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Tag: Sanremo 2023

Lavoro, Istat: per 1,3 milioni retribuzione lorda oraria sotto 7,79 euro

Lavoro, Istat: per 1,3 milioni retribuzione lorda oraria sotto 7,79 euroRoma, 10 gen. (askanews) – Nel 2021 sono 1,3 milioni le posizioni lavorative, pari al 6,6% del totale (quota in calo di 0,3 punti percentuali rispetto al 2020, invariata rispetto al 2019), che percepiscono una retribuzione lorda oraria inferiore a 7,79 euro, inferiore cioè ai due terzi della mediana (low pay jobs). E’ quanto emerge da un report dell’Istat.

Il valore mediano delle retribuzioni orarie (per ora retribuita) nel 2021 è pari a 11,69 euro. Il valore del nono decile è pari a 21,92 euro ed è 2,6 volte superiore a quello del primo decile (8,32 euro). La variabilità delle retribuzioni, misurata come differenza tra il valore del nono e del primo decile, si concentra, per il 75%, tra il nono decile e la mediana e solo il restante 25% tra la mediana e il primo decile. Le posizioni lavorative con retribuzioni orarie più alte sono anche quelle per le quali si registra una maggiore variabilità; tra queste ci sono quelle occupate da laureati (la retribuzione oraria mediana è di 14,75 euro), da dipendenti con almeno 50 anni di età (12,84 euro), da impiegati/dirigenti (14,69 euro), quelle del Nord-ovest (12,37 euro) o nelle grandi imprese (13,22 euro). In questi casi il valore del nono decile è circa tre volte quello del primo decile (il rapporto sale a 3,5 volte tra i laureati).

Una minore variabilità in termini di retribuzione oraria caratterizza le posizioni meno retribuite, cioè i rapporti di lavoro a tempo determinato (la retribuzione oraria mediana è di 10,44 euro), con qualifica di operaio (10,94 euro), a tempo parziale (10,44 euro), occupate da giovani (10,37 euro), da nati all’estero (10,65 euro) oppure nelle micro imprese (10,58 euro); in questi casi il valore del nono decile è circa il doppio di quello del primo decile. Le posizioni occupate da donne, tra le quali la retribuzione mediana è pari a 11,23 euro, sono retribuite 0,81 euro in meno di quelle occupate da uomini; la differenza rispetto agli uomini, pari al 3,3% per il primo decile, sale al 14,4% per il nono.

Rispetto all’anno precedente, nel 2021, la retribuzione mediana è rimasta praticamente invariata (-0,1%), il valore del primo decile è aumentato dello 0,6% e quello del nono dell’1,6%, facendo così registrare un aumento della variabilità. Sempre nel 2021, nel settore privato extra-agricolo sono attive 19,5 milioni di posizioni lavorative dipendenti (+6,9% rispetto al 2020), per un totale di 15,4 milioni di lavoratori (+3,5%).

Tra i lavoratori, il 17,8% ha occupato più di una posizione nel corso dell’anno. L’input di lavoro per posizione lavorativa, in mediana, cresce rispetto al 2020 del 6,6% in ore lavorate e dell’1,5% in ore retribuite (diminuisce sul 2019 del -2,1% e -2,6% rispettivamente).

Risoluzione M5s: stop invio armi in Ucraina, cercare soluzione politica

Risoluzione M5s: stop invio armi in Ucraina, cercare soluzione politicaRoma, 10 gen. (askanews) – Il Movimento 5 stelle chiede un immediato stop alle invio delle armi all’Ucraina e che l’Italia guidi la ricerca di un negoziato e una soluzione politica al conflitto. E’ quanto si legge nella risoluzione presentata alla Camera dopo le comunicazioni del governo sulla proroga dell’invio di armi a Kiev.

