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Malan dice che i dubbi dell’Ue sul Pnrr “sono sui progetti presentati dal governo Draghi”

Malan dice che i dubbi dell’Ue sul Pnrr “sono sui progetti presentati dal governo Draghi”


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Malan dice che i dubbi dell’Ue sul Pnrr “sono sui progetti presentati dal governo Draghi” – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – “I progetti su cui l’Ue ha espresso dubbi sono quelli presentati dal governo Draghi”. Lo ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato Lucio Malan intervistato a Sky Tg24 a proposito del dibattito sul Pnrr.

Fitto riferirà in Parlamento sul Pnrr? “Sono certo che in Senato la richiesta non è stata formulata in conferenza dei capigruppo, oggi c’è la conferenza dei capigruppo e vedremo se sarà formulata. Non c’è motivo per non farlo”. Quanto alla possibilità di affidare alla capacità di spesa del Nord eventuali risorse che non saranno spese da alcune regioni del Mezzogiorno Malan ha osservato che “se c’è modo di impiegare risorse che non possono essere impiegate altrimenti va fatto ma senza trascurare il Sud”.

Parlando poi di migranti a proposito dell’ipotesi di un nuovo decreto flussi Malan ha detto che “si valuterà la possibilità delle imprese e si valuterà il fatto che ci sono italiani che prendono un sussidio per non lavorare, perchè allora è assurdo cercare manodopera all’estero”.

Bce, attesa consumatori sull’inflazione a 12 mesi cala al 4,6%

Bce, attesa consumatori sull’inflazione a 12 mesi cala al 4,6%


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Bce, attesa consumatori sull’inflazione a 12 mesi cala al 4,6% – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – Le aspettative di inflazione mediane dei consumatori dell’area euro si sono ulteriormente attenuate sui prossimi 12 mesi, al 4,6% dal 4,9% che si registrava a gennaio. Parallelamente è calata l’inflazione media percepita sui 12 mesi trascorsi, all’8,7% a febbraio dal 9,5% di gennaio. Lo riporta la Banca centrale europea con la sua ultima indagine mensile sulle attese dei consumatori.

Guardando a più lungo termine le aspettative di inflazione delle famiglie per i prossimi 3 anni si sono appena limate al 2,4%, dal 2,5% del mese precedente. Secondo la Bce restano alti i livelli di incertezza e persiste un qualche divario tra le aspettative a seconda delle classi di età, con i più giovani che riportano livelli di inflazione percepita e aspettative più tenui rispetto alla fascia di età 55-70 anni. Le aspettative del pubblico sul futuro andamento dell’inflazione sono un elemento rilevante, tenuto sotto controllo dalla Bce, per valutare le generali potenziali spinte inflazionistiche nell’economia.

Sempre secondo questa inchiesta le aspettative sulla crescita dei redditi dei consumatori per i prossimi 12 mesi ci sono limate all’1,2%, dall’1,3% di gennaio. La percezione sugli aumenti di spesa dei passati 12 mesi invece è salita al 6,6%, dal 6,3% di gennaio. Le aspettative di spesa per i prossimi 12 mesi si sono ulteriormente alzate al 3,9% dal 3,8% di gennaio.

Pnrr, Malan: dubbi Ue su progetti presentati dal governo Draghi

Pnrr, Malan: dubbi Ue su progetti presentati dal governo Draghi


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Pnrr, Malan: dubbi Ue su progetti presentati dal governo Draghi – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – “I progetti su cui l’Ue ha espresso dubbi sono quelli presentati dal governo Draghi”. Lo ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato Lucio Malan intervistato a Sky Tg24 a proposito del dibattito sul Pnrr.

A proposito della richiesta delle opposizioni affinchè il ministro Fitto riferisca in Parlamento sul Pnrr, Malan ha osservato: “Sono certo che in Senato la richiesta non è stata formulata in conferenza dei capigruppo, oggi c’è la conferenza dei capigruppo e vedremo se sarà formulata. Non c’è motivo per non farlo”. Quanto alla possibilità di affidare alla capacità di spesa del Nord eventuali risorse che non saranno spese da alcune regioni del Mezzogiorno Malan ha osservato: “Se c’è modo di impiegare risorse che non possono essere impiegate altrimenti va fatto ma senza trascurare il Sud”.

