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Tag: Sanremo 2023

Salame di Varzi, in primi nove mesi 2023 produzione +7,5%

Salame di Varzi, in primi nove mesi 2023 produzione +7,5%Roma, 12 dic. (askanews) – Con 482.004 Kg di prodotto certificato nei primi 9 mesi del 2023, rispetto ai 448.327 Kg del periodo corrispondente nel 2022, il Salame di Varzi registra un aumento del 7,5%. Dato confermato anche dal numero di salami certificati che passa dai 472.905 dei primi 9 mesi del 2022 ai 503.561 nel 2023 con un incremento del 6,5%.

In flessione invece, il formato dell’affettato in vaschetta che, con 271.073 confezioni di prodotto contro le 316.509 dell’anno scorso registra una contrazione del 14%, in linea con l’andamento in calo di questo formato all’interno del comparto della salumeria italiana. Il presidente del Consorzio di Tutela del Salame di Varzi, Fabio Bergonzi, spiega: “siamo estremamente orgogliosi della continua crescita del Salame di Varzi che, in controtendenza con l’andamento negativo della produzione e vendita della maggior parte della salumeria italiana, registra un incremento del 7,5%”.

Per quello che riguarda, invece, il calo dell’affettato “il formato in vaschetta registra una contrazione – precisa Bergonzi – dovuta al fatto che con l’aumento dei prezzi e dell’inflazione, il prezzo/Kg del prodotto risulta molto più conveniente nel formato intero che nella vaschetta. Inoltre, passata l’emergenza pandemica, è venuta anche meno l’esigenza di fare grandi scorte del prodotto in questo formato”. “Si tratta, quindi – conclude – di una battuta d’arresto non preoccupante perché siamo comunque a livelli superiori al pre-Covid: 271mila confezioni nel 2023 contro le 168mila del 2019”.

Inflazione, la Fed e la Bce di fronte ad una difficile gestione delle attese sui tassi

Inflazione, la Fed e la Bce di fronte ad una difficile gestione delle attese sui tassiRoma, 12 dic. (askanews) – Da domani le banche centrali torneranno in primo piano tra i fattori osservati dai mercati, iniziando con gli esiti del direttorio della Federal Reserve statunitense, il Fomc, che alle 20 italiane comunicherà le sue decisioni sui tassi di interesse. L’attesa che si è andata consolidando è che ometta di effettuare quell’ultimo rialzo prima della fine dell’anno che pure aveva preventivato alla precedente riunione. L’ulteriore limatura dell’inflazione negli Usa, al 3,1% a novembre, un decimale in meno rispetto al livello di ottobre, potrebbe spingere in questa direzione.

Contestualmente, domani la Fed pubblicherà anche le previsioni economiche aggiornate che, come di consueto, conterranno anche una tabella con le attese dei banchieri centrali Usa sul futuro andamento dei tassi (il grafico “dot plot”). Questo particolare elemento dovrebbe, primo, seppellire definitivamente l’ipotesi di ulteriori aumenti dei tassi e, secondo, fornire indicazioni sulla tempistica di un primo taglio. Perché adesso è proprio sul quando le banche centrali inizieranno a ritoccare al ribasso il costo del danaro che si concentrano gli interrogativi di mercati e analisti. Non solo sulla Fed, che può contare su una crescita economica ancora solida, ma ancora più sulla Banca centrale europea, il cui Consiglio direttivo annuncerà le sue decisioni sui tassi giovedì; e che invece deve fronteggiare, oltre a un calo dell’inflazione più rapido del previsto, anche una dinamica dell’economia particolarmente debole, che rischia di scivolare in recessione.

Per questo già dallo scorso 30 novembre, quando Eurostat ha pubblicato la stima preliminare sull’inflazione, che a novembre è consistentemente rallentata al 2,4% per la media dell’area euro, diversi osservatori hanno iniziato a chiedersi se la Bce non si sia spinta troppo in avanti sulla stretta monetaria. E ora rischia forse di ritrovarsi spiazzata, paradossalmente nella situazione diametralmente opposta a quella del 2022, quando venne accusata di essersi mossa “in ritardo” nella sua risposta all’esplosione inflazionistica.

