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Nordio-Piantedosi alle Camere per ribadire: “Almasri espulso subito perchè pericoloso”

Nordio-Piantedosi alle Camere per ribadire: “Almasri espulso subito perchè pericoloso”Roma, 4 feb. (askanews) – Di fronte a una richiesta di arresto giudicata quantomeno “irrituale”, la Corte d’Appello di Roma, e non il governo, ha deciso di scarcerare Osama Almasri Habish, capo della polizia giudiziaria libica. A quel punto, l’esecutivo è dovuto intervenire per espellere una persona considerata pericolosa per la sicurezza nazionale e lo ha fatto con le modalità che si applicano di prassi in questi casi. E’ questa la linea del governo che sarà ribadita domani, prima nell’aula della Camera e poi al Senato, dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dal ministro della Giustizia Carlo Nordio con un’informativa che sarà ripresa in diretta dalla Rai.


Sui presunti crimini di Almasri, che dal 6 gennaio era in Europa e si spostava liberamente tra diversi Paesi, da tempo stava indagando la Corte penale internazionale. L’uomo era stato fermato in Germania per un controllo di routine il 16 gennaio e il giorno seguente l’Interpol aveva avvisato l’Italia che era diretto nel nostro Paese. Il 18 gennaio Almasri era stato dunque fermato in Piemonte, ma in quel momento nei suoi confronti non risultava ancora pervenuto alcun mandato, ragion per cui era stato lasciato andare. La richiesta di arresto da parte della Cpi arrivava solo il giorno seguente e per questo il 20 gennaio il libico veniva arrestato dalla Digos a Torino e portato in carcere. L’arresto era stato eseguito su mandato della Cpi ai fini dell’estradizione, ma, secondo quanto è stato riferito, sarebbe servita l’autorizzazione del ministro della Giustizia, che però – è la linea del governo – non era stato avvisato per tempo. Ecco perché la Corte d’Appello di Roma non convalidava l’arresto. Il 21 gennaio Almasri veniva dunque rilasciato ed espulso su decreto del Viminale in quanto “soggetto pericoloso”, casi in cui si utilizza sempre un aereo militare e non un volo di linea. Martedì 28 gennaio, per la vicenda, la premier Giorgia Meloni annunciava di essere stata iscritta nel registro del procedimento da inviare al Tribunale dei ministri, insieme ai ministri Piantedosi e Nordio e al sottosegretario Alfredo Mantovano, dal procuratore di Roma Francesco Lo Voi, che aveva ricevuto una denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti per presunto favoreggiamento e peculato. Da lì le polemiche di governo e maggioranza contro la magistratura, accusata di non aver archiviato la denuncia trincerandosi dietro l’obbligatorietà dell’azione penale. Secondo quanto si apprende, domani il ministro dell’Interno Piantedosi farà una dettagliata ricostruzione di quanto avvenuto, ovviamente per quanto riguarda le competenze del Viminale, e quindi ripercorrerà gli spostamenti in Europa di Almasri e il suo arresto in Italia, coerentemente con quanto già affermato dal ministro nella sua precedente informativa. Per quanto riguarda poi la decisione di espellere Almasri e di reimpatriarlo con volo di Stato, una volta che la magistratura non ne aveva convalidato l’arresto, Piantedosi spiegherà che il soggetto, definito pericoloso, è stato riportato in Libia con un volo militare perché gli agenti di scorta non possono viaggiare armati su un aereo di linea, anche perché si metterebbe a repentaglio la sicurezza degli altri passeggeri.


Dal canto suo il ministro della Giustizia Nordio parlerà delle modalità della richiesta di arresto di Almasri da parte della Corte Penale internazionale, ritenute “irrituali”, e del fatto che non abbia avuto il tempo materiale di esaminare la corposa documentazione inviatagli dalla Corte d’Appello di Roma per acconsentire all’arresto del libico in tempi utili. Nordio, secondo quanto trapela, evidenzierà anche quegli elementi giuridici che hanno portato al cortocircuito delle procedure previste dalle leggi. A quanto si apprende, inoltre, i ministri ribadiranno che il governo chiederà chiarimenti alla Cpi sul perché il mandato di arresto sia stato deciso solo al momento del passaggio in Italia e non prima, durante l’attraversamento almeno di Regno Unito, Francia e Germania.


Ancora nessuna decisione invece, sull’eventuale apposizione del segreto di Stato da parte dell’esecutivo.

Avs fa sbarcatre in Europa la protesta contro ddl sicurezza: “destra feroce”

Avs fa sbarcatre in Europa la protesta contro ddl sicurezza: “destra feroce”Bruxelles, 4 feb. (askanews) – Gli eurodeputati di Alleanza Verdi e Sinistra Benedetta Scuderi, Mimmo Lucano e Ilaria Salis, hanno ospitato al Parlamento europeo, oggi a Bruxelles, insieme ai leader di Avs Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, una folta delegazione della ‘Rete Nazionale No Ddl Sicurezza – A Pieno Regime’, per portare all’attenzione delle istituzioni dell’Ue le ragioni del movimento contro il disegno di legge Sicurezza 1236 (Ddl Sicurezza), attualmente in discussione in Senato, con la richiesta ‘che l’Italia sia un’osservata speciale dell’Europa per il modo in cui questo decreto rischierebbe, a loro avviso, di criminalizzare il dissenso.