Nordcorea, venerdì incontro negoziatori nucleari Sudcorea-Giappone-Usa

Nordcorea, venerdì incontro negoziatori nucleari Sudcorea-Giappone-Usa


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Nordcorea, venerdì incontro negoziatori nucleari Sudcorea-Giappone-Usa – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – I funzionari responsabili della questione del nucleare nordcoreano di Corea del Sud, Stati Uniti e Giappone terranno colloqui trilaterali a Seoul questa settimana. L’ha comunicato oggi il ministero degli Esteri sudcoreano.

Il capo negoziatore nucleare della Corea del Sud, Kim Gunn, terrà un incontro trilaterale con le sue controparti statunitensi e giapponesi, rispettivamente Sung Kim e Takehiro Funakoshi, venerdì. Giovedì Kim incontrerà in formato bilaterale le controparti statunitensi e giapponesi. “Durante i colloqui, i tre inviati intendono scambiarsi le loro valutazioni sulla grave situazione politica nella penisola coreana a seguito delle continue provocazioni della Corea del Nord e discutere le modalità per rispondere ad esse”, ha detto in un comunicato Lim Soo-suk, portavoce del ministero degli Esteri di Seoul.

L’incontro arriva tra le preoccupazioni che Pyongyang possa ulteriormente intensificare le tensioni nella penisola, mentre Seoul e Washington hanno concluso un’importante esercitazione alleata il mese scorso che il regime solitario ha denunciato come una prova di guerra. Le intelligence di questi due paesi ritengono imminente un nuovo test nucleare nordcoreano.

La settimana di Pasqua sarà più fredda di quella natalizia

La settimana di Pasqua sarà più fredda di quella natalizia


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>La settimana di Pasqua sarà più fredda di quella natalizia – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – La Settimana Santa sarà più fredda di quella natalizia. Aria polare in arrivo dalla Norvegia sta entrando nel nostro Paese attraverso la Porta della Bora con venti tesi da Nord-Est. Nei prossimi giorni le massime scenderanno ovunque anche di 5-10 gradi, mentre le minime potrebbero scivolare pericolosamente sottozero in Val Padana con il rischio di gelate tardive.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma l’anomalia termica pasquale ricordando le temperature registrate lo scorso Santo Natale 2022: Cagliari 21°C, Catania 20°C, Napoli 19°C, Roma 18°C e addirittura 15°C anche in Pianura Padana! La Settimana Santa sarà invece ricordata come la Settimana Fredda, nonostante quest’anno la Pasqua cada piuttosto alta e non bassa come altri anni. Si dice Pasqua bassa quando nel calendario avviene tra il 22 marzo e il 2 aprile, media tra il 3 e il 13 aprile ed alta tra il 14 e il 25 aprile. Insomma siamo ad aprile ed il freddo norvegese è ancora protagonista.

Nel dettaglio, nelle prossime ore le temperature crolleranno anche di 7-8 gradi nei valori minimi, le massime scenderanno di altrettanto al Centro-Nord mentre avremo un aumento al Sud con il tempo in miglioramento. Il ciclone che ha portato forte maltempo negli ultimi 2 giorni si sta infatti allontanando verso la Grecia: oggi sono attesi residui acquazzoni al Sud e tra medio Adriatico e Basso Lazio, ma in un contesto soleggiato. Il vento invece sarà ancora teso dai quadranti settentrionali e farà calare le temperature. Domani si riaccenderà l’instabilità al Centro-Sud nelle ore pomeridiane: in pratica avremo dei temporali sparsi nelle ore centrali della giornata, con minime all’alba invece decisamente fredde sotto un cielo stellato.

