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Tag: Sanremo 2023

Ia, la sfida cinese: per Baidu Ernie ha superato ChatGPT-4

Ia, la sfida cinese: per Baidu Ernie ha superato ChatGPT-4Roma, 17 ott. (askanews) – Era stato presentato come la sfida cinese a ChatGPT nello scetticismo generale. Oggi il gigante cinese dei motori di ricerca, Baidu, ha affermato che il suo software d’intelligenza artificiale generativa, Ernie, s’è affinato raggiungendo i livelli di GPT-4, la versione più avanzata del modello linguistico di grandi dimensioni sviluppato da OpenAI.

Il co-fondatore e amministratore delegato dell’azienda Robin Li Yanhong, secondo quanto riferisce South China Morning Post, ha presentato una dimostrazione di Ernie Bot 4 alla conferenza Baidu World 2023 a Pechino. Il miliardario ha mostrato l’abilità del bot nel comprendere domande complesse, generare immagini e gestire l’aritmetica di base. “Ernie Bot ha completato una serie di aggiornamenti significativi nelle sue capacità di comprensione, suggerimento, ragionamento e memorizzazione”, ha affermato Li. “Le sue capacità – ha aggiunto – non sono affatto inferiori rispetto a GPT-4.”

In Cina è una vera e propria corsa a caccia di ChatGPT, lanciata da OpenAI a novembre 2022. Sono un centinaio i concorrenti presentati quest’anno dalle aziende tecnologiche cinesi, a partire da giganti come Alibaba e Tencent. ChatGPT – come anche il suo principale concorrente, Bard di Google – non sono ufficialmente disponibili in Cina, quindi i Big Tech cinesi stanno operando in un contesto di sostanziale mancanza di concorrenza da parte degli attori stranieri.

In questo contesto, inoltre, si è mossa anche l’autorità regolatoria dello stato cinese, che ha acceso un faro sull’intelligenza artificiale. Quest’anno Pechino hanno emanato nuove linee guida e regole intese a garantire che i contenuti generati dall’intelligenza artificiale siano in linea con le narrazioni ufficiali. Una particolare attenzione è dedicata a quei contenuti considerati sensibili, rispetto ai quali si cerca d’imporre una tagliola Quando vengono poste domande su argomenti considerati delicati in Cina, Ernie Bot di Baidu interrompe il dialogo suggerendo altri argomenti di conversazione.

Baidu aveva precedentemente affermato che il suo Ernie Bot 3.5 aveva superato il GPT 3.5 di OpenAI in termini di comprensione quando ha lanciato quella versione a giugno. Oggi ha detto che il suo modello ha persino superato GPT-4 in alcune funzionalità in lingua cinese, ha affermato la società. Negli ultimi mesi, Baidu ha rinnovato una serie di sue app, tra cui ricerca e mappe, per includere nuove funzionalità che attingono a Ernie Bot. Baidu ha lanciato per la prima volta i test Ernie Bot a marzo e li ha aperti al grande pubblico dopo aver ottenuto l’approvazione del governo in agosto. Ora ha una base di utenti di 45 milioni e 54mila sviluppatori, ha detto martedì Wang Haifeng, chief technology officer di Baidu.

Patto stabilità, Giorgetti: risanamento sia graduale e sostenibile

Patto stabilità, Giorgetti: risanamento sia graduale e sostenibileRoma, 17 ott. (askanews) – La riforma del Patto di stabilità Ue “rimane per tutti noi un dossier cruciale. Per l’Italia è fondamentale raggiungere un accordo sulla revisione delle regole di bilancio entro il 2023”. Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel suo intervento durante i lavori dell’Ecofin. “Siamo aperti a lavorare sulla proposta di compromesso predisposta dalla presidenza spagnola – ha proseguito – con l’obiettivo di raggiungere il giusto equilibrio tra garantire la sostenibilità fiscale e preservare la crescita economica”.

