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Tag: Sanremo 2023

Tajani:Stato salute export italiano positivo, puntare nuovi mercati

Tajani:Stato salute export italiano positivo, puntare nuovi mercatiMilano, 13 apr. (askanews) – “Stato di salute dell’export italiano è positivo”. Lo ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani da Osaka in collegamento con la trasmissione Agorà. “Abbiamo esportato beni per 623 miliardi e mezzo. L’obiettivo è esportare 700 miliardi entro la fine di questa legislatura”, ha aggiunto, invitando a guardare a nuovi mercati.


“Soltanto la Repubblica popolare cinese ha più prodotti” ha specificato. “Vinciamo le partite perchè abbiamo una straordinaria qualità. L’acquirente paga anche un po’ di più pur di avere il prodotto italiano”, ha aggiunto.

M.O., ospedale arabo Ahli di Gaza è stato colpito da due razzi

M.O., ospedale arabo Ahli di Gaza è stato colpito da due razziMilano, 13 apr. (askanews) – Secondo le agenzie internazionali, l’ospedale arabo Ahli di Gaza è stato colpito da due razzi israeliani. Citano il personale sanitario dell’ospedale, il quale afferma che, tra le altre cose, il pronto soccorso è stato distrutto.


Secondo quanto riferito, i pazienti sono stati evacuati dall’ospedale dopo che le forze israeliane li hanno informati di un attacco imminente. Secondo la Difesa civile di Gaza, non sono stati segnalati decessi. Le Forze di difesa israeliane non hanno commentato l’attacco.

Calcio, la classifica di serie A: Inter a +6 sul Napoli

Calcio, la classifica di serie A: Inter a +6 sul NapoliRoma, 12 apr. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Inter-Cagliari 3-1


31esima giornata Udinese-Milan 0-4; Venezia-Monza 1-0, Inter-Cagliari 3-1, ore 20.45 Juventus-Lecce, Domenica 13 aprile ore 12.30 Atalanta-Bologna, ore 15 Fiorentina-Parma, Hellas Verona-Genoa, ore 18 Como-Torino, ore 20,45 Lazio-Roma, lunedì 14 aprile ore 20.45 Napoli-Empoli. Classifica: Inter 71, Napoli 65, Atalanta 58, Bologna 57, Juventus 56, Lazio 55, Roma 53, Fiorentina 52, Milan 51, Udinese, Torino 40, Genoa 38, Como 33, Verona 31, Cagliari 30, Parma 27, Lecce 26, Empoli, Venezia 24, Monza 15.


33esima giornata sabato 19 aprile ore 15 Lecce-Como, ore 18 Monza-Napoli, ore 20.45 Roma-Verona; domenica 20 aprile ore 15 Empoli-Venezia, ore 18 Bologna-Inter, ore 20.45 Milan-Atalanta, lunedì 21 aprile ore 12.30 Torino-Udinese, ore 15 Cagliari-Fiorentina, ore 18 Genoa-Lazio, ore 20.45 Parma-Juventus.

Unione camere penali contro dl Sicurezza: 3 giorni astensione a maggio

Unione camere penali contro dl Sicurezza: 3 giorni astensione a maggioRoma, 12 apr. (askanews) – Il decreto legge Sicurezza è “inutile introduzione di nuove ipotesi di reato, molteplici sproporzionati e ingiustificati aumenti di pena, introduzione di aggravanti prive di alcun fondamento razionale, sostanziale criminalizzazione della marginalità e del dissenso, introduzione di nuove ostatività per l’applicazione di misure alternative alla detenzione, consequenziale aumento della popolazione carceraria, ulteriore aggravio del fenomeno del sovraffollamento, insufficienza degli interventi per ridurre sia il sovraffollamento carcerario in crescita progressiva sia il tragico fenomeno dei suicidi in carcere che ha raggiunto il numero record nel 2024”. Lo afferma l’Unione Camere penali in una nota dove annuncia la deliberazione dell’astensione dalle udienze e da tutte le attività giudiziarie per i giorni 5, 6 e 7 maggio 2025.

