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Tag: Sanremo 2023

Agricola moderna: con agricoltura verticale -98% consumo suolo e -95% acqua

Agricola moderna: con agricoltura verticale -98% consumo suolo e -95% acquaMilano, 5 dic. (askanews) – L’agricoltura verticale come antidoto al consumo di suolo, un fenomeno in preoccupante aumento che vede ogni 5 secondi erodere l’equivalente di un campo da calcio. In occasione della Giornata mondiale del suolo, Agricola Moderna, azienda agritech fondata a Milano nel 2018 da Pierluigi Giuliani e Benjamin Franchetti, sottolinea l’importanza di proporre delle alternative al consumo di suolo, acqua ed energia, alla cronica dipendenza da fertilizzanti azotati, pesticidi, fitofarmaci e diserbanti e all’insufficiente produttività che rendono insostenibili le pratiche agricole intensive.


L’agricoltura verticale è un metodo di coltivazione indoor che, sottolinea Agricola Moderna, ha dei vantaggi misurabili: questa soluzione consente, infatti, di ottimizzare gli spazi e di ridurre sino al 98% il consumo di terreno e del 95% i consumi di acqua. Quest’ultima, erogata per sub-irrigazione, viene totalmente recuperata, microfiltrata e rimessa in circolo. Grazie alla coltivazione in ambiente chiuso e controllato che esclude qualsiasi contatto con patogeni esterni e quindi senza l’uso di pesticidi, fitofarmaci o diserbanti, le colture si sviluppano in verticale su piani sovrapposti fuori suolo, utilizzando un substrato composto da materiale organico, utilizzato per più cicli di crescita delle piante. Inoltre, l’assenza di residui di agenti chimici di protezione delle colture e di metalli pesanti nel substrato fa sì che il pericolo di contaminazione del suolo e delle falde acquifere sia totalmente rimosso. “Mi limito a fare un esempio concreto, basato sull’esperienza diretta in Agricola Moderna – dichiara Pierluigi Giuliani, Ceo e co-founder di Agricola Moderna – Dal 2020, con la sola produzione dell’azienda pilota di Melzo, offriamo insalate e aromi senza pesticidi e certificati nickel-free, destinati ai punti vendita in Lombardia di un’importante catena della gdo e a una piattaforma di e-commerce. Quando, dall’anno prossimo, sarà operativo 365 giorni l’anno il nuovo impianto ad Agnadello, in provincia di Cremona, alimentato al 100% da energia green di prossimità e all’interno del quale si svilupperà tutta la catena produttiva, dalla semina alla coltivazione fino al confezionamento e alla logistica, grazie ad una vasta superficie di coltivazione, che verrà gradualmente potenziata, ci aspettiamo di raggiungere entro il 2026 una produzione di 2 milioni di chili di ortaggi a foglia l’anno”.


A fare dell’agricoltura verticale un’alternativa a cui guardare con interesse per il futuro è il differenziale in termini di efficienza e di minori sprechi. Questa tecnica, inoltre, può essere impiantata non solo dove sussistono le condizioni più favorevoli alle colture orticole ma anche più vicino ai centri in cui si concentra la domanda, accorciando la filiera di produzione, con ricadute positive in termini di minori sprechi lungo la catena di approvvigionamento e di riduzione delle emissioni legate alla logistica. Soprattutto, il vertical farming è in grado di ottimizzare i naturali cicli di crescita delle piante, ricreando ogni giorno, per 365 giorni l’anno indipendentemente dal clima e dalle stagioni, le condizioni ottimali per le piante controllandone i parametri essenziali come aria, acqua e luce. In Agricola Moderna i cicli di crescita delle piante durano circa tre settimane e si ripetono senza interruzioni, garantendo una produzione continua ed efficiente. Al contrario, in agricoltura tradizionale, questi sono fortemente influenzati dall’andamento stagionale e nei periodi freddi si allungano notevolmente, arrivando anche a due mesi per completare un singolo ciclo di coltivazione. Inoltre, l’agricoltura verticale riduce significativamente gli scarti di produzione. In Agricola Moderna lo sfrido – ovvero la quantità di biomassa edibile che viene persa lungo la linea di produzione – è solo del 2%, grazie all’ambiente controllato e protetto. In agricoltura tradizionale, invece, le perdite sono molto più elevate, soprattutto a causa di attacchi di patogeni che nelle vertical farm non si verificano. La possibilità di programmare le produzioni in modo accurato evita anche le sovrapproduzioni tipiche delle coltivazioni in pieno campo, specialmente durante i periodi di picco stagionale come la primavera e la fine dell’estate, quando le condizioni climatiche ottimali portano a una produzione eccessiva che il mercato non è sempre in grado di assorbire.

