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Europarlamento: vietare l’esposizione di simboli nazisti e comunisti

Europarlamento: vietare l’esposizione di simboli nazisti e comunistiBruxelles, 23 gen. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato oggi a Strasburgo, con 480 voti favorevoli, 58 contrari e 48 astensioni, una risoluzione contro la disinformazione e le manipolazioni storiche usate dalla Russia per giustificare la guerra illegale in Ucraina, in cui si chiede anche di vietare a livello dell’Ue l’uso negli spazi pubblici di “simboli dei regimi totalitari”, sia nazisti che comunisti sovietici, nonché di simboli dell’attuale aggressione della Russia contro l’Ucraina.


Il testo esprime poi “preoccupazione” per la decisione di alcuni social media di allentare il fact-checking nella moderazione dei contenuti sulle proprie piattaforme (in particolare dopo il recente annuncio in questo senso di X e Meta negli Stati Uniti). Il Parlamento europeo, si legge nella risoluzione, “respinge le affermazioni del regime russo sulla storia e l’identità nazionale dell’Ucraina come futili tentativi di giustificare una guerra di aggressione illegale”. Condanna inoltre “l’incapacità della Russia di riconoscere le proprie responsabilità per i crimini sovietici, e il suo tentativo di reprimere le ricerche storiche e dibattiti pubblici su tali questioni”, affermando che queste pratiche “hanno contribuito alla capacità dell’attuale regime russo di rivitalizzare le politiche imperialiste e strumentalizzare la storia per i suoi scopi criminali”.


Il Parlamento europeo lancia quindi un appello all’Ue e ai suoi Stati membri affinché aumentino e coordinino meglio gli sforzi per contrastare la disinformazione, la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte della Russia. Ciò è essenziale, affermano gli eurodeputati, per proteggere l’integrità dei processi democratici e rafforzare la resilienza delle società europee. Gli europarlamentari sottolineano anche la necessità di promuovere attivamente l’alfabetizzazione mediatica e sostenere i media di qualità e il giornalismo professionale. Nella risoluzione si invita l’Ue a rafforzare le sanzioni nei confronti dei media russi che promuovono campagne di disinformazione a sostegno della guerra di aggressione della Russia in Ucraina, e si esortano i paesi dell’Ue ad attuare pienamente tali sanzioni e a destinare risorse sufficienti per affrontare efficacemente questa “guerra ibrida”. Gli eurodeputati chiedono anche che l’Ue rafforzi il suo sostegno ai media russi indipendenti in esilio per sostenere la pluralità nei media in lingua russa.


Gli europarlamentari del Pd non hanno partecipato al voto finale perché, secondo quanto ha fatto sapere il capo delegazione, Nicola Zingaretti, la risoluzione chiede un divieto di esporre svastica e falce martello mettendo i due simboli “sullo stesso livello”, e perché “non si scrive la storia neiáparlamenti”. Gli eurodeputati italiani del M5S e della Sinistra hanno invece votato contro. In effetti, il testo contiene dei passaggi discutibili, in cui la condanna del “revisionismo storico” da parte del regime russo tende ad avvalorare una versione storiografica opposta e a sua volta di parte, in cui viene fortemente sottovalutato il ruolo oggettivamente essenziale svolto dall’Unione Sovietica (che nella seconda guerra mondiale ebbe 20 milioni di morti) nella sconfitta del nazismo.


