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A Monopoli torna PhEST-Festival internazionale di fotografia e arte

A Monopoli torna PhEST-Festival internazionale di fotografia e arteRoma, 10 lug. (askanews) – Al via dal primo settembre al primo novembre a Monopoli, in Puglia, “PhEST”, festival internazionale di fotografia e arte che dedica questa ottava edizione al tema Essere umani e insieme a LensCulture lancia dal 7 luglio per due settimane la terza edizione della PhEST Pop Up Open Call, contest internazionale aperto ad artisti di tutto il mondo.

Esplorando tappe, stili di vita, emozioni, credenze e passioni, il festival vuole interrogare lo spettatore proponendo una varietà di rappresentazioni dell’essere umani con uno sguardo interdisciplinare su cultura, natura, relazioni, attraverso la psicologia, la filosofia e l’antropologia. Tratterà i grandi temi del pensiero contemporaneo; la trasformazione dei valori e delle loro pratiche e la complessità delle attività e delle interrelazioni tra gli esseri senzienti in tutto il pianeta. Comunità, famiglia e consapevolezza globale insieme a tecnologia, migrazione sono alcuni dei punti chiave del nostro essere animali sociali in questo mondo. Artisti da tutto il mondo – selezionati dal direttore artistico Giovanni Troilo con la curatela fotografica di Arianna Rinaldo – verranno coinvolti in mostre, portfolio review – già prenotabili attraverso i canali social e il sito della manifestazione – masterclass, installazioni, nutrendo una comunità vibrante e diversificata di creativi e appassionati. Tra i primi nomi confermati ci sono: Phil Toledano, noto artista concettuale britannico che vive e lavora a New York, i pluripremiati fotografi inglesi Koos Breukel (ritrattista) e Zed Nelson (documentarista). Grande spazio alle donne quest’anno con artiste come Lisa Sorgini, australiana classe 1980, Elinor Carucci, fotografa Israeliana, Giulia Gatti giovane talento italiano, Cristina De Middel fotografa documentarista spagnola. PhEST – See Beyond the Sea, prodotto e promosso dall’associazione culturale PhEST, con sostegno di Regione Puglia, PugliaPromozione, Teatro Pubblico Pugliese e del Comune di Monopoli, si conferma un importante evento internazionale che celebra il potere della fotografia e dell’arte nel catturare ed esprimere nuove narrazioni. La città di Monopoli si trasformerà in un museo a cielo aperto, aprendo al pubblico e agli artisti palazzi storici e antiche chiese.

L’attacco di Schlein: Meloni ostaggio di inchieste e scandali, batta un colpo

L’attacco di Schlein: Meloni ostaggio di inchieste e scandali, batta un colpoMilano, 10 lug. (askanews) – “Quanto durerà ancora il silenzio di Meloni? Da settimane é in ostaggio delle inchieste, degli scandali e dei vergognosi sproloqui della sua stessa maggioranza e non abbiamo sentito da lei una sola parola sulle emergenze economiche e sociali del Paese”. Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein.

Elenca Schlein: “Non una parola é arrivata sulla proposta unitaria delle opposizioni sul salario minimo e questo silenzio non punisce l’opposizione ma mortifica tre milioni di lavoratrici e lavoratori poveri. Non una parola e non un fatto sono arrivati sul caro mutui che merita risposte, sull’emergenza abitativa che il governo ha inasprito tagliando il fondo affitto. Non una parola é arrivata sulla sicurezza sul lavoro, nonostante il tragico stillicidio di vittime. Non una sola proposta su come contrastare l’inflazione galoppante che sta impoverendo il Paese. Cos’altro deve accadere perché, infine – si chiede la segretaria Pd – batta un colpo?”.

Polemiche dopo invito Opera Nizza a direttrice orchesta amica Meloni

Polemiche dopo invito Opera Nizza a direttrice orchesta amica MeloniRoma, 10 lug. (askanews) – Diverse associazioni hanno denunciato l’arrivo all’Opera di Nizza della direttrice d’orchestra Beatrice Venezi, invitata ad esibirsi durante i festeggiamenti di fine anno. Figlia di Gabriele Venezi, ex politico appartenente al partito neofascista Forza Nuova, la musicista è vicina al Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni

Le associazioni hanno protestato lunedì contro l’arrivo a Nizza di un direttore d’orchestra definito “neofascista” e vicino al capo del governo italiano Giorgia Meloni. La città di Nizza ha invitato il direttore d’orchestra italiano Beatrice Venezi a dirigere la sua Orchestra Filarmonica per i tradizionali balletti di Natale e il Concerto di Capodanno. Riunite nel collettivo “Touscitoyens06”, le associazioni hanno manifestato in un comunicato la loro “opposizione” all’arrivo di “un direttore d’orchestra neofascista” e hanno chiesto al sindaco di Nizza Christian Estrosi e al direttore generale dell’Opera di “cancellare” quest’evento’. Già in aprile c’erano state proteste per l’invito alla Venezi all’opera di Limoges .