Commissione Ue pronta a sanzionare Apple e Meta (ma con multe simboliche)

Commissione Ue pronta a sanzionare Apple e Meta (ma con multe simboliche)Roma, 12 apr. (askanews) – Apple e Meta e saranno sanzionati dalla Commissione europea la settimana prossima perché non rispettano alcuni degli obblighi che hanno come “gatekeeper”, ovvero come detentori, attraverso i propri software e dispositivi elettronici, del punto d’ingresso dei servizi del mercato digitale dell’Ue, ai sensi del regolamento Dma (“Digital Markets Act”).


Lo si apprende a Bruxelles, dove la decisione finale che infliggerà delle multe alle due Big Tech americane è data per “imminente”. Le multe, tuttavia, saranno “modeste”, molto lontane dalla soglia massima del 10% del fatturato mondiale delle società, prevista dal regolamento Dma. Questo perché le sanzioni, in questo caso, non sono punitive, ma hanno il fine ultimo di convincere le piattaforme ad adeguarsi e ottemperare alle regole Ue. Secondo le conclusioni preliminari della Commissione nell’indagine su Apple, pubblicate lo scorso 19 marzo, “alcune caratteristiche e funzionalità di Google Search riservano un trattamento più favorevole ai servizi di Alphabet (la società madre di Apple, ndr) rispetto a servizi concorrenti e così facendo non garantiscono il trattamento trasparente, equo e non discriminatorio dei servizi di terzi richiesto dal regolamento”. Inoltre, “il mercato online di applicazioni Google Play non è conforme al regolamento, in quanto agli sviluppatori di app è impedito di orientare liberamente i consumatori verso altri canali per offerte migliori”.


In sostanza, Apple fa un uso monopolistico del suo app store, riservando ai propri servizi un trattamento preferenziale nei risultati delle ricerche da parte degli utenti (auto-preferenza), e impedendo agli sviluppatori esterni (a meno che non paghino una commissione giudicata eccessiva dalla Commissione), di inserire le proprie applicazioni nella lista di quelle che possono essere scaricate. Lo sviluppatore esterno, così, non può entrare in contatto diretto con gli utenti online. L’inchiesta della Commissione era cominciata il 25 marzo 2024, un anno e mezzo dopo l’approvazione del regolamento Dma, che aveva designato sei “gatekeeper” (Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft) piattaforme digitali di grandi dimensioni che offrono una serie di servizi digitali essenziali, quali motori di ricerca online, app store e servizi di messaggistica. I “gatekeeper” sono tenuti a rispettare una serie di obblighi, tra qui quello di non discriminare gli utenti commerciali impedendo loro di offrire sulle proprie piattaforme online prodotti o servizi simili o alternativi a quelli già presenti, a prezzi diversi o con condizioni differenti.


Apple ha risposto alle conclusioni preliminari della Commissione, ma l’Esecutivo comunitario non ha giudicato gli impegni presi dalla società soddisfacenti per l’ottemperanza agli obblighi del Dma. Il secondo caso riguarda Meta, e il suo sistema “pay or consent” che viene applicato in modo generalizzato, chiedendo agli utenti di pagare per i servizi offerti o, in alternativa, di accettare la pubblicità online. Se l’utente accetta la seconda alternativa, Meta si appropria di tutti i suoi dati, utilizzandoli per la profilazione pubblicitaria. La Commissione considera che dovrebbe esserci almeno una terza possibilità, al di là di questa scelta rigidamente binaria. Per esempio, l’utente dovrebbe poter indicare uno o più settori d’interesse per i quali accettare la pubblicità, ad esclusione degli altri.