Nel paragrafo 14 si legge che l’Europarlamento “ritiene che i tentativi della Russia di distorcere, rivedere e travisare la storia dell’Ucraina compromettano la memoria collettiva e l’identità dell’Europa nel suo insieme e rappresentino una minaccia alla verità storica, ai valori democratici e alla pace in Europa; invita pertanto gli Stati membri a investire maggiormente nell’istruzione e nella ricerca sulla storia comune dell’Europa e sulla memoria europea, nonché a sostenere progetti che promuovano una migliore comprensione dell’impatto della divisione dell’Europa durante la Guerra fredda; sostiene la costruzione di un memoriale paneuropeo a Bruxelles per tutte le vittime dei regimi totalitari del XX secolo; deplora il continuo utilizzo di simboli di regimi totalitari negli spazi pubblici e chiede un divieto a livello dell’Ue sull’uso di simboli nazisti e comunisti sovietici, nonché di simboli dell’attuale aggressione della Russia contro l’Ucraina”. Nel “considerando G”, d’altra parte, si osserva che “non solo la Russia non ha riconosciuto l’imperdonabile ruolo iniziale dell’Unione Sovietica nelle prime fasi della Seconda guerra mondiale, ad esempio attraverso il Trattato di non aggressione del 1939 tra la Germania nazista e l’Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche e i suoi protocolli segreti, comunemente noti come Patto Molotov-Ribbentrop, in cui i due regimi totalitari cospirarono per dividere l’Europa in sfere di influenza esclusive”; non solo non si è assunta “la responsabilità delle numerose atrocità e dei crimini di massa commessi nei territori occupati dall’Unione Sovietica”, ma – sostengono gli eurodeputati – “l’attuale regime russo ha anche strumentalizzato la storia e creato un culto della ‘vittoria’ attorno alla seconda guerra mondiale per mobilitare ideologicamente i cittadini e manipolarli per indurli a sostenere una guerra illegale di aggressione”, contro l’Ucraina. Infine, il Parlamento europeo si dice “profondamente preoccupato per i recenti annunci fatti da Meta e X in merito a un allentamento delle loro norme in materia di verifica e moderazione dei contenuti, in quanto ciò potrebbe consentire alla campagna di disinformazione della Russia di diffondersi ulteriormente in tutto il mondo”. L’Assemblea chiede pertanto alla Commissione e agli Stati membri “di applicare rigorosamente il regolamento Ue sui servizi digitali, anche come elemento importante della lotta contro la disinformazione russa”.

Lollobrigida in 2023-24 risorse Ministero aumentate di 3,5 mld

Lollobrigida in 2023-24 risorse Ministero aumentate di 3,5 mldRoma, 23 gen. (askanews) – Nel biennio 2023-2024 le risorse assegnate al ministero dell’Agricoltura “sono state incrementate di 3,5 miliardi di euro rispetto al biennio precedente, raggiugendo la somma complessiva di circa 12 miliardi di euro, tra risorse stanziate in bilancio e risorse del PNRR”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, rispondendo al question time al senato a una interrogazione sul sostegno alle imprese del settore agroalimentare, sottolineando gli sforzi fatti dal Governo Meloni per ridare centralità al settore primario. Una centralità “non solo dichiarata, ma dimostrata concretamente, in primo luogo, attraverso l’assegnazione di risorse adeguate al settore”.


Lollobrigida ha poi definito anche i termini della “vera sfida: quella di far giungere in tempi rapidi ai beneficiari le risorse stanziate in modo che agli annunci seguissero i fatti. Era necessario – ha detto – lavorare per superare l’atavico difetto dell’amministrazione italiana, ossia l’incapacità di spendere le risorse assegnate, come dimostrano gli oltre 780 milioni di residui ereditati dagli anni precedenti”. E, dopo avere effettuato una serie di interventi migliorativi in quest’ottica, “le risorse impegnate dal Ministero in termini assoluti nel biennio 2023-2024 sono state pari a 4,1 miliardi di euro aumentando la percentuale di impegno dal 57% del 2022 al 79% del 2024”.


Inoltre, il Governo “ha agito per accelerare i pagamenti affinché le risorse fossero effettivamente utilizzate dalle imprese. La percentuale dei pagamenti effettuati rispetto alle risorse disponibili, dal 2022 al 2024, è aumentata dell’11%. A ciò si aggiunga – ha concluso il ministro – che la grande mole di residui ereditati dagli esercizi finanziari precedenti è stata sostanzialmente azzerata”.

Lollobrigida: con sforzi Governo crescita reale agricoltura

Lollobrigida: con sforzi Governo crescita reale agricolturaRoma, 23 gen. (askanews) – “Ci rincuora il fatto che l’enorme sforzo che stiamo compiendo comincia a produrre i primi risultati anche in termini di crescita reale”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, rispondendo al question time al senato a una interrogazione sul sostegno alle imprese del settore agroalimentare, dopo avere sottolineato gli sforzi del Governo Meloni “per ridare centralità ad un settore che negli ultimi anni era stato indubbiamente trascurato e penalizzato, non solo a livello nazionale, ma certamente anche a livello europeo”.


