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Tag: Sanremo 2023

Auto e industrie energivore, Urso chiede revisioni al Green Deal

Auto e industrie energivore, Urso chiede revisioni al Green DealBruxelles, 28 nov. (askanews) – “Siamo particolarmente soddisfatti dalla larga convergenza delle posizioni espresse dai paesi Ue sul nostro documento, il ‘Non Paper’ sull’automotive, che abbiamo presentato insieme alla Repubblica Ceca e ad altri sei paesi, e che poi di fatto si è trovato al centro dell’azione della Commissione europea, come ha ribadito oggi la vicepresidente esecutiva (uscente, ndr) Margrethe Vestager, riferendosi a quanto ha detto ieri la presidente della Commissione von der Leyen”.


Lo ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, parlando con la stampa al termine del Consiglio Competitività dell’Ue, questo pomeriggio a Bruxelles. Durante il suo discorso di ieri, a Strasburgo, prima del voto di fiducia del Parlamento europeo alla nuova Commissione, von der Leyen ha annunciato che organizzerà e condurrà a breve un “dialogo strategico” con tutti i portatori d’interesse, per affrontare l’attuale crisi del settore automotive. “Il fatto che di questo dossier, che è così cruciale per il lavoro europeo, si occuperà direttamente lei, ci rassicura che diventerà centrale nell’azione dei primi 100 giorni dell’attività della nuova Commissione”, ha osservato Urso.


“E’ chiaro a tutti – ha sottolineato – che non si può perdere tempo, di fronte alla realtà che incombe: con l’annuncio ogni giorno di progetti che vengono sospesi o annullati sul percorso dell’elettrico, e mi riferisco alle ‘Giga Factory’ nel nostro continente; con l’annuncio di diverse case automobilistiche europee di chiusura di stabilimenti e di licenziamenti di decine di migliaia di operai; e con le conseguenze ancor più drammatiche nella filiera dell’automotive che riguarda anche e soprattutto il nostro paese. A un giornalista che chiedeva se non sia comunque un rischio non avere il sostegno di Francia e Germania alle proposte del ‘Non Paper’ sull’automotive, Urso ha risposto: “Innanzitutto, abbiamo osservato posizioni più che riflessive, disponibili al confronto sia in Francia, sia nelle posizioni espresse dal governo tedesco”. Peraltro, ha aggiunto, “lo sapevamo, perché mi ero incontrato venerdì con i ministri francesi a Parigi, e lunedì con il vice cancelliere tedesco Robert Habeck”.


Inoltre, ha continuato il ministro, “notiamo come i sistemi industriale di questi paesi, con le confindustrie di Francia e Germania, insieme alla Confindustria italiana, venerdì scorso, nella loro trilaterale a Parigi, hanno approvato un documento unitario conclusivo nel quale si trova esattamente quello che noi chiediamo alle istituzioni europee”. E questo “sia per quanto riguarda il settore delle auto, per rendere sostenibile e raggiungibile l’obiettivo, che confermiamo, sempre più sfidante e ambizioso nel 2035; sia per quanto riguarda le industrie energivore, per cui ci apprestiamo a presentare un altro documento su, cui stiamo lavorando con altri paesi Ue, per rivedere i meccanismi del Cbam (‘Carbon Border Adjustment Mechanism’)”. Il Cbam introdurrà dei ‘dazi climatici’ all’importazione nell’Ue di energia e altri prodotti delle industrie energivore come cemento, chimica e fertilizzanti, da paesi che non hanno sistemi equivalenti all’Ets, la “borsa” europea dei permessi di emissione.


