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Tag: Sanremo 2023

Sanità, giunta regionale approva rete ospedaliera Lazio

Sanità, giunta regionale approva rete ospedaliera LazioRoma, 7 dic. (askanews) – La giunta regionale del Lazio ha approvato la Programmazione della rete ospedaliera 2024-2026 che aumenta di 169 posti letto l’offerta sanitaria nella regione. La delibera arriva dopo mesi di studio dei dati epidemiologici della popolazione e di osservazione di tutti i comportamenti sanitaria negli ultimi 24 mesi.

Sono stati verificati dati di attività, di appropriatezza e di esito di tutte le strutture sanitarie del Lazio pubbliche e private. Un lavoro al termine del quale è stata impostata una nuova programmazione che la Giunta Rocca ritiene colga meglio i bisogni assistenziali dei cittadini del Lazio garantendo quando più possibile la prossimità delle cure. “Sono molto orgoglioso di aver approvato in Giunta la delibera sulla Rete Ospedaliera del Lazio. Aumenteranno in misura consistente i posti letto sia a Roma che in tutte le province. Questo risponde ad un’esigenza, quella di governare la nostra sanità, in un’ottica non più romanocentrica, garantendo ai territori un’assistenza e una qualità del servizio che assicurino la dignità e il rispetto per i pazienti e per gli operatori sanitari” spiega il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

“Finalmente, dopo dieci anni, si torna a programmare: con la Rete Ospedaliera 2024 – 2026, supereremo la media di 3 posti letto ogni mille abitanti. Rispetto al passato si tratta di posti effettivi e reali, per soddisfare un fabbisogno che riguardava in modo omogeneo tutta la Regione” continua Rocca. “Nei prossimi anni di governo faremo ancora di più: attraverso la costruzione di ben 5 nuovi ospedali – moderni, tecnologici e confortevoli- a Roma e nei territori, incrementeremo ulteriormente i posti letto. É un impegno, un dovere morale che avverto in ogni scelta, ogni giorno di lavoro, per fornire risposte rapide e concrete ai bisogni dei cittadini e di chi dedica professionalità, impegno e passione per la salute pubblica” conclude Rocca. Ecco gli obiettivi. La programmazione della Rete Ospedaliera ha lo scopo prioritario di riequilibrare la disponibilità dei posti letto secondo linee operative complementari, territoriale, disciplinare e di setting assistenziale, al fine di rispondere in modo organico e progressivo a diversificati bisogni di salute. L’obiettivo, a livello territoriale, è riorientare la capacità di ricovero verso le Province e l’Area Metropolitana con lo scopo di gestire in prossimità le attività di media complessità e la continuità assistenziale. La progressiva realizzazione della capacità programmata sarà integrata con la messa in opera di nuove strutture ospedaliere durante la programmazione triennale o da completare negli anni a seguire. La rimodulazione delle aree disciplinari, insieme – spiegano dalla Regione – a un’organizzazione per aree funzionali omogenee, consentirà una maggiore dinamicità assistenziale per garantire una gestione appropriata di posti letto finalizzata a recuperare, in ciascun territorio, i tempi di attesa in Pronto Soccorso e la mobilità infra-regionale ed extra-regionale.

La riconversione dei posti letto verso il setting di post-acuzie (in particolare di lungodegenza), associata ad una ridistribuzione territoriale e ad un progetto regionale sul cambio di setting, ha l’obiettivo di migliorare i tempi di degenza, permettere la prossimità delle cure e disporre di una Rete di strutture dotate di una filiera di setting. L’efficientamento del percorso chirurgico e delle sale operatorie costituisce un progetto organico rivolto a incrementare la potenzialità operatoria e consentire un utilizzo appropriato dei posti letto delle discipline chirurgiche, con l’obiettivo di recuperare progressivamente la lista d’attesa e aumentare la percentuale di interventi entro-soglia in modo omogeneo nelle diverse classi di priorità. Il completamento dell’area critica, secondo quanto previsto dal Dl 34-2020, costituisce un’opportunità per il miglioramento della qualità assistenziale che consente di ampliare la capacità di alta intensità di cura integrata in una Rete Aziendale e sovra-aziendale.