Dando uno sguardo fino alla Pasqua le temperature rimarranno molto basse di notte da Nord a Sud, mentre durante il giorno saranno solo leggermente sotto le medie del periodo; tra venerdì e sabato è previsto un nuovo impulso instabile dal Nord Europa con possibili acquazzoni a macchia di leopardo sul nostro Stivale, mentre per la Santa Pasqua potrebbe esserci un miglioramento, anche se ovviamente da confermare. Al momento la Pasqua sembra con temperature sotto media ed in prevalenza soleggiata; sarà incerta solo al Sud con rovesci sparsi; non è comunque escluso che il meteo ci smentisca e viri verso un quadro anche migliore. La Pasquetta sembra al momento sotto la rimonta dell’alta pressione, ma del meteo-pic-nic del lunedì dell’Angelo ci fidiamo molto poco: tutte le volte che arriviamo alla brace perfetta inizia l’acquazzone! Lo scopriremo meglio nei prossimi aggiornamenti.

Ecco come gli hacker nordcoreani finanziano Pyongyang

Ecco come gli hacker nordcoreani finanziano Pyongyang


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Ecco come gli hacker nordcoreani finanziano Pyongyang – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – Un gruppo di hacker nordcoreani conosciuto come Kimsuky ha rubato criptovaluta per finanziare le operazioni di spionaggio relative al suo programma nucleare. L’ha detto Mandiant, la sussidiaria di sicurezza informatica di Google, accendendo un ulteriore faro sulle operazioni di finanziamento illegali che sono alla base del programma nucleare di Pyongyang.

In un rapporto pubblicato sul suo blog, Mandiant ha affermato di aver tracciato il conglomerato di hacker sostenuto dallo stato nordcoreano – classificato come APT43 – negli ultimi cinque anni e di aver scoperto che Kimsuky ha commesso crimini informatici per sostenere finanziariamente il programma di armi nucleari di Pyongyang. “Si tratta di un’unità in grado di compiere una serie di crimini informatici prendendo di mira in particolare la criptovaluta”, ha affermato Luke McNamara, principale analista di Mandiant, in una conferenza stampa online per i media sudcoreani, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Yonhap. “Riteniamo – ha continuato – che la loro missione principale sia lo spionaggio informatico, la raccolta di segreti per il governo nordcoreano, in particolare sulla politica nucleare”.

APT43 fa parte del cosiddetto Ufficio generale di ricognizione del governo nordcoreano, che sovrintende a una serie di funzioni nell’articolata galassia dei servizi segreti nordcoreani. Assieme ad APT43 operano gruppi conosciuti come APT38, Temp Hermit e Andariel. In termini più generali, questo apparato di hacker è chiamato “Lazarus”, un nome che s’è conquistato gli onori delle cronache anche in Occidente dopo l’attacco contro la Sony Pictures di qualche anno fa. Si ritiene che questi gruppi condividano malware e codici di hacking per svolgere la loro missione di portare denaro al governo nordcoreano per finanziare il programma di armi.

“APT43 svolge una serie di diverse attività motivate finanziariamente, focalizzate principalmente sul furto di criptovaluta”, ha affermato McNamara. Il gruppo inoltre ha mostrato una particolare abilità nel riciclare le criptovalute rubate attraverso servizi di cloud mining, riuscendo così a nascondere le tracce di questi fondi rubati. Questi fondi sono stati poi utilizzati per finanziare la raccolta d’informazioni sulle armi nucleari, inviando e-mail di “spear phishing” rivolte a politici o ricercatori in Corea del Sud e negli Stati Uniti nelle quali si chiedevano opinioni approfondite su questioni nordcoreane. “Non hanno avuto nemmeno bisogno di inviare malware. Hanno semplicemente chiesto a qualcuno che stava lavorando su questioni politiche di fornire la loro analisi strategica di ciò che stava accadendo”, ha segnalato McNamara. “E molti obiettivi che hanno ricevuto queste e-mail hanno risposto liberamente e hanno dato risposte all’APT43, un apparato dell’intelligence della Corea del Nord”.

APT43 ha anche contattato aziende farmaceutiche globali per ottenere informazioni sui vaccini e sul trattamento Covid-19 durante la pandemia, ha affermato l’esperto di Google. Le unità cyber dell’intelligence nordcoreana sono particolarmente avanzate e svolgono un ruolo cruciale nel fornire sostegno finanziario al governo di Pyongyang in un momento di intensa attività militare e nell’imminenza – secondo diverse intelligence – di un nuovo test nuclerare.