Dl fiscale, ok definitivo: più soldi ai partiti, rinvio acconto Irpef

Dl fiscale, ok definitivo: più soldi ai partiti, rinvio acconto IrpefRoma, 5 dic. (askanews) – Il dl fiscale ‘collegato’ alla manovra, dopo un lungo e contrastato esame in prima lettura al Senato, è giunto alla Camera blindato. Montecitorio lo ha approvato definitivamente oggi, a seguito di un rapido esame e un altro ricorso al voto di fiducia. E’ così convertito in legge. Ora governo e maggioranza guardano al disegno di legge di bilancio con le votazioni sugli emendamenti in Commissione che dovrebbero iniziare martedì 10 dicembre.


Forti critiche dalle opposizioni che parlano di un decreto “senza visione”, mentre il governo è “in attesa messianica” delle entrate dal concordato fiscale. Nel frattempo “le tasse sul ceto medio sono aumentate”. Nel decreto fiscale, trasformato di fatto in un ‘omnibus’ ha trovato spazio l’aumento del fondi del 2×1000 dell’Irpef destinati al finanziamento dei partiti politici, passati per il 2024 da 25 a 29,6 milioni di euro. Niente da fare per il taglio del canome Rai da 90 a 70 euro, fortemente richiesto dalla Lega ma osteggiato da Forza Italia. Misura su cui il governo è stato battuto in Commissione al Senato.


Sono confluiti nel decreto la riapertura al 12 dicembre dei termini per aderire al concordato fiscale e l’ampliamento della platea dei beneficiari del bonus di Natale di 100 euro (con l’esclusione del requisito del coniuge a carico). Entrambe le misure erano contenute in un provvedimento ad hoc ‘trasferito’ nel dl. Via libera al rinvio a gennaio 2025 del versamento del secondo accordo Irpef (che si pagherebbe a novembre 2024), con possibilità di rateizzare in cinque rate, da gennaio a maggio. La misura riguarda i contribuenti titolari di partita Iva, che nell’anno precedente hanno dichiarato ricavi o compensi non superiori a 170.000 euro.


Ok al riequilibrio regionale del payback farmaceutico, misura che introduce criteri diversi per la redistribuzione delle risorse del payback. Con la nuova misura si tiene conto anche dell’entità dello sforamento delle regioni e non solo il criterio ‘pro capite’ che fino ad ora ha avvantaggiato la Lombardia. Tra le novità, anche l’aumento di 4,7 miliardi di euro della dotazione per il credito di imposta sugli investimenti di Transizione 4.0 e la possibilità di usare i fondi Covid del 2020 e 2021 ancora presenti sui bilanci dei servizi sanitari regionali per il recupero delle liste d’attesa.


Confermati gli interventi previsti nel testo originale del decreto, tra cui il rifinanziamento di Rfi, Anas e servizio civile, l’aumento delle risorse per soddisare le richieste dell’Ape sociale del 2024, per i grandi eventi tra cui il Giubileo, per gli straordinati delle Forze di Polizia e dei Vigili del fuoco.

Dl fiscale, ok definitivo: più soldi a partiti, rinvio acconto Irpef

Dl fiscale, ok definitivo: più soldi a partiti, rinvio acconto IrpefRoma, 5 dic. (askanews) – Il dl fiscale ‘collegato’ alla manovra, dopo un lungo e contrastato esame in prima lettura al Senato, è giunto alla Camera blindato. Montecitorio lo ha approvato definitivamente oggi, a seguito di un rapido esame e un altro ricorso al voto di fiducia. E’ così convertito in legge. Ora governo e maggioranza guardano al disegno di legge di bilancio con le votazioni sugli emendamenti in Commissione che dovrebbero iniziare martedì 10 dicembre.