La Bce comunicherà le sue decisioni alle 14 e 15 italiane di giovedì e, mezz’ora dopo, la presidente Christine Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa. Circa un’ora prima, alle 13, la Bank of England annuncerà le sue decisioni sui tassi di interesse per la sterlina Gb. Sempre giovedì, ma la mattina, anche la Banca nazionale svizzera comunicherà le sue decisioni di politica monetaria. Già da tempo diversi esponenti della Bce hanno messo le mani avanti, spiegando che ci si attende una parziale risalita dell’inflazione in questi mesi, in particolare da dicembre, quando in Germania verrà meno l’effetto di alcune misure di aiuto sulle bollette dell’energia.

Resta da verificare se questo riporterà tutto l’indice dell’area euro a valori tali da non rendere complicata la posizione dell’istituzione monetaria. Perché tenere tassi alti con un’inflazione in netto calo mentre l’economia rischia la recessione, e mentre i governi si muovono su politiche di bilancio più restrittive, potrebbe risultare scomodo e sempre più difficile da spiegare. Parallelamente, il dibattito alla Bce potrebbe spostarsi anche su un’altra questione, quella di una progressiva riduzione anticipata delle consistenze di titoli di Stato accumulati con il programma lanciato durante la crisi causata da lockdown e misure anti Covid, il Pepp. La Bce sta già conducendo una manovra di questo genere su un altro programma più consistente di acquisti, l’App, e lo fa in maniera “passiva”, mediante il semplice non rinnovo dei titoli che giungono a scadenza. Finora l’istituzione ha ripetutamente affermato che manterrà inalterate le consistenze del Pepp fino alla fine del 2024. Ma alcuni nel Consiglio – a cui partecipano tutti i governatori delle banche centrali nazionali dell’area euro – hanno iniziato ipotizzare che si possa anticipare l’avvio della riduzione delle consistenze anche sul Pepp. Di recente Lagarde ha affermato che l’argomento potrebbe essere affrontato “in un futuro non lontano”. Finora la riduzione degli stock di bond si è svolta senza scossoni. Ma rincarare la dose con il Pepp potrebbe creare ulteriori pressioni sui titoli di Stato, e indirettamente sull’economia, in una fase in cui la Bce potrebbe iniziare a interrogarsi sul se non sia opportuno ammorbidire la linea. Il neo governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, si è già espresso contro l’ipotesi di strette anticipate sul Pepp. E durante un intervento lo scorso 30 novembre (quando sono usciti i dati sull’inflazione) ha anche affermato che se la debolezza dell’economia dovesse causare una accelerazione del processo disinflazionistico, la fase di mantenimento della linea restrittiva sui tassi potrebbe essere accorciata. In generale Panetta ha chiesto di “evitare danni inutili all’economia”. Il tutto mentre gli effetti della stretta monetaria più aggressiva della storia dell’istituzione – la Bce ha alzato i tassi di 450 punti base cmplessivi in poco più di un anno – ancora sembrano non essersi del tutto dispiegati. Secondo l’ultima rilevazione della Banca d’Italia a ottobre i prestiti bancari alle famiglie hanno registrato una contrazione dell’1,1% su base annua mentre quelli alle imprese sono calati del 5,5%. I tassi di interesse sui nuovi mutui hanno ripreso a salire, toccando il 4,72% che rappresenta il livello più elevato dal gennaio 2009, quando secondo le serie storiche questa voce si collocava al 4,9077%. E il 5,46% raggiunto a ottobre dai tassi di interesse sui nuovi prestiti alle imprese è il valore più elevato dall’ottobre del 2008, quando questa voce si attestò al 5,8404%. Vi sono quindi validi argomenti a favore di un approccio più prudente, se non “morbido”. Tuttavia, sia per i tassi della Fed che per quelli della Bce, sui mercati si sono create attese di ritocchi al ribasso nel 2024 apparentemente molto più spinte di quelle che le rispettive istituzioni vorrebbero vedere. Per questo una attesa abbastanza diffusa per le conferenze stampa di domani e di giovedì è che il presidente della Fed, Jay Powell, e Lagarde cerchino di ridimensionare queste aspettative, avvertendo che serviranno tempo e pazienza prima di ipotizzare manovre di riduzione.