Premier australiano Albanese andrà in Cina entro fine anno

Premier australiano Albanese andrà in Cina entro fine anno


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Premier australiano Albanese andrà in Cina entro fine anno – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – La Cina ha inviato all’Australia un invito “di principio” per il primo ministro Anthony Albanese a Pechino e la visita dovrebbe aver luogo quest’anno, tra settembre e ottobre. L’ha scritto oggi il South China Morning Post, facendo riferimento a fonti vicine alla materia.

La visita potrebbe diventare un punto di svolta nelle relazioni tra Pechino e Canberra, dopo tre anni di rapporti deteriorati caratterizzati da restriziomni sulle importazioni reciproche. La tempistica è in accordo alla commemorazione del 50mo anniverario della prima visita in Cina da parte di un primo ministro australiano. Gough Whitlam fece questo viaggio a novembre 1973.

Pechino ha anche trasmesso un invito “di principio” al ministro del Commercio australiano Don Farrell, che ha accettato e che si recherà “in un vicino futuro” in Cina, come ha detto lui stesso in un incontro virtuale con il corrispettivo cinese Wang Wentao. Cina e Australia sono da tre anni ai ferri corti e recentemente Pechino s’è lamentata del progetto australiano di acquistare sottomarini nucleari come parte dell’accordo Aukus di sicurezza con gli Stati uniti e la Gran Bretagna.

Fedriga: riconosciuto l’impegno di 5 anni di lavoro e la serietà di governo

Fedriga: riconosciuto l’impegno di 5 anni di lavoro e la serietà di governo


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Fedriga: riconosciuto l’impegno di 5 anni di lavoro e la serietà di governo – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – “Qui c’è solo una Regione che è stata ben governata. Sono contento per questo risultato che, per le sue dimensioni, mi carica di ancora maggiori responsabilità… Avevo percepito il clima positivo, ma non pensavo di andare oltre il 56-57%”. Lo ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, riconfermato ieri alla guida della regione, in una intervista al Corriere della Sera.

A cosa si deve un risultato così alto? “È stato riconosciuto l’impegno di 5 anni di lavoro. Probabilmente, la serietà di governo. Lo stile di chi bada alla sostanza dei problemi, che non fa dichiarazioni robo-anti. La proposta di governo dei territori, come si è visto anche in Lombardia e Lazio, è stata apprezzata dagli elettori. E poi l’apporto di Salvini come ministro delle Infrastrutture è stato premiante. A Roma Matteo sta lavorando molto bene”, ha sottolineato Fedriga sottolineando che “è sbalorditivo come in pochi mesi si sia riusciti ad invertire una tendenza negativa. Di solito per cambiare un trend servono anni”. Un ruolo a livello nazionale? “No – ha concluso -, mi sono proposto per la guida della mia Regione, per questo sono stato eletto e questo voglio fare. Non penso a nient’altro”.

Hacker nordcoreani all’attacco: ecco come finanziano Pyongyang

Hacker nordcoreani all’attacco: ecco come finanziano Pyongyang


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Hacker nordcoreani all’attacco: ecco come finanziano Pyongyang – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – Un gruppo di hacker nordcoreani conosciuto come Kimsuky ha rubato criptovaluta per finanziare le operazioni di spionaggio relative al suo programma nucleare. L’ha detto Mandiant, la sussidiaria di sicurezza informatica di Google, accendendo un ulteriore faro sulle operazioni di finanziamento illegali che sono alla base del programma nucleare di Pyongyang.

In un rapporto pubblicato sul suo blog, Mandiant ha affermato di aver tracciato il conglomerato di hacker sostenuto dallo stato nordcorrano – classificato come APT43 – negli ultimi cinque anni e di aver scoperto che Kimsuky ha commesso crimini informatici per sostenere finanziariamente il programma di armi nucleari di Pyongyang. “Si tratta di un’unità in grado di compiere una serie di crimini informatici prendendo di mira in particolare la criptovaluta”, ha affermato Luke McNamara, principale analista di Mandiant, in una conferenza stampa online per i media sudcoreani, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Yonhap. “Riteniamo – ha continuato – che la loro missione principale sia lo spionaggio informatico, la raccolta di segreti per il governo nordcoreano, in particolare sulla politica nucleare”.

