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Tag: Sanremo 2023

Ue, raggiunto accordo su migranti, von der Leyen: “storico”

Ue, raggiunto accordo su migranti, von der Leyen: “storico”Milano, 20 dic. (askanews) – Per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è un “accordo storico”. I paesi dell’UE e i membri del Parlamento europeo hanno raggiunto un’intesa sulla riforma della legge europea sugli immigrati e sui richiedenti asilo. La von der Leyen ha ringraziato la vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas e la commissaria agli Affari interni Ylva Johansson.

A sua volta Johansson definisce su X l’accordo un “momento storico”, sottolineando l’intera notte di trattative. La riforma porta con sé, tra le altre cose, l’accelerazione dei controlli all’ingresso e la possibilità di istituire centri di attesa nelle zone di frontiera, oltre a un meccanismo obbligatorio di solidarietà tra i paesi membri a beneficio degli Stati sotto pressione migratoria.

Inoltre, l’accordo prevede l’accelerazione dell’espulsione dal Paese di coloro che hanno ricevuto una domanda di asilo negativa. Prima di entrare in vigore, le riforme giuridiche devono ancora essere approvate formalmente della plenaria del Parlamento europeo e del Consiglio Giustizia e Affari interni dell’Ue

Ricerca, trovate tracce di creme solari nelle nevi del Polo Nord

Ricerca, trovate tracce di creme solari nelle nevi del Polo NordRoma, 20 dic. (askanews) – Ritrovate tracce di creme solari al Polo Nord, sui ghiacciai dell’arcipelago delle Svalbard. Si depositano soprattutto in inverno, quando sull’Artico cala la notte. A misurarne la concentrazione e spiegarne l’origine è uno studio condotto da ricercatrici e ricercatori dell’Università Ca’ Foscari Venezia e dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp), in collaborazione con l’Università delle Svalbard.I risultati sono pubblicati sulla rivista scientifica “Science of the Total Environment”.

L’obiettivo del lavoro – spiegano Ca’ Foscari e Cnr in una nota – era fornire la prima panoramica della presenza ambientale dei prodotti per la cura personale in Artico, fornendo dati sulla loro distribuzione spaziale e stagionale nel manto nevoso. Grazie ad un progetto Arctic Field Grant finanziato dal Research Council of Norway, in collaborazione con il Cnr-Isp e la stazione di ricerca Italiana Dirigibile Italia a Ny Ålesund, è stato possibile condurre, tra aprile e maggio 2021, un campionamento da cinque ghiacciai, situati nella penisola di Brøggerhalvøya. La varietà dei siti selezionati sia in prossimità di insediamenti umani sia in luoghi più remoti, ha permesso di studiare la presenza e il comportamento dei contaminanti emergenti, composti tutt’ora in uso ma monitorati dalla comunità scientifica in quanto potenzialmente dannosi per l’ecosistema. I risultati hanno rivelato la presenza di diversi composti, come fragranze e filtri UV, che derivano dai prodotti per la cura personale di largo consumo, fino alle latitudini più estreme. “Questa è la prima volta che molti dei contaminanti analizzati, quali Benzofenone-3, Octocrilene, Etilesil Metossicinnamato e Etilesil Salicilato, vengono identificati nella neve artica”, afferma Marianna D’Amico, dottoranda in Scienze polari all’Università Ca’ Foscari Venezia e prima autrice dello studio.

