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Tag: Sanremo 2023

Expo 2030, Gualtieri: brutta sconfitta per Roma, siamo amareggiati

Expo 2030, Gualtieri: brutta sconfitta per Roma, siamo amareggiatiRoma, 28 nov. (askanews) – “È stata una brutta sconfitta, Riad ha dilagato oltre ogni previsione, ha vinto al primo turno esprimendo una forza che avevamo visto nel corso della campagna, anche economica che ha reso questa edizione del tutto particolare”. Così il sindaco di Roma Roberto Gualtieri a margine dell’Assemblea del Bie che ha incoronato Riad come ospite dell’Expo 2030.

“Siamo amareggiati – ha ammesso il sindaco – ma i rapporti di forza anche economici che sono stati espressi, come avevamo denunciato, ci hanno portato a un voto nettissimo, una vittoria schiacciante di Riad”. Segue

Premierato, cosa pensa il presidente emerito della Consulta Gustavo Zagrebelsky

Premierato, cosa pensa il presidente emerito della Consulta Gustavo ZagrebelskyRoma, 28 nov. (askanews) – Con il ddl di riforma del governo “non c’è un adeguamento ma un rovesciamento” della Costituzione “perché nasce all’insegna della democrazia decidente”, lo ha detto il presidente emerito della Consulta, Gustavo Zagrebelsky, nel corso delle audizioni sulle riforme costituzionali in commissione al Senato.

“Questo – ha aggiunto – è un modello ma a questo modello si oppone un altro modello di democrazia che è la democrazia deliberante: decidere e deliberare sono due cose diverse. La nostra attuale Costituzione si ispira alla democrazia deliberante”. “Bisogna essere molto cauti nel prendere queste decisioni”, mette in guardia il presidente emerito della Corte anche perché “se c’è un campo in cui vale l’eterogenesi dei fini è proprio quello della politica e delle sue forme”.

Nel dettaglio, con la soglia al 55% “che potrebbe essere frutto di una ridotta maggioranza relativa, chi vince le elezioni potrebbe eleggere il suo presidente della Repubblica. Ragione per la quale le discussioni su come cambierebbe il ruolo del capo dello Stato sarebbero superate dal fatto che la maggioranza potrebbe eleggere il suo presidente della Repubblica” ha sottolineato Zagrebelsky. Mentre “il vincolo al programma precedente” per l’eventuale secondo premier “è qualcosa di contraddittorio, se cambia il titolare si sceglie un altro per proseguire nel medesimo indirizzo politico. E’ stato previsto per dare spazio a dinamiche di potere nella compagine governativa, per dare la possibilità al leader numero due di prendere il posto del leader numero uno”.

Inoltre, “con l’abolizione dei senatori a vita si fa una scelta di fondo a favore del principio di elettività” ma il problema è che con la norma transitoria si dice che quelli esistenti “restano in carica fino a quando saranno in vita” quindi “queste cinque persone si troveranno a occupare un seggio in Parlamento quando loro non dovrebbero più esserci, rimarranno in carica fino a quando resteranno in vita a dispetto delle maggioranze che si saranno formate, saranno ospiti non graditi, non saranno senatori a vita ma senatori a morte”.

