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Tag: Sanremo 2023

Per il Censis siamo intrappolati nella sindrome italiana: continuità nella medietà

Per il Censis siamo intrappolati nella sindrome italiana: continuità nella medietàRoma, 6 dic. (askanews) – “Se a prima vista il 2024 potrebbe essere ricordato come l’anno dei record (il record degli occupati e del turismo estero, ma anche il record della denatalità, del debito pubblico e dell’astensionismo elettorale), un’analisi approfondita ci consegna una immagine più aderente alla reale situazione sociale del Paese. La sindrome italiana è la continuità nella medietà, in cui restiamo intrappolati”. Lo scrive il Censis nel 58mo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese 2024, presentato oggi.


“Il Paese si muove intorno a una linea di galleggiamento, senza incorrere in capitomboli rovinosi nelle fasi recessive e senza compiere scalate eroiche nei cicli positivi. Anche nella dialettica sociale, la sequela di disincanto, frustrazione, senso di impotenza, risentimento, sete di giustizia, brama di riscatto, smania di vendetta ai danni di un presunto colpevole, così caratteristica dei nostri tempi, non è sfociata in violente esplosioni di rabbia. Ci flettiamo come legni storti e ci rialziamo dopo ogni inciampo, senza ammutinamenti”. “Ma la spinta propulsiva verso l’accrescimento del benessere si è smorzata. Negli ultimi vent’anni (2003-2023) il reddito disponibile lordo pro-capite si è ridotto in termini reali del 7,0%. E nell’ultimo decennio (tra il secondo trimestre del 2014 e il secondo trimestre del 2024) anche la ricchezza netta pro-capite è diminuita del 5,5%. La sindrome italiana nasconde non poche insidie. L’85,5% degli italiani ormai è convinto che sia molto difficile salire nella scala sociale”, conclude il Censis.

I conti che non tornano per il Censis: più lavoro, meno Pil

I conti che non tornano per il Censis: più lavoro, meno PilRoma, 6 dic. (askanews) – Molti conti non tornano nel sistema-Italia e molte equazioni rimangono irrisolte. Nonostante i segnali non incoraggianti circa l’andamento del Pil, il numero degli occupati si è attestato a 23.878.000 nella media dei primi sei mesi dell’anno, con un incremento di un milione e mezzo di posti di lavoro rispetto all’anno nero della pandemia e un aumento del 4,6% rispetto al 2007. E’ quanto mette in risalto il 58 Rapporto del Censis sulla situazione del Paese. Ma la distanza tra il tasso di occupazione italiano (siamo ultimi in Europa) e la media europea resta ancora significativa: 8,9 punti percentuali in meno nel 2023. Se il nostro tasso di attività fosse uguale a quello medio europeo, potremmo disporre di 3 milioni di forze di lavoro aggiuntive, e se raggiungessimo il livello europeo del tasso di occupazione, supereremmo la soglia dei 26 milioni di occupati: 3,3 milioni in più di quelli registrati nel 2023.


La produzione delle attività manifatturiere italiane è entrata in una spirale negativa: -1,2% tra il 2019 e il 2023. Il raffronto dei primi otto mesi del 2024 con lo stesso periodo del 2023 rivela una caduta del 3,4%. Invece le presenze turistiche in Italia hanno raggiunto i 447 milioni nel 2023, con un incremento del 18,7% rispetto al 2013. L’aumento più evidente nel decennio è attribuibile alla componente estera (+26,7%), che si colloca sui 234 milioni di presenze, ma il turismo domestico è comunque cresciuto del 10,9%. A Roma le presenze turistiche nel 2023 hanno superato i 37 milioni. In termini di produttività, nel periodo 2003-2023 le attività terziarie registrano però una riduzione del valore aggiunto per occupato dell’1,2%, mentre l’industria mostra un aumento del 10,0%.