La realizzazione sul campo della Rete Ospedaliera e la sua manutenzione richiede l’identificazione di un coordinamento operativo regionale con il ruolo di cabina di regia sovra-aziendale con l’obiettivo di accompagnare l’attuazione degli indirizzi programmatici, gestire le situazioni di criticità e proporre azioni di sviluppo e di implementazione, attraverso l’utilizzo di diversi strumenti operativi come il metodo Lean, gli Audit e Feedback e le site visite. Il monitoraggio dell’implementazione della Rete Ospedaliera verrà realizzato attraverso il supporto di piattaforme, integrate e fruibili, in grado di restituire informazioni di processo, di esito, di aderenza terapeutica e di costo. L’obiettivo è di disporre di una mappa integrata della disponibilità reale, della produzione, del fabbisogno non adeguatamente corrisposto, della appropriatezza, degli esiti e dei budget utilizzati al fine di garantire l’adeguamento della programmazione all’evoluzione del bisogno di salute della popolazione. Per quel che riguarda il piano aumentano i posti letto sia a Roma sia nelle cinque province del Lazio, il cui apice sarà raggiunto con la realizzazione di cinque ospedali entro il 2026: Latina, Golfo, Rieti, Tiburtino e Acquapendente per un investimento complessivo di oltre 960 milioni di euro tra le risorse impiegate per le costruzioni, le attrezzature e gli arredi. Un ulteriore impiego di risorse sarà previsto per il nuovo Policlinico Umberto I, le cui progettualità è ancora in corso di valutazione. Non solo, la sanità del territorio potrà contare sul potenziamento consistente dei servizi e delle relative prestazioni negli ospedali e nelle strutture sanitarie del Lazio, che saranno attivati sin dal prossimo anno, con l’auspicio di migliorare i livelli essenziali di assistenza. Lo prevede la programmazione della Rete ospedaliera 2024-2026, che è stata approvata, su proposta del presidente Francesco Rocca, dalla Giunta regionale del Lazio. (Segue)

Tennis, almeno 10 italiani nell’entry list degli Australian Open

Tennis, almeno 10 italiani nell’entry list degli Australian OpenRoma, 7 dic. (askanews) – Saranno almeno dieci – 5 uomini e 5 donne – i rappresentati del tennis tricolore al via nei tabelloni principali dell’Australian Open, primo Slam del 2024 che scatta domenica 14 febbraio (per la prima volta il torneo è spalmato su 15 giorni) sui campi in cemento di Melbourne Park.

Nel main draw maschile saranno in gara Jannik Sinner (n.4 ATP), Lorenzo Musetti (n.27 ATP), Matteo Arnaldi (n.44 ATP), Lorenzo Sonego (n.46 ATP) e Matteo Berrettini (n.92 ATP). Anche tenuto conto dei giocatori in gara con il ranking protetto (Shapovalov, Kwon, Vesely, Raonic, Nadal, Cilic e Opelka), Flavio Cobolli (n.101 ATP), al momento fuori di quattro posti, ha ancora qualche chance di non dover disputare le qualificazioni. Nel main draw femminile sono ai nastri di partenza Jasmine Paaolini (n.30 WTA), Martina Trevisan (n.42 WTA), Elisabetta Cocciaretto (n.48 WTA), Camila Giorgi (n. 53 WTA) e Lucia Bronzetti (n.61 WTA).

Difficile possa rientrare Sara Errani (n.104 WTA) considerato che ci sono già sette giocatrici (Brady, Kerber, Osaka, Tomljanovic, Rogers, Anisimova e McNally) che utilizzeranno il ranking protetto. Da registrare due sole assenze: quella dell’elvetica Belinda Bencic (n.17 WTA), in dolce attesa, e quella della canadese Bianca Andreescu (n.96 WTA).