Nel dettaglio il documento parlamentare chiede di “interrompere immediatamente la fornitura di materiali d’armamento alle autorità governative ucraine, ferme restando le misure destinate agli aiuti umanitari; comunicare preventivamente al Parlamento l’indirizzo politico da assumere in occasione di consessi internazionali con riferimento all’evoluzione del conflitto Russia-Ucraina, che il Governo comunichi preventivamente alle Aule parlamentari in merito a ciascuna autorizzazione relativa all’invio di armi, al fine di garantire un ampio coinvolgimento delle Camere in merito, relazionare, nelle opportune sedi, i dettagli in merito alle spese sostenute per le cessioni di forniture militari, nonché illustrare alle Camere la specifica della natura delle somme in entrata derivanti dai decreti interministeriali che definiscono l’elenco dei mezzi, dei materiali e degli equipaggiamenti militari oggetto di cessione all’Ucraina, riassegnate integralmente sui pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa”. E poi sul profilo diplomatico il partito di Giuseppe Conte ritiene si debba “imprimere una concreta svolta per profondere il massimo ed efficace sforzo sul piano diplomatico, in sinergia con gli altri Paesi europei, per l’immediata cessazione delle operazioni belliche con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare, portando il nostro Paese finalmente a farsi capofila di un percorso di soluzione negoziale del conflitto che non lo impegni in ulteriori forniture di materiali di armamento, per il raggiungimento di una soluzione politica in linea con i principi del diritto internazionale”.

Per il Movimento 5 stelle servirebbe “una graduale diminuzione delle spese per i sistemi di armamento, che insistono sul bilancio dello Stato, considerata la grave crisi economica e sociale in atto, conseguenza diretta della recente crisi energetica, al fine di non distrarre le risorse finanziarie necessarie a sostenere il tessuto sociale ed economico del Paese e a garantirne la ripresa; intraprendere tutte le azioni necessarie atte a scongiurare la distrazione delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza a favore del cofinanziamento dell’industria della difesa, in particolare per la produzione di armamenti, considerato che tali fondi rappresentano lo strumento principale di ripresa e rilancio dell’economia del Paese provato dalla recente pandemia e non uno strumento di supporto ad una economia di guerra”. C’è poi nel dispositivo della risoluzione anche un riferimento alla riforma della governance economica europea, secondo il M5s occorre “rivedere l’accordo raggiunto in relazione allo scorporo dai vincoli europei di bilancio della spesa per la difesa, in particolare quella destinata alla produzione di armamenti e, al contempo, a sostenere in sede europea la richiesta di esclusione dal calcolo del deficit di determinate categorie di investimenti pubblici nazionali produttivi, che sono ostacolati dall’attuale quadro di bilancio, tra i quali gli investimenti destinati all’istruzione, quelli in ambito di spesa sanitaria, gli investimenti green, quelli destinati alle energie rinnovabili e ai beni pubblici europei, adottare misure di carattere normativo volte ad introdurre un contributo solidaristico sui cosiddetti extraprofitti netti conseguiti dalle aziende del settore dell’industria della difesa a seguito del mutato contesto geopolitico internazionale aggravato dal protrarsi del conflitto in Ucraina”.

Infine la decima richiesta del M5s è “rafforzare in modo massiccio e costante l’invio di aiuti umanitari per la popolazione ucraina, nonché le misure di accoglienza adottate per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti loro riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e alle esigenze dei soggetti più fragili, tra cui anziani e disabili”.

Granchio blu, un altro milione da Regione E.R. per spese raccolta

Granchio blu, un altro milione da Regione E.R. per spese raccoltaRoma, 10 gen. (askanews) – Un nuovo contributo regionale da un milione di euro per sostenere la raccolta del granchio blu e la richiesta di un incontro al Governo per tornare ad auspicare la concessione in tempi stretti dello stato di emergenza nazionale o di crisi del settore. È quanto ribadito dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che ieri ha nuovamente incontrato a Goro, nel ferrarese, imprese e cooperative del comparto della pesca delle vongole. La sopravvivenza di attività e allevamento è a fortissimo rischio, dopo la devastazione dell’ecosistema dove si sviluppa la produzione di vongola verace e viene prodotto il 55% del pescato in Italia.

Il milione di euro di stanziamento prevederà un contributo da 1,5 euro al chilo per la raccolta del granchio blu. Inoltre, entro febbraio verranno erogati i ristori, anch’essi da un milione di euro di fondi regionali, previsti dal bando pubblicato a ottobre. All’incontro hanno partecipato anche gli assessori regionale Paolo Calvano (Bilancio) e Alessio Mammi (Agricoltura), oltre a Maura Tomasi, vicesindaco di Comacchio, Marica Bugnoli, sindaca di Goro, e il Prefetto di Ferrara, Massimo Marchesiello.