Consorzio Vino Toscana: sì a proposta per Denominazione “Toscana Igt”

Consorzio Vino Toscana: sì a proposta per Denominazione “Toscana Igt”Milano, 6 dic. (askanews) – Sono state approvate dalla giunta regionale della Toscana le proposte di modifica avanzate dal Consorzio Vino Toscana riguardo al Disciplinare di produzione dell’indicazione geografica che al momento è “Toscano” o “Toscana Igt”. Lo ha reso nota con un comunicato la stessa Regione, spiegando che di “di notevole rilievo le novità a cui, in seguito all’istruttoria tecnica effettuata dal settore regionale competente e alla successiva consultazione della filiera regionale, la Regione ha dato parere favorevole. In particolare: l’eliminazione del termine “Toscano” dalla Denominazione che si chiamerebbe solo “Toscana Igt”; l’introduzione delle categorie “Vino Spumante” e “Vino Spumante di qualità”, della tipologia “Rosso Frizzante” e quella in etichetta del termine geografico “Toscana”.


“Il solo termine ‘Toscana’ contribuirà a rafforzare l’identità e la qualificazione del vino della Denominazione e contemporaneamente aiuterà il consumatore a comprendere correttamente la provenienza geografica del vino” ha affermato il governatore Eugenio Giani, spiegando che “il nome ‘Toscana’ è divenuto nel tempo un marchio di grande importanza a tutti i livelli, non solo nell’ambito della produzione vitivinicola, ed è proprio il nome della regione ad essere riconosciuto e considerato sia a livello nazionale sia a livello internazionale”. L’altra modifica di grande impatto riguarda l’introduzione dei vini “Spumante”, “Spumante di qualità” e “Rosso frizzante”. Negli ultimi decenni, nell’ambito dell’Igt, a fianco della produzione di vini fermi si è sviluppata da una parte la produzione di vini spumanti e dall’altra, si è evoluta quella dei vini rossi frizzanti provenienti dalla lavorazione dei vitigni coltivabili in Toscana. “L’introduzione di spumanti e vini frizzanti all’interno della Denominazione, considerato l’aumento della domanda sul mercato interno e su quello internazionale, rappresenta un notevole impulso alla crescita delle aziende viticole toscane – ha precisato la vicepresidente e assessora all’Agroalimentare, Stefania Saccardi – che avranno l’opportunità di incrementare la produzione e allo stesso tempo di diversificare l’offerta dei prodotti”.


Dopo il parere favorevole della Regione, come previsto dalla normativa di riferimento, la richiesta dovrà essere esaminata dal ministero della Sovranità alimentare e delle Foreste, e dalla Commissione europea.

Vino, dopo 4 anni arriva ultimo brindisi tra Ferrari Trento e Formula1

Vino, dopo 4 anni arriva ultimo brindisi tra Ferrari Trento e Formula1Milano, 6 dic. (askanews) – Dal primo brindisi sul podio a Imola nel 2021, fino al debutto dei Gran Premi di Miami e Las Vegas nel 2022 e nel 2023. Ma anche il record delle 100 vittorie di Lewis Hamilton e il primo GP di Montecarlo vinto da un monegasco, Charles Leclerc. Ferrari Trento festeggia quattro anni di momenti memorabili in uno degli sport più prestigiosi al mondo. La partnership, avviata nel 2021, come brindisi ufficiale di Formula1 si sta infatti per concludere mentre ad Abu Dhabi si scaldano i motori per tagliare l’ultimo traguardo della stagione 2024.


“La partnership con Formula1 è stata un viaggio appassionante che ci ha permesso di portare le nostre bollicine Trentodoc in tutto il mondo, dando loro una straordinaria visibilità” ha commentato Matteo Lunelli, presidente e Ceo di Ferrari Trento, sottolineando che “è stata una bellissima esperienza sentirsi parte di questa famiglia e siamo estremamente orgogliosi dei progetti portati avanti insieme ma siamo al contempo pronti a guardare al futuro e a nuove opportunità che ci permetteranno di portare avanti la tradizione di festeggiare all’insegna dell’eccellenza e dell’italianità”. Ben 292 i Jeroboam (la celebre bottiglia da tre litri) stappati su 73 podi e quasi 250mila le bottiglie servite nelle migliori aree ospitalità dei circuiti durante i fine settimana di gara. Ma i “Ferrari F1 Podium Jeroboam” non hanno solo accompagnato le vittorie dei campioni: infatti, grazie alla vendita all’asta delle bottiglie autografate dai piloti sul podio, sono stati raccolti oltre 180mila euro destinati a realtà quali Make a Wish, Race Against Dementia, Keep Fighting, Senna Foundation, Keep Memory Alive, Croce Rossa Internazionale e la Protezione Civile dell’Emilia-Romagna.