Lollobrigida ha poi ricordato che l’Istat ieri nella sua relazione annuale sui conti economici dell’agricoltura “ha certificato che in Italia nel 2024 vi è stato un incremento dei volumi dei beni prodotti dal settore agricolo pari all’1,4%, e una crescita del valore aggiunto della produzione agricola pari al 9% rispetto al 2023. Si tratta di dati – ha detto – che consentono all’Italia di superare per la prima volta la Francia e di posizionarsi per la prima volta al vertice delle agricolture europee. Il ministro ha poi citato “il risultato che mi dà più soddisfazione”, ovvero l’aumento del reddito medio degli agricoltori, “che risulta cresciuto nel 2024 del 12,5% grazie, soprattutto, all’aumento dei contributi alla produzione ricevuti dal settore grazie alle politiche che stiamo adottando e al risultato positivo dell’export che ha raggiunto i 70 miliardi, un record storico sostenuto soprattutto dalle Regioni del Mezzogiorno”.


Infine, il ministro Lollobrigida ha aggiunto che questi risultato spingono il Governo Meloni “a fare ancora di più nei prossimi anni ed attivare tutte le procedure necessarie per l’accelerazione della spesa. Il mancato utilizzo delle risorse nazionali e comunitarie in un periodo di difficoltà di bilancio è un fatto di non sopportabile gravità”, ha concluso.

Processo su tamponi rapidi in Veneto, assolti Rigoli e Simionato

Processo su tamponi rapidi in Veneto, assolti Rigoli e SimionatoMilano, 23 gen. (askanews) – Il dottor Roberto Rigoli e la dottoressa Patrizia Simionato, al tempo dei fatti coordinatore delle microbiologie del Veneto e DG di Azienda 0, sono stati assolti “Perchè il fatto non sussiste” dal Giudice del Tribunale di Padova Laura Chillemi nel procedimento che li vedeva coinvolti per il caso “tamponi rapidi” anti Covid. L’assoluzione è avvenuta ai sensi dell’articolo 129 cpp che prevede che il giudice debba pronunciare immediata sentenza di assoluzione quando, a processo ancora in corso, risulta evidente l’innocenza dell’imputato.


“Il dottor Rigoli è innocente – spiega l’avvocato Giuseppe Pavan, legale del medico in una nota – è risultato con assoluta evidenza. Non è stato nemmeno necessario finire il processo, al Giudice è bastato ascoltare i testimoni della pubblica accusa per assolverlo subito”. “Risulta quindi pienamente acclarato che egli ha operato nel periodo dell’emergenza pandemica in modo corretto senza mai risparmiare le sue energie, contribuendo con la sua professionalità in modo decisivo alla salvaguardia della salute pubblica” aggiunge.


“Alla soddisfazione si unisce però un sentimento di tristezza – conclude Pavan – perché nonostante gli sforzi del legislatore di consentire che il processo penale si svolga soltanto in presenza di un solido impianto accusatorio si è qui portata avanti un’accusa destituita di ogni fondamento e di ogni base scientifica. Per conseguenza il dottor Rigoli ha dovuto subire in questi anni un’immeritata gogna mediatica. Nessuno potrà restituire a lui e alla sua famiglia questo periodo di immotivata sofferenza”.

Caso Almasri, Schlein: Meloni venga a rispondere in Parlamento. Flash mob di Avs a Palazzo Chigi

Caso Almasri, Schlein: Meloni venga a rispondere in Parlamento. Flash mob di Avs a Palazzo ChigiRoma, 23 gen. (askanews) – “Giorgia Meloni deve venire a rispondere in Aula”. Elly Schlein, parlando con i giornalisti alla Camera, torna a chiedere che la presidente del Consiglio riferisca in Parlamento sulla vicenda Almasri. “In questa pessima vicenda – ha aggiunto la segretaria del Pd – non è possibile che non ci fosse un coinvolgimento diretto di palazzo Chigi”.