“Le quattro aree tematiche delineate dalla presidenza a luglio sono una buona guida per proseguire nel confronto: la nuova disciplina di bilancio deve mirare a un consolidamento graduale e sostenibile. Solo così – ha detto il ministro – può essere credibile e pienamente applicabile. Gli investimenti pubblici e le spese legate alle priorità europee, inclusa la difesa, sono obiettivi politici strategici, che le nostre regole di bilancio non possono ignorare. Ciò è anche vero per gli impegni assunti nei Piani di ripresa e resilienza: gli Stati membri devono essere messi nella posizione di poter realizzare le misure concordate. Il governo italiano si muoverà nel solco delle indicazioni che il Parlamento ha recentemente approvato a riguardo”.

Biden andrà in Israele ma anche in Giordania e vedrà al Sisi e Abu Mazen

Biden andrà in Israele ma anche in Giordania e vedrà al Sisi e Abu MazenRoma, 17 ott. (askanews) – Il presidente americano Joe Biden, atteso domani in Israele, si recherà anche in Giordania dove discuterà della crescente crisi umanitaria di Gaza con il re Abdullah II, il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi e il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen. Lo scrive il Washington Post.

Il quotidiano americano riferisce anche che i funzionari statunitensi hanno aspettato per annunciare il viaggio del presidente Biden in Israele finché lunedì sera non hanno ricevuto l’impegno da parte del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu su un pacchetto umanitario. Una volta ottenute le assicurazioni a Tel Aviv, il segretario di Stato Antony Blinken ha fatto l’annuncio, secondo due fonti vicine al dossier rimaste anonime. Il WP parla di una riunione di sette ore e mezza tra funzionari israeliani e statunitensi per definire il tema: oltre sette ore in cui i funzionari si sono passati documenti da due stanze separate a proposito dell’invio di aiuti a Gaza e la creazione di zone sicure per i civili palestinesi.

Patto stabilità, Germania insiste: taglio annuale anche ai deficit

Patto stabilità, Germania insiste: taglio annuale anche ai deficitRoma, 17 ott. (askanews) – Sulla riforma del Patto di stabilità e di crescita la Germania insiste sulla necessità di prevedere obblighi di riduzione annuale anche del deficit di bilancio, oltre a regole sulla riduzione del rapporto debito-Pil. E parlando a margine delle riunioni dell’Ecofin, il ministro delle Finanze, Christian Lindner ha anche avvertito che il tetto al 3% sul deficit-Pil non è pi sufficiente: “suggeriamo un margine di sicurezza” supplementare, quando i paesi si trovino in circostanze economiche “normali”.

La Germania sembra aver assunto una posizione negoziale più risoluta nelle ultime settimane, sulla riforma delle regole europee che governano i conti pubblici. Lo stesso Lindner ha affermato ieri che le circostanze e la situazione economica ora sono “completamente cambiate”, presumibilmente in riferimento all’alta inflazione e, forse, soprattutto alle pressioni che si sono create sui titoli di Stato di vari Paesi negli ultimi mesi. “Per noi – ha detto oggi – la riduzione del debito-Pil e del deficit annuale sono collegate. Non è credibile vedere debiti più bassi livelli senza una sostenibile riduzione del deficit annuale. Abbiamo il riferimento del 3% (sul deficit-Pil), ma questo non è l’obiettivo questo è il limite massimo”.

E secondo Lindner “in circostanze economiche normali il deficit deve essere sotto il 3% e suggeriamo un margine di sicurezza rispetto al riferimento del 3%. Dobbiamo trovare in che modo possiamo combinare questo riferimento del deficit alla salvaguardia, in un modo che concordiamo tutti, bisogna fare molto più lavoro tecnico”. Attualmente sulla applicazione pratica delle regole ue di Bilancio si usano gli obiettivi strutturali di medio termine. “Non dico che l’1% deve essere il nuovo 3% ma sarebbe un errore – ha concluso – dire che il 3% è il nuovo obettivo strutturale”.

Milano-Cortina 2026, Salomon premium partner

Milano-Cortina 2026, Salomon premium partnerRoma, 17 ott. (askanews) – Salomon e la Fondazione Milano Cortina 2026 hanno annunciato la firma di una partnership per l’intero percorso che condurrà ai prossimi Giochi Invernali Italiani del 2026.