In una reazione inviata ad AFP, il direttore generale dell’Opéra de Nice, Bertrand Rossi, ha affermato che “la musica ha il potere di trascendere le divisioni e riunire le persone attorno a un’esperienza comune, è essenziale separare l’arte dalla politica. Come istituzione culturale, il nostro ruolo è promuovere la libera espressione artistica e creare un ambiente in cui tutti possano sentirsi a proprio agio e rispettati, indipendentemente dalle loro appartenenze politiche”, ha aggiunto, ricordando che la Venezi, “talentuosa direttrice d’orchestra di fama internazionale”, era già stata accolta a Nizza per un concerto nel 2022.

Il summit Nato di Vilnius, Kiev chiede un invito unanime all’adesione. Mosca avverte: reazione ferma

Il summit Nato di Vilnius, Kiev chiede un invito unanime all’adesione. Mosca avverte: reazione fermaRoma, 10 lug. (askanews) – L’Ucraina chiede un invito unanime da parte dei membri della Nato, che domani si riuniranno a Vilnius, affinché Kiev aderisca all’Alleanza: lo ha detto oggi il vice primo ministro Olga Stefanishyna.

“Vogliamo che tutti i 31 leader della Nato confermino che l’Ucraina è invitata ad aderire alla Nato”, ha detto Stefanishnya in un’intervista a European Pravda. “Prima verrà presa una decisione politica e poi definiremo i formati”, ha aggiunto. Stefanishnya ha detto che la presenza fisica di Zelensky a Vilnius questa settimana non è stata ancora decisa. “Sul tavolo davanti ai leader ci sono i documenti finali che si propone di adottare a seguito del vertice. Ora non sappiamo cosa conterranno questi documenti”, ha detto.

“Sicuramente non sentiremo ‘no’ a Vilnius, questa è la prima cosa. Ora la discussione riguarda che tipo di ‘sì’ sarà”, ha insistito la vicepremier. Dall’altro lato, Mosca fa sapere che l’adesione dell’Ucraina alla Nato avrà delle conseguenze molto negative per l’architettura della sicurezza europea. E’ quanto ha reso noto oggi il Cremlino, citato dalla Ria Novosti.

L’adesione dell’Ucraina alla Nato avrà conseguenze molto negative per l’architettura di sicurezza europea, ha detto oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Conoscete la posizione assolutamente comprensibile e coerente della Russia secondo cui l’adesione dell’Ucraina alla Nato avrà conseguenze molto, molto, negative per l’intera architettura di sicurezza già semidistrutta in Europa e sarà un pericolo assoluto, una minaccia per il nostro Paese”, ha detto Peskov ai giornalisti.

L’adesione di Kiev richiederà una risposta abbastanza chiara e ferma da parte della Russia, ha aggiunto il portavoce russo.

La Nato si riunisce a Vilnius, con l’obiettivo di evitare divisioni sull’Ucraina

La Nato si riunisce a Vilnius, con l’obiettivo di evitare divisioni sull’UcrainaVilnius, 10 lug. (askanews) – Con la volontà di evitare divisioni rispetto alla ripetuta richiesta di adesione dell’Ucraina, la Nato si riunisce a Vilnius ai massimi livelli da domani (11 e 12 luglio) in uno dei momenti più drammatici per gli equilibri internazionali dalla nascita dell’alleanza militare. Si tratta del quarto vertice Nato dall’aggressione russa contro Kiev iniziata il 24 febbraio 2022: il primo si tenne il giorno dopo l’inizio dell’invasione – il 25 febbraio 2022, seguito da incontri a Bruxelles e a Madrid – e l’intensificarsi degli incontri dimostra come la minaccia russa sul fianco est abbia costretto l’alleanza a rafforzare la cooperazione. Quarta è anche la proroga di Jens Stoltenberg come segretario generale dell’Alleanza: un altro anno per il norvegese (in carica dal 2014), che toglie dall’ordine del giorno del vertice una questione potenzialmente infiammabile, quella appunto della successione.