Celebrato VI Anniversario “L’Arte del Pizzaiuolo Napoletano” patrimonio Unesco

Celebrato VI Anniversario “L’Arte del Pizzaiuolo Napoletano” patrimonio UnescoRoma, 7 dic. (askanews) – A sei anni dall’iscrizione dell’elemento “L’arte del Pizzaiuolo Napoletano” nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità – UNESCO, sono aumentate a livello esponenziale le richieste, da ogni parte del mondo, di veri pizzaiuoli di scuola napoletana. Un segnale importante che gratifica quanti si sono impegnati per far iscrivere e, successivamente, valorizzare l’elemento ma che impone anche attente riflessioni e l’adozione di misure per la salvaguardia della sua integrità affinché venga tramandato un sapere tradizionale e culturale vivente e autentico. Una vera best practice quella del “pizzaiuolo napoletano” che si inserisce in un quadro più ampio, quello della “cultura del cibo” legata alla tradizione della cucina italiana che da sempre rende il nostro Paese crocevia di un Grand Tour enogastronomico unico. In effetti, un po’ come la pizza napoletana è per Napoli e per la Campania, la cucina italiana non è solo cibo genuino ma un viaggio nel Belpaese che rispecchia la nostra penisola, i suoi paesaggi, la cultura, le tradizioni, le produzioni regionali e locali. È promozione dei territori e turismo esperienziale, è cultura della qualità e delle tipicità. Spirito di festa ma anche di fattiva collaborazione è quanto è emerso a Napoli in occasione dell’evento “Dall’Arte del Pizzaiuolo Napoletano alla Cucina Italiana: Patrimonio culturale e Made in Italy certificato contro Agropirateria, Italian sounding e Fake food” promosso da Fondazione UniVerde, Coldiretti Campania e Associazione Pizzaiuoli Napoletani, in collaborazione con gli event partners: ITA0039 – 100% Italian Taste Certification by Asacert – Assessment & Certification, La Fiammante, Mulino Caputo, Bernardo – Legnami Certificati; e ospitato al Villaggio Coldiretti. Realtà che hanno sostenuto la campagna #PizzaUnesco e nuovi compagni di viaggio che intendono supportare la candidatura de “La Cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale” a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità e difendere lo straordinario patrimonio agroalimentare italiano.

Media Partners: Askanews, Italpress, Canale 21, La Cucina Italiana, TeleAmbiente, Gusto H24. Queste le dichiarazioni dei protagonisti dell’evento:

Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde): “Il sesto anniversario è occasione per valutare i risultati di grande rilancio dell’arte del pizzaiuolo di tradizione e scuola napoletana e ca va sans dire della pizza napoletana, ottenuti dopo la vittoriosa campagna internazionale #PizzaUnesco, ma anche per rafforzare la tutela di questo patrimonio culturale e rilanciare il nostro sostegno alla candidatura della cucina italiana nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Non dimentichiamo, inoltre, che il riconoscimento Unesco dell’arte del pizzaiuolo napoletano è stato di grande aiuto anche per l’agroalimentare italiano nella campagna contro l’agropirateria e il fake food che ho lanciato da ministro dell’Agricoltura perché il sapere tradizionale del pizzaiuolo è sì immateriale ma il suo eccellente prodotto, la pizza, si fa con i nostri prodotti agroalimentari e una pratica culturale così fortemente identitaria senza qualità e autenticità dei prodotti rischia di essere deteriorata o addirittura di scomparire. Anche per questi motivi sostengo convintamente la candidatura della cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale perché certo consentirà di tutelare l’agroalimentare made in Italy e tantissime tradizioni e ricette, tra le più amiche della natura e della salute, che si collegano alla Dieta mediterranea. Auspico che tutti coloro che ci hanno aiutato nella vittoriosa campagna #PizzaUnesco, che a tutt’oggi è rimasta la più popolare della storia dell’Unesco, facciano altrettanto. Ettore Bellelli (Presidente di Coldiretti Campania): “L’arte del Pizzaiuolo, fatta di rito e gestualità oltre che del savoir faire partenopeo, parla al mondo del grande patrimonio agroalimentare campano che ruota proprio intorno a questo disco di pasta. Parla dei nostri pomodori, dell’olio, della mozzarella di bufala campana DOP, del fiordilatte. Il sigillo UNESCO per questo patrimonio immateriale rappresenta perciò un grande elemento di fortificazione della nostra identità culturale. Siamo lieti che il sesto anniversario del riconoscimento dell’arte del Pizzaiuolo si festeggi al villaggio Coldiretti perché va nella stessa direzione che perseguiamo da sempre con il nostro impegno: la tutela della biodiversità e del Made in Naples che è poi, di fatto, il Made in Campania”.