L’azienda di Annecy, da più di settantacinque anni un punto di riferimento per gli appassionati degli sport di montagna, rafforza ulteriormente la propria immagine ed entra ufficialmente a fare parte del mondo Olimpico e Paralimpico partendo dal progetto invernale di Milano Cortina 2026. Abbigliamento, calzature e accessori saranno forniti in dotazione da Salomon al personale tecnico, ai giudici di gara, ai volontari e allo staff coinvolto nel percorso della Torcia Olimpica e di quella Paralimpica. Con la firma della partnership tra Salomon e il Comitato Organizzatore dei Giochi Invernali di Milano Cortina 2026 si incontrano l’elevata qualità di una delle aziende sportive più affermate a livello internazionale e i valori dei Movimenti Olimpico e Paralimpico quali rispetto, lealtà, uguaglianza e inclusività. L’accordo attiva infatti una sinergia che conferma nuovamente il potere unificatore dello sport e rafforza l’interesse e il senso di fiducia attorno ai futuri Giochi italiani.

Il Presidente della Fondazione Milano Cortina 2026 Giovanni Malagò: “Con l’ingresso di un’azienda della portata di Salomon nella squadra di Milano Cortina 2026 si avvia un rapporto all’insegna dell’eccellenza. I Giochi Invernali rappresentano la più alta espressione dello sport anche dal punto di vista tecnico e organizzativo. Poter contare sull’altissima qualità di Salomon ci permette di portare le Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano Cortina 2026 al più alto livello di performance possibile”. L’Amministratore Delegato di Milano Cortina 2026 Andrea Varnier: “I Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali e la complessità della loro organizzazione rappresentano una vera e propria sfida a cui è possibile far fronte coinvolgendo realtà e persone portatrici di elevata esperienza. Diamo il benvenuto a Salomon e alla sua grande conoscenza dell’ambiente invernale, siamo orgogliosi che la prima esperienza di questa grande azienda nel mondo Olimpico e Paralimpico avvenga con il progetto Milano Cortina 2026”.

Il Presidente e CEO di Salomon Franco Fogliato: “Sin dalla fondazione di Salomon nel 1947, ci siamo dedicati alla ricerca dell’eccellenza sportiva. Come azienda, abbiamo interpretato un ruolo cruciale nel plasmare costantemente il futuro degli sport di montagna, contribuendo non meno all’invenzione dello ski cross e del boardercross, che sono diventate discipline Olimpiche. Per decenni ci siamo dedicati alla ricerca, studiando come poter spingersi ai limiti delle prestazioni sportive nelle gare di sci alpino e nordico, e oggi abbiamo trovato l’occasione per connettere il nostro marchio Salomon al Movimento Olimpico. Parlo a nome di tutti i collaboratori Salomon a livello globale dichiarando che non potremmo essere più orgogliosi di annunciare che siamo Premium Partner dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026”.

Torna a Festival Cinema Roma il Woman in Cinema Award

Torna a Festival Cinema Roma il Woman in Cinema AwardRoma, 17 ott. (askanews) – Dopo il successo a settembre alla Mostra del Cinema di Venezia, il premio Woman in Cinema Award torna anche alla Festa del Cinema di Roma.

L’evento, che si svolgerà il 19 ottobre alle ore 18.30 presso la Sala Scarpa del Museo MAXXI di Roma, è curato da Claudia Conte, attivista per i diritti umani, e ha l’obiettivo di mettere in luce le storie e i risultati delle donne nel mondo del cinema, con particolare attenzione alle questioni sociali. La cerimonia di premiazione onorerà diverse personalità di spicco. Tra le premiate di quest’anno ci sono la cantautrice Nina Zilli, la stilista Vivia Ferragamo, la giornalista e documentarista Francesca Mannocchi, la sceneggiatrice Doriana Leondeff e Daria D’Antonio, direttrice della fotografia, un ruolo spesso dominato dagli uomini. Inoltre, l’attrice Lina Sastri riceverà il Premio alla carriera per i suoi contributi nel mondo del cinema. Un premio speciale per il sociale è dedicato alle donne africane e al dramma della tratta. Sarà conferito a Joy Ezekiel, una giovane donna nigeriana che ha vissuto l’orrore della tratta e che ha trovato il coraggio di raccontare la sua storia nel libro “Io sono Joy, un grido di libertà dalla schiavitù della tratta”, prefazione di Papa Francesco.