Il vertice sarà comunque un momento storico importante e vedrà riuniti i leader dell’Alleanza. Per l’Italia il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Di seguito alcune della parole chiave di questo summit. VILNIUS A poche decine di chilometri dalla Bielorussia, Vilnius come sede del vertice racconta tutta la vicinanza alle minacce rappresentate in Europa da Mosca e dal suo più stretto alleato, il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. Ma rappresenta anche un baluardo dell’occidente su diverse questioni delicate, non solo russe: nel 2021 la Lituania ha visto ad esempio l’apertura di un ‘ufficio rappresentativo di Taiwan’, dopo il rifiuto categorico di Pechino di ammettere Taiwan nell’Oms. La reazione cinese alla scelta del Paese baltico è stata severa: riduzione della rappresentanza diplomatica del dragone e restrizioni commerciali. Ma l’ufficio resiste.

Va notato inoltre che la piccola Lituania, oggi una nazione di circa 2,8 milioni di abitanti, ha una lunga storia di resistenza rispetto alle mire espansionistiche di Mosca: le sue terre – già descritte da Tacito nel 98 d.C. nel ‘De origine et situ Germanorum’ – subirono nei secoli ripetute invasioni russe, repressioni e deportazioni particolarmente efferate, fino a quando alla fine del XX secolo hanno rappresentato un punto di svolta per la storia occidentale: nel 1990 fu la prima tra le repubbliche baltiche a dichiarare la propria indipendenza e svolse un ruolo determinante, quando l’esercito russo, su disposizione di Michail Gorbachev, sparò sui manifestanti lituani e contrappose i carri armati alla pacifica protesta lituana del gennaio 1991 (‘domenica di sangue’). E i legami tra Russia e Lituania – confinante con l’exclave di Kaliningrad e la Bielorussia – sono rimasti difficili dall’indipendenza, e in particolare da quando lo stato baltico è entrato a far parte dell’Unione Europea e della Nato nel 2004. UCRAINA Non unica questione, ma sicuramente tema chiave del vertice sono la guerra in Ucraina e le minacce per la sicurezza globale che ne conseguono. Alla luce dei ripetuti appelli del presidente ucraino Volodymyr Zelensky affinché Kiev riceva un invito nell’Alleanza, il vertice di Vilnius appare molto concentrato sulle future relazioni della Nato con l’Ucraina. Stoltenberg ha già chiarito che Kiev non diventerà membro mentre infuria la guerra e non dovrebbe esserci un invito formale. Ma non c’è una unanime visione sulla rapidità con cui l’Ucraina dovrebbe unirsi dopo la fine dei combattimenti. Tuttavia potrebbe essere altamente simbolico il lancio di un Consiglio Ucraina-Nato con la prima riunione presieduta proprio a Vilnius da Zelensky.

I paesi dell’Europa orientale vorrebbero al vertice una road map per Kiev, altri diffidano di qualsiasi mossa che possa avvicinare l’alleanza alla guerra con la Russia. Zelensky stesso ha riconosciuto che è improbabile che Kiev possa aderire alla Nato mentre è in corso la guerra e da Mosca il leader del Cremlino Vladimir Putin ha minacciato un’azione non meglio specificata se l’Ucraina si unisse. Esiste però un dibattito interno sui tempi. Più paesi hanno sostenuto una proposta britannica per consentire a Kiev di saltare il cosiddetto programma Membership Action Plan (MAP) che stabilisce obiettivi politici, economici e militari che i candidati devono raggiungere e che altri Paesi dell’Europa orientale hanno dovuto passare prima di entrare. Resta la dichiarazione del vertice di Bucarest (2008), secondo cui l’Ucraina è destinata a diventare membro, ma senza offrire a Kiev un vero invito o calendario. A Bucarest, ricorda l’ambasciatore Stefano Stefanini, tracciando per askanews quello che ci si potrebbe aspettare, ‘la prima volta che si presentò questo problema, ci fu una discussione difficilissima che diede un segnale di divisione all’interno dell’Alleanza, perché l’Alleanza allora era divisa. Si risolse in una dichiarazione di principio, ovvero Ucraina e Georgia entreranno nella Nato, molto categorica, che fece infuriare Vladimir Putin e contemporaneamente diede una percezione di debolezza. Questo a Vilnius non succederà’.