Agrifish approva possibilità pesca 2024 in acque Ue e paesi terzi

Agrifish approva possibilità pesca 2024 in acque Ue e paesi terziRoma, 12 dic. (askanews) – Dopo tre giorni di negoziati, i ministri della pesca dell’Unione Europea hanno concordato le possibilità di pesca nell’Atlantico, nel Mare del Nord, nel Mediterraneo e nel Mar Nero per il 2024. L’accordo politico raggiunto dal Consiglio, si spiega in una nota, è “in linea con l’obiettivo di garantire la pesca a lungo termine sostenibilità degli stock ittici, tutelando allo stesso tempo i mezzi di sussistenza delle comunità che dipendono dalla pesca”.

Nel complesso, l’accordo politico raggiunto dal Consiglio prevede limiti di cattura (TAC) per oltre 200 stock ittici commerciali. “Dopo due giorni e una lunga notte di intensi negoziati abbiamo raggiunto un accordo politico che aiuterà a mantenere gli stock ittici a livelli sostenibili, proteggendo allo stesso tempo i mezzi di sussistenza delle flotte pescherecce europee”, ha detto Luis Planas Puchades, ministro spagnolo dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione. Gli stock interessati dalle due proposte sono quelli che l’UE gestisce da sola, insieme ai paesi terzi vicini, o tramite accordi raggiunti nelle organizzazioni regionali di gestione della pesca (ORGP). Circa 100 di questi stock nell’Atlantico e nel Mare del Nord sono gestiti congiuntamente con il Regno Unito.

A seguito del parere scientifico positivo e del miglioramento dello stato degli stock, i ministri hanno deciso di aumentare i limiti di cattura per rombo rombo (11%) e rana pescatrice (7%) nelle acque iberiche; passera di mare nel Kattegat (19%); nasello nel Golfo di Biscaglia meridionale, nelle acque iberiche e nelle acque intorno alle Azzorre (10%); sugarello nelle acque iberiche (5%). Per salvaguardare gli stock seguendo i pareri scientifici e trovare un equilibrio con le implicazioni socioeconomiche, i ministri hanno concordato di ridurre i limiti di cattura per il merlano nel Golfo di Biscaglia del 41%, la passera di mare nelle acque iberiche del 20%, lo scampo nelle acque portoghesi e nelle Azzorre. Dato il perdurante stato critico dell’anguilla europea, il Consiglio ha deciso di prorogare il periodo di chiusura di sei mesi per qualsiasi attività di pesca commerciale dell’anguilla, con alcune esenzioni, e di vietare la pesca ricreativa.

Per quanto riguarda Mediterraneo e Mar Nero, i ministri hanno concordato di ridurre del 9,5% lo sforzo di pesca dei pescherecci da traino nel Mediterraneo occidentale al fine di proteggere gli stock demersali. Inoltre, i ministri hanno concordato di continuare a utilizzare il meccanismo di compensazione istituito per la prima volta per il 2022, assegnando fino al 6% di giorni aggiuntivi ai pescherecci da traino ammissibili che soddisfano requisiti specifici, come incentivo per aumentare la protezione dello stock. Il Consiglio ha inoltre convenuto di ridurre i limiti massimi di cattura per il gambero blu e rosso nelle sottozone 1, 2, 5, 6 e 7 del 5%, per il gambero blu e rosso nelle sottozone 8, 9, 10 e 11 del 3% e per il gambero rosso gigante gamberetti nel Mar Mediterraneo occidentale nelle sottozone 8, 9, 10 e 11 del 3% rispetto al 2023. Nel Mar Nero, il Consiglio ha deciso di rinnovare il TAC per il 2024 nel caso del rombo chiodato e di mantenere un periodo di chiusura per la pesca del rombo chiodato dal 15 aprile al 15 giugno. Inoltre, i ministri hanno concordato di riportare la quota UE di rombo chiodato inutilizzata dal 2022.