Una giornata che avrà come ospite d’eccezione la Ministra per la Famiglia, la Natalità e le pari Opportunità Eugenia Maria Roccella. “La tratta di esseri umani, che è la schiavitù moderna, costringe giovani donne ma spesso anche bambine a prostituirsi e a vendere i loro corpi come merci subendo violenze di ogni genere e ridotte a condizioni disumane a vantaggio di trafficanti e sfruttatori, rappresenta un crimine più grave nei confronti dell’umanità – dichiara Claudia Conte – Una grave violazione dei diritti a cui dobbiamo ribellarci, nella speranza che si possa costruire una società migliore. Per questo il premio in questa edizione ha un sapore particolare, perché viene assegnato a Joy, una donna a cui non è mancato il coraggio di insorgere contro un destino atroce. Un coraggio che dovremmo avere tutti, per spezzare questa orribile catena. Ringrazio di cuore anche la Ministra Roccella, avere lei come straordinaria testimonial di questo premio è un segnale di grande sensibilità della massima istituzione su un tema davvero complicato, oltre che drammatico”.

La cerimonia sarà preceduta alle 17.00 da una tavola rotonda dal titolo “Che nessun talento vada sprecato. Cultura di impresa ed equità” organizzata da Claudia Conte in collaborazione con KPMG per offrire un contributo di riflessione sul tema della valorizzazione dei talenti (in particolare quelli femminili), del capitale umano e dello sviluppo sostenibile e inclusivo nell’industria cinematografica e culturale. Moderato dalla giornalista Francesca Cenci, il confronto vedrà la partecipazione di Svetlana Celli, Presidente dell’Assemblea Capitolina di Roma; Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà e APA; Federica Lucisano, AD di Lucisano Media Group; Lodovico Mazzolin, DG dell’Istituto per il Credito Sportivo; Roberto Natale, Direttore RAI per la Sostenibilità; Mario Luciano Crea, Presidente della commissione Cultura della Regione Lazio. Women in Cinema Award che gode del patrocinio del Ministero della Cultura, è un evento ideato da Angela Prudenzi, Claudia Conte e Cristina Scognamillo. I premi saranno consegnati da una prestigiosa Academy composta da giornaliste italiane.

L’evento è reso possibile grazie al supporto di partner come KPMG, Aliante Partners, ILBE S.p.A., Banca Generali Private e New Weld Technology, insieme a partner tecnici come Michele Affidato, Best Color, Zonin, Sharon Russo e il Dr. Annalisa Calisti. Women in Cinema Award hanno anche stretto collaborazioni con ICFF – Italian Contemporary Film Festival, Women Of Change, l’Age d’Or, Cultura Italiae e A2030 Social Innovation Designers, rafforzando il suo impegno nella promozione del talento femminile nel mondo del cinema e oltre.

Israele, tensione con Hezbollah e sfida ad Hamas: nessuna tregua

Israele, tensione con Hezbollah e sfida ad Hamas: nessuna treguaRoma, 17 ott. (askanews) – Nessuna tregua: Israele prepara “le nuove fasi della guerra”. Alla vigilia dell’arrivo di Joe Biden – il presidente degli Stati Uniti sarà domani nello Stato ebraico -, le forze armate israeliane confermano che l’ipotesi di un cessate il fuoco con gli estremisti palestinesi di Hamas è ancora lontana, anche se la nuova offensiva “potrebbe essere qualcosa di diverso” dall’invasione di terra annunciata nei giorni scorsi. In attesa del via libera delle autorità di governo, le operazioni militari sono proseguite tutta la notte. Almeno 200 obiettivi di Hamas e Jihad islamica sono stati colpiti nella Striscia: si tratta di quartier generali, una banca e diversi tunnel utilizzati dai miliziani islamisti. Secondo fonti del ministero della Sanità palestinese a Gaza, i raid avrebbero preso di mira in particolare le località di Khan Younis, Rafah e Deir el-Balah, nel sud del territorio governato da Hamas: almeno 71 sarebbero le vittime. Tra loro, molte famiglie sfollate dalla città di Gaza. In uno dei raid su Gaza hanno perso la vita anche il responsabile di Hamas per i valichi della Striscia, Fouad Abu Btihan, e alcuni suoi familiari.

