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Tag: Sanremo 2023

Ai ballottaggi affluenza al 49,64%, in calo di quasi 9 punti

Ai ballottaggi affluenza al 49,64%, in calo di quasi 9 puntiMilano, 29 mag. (askanews) – L’affluenza media definitiva nei ballottaggi dei sette capoluoghi e 34 Comuni nei quali si è votato per le comunali fino alle 15 di oggi si è fermata al 49,64%. Si tratta di un calo di quasi nove punti percentuali rispetto al primo turno di due settimane fa quando i votanti nelle 1.595 sezioni furono il 58,39%. In controtendenza Pisa, che ha fatto registrare quasi la stessa affluenza del primo turno, 56,34% contro il 56,43%. Calo meno pronunciato anche a Vicenza e Ancona dove il ballottaggio ha portato ai seggi rispettivamente il 52,78% e il 51,75%, contro il 54,2% e il 54,94% del primo turno.

 

Cina a Giappone: revocare restrizioni sull’export per industria chip

Cina a Giappone: revocare restrizioni sull’export per industria chipRoma, 29 mag. (askanews) – Il ministro del Commercio cinese Wang Wentao, partecipando alla due giorni della ministeriale della Coooperazione economica Asia-Pacifico (Apec) – ha attaccato il Giappone, che ha ospitato il summit G7, per aver “infangato” la Cina e ha chiesto ai Sette di fermare le restrizioni sulle esportazioni di semiconduttori nei confronti della Cina, che a suo dire “violano gravemente” le regole economiche e commerciali internazionali. Lo segnala oggi un comunicato del ministero degli Esteri.

Wang ha colto l’occasione della riunione Apec per presentare solenni rimostranze al ministro del Commercio giapponese Yasutoshi Nishimura durante un incontro venerdì, a margine della riunione di due giorni dei ministri del Commercio a Detroit. “Il Giappone non ha tenuto conto della forte opposizione della Cina e delle opinioni dell’industria e ha insistito nell’introdurre misure di controllo sulle esportazioni di semiconduttori, violando gravemente le regole economiche e commerciali internazionali e danneggiando le fondamenta dello sviluppo industriale”, ha dichiarato Wang.

Da gennaio gli Stati uniti hanno siglato un accordo con il Giappone e i Paesi bassi, due importanti attori dell’industria dei semiconduttori, per imporre controlli sulle esportazioni ostacolando le ambizioni di Pechino di costruire le proprie capacità interne di produzione di chip. A marzo, inoltre, Tokyo ha rafforzato le restrizioni all’esportazione di 23 tipi di tecnologia di punta per la produzione di chip, imponendo alle aziende locali di ricevere una licenza prima di poter vendere prodotti alla Cina. L’elenco è stato aggiornato una settimana fa e le restrizioni dovrebbero entrare in vigore il 23 luglio.

“La Cina è fortemente insoddisfatta ed esorta il Giappone a correggere le sue pratiche sbagliate e a mantenere efficacemente la stabilità delle catene industriali e di approvvigionamento globali”, ha dichiarato Wang, precisando che la Cina è disposta a lavorare con il Giappone per fornire un “ambiente commerciale equo, trasparente e prevedibile” e costruire una relazione che “soddisfi i requisiti della nuova era”. Wang ha anche espresso l’insoddifazione di Pechino rispetto agli “attacchi” rivolti alla Cina durante il vertice del G7 della scorsa settimana a Hiroshima, in Giappone. “I Paesi del G7 hanno manipolato le questioni relative alla Cina nella dichiarazione congiunta, hanno emesso un cosiddetto documento sulla sicurezza economica alludendo alla Cina e hanno interferito negli affari interni della Cina”, si legge nella dichiarazione cinese, riferendosi alle osservazioni del blocco sulle politiche del Paese a Hong Kong, nello Xinjiang e in Tibet e sulle rivendicazioni territoriali nei mari della Cina orientale e meridionale. “Speriamo – ha continuato – che il Giappone corregga la sua percezione della Cina e promuova realmente la stabilità e lo sviluppo delle relazioni commerciali tra i due Paesi con un atteggiamento costruttivo”.

Durante la conferenza di Detroit, Wang ha incontrato anche altre controparti internazionali, tra cui la rappresentante commerciale statunitense Katherine Tai. Secondo un comunicato della Cina, le due parti hanno avuto “scambi sinceri, pragmatici e approfonditi” sulle relazioni commerciali bilaterali e su questioni regionali e multilaterali di interesse comune.

