lo scopo di  contribuire alla preservazione e valorizzazione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale italiano. L’obiettivo è quello di incentivare lo sviluppo di una rete integrata di cooperazione per l’elaborazione di progetti condivisi a livello nazionale e internazionale.
I dati. L’Italia può vantare 58 siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dall’UNESCO: monumenti, centri storici, parchi archeologici e naturali, luoghi ai quali viene riconosciuto di essere uniche, eccezionali testimonianze del percorso dell’essere umano sulla Terra. Essere insigniti del titolo di “Patrimonio Mondiale” è quindi un grande onore ma, al tempo stesso, costituisce un onere, una responsabilità che ricade sullo Stato, sulle amministrazioni locali e che vede coinvolte sempre di più le comunità locali.

Carlsberg: in 2022 perdita a 1,06 mld corone, 2023 “anno impegnativo”

Carlsberg: in 2022 perdita a 1,06 mld corone, 2023 “anno impegnativo”Milano, 7 feb. (askanews) – Il 2022 per Carlsberg, produttore danese di birra, si è chiuso con una perdita netta di 1,06 miliardi di corone danesi a fronte di un utile a 6,85 miliardi di corone di un anno prima. La perdita, spiega il terzo gruppo birrario al mondo, è dovuta principalmente alla svalutazione dell’attività in Russia per 9,95 miliardi di corone, attività che dal 28 marzo scorso sono state messe in vendita e che contano di vendere entro la metà del 2023. Il fatturato è cresciuto del 16,9% a 70,265 miliardi di corone mentre la crescita organica a volume è stata del 5,7%.
Guardando al 2023 Carlsberg annuncia che “sarà un altro anno impegnativo”: le previsioni sono di un utile che oscilla in una forchetta tra il -5% e il +5%.
Gli aumenti dei prezzi delle materie prime e dell’energia dello scorso anno avranno un impatto significativo nel 2023 sul costo del venduto e sui costi logistici. “Intendiamo compensare i maggiori costi in termini assoluti attraverso la leva dei prezzi, il mix di prodotti e una costante attenzione ai costi – sottolinea l’azienda – La birra è stata storicamente una categoria resiliente, ma i prezzi più alti insieme all’inflazione elevata possono avere un impatto negativo sul consumo di birra in alcuni dei nostri mercati, in particolare in Europa. Lo sviluppo della guerra in Ucraina e l’impatto sulle nostre attività rimangono molto incerti, così come la ripresa del Covid in Cina, compresa la riduzione dei consumi durante le celebrazioni del capodanno cinese”.
“Il gruppo ha ottenuto solidi risultati per il 2022 grazie a un impressionante sforzo da parte dei nostri dipendenti in tutto il gruppo e la buona esecuzione della nostra strategia – ha detto il Ceo Cees ‘t Hart – Per tutto l’anno, una priorità fondamentale è stata la sicurezza e il benessere dei nostri colleghi ucraini, la cui resilienza, coraggio e forza ci hanno colpito profondamente. Il 2023 sarà un altro anno impegnativo, ma siamo un’azienda strategicamente, organizzativamente e finanziariamente forte”.

La finanza Esg perde appeal, Consob: piace al 15% degli italiani

La finanza Esg perde appeal, Consob: piace al 15% degli italianiMilano, 7 feb. (askanews) – Cala nel 2022 l’interesse degli italiani verso gli investimenti sostenibili, anche se in prospettiva la finanza verde resta attrattiva per una buona parte di persone. A essere interessato ad investire in prodotti finanziari sostenibili è il 15% degli italiani, contro il 17% del 2021. Aumenta anche la percentuale di persone che non sono affatto attratte dalla finanza Esg: il 17% nel 2022 dichiara di non avere alcun interesse per gli investimenti sostenibile contro il 13% dell’anno prima. E’ quanto emerge da un focus della Consob sugli investimenti sostenibili per approfondire i temi della sostenibilità nell’ottavo Rapporto dell’autorità presentato a fine gennaio.
L’indagine è stata condotta con un sondaggio, tra giugno e luglio, su 1.436 investitori. Il 15% del campione, anche con rendimenti più bassi rispetto alla finanza tradizionale, si dice interessato ad investire in prodotti che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori e dei valori del buon governo. Nel 2021 il dato era al 17%. Mentre il 48% degli intervistati (il 57% nel 2021) si dichiara disposto ad investire in prodotti Esg solo a condizione che i rendimenti siano pari o addirittura superiori a quelli offerti da investimenti non sostenibili. Il 17% non ha alcun interesse.
Secondo Consob, l’attenzione è maggiore tra le donne, i giovani, gli investitori abbienti e quelli più preparati. Per il futuro in ogni caso le prospettive sono positive: il 57% del campione è propenso a modificare nei prossimi due anni le proprie scelte di investimento, rafforzando la componente della sostenibilità.
A incrinare la fiducia è il greenwashing. “I dati rivelano che il greenwashing, inteso come affermazioni fuorvianti sulle effettive caratteristiche di sostenibilità dei prodotti, è fra i timori e i rischi percepiti dagli investitori”, ha detto Chiara Mosca, Commissario Consob. Un fenomeno che “può minare la fiducia” ed è per questo, ha chiosato, che “il contrasto del greenwashing è una priorità globale ed è nell’agenda dei regulator internazionali”.

Lazio, D’Amato: per vincere basta un voto in più

Lazio, D’Amato: per vincere basta un voto in piùRoma, 7 feb. (askanews) – “Per vincere basta un voto in più come quello che la Roma ha sulla Lazio”. Alessio D’Amato candidato alla presidenza della Regione Lazio per il centrosinistra a “Un giorno da pecora” su Rai Radio1 ne è certo: se dovesse vincere “la Roma è sempre sopra la Lazio” dietro arriveranno prima Francesco Rocca per il centrodestra e Donatella Bianchi per il Movimento 5 Stelle. Nessuna antipatia nei confronti di Rocca, solo che “rappresenta il passato che ha fatto danni” ha spiegato D’Amato. “Il caso di Sara Battisti e le sue accuse nei confronti di Rocca? Lei ha sbagliato, non è normale dire quelle cose ed è giusto che abbia chiesto scusa a Rocca” ha spiegato il candidato del centrosinistra. “Sono fiero della mia stagione di comunista”, ha detto scherzando sul fatto che sia Carlo Calenda e Matteo Renzi lo sanno, ne sono consapevoli. “Il pugno chiuso lo faccio ancora se c’è loccasione ha rivendicato” ha detto. Quanto al rapporto e al mancato accordo con i 5 Stelle D’Amato ha ribadito che i tentativi son stati fatti ma a far muro son stati i grillini.