Sergio Miccù (Presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani): “Siamo giunti al sesto anniversario del riconoscimento dell’arte del pizzaiuolo napoletano quale patrimonio culturale immateriale dell’umanità – Unesco, un riconoscimento che ha dato grandissima visibilità alla figura professionale del pizzaiuolo, sempre più attento alla selezione di prodotti di qualità per offrire ai consumatori un prodotto d’eccellenza. Oltre alla continua divulgazione e internazionalizzazione dell’arte, stiamo ora puntando sulla formazione della nuova generazione. Riteniamo che la formazione debba iniziare già negli istituti di scuola alberghiera, con il rilascio di un diploma professionale di pizzaiuolo da parte del Ministero dell’Istruzione. Solo attraverso questo approccio possiamo garantire una maggiore tutela per la nostra arte”. Nicola Caputo (Assessore all’Agricoltura della Regione Campania): “A sei anni dall’iscrizione nella prestigiosa Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, si sono moltiplicate le iniziative e l’attenzione per l’arte del pizzaiuolo napoletano, un segnale importante per il made in Naples e il made in Italy che occorre continuare a tutelare e valorizzare nel miglior modo possibile, innanzitutto valorizzando gli ingredienti della pizza, dal pomodoro all’olio e la mozzarella. Quella del pizzaiolo napoletano è un’arte autentica che si basa su una competenza che permette di sfruttare appieno la qualità dei prodotti agroalimentari dei territori campani. Si tratta di un patrimonio capace di attivare una rinascita sociale ma anche economica dei territori e delle produzioni di qualità”.