APT43 fa parte del cosiddetto Ufficio generale di ricognizione del governo nordcoreano, che sovrintende a una serie di funzioni nell’articolata galassia dei servizi segreti nordcoreani. Assieme ad APT43 operano gruppi conosciuti come APT38, Temp Hermit e Andariel. In termini più generali, questo apparato di hacker è chiamato “Lazarus”, un nome che s’è conquistato gli onori delle cronache anche in Occidente dopo l’attacco contro la Sony Pictures di qualche anno fa. Si ritiene che questi gruppi condividano malware e codici di hacking per svolgere la loro missione di portare denaro al governo nordcoreano per finanziare il programma di armi.

“APT43 svolge una serie di diverse attività motivate finanziariamente, focalizzate principalmente sul furto di criptovaluta”, ha affermato McNamara. Il gruppo inoltre ha mostrato una particolare abilità nel riciclare le criptovalute rubate attraverso servizi di cloud mining, riuscendo così a nascondere le tracce di questi fondi rubati. Questi fondi sono stati poi utilizzati per finanziare la raccolta d’informazioni sulle armi nucleari, inviando e-mail di “spear phishing” rivolte a politici o ricercatori in Corea del Sud e negli Stati Uniti nelle quali si chiedevano opinioni approfondite su questioni nordcoreane. “Non hanno avuto nemmeno bisogno di inviare malware. Hanno semplicemente chiesto a qualcuno che stava lavorando su questioni politiche di fornire la loro analisi strategica di ciò che stava accadendo”, ha segnalato McNamara. “E molti obiettivi che hanno ricevuto queste e-mail hanno risposto liberamente e hanno dato risposte all’APT43, un apparato dell’intelligence della Corea del Nord”.

APT43 ha anche contattato aziende farmaceutiche globali per ottenere informazioni sui vaccini e sul trattamento Covid-19 durante la pandemia, ha affermato l’esperto di Google. Le unità cyber dell’intelligence nordcoreana sono particolarmente avanzate e svolgono un ruolo cruciale nel fornire sostegno finanziario al governo di Pyongyang in un momento di intensa attività militare e nell’imminenza – secondo diverse intelligence – di un nuovo test nuclerare.

Von der Leyen e Macron volano a Pechino per spingere la Cina a mediare fra Russia e Ucraina

Von der Leyen e Macron volano a Pechino per spingere la Cina a mediare fra Russia e Ucraina


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Von der Leyen e Macron volano a Pechino per spingere la Cina a mediare fra Russia e Ucraina – askanews.it



















Bruxelles, 4 apr. (askanews) – La visita a Pechino della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e del presidente francese Emmanuel Macron, giovedì prossimo, ha certamente tra i suoi obiettivi principali quello di cercare di convincere la Cina a svolgere un ruolo costruttivo di mediazione con la Russia per arrivare a una cessazione del conflitto in Ucraina, chiedendo tra l’altro al presidente Xi Jinping (come ha già fatto venerdì scorso, sempre a Pechino, il premier spagnolo Pedro Sßnchez), di incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e puntando allo stesso tempo a ottenere una conferma del fatto che la Cina non fornirà alcun tipo di armamenti letali all’invasore russo.