Sprechi, non solo nel cibo. Eliminarli aumenta i ricavi del 30%

Sprechi, non solo nel cibo. Eliminarli aumenta i ricavi del 30%Roma, 28 nov. (askanews) – Buttare il pane è da sempre atto sacrilego. Uno degli sprechi peggiori secondo la tradizione. Quante volte le nostre mamme ci hanno rimproverato e quante volte hanno provato a riciclarlo nella cucina degli avanzi? Far finire il cibo nella spazzatura è l’esempio più lampante di come si possano buttare via, con un semplice gesto, i propri soldi. Ma gli sprechi si annidano ovunque, anche e soprattutto, nel settore produttivo: “Gli ingegneri della Toyota hanno individuato -spiega Serena Marcantoni, responsabile Organizzazione e Processi della SharkNet Company – sei elementi su cui si può lavorare per rendere la propria attività maggiormente performante, aumentando i ricavi anche del 30%. Un vademecum che, grazie all’esperienza imprenditoriale accumulata, inizia con il problema della sovraproduzione. Se un’attività commerciale, qualunque essa sia, produce più di quello che riuscirà a vendere, avrà in magazzino dei pezzi invenduti. Questi pezzi invenduti saranno considerati come rimanenze di magazzino. Non solo saranno considerati come spreco, ma peseranno sul bilancio come denaro congelato. Inoltre, dove saranno posizionati questi pezzi invenduti? Molto probabilmente diventeranno obsoleti e occuperanno spazio che poteva essere occupato da prodotti più spendibili sul mercato. Una situazione ingarbugliata dalla quale si può uscire in un solo modo: produrre, organizzando la propria catena di produzione coordinata con il proprio software gestionale, nel momento in cui si riceve l’ordine del cliente”.

Il vademecum nasce dall’esperienza dell’azienda che, dalla provincia di Roma, esporta in oltre 50 paesi nel mondo. Movimenti e attese inutili sono altri elementi da considerare, ma le scorte in magazzino rappresentano di certo un problema decisamente più rilevante: “Faccio un esempio -dice ancora la Marcantoni – un responsabile di un’azienda di packaging contatta il suo equivalente di una impresa che utilizza scatole rifinite per imballare e spedire i propri prodotti e gli prospetta un’offerta che sembra economicamente vantaggiosa, in cambio, però, di un ordine cospicuo. Ma è davvero un affare? No, a ben vedere: dove metto la merce in più acquistata? Cosa succede se un imprevisto rovina l’ordine, proprio a causa del mal posizionamento delle scatole ricevute? Direbbero i saggi: non è tutto oro quello che luccica. Anche qui esiste un solo rimedio: ordinare esclusivamente ciò che occorre, basandosi sui numeri di vendita, in base alla precisa domanda che arriva dal cliente”. Altro elemento: la perdita di processo che si verifica quando, in una catena di produzione, un pezzo esce fallato o non è conforme con la qualità inizialmente impostata dall’azienda produttrice: “In questo caso una delle tecniche che possiamo mettere in atto è il cosiddetto POKA YOKE, sottolinea la responsabile della SharkNet Company. “Nell’applicare questa tecnica si guiderà l’operatore a percorrere esclusivamente la via corretta nello svolgere l’attività di riferimento all’interno della catena produttiva. Anche in questo caso, serve un esempio: tempo fa, una volta ritirato il denaro presso le casse automatiche bancarie, alcune persone dimenticavano di riprendere il proprio bancomat. Analizzata questa problematica si decise di imporre una regola generale per tutte le casse automatiche: avrebbero prima restituito la carta e solo successivamente la cassa automatica avrebbe erogato i soldi richiesti. In questo modo, il problema è stato definitivamente risolto. Grazie appunto al metodo del POKA YOKE”.

Sesto e ultimo elemento: il trasporto: “Quando analizziamo questa attività -conclude Serena Marcantoni – dobbiamo focalizzarci su tutti quei pezzi che l’operatore dovrà trasportare dal punto A al punto B. Quanto misura questa distanza? Pensiamo per esempio a un’attività commerciale con più sedi. In questo caso sarà fondamentale organizzare al meglio la catena di produzione includendo ovviamente il materiale che occorre per la produzione del prodotto stesso. Se il fulcro della mia catena di produzione è all’interno della sede A e avrò sistemato il materiale per produrre nella sede B (per questione di spazio) molto probabilmente dovrò considerare un trasporto costante con un mezzo dalla sede B alla sede A. In questo caso possiamo disegnate una VSM (value stream mapping) e analizzare, di conseguenza, quanti trasporti si faranno, quanti mezzi utilizzati, il costo del carburante e tutte le attività annesse. Una volta che ho messo nero su bianco queste informazioni, sempre insieme alla mia squadra di lavoro e mediante tecniche della produzione snella, andrò a capire dove intervenire per eliminare o quanto meno ridurre questo spreco registrato. Se non riusciamo a eliminare definitivamente il problema ma comunque riusciamo a ridurlo, sarà in ogni caso un successo! Nel tempo, infatti, applicando ripetutamente queste tecniche, anche e soprattutto allo stesso processo che presenta problemi, riusciremo costantemente a migliorare il processo stesso”. Spesso, quindi, la soluzione per chi fa impresa è molto più semplice di quanto si possa pensare e bastano poche regole per rendere la propria attività più performante.