“Voglio ringraziare il team Ferrari Trento, guidato da Matteo Lunelli, per questi incredibili 4 anni di partnership: è stato magnifico collaborare con un brand che con grande passione e impegno ha portato, grazie alle sue bollicine, un tocco di classe al podio e alle nostre hospitality” ha aggiunto il presidente e Ceo di Formula1, Stefano Domenicali, rimarcando che “sono certo che continueranno un percorso di crescita e successo nei prossimi anni”.

Tv, Nord Sud Ovest Est: arriva seconda stagione della serie su 883

Tv, Nord Sud Ovest Est: arriva seconda stagione della serie su 883Roma, 6 dic. (askanews) – Sky ha rinnovato per una seconda stagione la serie Sky Original di Sydney Sibilia sugli 883: è ufficialmente in lavorazione “Nord Sud Ovest Est”, l’epico finale della leggendaria storia degli 883 dedicato alle vicende che portarono al secondo album della band di Pavia – l’ultimo prima dell’addio di Mauro Repetto. I nuovi episodi arriveranno prossimamente su Sky e in streaming solo su Now.


“Hanno Ucciso l’Uomo Ragno”, prima stagione della serie prodotta da Sky Studios e da Matteo Rovere e Sydney Sibilia per Groenlandia, società del Gruppo Banijay, si è rivelata da subito un successo senza precedenti, facendo segnare primati su tutti i fronti: dagli ascolti record già al debutto e poi cresciuti costantemente di settimana in settimana – è la serie Sky Original alla prima stagione più vista degli ultimi otto anni – alle recensioni stellari e all’entusiasmo sui social, letteralmente invasi per mesi da un’ondata travolgente di affetto per la serie, i suoi protagonisti Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli e ovviamente per i veri 883, Max Pezzali e Mauro Repetto. La serie è un coming-of-age che racconta la storia di Max Pezzali e Mauro Repetto e la genesi di alcune delle canzoni più famose degli 883. Max, interpretato dall’esordiente Elia Nuzzolo (Mike), e Mauro (Matteo Oscar Giuggioli – Vostro Onore, Gli invisibili, Il filo sottile) sono due classici “underdog”: un nerd e un entusiasta che grazie alla musica diventano gli improbabili eroi di una storia in grado di far cantare ed emozionare ancora oggi intere generazioni di fan.

Osservatorio ASTOI: vacanze di Natale, ricavi in crescita del 12%

Osservatorio ASTOI: vacanze di Natale, ricavi in crescita del 12%Milano, 6 dic. (askanews) – L’Osservatorio ASTOI Confindustria Viaggi – l’Associazione del Tour Operating italiano – ha comunicato il positivo andamento delle prenotazioni delle vacanze in concomitanza di Natale e Capodanno, e rileva diversificati comportamenti di acquisto, preferenze e tendenze. Si registra un incremento dei ricavi del 12% rispetto al 2023 per le prenotazioni con partenze dal 18 dicembre 2024 e rientri entro il 12 gennaio 2025. Tale crescita si confronta con le buone performance dello scorso anno, nonostante le pressioni inflazionistiche e l’instabilità geopolitica.