“Siamo venuti nuovamente qui di persona perché è necessario tenere i riflettori accesi su questa emergenza. A rischio c’è un comparto unico non solo in Emilia-Romagna ma nel Paese e in Europa, pezzi fondamentali di intere comunità – ha dichiarato Bonaccini – Per questo rinnoviamo al Governo la richiesta dello stato di emergenza nazionale, altrimenti non sarà possibile adottare le necessarie misure straordinarie. E chiediamo un incontro all’Esecutivo – ha chiuso -, perché questo silenzio alla nostra richiesta è inaccettabile”. La Regione ha inoltre confermato la volontà di sostenere investimenti su interventi strutturali alla Sacca di Goro e di sostegno alle cooperative e alle imprese. “Questa è una battaglia complessa e lunga, ma vogliamo continuare a portarla avanti con decisione, non molliamo di un centimetro – ha detto l’assessore Mammi – Il riconoscimento dello stato di crisi e di calamità è necessario per mettere in campo provvedimenti indispensabili come la sospensione dei mutui, la cassa integrazione per chi ne avrà bisogno, ristori e interventi economici, anche da parte del sistema del credito”.

Confagricoltura: vicini a Unione agricoltori tedeschi in sciopero

Confagricoltura: vicini a Unione agricoltori tedeschi in scioperoRoma, 10 gen. (askanews) – Vicinanza al Deutscher Bauernverband (DBV), il sindacato agricolo tedesco, che dal mese di dicembre sta organizzando manifestazioni di protesta contro i tagli alle agevolazioni al gasolio agricolo. A esprimerla è Confagricoltura che in una nota sottolinea che “le azioni del governo di Berlino, secondo quanto riportato dal DBV, ‘mettono a repentaglio la competitività e l’esistenza degli agricoltori e delle imprese di trasporto di medie dimensioni’: un rischio per il Paese e l’Europa”.

L’agricoltura, ricorda Palazzo della Valle, è una risorsa fondamentale per il mercato europeo; pertanto, è bene che sia messa nelle condizioni di produrre, garantendo approvvigionamenti e, quindi, sicurezza alimentare. L’aumento del costo dei carburanti “è un problema che mette a rischio la competitività delle imprese agricole europee che, a causa degli elevati standard di produzione, a tutela dei consumatori, hanno costi maggiori rispetto a chi produce fuori Europa. Inoltre, è uno degli elementi che incide maggiormente sul costo del prodotto finito e quindi sul cosiddetto carrello della spesa”, conclude Confagricoltura.

Plenitude (Eni) acquisisce da EDPR 3 parchi fotovoltaici in Usa

Plenitude (Eni) acquisisce da EDPR 3 parchi fotovoltaici in UsaRoma, 10 gen. (askanews) – Plenitude, attraverso la sua controllata Eni New Energy US Inc., ha firmato un accordo con la Società leader globale nel settore dell’energia EDP Renováveis, S.A. (“EDPR”) per l’acquisizione dell’80% di tre impianti fotovoltaici già operativi situati negli Stati Uniti. I parchi Cattlemen, (Texas), Timber Road (Ohio) e Blue Harvest (Ohio), hanno una capacità complessiva installata di circa 478 MW, di cui 382 MW in quota Plenitude, si sviluppano su una superficie di oltre 1.500 ettari di terreno e genereranno oltre 800 MWh annuali di energia da fonte rinnovabile. Lo rende noto l’azienda in un comunicato.

Stefano Goberti, Amministratore Delegato di Plenitude, ha dichiarato: “Questa operazione rappresenta l’ingresso di Plenitude nel mercato energetico PJM1 in Ohio con progetti già operativi di taglie medio-grandi e consolida la presenza della Società in Texas. L’accordo permette a Plenitude di superare 1.2 GW di capacità installata negli Stati Uniti contribuendo all’obiettivo di raggiungere 7 GW nel mondo entro il 2026”. Miguel Stilwell d’Andrade, CEO di EDP Renewables, ha dichiarato: “Siamo lieti di aver siglato questo accordo, un chiaro segno della qualità dei nostri asset e del valore aggiunto apportato dall’esperienza di EDP. Con questa operazione abbiamo realizzato oltre il 25% dell’obiettivo annunciato nel nostro programma di rotazione degli asset per il periodo 2023-26. Confermiamo il nostro impegno a realizzare il nostro piano aziendale con un solido investimento nelle energie rinnovabili e un focus sulla crescita sostenibile”. Plenitude è una Società Benefit controllata da Eni che integra la produzione di energia 100% da fonti rinnovabili, la vendita di energia e servizi energetici ed un’ampia rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. L’azienda fornisce attualmente energia a circa 10 milioni di clienti europei nel mercato retail con l’obiettivo di raggiungere entro il 2026 più di 11 milioni di clienti e di installare oltre 30.000 punti 1 PJM Interconnection LLC è un’organizzazione regionale che gestisce la rete elettrica orientale degli Stati Uniti e serve gli stati di Delaware, Illinois, Indiana, Kentucky, Maryland, Michigan, New Jersey, North Carolina, Ohio, Pennsylvania, Tennessee, Virginia, West Virginia, ed il Distretto di Columbia. La rete connette più di 183GW di capacità installata e serve oltre 65 milioni di utenze di ricarica per la mobilità elettrica. La Società, che attualmente ha una capacità installata da fonti rinnovabili di circa 3 GW, prevede, inoltre, di superare i 15 GW entro il 2030 e di azzerare le emissioni nette di CO2 Scope1, 2 e 3 entro il 2040.