“I risultati evidenziano come la presenza dei contaminanti emergenti nelle aree remote sia imputabile al ruolo del trasporto atmosferico a lungo raggio”, spiega Marco Vecchiato, ricercatore in Chimica analitica a Ca’ Foscari e co-autore del lavoro. “Infatti, le concentrazioni più alte sono state riscontrate nelle deposizioni invernali. Alla fine dell’inverno, le masse d’aria contaminate provenienti dall’Eurasia raggiungono più facilmente l’Artico”. “L’esempio più evidente riguarda proprio alcuni filtri UV normalmente presenti nelle creme solari. L’origine delle maggiori concentrazioni invernali di questi contaminanti non può che risiedere nelle regioni continentali abitate a latitudini più basse: alle Svalbard durante la notte artica il sole non sorge e non vengono utilizzate creme solari”, prosegue Vecchiato. La distribuzione di alcuni di questi contaminanti varia in base all’altitudine. La maggior parte dei composti ha concentrazioni maggiori a quote più basse, tranne l’Octocrilene e il Benzofenone-3, due filtri UV comunemente utilizzati nelle creme solari, che al contrario sono più abbondanti sulla cima dei ghiacciai, dove arrivano dalle basse latitudini trasportati dalla circolazione atmosferica.

Questi dati saranno utili per definire piani di monitoraggio nell’area, contribuendo anche alla protezione dell’ecosistema locale. I contaminanti selezionati hanno già dimostrato effetti negativi sugli organismi acquatici alterando le funzionalità del sistema endocrino e ormonale. Alcuni di questi composti sono normati a livello locale in diverse isole del Pacifico e sono attualmente sotto indagine da parte dell’Unione Europea. In questo contesto, quantificare i processi di re-immissione in ambiente dei contaminanti di interesse emergente durante la fase di fusione della neve diventa una priorità per la protezione dell’ambiente artico nel prossimo futuro. “Sarà fondamentale comprendere i fenomeni di trasporto e deposizione di tali contaminanti nelle aree polari, soprattutto in relazione alle variazioni delle condizioni stagionali locali”, conclude Andrea Spolaor, ricercatore presso il Cnr-Isp. “Condizioni che stanno mutando rapidamente in risposta al cambiamento climatico, che in Artico avviene quattro volte più velocemente rispetto al resto del mondo”.

(Crediti: F. Scoto, Cnr – Unive)

Aceto balsamico Modena Igp tutelato in Nuova Zelanda dal 2024

Aceto balsamico Modena Igp tutelato in Nuova Zelanda dal 2024Roma, 20 dic. (askanews) – L’Aceto balsamico di Modena Igp sarà tutelato anche in Nuova Zelanda a partire dalla metà del 2024. E’ il risultato dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Nuova Zelanda, approvato definitivamente lo scorso 22 novembre dal Consiglio Europeo, che ha sancito una stretta importante sull’utilizzo improprio di alcune denominazioni, ed in particolare di alcune delle più importanti Indicazioni Geografiche italiane in termini di valore economico.

“La notizia è di fondamentale importanza – spiega il direttore del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena Federico Desimoni – perché fuori dall’Europa come sappiamo il sistema delle Indicazioni Geografiche non è tutelato e riconosciuto, salvo che attraverso questo tipo di accordi. Avere quindi un altro mercato importante come la Nuova Zelanda che riconosce il sistema e ci da tutela è un passaggio fondamentale nella cultura della tutela in campo internazionale”. Oggi il Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena rappresenta un comparto la cui produzione certificata nel 2021 ha raggiunto il suo record storico superando i 100 milioni di litri in un anno, corrispondenti a oltre un miliardo in valore al consumo. Tali numeri collocano l’Aceto Balsamico di Modena IGP al primo posto tra gli ambasciatori del Made in Italy agroalimentare in termini di prodotto esportato, nonché nella top five delle specialità alimentari DOP ed IGP italiane per impatto economico a livello nazionale. Attualmente il comparto dell’Aceto Balsamico di Modena comprende 2400 aziende agricole, con una superficie vitata di oltre 14.000 ettari, 92 produttori di mosto e aceto di vino e 61 acetaie, impiegando tra i 25.000 e i 30.000 addetti lungo tutta la filiera produttiva.