Le prenotazioni anticipate (Advance booking) effettuate più di 90 giorni prima della partenza, hanno rappresentato il 60% del totale, confermando un comportamento radicato. L’inflazione ha inciso sui costi dei pacchetti turistici, anche se in modo minore rispetto agli scorsi anni, con un incremento dei costi che va dal 3 al 9%. Il prezzo medio dei pacchetti si attesta a 2.400 euro a persona anche se i valori sono molto variabili a seconda delle tipologie di viaggio: si oscilla tra i 1.400 euro per un viaggio in Egitto, alle Canarie o a Capo Verde fino a 3.400 euro per un lungo raggio nell’Oceano Indiano o ai Carabi. Per i viaggi itineranti e Tailor made di lungo raggio si spende mediamente 3.900 euro a persona. Per le vacanze in Italia, i costi partono da 700 a persona euro per brevi soggiorni, mentre le vacanze settimanali in montagna si superano i 2.500 euro a persona. Per le mete europee, si va dagli 800 euro per i city break con esperienze incluse a 1.800 euro per i viaggi verso il Nord Europa. Per contrastare l’impatto dell’inflazione, cresce l’utilizzo del credito al consumo, in particolare attraverso la formula “Buy Now, Pay Later”, scelta soprattutto dal ceto medio, mentre l’incidenza è minore nella fascia upper scale. La durata media delle vacanze è di 8,2 giorni con una forbice che varia dai 6 agli 11 giorni. Si trascorrono 6 giorni per sciare in montagna, o per visitare Europa ed Emirati, 8 giorni per soggiorni mare e 11 giorni per tour e viaggi itineranti. Un tratto comune a tutti i segmenti è la crescente attenzione alle tutele assicurative come valore aggiunto, soprattutto per le destinazioni a lungo raggio o in quelle che richiedono maggiore protezione. I viaggiatori mostrano una maggiore consapevolezza verso le coperture assicurative e le aziende rispondono con prodotti più completi e mirati, garantendo sicurezza e serenità.


Le preferenze dei viaggiatori spaziano tra viaggi individuali, combinazioni città/tour e mare, tour personalizzati o di gruppo, soggiorni in montagna e vacanze balneari con voli diretti e pacchetti che includono escursioni prenotabili in anticipo, con una crescente e forte domanda per un turismo esperienziale. Italia: il Trentino si conferma prima scelta, seguito dalla Valle d’Aosta; Europa: i city break, arricchiti da esperienze unitamente alla Scandinavia e alla sua offerta di attività sulla neve registrano una domanda in aumento; Medio raggio: il Mar Rosso, con località iconiche come Sharm el Sheikh e Marsa Alam, si riprende la scena registrando una crescita di circa il 35% nel periodo delle festività. Si conferma la destinazione estera più venduta dai tour operator e una delle più apprezzate dagli italiani, grazie al rapporto qualità-prezzo, alla vicinanza, ai voli diretti e alla bellezza dei fondali marini. Sebbene i volumi non siano ancora tornati ai livelli dell’inverno 2022-23, il recupero rispetto allo scorso anno è evidente e segna un deciso ritorno della normalità. Anche gli Emirati Arabi continuano a mantenere il loro fascino; attraggono sia per i soggiorni balneari sia per l’offerta crocieristica. Canarie e Capo Verde completano il quadro, rappresentando valide alternative per chi cerca vacanze al caldo con ottimi collegamenti e servizi di qualità. Lungo raggio: per i soggiorni mare, spiccano le Maldive, seguite da Zanzibar, Kenya e Thailandia che continuano ad attrarre i viaggiatori italiani grazie alla combinazione di bel mare, clima favorevole e strutture di alta qualità. Per i tour culturali e itineranti, si distinguono le mete dell’Estremo Oriente (India, Sri Lanka, Cina, Giappone, Vietnam, Cambogia e Thailandia), affiancate da quelle africane come Marocco, Egitto e Sudafrica e dal Sudamerica in particolare Argentina, che offrono esperienze autentiche e percorsi su misura. Si osserva inoltre una crescita significativa, soprattutto per una fascia di clientela più alta, verso viaggi tailor-made, pensati per soddisfare esigenze specifiche ed offrire la massima personalizzazione. New York, in particolare, continua a registrare un buon volume di prenotazioni confermandosi tra le città più amate per le festività, in particolare per l’iconico conto alla rovescia in attesa del nuovo anno a Times Square. Mete Emergenti: Arabia Saudita e Colombia, entrambe protagoniste di un crescente interesse, insieme all’inaugurazione di nuovi villaggi all-inclusive e voli diretti che arricchiscono e facilitano l’offerta per il pubblico italiano. Sebbene l’estate sarà decisiva per definire il trend annuale, per il 2025 si prevede una crescita dei volumi del 5-7%, con una domanda turistica solida confermata dai primi dati invernali; tuttavia, permangono incertezze legate alle tensioni geopolitiche e all’inflazione, che potrebbero influire sul settore. Tra le destinazioni più richieste, si prevedono Mar Rosso, Maldive, Oriente ed East Africa, oltre a mete emergenti come Arabia Saudita e Colombia. In estate la partita verrà giocata soprattutto sul Mediterraneo e sull’Italia.