Anche questa indagine era iniziata il 25 marzo dell’anno scorso, e anche qui la società sotto inchiesta ha presentato delle osservazioni e dei rimedi alternativi, che in questo caso la Commissione sta ancora valutando. Ma l’Esecutivo Ue, a quanto si apprende a Bruxelles, comminerà comunque una sanzione simbolica a Meta per la violazione del regolamento Dma nel periodo trascorso fino ad ora. Infine, contemporaneamente alle conclusioni sulle altre due inchieste, la Commissione dovrebbe comunicare anche la chiusura positiva di una terzo caso, riguardante ancora Apple. Si tratta dell’indagine sul “Choice Screen”, ovvero la possibilità per gli utenti di decidere quali applicazioni mettere sullo schermo del proprio dispositivo elettronico, senza imposizioni da parte di Apple. Sempre a quanto si apprende a Bruxelles, in questo caso, la società americana ha risposto ai rilievi della Commissione fornendo un’alternativa giudicata soddisfacente. Ci vorrà ancora un po di tempo, invece, per concludere l’indagine che la Commissione ha in corso, ai sensi dell’altro regolamento del Ue sui servizi digitali (il “Digital Services Act”, Dsa), sulla piattaforma di social media X (ex Twitter), di proprietà di Elon Musk. E’ una vicenda diventata particolarmente delicata dopo l’arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump, grande alleato di Musk, e dopo l’uso spregiudicato e politicamente orientato che il proprietario ha imposto a X, che appare in violazione con il regolamento Dsa riguardo alla sorveglianza delle piattaforme sui post dei social media, sul funzionamento degli algoritmi, sulla manipolazione e la verifica delle informazioni, sui contenuti illegali e sulle interferenze nei processi elettorali. Di Lorenzo Consoli e Alberto Ferrarese

Difesa Ue, le posizioni opposte dei Conservatori di Meloni e del Ppe di Tajani e Weber

Difesa Ue, le posizioni opposte dei Conservatori di Meloni e del Ppe di Tajani e WeberRoma, 12 apr. (askanews) – Nel momento in cui la crisi dei dazi della relazioni transatlantiche, la minaccia Usa di ridurre o ritirare il proprio ombrello difensivo per i paesi europei nella Nato, gli sviluppi della guerra Russa in Ucraina e il ritorno prepotente della logica delle ‘sfere d’influenza’ nella geopolitica mondiale impongono all’Europa di ripensare, rafforzare, riorganizzare e rendere più efficiente la propria difesa, le famiglie politiche europee dei due principali partiti di governo in Italia, Fi e Fdi, divergono in modo clamoroso, con posizioni opposte, proprio sul concetto di difesa comune.