Roland Garros, Fognini fa l’impresa: eliminato Auger-Aliassime

Roland Garros, Fognini fa l’impresa: eliminato Auger-AliassimeRoma, 29 mag. (askanews) – Con classe, con grinta, con esperienza Fabio Fognini supera l’esordio al Roland Garros. Il 36enne di Arma di Taggia, alla quindicesima presenza consecutiva a Parigi (la sedicesima in totale), batte 64 64 63 il numero 10 del mondo e del seeding Felix Auger-Aliassime. Il canadese è andato incontro ad un Fognini che non si è fatto deconcentrare dalle condizioni fisiche evidentemente non ottimali del suo avversario, autore di una prestazione per larghi tratti di livello ben superiore rispetto alla sua attuale classifica di n.130 ATP.

L’azzurro, superato l’esordio al Roland Garros per la dodicesima volta in carriera, ha trovato anche la prima vittoria contro un top-10 nel torneo al sesto tentativo. Al secondo turno Fognini se la vedrà in un incontro inedito con l’australiano Jason Kubler (n.69 del ranking) che nel proprio match ha superato 16 63 64 36 61 il lucky loser argentino Facundo Diaz Acosta (n.137).

Alluvione, Bonaccini: a Conselice la situazione più critica

Alluvione, Bonaccini: a Conselice la situazione più criticaBologna, 29 mag. (askanews) – “A Conselice dal punto di vista idraulico c’è la situazione più critica. Però” la situazione “sta andando in via di risoluzione” perché “ci sono 50 idrovore in azione e nelle prossime ore l’abitato verrà completamente o quasi abitato dalle acque e sarà possibile cominciare le operazioni di sanificazione e pulizia”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ospite a Tagadà su La7.

“Solo il 13% cittadini non aveva vaccino contro il tetano, nel fine settimana la metà di loro è stato vaccinato – ha aggiunto Bonaccini -. Chi vuole può essere vaccinato per l’epatite A”. Quindi “stiamo lavorando per fare il massimo possibile”. Tra i problemi attuali quello legato alle frane e agli smottamenti: “sono coinvolti decine e decine di paesi dall’Appennino reggiano alla Romagna” e si contano “780 strade rimaste senza collegamento o con difficoltà di collegamento. Per questo occorrono risorse per fare presto”.

Ballottaggi delle comunali, affluenza in calo

Ballottaggi delle comunali, affluenza in caloMilano, 29 mag. (askanews) – L’affluenza media nei ballottaggi dei sette capoluoghi e 34 Comuni nei quali si è votato è in calo di circa nove punti percentuali, nel momento in cui sono arrivati i dati di circa due terzi delle sezioni. Se infatti al primo turno aveva votato il 59,64% il dato parziale delle 15 di oggi, con 1.038 sezioni su su 1.595, è del 50,56%. In controtendenza Pisa, dove l’affluenza al 56% è analoga a quella del primo turno. E in parte Ancona, dove è calata ma di soli tre punti percentuali.

Ballottaggi, Parziale affluenza in calo di circa nove punti

Ballottaggi, Parziale affluenza in calo di circa nove puntiMilano, 29 mag. (askanews) – L’affluenza media nei ballottaggi dei sette capoluoghi e 34 Comuni nei quali si è votato è in calo di circa nove punti percentuali, nel momento in cui sono arrivati i dati di circa due terzi delle sezioni. Se infatti al primo turno aveva votato il 59,64% il dato parziale delle 15 di oggi, con 1.038 sezioni su su 1.595, è del 50,56%. In controtendenza Pisa, dove l’affluenza al 56% è analoga a quella del primo turno. E in parte Ancona, dove è calata ma di soli tre punti percentuali.

De Paolis: i crimini di guerra si ripetono con le stesse modalità

De Paolis: i crimini di guerra si ripetono con le stesse modalitàMilano, 29 mag. (askanews) – “Nella congiuntura internazionale nella quale ci troviamo, situazioni di atrocità di crimini di guerra si ripetono con le stesse identiche motivazioni e modalità” rispetto a quanto documentato in passato nella Seconda guerra mondiale. Così, in un colloquio con askanews, Marco De Paolis, procuratore generale militare presso la Corte Militare di Appello, che racconta attraverso la mostra “Nonostante il lungo tempo trascorso…” parte del lavoro di una vita e una pagina importante della storia recente italiana legata ai crimini nazifascisti commessi in Italia e in altri Paesi sulla popolazione civile e sui militari italiani nell’imminenza e dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.