Dunque, Meloni “smetta di nascondersi dietro i suoi ministri, si prenda la responsabilità di venire a chiarire quello che è accaduto e perché lei che aveva dichiarato guerra ai trafficanti di esseri umani ha lasciato che ne fosse rilasciato uno e fosse rimandato direttamente in Libia su aereo italiano”. Le proteste delle opposizioni per il rilascio del capo della polizia giudiziaria libica, contro cui pende un mandato d’arresto della Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità, non accennano a spegnersi. “Attendiamo le dimissioni del ministro Nordio che ha mentito al paese, le questioni legate agli errori procedurali erano solo un alibi per consentire al trafficante di esseri umani, torturatore, stupratore e comandante libico” AlMasri “di essere liberato e addirittura di essere accompagnato con un aereo di Stato”: ha affermato Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, nel corso di un flash mob del partito davanti Palazzo Chigi per protestare contro il governo per il rilascio di Najem Osama Almasri, arrestato domenica su mandato della Corte penale internazionalec e riportato l’altro ieri in Libia su un aereo dell’Aeronautica militare perché l’arresto, a causa di un vizio nell’applicazione delle norme, non era stato convalidato. Il libico era stato quindi espulso con un provvedimento proprio del Ministro dell’Interno.


“Siamo di fronte a una vergogna di Stato, il nostro governo umilia l’Italia di fronte al mondo e al diritto internazionale – ha sottolineato dal canto suo Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana e deputato Avs -, abbiamo prima scarcerato poi riaccompagnato col volo di Stato un torturatore, un assassino, un criminale di guerra, accusato di crimini contro l’umanità nell’aeroporto costruito utilizzando i migranti in schiavitù e la costruzione di quell’aeroporto è proprio uno dei capi d’accusa che pendono sulla testa di Almarsi. Questa vergogna non può rimanere impunita, non se la caveranno con la storiella del cavillo, il cavillo non esiste, il cavillo ha un altro nome: si chiama complicità”. Tra i cartelli esposti dagli esponenti di Avs si legge “Il boia nell’aereo di Stato” e “Il governo Meloni libera un torturatrore e uno stupratore”.

Disabilità, Barelli (FI): impegno per ridurre divario assistenza

Disabilità, Barelli (FI): impegno per ridurre divario assistenzaRoma, 23 gen. (askanews) – “La volontà di Forza Italia è di far sì che la nostra società, il nostro Paese e i nostri territori, gli enti locali diano attenzione a coloro i quali sono diversamente abili, e che possa essere ridotto, se non annullato, un divario in assistenza e servizi per chi ne ha bisogno”. Lo ha detto il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli, a margine di un evento nella sede del partito a Roma con gli amministratori locali con delega alla disabilità e al sociale.


“Abbiamo riunito tutti i nostri consiglieri e assessori regionali e comunali che si occupano sui territori di disabilità perché per noi il Terzo Settore, cioè quelle organizzazioni che operano quotidianamente, sono da sostenere senza se e senza ma”, ha spiegato Barelli. Si tratta della prima occasione di confronto dedicata all’ascolto delle istanze, delle problematiche e alle esperienze di amministratori provenienti da diverse aree.


All’incontro hanno preso parte anche il senatore Maurizio Gasparri, il responsabile nazionale dei Dipartimenti, Alessandro Cattaneo, l’eurodeputata Giuseppina Princi, impegnata a livello europeo sui temi della disabilità e del sociale, il Portavoce nazionale del partito Raffaele Nevi, i responsabili dei dipartimenti, Fiammetta Modena e Daniela Ternullo.

Al via l’anno giudiziario, è scontro tra politica e magistratura

Al via l’anno giudiziario, è scontro tra politica e magistraturaMilano, 23 gen. (askanews) – Da un lato, il governo che preme sul pedale dell’acceleratore sulla separazione delle carriere e, come assicurato dal ministro Carlo Nordio, punta a portare a casa l’approvazione definitiva della riforma costituzionale in prima e seconda lettura da parte di Camera e Senato “entro l’estate”. Dall’altro lato, i magistrati che alzano le barricate contro una riforma che “non risponde ad alcuna esigenza di miglioramento del servizio giustizia, ma determina l’isolamento del pubblico ministero” con “il concreto rischio del suo assoggettamento al potere esecutivo”. L’anno giudiziario 2025 si apre in uno dei momenti più duri dello scontro tra politica e magistratura.