Le preferenze degli italiani sono in continua evoluzione, ma il comune denominatore rimane la ricerca di esperienze autentiche, sicure e ben strutturate che solo il turismo organizzato, forte delle tutele, delle garanzie e delle competenze, insite nel comparto, può assicurare, oltre alla varietà delle destinazioni e alle innovazioni nell’offerta. Pier Ezhaya, Presidente ASTOI Confindustria Viaggi, commenta: “Le prenotazioni per Natale e Capodanno mostrano una crescita per tutti i nostri associati, con un incremento medio del 12%. Questo trend positivo, sostenuto dall’Advance booking, si conferma anche negli altri mesi invernali e attesta la fiducia degli italiani nel turismo organizzato. Nonostante l’inflazione e le incertezze geopolitiche, il settore continua a rispondere con soluzioni mirate che favoriscono sia itinerari complessi verso mete lontane sia soggiorni rilassanti al mare. Il futuro ci vede impegnati in piani di formazione innovativi ed efficaci indispensabili per affrontare i profondi mutamenti sociali e tecnologici che si profilano all’orizzonte. Il turismo organizzato rimane centrale per chi cerca esperienze autentiche, sicure e certificate; guardiamo al 2025 con fiducia, pronti a innovare e ad affrontare le nuove sfide del mercato”.

Presidenziali Romania, ballottaggio Georgescu-Lasconi: referendum su Ue-Russia

Presidenziali Romania, ballottaggio Georgescu-Lasconi: referendum su Ue-RussiaRoma, 6 dic. (askanews) – Domenica 8 dicembre oltre 18 milioni di elettori romeni saranno chiamati alle urne per il ballottaggio delle presidenziali. Un vero e proprio referendum su Ue e Russia. I due contendenti, infatti, rappresentano visioni opposte della politica estera e di sicurezza. Da una parte l’outsider indipendente, nazionalista e filo-russo Calin Georgescu-Roegen, che è uscito vincente dal primo turno a sorpresa grazie al sostegno raccolto con la campagna sui social, principalmente TikTok, su cui si è concentrata l’attenzione delle autorità per presunte influenze da Mosca. Dall’altra Elena Lasconi, leader dell’Unione salva Romania (Usr), ex conduttrice tv, che ha posizioni filo-Ue, di continuità anche rispetto agli aiuti all’Ucraina e che ha chiesto il sostegno dei Liberali e dei Socialdemocratici per evitare l’avanzata della destra sovranista, che ha guadagnato terreno anche alle politiche di domenica scorsa.


A vivacizzare una campagna già molto accesa, le ultime dichiarazioni di Georgescu sullo stop degli aiuti a Kiev in caso di sua elezione a Palazzo Cotroceni, da una parte, e la decisione, inconsueta, del capo di stato uscente Klaus Iohannis, di desecretare dei documenti di intelligence che sostengono l’ipotesi di un’influenza straniera, probabilmente russa, sulla campagna dello stesso Georgescu. In un’intervista a Bbc, quando gli è stato chiesto se fosse d’accordo a sostenere l’Ucraina “per tutto il tempo necessario”, come dichiara l’Ue, Georgescu ha detto “No. Sono d’accordo solo sul fatto che devo prendermi cura del mio popolo. Non voglio coinvolgere il mio popolo”, ha risposto, chiarendo che la Romania, membro dell’UE e della NATO, non avrebbe fornito più supporto militare o politico al suo vicino. “Zero. Tutto si fermerà. Devo occuparmi solo della mia gente. Abbiamo un sacco di problemi anche noi”.