Il regolamento sarà messo a punto dal Consiglio legale, dopo di che sarà adottato formalmente dal Consiglio e pubblicato nella Gazzetta ufficiale. Le disposizioni si applicheranno a partire dal 1° gennaio 2024.

Salone del Mobile 2024: nasce l’Osservatorio permanente

Salone del Mobile 2024: nasce l’Osservatorio permanenteMilano, 12 dic. (askanews) – L’edizione 62esima del Salone del Mobile di Milano porta con sè una novità: la nascita dell’Osservatorio permanente sulla manifestazione dedicata al design e all’arredo, insieme al Politecnico e al Comune di Milano. Ad annunciarlo la presidente del Salone, Maria Porro, in occasione di un evento con la stampa.

“Questo ecosistema non è mai stato misurato né da un punto di vista economico nè dal punto di vista delle esternalità positive o negativa. E’ importante raccogliere dati per descrivere ciò che Salone rappresenta. Il Salone – ha detto Porro – ha ruolo sociale, istituzionale nei confronti della città e della comunità che rappresenta e nella progettazione del futuro del salone. E’ imprescindibile misurare per migliorare, intraprendere azioni correttive che possiamo mettere in campo per salvaguardare e fare evolvere l’evento”. L’osservatorio nasce dalla collaborazione con la Scuola di design del Politecnico di Milano, “monitorerà l’ecosistema del Salone del mobile, per promuovere maggiore sostenibilità di questo ecosistema che è connesso alle evoluzioni della Città di milano e per questo c’è la volontà di lavorare col sindaco”, ha aggiunto Porro.

L’osservatorio diventerà permanente. “L’idea – ha spiegato Francesco Zurlo, preside della Scuola di design del PoliMi – è di riuscire a documentare con l’accesso ai dati disponibili il Salone del Mobile. Lavoreremo sui dati dell’affluenza” che sono già disponibili, mentre “Per quanto riguarda ciò che accade fuori dal Salone abbiamo a che fare con dati sporchi poco attendibili e dovremo lavorarci. Comprendere il fenomeno ci permette di fornire un indirizzo di governance. Coinvolgeremo anche il Comune e chi vorrà partecipare perchè è un progetto corale aperto a tutti i contributi”. La raccolta dei dati inizierà con l’allestimento dei padiglioni in vista dell’apertura del Salone il prossimo 16 aprile e i primi dati aggregati saranno disponibili a inizio estate.

Fed e Bce di fronte a difficile gestione delle attese sui tassi

Fed e Bce di fronte a difficile gestione delle attese sui tassiRoma, 12 dic. (askanews) – Da domani le banche centrali torneranno in primo piano tra i fattori osservati dai mercati, iniziando con gli esiti del direttorio della Federal Reserve statunitense, il Fomc, che alle 20 italiane comunicherà le sue decisioni sui tassi di interesse. L’attesa che si è andata consolidando è che ometta di effettuare quell’ultimo rialzo prima della fine dell’anno che pure aveva preventivato alla precedente riunione. L’ulteriore limatura dell’inflazione negli Usa, al 3,1% a novembre, un decimale in meno rispetto al livello di ottobre, potrebbe spingere in questa direzione.

Contestualmente, domani la Fed pubblicherà anche le previsioni economiche aggiornate che, come di consueto, conterranno anche una tabella con le attese dei banchieri centrali Usa sul futuro andamento dei tassi (il grafico “dot plot”). Questo particolare elemento dovrebbe, primo, seppellire definitivamente l’ipotesi di ulteriori aumenti dei tassi e, secondo, fornire indicazioni sulla tempistica di un primo taglio. Perché adesso è proprio sul quando le banche centrali inizieranno a ritoccare al ribasso il costo del danaro che si concentrano gli interrogativi di mercati e analisti. Non solo sulla Fed, che può contare su una crescita economica ancora solida, ma ancora più sulla Banca centrale europea, il cui Consiglio direttivo annuncerà le sue decisioni sui tassi giovedì; e che invece deve fronteggiare, oltre a un calo dell’inflazione più rapido del previsto, anche una dinamica dell’economia particolarmente debole, che rischia di scivolare in recessione.