Dopo il via libera, in prima lettura, dell’aula di Montecitorio alla riforma che introduce la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante, le toghe sono sul piede di guerra. Il comitato direttivo centrale dell’Anm, dopo l’assemblea straordinaria del 15 dicembre scorso, ha proclamato una serie di iniziative di protesta che avranno il loro culmine proprio durante le celebrazioni per l’inaugurazione dell’anno giudiaziario. La cerimonia più importante è quella prevista domani, venerdì 24 gennaio, in Corte di Cassazione alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e delle più alte carico dello Stato e delle istituzioni. Ma il giorno più “caldo” sarà sabato, giorno delle cerimonie nelle 26 Corti d’Appello. Il clima si preannuncia “bollente” soprattutto a Napoli, dove sarà presente il ministro Nordio. Non appena il Guardasigilli prenderà la parola sul palco, i magistrati napoletani “con toga indosso e copia della Costituzione alla mano” abbandoneranno l’aula “in forma composta”. La stessa forma protesta sarà replicata in tutti i distretti italiani: toghe fuori dall’aula durante l’intervento del rappresentante del governo.


Non è tutto. I magistrati si presenteranno all’inaugurazione dell’anno giudiziario indossando la toga e una coccarda tricolore. Prima dell’inizio della cerimonia le toghe si riunitanno all’esterno “mostrando cartelli” con “frasi tratte da un testo significativo sul valore della Costituzione”. Sul palco saliranno anche i rappresentanti territoriali dell’Anm che prenderanno la parola “illustrando le ragioni della protesta e della presenza in toga”. Infine, lunedì 27, tutti i magistrati italiani incroceranno le braccia per una giornata di sciopero contro la separazione delle carriere. Una forma di protesta che “non può far rimanere silenti”, attacca il Consiglio Nazionale Forense. Che se da un lato “prende atto della decisione dell’Associazione Nazionale Magistrati di voler abbandonare l’aula prima dell’intervento del Ministro della Giustizia e dei suoi rappresentanti in occasione delle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario”, dall’altro “intende richiamare al rispetto di quegli stessi valori costituzionali che formano condivisione – e non contrapposizione – con la magistratura, e specificamente il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, che è caposaldo anche dei principi di autonomia e indipendenza della magistratura”.

Giansanti: UniEat ragionerà anche con Gdo per crescita filiera

Giansanti: UniEat ragionerà anche con Gdo per crescita filieraRoma, 23 gen. (askanews) – “È terminata l’epoca della contrapposizione tra agricoltori e industriali” e UniEat, l’associazione nata “dalla visione che Confagricoltura e Unione Italiana Food, cioè lavorare insieme per nutrire il futuro”, punta sulle sinergie di sistema e si pone come obiettivo quello di “costruire un modello agroindustriale virtuoso, in grado di trasferire valore aggiunto dal campo all’industria alimentare e ragioneremo anche con la distribuzione, perché riteniamo che oggi gli spazi di crescita siano enormi e solamente lavorando insieme riusciamo a creare valore aggiunto per le nostre filiere”. Lo ha detto ad Askanews Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e UniEat.


“Noi lavoriamo per valorizzare le produzioni agricole e agroindustriali italiane: è importante arricchire sempre di più l’industria del Paese con prodotti della nostra agricoltura – ha proseguito Giansanti – In questa dimensione, Confagricoltura e Unione Italiana Food sia sulla filiera grano duro, sia su quella del pomodoro, grazie anche alla collaborazione con l’Università della Tuscia, intendono migliorare ulteriormente le nostre produzioni in un mercato sempre più difficile, competitivo e dove la qualità fa la differenza”. Proprio sul tema del pomodoro da industria Confagricoltura e Unione Italiana Food hanno lanciato due giorni fa, sul modello del protocollo di intesa della filiera grano-pasta, un nuovo progetto dedicato alla filiera del pomodoro da industria, realizzato in collaborazione con Value Groovers, spin off dell’Università della Tuscia. Il progetto, esposto a Roma alla presenza di Giansanti, di Paolo Barilla, presidente di Unione Italiana Food e vicepresidente di UniEat e del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, punta ad avvicinare l’offerta del mondo agricolo con la domanda dell’industria, creando al contempo valore aggiunto e maggior efficienza per l’intera filiera produttiva.