Durante una conferenza stampa, Bonelli ha denunciato ‘la ferocia ideologica di una destra che in Italia, in nome di una falsa sicurezza, sta comprimendo e mettendo in discussione i diritti civili e diritti umani’. E ha ricordato che ‘da quando si è insediato il governo Meloni’ sono state previsti nuove pene per ‘417 anni di carcere in più nel nostro codice penale. Sono stati previsti 48 reati in più con le relative aggravanti. Nel Ddl Sicurezza addirittura c’è l’articolo 31 che prevede che le università, i rettori e i professori debbano collaborare, ed è un obbligo imperativo, con i servizi segreti italiani per trasferire informazioni riguardo all’operato di professori e studenti. Una schedatura di massa che è un problema molto serio dal punto di vista democratico, e per questa ragione – ha sottolineato il co-portavoce di Europa Verde – ‘noi sosteniamo la richiesta di fare in modo che l’Italia da parte dell’Europa ‘sia una osservata speciale rispetto a quello che sta accadendo. Per Bonelli si tratta di ‘un fatto di una gravità inaudita. Nel Ddl ‘c’è una risposta repressiva alle crisi sociali; penso al fatto che si prevedono anni di carcere per chi blocca la strada nel momento in cui ad esempio o ha ricevuto la lettera di licenziamento, e poi va a protestare utilizzando questo strumento di disobbedienza civile per reclamare i suoi diritti, o alle misure repressive contro ‘gli attivisti climatici’.


‘Quello che sta accadendo in Italia e purtroppo quello che sta accadendo nel mondo è un problema che deve riguardare le democrazie e fare in modo che reagiscono in maniera molto molto determinata per mettere al centro la difesa dei diritti civili e dei diritti umani’, ha concluso Bonelli. ‘Iniziative normative che come il Ddl Sicurezza – ha aggiunto Fratoianni – operano prima sul terreno semantico della produzione di senso, per escludere il conflitto dal novero del consenso civile, criminalizzare ogni forma di dissenso, e poi si traducono in atti concreti con norme che lavorano su questo fronte per espellere definitivamente ogni possibilità di mobilitazione e di conflitto dal dibattito civile’.


‘Contro tutto questo – ha sottolineato – occorre mobilitarsi, e noi siamo qui oggi non solo perché questa mobilitazione intendiamo portarla fino in fondo con ogni strumento a disposizione delle aule parlamentari. Lo abbiamo fatto alla Camera, lo stanno facendo i nostri colleghi e le nostre colleghe al Senato, lo faremo nuovamente alla Camera se ne avremo occasione. Credo che questa battaglia vada portata con grande determinazione in ogni luogo delle istituzioni italiane ed europee e dunque anche qui nel Parlamento europeo’. ‘Ma siamo qui oggi – ha continuato Fratoianni – con tutti e tutte voi perché siamo convinti innanzitutto di una cosa: che questa battaglia, come quasi tutte le battaglie che abbiamo di fronte, non si può giocare soltanto nella dimensione del Parlamento e delle istituzioni. Questa battaglia vive solo se è in grado di produrre un’alleanza e una convergenza molto forte, in grado di attraversare la dimensione delle istituzioni e la dimensione delle piazze, delle scuole, delle università; di ricostruire un corpo sociale che collettivamente si riappropria dei propri diritti, non si rassegna ed è in grado di disobbedire alle leggi ingiuste e di costruire su questo terreno – ha concluso – un’alternativa possibile.