Per questo già dallo scorso 30 novembre, quando Eurostat ha pubblicato la stima preliminare sull’inflazione, che a novembre è consistentemente rallentata al 2,4% per la media dell’area euro, diversi osservatori hanno iniziato a chiedersi se la Bce non si sia spinta troppo in avanti sulla stretta monetaria. E ora rischia forse di ritrovarsi spiazzata, paradossalmente nella situazione diametralmente opposta a quella del 2022, quando venne accusata di essersi mossa “in ritardo” nella sua risposta all’esplosione inflazionistica.

La Bce comunicherà le sue decisioni alle 14 e 15 italiane di giovedì e, mezz’ora dopo, la presidente Christine Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa. Circa un’ora prima, alle 13, la Bank of England annuncerà le sue decisioni sui tassi di interesse per la sterlina Gb. Sempre giovedì, ma la mattina, anche la Banca nazionale svizzera comunicherà le sue decisioni di politica monetaria. Già da tempo diversi esponenti della Bce hanno messo le mani avanti, spiegando che ci si attende una parziale risalita dell’inflazione in questi mesi, in particolare da dicembre, quando in Germania verrà meno l’effetto di alcune misure di aiuto sulle bollette dell’energia.

Resta da verificare se questo riporterà tutto l’indice dell’area euro a valori tali da non rendere complicata la posizione dell’istituzione monetaria. Perché tenere tassi alti con un’inflazione in netto calo mentre l’economia rischia la recessione, e mentre i governi si muovono su politiche di bilancio più restrittive, potrebbe risultare scomodo e sempre più difficile da spiegare. Parallelamente, il dibattito alla Bce potrebbe spostarsi anche su un’altra questione, quella di una progressiva riduzione anticipata delle consistenze di titoli di Stato accumulati con il programma lanciato durante la crisi causata da lockdown e misure anti Covid, il Pepp. La Bce sta già conducendo una manovra di questo genere su un altro programma più consistente di acquisti, l’App, e lo fa in maniera “passiva”, mediante il semplice non rinnovo dei titoli che giungono a scadenza. Finora l’istituzione ha ripetutamente affermato che manterrà inalterate le consistenze del Pepp fino alla fine del 2024. Ma alcuni nel Consiglio – a cui partecipano tutti i governatori delle banche centrali nazionali dell’area euro – hanno iniziato ipotizzare che si possa anticipare l’avvio della riduzione delle consistenze anche sul Pepp. Di recente Lagarde ha affermato che l’argomento potrebbe essere affrontato “in un futuro non lontano”. Finora la riduzione degli stock di bond si è svolta senza scossoni. Ma rincarare la dose con il Pepp potrebbe creare ulteriori pressioni sui titoli di Stato, e indirettamente sull’economia, in una fase in cui la Bce potrebbe iniziare a interrogarsi sul se non sia opportuno ammorbidire la linea. Il neo governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, si è già espresso contro l’ipotesi di strette anticipate sul Pepp. E durante un intervento lo scorso 30 novembre (quando sono usciti i dati sull’inflazione) ha anche affermato che se la debolezza dell’economia dovesse causare una accelerazione del processo disinflazionistico, la fase di mantenimento della linea restrittiva sui tassi potrebbe essere accorciata. In generale Panetta ha chiesto di “evitare danni inutili all’economia”. Il tutto mentre gli effetti della stretta monetaria più aggressiva della storia dell’istituzione – la Bce ha alzato i tassi di 450 punti base cmplessivi in poco più di un anno – ancora sembrano non essersi del tutto dispiegati. Secondo l’ultima rilevazione della Banca d’Italia a ottobre i prestiti bancari alle famiglie hanno registrato una contrazione dell’1,1% su base annua mentre quelli alle imprese sono calati del 5,5%. I tassi di interesse sui nuovi mutui hanno ripreso a salire, toccando il 4,72% che rappresenta il livello più elevato dal gennaio 2009, quando secondo le serie storiche questa voce si collocava al 4,9077%. E il 5,46% raggiunto a ottobre dai tassi di interesse sui nuovi prestiti alle imprese è il valore più elevato dall’ottobre del 2008, quando questa voce si attestò al 5,8404%. Vi sono quindi validi argomenti a favore di un approccio più prudente, se non “morbido”. Tuttavia, sia per i tassi della Fed che per quelli della Bce, sui mercati si sono create attese di ritocchi al ribasso nel 2024 apparentemente molto più spinte di quelle che le rispettive istituzioni vorrebbero vedere. Per questo una attesa abbastanza diffusa per le conferenze stampa di domani e di giovedì è che il presidente della Fed, Jay Powell, e Lagarde cerchino di ridimensionare queste aspettative, avvertendo che serviranno tempo e pazienza prima di ipotizzare manovre di riduzione.