Sul fronte settentrionale, invece, i militari israliani avrebbero sventato un tentativo di infiltrazione di presunti “terroristi” dal Libano, che avrebbero voluto piazzare un ordigno oltre il confine. Quattro persone sono state uccise, ha confermato un portavoce militare. Gli scontri sono proseguiti poi in mattinata. Hezbollah ha lanciato un missile anticarro e altri proiettili di mortaio sulla città di Metula, provocando due feriti. Israele ha risposto al fuoco, colpendo alcuni obiettivi in Libano. Circa 600.000 persone, intanto, sono finora fuggite dal nord di Gaza, dove rimangono attualmente circa 100.000 palestinesi, stando ai dati diffusi da Israele. “Devono e dovrebbero andarsene”, ha detto il portavoce delle forze armate, Jonathan Conricus, spiegando che Hamas – che ha invitato la gente a restare – ha avuto un “effetto ritardante” sull’abbandono della regione. Molti di coloro che si sono diretti a Sud sperano di uscire attraverso il valico di Rafah, al confine con l’Egitto. Una via di fuga che il governo italiano auspica possano imboccare anche i dodici connazionali attualmente a Gaza. “Speriamo che oggi possano uscire dalla Striscia di Gaza e arrivare in Egitto. Le trattative sono in corso, questa è la priorità”, ha confermato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio Anch’io, sottolineando che “Isarele ha diritto a difendersi, quindi a colpire Hamas”. Ma è necessario fare in modo che non ci siano conseguenze sulla popolazione civile che non ha nulla a che vedere con Hamas, ha sottolineato il titolare della Farnesina. “Dobbiamo chiaramente dire che i palestinesi non sono Hamas. E gli esponenti di Hamas non sono i palestinesi. Hamas è un’organizzazione criminale e terroristica che ha fatto quello che i nazisti hanno fatto contro gli ebrei”. Da parte sua, il re di Giordania Abdallah – reduce da una visita in Italia – ha avvertito che “l’intera regione è sull’orlo del baratro” ed messo in guardia contro il tentativo di spingere i rifugiati palestinesi in Egitto o Giordania, aggiungendo che la situazione umanitaria deve essere affrontata all’interno di Gaza e in Cisgiordania. “Questa è una linea rossa, perché penso che questo sia il piano di alcuni dei soliti sospetti per cercare di creare problemi di fatto sul terreno. Nessun rifugiato in Giordania, nessun rifugiato in Egitto”, ha detto oggi in una conferenza stampa dopo un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Berlino. Il capo del governo tedesco – che oggi è atteso in visita in Israele – ha chiesto invece di prevenire un’escalation in Medio Oriente ed ha avvertito “espressamente” il movimento sciita Hezbollah e l’Iran “a non intervenire nel conflitto”. Poche ore dopo, da Teheran sono però giunte parole di fuoco del Grande Ayatollah, Ali Khamenei. “La leadership israeliana deve essere processata per i suoi crimini contro i palestinesi a Gaza”, ha denunciato la Guida suprema. Quanto alla Francia, il presidente Emmanuel Macron ha parlato di “discussioni intense” per la liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas. Una dichiarazione giunta poche ore dopo la pubblicazione di un video da parte del movimento islamico, che ha mostrato una donna franco-israeliana di 21 anni trattenuta con la forza nella Striscia. “Mi recherò nella regione quando potremo ottenere un accordo concreto per frenare l’escalation”, ha detto l’inquilino dell’Eliseo. “La Francia è pienamente impegnata per far liberare i nostri ostaggi così come tutti gli altri”, ha aggiunto, definendo “odioso, inaccettabile” che vi siano persone in mano all’organizzazione terroristica.