Forti critiche dalle opposizioni che parlano di un decreto “senza visione”, mentre il governo è “in attesa messianica” delle entrate dal concordato fiscale. Nel frattempo “le tasse sul ceto medio sono aumentate”. Nel decreto fiscale, trasformato di fatto in un ‘omnibus’ ha trovato spazio l’aumento del fondi del 2×1000 dell’Irpef destinati al finanziamento dei partiti politici, passati per il 2024 da 25 a 29,6 milioni di euro. Niente da fare per il taglio del canome Rai da 90 a 70 euro, fortemente richiesto dalla Lega ma osteggiato da Forza Italia. Misura su cui il governo è stato battuto in Commissione al Senato.


Sono confluiti nel decreto la riapertura al 12 dicembre dei termini per aderire al concordato fiscale e l’ampliamento della platea dei beneficiari del bonus di Natale di 100 euro (con l’esclusione del requisito del coniuge a carico). Entrambe le misure erano contenute in un provvedimento ad hoc ‘trasferito’ nel dl. Via libera al rinvio a gennaio 2025 del versamento del secondo accordo Irpef (che si pagherebbe a novembre 2024), con possibilità di rateizzare in cinque rate, da gennaio a maggio. La misura riguarda i contribuenti titolari di partita Iva, che nell’anno precedente hanno dichiarato ricavi o compensi non superiori a 170.000 euro.


Ok al riequilibrio regionale del payback farmaceutico, misura che introduce criteri diversi per la redistribuzione delle risorse del payback. Con la nuova misura si tiene conto anche dell’entità dello sforamento delle regioni e non solo il criterio ‘pro capite’ che fino ad ora ha avvantaggiato la Lombardia. Tra le novità, anche l’aumento di 4,7 miliardi di euro della dotazione per il credito di imposta sugli investimenti di Transizione 4.0 e la possibilità di usare i fondi Covid del 2020 e 2021 ancora presenti sui bilanci dei servizi sanitari regionali per il recupero delle liste d’attesa.


Confermati gli interventi previsti nel testo originale del decreto, tra cui il rifinanziamento di Rfi, Anas e servizio civile, l’aumento delle risorse per soddisare le richieste dell’Ape sociale del 2024, per i grandi eventi tra cui il Giubileo, per gli straordinati delle Forze di Polizia e dei Vigili del fuoco.

Cosa sta succedendo in Corea del Sud

Cosa sta succedendo in Corea del SudRoma, 5 dic. (askanews) – Sul fallito colpo di mano presidenziale avvenuto in Sudcorea nella notte tra martedì e mercoledì, quando il capo di stato Yoon Suk-yeol ha prima promulgato la legge marziale per poi doverla ritirare in seguito al voto negativo dell’Assemblea nazionale, si comincia a fare luce ed emergono i primi elementi che delineano responsabilità, oltre a dare un quadro delle motivazioni che hanno portato al suo deragliamento.


A ispirarlo e guidarlo, secondo le prime testimonianze presentate all’Assemblea nazionale nelle audizioni d’urgenza che si tengono oggi, sarebbe stato l’ex ministro della Difesa Kim Yong-hyun e, nel governo, alcuni dei ministri avrebbero espresso perplessità o, addirittura, opposizione alla mossa di Yoon. Durante l’audizione parlamentare, i membri del governo, incluso il ministro degli Interni e della Sicurezza Lee Sang-min, hanno affrontato domande sui loro ruoli e sulla loro conoscenza della situazione. Lee, in particolare, ha dichiarato: “Ricordo che alcune persone hanno usato la parola ‘opposizione’”, Un parlamentare del Partito democratico (DPK) ha chiesto quanti ministri avessero espresso opposizione durante la discussione sulla legge marziale nella riunione, avvenuta martedì sera. Lee non ha risposto su questo, ma ha detto che di fronte alle preoccupazioni dei membri del governo, Lee inizialmente ha evitato di rispondere direttamente, Yoon ha dichiarato che il senso di responsabilità percepito dai membri del governo era diverso da quello del presidente, in quanto comandante in capo.