Giuseppe Ambrosio (Direttore Generale e Presidente GdL Unesco presso il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste) ha ricordato che “l’arte del pizzaiuolo napoletano rappresenta l’essenza stessa del Patrimonio Immateriale come declinata dalla Convenzione Unesco. In essa convivono tradizione, storicità, arte della manualità. Un patrimonio da preservare e diffondere, come la bontà della pizza, sempre più nel mondo intero”. Rosanna Romano (Direttore Generale per le Politiche Culturali e il Turismo della Regione Campania) “L’importante anniversario dell’iscrizione de L’arte del Pizzaiuolo Napoletano nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità – UNESCO è stato celebrato anche in occasione della Prima Rassegna del Patrimonio Immateriale della Campania, evento promosso di recente dalla Regione Campania in collaborazione con Scabec – Società Campana Beni Culturali. L’iniziativa, promossa per divulgare attraverso stand espositivi, dibattiti, incontri e performance il patrimonio culturale immateriale campano con le sue pratiche tradizionali connesse a saperi, celebrazioni, espressioni e cultura agro-alimentare, ha ospitato anche laboratori e degustazioni gratuite organizzate dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e dall’Associazione Verace Pizza Napoletana, a conferma dell’importanza strategica che quest’arte riveste all’interno del patrimonio culturale campano. La sicurezza alimentare è una priorità assoluta da garantire al consumatore. La necessità di assicurare prodotti sani e di alta qualità si collega al dovere di utilizzare materiale legnoso certificato nei procedimenti di cottura in forno di pietanze come, appunto, la pizza. Su questo tema è intervenuto il Gen. B. Ciro Lungo (Comandante Regione Carabinieri Forestale Campania) sottolineando che il “combustibile legnoso utilizzato per la cottura del cibo deve essere rigorosamente di provenienza legale e di origine naturale, ottenuto dalla lavorazione esclusivamente meccanica e senza subire alcun tipo di trattamenti chimici. Un approccio, conforme alla normativa vigente, a garanzia delle foreste e dei consumatori”. Antonio Pace (Presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletana): “All’alba del VI Anniversario del riconoscimento a Patrimonio Culturale Immateriale e soprattutto dei 40 anni del I° disciplinare sulla vera pizza napoletana, redatto nel 1984 dall’AVPN, primo esempio di tutela integrata del mestiere e del prodotto tradizionale, siamo lieti di aver visto affermarsi negli anni una tendenza che coinvolgendo operatori, associazioni e istituzioni, si è trasformata in Comunità. Una Comunità basata su di una regola condivisa, principio fondante per qualsiasi tutela e che potrebbe essere da esempio anche per la Cucina italiana”. Fabrizio Capaccioli (Amministratore Delegato di Asacert): “Oggi non celebriamo solo l’arte e la cultura che la pizza esprime, stiamo preservando un’icona indiscussa della cucina italiana amata in tutto il mondo. In un’epoca in cui la sicurezza alimentare è cruciale, ITA0039 by Asacert, si impegna a garantire che la pizza italiana, almeno quella presentata come originale, sia al riparo da contraffazioni. Asacert promuove una certificazione che è a garanzia di produzioni alimentari salubri perché 100% italiane, ritenendo che la cooperazione tra tutti gli attori sia essenziale per preservarne l’autenticità anche all’estero dove operiamo con il Protocollo ITA0039. Assicuriamo insieme a partners come Coldiretti, Euro-Toques e tanti altri, che pizzerie e ristoranti italiani siano ambasciatori certificati della qualità italiana, contrastando fenomeni come l’agropirateria e l’Italian sounding”. Era il 23 marzo 2023 quando il Ministero della Cultura e il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste hanno annunciato la candidatura de “La Cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale” nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità – UNESCO. A farsi fin da subito promotrice della candidatura è stata la rivista La Cucina Italiana, dal 1929 il mensile di cucina più autorevole e di lunga tradizione in Italia e nel mondo. Maddalena Fossati Dondero (Direttore ‘La Cucina Italiana’ e promotrice della candidatura Unesco ‘La Cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale’) ha ribadito che “dopo il riconoscimento dell’Arte del Pizzaiuolo Napoletano sarebbe bello veder dichiarata la Cucina italiana come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, in quanto valore massimo dell’identità del nostro Paese”. Vincenzo Santo (Presidente CNA Campania Nord): “L’Italian sounding è il nemico più grande della nostra enogastronomia. Il richiamo a prodotti campani e più in generale italiani sui mercati esteri è ricorrente con vere e proprie ‘trappole commerciali’ costruite ad arte per attirare l’utente-acquirente. La mozzarella è probabilmente quello che vanta il maggior numero di contraffazioni all’estero, fenomeno che è incrementato in maniera esponenziale anche con l’esplosione degli e-commerce. Prodotti marchiati come mozzarella di bufala campana dop negli ultimi anni sono stati sequestrati in Indonesia, in Cina e in Giappone. Accanto all’azione di controllo, ne va fatta una di ‘legittimazione’ delle nostre eccellenze. In questo quadro è preoccupante l’atteggiamento unilaterale di diverse istituzioni nei confronti degli allevatori bufalini impegnati da mesi in una battaglia a difesa del comparto. Come Cna Campania Nord abbiamo assunto una posizione chiara a loro sostegno: non è abbattendo in maniera indistinta i capi bufalini che si risolve il problema dell’eradicazione della brucellosi. Per poter ingaggiare una vera e propria lotta alla pirateria alimentare è necessario innanzitutto dare forza alle nostre eccellenze, evitando disastri come quello attuale con gli allevatori”. Hanno inoltre partecipato all’evento i rappresentanti delle realtà partners: Francesco Franzese (CEO La Fiammante), Antimo Caputo (Amministratore delegato di Mulino Caputo), Diego Bernardo (Amministratore di Bernardo legnami certificati). Dalla campagna #PizzaUnesco, il più imponente movimento d’opinione nella storia delle candidature Unesco, con oltre 2 milioni di sottoscrizioni da oltre 100 Paesi del mondo, a sostegno dell’iscrizione dell’elemento “L’arte del Pizzaiuolo Napoletano” nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, avvenuta nel 2017, al sostegno della candidatura “La Cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale” attraverso la nuova campagna mondiale #CucinaItalianaUnesco. In questo progetto crede la Fondazione UniVerde, organismo coinvolto nei processi di salvaguardia dell’elemento “L’arte del Pizzaiuolo Napoletano”, e i partners della nuova iniziativa: Federazione Italiana Cuochi – FIC, Euro-Toques Italia, Fondazione Campagna Amica, CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa. L’occasione del VI Anniversario dal riconoscimento Unesco dell’Arte del Pizzaiuolo Napoletano ha rappresentato un motivo in più per rilanciare anche il messaggio #NoFakeFood realizzata da Fondazione UniVerde, Opera2030 e SOS Terra Onlus, in collaborazione con molti content creators, per difendere i prodotti agroalimentari italiani da agropirateria, contraffazioni e Italian sounding. La pizza, il piatto che nelle sue diverse declinazioni e contraffazioni è il più consumato del pianeta e, più in generale, la cucina italiana possono diventare lo strumento di diffusione dell’autenticità degli ingredienti made in Italy. Occorre tuttavia vigilare per rafforzare ancora di più il legame tra la genuinità del nostro cibo e la qualità degli ingredienti che devono essere sempre 100% italiani.