Just Eat, Contini: l’Italia è un Paese per il food delivery ma è in ritardo

Just Eat, Contini: l’Italia è un Paese per il food delivery ma è in ritardoMilano, 28 nov. (askanews) – “L’Italia è sicuramente un Paese per il food delivery: un mercato ancora con un grande potenziale da esprimere”. A parlare è Daniele Contini, country manager di Just Eat Italia, uno degli operatori per la consegna di cibo e piatti pronti a domicilio presenti nel nostro Paese. Un mercato che ha visto uscite importanti nell’ultimo anno, come testimoniano i casi di UberEats, Gorillas e Getir, ma che, a detta di chi lo osserva dall’interno, non è destinato a sgonfiarsi, dopo il boom degli anni del Covid.

Certo, Contini non nega che “dal punto di vista dei volumi l’Italia è in ritardo rispetto ad altri Paesi europei: oggi vale 1,8 miliardi, meno della metà di altri Paesi europei. C’è quindi ancora molta strada da fare”. E questa strada passa attraverso due corsie: “Le piattaforme che oggi rappresentano il 95% del mercato dell’online food delivery – ha spiegato – ma passa anche dai ristoratori che vedono nella consegna a domicilio del cibo una leva di crescita. L’asporto, la cucina in sala e la consegna a casa sono modi diversi con cui porto il prodotto alle persone. Il punto è che non posso farlo nello stesso identico modo: il piatto che porto in tavola al ristorante magari non è lo stesso che consegno a casa. Serve una materia prima diversa, un pack diverso”. Gli esempi di insegne della ristorazione che hanno creato prodotti specifici per il delivery “sono tanti ma anche qui c’è ancora molto da fare”. Guardando alle prospettive future, prima di tutto auspica che “ci sia un’armonizzazione normativa. Oggi ci sono ancora molto operatori e una situazione normativa che permette di operare in modo diverso rispetto all’inquadramento dei rider: questa cosa va messa a posto e spero avvenga nel 2024. Noi ci siamo mossi in anticipo”.

Dal punto di vista economico, invece, ritiene che le prospettive siano migliori del previsto: dopo la pandemia “il mercato ha tenuto con una crescita del 3% anno su anno che è positiva considerato che veniamo da anni con una crescita superiore al 50% – ha osservato – ci aspettavamo un decremento ma in realtà il mercato tiene, è sicuramente una fase di consolidamento da cui ripartire. Questo vuol dire che le persone non hanno smesso di ordinare a domicilio. Il Covid è stato un acceleratore che ha creato nuove occasioni di consumo che le persone stanno mantenendo. Ma ha creato opportunità anche per piattaforme e ristoratori”. Non esclude, in realtà, “un ulteriore consolidamento del mercato: se guardo ai mercati più maturi il numero di piattaforme tende a ridursi un po’. Non ne resterà solo una ma è probabile un ulteriore consolidamento”. I driver di crescita saranno le nuove categorie di servizio. “Come a Just Eat stiamo aprendo categorie nuove in due sensi: uno creando nuove occasioni di consumo oltre il pranzo e la cena, penso a colazione, merenda, gelato – ci ha detto – l’altra e la possibilità di avere nuove categorie come la spesa a domicilio. In altri mercati abbiamo la consegna di elettronica, in Italia da poco abbiamo i fiori. Noi qui per la spesa avevamo un accordo con Getir che purtroppo ha chiuso ma abbiamo diversi partner a livello locale”. Su quest’ultimo punto rispetto alla grande distribuzione “noi facciamo una consegna tipicamente di dimensioni più ridotte e più veloce. È una spesa più istantanea, con poche referenze che mi servono magari su base quotidiana per rifornirmi di alcuni prodotti”.