Questi meccanismi, ha rilevato Urso, ” “così come sono stati definiti, sono chiaramente inadeguati per sostenere la competitività delle industrie energivore europee, a cominciare dalla siderurgia e dalla chimica, che sono fondamentali per l’industria dell’Ue”. Secondo il ministro, “questa consapevolezza” dei problemi per la competitività dell’economia europea a causa di certi obbloghi imposti dalle norme del Green Deal “si fa largo in Europa: e lo abbiamo notato – ha riferito – nei tanti interventi che hanno fatto riferimento proprio al nostro documento e anche ai documenti successivi” presentati da altri paesi in Consiglio: un documento proposto dai danesi sulla bioeconomia e un documento svedese per accelerare il percorso per la realizzazione in Europa delle batterie elettriche. E si tratta di documenti che “l’Italia sostiene”, ha detto Urso. A un altro giornalista che chiedeva di precisare quali siano le richieste italiane di modifica del Cbam, il ministro ha risposto: “la nostra proposta complessiva la stiamo discutendo con gli altri paesi, e noi vorremmo proporla insieme a loro; quindi ovviamente noi abbiamo un nostro testo, una nostra proposta, che però, come è accaduto per il ‘non paper’ del settore auto, siamo disponibili a modificare e integrare rispetto alle esigenze degli altri paesi promotori” “La richiesta principale – ha continuato Urso – è che sia sostenibile questa transizione energetica che riguarda queste industrie particolarmente energivore. E noi chiediamo la revisione di del Cbam, dato che ormai è chiaro a tutti che i suoi meccanismi, così come dovrebbero scattare dal 2026 in poi, non sono tali da rendere adeguata la sostenibilità del sistema siderurgico e degli altri sistemi delle industrie energivore”. “E chiediamo anche – ha aggiunto – che ci sia un sostegno agli esportatori, per rendere competitivo sui mercati globali il prodotto realizzato in Europa, rispetto ai prodotti realizzati in altri continenti che non rispettano le regole che noi ci siamo dati”. Inoltre, ha continuato il ministro, “chiediamo eventualmente di valutare anche l’ipotesi di graduare diversamente il meccanismo delle quote di emissione Ets”. Il riferimento è probabilmente al fatto che le industrie energivore dei settori inclusi nel Cbam dovranno, quando il nuovo meccanismo dei dazi climatici sarà in funzione, rinunciare ai permessi di emissione gratuiti che oggi gli sono concessi. “Le nostre proposte – ha spiegato Urso – in questo momento sono sul tavolo con quelle di altri paesi europei, per trovare una proposta unitaria che tenga conto anche delle altre esigenze. Noi non abbiamo una visione ideologica: abbiamo una visione molto pragmatica, responsabile. Non vogliamo innalzare delle bandierine, vogliamo risolvere i problemi. E per risolvere i problemi bisogna portare a bordo il maggior numero possibile dei paesi, mi auguro in generale della nostra Unione Europea E questo vale anche per il settore delle auto”, ha concluso.

Per Fitto il saluto in Cdm, poi il nodo della successione al governo

Per Fitto il saluto in Cdm, poi il nodo della successione al governoRoma, 28 nov. (askanews) – La firma, stamattina, dell’Accordo di sviluppo e coesione con la Sardegna e, venerdì mattina, di quello con la Puglia. Poi il saluto in Cdm e (probabilmente) l’ultima conferenza stampa da ministro. E’ questa la “passerella” allestita da Giorgia Meloni per Raffaele Fitto, che venerdì si dimetterà per assumere, dal primo dicembre, la carica di commissario europeo e vice presidente esecutivo della Commissione Ue. “Un risultato – ha ribadito la premier stamattina a Cagliari – del quale credo l’Italia debba complessivamente andare fiera” e che “pone la nostra nazione in una condizione di centralità nella prossima Commissione europea”.