EDP Renewables (Euronext: EDPR) è una Società leader globale nello sviluppo di energie rinnovabili presente in 28 regioni di Europa, Nord America, Sud America e Asia-Pacifico. Con sede centrale a Madrid e uffici regionali a Houston, San Paolo e Singapore, EDPR dispone di un solido portafoglio di asset di alto livello in via di sviluppo e di una capacità operativa leader di mercato nel settore delle energie rinnovabili, con particolare riferimento all’eolico onshore, il solare distribuito e su larga scala, l’eolico offshore (OW – attraverso una joint venture 50/50) e le tecnologie complementari alle rinnovabili, come lo stoccaggio e l’idrogeno verde. EDPR è una divisione di EDP (Euronext: EDP), leader nella transizione energetica con un focus particolare sulla decarbonizzazione. Oltre ad essere presente nel settore delle energie rinnovabili (con EDPR e in ambito idroelettrico), EDP opera anche nel campo delle utility in Portogallo, Spagna e Brasile attraverso reti elettriche, soluzioni per i clienti e per la gestione dell’energia.

Aifi Young,Alessandro Candido (Montefiore Investment)nuovo Presidente

Aifi Young,Alessandro Candido (Montefiore Investment)nuovo PresidenteRoma, 10 gen. (askanews) – Montefiore Investment, società di private equity specializzata negli investimenti in PMI attive nel settore dei servizi e della distribuzione, annuncia che Alessandro Candido – Investment Manager della società – è stato nominato Presidente di AIFI Young. Per un anno, avrà il compito di coordinare l’attività dell’associazione con il supporto del Board di AIFI Young, che comprende 17 membri eletti – tra cui lo stesso Alessandro – per una durata di tre anni. Lo rende noto un comunicato di Montefiore Investment

Dopo aver iniziato la sua carriera presso il Fondo Italiano d’Investimento e aver lavorato per EOS Investment Management, Alessandro è approdato, da oltre un anno, in Montefiore Investment, unendosi al team operativo in Italia che conta sette persone dedicate al mercato nazionale. AIFI Young è il segmento di AIFI – Associazione Italiana di Private Equity, Venture Capital e Private Debt – dedicato ai giovani under 35 attivi nel mondo del private capital, che lavorano nelle società associate ad AIFI, proprio come Montefiore. Lo scopo è quello di sviluppare un network tra i giovani professionisti del settore, coinvolgere i membri del gruppo nelle iniziative promosse dalla stessa AIFI, promuovere attività di formazione e momenti di socialità.

Carlo Mammola, Co-Head Italy di Montefiore Investment, ha commentato: “Siamo entusiasti della nomina di Alessandro in qualità di Presidente di AIFI Young. L’impegno nell’attività istituzionale di AIFI rappresenta un’ulteriore conferma dell’interesse di Montefiore Investment a presidiare stabilmente il mercato italiano”. Montefiore Investment, Fondata nel 2005, è l’investitore di riferimento nelle PMI che operano nei settori dei servizi. Con sede a Parigi e a Milano, Montefiore Investment gestisce 4 miliardi di euro di asset under management, investendo tra i 20 e i 200 milioni di euro per operazione, per finanziare la crescita sostenibile e redditizia delle sue partecipazioni. Dal 2021, Montefiore è inoltre azionista e partner strategico di Starquest, società di gestione dedicata agli investimenti in aziende innovative ad alto impatto ambientale (GreenTech).