Comunque, ‘il modo in cui la Cina continuerà a interagire con la guerra di Putin sarà un fattore determinante per il futuro delle sue relazioni con l’Ue, ha avvertito von der Leyen, intervenendo giovedì scorso a un evento organizzato a Bruxelles dal ‘Mercator Institute for China Studies’ e dallo ‘European Policy Centre’.’ Ma la visita dei due leader europei intende soprattutto rappresentare una svolta nei rapporti economici e politici con la Cina, basata su un livello di franchezza senza precedenti sulle divergenze e sui possibili punti di cooperazione, come è emerso chiaramente in diversi punti del lungo e articolato discorso, a tratti molto duro, di von der Leyen. ‘Per definire una strategia europea nei riguardi della Cina, e che cosa significhi un successo di questa strategia, bisogna cominciare con una sobria valutazione delle nostre attuali relazioni e delle intenzioni strategiche cinesi. La nostra relazione con la Cina è troppo importante per essere messa a rischio dal fallimento di una definizione chiara’ dei suoi termini, ha detto la presidente della Commissione, ricordando che ‘negli ultimi anni abbiamo visto un deliberato indurimento della postura strategica complessiva della Cina’, a cui ora si accompagnano ‘azioni sempre più assertive’. Il primo punto, forse il più importante per il cambiamento che comporta per le politiche dell’Ue, riguarda le conseguenze economiche e commerciali di quello che von der Leyen ha definito come un vero e proprio passaggio d’epoca nella ‘visione del mondo’ di Pechino, ‘plasmata da un senso di missione per la nazione cinese’ a livello globale. La Cina, secondo la presidente della Commissione, ‘ha ormai voltato pagina rispetto all’era delle riforme e dell’apertura, e si sta muovendo verso una nuova era di sicurezza e controllo. In questo contesto, l’Unione europea si sta allineando agli Usa sulla politica di controllo degli investimenti e blocco delle esportazioni verso la Cina per le tecnologie avanzate con possibile uso duale (per scopi militari oltre che civili), che possono essere usate per nuovi sistemi di armamento o per l’intelligenza artificiale, rafforzando la capacità della Cina di aumentare il proprio potenziale militare e minacciare la sicurezza dell’Occidente e l’ordine mondiale (anche nella prospettiva, mai del tutto esclusa e sempre più temuta, di una possibile aggressione militare contro Taiwan).

Il discorso di Ursula von der Leyen è stato chiaro su questo: ‘Sappiamo – ha detto – che ci sono alcune aree in cui il commercio e gli investimenti mettono a rischio la nostra sicurezza economica o nazionale, in particolare nel contesto della esplicita fusione, in Cina, del settore militare con il settore commerciale. Questo è vero per alcune tecnologie sensibili, beni a duplice uso, o anche investimenti che derivano da trasferimenti forzati di tecnologia o conoscenza’. Bisogna perciò utilizzare in pieno gli strumenti per contrastare le distorsioni economiche che l’Unione si è già data, con il regolamento sui sussidi esteri, e il nuovo strumento per scoraggiare la coercizione economica. ‘Ora – ha osservato von der Leyen – abbiamo bisogno dell’unità a livello dell’Ue per un uso più audace e rapido di questi strumenti, quando è necessario, e un approccio più assertivo alla loro applicazione. Ma non basta: ‘Il cambiamento delle politiche della Cina – ha osservato – potrebbe richiederci di sviluppare anche altri nuovi strumenti difensivi per alcuni settori critici’.

‘L’Ue – ha spiegato – deve definire le sue future relazioni con la Cina e altri paesi in settori sensibili ad alta tecnologia come la microelettronica, l’informatica quantistica, la robotica, l’intelligenza artificiale, la biotecnologia e altri. E ‘laddove il duplice uso’, civile e militare, ‘non possa essere escluso, o i diritti umani potrebbero essere implicati, sarà necessario stabilire chiaramente se gli investimenti o le esportazioni’ da parte delle imprese europee ‘sono nei nostri interessi di sicurezza’. Dobbiamo garantire, ha sottolineato, ‘che il capitale, le competenze e le conoscenze delle nostre società non vengano utilizzate per migliorare le capacità militari e di intelligence di coloro che sono anche nostri rivali sistemici’. ‘Questo è il motivo per cui – ha riferito la presidente della Commissione – stiamo attualmente riflettendo su se e come l’Ue debba sviluppare un nuovo strumento mirato sugli investimenti in uscita. Questo riguarderebbe un piccolo numero di tecnologie sensibili in cui gli investimenti possono portare allo sviluppo di capacità militari che pongono rischi per la sicurezza. Per questo, ha annunciato, ‘la Commissione presenterà entro quest’anno alcune idee iniziali come parte di una nuova ‘Strategia di sicurezza economica. Intanto, bisogna riconoscere che l’Accordo complessivo sugli investimenti (Cai) dell’Ue con Pechino, per il quale i negoziati sono stati conclusi nel dicembre 2020, ma che è rimasto da allora congelato, con lo stop al processo di ratifica, ‘dovrà essere riesaminato alla luce della nostra più ampia strategia nei riguardi della Cina’, perché, ha ricordato von der Leyen, ‘negli ultimi tre anni il mondo e la Cina sono cambiati’.