Adesso si apre la partita per l’assegnazione delle tante e rilevanti deleghe che erano state affidate a Fitto, ritenuto da Meloni la punta di diamante della sua squadra, l’uomo più affidabile, quello a cui far gestire la maggior parte delle risorse a disposizione. Per questo la sua indicazione a Ursula von der Leyen era stata – aveva ammesso la presidente del Consiglio – una scelta “dolorosa ma necessaria”, perchè sostanzialmente priva di alternative. Meloni, come prima cosa, secondo quanto si apprende, assumerà l’interim. Poi procederà a ‘spacchettare’ il portafoglio, affidando la gestione del Pnrr e della Coesione ai suoi sottosegretari Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano. Resta la questione degli Affari europei, e qui inizia la partita più squisitamente politica. Con due punti fermi. Il primo è la volontà di Meloni di toccare il meno possibile la squadra, “allergica” – come viene definita – alla parola rimpasto. Il secondo (che varrebbe solo nel caso in cui decidesse di nominare un titolare) è che “se esce un ministro di Fdi entra un ministro di Fdi”. In questo caso il candidato ‘naturale’ sarebbe Edmondo Cirielli, attuale vice ministro agli Esteri. “Però – riflette una fonte di governo – è difficile sostituirlo: ha esperienza e non ci sono altri esponenti di Fdi adeguati per quel ruolo”. Altrimenti c’è l’ipotesi, che si riaffaccia un po’ ogni volta che si tratta di individuare un profilo rilevante, di Elisabetta Belloni, direttrice del Dis, sherpa del G7, abile ed esperta mediatrice.


Dunque la porta sembra “sbarrata” per gli alleati, in primo luogo per Forza Italia, a cui piacerebbe molto la responsabilità dei rapporti con Bruxelles. Antonio Tajani pubblicamente assicura che non ne fa “una questione di poltrone” e che “alla fine deciderà la presidente del Consiglio”. Ma sicuramente – spiega chi ci ha parlato – intende “far pesare” l’aiuto che, per suo tramite, il Ppe ha dato per superare le diffidenze sul ministro pugliese. Così come intende far pesare i “sacrifici” fatti dagli azzurri, premiati dalle urne, ma non ‘ricompensati’ nella compagine dell’esecutivo, dove ormai si ritengono sottorappresentati rispetto alla Lega. Per Fi ci sarebbero già anche alcuni potenziali candidati. “Ma dubito che Meloni voglia privarsi di un ministro ‘suo’ per accontentare Forza Italia. Anche se – spiega una fonte azzurra – sarebbe un ruolo più che altro di rappresentanza, perchè il punto di riferimento in Europa resterà Fitto”. Un fatto, quest’ultimo, che Meloni non nasconde, quando dice che il nuovo vice presidente esecutivo “ci consente di avere un occhio di riguardo rispetto a molte materie che sono di interesse della nostra nazione”. Anche se i Trattati dicono altro, come ha ricordato Fitto, assicurando che opererà “a difesa dell’interesse comune europeo”.

Meloni a pranzo da Mattarella, sul tavolo manovra e dopo-Fitto

Meloni a pranzo da Mattarella, sul tavolo manovra e dopo-FittoRoma, 28 nov. (askanews) – Un pranzo di ‘routine’, programmato da “almeno una settimana”, senza nessun collegamento con le “fibrillazioni” che attraversano la maggioranza. Così da Palazzo Chigi definiscono il colloquio di mercoledì al Quirinale – di cui si è appreso solo in giornata – tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