La riunione del gabinetto si è tenuta alle 22 locali e ha avuto una durata di circa 20 minuti, con 11 membri presenti. È stato discusso anche l’impatto della legge marziale sull’economia. Attorno alle 22.30, Yoon è apparso alla televisione annunciando alla nazione l’incredibile notizia dell’imposizione della legge marziale, che non veniva proclamata dal 1979. Poi, il presidente ha nominato il capo di stato maggiore dell’esercito, generale Park An-su, che ha emesso la direttiva con la quale si vietavano le attività politiche sia dell’Assemblea nazionale sia di ogni gruppo politico e civico. Inoltre, nel provvedimento, si mettevano i media sotto il controllo della legge marziale e si precettavano i medici, da mesi in sciopero, sotto il rigore del provvedimento militare.


Park, nella sua audizione, ha riferito di aver appreso dal discorso presidenziale dell’imposizione della legge marziale. L’alto ufficiale ha sostenuto, con un’espressione imbarazzata di fronte alle incalzanti domande dei parlamentari dell’opposizione, di non essere stato preventivamente consultato o avvertito dal presidente. Il generale ha affermato di aver appreso che avrebbe assunto il ruolo di comandante addetto all’applicazione della legge marziale solo durante una riunione con i principali comandanti successiva all’annuncio. “Il ministro della Difesa ha dichiarato durante la riunione che il capo di stato maggiore dell’esercito sarebbe stato il comandante della legge marziale. E’ in quel momento che ho capito cosa stava succedendo”, ha detto Park.


Park ha detto che il proclama di legge marziale non sarebbe stato vergato da lui, ma gli sarebbe stato trasmesso dal ministro della Difesa Kim Yong-hyun, che dopo il fallimento del colpo di mano si è dimesso ed è ora indagato per tradimento. Sebbene non sia chiaro se Kim abbia redatto personalmente il proclama, Park ha dichiarato che il ministro lo ha consegnato già pronto. Il generale, dal canto suo, ha detto di aver suggerito che fosse necessario un esame legale per verificare eventuali irregolarità nel documento. Tuttavia, Kim avrebbe respinto la richiesta, affermando che il testo era già stato sottoposto a revisione legale e avrebbe insistito per l’annuncio immediato. I parlamentari dell’opposizione hanno chiesto chi fosse l’autore del documento, considerato incostituzionale anche perché, vietando le attività politiche del parlamento, tentava di impedire che a norma di legge questo si esprimesse sull’imposizione della stessa legge marziale. Park ha risposto: “Non lo so”. E anche il viceministro della Difesa ha dichiarato che “non è possibile confermare chi l’abbia redatto” e che “non risulta sia stato scritto dal ministero della Difesa”. A mezzanotte, poi, l’esercito ha tentato di entrare nel parlamento, sfondando le finestre. Sono stati dispiegati circa 280 soldati, compresi membri delle forze speciali, trasportati in elicottero. Tuttavia, cittadini e politici dell’opposizione avevano già barricato gli ingressi, impedendo l’accesso ai militari. Il generale Gwak Jong-geun, comandante delle forze speciali, ha suggerito di utilizzare taser e proiettili a salve per gestire la resistenza. Tuttavia, dopo una discussione tra il comando e il generale Park, sarebbe stato deciso di non autorizzare l’uso di tali strumenti. Solo all’una di notte, l’Assemblea nazionale è riuscita a votare la mozione di revoca della legge marziale, con l’unanimità dei presenti (190 su 300). Dopo il voto, il presidente Yoon ha visitato la sala di controllo del comando centrale insieme a Kim Yong-hyun. Per tre ore e mezza tutti hanno tenuto il fiato sospeso: Yoon avrebbe revocato o no la legge marziale? Alle 4:27, Yoon ha infine annunciato in diretta televisiva la revoca della legge marziale, sei ore dopo la sua proclamazione. Il ministro della Difesa Kim Yong-hyun, deluso per il fallimento dell’operazione, avrebbe detto ai comandanti: “La nostra forza era insufficiente rispetto agli avversari. Tornate in sicurezza”. Lo stesso giorno, Kim ha presentato le sue dimissioni, accettate dal presidente Yoon il 5 dicembre.