Intervenendo durante un dibattito sulle strategie di politica estera, sicurezza e difesa dell’Unione, tenutosi lunedì primo aprile a Strasburgo, Adam Bielan, coordinatore per gli Affari esteri dell’Ecr, il partito dei Conservatori europei a cui appartiene Fratelli d’Italia, ha parlato in modo inequivocabile contro i piani di abbandono dell’unanimità nella politica estera e di sicurezza dell’Ue e ha respinto l’idea di un’Unione della Difesa, vista come un progetto in concorrenza con la Nato. ‘Vi sono serie preoccupazioni. Ancora una volta, assistiamo a proposte di abbandono dell’unanimità nella politica estera e di difesa. Crediamo fermamente che queste decisioni debbano rimanere nelle mani degli Stati membri sovrani, non essere centralizzate a Bruxelles’, ha detto Bielan. ‘Mettiamo inoltre in guardia – ha aggiunto – contro la spinta verso una vera e propria ‘unione di difesa’ e la vaga promozione dell’autonomia strategica, che rischia di duplicare le strutture della Nato e di allontanarci dal nostro alleato più importante: gli Stati Uniti. La sicurezza europea deve basarsi sulla responsabilità, su una forte cooperazione con la Nato e su una chiara visione strategica’, ha concluso il rappresentante dei Conservatori europei. Posizioni diametralmente opposte a quelle del Ppe, a cui appartiene Forza Italia, e in particolare del presidente del Partito europeo e del gruppo europarlamentare, Manfred Weber. ‘In merito alla difesa – ha detto Weber durante una conferenza stampa a Bruxelles mercoledì 9 aprile -, sostengo pienamente le iniziative del Consiglio europeo avviate da Ursula von der Leyen e dalla Commissione in merito agli 800 miliardi’ che gli Stati membri potranno destinare al riarmo nazionale e alla spesa per la difesa utilizzando la clausola di sospensione del Patto di stabilità e il piano ‘Safe’ da 150 miliardi di euro. ‘Dobbiamo sanare i limiti e gli errori del passato, perché non abbiamo investito abbastanza nell’ultimo decennio nella difesa europea. Ecco perché dobbiamo accelerare immediatamente il pieno sostegno’ all’aumento delle capacità di difesa dei paesi Ue, ha riconosciuto il presidente del Ppe. ‘Ma devo dire – ha avvertito – che in questo momento stiamo perdendo l’opportunità di creare un vero pilastro europeo della difesa’, perché ‘ci stiamo basando esclusivamente sugli investimenti nazionali nell’industria della difesa’. ‘Quando domani – ha osservato Weber – in uno dei nostri paesi dell’Ue, la Romania tra poche settimane o la Francia o altri paesi tra pochi mesi, probabilmente arriverà al potere un leader populista e autoritario, in Francia o altrove, non potrà dire: ‘Ora lascerò immediatamente l’Eurozona o il mercato unico’, perché questo significherebbe un danno economico notevole per i francesi, per i rumeni o per qualsiasi altro europeo’. Negli anni ’90, ha ricordato il presidente del Ppe, ‘Helmuth Kohl e François Mitterrand hanno organizzato l’economia con un mercato unico e con l’euro in modo che non si potesse revocare l’Europa’. Sull’economia, insomma, nei nostri Stati membri ‘non si può far tornare indietro l’Europa, chiunque arrivi’ al potere. ‘Ma sul piano della difesa – ha sottolineato Weber -, un leader populista di destra in Romania, in Germania, in Francia, ovunque, potrebbe dire immediatamente: ‘Non difenderò con le mie truppe la Polonia o la Lituania. Non prendo sul serio la solidarietà in termini militari’. E questo significa che sul piano della difesa non siamo ancora integrati nell’Unione europea, non siamo uniti. Non siamo un blocco attivo di paesi che si difendono a vicenda’. Oggi, ha detto ancora il presidente del Ppe, ‘crediamo fermamente in eserciti nazionali forti: l’esercito spagnolo, l’esercito francese, l’esercito polacco, su questo non c’è dubbio. Ma dobbiamo unire le forze in Europa per ottenere qualcosa che sia anche, alla luce della storia, sostenibile e sostenibile a lungo termine, questo è ciò che intendo, aggiungendo idee che vadano oltre le soluzioni tecniche che abbiamo attualmente sul tavolo’ per il riarmo nazionale degli Stati membri.