“Sono pranzi che hanno fatto molto spesso da quando Meloni è al governo e che sono quasi ‘automatici’ quando ci sono missioni all’estero di rilievo, in questo caso la visita di Stato in Cina del presidente della Repubblica, il G20 e la missione in Argentina per Meloni”, hanno spiegato fonti di Palazzo Chigi, smentendo i rumors che parlavano di un vertice d’urgenza e segreto. “Quando Mattarella è tornato dalla Cina – hanno aggiunto le fonti – ha sentito la presidente del Consiglio e organizzato per ieri questo pranzo. Le altre volte non era mai uscita la notizia, questa volta è trapelata”. E non dal Quirinale, bisogna precisare. Tra i temi affrontati da Mattarella e dalla premier – hanno sostenuto le fonti – “la manovra, i viaggi internazionali, un excursus sull’Europa dopo l’ok alla Commissione Ue con la nomina di Raffaele Fitto come vice presidente esecutivo”. E a questo proposito, secondo fonti di governo, Meloni avrebbe anche spiegato al capo dello Stato la sua idea per l’assegnazione delle deleghe del neo commissario e vicepresidente europeo, che si dimetterà domani. Secondo questa ricostruzione, dunque, “non c’entrano assolutamente nulla le fibrillazioni” ed è solo una “coincidenza” che il pranzo sia caduto nel giorno fino a ora più difficile per la maggioranza, dopo il “no” di Forza Italia all’emendamento leghista per il taglio del canone Rai e la ‘ritorsione’ del Carroccio sul provvedimento forzista (a firma Claudio Lotito) per la sanità calabrese. Una “guerriglia” che ha fatto infuriare la premier, che ieri non ha fatto niente per nascondere la sua irritazione, salutando freddamente Antonio Tajani al suo arrivo ai Med Dialogues. Con il ministro degli Esteri e con l’altro vice premier Matteo Salvini, hanno spiegato fonti governative, nelle ultime ore ci sono stati contatti e a loro Meloni ha ribadito la necessità di evitare nuovi “inciampi”, per non dare l’immagine di un governo diviso.


Un richiamo opportuno, dato che anche oggi la polemica è andata avanti. A riaccenderla le parole di Raffaele Nevi, portavoce azzurro e vice-capogruppo vicario alla Camera, intervistato da Affaritaliani.it. “Non serve una verifica di governo ma si deve tornare a rispettare il programma sottoscritto con gli elettori e fare le cose condivise” per Nevi, secondo cui Salvini “fa un po’ il ‘paraculetto’ e dice che nel programma c’è anche la riduzione della pressione fiscale per difendere l’emendamento bocciato sul canone Rai. Ma quella mancetta di 0,50 euro a cittadino che avremmo regalato anche ai super-ricchi sarebbe costata 450 milioni di euro agli altri contribuenti”. Parole che, come era prevedibile, hannp fatto andare su tutte le furie i leghisti, costringendo Nevi a scusarsi e a giustificarsi dicendo che è stato “completamente travisato il mio pensiero ed estrapolato ad arte”. Alla fine, in serata, è stato proprio Salvini in versione ‘zen’ a chiudere la questione con Nevi: “Io paraculetto? Peace and love”. Almeno fino al prossimo ‘incidente’. Magari già venerdì, quando in Consiglio dei ministri tornerà il decreto giustizia, rinviato lunedì scorso per la simultanea (e ‘sospetta’) assenza di tutti i ministri di Forza Italia.

Sciopero, Salvini: orgoglioso di garantire una giornata serena

Sciopero, Salvini: orgoglioso di garantire una giornata serenaRoma, 28 nov. (askanews) – “Sono orgoglioso di aver garantito una giornata serena a milioni di italiani”. Lo ha detto Matteo Salvini parlando alla presentazione del libro di Bruno Vespa “Hitler e Mussolini”, al Tempio di Adriano a Roma, della decisione di precettare i trasporti in vista dello sciopero generale di domani.


“Il diritto allo sciopero – ha ribadito – è sacrosanto, così come lo è il diritto allo studio, alla salute e alla mobilità. In due anni sono stati effettuati 949 scioperi, più di uno al giorno, quindi il governo sta garantendo il diritto allo sciopero in maniera ampia rispetto ai precedenti governi. La commissione di garanzia ha chiesto impegno, sacrificio, buonsenso e di limitarlo a 4 ore nell’ambito dei trasporti. È stata apostrofata di salvinismo anche la commissione di garanzia che io non conosco. I sindacati hanno detto noi tiriamo dritto e col mio intervento, rafforzato dal Tar che ha bocciato la richiesta sospensiva di alcuni sindacati, domani milioni di italiani potranno andarsi a curare, a prendere la metropolitana ecc.”.