Guardando proprio ai nuovi trend che si vanno delineando nel mercato dell’online food delivery, Just Eat ha individuato quattro tendenze nella sua Mappa aggiornata del cibo a domicilio in Italia: mood food, cibo che offre una esperienza di benessere emotivo, zero heroes, per l’aspetto sostenibile del food delivery, fusion of cultures, cibo che unisce sapori da tutto il mondo e infine taste makers, il cibo nell’era dei social media. “Questi quattro food trend sono legati al consumo del cibo, all’esperienza del cibo che dà piacere anche per le emozioni che ricorda – ha detto Contini – Il cibo a domicilio non è solo funzionale: ordino perché non ho voglia di cucinare, ma è anche il piacere di andare alla scoperta di determinati sapori, magari quelli di infanzia o piatti esotici legati all’ultimo viaggio”. Il trend legato alla sostenibilità, invece, “per la verità in parte è una conferma: c’è un’attenzione ai prodotti a chilometro zero, sostenibili anche per quanto riguarda il packaging. E c’è anche un’attenzione crescente nell’utilizzo delle piattaforme in particolare rispetto alle condizioni di lavoro dei rider che è visto come un punto di attenzione su cui Just Eat ha investivo. È un trend che sta emergendo, è ancora contenuto però sta venendo a galla”.

Settore viaggi in Italia e overtourism, come affrontare sfida nel 2024

Settore viaggi in Italia e overtourism, come affrontare sfida nel 2024Roma, 28 nov. (askanews) – Nel 2023, il settore dei viaggi in Italia è stato interessato da una marcata ripartenza rispetto al periodo pandemico. Secondo i dati del Ministero del Turismo, nel primo semestre le strutture ricettive italiane hanno assistito a un aumento delle presenze turistiche del 13,3% rispetto al 2022, e fra giugno e agosto si sono registrate sul territorio oltre 100 milioni di presenze straniere.

Pur rappresentando un segnale certamente positivo nel contesto della generale ripresa economica del settore, tale incremento ha messo in luce anche le fragilità del patrimonio nazionale e dei suoi equilibri. Nel corso di questa estate, molti enti territoriali locali hanno denunciato una situazione di overtourism, inteso come il progressivo sovraffollamento turistico a scapito della qualità della vita dei residenti. Per il sistema turismo, garantire le condizioni per una convivenza armoniosa con le comunità costituisce oggi una sfida ineludibile nell’ottica di una sua sostenibilità, per il 2024 e per gli anni successivi. Di questo si è discusso ieri durante il terzo appuntamento con FlixTalk, la serie di incontri con istituzioni, realtà private, ed esperti di mobilità e settori affini, inaugurata da FlixBus ad aprile. Con Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia, erano presenti Martina Rosato, Dirigente dell’Ufficio III della Direzione Generale della Valorizzazione e Promozione Turistica del Ministero del Turismo, Livio Gigliuto, Presidente Esecutivo dell’Istituto Piepoli, e Massimiliano La Rocca, CEO della start-up di viaggi digitali Lucus.