Bankitalia: a novembre i tassi dei nuovi mutui al 4,92%. Il record degli ultimi 15 anni

Bankitalia: a novembre i tassi dei nuovi mutui al 4,92%. Il record degli ultimi 15 anniRoma, 10 gen. (askanews) – A novembre i tassi sui nuovi mutui erogati alle famiglie dalle banche in Italia hanno toccato i massimi da quasi 15 anni a questa parte, al 4,92%. Il dato emerge dalla indagine “Banche e moneta: serie nazionali” pubblicato oggi dalla Banca d’Italia e riflette gli aumenti dei tassi di interesse di riferimento operati nei mesi passati dalla Bce.

A novembre i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) si sono collocati al 4,9185 per cento, a fronte del 4,72 per cento del mese precedente. Secondo le tabelle storiche dell’istituzione di Via Nazionale si tratta del valore più elevato dal dicembre del 2008, quando questa voce segnò 5,1936 per cento. Prosegue la contrazione del credito bancario in Italia, sulla scia della stretta monetaria operata dalla Bce. A novembre i prestiti al settore privato sono complessivamente diminuiti del 3,2 per cento su base annua, dopo il meno 3,1 nel mese precedente. Lo riferisce la Banca d’Italia nella statistica “Banche moneta: serie nazionali”.

I prestiti alle famiglie si sono ridotti dell’1,2 per cento sui dodici mesi (erano calati dell’1,1 nel mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie si sono ridotti del 4,8 per cento (-5,3 nel mese precedente). Nel frattempo i depositi del settore privato sono diminuiti del 4,1 per cento, sempre su base annua, dopo un meno 5 per cento a ottobre: All’opposto continua a rafforzarsi la raccolta obbligazionaria delle banche, con un più 19,7 per cento a novembre dal più 17,9 di ottobre.

Bankitalia, a novembre tassi nuovi mutui al 4,92%, record 15 anni

Bankitalia, a novembre tassi nuovi mutui al 4,92%, record 15 anniRoma, 10 gen. (askanews) – A novembre i tassi sui nuovi mutui erogati alle famiglie dalle banche in Italia hanno toccato i massimi da quasi 15 anni a questa parte, al 4,92%. Il dato emerge dalla indagine “Banche e moneta: serie nazionali” pubblicato oggi dalla Banca d’Italia e riflette gli aumenti dei tassi di interesse di riferimento operati nei mesi passati dalla Bce.

A novembre i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) si sono collocati al 4,9185 per cento, a fronte del 4,72 per cento del mese precedente. Secondo le tabelle storiche dell’istituzione di Via Nazionale si tratta del valore più elevato dal dicembre del 2008, quando questa voce segnò 5,1936 per cento.

Commercio, Istat: a novembre vendite +0,4%, su anno +1,5%

Commercio, Istat: a novembre vendite +0,4%, su anno +1,5%Roma, 10 gen. (askanews) – A novembre si stima, per le vendite al dettaglio, una crescita congiunturale dello 0,4% in valore e dello 0,2% in volume. Su base tendenziale, a novembre 2023, le vendite al dettaglio aumentano dell’1,5% in valore e registrano un calo in volume del 2,2%. Lo ha reso noto l’Istat.

Sono in aumento, su base mensile, le vendite dei beni alimentari in valore (+0,2%) mentre registrano una flessione quelle in volume (-0,2%); le vendite dei beni non alimentari sono, invece, in aumento in valore e in volume (rispettivamente +0,6% e +0,4%). Nel trimestre settembre-novembre del 2023, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio calano sia in valore (-0,1%) sia in volume (-0,8%). Le vendite dei beni alimentari crescono in valore (+0,3%) e diminuiscono in volume (-0,5%) mentre le vendite dei beni non alimentari calano sia in valore (-0,6%) sia in volume (-0,7%).

Su base annua le vendite dei beni alimentari crescono del 4,1% in valore e diminuiscono del 2% in volume; quelle dei beni non alimentari calano sia in valore (-0,3%) sia in volume (-2,3%). Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda i Prodotti di profumeria, cura della persona (+5,0%), mentre registrano il calo più consistente Elettrodomestici, radio, tv e registratori (-4,1%).

Rispetto a novembre 2022, il valore delle vendite al dettaglio è in crescita per la grande distribuzione (+3,4%) e il commercio elettronico (+0,6%), mentre registrano una variazione negativa le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-0,3%) e le vendite al di fuori dei negozi (-0,9%).