Salone Mobile: nel 2024 generati 275 mln euro (+13,7%) di indotto

Salone Mobile: nel 2024 generati 275 mln euro (+13,7%) di indottoMilano, 28 nov. (askanews) – Durante la settimana del design 2024, la stima dell’indotto generato da Salone del Mobile è di circa 275 milioni di euro (+13,7% sul 2023 pari a 241,7 milioni di euro). La media della spesa giornaliera pro-capite risulta pari a 273,9 euro (+10,1% vs 2023), così ripartita: 121,4 euro per i servizi ricettivi (+10,6% vs 2023), 85,9 euro per la ristorazione (+10,1% vs 2023) e 66,6 euro per lo shopping (+9,2%vs 2023).


A misurare l’impatto del Salone del Mobile è (Eco) Sistema Design Milano, il primo studio ideato e promosso dal Salone del mobile, con la supervisione scientifica del Politecnico di Milano per conoscere, per la prima volta su base dati, dimensioni e dinamiche dell’”evento” internazionale, che ogni anno, ad aprile trasforma Milano nella capitale del design. Sul fronte dell’ospitalità quest’anno in città nella settimana del design si sono registrati 782.657 arrivi e partenze a Malpensa/Linate (+12% vs 2023). Per quanto riguarda le geografie delle rotte, si stima che i Paesi europei costituiscono più del 54% di arrivi/partenze (+18% rispetto a 2023), le destinazioni italiane oltre il 24%, mentre il restante 22% è rappresentato dalle rotte extraeuropee. Dato in linea con i numeri dell’edizione 2024 del Salone.


Tra il 15 e il 21 aprile, nelle strutture ricettive di Milano sono state registrate 126.946 persone (+6,7% rispetto al 2023), di cui 26,039 italiane (-16,7% vs 2023) e 100.907 straniere (+15% vs 2023). In crescita anche il numero di presenze: in città, sono aumentate del 21,8% dal 15 al 21 aprile, in provincia del 19,9%, in linea con le percentuali di crescita del pubblico del Salone. Attraverso la misurazione della variazione del valore medio settimanale del numero di utenze registrate su rete Vodafone a Milano all’interno delle aree cittadine ed extra-cittadine, si sono registrati picchi significativi relativi ai flussi in transito, corrispondenti ai giorni della manifestazione, nelle seguenti aree: Brera/Moscova/Sempione (232.485; +71,9%), Tortona/Savona (75.555; +47,4%), Duomo/San Babila/Missori (397.664; +44,4%).


In crescita del 10,6% anche gli accessi alla metropolitana: la media giornaliera (su base settimanale) di accessi alla metrostrati durante la settimana del Salone 2024 è pari a 1.260.428 ingressi, contro gli 1.139.614 di un anno prima. Il bike sharing ha registrato 24.250 noleggi con un aumento del 25,4% rispetto all’edizione 2023. Diminuiscono, sempre nel 2024, il noleggio di monopattini (-4,3%) e di auto e scooter (-24,4% e -59,7%). “Questo è il primo rapporto che realizziamo – ha detto la presidente del Salone del Mobile, Maria Porro in occasione della presentazione al Teatro Grassi a Milano – l’idea è che si trasformi nel tempo in un osservatorio, creando una base dati per far evolvere il progetto”. “La sfida principale, da affrontare con la città, in tutte le sue istanze – ha proseguito Porro – è mantenere saldo il potere attrattivo dell’evento, mantenendo alta la qualità dell’offerta e, nello stesso tempo, risolvendo quelle criticità latenti che caratterizzano gli eventi di questa portata. Il Salone dopo la pandemia ha affrontato più di una sfida: la più importante, dopo il lento ritorno alla normalità”, è stata la spinta ai processi di internazionalizzazione, che ci impegna 365 giorni l’anno. Il risultato l’abbiamo visto ad aprile”.