Martina Rosato ha evidenziato gli effetti nocivi di un turismo incontrollato sulla vivibilità dei luoghi, con riferimento soprattutto ai centri storici di città d’arte come Roma, Firenze e Venezia, oggi emblematiche di questo fenomeno. Rosato ha ricordato il ruolo delle istituzioni nella promozione di un’offerta di qualità, capace di limitare l’impatto sul territorio grazie a una gestione ottimale dei flussi. “Abbiamo previsto interventi per 5 milioni per le grandi città penalizzate dal turismo “mordi e fuggi” per contrastare il fenomeno correlato dell’overtourism, nonché i problemi relativi alla scarsa qualità di questo tipo di turismo e all’impatto sulla cittadinanza. L’obiettivo è garantire un graduale defaticamento degli itinerari tradizionali, a fronte di nuovi percorsi che coinvolgano mete alternative e meno note. Il territorio deve poter gestire il fenomeno, e non subirlo, come più volte ribadito dal Ministro: il concetto di sostenibilità, in ultima analisi, riguarda non solo il tema ambientale, ma anche l’impatto economico e sociale, anche sulla cittadinanza”, ha affermato Rosato.

Livio Gigliuto, Presidente Esecutivo dell’Istituto Piepoli, ha affrontato il fenomeno dell’overtourism in una prospettiva più ampia, ricomprendendolo all’interno del quadro generale sullo stato del settore in Italia. Oltre al peso determinante del mercato incoming, Gigliuto ha sottolineato il ruolo giocato dalla destagionalizzazione, nonché del principio di democratizzazione del viaggio, nella lotta all’overtourism. “Gli italiani hanno voglia di vacanza. Già l’estate scorsa ha visto un 10% di viaggiatori in più rispetto a quella del 2022, e, guardando all’anno prossimo, programmano di viaggiare di più nonostante la preoccupazione per la crisi economica. La progressiva destagionalizzazione dei viaggi, spinta anche dalla ricerca di costi più contenuti, può fornire una prima risposta all’overtourism, con la promozione di nuovi aspetti e luoghi”, ha affermato Gigliuto.

La parola è poi passata a Massimiliano La Rocca, CEO di Lucus, che ha sottolineato il ruolo della digitalizzazione nella promozione di luoghi meno conosciuti, al di là degli itinerari di massa. Illuminando destinazioni inedite, l’uso delle nuove tecnologie può rappresentare una leva strategica per la deconcentrazione dei flussi, nella direzione di un turismo più rispettoso e responsabile. “Attraverso le dirette in live streaming dei nostri Local Expert, vogliamo raccontare i territori più diversi mettendone in luce le particolarità e valorizzando anche destinazioni inedite. In questa visione si inserisce il progetto “Borghi Italiani”, lanciato quest’anno in collaborazione con 300 Local Expert e focalizzato sul racconto corale e autentico dei borghi più interessanti d’Italia, allo scopo di far conoscere realtà meno note e non presenti nei principali circuiti turistici, ma di sicuro valore culturale, paesaggistico e architettonico”, ha affermato La Rocca. In questo senso, non meno importante è la disponibilità di un sistema trasporti efficiente. Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia, ha evidenziato come una rete capillare di collegamenti possa rispondere ad alcune delle principali sfide con cui si confronta il settore dei viaggi: la lotta alle emissioni di CO2, rendendo superfluo l’uso dell’auto, e quella all’overtourism, con la creazione di itinerari nuovi. «È necessario ripensare il turismo, incentivando nuove forme di viaggio rispettose dell’ambiente e delle comunità, capaci di tradursi in un indotto per le economie locali. Un’offerta di mobilità collettiva solida e capillare può dare una prima risposta a questa esigenza. Garantendo i collegamenti anche verso città meno note del nostro Paese, al di fuori dalle rotte più battute, vogliamo contribuire non solo ad alleggerire l’impatto del turismo di massa sulle grandi destinazioni, ma anche promuovere presidi di valore inaspettato e soddisfare, così, le esigenze di autenticità dei viaggiatori di oggi», ha affermato Incondi. Nel post-Covid, è il pubblico stesso a rivendicare stili di viaggio più sostenibili: la ricerca di Squadrati. Ripensare la gestione dei flussi turistici non rappresenta solo un atto necessario per tutelare la qualità della vita nelle comunità. Nella fase della ripartenza post-pandemia, infatti, sono anche gli stessi viaggiatori che manifestano in modo sempre più marcato un bisogno di esperienze autentiche e una maggiore esigenza di sostenibilità, in netto contrasto con gli eccessi dell’overtourism. Lo rivela lo studio Cosa ci spinge a viaggiare, svolto per FlixBus dalla società di ricerche Squadrati sui viaggi di Millennials e Generazione Z, che ha profilato un nuovo identikit di viaggiatore più consapevole. Per citare due fra i dati più significativi, il 33% delle persone intervistate ha indicato una preferenza per viaggi “formativi” «per scoprire luoghi e città con gli occhi dell’esploratore, non del turista» (contro il 26% del pre-Covid), e addirittura il 41% ha indicato di voler «vivere un’esperienza di arricchimento, di crescita personale» (contro il 31% del pre-Covid).