‘In Europa – ha osservato Benedetta Scuderi, dei Verdi – abbiamo già visto cosa succede quando in uno Stato membro non si rispettano i diritti di dissenso e di protesta, come in Ungheria. Oggi, invece di fare tutto il possibile per evitare che ciò si ripeta, in Italia vediamo un altro Stato membro che va incontro ai medesimi rischi a causa di un provvedimento liberticida ed autoritario’. ‘L’Italia non è sola – ha rilevato Scuderi – e noi dobbiamo far sì che l’Europa rimanga al nostro fianco, quella stessa Europa che deve continuare a tutelare la democrazia, le libertà e i diritti fondamentali. Questi sono anche i valori fondamentali che hanno portato alla fondazione dell’Ue e questa è l’Ue di cui vogliamo parlare oggi. Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace, in Calabria, che ha indicato un modello d’integrazione dei migranti nei paesi in via di spopolamento, ma che ha anche subito delle condanne penali per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ha definito il Ddl Sicurezza ‘un avvitamento autoritario pericoloso che va a toccare il diritto di protestare rispetto a un mondo ingiusto. Spesso – ha lamentato -, quando la Destra parla di sicurezza, finisce col prendersela con i più deboli, con chi vive ai margini’. ‘Anche i decreti del 2018 e del 2019 (con Matteo Salvini ministro dell’Interno, ndr) avevano come titolo la sicurezza – ha ricordato Lucano – ed erano volti a smantellare il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo e a penalizzare l’operato di chi dava loro supporto. Adesso si fa un passo in più, si prova a criminalizzare ogni forma di dissenso. Questo non è un problema solo italiano, ma rischia di essere un altro problema enorme per la democrazia europea, che è già in grande sofferenza e su cui possono aggiungersi ancora altri pericoli. ‘Il 3 marzo 2025 – ha annunciato l’eurodeputato della Sinistra – saremo alla Baraccopoli di San Ferdinando per protestare per le condizioni di degrado umano, degrado ambientale che hanno raggiunto un limite veramente impressionante. E vogliamo protestare contro questo governo che fa le deportazioni in Albania, nei centri di internamento. ‘Voglio farmi promotore – ha aggiunto Lucano – di una richiesta al Parlamento europeo, che poi un po’ riguarda la mia storia, come sindaco e come militante politico: proporre il modello Riace, il modello dei piccoli paesi abbandonati che rinascono grazie all’accoglienza. E mi auguro con tutto il cuore che questa proposta possa costituire anche un’alternativa a quello che sta accadendo, con le deportazioni in Albania, con i lager libici, con la storia dei memorandum’. ‘I rapporti con la guardia costiera libica e con le mafie libiche iniziano proprio in un periodo in cui c’è stata la criminalizzazione della solidarietà; e in quel periodo io anche personalmente ho subito una storia giudiziaria di cui ancora non è stata ancora scritta la parola fine, ha concluso l’ex sindaco di Riace. ‘Siamo una rete di convergenza fatta di associazioni, centri sociali, sindacati e partiti, studenti, movimenti ambientalisti, giuristi e realtà della società civile diffusa’, ha detto Luca Blasi, della ‘Rete No Ddl Sicurezza’. A Bruxelles, ha spiegato, ‘nella massima sede della democrazia europea, veniamo a lanciare un grido allarme’. Il Ddl Sicurezza, ha avvertito, è ‘un vero e proprio manifesto autoritario contrario ai principi democratici costituzionali: il più grave attacco alla democrazia dal dopoguerra ad oggi, che traduce in anni di carcere e limitazione dello spazio democratico qualsiasi pulsione al cambiamenti e al dissenso’. Secondo Blasi, ‘l’Italia sta diventando il laboratorio politico per compiere una svolta autoritaria, che se nella pratica con i suoi 38 articoli agisce all’interno dello spazio nazionale italiano in realtà ha poi come progetto quello di ‘estendersi a livello europeo e globale planando sull’onda autoritaria già all’opera in Ungheria e negli Stati Uniti. ‘Carcere per chi si organizza per rivendicare il diritto alla casa, carcere per chi denuncia anche pacificamente gli effetti della crisi climatica in atto, carcere per chi, sempre pacificamente, denuncia le condizioni pesanti nelle carceri e nei centri di detenzione per i migranti, carcere per gli studenti che si organizzano e lottano nelle scuole: il Ddl Sicurezza – ha sottolineato Blasi – mira a colpire le più elementari forme pacifiche del dissenso, come il blocco stradale, strumento di lotta tanto degli operai che difendano le loro fabbriche dalla chiusura quanto delle nuove generazioni attive nei movimenti ambientalisti’. Per questo, ha affermato Blasi, ‘chiediamo che l’Italia diventi un osservato speciale, poiché il rischio che sta correndo ‘rappresenta un punto di non ritorno pericoloso per tutta la democrazia e per tutta la Comunità europea, nonché un passo avanti ulteriore per le destre eversive sostenute dalla Megalomania di Musk e Trump’. ‘Chiediamo a tutte le forze progressiste, democratiche, socialiste e antifasciste di aprire il dibattito europeo ad ogni livello possibile e di unire le forze nell’opporsi senza tentennamenti a questa deriva, e al Parlamento europeo di ‘cogliere pienamente il segnale di allarme’ e di ‘porre in essere tutte le iniziative possibile per opporsi a questo disegno autoritario. Il futuro della democrazie europea – ha concluso Blasi – è in pericolo’.

Avs fa sbarcatre in Europa la protesta contro ddl sicurezza: “destra feroce”

Avs fa sbarcatre in Europa la protesta contro ddl sicurezza: “destra feroce”Bruxelles, 4 feb. (askanews) – Gli eurodeputati di Alleanza Verdi e Sinistra Benedetta Scuderi, Mimmo Lucano e Ilaria Salis, hanno ospitato al Parlamento europeo, oggi a Bruxelles, insieme ai leader di Avs Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, una folta delegazione della ‘Rete Nazionale No Ddl Sicurezza – A Pieno Regime’, per portare all’attenzione delle istituzioni dell’Ue le ragioni del movimento contro il disegno di legge Sicurezza 1236 (Ddl Sicurezza), attualmente in discussione in Senato, con la richiesta ‘che l’Italia sia un’osservata speciale dell’Europa per il modo in cui questo decreto rischierebbe, a loro avviso, di criminalizzare il dissenso.


Durante una conferenza stampa, Bonelli ha denunciato ‘la ferocia ideologica di una destra che in Italia, in nome di una falsa sicurezza, sta comprimendo e mettendo in discussione i diritti civili e diritti umani’. E ha ricordato che ‘da quando si è insediato il governo Meloni’ sono state previsti nuove pene per ‘417 anni di carcere in più nel nostro codice penale. Sono stati previsti 48 reati in più con le relative aggravanti. Nel Ddl Sicurezza addirittura c’è l’articolo 31 che prevede che le università, i rettori e i professori debbano collaborare, ed è un obbligo imperativo, con i servizi segreti italiani per trasferire informazioni riguardo all’operato di professori e studenti. Una schedatura di massa che è un problema molto serio dal punto di vista democratico, e per questa ragione – ha sottolineato il co-portavoce di Europa Verde – ‘noi sosteniamo la richiesta di fare in modo che l’Italia da parte dell’Europa ‘sia una osservata speciale rispetto a quello che sta accadendo. Per Bonelli si tratta di ‘un fatto di una gravità inaudita. Nel Ddl ‘c’è una risposta repressiva alle crisi sociali; penso al fatto che si prevedono anni di carcere per chi blocca la strada nel momento in cui ad esempio o ha ricevuto la lettera di licenziamento, e poi va a protestare utilizzando questo strumento di disobbedienza civile per reclamare i suoi diritti, o alle misure repressive contro ‘gli attivisti climatici’.