Georgescu ha aggiunto che farà del “popolo romeno” la sua priorità e rispondendo alle accuse sul suo successo, frutto di una possibile operazione sostenuta dalla Russia, ha parlato di “bugie” dell’intelligence della Romania, aggiungendo di non tenerne conto perché sta lavorando con Dio e con il popolo. I documenti in questione descrivono dettagliatamente quella che è stata definita una campagna massiccia e “altamente organizzata” per Georgescu su TikTok coordinata da un “attore statale”, con una valutazione dell’intelligence secondo cui la Russia sta conducendo attacchi ibridi contro la Romania, che considera uno “stato nemico”. Come conseguenza la Corte Costituzionale è stata inondata da richieste di esaminare queste accuse di ingerenza e annullare le elezioni.


“Hanno paura”, ha minimizzato Georgescu negando di essere “l’uomo di Mosca”: “Non possono accettare che il popolo romeno abbia finalmente detto, ‘vogliamo indietro la nostra vita, il nostro paese, la nostra dignità’”. Georgescu ha anche elogiato Donald Trump e il leader populista ungherese Viktor Orban, definendo il presidente russo Vladimir Putin un “patriota e un leader”: “Ma non sono un fan”. La Romania ospita una gigantesca base militare della NATO, vicino al Mar Nero, così come una struttura di difesa missilistica statunitense e le posizioni di Georgescu sul sostegno a Kiev sarebbero un cambiamento radicale anche perché il presidente in Romania ha un potere considerevole, inclusa l’influenza su settori come la politica estera. È anche il comandante in capo delle forze armate e nomina il primo ministro. “Vi assicurerò tutte le volte necessarie che non lasceremo la Nato, non lasceremo l’Unione Europea, ma al contrario diventeremo più forti all’interno di queste istituzioni e nessuno violerà i vostri diritti democratici, se si voterà questa domenica, la Romania sarà un ponte di stabilità, di sicurezza per tutto il mondo dignitoso, prospero e totalmente dedito ai valori democratici”, ha affermato Georgescu.


Intanto, mentre a Bucarest migliaia di persone sono scese in piazza contro lo spettro dell’isolazionismo e per la democrazia e la libertà, l’altra candidata, Lasconi, ha incassato il sostegno ufficiale sia del premier socialdemocratico Marcel Ciolacu, sia del Partito Nazionale Liberale. Posizione che si sposa con la mossa, annunciata nei giorni scorsi, dopo l’esito delle politiche, con cui il partito Socialdemocratico romeno, il Partito Nazionale Liberale, l’Unione Salva Romania, l’Alleanza Democratica degli Ungheresi e i rappresentanti delle minoranze nazionali hanno firmato una risoluzione che li impegna a formare una “futura coalizione”, “come formazioni politiche pro-europee”, “che garantirà la stabilità del governo e attuerà misure concrete per modernizzare la Romania a beneficio di tutti i cittadini”. I partiti avevano anche invitato i cittadini romeni a partecipare al secondo turno delle elezioni presidenziali, a scegliere una Romania pro-europea, democratica e sicura e a “rifiutare l’isolazionismo, l’estremismo e il populismo”, in un testo che faceva allusione al candidato filo-russo Georgescu. I romeni della diaspora, che hanno votato in massa per Georgescu al primo turno, hanno già iniziato a votare da oggi. Domenica si voterà in Romania dalle 7:00 alle 21:00 ora locale, 6-20 in Italia. di Daniela Mogavero

Maltempo, nel weekend arriva la tempesta artica dell’Immacolata

Maltempo, nel weekend arriva la tempesta artica dell’ImmacolataMilano, 6 dic. (askanews) – “Domenica 8 dicembre si scateneranno tutti gli elementi atmosferici caratteristici della prima irruzione invernale: venti forti, mareggiate, piogge, neve (tantissima sui rilievi) e crollo delle temperature. Le prime avvisaglie di questo cambiamento radicale del tempo si avranno nel corso del pomeriggio di sabato 7 quando il tempo inizierà a peggiorare dal Nordovest verso Toscana e Nordest in serata e nottata. Le piogge diventeranno via via più diffuse e consistenti in Pianura Padana, mentre la neve inizierà a scendere copiosa sulle Alpi a quote via via più basse e fin sopra i 6-700 metri”. E’ la previsione che fa Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it.