“L’appuntamento con il Salone del Mobile rappresenta l’apice di un percorso che, ogni anno, le aziende del legno-arredo intraprendono, per mantenere la leadership riconosciuta loro a livello mondiale. Per il nostro tessuto industriale, composto da una molteplicità di imprese anche di piccole e piccolissime dimensioni, la partecipazione al Salone del Mobile ha un valore strategico ineguagliabile – afferma Claudio Feltrin, Presidente di FederlegnoArredo – Il forte legame con la città di Milano è una delle caratteristiche che hanno fatto grande il Salone del Mobile nel mondo. E questa capacità di integrare il business fieristico con eventi culturali ha fatto scuola, anche grazie a una città aperta e capace di valorizzare le sue eccellenze”.

Il Libano denuncia plurime violazioni del cessate-il-fuoco da parte di Israele

Il Libano denuncia plurime violazioni del cessate-il-fuoco da parte di IsraeleRoma, 28 nov. (askanews) – Come fatto oggi da Israele, anche l’esercito libanese ha denunciato plurime violazioni del cessate-il-fuoco con il Libano ieri e oggi. “Il 27 e 28 novembre, dopo l’annuncio dell’accordo di cessate il fuoco, il nemico israeliano ha violato più volte l’accordo entrando nello spazio aereo e colpendo il territorio libanese con diverse armi”, ha dichiarato l’esercito in un comunicato.


Anche le forze armate israeliane hanno denunciato una violazione del cessate il fuoco in Libano, con la presenza di forze sospette in diverse zone del sud del Paese: è quanto riporta il quotidiano britannico The Guardian. Il cessate il fuoco è entrato in vigore mercoledì mattina; l’accordo prevede però la possibilità per Israele di riprendere le operazioni in caso di attacchi da parte delle milizie sciite di Hezbollah.Queste ultime da parte loro hanno ribadito che le loro forze rimangono “completamente equipaggiate” e sorveglieranno il ritiro israeliano dal Libano “con il dito sul grilletto”.

Caso Resinovich, il marito: Liliana non si è tolta la vita

Caso Resinovich, il marito: Liliana non si è tolta la vitaRoma, 28 nov. (askanews) – “Ci sono risposte che non verranno mai fuori. Non credo che Liliana sia uscita di casa per andare a suicidarsi. Non so cosa possa essere successo. Ci sono tutta una serie di incongruenze: il cibo che ha mangiato, i peli, la ricrescita che vanno in conflitto sia in una parte che nell’altra. Questo è un dilemma di cui spero di avere delle risposte. Questa è la chiave di tutto”. Così ha dichiarato Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, la donna scomparsa da Trieste il 14 dicembre 2021 e rivenuta senza vita in un boschetto, non distante dalla sua abitazione poco più di 20 giorni dopo, il 5 gennaio 2022. L’uomo è stato ospite alla trasmissione Ore 14 di Milo Infante, in diretta su Rai 2.


“Avevamo dei progetti – continua- sono stati sentiti questi nostri amici del Brasile. Noi in febbraio dovevamo andare in Brasile, avevamo già parlato con l’agenzia. Io non riesco a capire come mai Liliana tutto a un colpo, avrà preso.. non lo so, bisogna vedere tantissime cose. Tutte queste storie, guardiamo piuttosto chi è andato in Questura a dire ‘andate a cercare là il corpo di Liliana’. Non mi do pace. Non ho mai creduto nemmeno all’allontanamento volontario di mia moglie, lì deve essere successo qualcosa. Secondo me quella telefonata di sedici minuti fatta il giorno 13, è lì la chiave di tutto”, conclude.

Coop agroalimentari: sì a vini dealcolati ma con paletti precisi

Coop agroalimentari: sì a vini dealcolati ma con paletti precisiMilano, 28 nov. (askanews) – “Apprezziamo l’impegno del ministro Francesco Lollobrigida, così come il lavoro svolto dagli uffici ministeriali preposti, nel voler arrivare alla definizione del decreto che regolamenta la produzione dei vini dealcolati anche in Italia già entro la fine del 2024. Un segmento di mercato ancora di nicchia ma che sta vivendo, nel nostro Paese così come nel resto del mondo, un trend di crescita rilevante”. È questo il commento delle organizzazioni Agci Agrital, Confcooperative FedagriPesca e Legacoop Agroalimentare componenti l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari che sono intervenute alla riunione alla presenza del ministro Lollobrigida e dei presidenti delle organizzazioni della filiera vitivinicola in cui è stata presentata la proposta di decreto.