‘Quello che sta accadendo in Italia e purtroppo quello che sta accadendo nel mondo è un problema che deve riguardare le democrazie e fare in modo che reagiscono in maniera molto molto determinata per mettere al centro la difesa dei diritti civili e dei diritti umani’, ha concluso Bonelli. ‘Iniziative normative che come il Ddl Sicurezza – ha aggiunto Fratoianni – operano prima sul terreno semantico della produzione di senso, per escludere il conflitto dal novero del consenso civile, criminalizzare ogni forma di dissenso, e poi si traducono in atti concreti con norme che lavorano su questo fronte per espellere definitivamente ogni possibilità di mobilitazione e di conflitto dal dibattito civile’.


‘Contro tutto questo – ha sottolineato – occorre mobilitarsi, e noi siamo qui oggi non solo perché questa mobilitazione intendiamo portarla fino in fondo con ogni strumento a disposizione delle aule parlamentari. Lo abbiamo fatto alla Camera, lo stanno facendo i nostri colleghi e le nostre colleghe al Senato, lo faremo nuovamente alla Camera se ne avremo occasione. Credo che questa battaglia vada portata con grande determinazione in ogni luogo delle istituzioni italiane ed europee e dunque anche qui nel Parlamento europeo’. ‘Ma siamo qui oggi – ha continuato Fratoianni – con tutti e tutte voi perché siamo convinti innanzitutto di una cosa: che questa battaglia, come quasi tutte le battaglie che abbiamo di fronte, non si può giocare soltanto nella dimensione del Parlamento e delle istituzioni. Questa battaglia vive solo se è in grado di produrre un’alleanza e una convergenza molto forte, in grado di attraversare la dimensione delle istituzioni e la dimensione delle piazze, delle scuole, delle università; di ricostruire un corpo sociale che collettivamente si riappropria dei propri diritti, non si rassegna ed è in grado di disobbedire alle leggi ingiuste e di costruire su questo terreno – ha concluso – un’alternativa possibile.


‘In Europa – ha osservato Benedetta Scuderi, dei Verdi – abbiamo già visto cosa succede quando in uno Stato membro non si rispettano i diritti di dissenso e di protesta, come in Ungheria. Oggi, invece di fare tutto il possibile per evitare che ciò si ripeta, in Italia vediamo un altro Stato membro che va incontro ai medesimi rischi a causa di un provvedimento liberticida ed autoritario’. ‘L’Italia non è sola – ha rilevato Scuderi – e noi dobbiamo far sì che l’Europa rimanga al nostro fianco, quella stessa Europa che deve continuare a tutelare la democrazia, le libertà e i diritti fondamentali. Questi sono anche i valori fondamentali che hanno portato alla fondazione dell’Ue e questa è l’Ue di cui vogliamo parlare oggi. Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace, in Calabria, che ha indicato un modello d’integrazione dei migranti nei paesi in via di spopolamento, ma che ha anche subito delle condanne penali per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ha definito il Ddl Sicurezza ‘un avvitamento autoritario pericoloso che va a toccare il diritto di protestare rispetto a un mondo ingiusto. Spesso – ha lamentato -, quando la Destra parla di sicurezza, finisce col prendersela con i più deboli, con chi vive ai margini’. ‘Anche i decreti del 2018 e del 2019 (con Matteo Salvini ministro dell’Interno, ndr) avevano come titolo la sicurezza – ha ricordato Lucano – ed erano volti a smantellare il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo e a penalizzare l’operato di chi dava loro supporto. Adesso si fa un passo in più, si prova a criminalizzare ogni forma di dissenso. Questo non è un problema solo italiano, ma rischia di essere un altro problema enorme per la democrazia europea, che è già in grande sofferenza e su cui possono aggiungersi ancora altri pericoli. ‘Il 3 marzo 2025 – ha annunciato l’eurodeputato della Sinistra – saremo alla Baraccopoli di San Ferdinando per protestare per le condizioni di degrado umano, degrado ambientale che hanno raggiunto un limite veramente impressionante. E vogliamo protestare contro questo governo che fa le deportazioni in Albania, nei centri di internamento. ‘Voglio farmi promotore – ha aggiunto Lucano – di una richiesta al Parlamento europeo, che poi un po’ riguarda la mia storia, come sindaco e come militante politico: proporre il modello Riace, il modello dei piccoli paesi abbandonati che rinascono grazie all’accoglienza. E mi auguro con tutto il cuore che questa proposta possa costituire anche un’alternativa a quello che sta accadendo, con le deportazioni in Albania, con i lager libici, con la storia dei memorandum’. ‘I rapporti con la guardia costiera libica e con le mafie libiche iniziano proprio in un periodo in cui c’è stata la criminalizzazione della solidarietà; e in quel periodo io anche personalmente ho subito una storia giudiziaria di cui ancora non è stata ancora scritta la parola fine, ha concluso l’ex sindaco di Riace. ‘Siamo una rete di convergenza fatta di associazioni, centri sociali, sindacati e partiti, studenti, movimenti ambientalisti, giuristi e realtà della società civile diffusa’, ha detto Luca Blasi, della ‘Rete No Ddl Sicurezza’. A Bruxelles, ha spiegato, ‘nella massima sede della democrazia europea, veniamo a lanciare un grido allarme’. Il Ddl Sicurezza, ha avvertito, è ‘un vero e proprio manifesto autoritario contrario ai principi democratici costituzionali: il più grave attacco alla democrazia dal dopoguerra ad oggi, che traduce in anni di carcere e limitazione dello spazio democratico qualsiasi pulsione al cambiamenti e al dissenso’. Secondo Blasi, ‘l’Italia sta diventando il laboratorio politico per compiere una svolta autoritaria, che se nella pratica con i suoi 38 articoli agisce all’interno dello spazio nazionale italiano in realtà ha poi come progetto quello di ‘estendersi a livello europeo e globale planando sull’onda autoritaria già all’opera in Ungheria e negli Stati Uniti. ‘Carcere per chi si organizza per rivendicare il diritto alla casa, carcere per chi denuncia anche pacificamente gli effetti della crisi climatica in atto, carcere per chi, sempre pacificamente, denuncia le condizioni pesanti nelle carceri e nei centri di detenzione per i migranti, carcere per gli studenti che si organizzano e lottano nelle scuole: il Ddl Sicurezza – ha sottolineato Blasi – mira a colpire le più elementari forme pacifiche del dissenso, come il blocco stradale, strumento di lotta tanto degli operai che difendano le loro fabbriche dalla chiusura quanto delle nuove generazioni attive nei movimenti ambientalisti’. Per questo, ha affermato Blasi, ‘chiediamo che l’Italia diventi un osservato speciale, poiché il rischio che sta correndo ‘rappresenta un punto di non ritorno pericoloso per tutta la democrazia e per tutta la Comunità europea, nonché un passo avanti ulteriore per le destre eversive sostenute dalla Megalomania di Musk e Trump’. ‘Chiediamo a tutte le forze progressiste, democratiche, socialiste e antifasciste di aprire il dibattito europeo ad ogni livello possibile e di unire le forze nell’opporsi senza tentennamenti a questa deriva, e al Parlamento europeo di ‘cogliere pienamente il segnale di allarme’ e di ‘porre in essere tutte le iniziative possibile per opporsi a questo disegno autoritario. Il futuro della democrazie europea – ha concluso Blasi – è in pericolo’.