WWF: “Von der Leyen contro rigorosa protezione del lupo in Europa”

WWF: “Von der Leyen contro rigorosa protezione del lupo in Europa”Roma, 20 dic. (askanews) – Contro ogni evidenza scientifica, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha proposto di declassare lo status di protezione del lupo nella Convenzione di Berna, da specie “rigorosamente protetta” (Allegato II) a specie “protetta” (Allegato III). Lo afferma in un comunicato il WWF, sottolineando la sua assoluta contrarietà alla proposta e invita gli Stati membri dell’UE a respingerla.

La Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa è la più antica convenzione al mondo nel campo della conservazione della natura ed è in vigore dal 1979. È considerata la fonte originaria di diritto internazionale che ha portato all’adozione della Direttiva Habitat dell’UE, pietra miliare dei programmi di conservazione europei, si legge nel comunicato dell’organizzazione ambientalista. “Questa è una decisione grave, senza alcuna giustificazione scientifica, motivata da ragioni puramente personali e politiche, che va a minare gli straordinari sforzi di conservazione messi in campo negli ultimi decenni e che hanno permesso la ripresa numerica e spaziale delle popolazioni di lupo in molti paesi dell’UE – ha dichiarato Isabella Pratesi, direttrice del programma di Conservazione del WWF Italia – La Presidente von der Leyen sta deliberatamente sacrificando decenni di lavoro di conservazione per il suo tornaconto politico, dando eco ai tentativi dei suoi alleati politici di strumentalizzare il lupo come capro espiatorio dei problemi socio-economici delle comunità rurali e del settore zootecnico. Questo approccio è inaccettabile e può creare un pericoloso precedente”.

La mossa di von der Leyen rappresenta un’inversione di rotta nelle politiche di conservazione che hanno fino ad oggi caratterizzato l’Ue – si legge nel testo – ed è dettata da motivi puramente politici. A sostegno di questa interpretazione, lo scorso novembre l’UE aveva respinto il tentativo della Svizzera di declassare lo status di protezione del lupo, sostenendo che, sulla base dei dati più recenti, il lupo non aveva raggiunto uno stato di conservazione favorevole nella maggior parte degli Stati membri dell’Ue. Questo ripensamento è ancora più ingiustificato – scrive ancora il WWF – se si considera che i risultati dell’analisi approfondita della Commissione sulle popolazioni di lupi nell’Ue, pubblicata oggi, non forniscono alcuna prova scientifica che lo stato della popolazione dei lupi sia cambiato in modo significativo nel giro di un anno. Questo annuncio è anche in contrasto con l’opinione pubblica, così come rilevato dall’indagine recentemente pubblicata sulla percezione delle comunità rurali riguardo la coesistenza con i grandi carnivori. I risultati mostrano che il 68% degli abitanti delle zone rurali ritiene che i lupi debbano essere rigorosamente protetti e più di due terzi (72%) concordano sul fatto che abbiano il diritto di coesistere con l’uomo e le sue attività.

Per il WWF proposta indebolisce il ruolo dell’Ue come partner affidabile e leader nei forum internazionali, oltre a mettere in dubbio l’autenticità dei suoi sforzi per raggiungere gli obiettivi globali di biodiversità. Solo un anno fa, la Presidente von der Leyen aveva pronunciato un’importante dichiarazione a sostegno dell’accordo storico sull’azione globale per la natura per il 2030, insieme al resto della comunità internazionale. L’annuncio di oggi mette in discussione questi impegni internazionali dell’UE. Una modifica alla Convenzione di Berna richiede una decisione del Consiglio e quindi una maggioranza qualificata degli Stati membri per approvare la proposta della Commissione. All’inizio del 2023, 12 Ministri dell’Ambiente hanno scritto al Commissario Sinkevicius assumendo una chiara posizione contro il declassamento dello status di protezione del lupo. L’Italia al contrario – ricorda l’organizzazione ambientalista – con il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ha recentemente presentato un documento, sostenuto anche da Francia, Austria, Polonia, Romania, Grecia, Finlandia e Lettonia, in cui ignorando le più recenti evidenze scientifiche che soottolineano quanto gli abbattimenti non rappresentino una soluzione a lungo termine per la mitigazione dei conflitti con la zootecnia, viene chiesto alla Commissione Ue di aggiornare lo status di protezione dei grandi carnivori, lupo compreso, nel quadro della Direttiva Habitat.