Nel frattempo il Giappone ha annunciato la fornitura di 10 milioni di dollari in assistenza di emergenza ai civili di Gaza, “attraverso le organizzazioni internazionali”. Una di queste, l’Agenzia di soccorso dell’Onu, ha però denunciato l’estrema difficoltà in cui è costretta a operare e i sanguinosi costi pagati, in termini di vite umane, dall’inizio dell’escalation, il 7 ottobre. “Almeno 17 membri del personale dell’agenzia” Onu “sono stati uccisi in attacchi aerei israeliani”, è stato spiegato, sottolineando anche che quasi 400.000 palestinesi hanno cercato rifugio nelle strutture e un numero imprecisato di sfollati interni rimane attualmente nelle scuole dell’Unrwa nel nord della regione governata da Hamas. (di Corrado Accaputo)

A vigilia visita Biden Israele sfida Hamas: nessuna tregua. Tensione con Hezbollah

A vigilia visita Biden Israele sfida Hamas: nessuna tregua. Tensione con HezbollahRoma, 17 ott. (askanews) – Nessuna tregua: Israele prepara “le nuove fasi della guerra”. Alla vigilia dell’arrivo di Joe Biden – il presidente degli Stati Uniti sarà domani nello Stato ebraico -, le forze armate israeliane confermano che l’ipotesi di un cessate il fuoco con gli estremisti palestinesi di Hamas è ancora lontana, anche se la nuova offensiva “potrebbe essere qualcosa di diverso” dall’invasione di terra annunciata nei giorni scorsi. In attesa del via libera delle autorità di governo, le operazioni militari sono proseguite tutta la notte. Almeno 200 obiettivi di Hamas e Jihad islamica sono stati colpiti nella Striscia: si tratta di quartier generali, una banca e diversi tunnel utilizzati dai miliziani islamisti. Secondo fonti del ministero della Sanità palestinese a Gaza, i raid avrebbero preso di mira in particolare le località di Khan Younis, Rafah e Deir el-Balah, nel sud del territorio governato da Hamas: almeno 71 sarebbero le vittime. Tra loro, molte famiglie sfollate dalla città di Gaza. In uno dei raid su Gaza hanno perso la vita anche il responsabile di Hamas per i valichi della Striscia, Fouad Abu Btihan, e alcuni suoi familiari.

Sul fronte settentrionale, invece, i militari israliani avrebbero sventato un tentativo di infiltrazione di presunti “terroristi” dal Libano, che avrebbero voluto piazzare un ordigno oltre il confine. Quattro persone sono state uccise, ha confermato un portavoce militare. Gli scontri sono proseguiti poi in mattinata. Hezbollah ha lanciato un missile anticarro e altri proiettili di mortaio sulla città di Metula, provocando due feriti. Israele ha risposto al fuoco, colpendo alcuni obiettivi in Libano. Circa 600.000 persone, intanto, sono finora fuggite dal nord di Gaza, dove rimangono attualmente circa 100.000 palestinesi, stando ai dati diffusi da Israele. “Devono e dovrebbero andarsene”, ha detto il portavoce delle forze armate, Jonathan Conricus, spiegando che Hamas – che ha invitato la gente a restare – ha avuto un “effetto ritardante” sull’abbandono della regione.

Molti di coloro che si sono diretti a Sud sperano di uscire attraverso il valico di Rafah, al confine con l’Egitto. Una via di fuga che il governo italiano auspica possano imboccare anche i dodici connazionali attualmente a Gaza. “Speriamo che oggi possano uscire dalla Striscia di Gaza e arrivare in Egitto. Le trattative sono in corso, questa è la priorità”, ha confermato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio Anch’io, sottolineando che “Isarele ha diritto a difendersi, quindi a colpire Hamas”. Ma è necessario fare in modo che non ci siano conseguenze sulla popolazione civile che non ha nulla a che vedere con Hamas, ha sottolineato il titolare della Farnesina. “Dobbiamo chiaramente dire che i palestinesi non sono Hamas. E gli esponenti di Hamas non sono i palestinesi. Hamas è un’organizzazione criminale e terroristica che ha fatto quello che i nazisti hanno fatto contro gli ebrei”. Da parte sua, il re di Giordania Abdallah – reduce da una visita in Italia – ha avvertito che “l’intera regione è sull’orlo del baratro” ed messo in guardia contro il tentativo di spingere i rifugiati palestinesi in Egitto o Giordania, aggiungendo che la situazione umanitaria deve essere affrontata all’interno di Gaza e in Cisgiordania. “Questa è una linea rossa, perché penso che questo sia il piano di alcuni dei soliti sospetti per cercare di creare problemi di fatto sul terreno. Nessun rifugiato in Giordania, nessun rifugiato in Egitto”, ha detto oggi in una conferenza stampa dopo un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Berlino. Il capo del governo tedesco – che oggi è atteso in visita in Israele – ha chiesto invece di prevenire un’escalation in Medio Oriente ed ha avvertito “espressamente” il movimento sciita Hezbollah e l’Iran “a non intervenire nel conflitto”. Poche ore dopo, da Teheran sono però giunte parole di fuoco del Grande Ayatollah, Ali Khamenei. “La leadership israeliana deve essere processata per i suoi crimini contro i palestinesi a Gaza”, ha denunciato la Guida suprema.