Formula1, Ferrari in pista a Barcellona

Formula1, Ferrari in pista a BarcellonaRoma, 4 feb. (askanews) – La Ferrari è tornata in pista a Barcellona per la prima delle due giornate di test Pirelli da condividere sul tracciato catalano assieme alla McLaren. Si provano le gomme per il 2026 ma sono Km buoni anche per continuare la preparazione in vista dell’inizio della nuova stagione (primo weekend 14-16 marzo in Australia). Lewis Hamilton, salito la scorsa settimana sulla SF-23, stavolta ha provato la monoposto dello scorso Mondiale. Per Charles Leclerc , invece, la possibilità di recuperare il precedente la parte del ‘Testing previous Cars’ non concluso dopo l’incidente di Lewis. Per il monegasco la SF-23 a disposizione, come da regolamento. In pista a Barcellona per il Tpc anche l’Alpine.


L’ad Ferrari, Benedetto Vigna, ha parlato anche degli obiettivi in F1 e di Hamilton in occasione della conference call con gli analisti finanziari: “A livello di brand, l’arrivo di Lewis fa sicuramente bene. Sarà una bella coppia con Leclerc. Puntiamo a competere ai vertici sia nel campionato di F1 che in quello Endurance, con una squadra rinforzata e un obiettivo chiaro: vincere”.

Sci, Italia d’oro ai mondialidi Saalbach nel parallelo misto

Sci, Italia d’oro ai mondialidi Saalbach nel parallelo mistoRoma, 4 feb. (askanews) – È subito medaglia d’oro per l’Italia ai Mondiali di sci alpino di Saalbach. Gli azzurri hanno vinto il parallelo a squadre miste, gara di apertura della rassegna iridata sulle nevi austriache. Lara Della Mea, Giorgia Collomb, Alex Vinatzer e Filippo Della Vite hanno disputato una gara impeccabile, eliminando nell’ordine Ucraina, Francia e Svezia e battendo la favorita Svizzera nella big final. Una sfida per l’oro equilibrata, finita 2-2 e vinta dagli azzurri grazie alla migliore somma dei tempi. Merito del 25.43 della 18enne Giorgia Collomb (al primo Mondiale in carriera dopo l’esordio a novembre in Coppa del Mondo) e del 24.48 di Alex Vinatzer. In totale 49.91, 45 centesimi in meno rispetto alla somma dei tempi di Luca Aerni e Delphine Darbellay che avevano battuto Della Vite e Della Mea. Medaglia di bronzo, invece, alla Svezia che ha battuto gli Stati Uniti nella small final.

Far Fading West di Luisa Menazzi Moretti, mondi che scompaiono

Far Fading West di Luisa Menazzi Moretti, mondi che scompaionoRoma, 4 feb. (askanews) – Far Fading West di Luisa Menazzi Moretti, edizioni Artem, è un libro fotografico, ma è anche una mostra, e un incontro per una riflessione su mondi che scompaiono, in un viaggio per immagini che dal Texas parla all’Italia.