In diverse regioni europee è stata dimostrata che la coesistenza tra lupo e attività umane è possibile grazie a misure preventive efficaci, come l’installazione di diversi tipi di recinzioni, l’utilizzo di cani da guardiania per il bestiame e altre tecniche innovative in sperimentazione negli ultimi anni. Le linee guida dell’Unione Europea consentono agli Stati membri di risarcire pienamente agricoltori e allevatori per i danni causati da specie protette, come il lupo, e di rimborsare interamente i costi di investimento per le misure di prevenzione. Anche il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) potrebbe fornire un sostegno alla coesistenza, ma gli Stati membri non hanno sfruttato appieno questa opportunità di finanziamento. La proposta di diminuire il grado di protezione del lupo e di aprire a modalità di gestione cruente rappresenta dunque una strategia inaccettabile e populista, che mette a serio rischio il futuro della conservazione di una specie chiave degli ecosistemi europei senza risolvere i potenziali conflitti.

Lollobrigida: buon lavoro a Prandini, lavoriamo in sinergia

Lollobrigida: buon lavoro a Prandini, lavoriamo in sinergiaRoma, 20 dic. (askanews) – “Congratulazioni e auguri di buon lavoro a Ettore Prandini, confermato oggi alla guida di Coldiretti. La sua elezione conferma un percorso che potrà continuare a far crescere questo settore e proseguire quelle sinergie strategiche con il mondo universitario e le istituzioni per tutelare il comparto dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca”. Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenendo all’Assemblea elettiva di Coldiretti, riunita questa mattina a Palazzo Rospigliosi a Roma.

“Coldiretti è un laboratorio di idee, un elemento portante e di analisi, che dà prospettive nell’ottica dello sviluppo della nostra Italia. Non credo – prosegue Lollobrigida – ci sia qualcosa di stonato rispetto al fatto che un Governo si poggi sulle migliori energie di questa Nazione, provi a capire la legittimità delle istanze a collaborare in un progetto più ampio, che metta in condizione di avere una direzione stabile, che deve andare oltre la stabilità dell’esecutivo stesso”, conclude Lollobrigida.

Rucola Piana Sele Igp e Olio Evo Sicilia Igp entrano in Origin

Rucola Piana Sele Igp e Olio Evo Sicilia Igp entrano in OriginRoma, 20 dic. (askanews) – Il Consorzio di tutela della Rucola della Piana del Sele IGP e il Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione dell’Olio EVO Sicilia IGP entrano in Origin Italia che, da oggi rappresenta 77 Consorzi di tutela, due associazioni di settore e oltre il 95% delle Indicazioni Geografiche italiane.

“I numeri della Dop economy crescono di pari passo con un continuo rafforzamento del sistema dei Consorzi di Tutela che come associazione rappresentiamo – commenta Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia – anche in questo senso l’Italia è un modello a livello comunitario perché grazie a questa rete abbiamo maggiore peso circa lo sviluppo delle politiche e delle scelte strategiche del settore, ne è conferma il ruolo fondamentale che abbiamo rivestito come Origin Italia nell’ambito del percorso che ha portato alla Riforma delle IG”. La Rucola della Piana del Sele IGP arriva dalla Campania, dalla provincia di Salerno in particolare. Pur essendo tra le più giovani IG italiane, in realtà è un prodotto con una storia millenaria: si hanno già nel periodo medievale nelle Opere mediche attribuibili alla Scuola medica salernitana e in particolare a Costantino l’Africano (1025-1087), medico cartaginese giunto a Salerno nel 1077.