L’11 dicembre Convegno Crea sul suolo nella rigenerazione urbana

L’11 dicembre Convegno Crea sul suolo nella rigenerazione urbanaRoma, 7 dic. (askanews) – Un convegno per fare il punto su esperienze e studi tra biodiversità, inquinamento e prevenzione del dissesto idrogeologico delle nostre città. Il Crea, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, Kepos, Assoverde e Confagricoltura, organizza il convegno “Il suolo nella rigenerazione urbana”, che si terrà lunedì prossimo 11 dicembre ad Ancona presso il Dipartimento di scienze agrarie alimentari ed ambientali dell’Università Politecnica delle Marche.

La Giornata Mondiale del Suolo offre lo spunto per approfondire la riflessione e il confronto scientifico sul contributo del suolo nei processi di rigenerazione urbana che, a partire dal Covid e dagli effetti del cambiamento climatico, sono stati avviati in diverse città. Un tema di attualità, soprattutto considerando che, secondo le ultime stime, su 62 milioni di italiani, oltre 51 vivono in aree urbane. E d’altronde, la continua urbanizzazione dei nostri suoli, rischia di ridurre quella biodiversità del suolo che rappresenta circa il 60% dell’intera biodiversità del pianeta e che assicura servizi ecosistemici fondamentali. E’ quindi necessario studiare i suoli urbani per predisporre opportune strategie di intervento per contrastare sia l’inquinamento sia il dissesto idrogeologico.

Patto stabilità, Calvino: sarà una lunga notte di negoziati

Patto stabilità, Calvino: sarà una lunga notte di negoziatiBruxelles, 7 dic. (askanews) – “Sarà una lunga notte”, quella della discussione tra i ministri delle Finanze dell’Ue sulla riforma del Patto di stabilità, che comincerà questa sera in una cena informale a Bruxelles, ma l’obiettivo è che il negoziato possa poi concludersi con un accordo finale durante il Consiglio Ecofin di domani. Lo ha detto la presidente di turno dell’Ecofin, la ministra spagnola Nadia Calvino, parlando alla stampa al suo arrivo alla riunione dell’Eurogruppo, questo pomeriggio a Bruxelles.

“Oggi – ha detto Calvino – inizieremo con una cena di lavoro quest’ultima riunione del semestre di presidenza spagnola di turno del Consiglio Ecofin, in cui affronteremo con il resto degli stati membri la riforma in corso delle regole di bilancio. E’ un lavoro che per cui abbiamo fatto progressi nell’ultima settimana, intensificando i contatti a livello tecnico e politico: ci sono state più di 40 riunioni multilaterali, e contatti bilaterali praticamente costanti. E su questa base, la presidenza spagnola ha messo sul tavolo una proposta di compromesso che cerca di avere regole più semplici, più facili da applicare, più realistiche, più adattate alla realtà economica attuale, e anche più equilibrate”. “Regole – ha rilevato la presidente dell’Ecofin – che garantiscano di avere percorsi credibili di riduzione del debito in modo compatibile con lo stimolo all’investimento produttivo e alla crescita economica. E per questo, la proposta della presidenza preserva gli elementi fondamentali della proposta originaria della Commissione europea, con regole adattate alle caratteristiche di ciascuno Stato membro, che assicurino un impatto anticiclico della politica di bilancio, e che in più garantiscano l’equilibrio tra la riduzione del debito e lo stimolo alla crescita economica”.

“Su questa base – ha spiegato calvino – durante il negoziato è stato introdotto” nella proposta di revisione del Patto “un insieme di salvaguardie che, precisamente, cercano di garantire che si produca questa riduzione sostenuta dal debito, che ci sia un sistema di controllo e di supervisione di queste regole di bilancio, più realistiche e più efficaci; e allo stesso tempo che tutto il quadro preservi lo spazio per gli investimenti pubblici negli ambiti verde, digitale, sociale e di difesa, e che tutto l’insieme delle regole di bilancio possa permettere di portare a termine una politica di bilancio anticiclica, che garantisca la crescita economica e la stabilità di questa crescita in tutta l’Unione europea”. “Di questo parleremo oggi” durante e dopo la cena, “e spero sia una riunione fruttifera. Abbiamo già avvertito tutti i ministri che la notte sarà lunga. Il nostro obiettivo – ha concluso Calvino – è che ci sia un accordo politico in questa riunione dell’Ecofin”, ovvero entro domani.