Per qualcun altro è invece possibile che la NATO trovi una formulazione più forte rispetto al 2008 per sottolineare la prospettiva di Kiev di aderire all’Alleanza. Il tutto dopo il tour del capo di stato ucraino in Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Turchia. A Vilnius i leader dovrebbero discutere anche quali garanzie di sicurezza Kiev dovrebbe ottenere dopo la guerra, secondo impegni bilaterali con i paesi membri, compresi probabilmente aiuti militari e finanziari per dissuadere la Russia da un nuovo attacco. Ma Stoltenberg ha sottolineato che la Nato – ai sensi dell’articolo 5 del Trattato di Washington – fornirà garanzie di sicurezza a tutti gli effetti solo ai membri a pieno titolo dell’Alleanza. BOMBE A GRAPPOLO Gli Stati Uniti hanno annunciato venerdì che forniranno all’Ucraina le controverse bombe a grappolo, ordigni che presentano un rischio maggiore per la parte civile poiché si aprono nell’aria rilasciando ‘bombe’ più piccole su una vasta area. L’Ucraina ha promesso di usarle con attenzione, ma numerosi partner della Nato hanno espresso chiare perplessità. Comprese l’Italia e la Spagna. Anche il Canada e il Regno Unito hanno espresso preoccupazione mentre la Germania, che ha firmato il trattato di divieto, ha dichiarato che non fornirà le bombe all’Ucraina, ma ha mostrato comprensione per la posizioneáamericana. Di certo sarà tema molto dibattuto, anche nei corridoiádelávertice. IL FIANCO ORIENTALE Alla luce della minaccia rappresentata dalla Russia, dopo l’invasione dell’Ucraina, i leader della Nato hanno approvato i piani per aumentare le forze dispiegate nell’ala orientale dell’Alleanza al vertice del giugno 2022. Per decenni la Nato non ha visto la necessità di piani di difesa su larga scala, ma con la guerra più sanguinosa in Europa dal 1945 che infuria, gli scenari rispetto a Mosca sono cambiati. La Nato alzerà anche gli obiettivi per lo stoccaggio di munizioni poiché Kiev sta consumando i proiettili molto più velocemente di quanto i paesi occidentali possano produrli. Allo stesso tempo, gli alleati mostreranno come intendono realizzare l’obiettivo concordato al vertice di Madrid dello scorso anno, di mettere in massima allerta oltre 300.000 soldati, rispetto ai 40.000 del passato, per contrastare la Russia. SVEZIA Sotto i riflettori a Vilnius ci sarà anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il principale ostacolo che ha bloccato sinora i tentativi della Svezia di aderire alla Nato insieme con la vicina Finlandia che ha fatto il suo ingresso ad aprile come 31esimo Paese membro. La Svezia sperava di diventare il 32esimo, ma la Turchia continua a bloccare la sua adesione, accusando Stoccolma di ospitare membri di gruppi militanti sul suo territorio e affermando che deve reprimerli prima di poter aderire alla Nato. Gli alleati sperano che il presidente turco Tayyip Erdogan allenti la sua opposizione al vertice, ma non è chiaro se ciò accadrà. ‘Se la Svezia continua a rimanere a bocca asciutta – ha spiegato Stefanini – siamo di fronte a un problema Nato-Turchia che non potrebbe che rallegrare Putin: Recep Tayyip Erdogan con altri 5 anni davanti a lui, deve mollare sulla questione perché altrimenti, se continua ad avanzare motivi pretestuosi, si crea davvero un’incompatibilità tra Turchia e Nato. Ma Erdogan penso negozierà, come al solito’. BIDEN Ieri quando in Italia non erano ancora le 23.00 è atterrato a Londra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, per incontrare re Carlo III e il primo ministro Rishi Sunak in una tappa alla volta del vertice di Vilnius. Stati Uniti e Regno Unito sono tra i più forti sostenitori occidentali di Kiev. Ma il capo di stato democratico ha smorzato le speranze dell’Ucraina alla vigilia del vertice: ‘Non credo che sia pronta per far parte della Nato’, ha detto in un’intervista alla Cnn. ERDOGAN In giornata previsto anche l’incontro tra i leader turco Recep Tayyip Erdogan e lo svedese Ulf Kristersson: si incontreranno a Vilnius per i negoziati finali sull’adesione della Svezia, alla vigilia del vertice. La Casa Bianca ha detto venerdì che si aspetta che la Svezia aderisca alla NATO ‘nel prossimo futuro’, giudicando ‘possibile’ che Turchia e Ungheria cambino atteggiamento proprio al vertice di Vilnius. Venerdì a Istanbul ricevendo il presidente ucraino Zelensky, Erdogan ha dichiarato che Kiev ‘merita’ di essere ammessa all’Alleanza. Zelensky aveva appena criticato la mancanza di unità all’interno dell’organizzazione sulle adesioni di Svezia e Ucraina.