L’importanza di questa produzione ha trovato conferma nei secoli successivi, fino alla larga diffusione avvenuta a partire dagli anni Ottanta del Novecento. In poco tempo questa IGP sta registrando numeri di crescita impressionanti a conferma del ruolo fondamentale del marchio. “Nel giro di qualche anno potremmo portare il nostro prodotto a essere tra le prime IG italiane per volume di affari e produzione – spiega il presidente del Consorzio, Vito Busillo – ma soprattutto puntiamo sull’IGP per stabilire una sorta di contratto di fiducia con il consumatore perché dietro alla certificazione, oltre alla garanzia del prodotto, c’è tutto un valore sociale, etico e naturalmente di qualità”. L’altro Consorzio a entrare in Origin Italia è quello per la Tutela e la Valorizzazione dell’Olio Extra Vergine di Oliva Sicilia IGP, tra i protagonisti dell’alleanza di filiera proposta di recente al Masaf per il rilancio dell’olio Evo italiano. La zona di produzione di questa IGP comprende l’intero territorio amministrativo della regione Sicilia. Il legame tra il territorio, l’olivo e la cultura siciliana ha creato un prodotto la cui reputazione è dimostrata da numerosi riconoscimenti attribuiti dagli esperti del settore e dal consumatore all’olio extra vergine di oliva Sicilia IGP.

“Far parte di Origin Italia vuol dire condividere gli stessi obiettivi e rafforzare il Sistema IG italiano, nell’ottica di una promozione più forte a livello internazionale, di una coesione che rafforza il peso politico e istituzionale del comparto e soprattutto della fiducia nel consumatore finale”, così il presidente del Consorzio di Tutela, Mario Terrasi.

Compagnia dei Caraibi: il manager Paolo Castagno nominato Cfo

Compagnia dei Caraibi: il manager Paolo Castagno nominato CfoMilano, 20 dic. (askanews) – Paolo Castagno è stato nominato Chief financial officer (Cfo) di Compagnia dei Caraibi. A dare la notizia dell’incarico, operativo dall’8 gennaio 2024, è stata la stessa azienda torinese attiva nell’importazione, sviluppo, brand building e distribuzione di distillati, vini e soft drink di fascia da premium a ultra-premium di tutto il mondo, nonché di birre craft italiane.

Torinese, classe 1965, Castagno ha lavorato per diversi gruppi internazionali nel settore manifatturiero, e nel settore dei servizi per STAR7.

Banca Tercas, Corte Giustizia Ue respinge ricorso Banca Popolare Bari

Banca Tercas, Corte Giustizia Ue respinge ricorso Banca Popolare BariRoma, 20 dic. (askanews) – L’Unione non deve risarcire il danno asseritamente subìto dalla Banca Popolare di Bari a causa di una decisione della Commissione in merito alla misura di aiuto dell’Italia a favore di Banca Tercas. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue.

Nel 2013, la banca italiana Banca Popolare di Bari SpA (BPB) – informa la Corte in un comunicato – ha manifestato il proprio interesse a sottoscrivere un aumento di capitale di Banca Tercas (in prosieguo: la «Tercas»), un’altra banca italiana detenuta da investitori privati che era stata posta in amministrazione straordinaria a seguito di irregolarità accertate dalla Banca d’Italia. La manifestazione di interesse della BPB era tuttavia subordinata alla condizione che il deficit patrimoniale della Tercas venisse interamente coperto dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD). Il FITD è un consorzio di diritto privato tra banche, a carattere mutualistico, destinato a intervenire a titolo della garanzia legale dei depositi e che può anche sostenere, in maniera preventiva e volontaria, un membro posto in regime di amministrazione straordinaria. Nel 2014, il FITD ha deciso di coprire il deficit della Tercas e di concederle alcune garanzie. Dal 1° ottobre 2014 la BPB detiene l’intero patrimonio della Tercas. Con decisione del 23 dicembre 2015, la Commissione ha constatato che tale intervento del FITD a favore della Tercas costituiva un aiuto di Stato illegittimo concesso dall’Italia alla Tercas e ne ha ordinato il recupero. Con una sentenza del 19 marzo 2019, il Tribunale ha annullato la decisione della Commissione. La Corte di giustizia ha confermato tale conclusione in una sentenza pronunciata il 2 marzo 2021 1. La BPB ha adito il Tribunale per ottenere la condanna dell’Unione europea al risarcimento dei danni da essa asseritamente subiti a seguito dell’adozione della decisione della Commissione.