Durante un punto stampa a margine della riunione ministeriale della Nato al quartier generale dell’Alleanza a Bruxelles, il 4 aprile, abbiamo chiesto al ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, cosa pensasse delle posizioni dei Conservatori europei contro la difesa comune europea, espresse da Bielan tre giorni prima, e come si concilia questa posizione con quella di Fi nel governo italiano e nei negoziati europei. ‘Intanto – ha risposto Tajani – non si deve conciliare nulla perché si sta parlando ora soltanto di un maggior coordinamento e su quello siamo tutti quanti d’accordo. A lungo termine la nostra visione di Forza Italia è quella di avere una difesa europea, ma è una questione che per essere realizzata richiede decenni di lavoro. Non pensiamo domani di far togliere l’uniforme a tutte le forze armate europee per indossarne un’altra. Adesso bisogna lavorare con il coordinamento, bisogna lavorare a livello industriale, bisogna lavorare sull’armonizzazione, magari per avere dei reparti numerosi di pronto intervento che siano coordinati, e a questo stiamo lavorando’. ‘Poi – ha continuato il leader di Forza Italia -, a lungo termine le visioni possono essere anche diverse: noi siamo federalisti, quindi è ovvio che siamo per una difesa europea. Noi, Forza Italia, crediamo negli Stati Uniti di Europa, siamo un partito europeista, l’abbiamo detto, ripetuto, ribadito, Berlusconi l’ha sempre detto. Ma adesso il primo passo per raggiungere quell’obiettivo è quello di un coordinamento più forte e su questo siamo tutti d’accordo’. Ma non ci vorrebbe, abbiamo chiesto ancora, un’autorità di coordinamento europea, che assicuri una politica industriale armonizzata per la difesa? ‘Adesso, intanto – ha replicato Tajani – il coordinamento deve essere fatto fra gli Stati perché in questo momento le difese dipendono dai vari Stati. E’ giusto avere per la prima volta un commissario europeo alla difesa. Su questo noi abbiamo dato un giudizio positivo, e quindi è un percorso che si sta facendo. Non dobbiamo partire dalla fine del percorso, dobbiamo partire dall’inizio e si sta andando in quella giusta direzione’. ‘Il fatto che si parli insieme di difesa europea – ha rilevato il ministro degli Esteri – è già veramente l’inizio di una azione che deve portare, per quanto mi riguarda, a quello che era il sogno di De Gasperi e che poi è stato il sogno di Berlusconi, ribadito nel suo ultimo intervento. Lui aveva cominciato a parlare anche di coordinamento tra forze armate europee. Questa è la prima tappa e su questo siamo tutti d’accordo’.


‘Poi – ha ammesso Tajani – che ci siano delle differenze fra le forze italiane della maggioranza… Siamo parte di famiglie politiche europee diverse, ma lo siamo dal 1994, cioè da quando è nata la coalizione di centrodestra. La nostra è una coalizione politica, sapendo bene, ognuno di noi, che ci sono delle differenze. Ma c’è un minimo comun denominatore: sulla riforma della giustizia, la riforma del presidenzialismo, l’autonomia purché sia equilibrata, sulla riduzione della pressione fiscale. Ci sono tante azioni su cui noi siamo d’accordo, ma siccome non siamo nello stesso partito abbiamo su alcune questioni idee diverse. Ma questa è anche una ricchezza per il centrodestra. La nostra appartenenza al popolarismo europeo – ha aggiunto il leader di Forza Italia – è chiara. Sui valori noi non facciamo neanche un millimetro di retromarcia’. E a proposito di differenze, in Italia questa settimana è andata in scena una singolare ‘rappresentazione’ parlamentare in cui la maggioranza di centrodestra – per celare le proprie divisioni interne – è riuscita ad approvare una mozione sulla difesa europea senza far minimamente cenno al progetto ReArm Europe Plan/Readiness 2030 della Commissione. Semplicemente, con uno straordinario atto di equilibrismo, la mozione di maggioranza impegna genericamente l’esecutivo ‘a proseguire nell’opera di rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza nazionale al fine di garantire, alla luce delle minacce attuali e nel quadro della discussione in atto in ambito europeo in ordine alla difesa europea, la piena efficacia dello strumento militare’. Il dibattito aveva messo plasticamente in evidenza le differenti anime del centrodestra. Se Forza Italia con Isabella De Monte sottolineava che ‘ci vuole una risposta europea, che deve essere quella dell’incremento della nostra capacità di difenderci’ e Fratelli d’Italia (Giangiacomo Calovini) spiegava che ‘un’Ue che aspira a essere protagonista nel mondo non può rimanere dipendente da altri per la propria sicurezza’, ascoltando il leghista Simone Billi pareva di sentire un esponente dell’opposizione (di sinistra): ‘Noi della Lega-Salvini Premier – aveva detto Billi – ci opponiamo fermamente a questi 800 miliardi di debiti per la difesa europea’. ‘In un’altra epoca – ha chiosato il Dem Stefano Graziano – si sarebbe andati al Quirinale a fare una verifica di governo, perché c’è un problema serio nella maggioranza, molto serio’.