Calcio, Fedez denuncia gli haters del figlio dopo Milan-Frosinone

Calcio, Fedez denuncia gli haters del figlio dopo Milan-Frosinone

Roma, 7 dic. (askanews) – Dopo i messaggi d’odio sui social nei confronti del figlio Leone, che assieme ad altri bimbi aveva accompagnato i calciatori nel prepartita di Milan-Frosinone, Fedez ha denunciato gli haters alla Polizia. In particolare un account di X. Account che adesso non esiste più, ma dal quale nelle ore seguenti la partita era stato pubblicato questo post: “Avete un solo proiettile, chi colpite?”, corredato dalla foto di Leone e Theo Hernandez, il giocatore rossonero che era stato accompagnato in campo dal figlio del rapper. La denuncia è stata presentata presso la Polizia postale e delle Comunicazioni-Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Lombardia. Il cantante ha poi ha scritto su Instagram: “Sono perfettamente cosciente che c’è questo giro di tifosi su Twitter che si divertono a fare battute sul mio tumore al pancreas e mi augurano la morte, ma questo continuate pure a farlo perché non me ne frega un c…o sinceramente. Però nel momento in cui toccate i miei figli allora lì avete un problema ragazzi, avete un problema bello grande e ve ne accorgerete, non vi preoccupate. Poi vi posto nome e cognome di questa persona e di quelle che hanno risposto che sparerebbero a mio figlio”.

Insediata in Piemonte cabina regia a tutela biodiversità

Insediata in Piemonte cabina regia a tutela biodiversitàRoma, 7 dic. (askanews) – E’ stato costituito in Regione Piemonte il tavolo permanente a regia regionale per la tutela della biodiversità e dei pronubi in Piemonte, che per la prima volta si è insediato oggi a Torino al Palazzo della Regione. Ne fanno parte Fondazione Agrion a cui è stato assegnato il ruolo di coordinamento, Fondazione Poderi Pignatelli, Disafa – Universtià di Torino, Coldiretti, Confagricoltura e Cia Piemonte, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Aspromiele, Cooperativa Piemonte miele, Agripiemonte miele, Asproflor, Consorzio agrario delle province del Nord Ovest, Confcooperative Piemonte, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta.

“Da questa cabina di regia ho chiesto una particolare attenzione a definire le azioni principali che possano aiutare il mondo della biodiversità e apistico piemontese cercando di arrivare il più vicino possibile alle nostre aziende che con il loro lavoro ci permettono di essere la regione con la maggiore produzione di miele italiano”, precisa in una nota l’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa. Attraverso la cabina di regia regionale i soggetti potranno confrontarsi sulle principali attività progettuali per la salvaguardia della biodiversità e dei pronubi sul territorio piemontese, che vanno dalle azioni di sensibilizzazione della cittadinanza, alle attività di ricerca applicata in agricoltura al fine di migliorare il profilo di sostenibilità dei piani colturali delle filiere produttive.

Città del vino: legge su made in Italy garanzia per territori

Città del vino: legge su made in Italy garanzia per territoriRoma, 7 dic. (askanews) – Soddisfazione dell’Associazione nazionale delle Città del Vino per l’approvazione della legge del Made in Italy, che comprende l’istituzione del Registro delle associazioni delle Città di identità.

L’articolo 40 della legge, dedicato alla “Istituzione del Registro delle associazioni nazionali delle città di identità per la valorizzazione delle produzioni agricole di pregio” sancisce che “per assicurare la più ampia partecipazione degli operatori dei settori agricoli nella pianificazione strategica degli interventi di valorizzazione e di promozione delle produzioni di pregio e di alta rinomanza, è istituito presso il Ministero dell’agricoltura e delle foreste il Registro delle Associazioni nazionali delle città di identità”. Inoltre, “si definiscono ‘città di identità’ le città o realtà territoriali che si caratterizzano per le produzioni agricole di pregio, in cui operano organismi associativi a carattere comunale con lo specifico scopo di promuovere e valorizzare le identità colturali dei loro territori nei mercati nazionali ed internazionali”.