L’iniziativa ha già raccolto delle manifestazioni d’interesse da parte di aziende agricole e industrie di prima trasformazione e, seppur in fase pre-campagna, osserverà non soltanto la coltura in campo ma anche la relazione commerciale all’interno della filiera. Il team di lavoro, coordinato da Emanuele Blasi, professore di economia e politica agraria e agroalimentare presso il Dipartimento per l’Innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali dell’Università della Tuscia, a partire dall’estate 2024 ha avviato una fase di confronto con parte agricola e industriale, agevolato la raccolta dei fabbisogni e la condivisione delle priorità di intervento funzionali a rendere la filiera del pomodoro da industria italiana sempre più coesa e competitiva, pronta a rispondere alle future sfide per il settore. Durante la campagna 2025 un ricco portfolio di pratiche verrà testato da imprese agricole e industrie di prima e seconda trasformazione per restituire indicazioni utili a garantire l’ottenimento di approvvigionamenti di produzioni di qualità e sostenibili, il cui valore aggiunto possa diventare patrimonio di tutte quelle imprese disposte ad investire per il consolidamento della filiera del pomodoro italiano, interessata oggi da una campagna complicata, sempre più condizionata dalle mutate e incerte condizioni climatiche e dalle pressioni dei mercati internazionali.


Una iniziativa che riguarda un prodotto, il pomodoro da industria, di cui l’Italia, con oltre 5 milioni di tonnellate, è terzo produttore mondiale dopo California e Cina. Nel nostro paese si sono coltivati nel 2024 oltre 75mila ettari, per il 55% nel Nord Italia e per il 45% nel Centro-Sud. Le superfici sono in aumento (+10,80%), mentre la produzione è in flessione (-2,5%) sostanzialmente a causa della riduzione delle rese, che si può stimare in -12% tra il 2023 ed il 2024.

Almasri, Schlein: Meloni venga a rispondere in Parlamento

Almasri, Schlein: Meloni venga a rispondere in ParlamentoRoma, 23 gen. (askanews) – “Giorgia Meloni deve venire a rispondere in Aula”. Elly Schlein, parlando con i giornalisti alla Camera, torna a chiedere che la presidente del Consiglio riferisca in Parlamento sulla vicenda Almasri. “In questa pessima vicenda – ha aggiunto la segretaria del Pd – non è possibile che non ci fosse un coinvolgimento diretto di palazzo Chigi”.


Dunque, Meloni “smetta di nascondersi dietro i suoi ministri, si prenda la responsabilità di venire a chiarire quello che è accaduto e perché lei che aveva dichiarato guerra ai trafficanti di esseri umani ha lasciato che ne fosse rilasciato uno e fosse rimandato direttamente in Libia su aereo italiano”.

Sequestrati 700 kg formaggi con cagliate da Lituania e Svizzera

Sequestrati 700 kg formaggi con cagliate da Lituania e SvizzeraRoma, 23 gen. (askanews) – Sequestrati 700 kg di formaggi a pasta filata fatti con cagliate da Lituania e Svizzera: i prodotti, destinati sia al consumo finale che alla distribuzione, riportavano etichette ingannevoli che dichiaravano falsamente un’origine interamente italiana. Le verifiche hanno invece svelato che il latte utilizzato per la produzione derivava da cagliate di origine estera, provenienti in particolare da Lituania e Svizzera. Si tratta di una operazione effettuata nell’ambito della campagna “Tutela Made in Italy” dall’ICQRF ufficio di Vittoria e dalla Guardia di Finanza di Ragusa.


Il ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste in una nota “ringrazia le donne e gli uomini dell’ICQRF e della Guardia di Finanza per il loro prezioso lavoro a tutela del Made in Italy. Questa operazione dimostra l’importanza della lotta alle frodi alimentari, essenziale per garantire l’autenticità delle produzioni italiane e tutelare i produttori onesti”. Il Ministero ribadisce quindi il proprio impegno “per proteggere il Made in Italy e valorizzare il patrimonio agroalimentare nazionale, evidenziando che la trasparenza sulle materie prime è un requisito imprescindibile per salvaguardare la fiducia dei cittadini e l’eccellenza italiana”.