Di Lorenzo Consoli e Alberto Ferrarese

Dazi, Meloni da Trump: gli scenari di una missione ad alto rischio

Dazi, Meloni da Trump: gli scenari di una missione ad alto rischioRoma, 12 apr. (askanews) – “Certo la sospensione di 90 giorni dei dazi è stata un bel colpo di fortuna. L’incontro con Donald Trump a guerra commerciale in corso avrebbe rischiato di trasformarsi in una catastrofe, adesso è stato declassato ad alto rischio. Perché comunque con lui non si sa mai”. A leggere il ‘termometro’ è un esponente di governo che segue da vicino la questione dazi e che ha osservato l’ottovolante di pochi giorni fa, dalla frase volgare del tycoon (“tutti vogliono baciarmi il c..o”) alla frenata arrivata poche ore dopo. E se c’è stato sollievo per una situazione che si era fatta estremamente imbarazzante, quell’episodio ha confermato tutta l’imprevedibilità del presidente Usa. Imprevedibilità che, come all’economia, non piace neppure alla diplomazia. “E’ il fattore C di Giorgia…”, sorride un parlamentare di maggioranza, alludendo diciamo alla fortuna che – secondo molti – la premier avrebbe nei momenti critici.


Dunque ora che il pistolero ha rimesso la colt nella fondina e Ursula von der Leyen ha parimenti deposto la sua arma (che era un po’ una scacciacani, il famoso “bazooka” era stato solo minacciato) fermando le contromisure, cosa può venir fuori dall’incontro che Meloni e Trump avranno alla Casa Bianca il 17 aprile? Ipotizziamo tre scenari, come ce li tratteggia un diplomatico di lungo corso. 1) Il best case (certo non probabile): a Washington è un successo su tutta la linea di Meloni. La premier – questo è il suo piano – nello Studio Ovale rilancia a Trump la proposta “zero per zero” già avanzata dall’Ue e soprattutto lo convince a mettersi a un tavolo con i “parassiti” europei per arrivare a una soluzione “vantaggiosa per tutti”. Il tycoon accetta e lei torna in Italia e a Bruxelles vincitrice, potendo anche dire: “Ve l’avevo detto che ci parlavo io e si sistemava tutto”.


2) Il pareggio: Meloni fa la sua proposta (zero per zero e tavolo di trattativa), Trump ringrazia, le fa i soliti complimenti, grandi sorrisi e attestazioni di stima ma in concreto non si fanno passi avanti. Materialmente un incontro inutile, però da un punto di vista mediatico comunque la premier potrà giocarsi, in Italia, la narrazione della “relazione privilegiata” da portare avanti per ulteriori contatti. 3) La trappola: Trump riempie di lodi Meloni ma in diretta Tv torna ad attaccare l’Unione europea “nata per fregarci” creando un enorme imbarazzo e magari (worst case) sgancia la bomba: uno “sconto” unilaterale sui dazi solo per alcune esportazioni italiane. Una mossa non probabile, ma possibile, nell’ottica del suo tentativo – abbastanza chiaro – di disarticolare l’Ue. A questo punto Meloni dovrebbe scegliere: accettare, mettendosi di fatto contro tutta l’Europa, o rifiutare, rovinando il rapporto con Trump ma rimanendo fedele al patto comunitario. Si può ragionevolmente confidare nel fatto che sceglierebbe la seconda strada, anche se in questo caso tornerebbe a Roma con in tasca un fallimento. E’ vero che il governo, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani, aveva annunciato il 7 aprile che avrebbe provato a ritardare la prima ondata di contromisure europee riguardo ai dazi Usa su acciaio e alluminio; ma all’atto pratico l’Italia ha votato poi a favore di quelle misure, il 9 aprile, pur non avendone ottenuto il rinvio.