Nominati i referenti Comunità rappresentativa de “L’arte del Pizzaiuolo Napoletano”

Nominati i referenti Comunità rappresentativa de “L’arte del Pizzaiuolo Napoletano”Roma, 10 gen. (askanews) – Con l’obiettivo di individuare le più idonee e urgenti misure di salvaguardia e valorizzazione dell’elemento “L’arte del Pizzaiuolo Napoletano”, iscritto dal 2017 nella prestigiosa Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità – UNESCO, nella prima riunione della Comunità rappresentativa sono stati eletti, con voto unanime, il Referente culturale, nella persona del Direttore della Fondazione UniVerde, dott. Giuseppe Di Duca, e il Referente praticante nonché Presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, Sergio Miccù.

Partendo dal percorso comune che ha impegnato la Comunità per anni, lo spirito condiviso nella prima riunione, che si è svolta in videoconferenza il 30 novembre scorso, è stato di completa unità d’intenti. La volontà emersa è quella di avviare un percorso di collaborazione tra le diverse organizzazioni e le Istituzioni preposte, al fine di individuare le più opportune misure per valorizzare l’elemento culturale, a livello nazionale e internazionale, e tutelare il prestigioso riconoscimento Unesco, in particolare, da eventuali usi impropri per finalità di lucro e scopi commerciali. “L’arte del Pizzaiuolo Napoletano” restituisce il giusto valore a un patrimonio di conoscenze artigianali uniche, perché il “saper fare” la pizza presuppone esperienza, manualità, dedizione, estro, amore e fantasia in una sintesi d’eccellenza che si identifica nell’antica arte popolare dei pizzaiuoli napoletani. Gli usi impropri del riconoscimento potrebbero infatti danneggiare o addirittura snaturare l’elemento stesso, facendone perdere i valori culturali e sociali tramandati per secoli e l’efficacia del percorso di internazionalizzazione in atto. Tanto è vero che a sei anni dall’iscrizione nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità – UNESCO, sono aumentate a livello esponenziale le richieste, da ogni parte del mondo, di veri pizzaiuoli di scuola napoletana. Si tratta di un segnale importante che oggi gratifica quanti si sono impegnati per far iscrivere e, successivamente, valorizzare l’elemento ma che impone anche attente riflessioni e l’adozione di misure per la salvaguardia della sua integrità affinché venga tramandato un sapere tradizionale e culturale vivente e autentico.

Non va dimenticato che il riconoscimento Unesco dell’arte del pizzaiuolo napoletano è stato di grande aiuto anche per l’agroalimentare italiano nella campagna contro l’agropirateria, l’Italian sounding e il fake food: perché se il sapere tradizionale del pizzaiuolo è immateriale, il suo illustre prodotto, la pizza, il piatto che nelle sue diverse declinazioni e contraffazioni è il più consumato del pianeta, si realizza proprio con le eccellenze agroalimentari. Si tratta di uno dei fiori all’occhiello della nostra tradizione che racconta la storia di un territorio attraverso sapori unici: farina dai migliori grani, lievito madre selezionato, pomodoro genuino, olio extra vergine di oliva autentico, fior di latte e mozzarella di bufala campani. Una pratica culturale così fortemente identitaria che, senza la certificazione della qualità e dell’autenticità degli ingredienti, rischia di essere fortemente deteriorata. È in questi presupposti che risiede l’impegno della Comunità rappresentativa dell’elemento, a individuare e mettere in campo le necessarie azioni di salvaguardia. Una vera e propria best practice quella del “pizzaiuolo napoletano” che rispecchia Napoli e la Campania, i paesaggi, le tradizioni, le produzioni locali: è promozione dei territori in cui l’elemento affonda le proprie radici; è turismo esperienziale e cultura della qualità e delle tipicità.

Interpretando le necessità di valorizzazione e tutela de “L’arte del Pizzaiuolo Napoletano”, tra i principali obiettivi che la Comunità rappresentativa si è posta c’è l’impegno a redigere un Piano di Gestione con misure olistiche che consentano di veicolare i valori dell’elemento, rendendoli ampiamente accessibili e che siano supportati da adeguate attività ed iniziative di comunicazione e promozione, oltre a favorirne, tra l’altro, l’inclusione e la sostenibilità ambientale.