Premierato, Zagrebelsky: rovescia sistema da deliberante a decidente

Premierato, Zagrebelsky: rovescia sistema da deliberante a decidenteRoma, 28 nov. (askanews) – Con il ddl di riforma del governo “non c’è un adeguamento ma un rovesciamento” della Costituzione “perché nasce all’insegna della democrazia decidente”. Lo ha detto il presidente emerito della Consulta, Gustavo Zagrebelsky, nel corso delle audizioni sulle riforme costituzionali in commissione al Senato.

“Questo – ha aggiunto – è un modello ma a questo modello si oppone un altro modello di democrazia che è la democrazia deliberante: decidere e deliberare sono due cose diverse. La nostra attuale Costituzione si ispira alla democrazia deliberante”. “Bisogna essere molto cauti nel prendere queste decisioni”, mette in guardia il presidente emerito della Corte anche perché “se c’è un campo in cui vale l’eterogenesi dei fini è proprio quello della politica e delle sue forme”.

Ue, Mattarella: nella politica estera e di sicurezza l’Europa deve parlare con una voce sola

Ue, Mattarella: nella politica estera e di sicurezza l’Europa deve parlare con una voce solaRoma, 28 nov. (askanews) – “Nella politica estera e di sicurezza l’Europa deve parlare con una voce sola”. Sergio Mattarella oggi ha ricevuto al Quirinale il presidente della Repubblica Ceca Petr Pavel in visita in Italia, oltre a sottolineare gli “eccellenti rapporti” tra i due paesi, il colloquio è stata l’occasione per il Presidente della Repubblica per ribadire alcune riflessioni e condividere preoccupazioni sulle prospettive dell’Unione, come quella di rafforzare una politica estera e di sicurezza comune giudicata “ineludibile” per contare di più nello scacchiere internazionale.

Per Mattarella, infatti, “l’Europa è portatrice di pace, di civiltà, di promozione dei diritti, di apertura dei mercati, di cultura ma – di fronte alle epocali sfide mondiali, caratterizzate dalla presenza di grandi soggetti e grandi aggregazioni – ha bisogno di essere più coesa e efficiente”. E qui è l’altro grande scoglio che il capo dello Stato ha più volte indicato: il voto all’unanimità che vincola i 27 in tutte le decisioni più rilevanti: “Occorre superare, almeno per alcuni temi, il voto all’unanimità e passare al voto a maggioranza dei membri” specialmente “in vista di nuovi allargamenti dell’Unione”, altrimenti “si rischia la paralisi decisionale e l’irrilevanza sulla scena mondiale”. All’omologo ceco Mattarella ha parlato anche della necessità di “rafforzare il parlamento europeo, che deve essere la autentica espressione della sovranità dei cittadini, un’istituzione realmente rappresentativa degli europei” e della esigenza di “dotarsi di strumenti di politica finanziaria comuni”.