“Il valore delle associazioni delle città di identità è fondamentale e rappresenta una garanzia per i territori italiani caratterizzati da produzioni enologiche e agroalimentari di qualità. Un ringraziamento all’onorevole Bicchielli e a tutti i firmatari della legge – sottolinea Angelo Radica, presidente delle Città del Vino – che permetterà di dare un impulso positivo ed ancora più forza a tutti quei comuni italiani, territori ed aziende, che puntano come elemento identitario, sociale ed economico, su una produzione agricola caratterizzante, su tutte il vino e l’olio”. “Ora – conclude Radica – serve realizzare il decreto attuativo che indichi con esattezza i parametri ed i requisiti necessari affinché una associazione di identità possa iscriversi nel registro”.

Pubblicato decreto Lollobrigida: deroga trimestrale su etichette

Pubblicato decreto Lollobrigida: deroga trimestrale su etichetteRoma, 7 dic. (askanews) – Una deroga trimestrale al regolamento UE 1308 del 2013 sulle nuove etichette per il vino. E’ quanto preveder il decreto, firmato e pubblicato sul sito del Masaf, del ministro Francesco Lollobrigida.

La deroga, prevista dall’8 dicembre all’8 marzo 2024, permette l’etichettatura e la commercializzazione di prodotti vitivinicoli e aromatizzati con etichette riportanti il simbolo ISO 2760 “i” accanto al QR Code. Da questo codice, infatti, è possibile ricavare la lista degli ingredienti e dei valori nutrizionali, per dare una corretta informazione ai cittadini. Il decreto assicura anche il rispetto dei principi della sostenibilità economica e ambientale, permettendo infatti l’utilizzo e l’esaurimento delle etichette già in magazzino. “Ancora una volta dimostriamo di essere vicini alle istanze, di sostenere e di tutelare un mondo produttivo nevralgico per la nostra economia e per tutta la Nazione”, commenta il ministro Lollobrigida.

Il panettone di Emergency nelle piazze a sostegno del diritto di cura

Il panettone di Emergency nelle piazze a sostegno del diritto di curaRoma, 7 dic. (askanews) – Da oggi, 7 dicembre, a domenica 10 dicembre si potrà portare in tavola il tipico dolce natalizio senza rinunciare alla solidarietà grazie al ‘Panettone fatto per Bene’ di Emergency nelle piazze di tutta Italia.

I volontari dell’associazione sono in più di 450 piazze. Il panettone, al prezzo di 20 euro, del peso di 1 kg ha una forma bassa e un impasto soffice arricchito con uvetta, scorzoni canditi di arance siciliane e cubetti di cedro Diamante che gli conferiscono un gusto ricco e pieno e un aroma di agrumi. Per ogni ‘Panettone fatto per bene’ acquistato in piazza si potrà ottenere una shopper Emergency in omaggio. Con il semplice acquisto di un dolce di Natale, spiega Emergency, “potrai sostenere i progetti dell’associazione in Italia e nel mondo, contribuendo concretamente a garantire il diritto alla cura. Essere curati è un diritto umano fondamentale, che deve essere riconosciuto a ogni persona in ogni parte del mondo”. Sono “moltissimi i progetti messi in campo da Emergency che dalla sua nascita, nel 1994, ha curato oltre 12,8 milioni di persone, senza alcuna discriminazione. Da Milano con l’ambulatorio mobile, il Polibus, che garantisce cure gratuite alle fasce più vulnerabili della città fino in Calabria a Rosarno (Rc) dove l’Ong offre assistenza medica gratuita ai braccianti, fino ad arrivare al centro di chirurgia pediatrica in Uganda e al centro chirurgico e pediatrico nella Valle del Panshir in Afghanistan”.

Chi non riuscirà ad acquistarlo dal 7 al 10 dicembre potrà trovarlo anche online sull’ecommerce dell’associazione o negli Spazi Natale di Emergency aperti dal 25 novembre al 24 dicembre in 19 città italiane: Aosta, Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Catanzaro, Ferrara, Firenze, Genova, Macerata, Milano, Napoli, Padova, Pisa, Roma, Teramo, Torino e Venezia.