“Dalla sera di sabato si intensificheranno progressivamente anche i venti fino a soffiare prima di burrasca (fino a 80-85 km/h) e poi di tempesta (oltre gli 89 km/h secondo la classificazione dei venti). Sui nostri bacini soffieranno quindi il Maestrale, il Libeccio, il Ponente e lo Scirocco” prosegue il Sanò, sottolineando che “vista l’intensità prevista ci saranno importanti mareggiate sulle coste esposte con onde alte fino a 3-4 metri. La neve cadrà diffusa sia sulle Alpi sia sugli Appennini: nel giorno dell’Immacolata tutte le montagne del Nord si imbiancheranno oltre i 6-700 metri, quelle del Centro oltre i 900 metri, oltre i 1200-1300 invece quelle del Sud. In Emilia la neve potrebbe raggiungere addirittura le vicine pianure degli Appennini”. “La furia degli elementi si attenuerà nel corso di lunedì 9 quando il maltempo continuerà a imperversare al Sud, soprattutto sul lato tirrenico e ancora sul basso Lazio” aggiunge Sanò, rimarcando che “sul resto d’Italia diventerà tutto un po’ più calmo.

Koyo Kouoh alla Biennale Arte, il senso di una scelta da istituzione

Koyo Kouoh alla Biennale Arte, il senso di una scelta da istituzioneMilano, 6 dic. (askanews) – Era una scelta molto attesa, perché rappresentava in un certo senso il primo atto “forte” della presidenza di Pietrangelo Buttafuoco alla Biennale di Venezia, una sorta di manifesto della visione che informa e, si suppone, informerà il suo mandato. La nomina di Koyo Kouoh, curatrice nata in Camerun nel 1967 e poi cresciuta in Svizzera, alla direzione della Biennale Arte del 2026 può avere sorpreso, spesso in tono positivo, alcuni commentatori. Ma, guardata a freddo, era probabilmente – nella tipologia e nella modalità di scelta, non nel singolo nome – la strada in assoluto più probabile.


Perché è stata la scelta dell’istituzione Biennale di Venezia, prima che del suo presidente o consiglio di amministrazione, la scelta di un soggetto culturale basato in Italia, ma profondamente internazionale, che da anni porta avanti una politica di dialogo con il mondo che ne ha riconsolidato lo status a livello globale e ha permesso alla Biennale di essere ancora rilevante all’interno del più grande Sistema dell’arte. Che, basti guardare per esempio un indicatore divulgativo come la classifica dei Power 100 di Art Review, la cui ultima edizione è fresca di pubblicazione e nella quale Kouoh è in 16esima posizione, per capire che ciò di cui si parla è un mondo globale, plurale, dedito a sostenere i concetti di diversità, inclusione e diversità. Temi che hanno sostenuto la Biennale Arte di Adriano Pedrosa che si è appena conclusa e che appartengono alla visione dell’istituzione veneziana già da molti anni e che le precedenti presidenze di Baratta e Cicutto hanno sostenuto con determinazione. Per questi motivi oggi, sicuramente anche con il più facile senno di poi, è possibile dire che una scelta alla Kouoh era pressoché inevitabile, in quanto naturale nel seno dell’istituzione. A Buttafuoco va riconosciuta l’interpretazione istituzionale e la costruzione di una sua postura all’interno dell’identità contemporanea della Biennale di Venezia, nonché la scelta di un profilo alto e consapevole del ruolo. In un sistema della politica culturale italiana che spesso, come testimoniato dalle cronache degli ultimi mesi, ha dato un’immagine di sé che comprendeva rivelazioni scandalistiche o atteggiamenti di occupazione e polemiche su nomine e incarichi, da Venezia arriva un messaggio diverso, in linea con lo “standing” della Biennale, che oggi è bello pensare sia qualcosa di acquisito.