Venerdì 7 febbraio ore 18.00, alle Librerie.coop di Mestre, in Piazza Ferretto, l’autrice Luisa Menazzi Moretti presenta il suo lavoro insieme a Roberta Valtorta, critica e storica della fotografia, curatrice del volume. Con loro apre la riflessione, Vanni Pettinà, professore di Storia e istituzioni delle Americhe, Ca’ Foscari. Modera l’incontro Domenico Lanzilotta, giornalista e direttore di City Vision. Far Fading West è un viaggio mistico attraverso 169 scatti che raccontano la dissoluzione di un mondo. Tappeti scoloriti dalla polvere, intonaci sbiaditi, assi di legno mangiate dai tarli, strade spaccate dal sole, villaggi fantasma nel grigiore bucato da sprazzi di colore di murales e vecchi cartelloni, un Texas che va scomparendo, nell’ombra di poche figure umane, che solitarie si aggirano tra ciò che resta, che si aggrappano allo scheletro di un mondo che non può ritornare. Come il cowboy (nella foto) che lentamente, in sella al suo cavallo, percorre una modernissima, deserta autostrada di Houston. Solitudini catturate dal lavoro di Luisa Menazzi Moretti, l’autrice, italo americana, che di questa dualità di identità e cultura arricchisce lo sguardo nel passaggio delle immagini attraverso l’obiettivo. Ma la dissoluzione di questo mondo – un mondo, il West, che per tanti anni è stata iconografia viva nell’immaginario collettivo italiano – la sua solitudine, questo ultimo tentativo di restare attaccati, senza forza, con un gesto quasi necessario a ciò che sta scomparendo, raccontato negli scatti di Far Fading West è qualcosa che non è lontano, non è solo Texas e non è solo un luogo. È uno stato mentale. È una “mistica” universale, che – attraverso il rispetto e la delicatezza dell’obiettivo dell’artista che ha raccolto queste immagini – parla a tutti. Parla alla solitudine e al disgregarsi delle periferie italiane, all’abbandono di aree industriali, al disfacimento di un tessuto sociale, di un’economia, manifatturiera ma anche agricola, che ancora non è riuscita a reinventarsi, in bilico fra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere, oltre le tenaglie della “modernità”.


Far Fading West parte dal Texas ma parla anche all’Italia, per questo dal libro fotografico è nato un progetto di dialogo, attraverso la presentazione del lavoro in librerie e biblioteche, selezionate in base alla loro attenzione all’arte e al sociale. Incontri per parlare di un mondo, quello del Texas, ma anche per riflettere sul racconto universale dell’uomo che cerca di non perdere il suo passato, mentre lotta per prendersi il futuro, della solitudine che spesso attraversa il cambiamento, di una crisi economica e sociale che ha cambiato anche i nostri paesaggi. E Mestre, con le Librerie.coop è il punto di partenza di questo nuovo viaggio.

La Rai ricorre in appello contro la sentenza del Tar Liguria su Sanremo

La Rai ricorre in appello contro la sentenza del Tar Liguria su SanremoRoma, 4 feb. (askanews) – “Rai informa di aver proposto appello avverso la sentenza del Tar Liguria avendo interesse a far accertare la piena legittimità delle delibere con le quali il Comune di Sanremo le aveva concesso in uso esclusivo il marchio ‘Festival della Canzone Italiana’, fermo restando che – come riconosciuto dalla stessa sentenza appellata – nessuno al di fuori di Rai è titolato a organizzare il Festival nella sua versione attuale i cui diritti spettano a quest’ultima in via esclusiva”. E’ quanto sottolinea la Rai in una nota.

Dai dazi Usa alla Ia, in dibattito AmCham tutte le sfide per l’Ue

Dai dazi Usa alla Ia, in dibattito AmCham tutte le sfide per l’UeMilano, 4 feb. (askanews) – La competitività e i valori europei, lo sviluppo, le nuove tecnologie e le regole non sono in contraddizione ma elementi complementari di una Europa sicuramente più forte e resiliente, non timorosa dei dazi, ma che sappia piuttosto rilanciare la partnership transatlantica. È quanto emerso oggi a Milano a “Il futuro della competitività europea, tra innovazione, sostenibilità e sicurezza”, primo appuntamento per il 2025 dei simposi organizzati da AmCham Italy “Walk the Talk”, ormai giunti alla quarta edizione. Ad aprire i lavori Simone Crolla, managing director di AmCham Italy, e subito a seguire l’europarlamentare Carlo Fidanza (FdI), che la sua introduzione ha spiegato come l’Italia può fare da “cerniera” tra interessi europei e americani e avere un ruolo di guida in un’Europa che sappia osare rilanciando “la partnership transatlantica” senza aver paura dei dazi.


Fidanza ha evidenziato la necessità della semplificazione in sede europea, di un’Europa appetibile anche come sede per l’innovazione, oltre a mettere in luce gli “interessi geostrategici che possono convergere”. Uno spunto riemerso anche nel successivo dibattito condotto da Federica Di Pillo, capo delle relazioni esterne di AmCham Italy. Va detto che in un contesto globale sempre più interconnesso e complesso, l’Europa si trova ad affrontare sfide decisive per preservare e accrescere la propria competitività. Il recente rapporto “Il futuro della competitività europea” presentato da Mario Draghi alla Commissione Europea fornisce una visione strategica su come coniugare innovazione, sostenibilità e sicurezza, elementi essenziali per assicurare un futuro prospero al continente.


Di Pillo ha ricordato che la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen ha di recente spiegato come la visione europea di competitività economica sia un equilibrio tra innovazione e valori sociali condivisi. E come la semplificazione e la stabilità normativa siano punti fondamentali per guardare al futuro con sicurezza e come la competitività e i valori non siano. E proprio durante il dibattito su un tema di estrema attualità – l’Intelligenza artificiale – Andrea Galvagni, responsabile per l’Italia di Palantir Technologies, ha chiarito: “ci sono tanti settori dove l’Ia può essere impiegata. Forse la domanda è dove non può essere impiegata. Quanto all’aspetto della sicurezza, è importante per l’Europa sviluppare le proprie tecnologie” ma “c’è uno spazio enorme per innovare” ed “è importante” che l’Europa abbia la propria innovazione, ha detto. Ma soprattutto: l’Intelligenza artificiale può essere uno strumento per armonizzare l’innovazione con la complicata regolamentazione europea. Secondo Galvagni, infatti, in Europa abbiamo “molta regolamentazione”, abbiamo “tanti metodi per mettere nuove regolamentazioni e pochi per toglierle”, ma questo non vuol dire che le regole siano da smantellare, anzi le regolamentazioni devono essere la “base per costruire”. Sempre Galvagni ha chiarito come in Europa non ci sia “un problema di innovazione, in quanto tale. Noi abbiamo in Europa delle aziende che sono leader nel mondo in tantissimi campi”. Ma tuttavia “abbiamo un forte problema culturale di comprensione di cosa sia il software”, anche tenendo conto che “tutte le più grosse aziende del mondo, a oggi, sono americane e sono aziende di software”. E se nel Vecchio continente “siamo estremamente bravi nel creare hadware”, non lo siamo altrettanto con il software che “è qualcosa di vivo, che va costantemente sperimentato, costantemente sviluppato, innovato e che richiede dei rischi” che però rimangono estremamente limitati. Insomma in Europa c’è “un problema culturale” che spinge a gestire l’innovazione del software e della Ia come quella dell’hardware. E quindi bisogna iniziare a capire meglio l’importanza del software e dell’intelligenza artificiale, soprattutto per le medie e piccole aziende. “Perché può essere un forte qualificatore. È una risorsa che non si stanca mai, ed è una risorsa a basso costo”, ha spiegato Galvagni.