Quanto alla Francia, il presidente Emmanuel Macron ha parlato di “discussioni intense” per la liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas. Una dichiarazione giunta poche ore dopo la pubblicazione di un video da parte del movimento islamico, che ha mostrato una donna franco-israeliana di 21 anni trattenuta con la forza nella Striscia. “Mi recherò nella regione quando potremo ottenere un accordo concreto per frenare l’escalation”, ha detto l’inquilino dell’Eliseo. “La Francia è pienamente impegnata per far liberare i nostri ostaggi così come tutti gli altri”, ha aggiunto, definendo “odioso, inaccettabile” che vi siano persone in mano all’organizzazione terroristica. Nel frattempo il Giappone ha annunciato la fornitura di 10 milioni di dollari in assistenza di emergenza ai civili di Gaza, “attraverso le organizzazioni internazionali”. Una di queste, l’Agenzia di soccorso dell’Onu, ha però denunciato l’estrema difficoltà in cui è costretta a operare e i sanguinosi costi pagati, in termini di vite umane, dall’inizio dell’escalation, il 7 ottobre. “Almeno 17 membri del personale dell’agenzia” Onu “sono stati uccisi in attacchi aerei israeliani”, è stato spiegato, sottolineando anche che quasi 400.000 palestinesi hanno cercato rifugio nelle strutture e un numero imprecisato di sfollati interni rimane attualmente nelle scuole dell’Unrwa nel nord della regione governata da Hamas. (di Corrado Accaputo)

Firriato: blockchain per tracciabilità e anticontraffazione del vino

Firriato: blockchain per tracciabilità e anticontraffazione del vinoMilano, 17 ott. (askanews) – Assicurare totale tracciabilità del prodotto, tutelarne l’identità e seguirne tutti i passaggi di mercato fino al possessore finale, attraverso l’iscrizione in blockchain dell’intera storia della bottiglia. Una tecnologia anticontraffazione, un sigillo di autenticità, di cui l’azienda vitivinicola siciliana Firriato ha dotato ogni singola bottiglia del suo vino di punta: il “Signum Aetnae pre-phylloxera 2015”. In pratica, ognuna delle 2.436 bottiglie prodotte ha all’interno della sua retroetichetta tre diversi codici che la rendono unica al mondo. Il primo codice indica la tiratura limitata e il numero della bottiglia posseduta, il secondo ne certifica l’autenticità, il terzo, celato sotto una vernice scratch, è generato in modalità random e consente al possessore di registrare la bottiglia e di divenirne il proprietario ufficiale.