Caro-voli, Brunini (Sea): domanda forte, riempimento oltre il 2019

Caro-voli, Brunini (Sea): domanda forte, riempimento oltre il 2019Ferno (Varese), 10 lug. (askanews) – “Oggi siamo tutti sorpresi perché nonostante l’aumento notevole dei prezzi dei biglietti aerei, la domanda è forte e sostenuta, il riempimento degli aerei oggi è superiore al riempimento che c’era nel 2019”. Lo ha sottolineato l’ad di Sea, Armando Brunini, parlando del caro dei prezzi aerei a margine di un evento Malpensa organizzato da Sea e Dhl Express.

“Mentre i volumi complessivi sono vicini al 2019: se con meno voli il riempimento è forte significa che nonostante i prezzi più alti la gente ha una voglia elevatissima di volare. Vediamo se dura”, ha chiosato.

Consorzio Prosecco Doc vola negli Usa per la “National Prosecco Week”

Consorzio Prosecco Doc vola negli Usa per la “National Prosecco Week”Milano, 10 lug. (askanews) – Il Consorzio Prosecco Doc si prepara a volare negli Stati Uniti per la sesta edizione della “National Prosecco Week” che, Dal 17 al 23 luglio coinvolgerà 30 Stati con iniziative promozionali e formative che comprende campagne di comunicazione rivolte al trade, ai media e al consumatore finale.

“Visto il grande successo delle precedenti edizioni, siamo lieti di ritornare negli Stati Uniti, una buona opportunità per presentare i nostri vini, il nostro territorio e la nostra cultura alle più influenti personalità del vino e agli amanti del Prosecco Doc di un Paese che attualmente rappresenta il nostro mercato di maggior volume con oltre 134 milioni di bottiglie importate nel 2022 e un trend positivo anche nell’anno in corso” ha spiegato il presidente del Consorzio, Stefano Zanette, ricordando che la Denominazione nel 2022 ha registrando un aumento delle esportazioni negli Usa del +6,3% rispetto all’anno precedente. “Il nostro obiettivo – ha aggiunto Zanette – è continuare a rafforzare il successo della Denominazione monitorando i trend di consumo, prestando grande attenzione al territorio, e coinvolgendo attivamente l’intero sistema produttivo nel mantenere l’attenzione massima alla sostenibilità”. Dallo scorso anno primo mercato di riferimento per il Prosecco DOC, con una quota che vale il 24,3% dell’intero volume esportato, gli Stati Uniti “presentano ancora grandi potenzialità” e per questa ragione il Consorzio ha inteso confermare per il sesto anno consecutivo la ‘National Prosecco Week’. Questa edizione prosegue, sul solco tracciato gli scorsi anni, “avvantaggiata da una fitta rete di partner costituita da negozi al dettaglio, punti vendita on line, enoteche, bar e ristoranti coinvolti in molti eventi rivolti specificamente ai consumatori e in campagne attivate tramite i media” ha precisato il Consorzio, evidenziando che “si contano inoltre diverse nuove partnership strategiche siglate con testate giornalistiche nonché svariate attivazioni affidate ad alcuni influencer di spicco negli Usa”.