L’iniziativa – sino al 25 giugno al Castello Sforzesco di Milano – si svolge sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, racconta pagine di storia ma è anche di stretta attualità rispetto al presente della vicina guerra in Ucraina. “Lo studio del recente passato, l’attenzione che possiamo dedicare alla nostra storia è sicuramente di grande utilità per i giovani, per poter coltivare una vera, reale cultura della pace che possa in qualche modo farli diventare dei cittadini europei, consapevoli dei principi di pace e di democrazia nei quali dobbiamo vivere”, continua De Paolis, considerato uno dei maggiori esperti in Italia in materia giuridica di crimini di guerra della seconda guerra mondiale. L’attenzione della mostra è posta sul profilo giudiziario, anch’esso complesso e ricco di episodi poco noti o addirittura del tutto sconosciuti: i processi penali militari delle Corti Alleate e dei Tribunali Militari Italiani. L’evento è organizzato dallo Stato Maggiore della Difesa e dalla Procura Generale Militare presso la Corte Militare di Appello.

“Questi processi – spiega De Paolis che è anche curatore della mostra – sono molto importanti, sia sotto l’aspetto giudiziario, perché trattano di una materia sempre attuale. E sia anche da un punto di vista credo etico, perché ci richiamano al senso di umanità che dovrebbe in qualche modo essere alla base di qualsiasi attività e alla base della nostra pacifica convivenza. Gettano la luce su situazioni che sembrano soltanto apparentemente lontane, ma che purtroppo, sono sempre presenti nella nostra la nostra vita, e credo che possano essere utili ai giovani per aiutarli a maturare nei principi della nostra Costituzione. Principi di libertà e democrazia”. De Paolis, autore anche di un volume dedicato ai più giovani “L’uomo che dava la caccia ai nazisti” (Piemme) per raccontare le indagini su Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema ed altre stragi, attualmente dirige la Procura Generale Militare presso la Corte Militare di Appello di Roma. Diede inizio nel 2002 alla grande stagione, conclusasi nel 2013, dei processi legati al rinvenimento nel 1994 del cosiddetto “armadio della vergogna”, contenente 695 fascicoli occultati sulle stragi nazifasciste, che ha permesso di fare giustizia – sebbene a oltre 50 anni di distanza – sulle principali stragi perpetrate dai nazifascisti in Italia dopo l’armistizio.

“Tutta questa vicenda parte da un atto illegale, da un insabbiamento avvenuto nel 1960 di centinaia di fascicoli che riguardavano altrettante stragi ed eccidi di civili e militari durante la Guerra di Liberazione: questo insabbiamento viene alla luce soltanto a metà degli anni Novanta, in maniera casuale, e determina una nuova stagione processuale che per quello che mi riguarda inizia nel 2002 quando divento procuratore militare capo della Procura Militare di La Spezia” racconta de Paolis. “Lì inizio una straordinaria esperienza giudiziaria che mi porta ad istruire quasi 500 procedimenti di indagine e 17 processi per tutte le stragi più sanguinose commesse dopo l’8 settembre del 43 in Italia e all’estero, riesco a ottenere 57 condanne all’ergastolo tra il 2003 e il 2013 e raccolgo una quantità enorme di documentazione, che proviene dagli archivi militari di tutt’Europa; tutta questa questa grande mole di documentazione giudiziaria verrà negli anni successivi scansionata, per essere poi allocata, mi auguro nel prossimo futuro in un centro di documentazione nel quale gli studenti, gli storici o anche gli stessi familiari e le comunità delle località dove sono avvenute le stragi, possano andare a documentarsi e studiare queste vicende che hanno riguardato il nostro paese”.

In Iran al via i processi contro le giornaliste che svelarono l’omicidio di Mahsa Amini

In Iran al via i processi contro le giornaliste che svelarono l’omicidio di Mahsa AminiRoma, 29 mag. (askanews) – E’ iniziato oggi a Teheran il processo contro la giornalista iraniana Elaheh Mohammadi, arrestata dopo aver riportato la morte di Mahsa Amini a settembre. Lo ha reso noto il suo avvocato, Shahab Mirlohi, aggiungendo che la sua assistita, 36 anni, è comparsa in tribunale per la prima udienza del processo che è cominciato a porte chiuse. Il legale ha definito la seduta “positiva”, senza elaborare.