Il Signum Aetnae è un rosso da uve di Nerello Mascalese provenienti da un vigneto pre fillossera di poco più di due ettari, con piante di oltre 150 anni d’età, a 650 metri slm nella Tenuta di Cavanera Etnea, vinificate in blend in Contrada Verzella (versante Nord) insieme con altre “varietà reliquia” del territorio vulcanico. “Queste innovazioni, unitamente con un altro particolare e complesso sistema di anticontraffazione, aiutano a garantire al cliente di essere di fronte a una bottiglia autentica di Signum Aetnae: un aspetto molto importante da un lato per la tutela ‘Made in Italy’ e dall’altro come sigillo di garanzia per i collezionisti più esigenti” ha spiegato l’azienda durante la presentazione del progetto alla “Milano Wine Week”, aggiungendo che “per ogni bottiglia di Signum Aetnae esiste la possibilità di acquistare il suo NFT, definito S-NFT (Signum NFT) e di accedere a una serie di servizi ad alto valore aggiunto, indispensabili per ogni vero collezionista di opere d’arte del vino”. Anche in questo caso il possessore avrà diritto alla scrittura in blockchain dell’intera tracciabilità e della storia del vino, a partire dalla vendemmia fino alle future vendite, compresi i trasferimenti di proprietà. Con il possesso della bottiglia da collezione si entrerà in possesso anche di un “artwork” a tema Etna, realizzata da Firriato con un soggetto diverso per ogni annata, ed ancora, potrà richiedere, in ogni momento, una perizia professionale che certifichi l’exepertise del vino e la ricolmatura/ritappatura trascorsi 15 anni dall’imbottigliamento.

La creazione del NFT sul possesso del Signum costituisce, sempre secondo l’azienda, “l’elemento più interessante di valorizzazione, perché abbinato a dei servizi esclusivi, costituendo, probabilmente, la prima esperienza di questo tipo nel campo vitivinicolo italiano”. I proventi della vendita di S-NFT verranno interamente devoluti ad enti impegnati al raggiungimento dei nuovi obiettivi di riduzione della CO2. “Il Signum Aetnae 2015 – ha dichiarato il chief operating officer di Firriato, Federico Lombardo di Monte Iato – apre quindi le porte ad una nuova visione del vino digitale, pronto a fare da pioniere in un mondo nuovo ma che, siamo convinti, diventerà la normalità entro pochi anni”.

Carrozza (Cnr): sfida è progettare robot che rispettino il pianeta

Carrozza (Cnr): sfida è progettare robot che rispettino il pianetaRoma, 17 ott. (askanews) – “Oggi più che mai abbiamo delle domande scientifiche sull’universo, sulla materia, sulle scienze della vita che ci pongono degli orizzonti scientifici che dobbiamo affrontare con coraggio e rigore e grande collaborazione per provare a sviluppare soluzioni. A me piace molto il tema del futuro dell’umanità. In questo secolo siamo anche di fronte al dubbio se il rapporto tra la specie umana e il pianeta potrà rimanere quello che è stato nei secoli scorsi oppure dovrà essere rivisto. È indubbia la relazione tra la specie umana e il pianeta: il pianeta resisterà sicuramente, il problema è se la specie umana così com’è oggi potrà resistere”. Lo ha detto la presidente del Consiglio nazionale delle ricerche Maria Chiara Carrozza intervenendo in apertura del convegno organizzato dall’Accademia dei Lincei e dal Cnr per celebrare il centenario dell’ente di ricerca dal titolo “Cento anni di collaborazione per il progresso delle scienze”.

“Non è un dubbio di piccolo conto. Non solo per l’impatto etico ma anche per l’impatto scientifico. Nella mia vita da ricercatrice – ha proseguito la presidente del Cnr – mi sono occupata di progettazione di robot e forse il modo in cui ci avviciniamo alla progettazione delle macchine è un modo che non tiene conto dell’impatto della macchine sull’equilibrio del pianeta, di come ricevono e consumano energia, di come dissipano il calore. La domanda scientifica che mi porrò nell’ultima parte della mia carriera da ricercatrice che sto per affrontare è proprio come cambiare la progettazione delle macchine che tenga conto di questi vincoli e di questi impatti delle macchine sull’ambiente. Che vuol dire ripensare i materiali, ripensare la produzione di energia, ripensare a dove i materiali finiranno e a come recuperarli. Finora le macchine non sono state pensate per essere completamente circolari, sono pensate per essere poi smaltite o al massimo smontate intelligentemente. È necessario – ha concluso Maria Chiara Carrozza – ripensare al modo stesso di trasformare la scienza in tecnologia, che è una delle più belle sfide che la specie umana ha di fronte perché è la tecnologia che ci permette in questo momento di sopravvivere su questo pianeta”.