M5S, al via la nuova votazione sullo statuto e sul garante Grillo

M5S, al via la nuova votazione sullo statuto e sul garante GrilloRoma, 5 dic. (askanews) – Si è aperta questa mattina alle 10, e si chiude alle 22 di domenica prossima, 8 dicembre, la nuova votazione on line degli iscritti al Movimento 5 stelle, imposta da Grillo a norma di statuto, sui nodi più delicati dello scontro politico interno, appunto le modifiche statutarie radicali già approvate in prima lettura al termine del “processo costituente” avviato la scorsa estate dal leader M5S Giuseppe Conte dopo la sconfitta elettorale delle europee. Dopo che il fondatore e garante, Beppe Grillo, ha chiesto, a norma del vecchio statuto, la ripetizione del voto, i circa 89mila aventi diritto si pronunceranno sulle norme per la modifica del simbolo, sugli organismi di garanzia, sui ruoli di presidente e garante. Questa, in particolare, è la questione più calda: l’abolizione della figura del garante, rivestita finora con poteri piuttosto ampi proprio dal fondatore del M5S, era stata approvata con un largo 63,24 per cento dai votanti e accolta da un boato dell’assemblea nazionale Nova.


La sfida di Grillo, che ha invitato i suoi vecchi seguaci ad “andare per funghi” piuttosto che votare, è legata alla speranza che i contrari e gli astenuti (rispettivamente 29,09 e 7,67 per cento) non partecipino proprio al voto, facendo mancare il quorum richiesto appunto per approvare le modifiche statutarie, superato facilmente al primo spoglio conclusosi il 24 novembre scorso: in quel caso infatti votarono in 54.452, il 61,23% degli aventi diritto. Per sconfiggere nuovamente Grillo e rimanere saldamente in sella al Movimento per gestire la “nuova fase” che ha più volte rivendicato di voler aprire, stavolta Conte avrà bisogno di 44.467 votanti.

Legge marziale Sudcorea, anatomia di un (fallito) colpo di mano

Legge marziale Sudcorea, anatomia di un (fallito) colpo di manoRoma, 5 dic. (askanews) – Sul fallito colpo di mano presidenziale avvenuto in Sudcorea nella notte tra martedì e mercoledì, quando il capo di stato Yoon Suk-yeol ha prima promulgato la legge marziale per poi doverla ritirare in seguito al voto negativo dell’Assemblea nazionale, si comincia a fare luce ed emergono i primi elementi che delineano responsabilità, oltre a dare un quadro delle motivazioni che hanno portato al suo deragliamento.


A ispirarlo e guidarlo, secondo le prime testimonianze presentate all’Assemblea nazionale nelle audizioni d’urgenza che si tengono oggi, sarebbe stato l’ex ministro della Difesa Kim Yong-hyun e, nel governo, alcuni dei ministri avrebbero espresso perplessità o, addirittura, opposizione alla mossa di Yoon. Durante l’audizione parlamentare, i membri del governo, incluso il ministro degli Interni e della Sicurezza Lee Sang-min, hanno affrontato domande sui loro ruoli e sulla loro conoscenza della situazione. Lee, in particolare, ha dichiarato: “Ricordo che alcune persone hanno usato la parola ‘opposizione’”, Un parlamentare del Partito democratico (DPK) ha chiesto quanti ministri avessero espresso opposizione durante la discussione sulla legge marziale nella riunione, avvenuta martedì sera. Lee non ha risposto su questo, ma ha detto che di fronte alle preoccupazioni dei membri del governo, Lee inizialmente ha evitato di rispondere direttamente, Yoon ha dichiarato che il senso di responsabilità percepito dai membri del governo era diverso da quello del presidente, in quanto comandante in capo.


La riunione del gabinetto si è tenuta alle 22 locali e ha avuto una durata di circa 20 minuti, con 11 membri presenti. È stato discusso anche l’impatto della legge marziale sull’economia. Attorno alle 22.30, Yoon è apparso alla televisione annunciando alla nazione l’incredibile notizia dell’imposizione della legge marziale, che non veniva proclamata dal 1979. Poi, il presidente ha nominato il capo di stato maggiore dell’esercito, generale Park An-su, che ha emesso la direttiva con la quale si vietavano le attività politiche sia dell’Assemblea nazionale sia di ogni gruppo politico e civico. Inoltre, nel provvedimento, si mettevano i media sotto il controllo della legge marziale e si precettavano i medici, da mesi in sciopero, sotto il rigore del provvedimento militare.