Elaheh Mohammadi, del quotidiano Ham Mihan, è una delle due giornaliste detenute per aver rivelato la morte, avvenuta il 16 settembre, di Mahsa Amini, la giovane donna arrestata dalla polizia morale con l’accusa di aver violato il codice di abbigliamento della Repubblica islamica. La reporter era stata arrestata il 29 settembre dopo essersi recata a Saghez ai funerali e dove si è svolta una delle prime manifestazioni del vasto movimento di contestazione innescato dalla morte della giovane. La sua collega Niloofar Hamedi, 30 anni, del quotidiano riformista Shargh, era stata arrestata pochi giorni prima dopo essersi recata all’ospedale dove Mahsa Amini era in coma prima di morire. Il processo a Hamedi dovrebbe iniziare domani. Le due giornaliste sono state accusate l’8 novembre scorso di “propaganda” contro la Repubblica islamica e cospirazione contro la sicurezza nazionale, reati che comportano la pena di morte.

Spazio, Teodoro Valente nominato nuovo presidente dell’Asi

Spazio, Teodoro Valente nominato nuovo presidente dell’AsiRoma, 29 mag. (askanews) – Teodoro Valente è il nuovo presidente dell’Agenzia spaziale italiana. Il Mimit comunica che si è riunito a Palazzo Chigi il Comitato per le Politiche Aerospaziali (Comint), presieduto dal ministro Adolfo Urso, che ha approvato la nomina del nuovo presidente e del Consiglio di amministrazione dell’Asi.

Valente, attuale direttore dell’Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali del CNR. Valente, subentra a Giorgio Saccoccia e vanta una pluriennale esperienza come professore ordinario dell’Università La Sapienza di Roma ed ha prestato servizio anche presso la Direzione Ricerca e sviluppo della Commissione UE. Il neo-presidente ha svolto anche esperienze lavorative nel settore privato. Con Valente è stato nominato il nuovo CdA che sarà composto da Giuseppe Basini, Marica Branchesi, Stefano Gualandris, Marco Lisi, Luisa Riccardi e Elda Turco Bulgherini, con una ancora più significativa e qualificata rappresentanza femminile. “Sono particolarmente soddisfatto della piena sinergia con gli altri dicasteri con i quali abbiamo condiviso nomine di alto profilo professionale e scientifico – ha affermato Urso – che consentiranno all’ASI di meglio affrontare le impegnative sfide che attendono la nostra Agenzia anche sul piano bilaterale e multilaterale. Impegni che riguardano anche un efficace e significativo utilizzo degli ingenti finanziamenti assegnati all’ASI, sia come trasferimenti ai programmi dell’Agenzia Spaziale Europea, sia sul fronte interno con i fondi ordinari e quelli messi a disposizione dal PNRR. L’Italia – ha proseguito il Ministro – è leader globale nel settore spaziale e siamo pronti a confermare tale leadership a beneficio della filiera industriale italiana e della ricerca e sviluppo ad essa collegati”.

Il ministro Urso ha infine ricordato che è avviato il dibattito con gli attori pubblici e privati del settore per l’elaborazione di un progetto di DDL che definirà in tempi brevi l’intera “governance” nazionale sullo Spazio. “L’Italia – ha sottolineato Urso – al contrario di altri Paesi UE e globali, manca di tale essenziale inquadramento normativo, e contiamo di ovviare a tale lacuna entro gli inizi del prossimo anno”. Le tematiche legate allo Spazio, conclude il ministero, saranno tra gli argomenti al centro della prossima missione del Ministro negli Usa. Urso avrà infatti contatti con il National Space Council e con le maggiori aziende commerciali americane del settore. Obiettivo è il rafforzamento della collaborazione tra Usa e Italia nel settore spaziale.

Spagna, dopo il tracollo elettorale Sanchez gioca d’anticipo: al voto il 23 luglio

Spagna, dopo il tracollo elettorale Sanchez gioca d’anticipo: al voto il 23 luglioRoma, 29 mag. (askanews) – La “valanga conservatrice” alle amministrative di domenica 28 maggio – con dodici comunità autonome su diciasette e diverse grandi città in gioco – ha provocato un terremoto nella politica spagnola, alzando un vento di fine ciclo che ha investito in pieno i socialisti di Pedro Sanchez.