Ok Europarlamento a mandato negoziale etichette miele e succhi

Ok Europarlamento a mandato negoziale etichette miele e succhiRoma, 12 dic. (askanews) – Il Parlamento Europeo ha approvato con 522 voti a favore, 13 contrari e 65 astenuti, il mandato negoziale sulla Direttiva Colazione, che fissa nuove norme di denominazione di vendita e di etichettatura di determinati prodotti alimentari di largo consumo, come miele, confetture e succhi di frutta. Ogni confezione o barattolo di miele, succo e marmellata dovrà riportare sull’etichetta, accanto al nome commerciale del prodotto, il paese di origine dove la materia prima è stata raccolta o coltivata, incluso lo zucchero. Non solo, se frutta o miele provengono da più di un paese, ciascun paese di origine dovrà essere indicato in etichetta, in ordine decrescente e con la rispettiva percentuale nella miscela.

“Dopo settimane di lavoro, con il voto di oggi chiediamo lo stop europeo alle sempre più frequenti frodi alimentari che riguardano non solo il miele, ma anche marmellate e succhi di frutta, dicendo basta a prodotti adulterati e di provenienza sconosciuta”, commentano in una nota Paolo De Castro e Camilla Laureti, membri PD del Parlamento Ue. “Rispetto al testo approvato in Commissione Agricoltura qualche settimana fa, siamo riusciti a rafforzare gli impegni di trasparenza nei confronti dei consumatori europei, ed estendere gli obblighi di etichettatura di origine anche a marmellate e succhi di frutta”, spiegano gli europarlamentari PD.

Per De Castro e Laureti “l’indicazione dell’origine della materia prima nei prodotti trasformati porterà distretti chiave della frutticoltura italiana, dalla Romagna al Lazio, a valorizzare sempre di più gli sforzi fatti in questi anni in termini di sostenibilità e qualità delle produzioni. Allo stesso tempo, gli oltre 65 mila apicoltori italiani saranno più protetti dalle frodi anche grazie all’istituzione di un centro europeo di analisi del miele, che dovrà migliorare i controlli e la tracciabilità, attraverso test sistematici del miele importato e miscelato”. Dopo l’approvazione della posizione del Consiglio dei Ministri Ue, avvenuta martedì 14 novembre scorso, “già nelle prime settimane di gennaio prenderanno il via i negoziati tra Parlamento, Ministri Ue e Commissione europea per raggiungere un accordo entro il termine della legislatura. Dopo il nuovo Regolamento sulle Indicazioni geografiche – concludono i due parlamentari dem – vogliamo mettere a disposizione dei nostri agricoltori e produttori un ulteriore strumento di tutela e valorizzazione dei propri prodotti”.