Park, nella sua audizione, ha riferito di aver appreso dal discorso presidenziale dell’imposizione della legge marziale. L’alto ufficiale ha sostenuto, con un’espressione imbarazzata di fronte alle incalzanti domande dei parlamentari dell’opposizione, di non essere stato preventivamente consultato o avvertito dal presidente. Il generale ha affermato di aver appreso che avrebbe assunto il ruolo di comandante addetto all’applicazione della legge marziale solo durante una riunione con i principali comandanti successiva all’annuncio. “Il ministro della Difesa ha dichiarato durante la riunione che il capo di stato maggiore dell’esercito sarebbe stato il comandante della legge marziale. E’ in quel momento che ho capito cosa stava succedendo”, ha detto Park.


Park ha detto che il proclama di legge marziale non sarebbe stato vergato da lui, ma gli sarebbe stato trasmesso dal ministro della Difesa Kim Yong-hyun, che dopo il fallimento del colpo di mano si è dimesso ed è ora indagato per tradimento. Sebbene non sia chiaro se Kim abbia redatto personalmente il proclama, Park ha dichiarato che il ministro lo ha consegnato già pronto. Il generale, dal canto suo, ha detto di aver suggerito che fosse necessario un esame legale per verificare eventuali irregolarità nel documento. Tuttavia, Kim avrebbe respinto la richiesta, affermando che il testo era già stato sottoposto a revisione legale e avrebbe insistito per l’annuncio immediato. I parlamentari dell’opposizione hanno chiesto chi fosse l’autore del documento, considerato incostituzionale anche perché, vietando le attività politiche del parlamento, tentava di impedire che a norma di legge questo si esprimesse sull’imposizione della stessa legge marziale. Park ha risposto: “Non lo so”. E anche il viceministro della Difesa ha dichiarato che “non è possibile confermare chi l’abbia redatto” e che “non risulta sia stato scritto dal ministero della Difesa”. A mezzanotte, poi, l’esercito ha tentato di entrare nel parlamento, sfondando le finestre. Sono stati dispiegati circa 280 soldati, compresi membri delle forze speciali, trasportati in elicottero. Tuttavia, cittadini e politici dell’opposizione avevano già barricato gli ingressi, impedendo l’accesso ai militari. Il generale Gwak Jong-geun, comandante delle forze speciali, ha suggerito di utilizzare taser e proiettili a salve per gestire la resistenza. Tuttavia, dopo una discussione tra il comando e il generale Park, sarebbe stato deciso di non autorizzare l’uso di tali strumenti. Solo all’una di notte, l’Assemblea nazionale è riuscita a votare la mozione di revoca della legge marziale, con l’unanimità dei presenti (190 su 300). Dopo il voto, il presidente Yoon ha visitato la sala di controllo del comando centrale insieme a Kim Yong-hyun. Per tre ore e mezza tutti hanno tenuto il fiato sospeso: Yoon avrebbe revocato o no la legge marziale? Alle 4:27, Yoon ha infine annunciato in diretta televisiva la revoca della legge marziale, sei ore dopo la sua proclamazione. Il ministro della Difesa Kim Yong-hyun, deluso per il fallimento dell’operazione, avrebbe detto ai comandanti: “La nostra forza era insufficiente rispetto agli avversari. Tornate in sicurezza”. Lo stesso giorno, Kim ha presentato le sue dimissioni, accettate dal presidente Yoon il 5 dicembre.

’Ndrangheta, maxi blitz nel Bresciano: arrestata anche una suora

’Ndrangheta, maxi blitz nel Bresciano: arrestata anche una suoraMilano, 5 dic. (askanews) – Una “locale” di ‘ndrangheta in grado di “esportare” in territorio bresciano le azioni tipiche delle associazioni criminali di stampo mafioso, come estorsioni, traffico di armi e stupefacenti, ricettazioni, usura e scambio elettorale politico-mafioso. Ruota attorno a questo impianto accusatario la maxi operazione di Polizia e Guardia di Finanza che ha portato a 24 misure cautelari tra le province di Brescia, Milano, Reggio Calabria, Como, Lecco, Varese, Viterbo e in Spagna, e al sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per oltre 1,8 milioni di euro.