Come nell’edizione 2022, anche quest’anno “verranno intercettate diverse migliaia di consumatori grazie al coinvolgimento di oltre mille tra negozi on line e punti vendita fisici dislocati in 30 diversi Stati degli Usa, i quali parteciperanno dinamicamente con display dedicati, attivazione di promozioni e degustazioni in presenza”. Oltre alle uscite sui media, agli inviti lanciati dagli influencer, alle azioni di marketing sui social media e a varie forme di pubblicità, per dirigere il potenziale pubblico verso i locali aderenti alla Prosecco Week, “sono stati pianificati appositi spot nei maxischermi” di Times Square a New York. Per “massimizzare il coinvolgimento dei consumatori statunitensi”, il Consorzio ha in serbo anche tre date, sempre inserite nella programmazione delle National Prosecco Week, che si svolgeranno a Los Angeles, a Chicago e New York rispettivamente i prossimi 17, 19, 22 luglio. Verranno organizzate in collaborazione con la “Cru Luv Selections”, agenzia di marchi creativi cui fa capo Jermaine Stone, che “proporrà un’esperienza immersiva, mixando l’eccellenza delle bollicine veneto-friulane con dell’ottima musica e accompagnando il tutto con l’intrigante narrazione di curiosità relative al Prosecco Doc”. Tra gli eventi clou riservati ai consumatori, quest’anno spunta anche un happy-hour organizzato il 18 luglio al TAO’s Dream Downtown, che si aprirà con due seminari educativi rivolti a influencer e media condotti da Lidia Bastianich, seguiti poi da un ricevimento. Alla campagna, quest’anno partecipano i seguenti produttori di Prosecco DOC: Abbazia di San Gaudenzio, Albino Armani, Bottega, Botter, Cà Furlan, Cantine Riondo, Fantinel, La Gioiosa, La Marca, Mionetto, Paladin, Pitars, Ruggeri, Torresella, V8+, Val d’Oca, Valdo, Villa Sandi, Zardetto, Zonin.

Banco Bpm, Adolfo Pellegrino nominato Chief innovation officer

Banco Bpm, Adolfo Pellegrino nominato Chief innovation officerMilano, 10 lug. (askanews) – A partire dall’inizio di luglio 2023, Adolfo Pellegrino è entrato a far parte della squadra di manager di Banco Bpm in qualita di Chief Innovation Officer (Cio). Lo ha reso noto l’sitituto bancario. Dopo aver lavorato diversi anni nell’investment banking e nella consulenza aziendale in JP Morgan e Accenture, dal 2003 al 2018 Pellegrino ha proseguito la sua carriera professionale in primarie realtà nazionali e internazionali del mondo bancario – Capitalia, UniCredit, Bnp Paribas Bnl – con incarichi di responsabilita, in Italia e all’estero, in ambito Information Technology, Innovation e Transformation, Operations, Organizzazione e Procurement.

Dal 2019 a oggi ha continuato la sua esperienza lavorativa nel settore dei servizi e dei pagamenti digitali, dapprima con il ruolo di Global Chief Customer Operations di Sia e piu recentemente come Ceo e General Manager di ServiceHub e Head of Operations Transformation Italy del Gruppo Nexi. In tutti questi anni, sottolinea il comunicato, Pellegrino ha guidato e realizzato complessi programmi di turnaround aziendali, di digital transformation e hyper automation facendo leva su nuove tecnologie (machine learning e artificial intelligence, data e speech analytics), oltre che di semplificazione e change management attraverso l’adozione di metodologie di lavoro innovative. Con la nomina del nuovo Cio, Banco Bpm intende “valorizzare ulteriormente l’assetto fin qui adottato nell’ambito dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione quali fattori chiave abilitanti della crescita del core business”. In tale contesto, Adolfo Pellegrino “coadiuvera l’amministratore delegato e il top management nella prosecuzione del percorso di trasformazione digitale del Gruppo e nell’efficientamento della macchina operativa anche attraverso la semplificazione delle attività”. A lui è infatti affidata la leadership delle funzioni Information Technology, Data Governance e Sicurezza e Operations e Immobili. Pellegrino, infoa infine la nota, non possiede azioni di Banco Bpm.

Vino, Consorzio Brunello: nel 2022 vendite Rosso di Montalcino +20%

Vino, Consorzio Brunello: nel 2022 vendite Rosso di Montalcino +20%Milano, 10 lug. (askanews) – Nel 2022 le vendite di Rosso di Montalcino hanno registrato una crescita di quasi il 20%, un exploit della domanda nazionale e incrementi sopra le medie anche per l’export verso Usa, Svezia, Svizzera, Germania e Francia. Lo comunica il Consorzio del vino Brunello di Montalcino a pochi giorni da “Red Montalcino”, l’evento dedicato alla Doc che si terrà nella Fortezza ilcinese il prossimo 15 luglio. Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio prezzi, la crescita tendenziale si attesta a +19% in valore, complice un ulteriore incremento del prezzo medio (+9%), salito nel 2022 ben oltre il surplus dei costi di produzione.