Splendori Farnesiani. Il Ninfeo della Pioggia ritrovato al Colosseo

Splendori Farnesiani. Il Ninfeo della Pioggia ritrovato al ColosseoRoma, 12 dic. (askanews) – La mostra Splendori Farnesiani. Il Ninfeo della Pioggia ritrovato conclude il programma di attività ed eventi di valorizzazione pensato dal Parco archeologico del Colosseo iniziato alla fine dello scorso ottobre con la riapertura al pubblico del Ninfeo della Pioggia negli Horti Palatini Farnesiorum sul Palatino. La mostra, a cura di Alfonsina Russo, Roberta Alteri e Alessio De Cristofaro, è stata ideata per offrire ai visitatori una ricostruzione di quelli che furono i valori, i significati e gli usi del Ninfeo e di tutti gli Orti Farnesiani nel momento di loro massimo splendore, tra la seconda metà del XVI e il XVII secolo. Un viaggio ideale nell’effimero e nella cultura immateriale barocca che caratterizzarono i celebri giardini farnesiani, teatro di delizie, ricerca, cerimonie e di autorappresentazione politica di una delle più importanti famiglie italiane dell’epoca.

Attraverso quadri, disegni dall’antico, stampe, sculture in bronzo, oggetti d’arte e innovativi apparati digitali, la mostra permette ai visitatori di immergersi nella vita e nelle atmosfere del tempo, accostandosi non solo alla storia degli Orti e dei Farnese, ma alla stessa mentalità e visione del mondo che caratterizzava l’aristocrazia romana e italiana tra il tardo rinascimento e il Seicento. “Ricostruire in modo filologico e raccontare l’effimero e il patrimonio immateriale di un’epoca conclusa non è mai semplice. E’ sempre necessario un attento lavoro di ricerca che metta insieme i documenti, i testi, i monumenti e gli oggetti che di una data epoca costituiscono testimonianza storica – commenta Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo. Poi bisogna affrontare la sfida del racconto, in forme che devono essere accessibili e comprensibili a tutti, senza però semplificare o banalizzare. In questo, il PArCo investe molto in innovazione, grazie alla sperimentazione e all’uso del multimediale e delle tecniche dello storytelling”.

Nel progettare la mostra, un particolare impegno è stato dedicato al recupero di documenti e opere che avessero un diretto rapporto con il Ninfeo, gli Orti e la famiglia Farnese. Allestendo direttamente le diverse sezioni della mostra dentro gli stessi edifici dei giardini palatini le opere scelte dialogano e si integrano con gli spazi. Lo racconta così Roberta Alteri: “La scelta di allestire le opere nel Ninfeo della Pioggia e nelle Uccelliere restituisce il senso e le funzioni originarie di questi spazi, oggi non facili da percepire per il visitatore. Il Ninfeo era un luogo per feste e diletti progettato dal Rainaldi come spazio multisensoriale, dove gli ospiti potevano appagarsi grazie a banchetti, musica, immagini e alla piacevole presenza dell’acqua in forma di pioggia simulata. Le Uccelliere una sorta di microcosmo dei mondi lontani ed allora da poco esplorati e conosciuti”.

Splendori farnesiani raccoglie anche la sfida di avvicinare i visitatori alla mentalità di un’epoca, così diversa da quella attuale. Lo fa con un’installazione multimediale che mira a ricreare virtualmente l’effetto di una Wunderkammer. Come spiega Alessio De Cristofaro “La Wunderkammer, o Camera delle meraviglie, è la quintessenza della mentalità e della visione aristocratica del mondo nel XVI e XVII secolo. In essa oggetti del mondo naturale, archeologici, strumenti scientifici, fossili e curiosità sono accostati per analogia e connessione metaforica a ricostruire una mappa mentale del cosmo. L’allestimento multimediale però non ne è una ricostruzione precisa, quanto uno strumento che vuole suscitare nel visitatore quei sentimenti di curiosità, stupore, meraviglia e attrazione per l’esotico e l’insolito che furono tipici dell’epoca”.