Con la sua sentenza in data odierna, il Tribunale respinge il ricorso della BPB. Il Tribunale ricorda che l’Unione deve risarcire i danni causati dalle sue istituzioni. L’insorgere della sua responsabilità dipende dal soddisfacimento di tre condizioni: una violazione sufficientemente qualificata di una norma giuridica dell’Unione che conferisce dei diritti ai singoli, il verificarsi di un danno e l’esistenza di un nesso di causalità tra detta violazione e il danno verificatosi. Per quanto riguarda la prima condizione, il Tribunale constata che l’articolo 107 TFUE, il quale definisce la nozione di «aiuti di Stato incompatibili con il mercato interno», deve essere qualificato come norma preordinata a conferire dei diritti ai singoli, come la BPB in quanto beneficiaria delle misure di aiuto in questione che sono state erroneamente qualificate come aiuti di Stato e il cui importo è stato recuperato a seguito della decisione della Commissione del 23 dicembre 2015, che è stata annullata. Tuttavia, il Tribunale constata che il presupposto per l’insorgenza della responsabilità relativo all’esistenza di una violazione sufficientemente qualificata di tale norma non risulta soddisfatto, in quanto l’irregolarità commessa della Commissione non è estranea al comportamento normale, prudente e diligente di un’istituzione incaricata di vigilare sull’applicazione delle regole di concorrenza in un contesto particolarmente complesso. Il Tribunale aggiunge, quanto all’esame dell’esistenza del nesso di causalità diretto, che il comportamento della Commissione non è la causa diretta e determinante del danno asseritamente subìto, che consisterebbe nella perdita di depositi e di clientela.

Consorzio Asti Docg: in queste Feste consumate 30 mln di bottiglie

Consorzio Asti Docg: in queste Feste consumate 30 mln di bottiglieMilano, 20 dic. (askanews) – Saranno circa 30 milioni, il 30% del totale produttivo di quest’anno, le bottiglie di Asti Spumante e Moscato d’Asti stappate tra Natale e Capodanno 2023. Di queste, nove su dieci sbarcheranno sulle tavole di tutto il mondo, mentre in Italia pandoro e panettone saranno accompagnati dalla Denominazione spumantistica più antica del Belpaese, con oltre tre milioni di bottiglie consumate. E’ la stima fatta dal Consorzio Asti Docg, che spiega che il 10% verranno bevute in Italia, mentre il 90% saranno consumate all’estero.

Nell’Est Europa, in particolare Russia, Ucraina, Polonia, Lettonia, Lituania, si concentra il 30% del mercato, stessa quota dell’Europa Occidentale, dove oltre all’Italia, rimane alto il gradimento del Regno Unito (6% della domanda complessiva) ma anche di Germania e Austria. Gli Stati Uniti si confermano invece destinazione preferita per un altro 25% di un mercato mosso soprattutto dalla domanda di Moscato d’Asti. Tra i Paesi extraeuropei, il Consorzio segnala gli emergenti latino-americani, a partire da Perù e Messico, e l’Asia, “oggi a tutti gli effetti area sempre più strategica”. “In Italia e nel mondo i nostri vini sono da sempre sinonimo di famiglia, feste e brindisi soprattutto casalinghi” ha commentato il presidente del Consorzio, Lorenzo Barbero, parlando di “una tradizione che si rinnova da oltre un secolo per due prodotti oggi quanto mai contemporanei, la cui versatilità si presta per la mixology e, al tempo stesso, a una bassa gradazione sempre più richiesta dal mercato. Non è un caso – ha concluso – se per il Natale 2023, con il nostro bartender Giorgio Facchinetti, abbiamo lanciato il cocktail ‘Christmas Vibe’, a base di Moscato d’Asti, anice stellato, scorza d’arancia e soda ai frutti rossi con cannella”.