“Il Rosso di Montalcino ha superato l’età evolutiva e ora è a un punto di svolta” – ha detto il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci, aggiungendo che “il prodotto è ben posizionato sul segmento premium e viene da un biennio di risultati importanti: il prezzo medio aumenta (+13% sul biennio), la domanda horeca risponde molto bene sia in Italia che all’estero, la vendita diretta è in forte incremento per un vino che ha raggiunto la sua piena identità”. “Compito del Consorzio è ora assecondarne la crescita non perdendo di vista gli equilibri della denominazione e per questo abbiamo avviato un confronto con i soci per definire le prossime strategie di indirizzo” ha proseguito Bindocci, secondo cui l’affermazione del Rosso di Montalcino, sebbene il 2023 si sia avviato in modo più tiepido, impone una riflessione: “La media dell’imbottigliato negli ultimi 5 anni equivale a 4,4 milioni di bottiglie l’anno: per alcuni, visto l’incremento del mercato, sono poche per detenere stock in cantina di un prodotto il cui sfuso arriva a 4,5 euro al litro e i cui declassamenti in uscita sono ormai pari a zero”. Il Consorzio ricorda infatti che il vigneto, da 26 anni contingentato a 510 ettari, è gestito per il 98% da produttori/imbottigliatori, con solo il 2% dei contrassegni distribuiti a imbottigliatori puri. Tra i principali Paesi esteri, l’Osservatorio segnala crescite superiori al 40% per la domanda statunitense (30% del mercato internazionale) e svedese (top buyer europeo). Ben sopra la media anche l’export verso Svizzera e Germania, con Uk, Belgio, Danimarca in segno positivo. Exploit della Francia, che supera il 50% di incremento, mentre scendono Canada, Norvegia, Brasile e l’emergente Sud Corea, dopo il boom della domanda degli anni scorsi. Complessivamente il Continente americano rappresenta il primo sbocco per il Rosso di Montalcino, con un’incidenza sull’export totale di circa il 50%, e con gli Stati Uniti di gran lunga prima domanda mondiale. In Italia, il Nord rappresenta il 48% della domanda, mentre tra le regioni, Toscana Lombardia ed Emilia-Romagna le migliori piazze per la Doc ilcinese. Tra i canali, distributori esteri e horeca rappresentano la fetta principale, con la vendita diretta data in forte incremento.

Il Cremlino: Putin ha incontrato Prigozhin e i comandanti della Wagner (che restano “fedeli sostenitori”)

Il Cremlino: Putin ha incontrato Prigozhin e i comandanti della Wagner (che restano “fedeli sostenitori”)Roma, 10 lug. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto un incontro al Cremlino con il capo della compagnia di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, e altri comandanti del gruppo per discutere degli eventi del 24 giugno: lo ha annunciato oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Ria Novosti.

“In effetti, il presidente ha tenuto un incontro del genere”, ha detto Peskov. “Ha invitato 35 persone. Tutti i comandanti del gruppo e la direzione della compagnia, incluso Prigozhin. Questo incontro si è svolto al Cremlino il 29 giugno ed è durato quasi tre ore”, ha detto Peskov in un briefing alla stampa. I dettagli dell’incontro sono riservati, ma sia i comandanti di Putin che quelli di Wagner hanno fornito una valutazione degli eventi del 24 giugno, ha detto il portavoce.

“L’unica cosa che possiamo dire è che il presidente ha dato una valutazione delle azioni della compagnia in prima linea durante l’operazione militare speciale, e ha anche dato la sua valutazione degli eventi del 24 giugno. Putin ha ascoltato le spiegazioni dei comandanti e ha offerto loro ulteriori opzioni di lavoro”, ha detto Peskov. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov ha anche detto che il procedimento penale aperto contro il capo della compagnia di mercenari russi Wagner, Yevgeny Prigozhin, per ammutinamento armato, è stato archiviato e che i combattenti del gruppo che avevano preso parte alla “marcia per la giustizia” non dovranno affrontare alcuna azione, in riconoscimento del loro precedente servizio alla Russia.

Sebbene Putin avesse precedentemente promesso di punire coloro che avevano partecipato all’ammutinamento, Peskov ha affermato che l’accordo raggiunto per il loro ritiro aveva “l’obiettivo più alto” di evitare scontri e spargimenti di sangue.