La mostra, che si avvale del prestito e della collaborazione di importanti istituzioni museali nazionali pubbliche e private, sarà aperta e visitabile fino al 7 aprile del 2024 tutti i giorni, ad esclusione delle domeniche gratuite, con orario 9.00-16.00 (ultimo ingresso 15.45). Accompagna la mostra un catalogo edito da Palombi Editori che racconta nel dettaglio le nuove ricerche sul Ninfeo della Pioggia e i più generali significati storici e culturali degli Orti Farnesiani.

Lollobrigida: anticiperemo target su agrisolare di 3 mesi

Lollobrigida: anticiperemo target su agrisolare di 3 mesiRoma, 12 dic. (askanews) – “Anticiperemo di tre mesi il target sull’agrisolare, con un risultato premiato dalla Commissione con 850 milioni in più”. Lo ha ribadito il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo all’assemblea invernale 2023 di Confagricoltura a Roma sottolineando che sull’agricoltura “questo Governo ragiona insieme. Ci confrontiamo in una visione strategica per cui ognuno deve fare la propria parte per il sistema”.

“Ci sono cose che dobbiamo riformare insieme – ha poi detto il ministro – prendendo atto del fatto che ognuno ha fatto la sua parte. Ad esempio, il sistema delle assicurazioni in agricoltura va riformato. A partire da chi è in grado, come le associazioni, di parlare con lo Stato e con le compagnie assicurative”. “Uscirà quindi un nuovo bando che avrà dei correttivi, che stabilisce – ha spiegato – che chi è assicurato passa avanti, perché chi sceglie di proteggersi deve passare avanti. Se vogliamo avere un aistema equo e bilanciato a livello nazionale lo strumento è quello dell’incentivo e poi ragioneremo insieme per capire se esiste un meccanismo per dare equità e permettere a tutti gli agricoltori doi avere le stesse garanzie”.

Guerra in Medio Oriente, Hamas: le vittime palestinesi sono quasi 18.500

Guerra in Medio Oriente, Hamas: le vittime palestinesi sono quasi 18.500Roma, 12 dic. (askanews) – Il bilancio delle vittime dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza è salito a 18.412 persone dal 7 ottobre e più di 50.000 sono rimaste ferite, ha dichiarato Ashraf al-Qidra, portavoce del ministero della Sanità dell’enclave controllato da Hamas.

“Dall’inizio dell’aggressione nella Striscia di Gaza, 18.412 persone sono state uccise e più di 50.000 sono rimaste ferite”, ha detto il portavoce in una conferenza stampa, trasmessa dal canale televisivo palestinese Al-Aqsa.

Ambasciata Italia in Romania: comunità italiana a Christmas Bazaar

Ambasciata Italia in Romania: comunità italiana a Christmas BazaarRoma, 12 dic. (askanews) – Domenica scorsa la comunità italiana a Bucarest ha partecipato numerosa al Christmas Bazaar, iniziativa organizzata dall’IWA: International Women’s Association of Bucharest a supporto di ONG e progetti a favore dell’infanzia in difficoltà e dei più deboli. Lo rende noto l’Ambasciata d’Italia a Bucarest sul suo profilo Facebook pubblicando le foto della manifestazione e dei tanti volontari che hanno preso parte.

All’evento di beneficenza hanno partecipato 54 Paesi, coordinati dalla propria ambasciata o da associazioni di connazionali. “I nostri volontari, con il consueto entusiasmo e buonumore, hanno venduto prodotti tipici presso un ricco stand natalizio, allestito – insieme agli altri – negli spaziosi ambienti della Biblioteca Nazionale di Romania. Il corner italiano ha registrato il consueto grande successo di pubblico e di vendite”, si legge nel post.

“Nel corso della giornata, si è anche svolto un articolato spettacolo nel quale, in rappresentanza dell’Italia, si è esibita la soprano Noemi Gagliano, musicista e insegnante della Scuola Italiana Internazionale Bucarest ‘Aldo Moro’. IWA Bucharest destinerà i fondi raccolti al Christmas Bazaar ai progetti benefici più meritevoli. Lo scorso anno tre ONG di matrice italiana hanno visto approvate e dunque finanziate le proprie iniziative caritatevoli da parte di IWA”, conclude l’Ambasciata.