Le diplomazie sono al lavoro per disinnescare e prevenire tutte le possibili mine e imboscate, ma con il presidente americano non è possibile mai avere certezze. Chiedere a Volodymyr Zelensky per conferma: con lui lo spray (il breve saluto iniziale alla presenza dei giornalisti) è diventato una “esecuzione” politica in diretta mondiale. Per questo, a Palazzo Chigi, c’è chi spera che se ne faccia a meno, limitandosi a una stretta di mano. Ma la decisione, su questo, spetta a The Donald. P.S. Per onestà intellettuale bisogna dire che non è vero – al di là delle affermazioni di qualche esponente di governo francese – che a Bruxelles c’è diffidenza nei confronti dell’iniziativa di Meloni. Nei giorni scorsi, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e Giorgia Meloni, “si sono tenute in contatto in merito alla visita della premier italiana a Washington”, hanno riferito fonti della Commissione. “Per quanto riguarda i negoziati commerciali, spetta alla Commissione europea negoziare per conto degli Stati membri; tuttavia, qualsiasi messaggio coordinato che possa essere trasmesso all’Amministrazione statunitense è benvenuto”, spiega una fonte europea. E comunque un “doppio gioco”, anche volendo, non è proprio possibile: come ha ricordato un portavoce della Commissione europea, Stefan de Keersmaecker, “la Commissione ha competenza esclusiva per negoziare in ambito commerciale”.


E se qualcuno “sgarra”, può scattare il meccanismo anti-coercizione. Si tratta di uno strumento finora mai usato, attivabile in assenza di una maggioranza qualificata degli Stati membri contraria, che può essere utilizzato contro i paesi terzi che, “applicando o minacciando di applicare misure che incidono sugli scambi (come i dazi, ndr) o sugli investimenti”, intendano interferire nelle legittime decisioni sovrane dell’Ue o di un suo Stato membro, “cercando di impedire o di ottenere la cessazione, la modifica o l’adozione di un determinato atto”. L’uso dei dazi da parte dell’Amministrazione Trump come strumento di pressione per ottenere modifiche nella normativa Ue sull’Iva, o sui regolamenti del mercato digitale, o sugli standard fitosanitari e di sicurezza alimentare, ad esempio, rientrerebbe chiaramente nella definizione di “coercizione economica”. Così come qualunque tentativo di accordo separato da parte di Washington con uno Stato membro, con concessioni date in cambio dell’impegno di quel paese a cercare d’influenzare le decisioni dell’Ue nel senso auspicato dall’Amministrazione Usa. L’attivazione del regolamento può portare all’imposizione, nei confronti del paese responsabile del tentativo di coercizione economica e delle sue imprese, di dazi, restrizioni al commercio nei servizi e nei diritti di proprietà intellettuale, restrizioni all’accesso agli investimenti e agli appalti pubblici. Di Alberto Ferrarese e Lorenzo Consoli

Calcio, la classifica di serie A: il Venezia aggancia l’Empoli

Calcio, la classifica di serie A: il Venezia aggancia l’EmpoliRoma, 12 apr. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Venezia-Monza 1-0


Udinese-Milan 0-4; Venezia-Monza 1-0, ore 18 Inter-Cagliari, ore 20.45 Juventus-Lecce, Domenica 13 aprile ore 12.30 Atalanta-Bologna, ore 15 Fiorentina-Parma, Hellas Verona-Genoa, ore 18 Como-Torino, ore 20,45 Lazio-Roma, lunedì 14 aprile ore 20.45 Napoli-Empoli. Classifica: Inter 68, Napoli 65, Atalanta 58, Bologna 57, Juventus 56, Lazio 55, Roma 53, Fiorentina 52, Milan 51, Udinese, Torino 40, Genoa 38, Como 33, Verona 31, Cagliari 30, Parma 27, Lecce 26, Empoli, Venezia 24, Monza 15.