Di qui che il premier abbia annunciato di voler “ridare la parola all’elettorato” già il 23 luglio, per “chiarire quali politiche debbano venire adottate” anche in vista del semestre di presidenza europeo della Spagna. Tradotto, Sanchez ritiene di avere migliori chance di vittoria fra due mesi che non fra sei, alla naturale scadenza del mandato – e malgrado la pesante sconfitta, non è privo di frecce al suo arco. LA SITUAZIONE A SINISTRA

Stando ai sondaggi, il Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe) arrivava alle amministrative con un piccolo vantaggio sulla destra del Partido Popular (Pp) di circa due punti e mezzo, che i risultati hanno di fatto capovolto, tramutandoli in un distacco: 23% ai conservatori e 20,5% ai socialisti, circa 750mila voti. Non è certo un divario incolmabile, considerando che la mobilitazione a destra è stata molto maggiore che non a sinistra, situazione che nelle politiche potrebbe essere quanto meno riequilibrata. Certo Sanchez ha perso la comunità autonoma di Valencia, feudo del PP per decenni riconquistato solo di recente dalla sinistra, quella dell’Aragona e la città di Siviglia – complici non pochi scandali elettorali: ma un altro motivo per anticipare le elezioni è proprio di non lasciare che il nuovo potere locale del PP si sedimenti e si trasformi in un assedio lungo e logorante al governo.

Una terza ragione infine sta nella composizione dell’”altra sinistra”, parte integrante di quella mobilitazione elettorale si cui Sanchez ha assoluto bisogno se vuole rimanere alla Moncloa, e la cui assenza spiega in buona parte il risultato di ieri: Podemos ha subito una dura sconfitta, ma Sumar – la formazione guidata dalla vicepremier Yolanda Diaz – alle amministrative non concorreva. Una loro eventuale alleanza alle politiche, per la quale dopo l’anticipo del voto la legge elettorale concede ora appena dieci giorni, potrebbe raccogliere un margine di voto decisivo; se non dovesse accadere, per il Psoe si farebbe più difficile ma in compenso riacquisterebbe comunque l’egemonia a sinistra.

LA SITUAZIONE A DESTRA Per il leader del PP, Alberto Nuñez Feijoo, la notte delle amministrative sembrerebbe aver portato solo buone notizie; la riconquista di Valencia, l’estinzione di Ciudadanos risucchiato in toto dalla casa madre, il sorpasso dei voti ai danni del Psoe.

Eppure non manca qualche spina, interna ed esterna a un partito il cui obbiettivo primario – come del resto per i socialisti – è tornare al bipolarismo di una volta. In molte comunità autonome e consigli comunali il PP potrà governare solo con l’appoggio dell’estrema destra di Vox: un fattore che mette a rischio quel moderantismo che Nuñez Feijoo ritiene decisivo per riconquistare il voto centrista.

Cedere a Vox significherebbe irrobustirne la presenza – allontanando l’obbiettivo dell’egemonia a destra – mentre rinunciare al suo contributo vanificherebbe il risultato elettorale. Ma anche all’interno del partito la riconferma di Isabel Diaz Ayuso a Madrid – con la maggioranza assoluta – getta un’ombra pericolosa sulla leadership di Nuñez Feijoo, che invece di poter cuocere a fuoco lento l’esecutivo ora avrà solo due mesi di tempo per decidere quale strategia politica elaborare.

BARCELLONA

Detto di Madrid, saldamente in mano alla destra, e della perdita di Siviglia, Barcellona rappresenta l’unica buona notizia per la notte elettorale socialista: anche se la vittoria è andata ai conservatori catalanisti di Junts, il complesso gioco delle alleanze potrebbe infatti portare al Comune il candidato del Psc, Collboni.

Ma anche in questo caso l’anticipo delle elezioni spariglia le carte: le due faglie della politica catalana, destra-sinistra e indpendentisti e non, infatti non coincidono e a decidere quale sarà l’orientamento toccherà ora alla sinistra indipendentista di Erc. Se quest’ultima sceglierà per le politiche un fronte indipendentista allora dovrà permettere l’investitura del candidato di Junts, ipotesi fino a ieri impensabile dati i pessimi rapporti fra i due partiti; altrimenti, dovrà favorire i rivali socialisti sia dentro che fuori dalla Catalogna, a rischio tuttavia di perdere consensi.