Il Moscato Bianco che dà vita alla Denominazione è coltivato in 51 Comuni della provincia di Alessandria, Asti e Cuneo. A oggi le aziende consorziate sono 1.013, divise tra 50 case spumantistiche, 778 aziende viticole, 153 aziende vitivinicole, 17 aziende vinificatrici e 15 cantine cooperative. Il 90% della produzione complessiva viene esportata.

Refugees Welcome Italia: nuovo patto Ue pietra tombale diritto asilo

Refugees Welcome Italia: nuovo patto Ue pietra tombale diritto asiloRoma, 20 dic. (askanews) – ll Consiglio e il Parlamento dell’Ue hanno trovato un accordo sui cinque punti principali del Patto su Migrazioni e Asilo, che definirà il futuro delle politiche europee in materia. “Il compromesso raggiunto non è un ‘momento storico’, come alcuni esponenti politici hanno affermato in queste ore, ma rappresenta una pagina nera nella storia dell’Ue. È il fallimento di un’idea di Europa in grado di garantire protezione e sicurezza a chi fugge da guerre e persecuzioni”: lo denuncia Refugees Welcome Italia in un comunicato.

L’accordo – prosegue l’associazione indipendente – è l’ennesima riproposizione di un approccio securitario da “fortezza Europa” che ha ampiamente dimostrato di essere fallimentare e che rischia di compromettere seriamente l’esercizio del diritto di asilo. “Invece di introdurre soluzioni in grado di garantire una maggiore protezione alle persone in fuga da conflitti e persecuzioni, – si legge nel testo – questo patto rischia di dar vita ad un sistema disumano, costoso e inefficace, con un impatto devastante sui diritti umani e sul sistema di protezione in materia di asilo. Migliaia di persone, inclusi bambini e bambine, rischiano di essere trattenute in quelli che sono di fatto centri di detenzione alle frontiere”. Refugees Welcome Italia spiega che il Patto prevede “l’uso obbligatorio delle procedure di frontiera, che si tradurrà in situazioni di detenzione prolungata con limitato accesso ad assistenza legale, l’incremento dei respingimenti alla frontiera che hanno causato negli anni gravi violenze e violazioni dei diritti umani, il rafforzamento delle politiche di esternalizzazione con il coinvolgimento nella gestione dei flussi migratori di Paesi terzi, l’espansione della nozione di ‘Paese terzo sicuro’ che consentirà di rimpatriare forzatamente le persone in paesi che sicuri non sono, la normalizzazione dell’uso arbitrario della detenzione per migranti (compresi bambini e famiglie), l’uso della profilazione razziale. Nessuna forma di solidarietà che possa risolvere i problemi strutturali del sistema di accoglienza e garantire una equa ridistribuzione delle persone in arrivo”.

“Oggi è un giorno drammatico per chi cerca di protezione in Europa. Il patto è un compromesso politico fatto sulla pelle delle persone che non affronta alla radice le questioni irrisolte, ma perpetua una logica securitaria e pericolosa che causerà ancora più sofferenza. Qualsiasi riforma del sistema di asilo dovrebbe porre al centro i diritti delle persone, per questo l’accordo tradisce i valori fondanti dell’Unione europea”, ha commentato Fabiana Musicco, direttrice di Refugees Welcome Italia.