33esima giornata sabato 19 aprile ore 15 Lecce-Como, ore 18 Monza-Napoli, ore 20.45 Roma-Verona; domenica 20 aprile ore 15 Empoli-Venezia, ore 18 Bologna-Inter, ore 20.45 Milan-Atalanta, lunedì 21 aprile ore 12.30 Torino-Udinese, ore 15 Cagliari-Fiorentina, ore 18 Genoa-Lazio, ore 20.45 Parma-Juventus.

Padel, Fip Silver Roma: Pappacena-Sussarello in semifinale

Padel, Fip Silver Roma: Pappacena-Sussarello in semifinaleRoma, 12 apr. (askanews) – Si riaccende la rivalità tra Italia e Francia nel padel femminile. Domenica al Villa Pamphili Padel Club di Roma, nella giornata conclusiva del Fip Silver Mediolanum Padel Cup, occhi puntati sulla semifinale tra la coppia azzurra Chiara Pappacena-Giulia Sussarello e quella francese formata da Jessica Ginier-Barbier e Lucile Pothier. Un confronto che ha il sapore della rivincita. Era il 26 luglio 2024 quando, agli Europei di Cagliari, l’Italia femminile conquistava la finale battendo proprio le francesi. Protagonista di quel successo fu la romana Chiara Pappacena, in quel caso in coppia con Giorgia Marchetti, vincente contro Ginier-Barbier e Touly. Ora la romana, affiancata da Sussarello, si prepara a un nuovo capitolo della sfida e ci arriva in un gran momento, dopo aver travolto nei quarti (6-0 6-1) Chiara Catini e Valentina Scaringi. Di fronte troverà ancora Ginier-Barbier, questa volta con Pothier, altra conoscenza azzurra: fu battuta agli Europei nel match d’apertura da Stellato-Casali. Anche Sussarello ha motivazioni extra: nel 2024 fu sconfitta dalle francesi Collombon-Godallier.


La semifinale di domenica, oltre a valere l’accesso alla finale pomeridiana, è carica di significati. In palio non solo il titolo, ma un simbolico riscatto per la rivalità tra le due nazioni. Riscatto che riguarda anche il tabellone maschile, dove Di Giovanni e Iacovino – quest’ultimo appena rientrato dal preraduno azzurro – sono stati eliminati nei quarti dai giovanissimi francesi Boronad e Fonteny, rispettivamente 17 e 18 anni. Chiara Pappacena è pronta: “Sarà una partita difficile, loro sono forti e ci conosciamo bene. All’Europeo fu una battaglia. Giocare a Roma mi darà sicuramente una spinta in più”. La coppia con Sussarello è ben collaudata: “Abbiamo ricominciato insieme a Como, dove abbiamo vinto. Con Giulia non siamo solo compagne, ma amiche vere”. Sussarello conferma: “Il feeling fuori dal campo fa la differenza dentro. Chiara è una persona con cui non ci si stanca mai di giocare”. E tra le curiosità, anche la presenza del piccolo Andrea, figlio di Sussarello, mascotte e tifoso speciale anche nella tappa romana.

Dazi, Panetta: fondamentale come impatteranno su dollaro

Dazi, Panetta: fondamentale come impatteranno su dollaroRoma, 12 apr. (askanews) – “C’è un argomento che sta acquisendo sempre più rilevanza, e cioè quale sarà l’impatto di tutto questo sul ruolo del dollaro”. Lo ha spiegato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta nel dialogo con Fabio Tamburini e gli studenti in una iniziativa a Trento in vista del Festival dell’economia. Il tema era quello dei dazi.


“Come le misure in discussione negli Usa possano infuenzare il dollaro è argomento importantissimo. Ci si interroga – ha aggiunto Panetta – sulle conseguenze di tutto questo sul sistema monetario internazionale. Perché l’economia mondiale, il suo assetto, i rapporti internazionali, le relazioni commerciali, si reggono sul ruolo fondamentale del dollaro nell’economia mondiale e dopo il dollaro vi è l’euro”.