Alla discussione hanno preso parte anche Paola Angeletti, Chief Sustainability Officer, Intesa Sanpaolo, Jacopo Brunelli, Managing Director & Senior Partner, BCG, Barbara Cominelli Ceo Italy & EMEA Retail Markets Lead, JLL Italy, ed Andrea Di Segni, Managing Director Italy, Morrow Sodali. Angeletti ha posto l’accento sulla necessità di “armonizzazione delle norme per le aziende e lo sviluppo della competitività con la volontà di semplificare il quadro normativo”. Per Di Segni la competitività può rappresentare anche “una spinta economica per le aziende europee”. “Io ritengo che la sostenibilità sia da perseguire. Imperativo per il nostro paese è favorire la riduzione di emissioni, ma anche grande opportunità perché favorisce l’innovazione” ha detto Brunelli. Per Cominelli la “semplificazione è anche l’accessibilità, la vivibilità” e comunque dal punto di vista dell’infrastruttura l’Italia è ben posizionata e continuerà ad evolversi e ben posizionarsi.

Insurtech Embedded insurance: l’84% della Gen Z la vuole

Insurtech Embedded insurance: l’84% della Gen Z la vuoleRoma, 4 feb. (askanews) – Democratizzare e digitalizzare il mondo delle assicurazioni. Questo l’obiettivo di ilmiobrokerassicurativo.it, la startup dei due under30 Sebastiano Andreis e Simone Alberto, tra le prime in Italia a portare l’embedded insurance, cioè l’offerta di servizi assicurativi abbinati a prodotti o servizi non assicurativi, che ha appena chiuso un aucap da 470mila euro.


L’embedded insurance. Secondo una ricerca di Boston Consulting Group, l’84% della Gen Z e il 75% dei Millennial a livello globale hanno dichiarato che acquisterebbero un prodotto embedded insurance, contro il 59% della Gen X e il 46% dei Baby Boomer. Alle nuove generazioni, quelle “point and click”, l’embedded insurance, dunque, piace. Eppure, il mercato delle assicurazioni negli anni è rimasto legato a sistemi informatici tradizionali: secondo una ricerca di McKinsey del 2022, l’81% degli assicuratori aveva meno del 25% dei propri sistemi su cloud pubblico, fondamentale per l’embedded insurance. Un elemento che rappresenta un problema da un lato, ma anche un’opportunità per tutto il mondo dell’insurtech, in forte espansione: il valore dell’insurtech passerà dai 40 miliardi del 2023 ai 200 miliardi nel 2030. Del resto, il 2024 ha segnato un punto di svolta per gli investimenti in innovazione tecnologica del comparto assicurativo che lo scorso novembre hanno raggiunto i 700 milioni di euro (fonte Italian Insurtech Summit 2024). Di questi, il 73% ha riguardato le compagnie assicurative, il 12% le banche e il 5% il mondo dei broker. Cosa fa ilmiobrokerassicurativo.it. E proprio nel segno dell’innovazione nasce ilmiobrokerassicurativo.it. La startup ha un modello di business B2B2C, per cui i principali clienti sono aziende, siche o digitali, che vogliono abbinare le assicurazioni ai propri prodotti, dando così un ulteriore servizio ai propri clienti. Ilmiobrokerassicurativo, cioè, permette a qualsiasi tipo di azienda di integrare facilmente polizze assicurative nella vendita di prodotti e servizi. Una novità in questo campo: se no a oggi, infatti, l’assicurazione è stata legata all’acquisto di un particolare bene o servizio – per esempio un viaggio o un volo – con ilmiobrokerassicurativo qualsiasi azienda può beneciare di questo plus. “Ad esempio – spiega Sebastiano Andreis, co-founder e attuale Ceo – un ecommerce che commercializza biciclette può proporre un’assicurazione per tutelare il prodotto da rottura o furto acquistabile direttamente nel carrello online. Il nostro obiettivo è la democratizzazione dei beni, cioè rendere i servizi assicurativi accessibili a più persone e con canali differenti rispetto a quelli tradizionali”. Un vantaggio supportato dai numeri visto che, secondo Chubb, il 65% dei consumatori considera il prodotto assicurativo integrato un valore aggiunto, infatti i clienti si sentono più propensi ad acquistare (e spendere di più) quando il prodotto è abbinato a un’assicurazione.