“È importante offrire al sistema vino nazionale parità di condizioni operative che consentano anche alle nostre Cantine di esplorare nuove opportunità e di poter essere competitive anche in questo nuovo segmento di mercato, al pari di altri Paesi competitor europei” continuano le centrali cooperative, aggiungendo che “con la pubblicazione di tale decreto sui vini dealcolati, si gettano le basi per esplorare nuovi ambiti commerciali in cui, ci auguriamo, anche le Cantine cooperative e le distillerie italiane potranno essere protagoniste, con ricadute positive sui soci viticoltori e su tutto il comparto in generale”.

Putin: non permetteremo che Kiev abbia armi nucleari. Trump politico intelligente, può trovare soluzioni

Putin: non permetteremo che Kiev abbia armi nucleari. Trump politico intelligente, può trovare soluzioniRoma, 28 nov. (askanews) – La Russia non permetterà a Kiev di ottenere armi nucleari. Lo ha dichiarato oggi il presidente russo Vladimir Putin, durante una conferenza stampa ad Astana, seguita al Consiglio per la Sicurezza collettiva del Csto (Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva).


“Se il paese con cui stiamo effettivamente combattendo ora diventasse una potenza nucleare, cosa dovremmo fare? In tal caso, accetteremo e utilizzeremo tutto, voglio sottolinearlo, ovvero tutti i mezzi di distruzione a disposizione della Russia, tutto. Non permetteremo che ciò accada… Monitoreremo ogni loro mossa” ha detto Putin ai giornalisti. Un trasferimento all’Ucraina di armi nucleari, ciò “significherebbe una violazione di tutti gli obblighi assunti nel campo della non proliferazione delle armi di distruzione di massa”. E ha aggiunto: “Non permetteremo che ciò accada all’Ucraina”. Il presidente russo Vladimir Putin ha inoltre dichiarato che il mondo scoprirà “a tempo debito” se la Russia sta testando nuovi tipi di armi. “Non possiamo dirvi tutto. Abbiamo parlato dell’Oreshnik solo dopo il suo test, ma abbiamo aspettato fino al momento in cui abbiamo condotto questo test e, di fatto, abbiamo visto il risultato” ha detto Putin, secondo quanto riportano i media russi.


Comunque, ha aggiunto Putin, Donald Trump è un politico “intelligente e di esperienza, capace di trovare soluzioni”. “Siamo disposti al dialogo con gli Stati Uniti, compresa l’Amministrazione subentrante” ha continuato Putin che ha definito “ripugnanti” le minacce ricevute da Trump nel corso della campagna elettorale: “Ciò che mi ha sorpreso di più non è stato solo l’uso di mezzi del tutto incivili contro Trump, fino ad arrivare ai tentativi di omicidio, e non solo una volta: tra l’altro, secondo me, non è ancora al sicuro”, ha concluso.

Cina dispiega navi e aerei nel Mar cinese meridionale

Cina dispiega navi e aerei nel Mar cinese meridionaleRoma, 28 nov. (askanews) – Il Comando di teatro meridionale dell’Esercito popolare di liberazione cinese ha annunciato oggi di aver organizzato pattugliamenti di prontezza al combattimento con forze navali e aeree nelle acque territoriali e nello spazio aereo dell’Isola di Huangyan (Secche di Scarborough), nel Mar cinese meridionale.


Questi pattugliamenti “mirano a salvaguardare con determinazione la sovranità e la sicurezza nazionale, mantenendo la pace e la stabilità nella regione del Mar cinese meridionale”, si legge nella dichiarazione. La Cina rivendica qualcosa come l’80% di questa area dell’Oceano Pacifico. Negli ultimi mesi, particolarmente intense sono le frizioni con le Filippine.