Tutte queste cessioni di sovranità vengono spesso osteggiate da chi teme di vedere messi in secondo piano le esigenze nazionali ma secondo Mattarella non bisogna “contrapporre sovranità europea e sovranità nazionale”. È questo a suo avviso “un falso dilemma. Esiste infatti una sovranità nazionale di bandiera, che però non incide sui reali problemi e una sovranità condivisa, che rispetta le specificità e le culture dei singoli Paesi, ma che è capace di offrire il proprio contributo sulle grandi questioni internazionali”. Mattarella si è espresso a favore dell’allargamento dell’Unione, l’Italia è sempre stata all’avanguardia su questo dossier, ma ha ammonito: “Il processo di integrazione di Ucraina, Moldavia e Georgia al quale l’Italia guarda con favore, non deve però mettere in secondo piano il processo di allargamento ai Paesi dei Balcani occidentali, che in questi ultimi tempi hanno fatto grandi sforzi per entrare nell’unione e le cui legittime aspirazioni non vanno deluse”.

Infine sull’Ucraina il Presidente della Repubblica ha voluto chiarire che “la piena e totale solidarietà a Zelensky e al popolo ucraino” che da parte del nostro paese non è mai mancata “non esclude la ricerca di vie di dialogo e di pace. Una pace, – ha concluso – le cui condizioni devono essere ovviamente condivise innanzitutto dall’Ucraina”.

Expo 2030, Bellanova(Iv): non bel segnale, governo non ci credeva

Expo 2030, Bellanova(Iv): non bel segnale, governo non ci credevaMilano, 28 nov. (askanews) – “Non siamo in grado di fare alleanze in Italia e a fare sistema all’estero”. Così a Skytg24 economia la dirigente di Italia Viva Teresa Bellanova a proposito della mancata assegnazione a Roma di Expo 2030. “La qualità della politica si dovrebbe misurare in queste occasioni, nella capacità di fare sintesi e di lavorare tutti nella stessa direzione. A Parigi c’era una presenza risicata, il governo non era con i suoi massimi esponenti, e questo vuol dire che non ci si credeva fino in fondo. Non è un bel segnale dal punto di vista del prestigio” ha aggiunto.

Expo 2030, Conte: peccato per il Paese e per la nostra Capitale

Expo 2030, Conte: peccato per il Paese e per la nostra CapitaleRoma, 28 nov. (askanews) – “Dispiace perché Expo sarebbe stato importante per il sistema Paese, purtroppo non siamo riusciti a farci valere e addirittura siamo sfilati al terzo posto. Questo è un peccato per il Paese e per la nostra Capitale”. Lo ha detto il presidente del M5s Giuseppe Conte commentando a caldo, nel corso del convegno “Rivoluzione Ecodigital, libertà energetica e giustizia climatica” a Palazzo Giustiniani, la notizia dell’assegnaizone di Expo 2030 a Riad.

“Forse, dal punto di vista politico – ha aggiunto Conte -, bisogna anche iniziare a pensare, al di là di questa esperienza che ci lascia l’amaro e il rammarico e ce lo lascerà per un po’ di tempo, che Roma è la Capitale d’Italia, è un patrimonio per tutti e probabilmente anche il quadro” attuale, “regolatorio, di tutela, di protezione di Roma non è sufficiente per valorizzarla appieno e questo deve essere un tema che deve riguardare tutte le forze politiche. Dobbiamo creare un regime speciale per Roma che le consenta di svolgere le funzioni di capitale d’Italia”.

Dl energia,Conte: governo afono in Ue su proroga mercato tutelato

Dl energia,Conte: governo afono in Ue su proroga mercato tutelatoRoma, 28 nov. (askanews) – Lo “stop al mercato tutelato va perseguito ma non è un particolare da poco il fatto che si è passati da una pandemia sanitaria a una pandemia energetica, che si cono due conflitti che impattano profondamente sul prezzo dell’energia. Con il caro inflazione e il caro mutui, oggi rischiamo di fare gravare anche un caro bollette sulle famiglie, un governo che ha a cuore le famiglie italiane doveva farsi sentire in Europa, non doveva restare afono anche in questo versante e doveva negoziare un differimento, una proroga” del mercato tutelato. Lo ha detto il presidente del M5s Giuseppe Conte nel corso del suo intervento al convegno “Rivoluzione Ecodigital, libertà energetica e giustizia climatica” a Palazzo Giustiniani.