Il blitz, riferisce una nota, è il risultato di una complessa indagine, avviata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia nel settembre 2020, su un’associazione per delinquere di matrice ‘ndranghetista, originaria di Sant’Eufemia d’Aspromonte (Rc) ma residente da anni nel Bresciano e legata da rapporti federativi alla cosca ‘Alvaro’, egemone nella zona aspromontana compresa tra i comuni di Sinopoli e Sant’Eufemia d’Aspromonte. Tra gli arrestati c’è anche una suora che, evidenziano gli investigatori, “più volte, avrebbe svolto il ruolo di intermediario, tra gli associati e soggetti in detenzione, approfittando dell’incarico spirituale che le consentiva di avere libero accesso alle strutture penitenziarie”.

Addio a Paolo Pillitteri, sindaco di Milano dal 1986 al 1992

Addio a Paolo Pillitteri, sindaco di Milano dal 1986 al 1992Milano, 5 dic. (askanews) – E’ morto Paolo Pillitteri, importante esponente del Partito Socialista Italiano tra gli anni Ottanta e nei primi anni Novanta e sindaco di Milano dal dicembre 1986 al gennaio del 1992. Ad annunciarlo, sui social, è il figlio Stefano: “Mio padre Paolo Pillitteri ha scelto il giorno del suo 84esimo compleanno per salutarci per sempre. Ha avuto un’esistenza assai ricca, nel bene e nel male. Ed è ciò che più conta nel nostro passaggio terreno (anche se poteva essergli risparmiato un decennio di persecuzione giudiziaria). Ma ciò che ancora più conta è che resta e resterà nel cuore di tante persone”.

All’Aeroporto di Olbia la mostra “La dolce vita di Fellini e Catozzo”

All’Aeroporto di Olbia la mostra “La dolce vita di Fellini e Catozzo”Roma, 5 dic. (askanews) – È stata inaugurata presso l’Artport Gallery e la Sala Arrivi dell’Aeroporto di Olbia la mostra fotografico-documentale La dolce vita di Fellini e Catozzo: tra sogno, magia e realtà, un omaggio straordinario al genio cinematografico di Federico Fellini e al talento innovativo del montatore Leo Catozzo. Ideata e organizzata dall’associazione culturale Il Leone e le Cornucopie, l’esposizione si propone di esplorare aspetti inediti della vita professionale e privata del maestro riminese, intrecciando le sue esperienze artistiche e umane in una narrazione unica.


Presenti al taglio del nastro i direttori artistici Fabio Alescio e Tiziana Biscu, il Ceo di Geasar S.p.A. – Olbia Costa Smeralda Airport Silvio Pippobello, le dirigenti dell’Assessorato al Turismo della Regione Sardegna Alessia Pillai e Valentina Pisano, il figlio di Leo, Alberto Catozzo e Costantino Frontalini, presidente del Museo del Sidecar di Cingoli. Uno degli aspetti più suggestivi della retrospettiva è la sezione dedicata alle motociclette, un tema che attraversa quasi tutta la produzione cinematografica di Fellini. Le due ruote, pur non essendo mai state parte della vita personale del regista, occupano un ruolo simbolico fondamentale nei suoi film, rappresentando libertà, ribellione e modernità. La mostra riunisce nove motocicli originali, accuratamente restaurati dal Museo del Sidecar di Cingoli, che trasportano il visitatore in un viaggio emozionante attraverso la carriera e l’immaginario felliniano.


Tra i pezzi più iconici spicca il motocarro Zampanò, protagonista del capolavoro La Strada (1954), un veicolo spartano che rappresenta il duro e poetico vagabondare del personaggio interpretato da Anthony Quinn. Costantino Frontalini, direttore del museo marchigiano dove sono conservati molti veicoli dei principali film dell’industria cinematografica italiana a soggetto motociclistico, sottolinea la presenza in mostra del veicolo simbolo de La dolce Vita, la vespa sulla quale i paparazzi fuggivano dopo aver immortalato scatti rubati: “il loro era un mestiere in velocità per potersi guadagnar da vivere – afferma – e grazie ad un veicolo come questo, che li facilitava per le due ruote e il cestello posizionato sul manubrio anteriore per riporre la proprio macchina fotografica e il flash, riuscivano a collezionare risultati sorprendenti. Non solo un mezzo di trasporto, quindi, ma un vero e proprio strumento di lavoro”.