Il secondo punto è la presa di coscienza ‘non ingenua’ del fatto che la Cina e ormai un ‘rivale sistemico’, e che Pechino propone un ordine mondiale alternativo a quello fondato e sostenuto dall’Occidente, di cui non riconosce l’universalità dei valori della democrazia, dei diritti umani, dello stato di diritto. Il tentativo di imporre questo nuovo ordine mondiale, che l’accomuna alla Russia, vede la Cina impegnata nella ricerca di alleanze con il ‘global South’, con l’India e con le altre economie emergenti. ‘Il chiaro obiettivo del Partito comunista cinese – ha osservato von der Leyen – è un cambiamento sistemico dell’ordine internazionale, con la Cina al centro. Lo abbiamo visto con le posizioni della Cina negli organismi multilaterali, che mostra la sua determinazione a promuovere una visione alternativa dell’ordine mondiale. Una visione ‘in cui i diritti individuali sono subordinati alla sovranità nazionale’, e dove ‘la sicurezza e l’economia prendono il sopravvento sui diritti politici e civili. Qui la risposta dell’Europa deve saper distinguere dove rispondere con fermezza, e dove, invece, bisogna cercare delle convergenze con Pechino, nelle aree in cui si può ancora collaborare a livello internazionale. ‘La nostra risposta – ha indicato la presidente della Commissione – deve iniziare dal lavoro per rafforzare lo stesso sistema internazionale. Noi vogliamo lavorare con i nostri partner su questioni globali come il commercio, la finanza, il clima, lo sviluppo sostenibile o la salute’, e a questo fine ‘è di vitale importanza garantire stabilità diplomatica e aprire linee di comunicazione con la Cina. Credo che non sia fattibile, né nell’interesse dell’Europa – ha avvertito -, rompere i ponti (‘decouple, ndr) con la Cina. Le nostre relazioni non sono bianche o nere, e nemmeno la nostra risposta può esserlo. Questo è il motivo per cui dobbiamo concentrarci sulla riduzione del rischio, e non sulla rottura. ‘E questo è uno dei motivi – ha aggiunto von der Leyen – per cui visiterò Pechino insieme al presidente Macron. Gestire questa relazione e avere uno scambio aperto e franco con le nostre controparti cinesi è una parte fondamentale di ciò che definirei la riduzione del rischio attraverso la diplomazia delle nostre relazioni con la Cina’. Ma, ha assicurato, ‘non saremo mai timidi nel sollevare le questioni profondamente preoccupanti’ riguardo alle violazioni dei diritti umani (come nello Xinjang), le pressioni militari e la disinformazione, e poi la coercizione economica e commerciale (in particolare contro i paesi che intensificano le relazioni con Taiwan), e ‘il deliberato sfruttamento della dipendenza e della leva economica per ottenere ciò che Pechino vuole dai paesi più piccoli’. La presidente della Commissione ha evidenziato che l’Ue vuole ‘riequilibrare e non tagliare’ le relazioni con la Cina, che è ‘un partner commerciale vitale’, con una politica di ‘riduzione del rischio’ a livello diplomatico ed economico. Negli scambi delle merci, la Cina vale il 9% delle esportazioni dell’Ue e il 20% delle importazioni, e nonostante il fatto che gli squilibri in questo rapporto stiano aumentando, ‘la maggior parte del nostro commercio in beni e servizi resta reciprocamente benefico e non comporta rischi’. Ma von der Leyen ha anche rilevato che ‘la nostra relazione è sbilanciata e subisce un impatto crescente dalle distorsioni create dal capitalismo di Stato cinese’. E dunque bisogna puntare, ha concluso la presidente della Commissione, a ‘un riequilibrio di questa relazione basato sulla trasparenza, la prevedibilità e la reciprocità’.