Ilmiobrokerassicurativo: rivoluzione digitale. Ma la vera rivoluzione dell’azienda sta nella sua digitalizzazione. Ilmiobrokerassicurativo ha integrato n dal principio una tecnologia che consente agli utenti di aggiungere un’assicurazione direttamente durante l’acquisto di un prodotto su un marketplace online o attraverso un QR code nei negozi sici. In entrambi i casi, grazie alla tecnologia sviluppata, la startup consente a piccole e medie imprese, sia siche che digitali, di integrare facilmente prodotti assicurativi nei loro processi di vendita. Una soluzione scalabile, veloce da implementare e pensata per aumentare le conversioni e la ducia dei clienti verso il brand. “Il nostro obiettivo è democratizzare l’assicurazione, rendendola accessibile, semplice e trasparente. Volendo fare un paragone, ilmiobrokerassicurativo vuole essere ciò che è stato AirBnb per il mondo dell’hospitality: una piattaforma accessibile e disponibile a chiunque abbia una stanza da attare”, spiega Sebastiano Andreis. Aucap da 470milaeuro. Con l’aumento di capitale da 470mila euro, a cui hanno contribuito investitori quali Zest, Ventive, Rigel, Moffu Labs, Potakoy, AFP capital, Insquared, Mival capital e un veicolo d’investimento Nano 4 Future, ilmiobrokerassicurativo vuole digitalizzare ancora di più il business, ampliare il team e iniziare a guardare all’Europa. Con la chiusura dell’aucap, infatti, la startup fa un passo in avanti, implementando l’intelligenza articiale per automatizzare la gestione dei sinistri e inserendo un AI Assistant specico per il settore assicurativo. “Stiamo inserendo l’IA in quasi tutti i processi, sia aziendali per snellire e velocizzare il lavoro manuale, sia al servizio degli utenti. Sta per uscire il nostro AI Insurance assistant che permetterà di avere uno strumento a supporto per tutti gli operatori del mercato assicurativo” ha detto Simone Alberto CTO e Co-Founder. Un altro obiettivo dell’aucap è quello di allargare il team, per ora composto da 7 persone, tutte under 30. ilmiobrokerassicurativo.it vuole infatti inserire la gura del business developer e nello specico 2 professionisti che conoscano il settore assicurativo e abbiano lavorato con modelli di business Anity o B2B2C.


Uno sguardo all’estero. Dopo un biennio 2025/2026 di consolidamento nel mercato italiano, la startup si propone di guardare anche ad altri mercati internazionali. L’obiettivo è l’Europa: “Siamo una startup tecnologica che punta a innovare il settore assicurativo, ancora fortemente legato al passato. Il nostro focus attuale è consolidare una crescita stabile nel mercato nazionale, ma l’ambizione è sicuramente quella di espanderci in Europa, mercato che oggi vale 500 miliardi di premi assicurativi. L’obiettivo pressato in questo senso guarda al 2027, partendo da Paesi con normative assicurative simili alle nostre, come Francia, Portogallo e Spagna”.

I ministri andranno in Parlamento per ricostruire il caso Almasri, ma le opposizioni: Meloni scappa

I ministri andranno in Parlamento per ricostruire il caso Almasri, ma le opposizioni: Meloni scappaRoma, 4 feb. (askanews) – Dopo giorni di polemiche dell’opposizione per gli interventi via social network della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il dibattito sulla vicenda Almasri si sposta finalmente nelle aule parlamentari: come era stato deciso prima di annullare l’informativa dei ministri Nordio e Piantedosi per via della loro iscrizione nel registro delle notizie di reato quali persone indagate insieme alla premier e al sottosegretario Alfredo Mantovano, saranno il Guardasigilli e il titolare del Viminale a ricostruire la vicenda del rimpatrio con volo di Stato italiano del libico che la Corte penale internazionale aveva chiesto di arrestare.


“Meloni continua a scappare dal Parlamento”, è il refrain delle opposizioni che ottengono la diretta Rai dell’informativa prima al Senato, poi, seguito di una ulteriore interlocuzione avviata dal Presidente, Lorenzo Fontana, anche alla Camera (per la diretta Rai, infatti, occorre l’unanimità di tutti i gruppi politici). Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, rivendica: “Il governo non scappa dal Parlamento. Avevamo chiesto una piccola sospensione dovuta alla necessità di approfondire quanto successo, un fatto clamoroso, non c’era nessuna volontà dilatoria”. A fronte dell’insistenza delle opposizioni, Ciriani chiarisce che non ci sarà alcuna informativa di Meloni: “Ci sono i due ministri, sono in grado di garantire la massima informazione. Meloni ha ritenuto che i due ministri fossero assolutamentre adeguati, peraltro era l’informativa già prevista prima di questo fatto nuovo dell’informazione di garanzia. Rimaniamo a quello che avevano chiesto le stesse opposizioni. Chi meglio di loro, non vedo problemi”. Nordio e Piantedosi interverranno prima in aula alla Camera convocata domani per le 12,15. Dopo l’informativa ci sarà il dibattito, ogni gruppo avrà dieci minuti a disposizione. Per l’opposizione interverranno i big: la segretaria del Pd, Elly Schlein, il leader M5s, Giuseppe Conte, certamente. Per la maggioranza alla Camera non saranno i capigruppo a prendere la parola ma in Fdi si sta valutando se affidare l’intervento a Giovanni Donzelli in qualità di componente del Copasir. Al Senato l’informativa è fissata alle 15,30. Nel dibattito sicuramente interverranno il leader di Iv, Matteo Renzi, quello di Azione Carlo Calenda, il capogruppo Pd Francesco Boccia. Per la maggioranza il capogruppo Fi Maurizio Gasparri conferma il suo intervento, non ancora decisi quelli di Fi e Lega.