In mostra anche l’imponente Harley-Davidson WL 750 di Amarcord (1973), una moto che Fellini trasformò in un archetipo del motociclista, celebrandone il fascino mitologico. Più recente, ma altrettanto significativa, è la Ducati Indiana 650 di La Voce della Luna (1990), ultima opera del regista, dove la moto diventa un’estensione onirica della ricerca di libertà e sogno. Altri mezzi in esposizione includono il sidecar utilizzato in I Clowns (1971), che rievoca il mondo del circo caro al regista, e la Moto Guzzi 500 de La Città delle Donne (1980), simbolo dell’autorevolezza ribaltata in chiave surreale. Ogni veicolo è accompagnato da pannelli esplicativi che raccontano il contesto cinematografico e le modifiche apportate per adattarli alle esigenze dei set, offrendo al pubblico un’esperienza di immersione totale nell’universo felliniano.


La mostra celebra anche il rapporto professionale e umano tra Fellini e Leo Catozzo, montatore di capolavori come La Strada, Le Notti di Cabiria, La Dolce Vita e 8½. In esposizione, alcuni prototipi originali della celebre pressa Catozzo, un’invenzione rivoluzionaria che ha cambiato per sempre il montaggio cinematografico. La “Cabiria” fu utilizzata per la prima volta durante la lavorazione di Le Notti di Cabiria, guadagnando a Leo Catozzo un Oscar Tecnico (Technical Achievement Award) nel 1990. “La mostra testimonia una grande amicizia tra mio padre e Fellini – rivela il figlio di Leo, Alberto Catozzo – e stimola una serie di ricordi della mia infanzia, legati tanto alla sfera affettiva che a quella professionale. Il successo della pressa Catozzo fu infatti rilevante nella realizzazione di due dei capolavori felliniani assoluti, La Dolce Vita e Otto e Mezzo, ma quando per mio padre subentrarono successivamente altre sfide lavorative e lui e Fellini si dovettero allontanare, i rapporti si incrinarono inevitabilmente”. Nell’ambito dell’inaugurazione sono state anche distribuite copie del volume Leo Catozzo. La dolce vita di Fellini e Catozzo, a cura di Silvia Nonnato ed è stato annunciato dagli organizzatori il calendario degli eventi culturali previsti all’interno della mostra: le proiezioni de La dolce Vita e Amarcord, rispettivamente l’11 e 14 dicembre alle ore 20:00, entrambe nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna, e il doppio evento musicale in programma il 16 dicembre a partire dalle ore 21:00, con l’esibizione del maestro Gian Domenico Anellino che eseguirà le più famose colonne sonore del cinema e la performance del Gruppo Gospel di Olbia Movin’on Up Gospel Choir che concluderà la serata con i canti natalizi. La dolce vita di Fellini e Catozzo: tra sogno, magia e realtà sarà aperta al pubblico fino al 31 dicembre 2024, con ingresso libero a tutti.

L’Istat: Pil in crescita (+0,5%) nel 2024 e (+0,8%) nel 2025

L’Istat: Pil in crescita (+0,5%) nel 2024 e (+0,8%) nel 2025Roma, 5 dic. (askanews) – Il Pil italiano è atteso crescere dello 0,5% nel 2024 e dello 0,8% nel 2025. E’ la stima dell’Istat che ha diffuso le prospettive per l’economia italiana.


Nel 2024 l’aumento del Pil verrebbe sostenuto dal contributo della domanda estera netta (+0,7 punti percentuali), mentre la domanda interna fornirebbe un apporto negativo (-0,2 p.p.). Nel 2025 la crescita dell’economia italiana sarebbe invece trainata dalla domanda interna (+0.8 p.p.).


L’Istat taglia le stime di crescita dell’Italia. Nel complesso, la previsione della crescita del Pil per il 2024 è stata rivista al ribasso di -0,5 punti precentuali (dal +1% al +0,5%) e, per il 2025, di -0,3 punti percentuali (da 1,1% a 0,8%)