Koyo Kouoh, prima donna africana a dirigere la Mostra Internazionale d’arte, è dal 2019 direttrice esecutiva e Chief Curator dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz MOCAA) a Città del Capo, in Sudafrica. È stata direttrice artistica fondatrice di RAW Material Company, un centro per l’arte, la conoscenza e la società a Dakar, Senegal. Ha fatto parte del team curatoriale di documenta 12 (2007) e documenta 13 (2012). Nel 2020 ha ricevuto il Grand Prix Meret Oppenheim, premio svizzero che riconosce successi nei campi dell’arte, dell’architettura, della critica e delle esposizioni. Vive e lavora tra Città del Capo, Sudafrica; Dakar, Senegal; Basilea, Svizzera. Attenta ai temi del femminismo, della sessualità, della valorizzazione di artiste e artisti africani, è chiamata ora a una sfida complessa come quella della Biennale Arte. Al netto di tutte le considerazioni sul senso e il valore della sua nomina, da oggi inizia il percorso per “fare” la sua Biennale e rinnovare, una volta di più, il discorso sull’arte e il contemporaneo nel nostro presente liquido e digitale.


(Leonardo Merlini)

Aeronautica Militare, a Firenze summit su sicurezza nello spazio

Aeronautica Militare, a Firenze summit su sicurezza nello spazioRoma, 6 dic. (askanews) – Si è svolta a Firenze, dal 3 al 5 dicembre, la riunione dei Principals della Combined Space Operations Initiative (CSpO), per promuovere la sicurezza nello spazio. Lo riferisce una nota dell’Aeronautica Militare. Alla riunione annuale hanno partecipato alti rappresentanti di Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Nuova Zelanda, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti. I Principals hanno sottolineato l’importanza dell’uso responsabile dello spazio, discusso le minacce esistenti ed emergenti ai sistemi spaziali e identificato ulteriori opportunità di collaborazione e cooperazione.


Quest’anno l’Iniziativa CSpO celebra il suo decimo anniversario. In questi anni, l’Iniziativa ha perseguito sforzi collaborativi per affrontare sfide e opportunità in rapida evoluzione. I servizi spaziali sono parte integrante della vita quotidiana in tutto il mondo. Le economie mondiali, la ricerca e lo sviluppo, le attività sociali, i trasporti e i servizi di emergenza beneficiano dei continui progressi tecnologici nello spazio e dallo spazio. Questi servizi consentono le comunicazioni in tutto il mondo, forniscono previsioni meteorologiche, offrono aiuti umanitari e supportano la navigazione. Sostengono anche la sicurezza nazionale e la difesa, contribuendo a proteggere le società e l’economia globale. I Principals dell’Iniziativa CSpO hanno condiviso prospettive sulle minacce attuali e future alla libertà di accesso e utilizzo dello spazio. Hanno ribadito i loro impegni nazionali a mantenere un ambiente spaziale pacifico, sicuro, stabile, protetto e sostenibile, e a rispettare il quadro legale vigente. Ciò include il Trattato sullo Spazio Esterno (Outer Space Treaty) ampiamente accettato e gli obblighi di non posizionare in orbita terrestre oggetti che trasportano armi nucleari o di distruzione di massa, di non installare tali armi sui corpi celesti o di stazionarle nello spazio in qualsiasi altro modo. Hanno inoltre discusso l’importanza del dialogo e della cooperazione internazionale per promuovere operazioni sicure e responsabili nello spazio, ridurre il rischio di incomprensioni e perseguire attività in modi che minimizzino la creazione di detriti spaziali. Hanno riaffermato gli impegni nazionali a non condurre test di missili antisatellite. Inoltre, i Principals hanno condiviso opinioni e sostenuto altri sforzi multilaterali, anche presso le Nazioni Unite, per promuovere la cooperazione internazionale, la trasparenza, misure di fiducia e verifica e norme di comportamento responsabile, garantendo sicurezza e protezione nello spazio per tutte le nazioni. Lavorando insieme, i Paesi membri dell’Iniziativa CSpO stanno diventando più agili, resilienti e interoperabili, pronti a cogliere le opportunità del settore spaziale in rapida evoluzione e ad affrontare le sfide presentate da un dominio spaziale competitivo, conteso e congestionato.


Guardando al futuro, i Principals si sono impegnati a lavorare insieme nella ricerca di opportunità attuali e nuove di cooperazione e collaborazione, per preservare l’accesso e la libertà di operare nello spazio e promuovere comportamenti responsabili a sostegno degli interessi economici, scientifici, commerciali e di sicurezza.