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Tag: Sanremo 2023

Esce “Enzo Jannacci-Qualcosa da ascoltare – tra inediti e rarità”

Esce “Enzo Jannacci-Qualcosa da ascoltare – tra inediti e rarità”Milano, 12 ott. (askanews) – A dieci anni dalla scomparsa di Enzo Jannacci, Ala Bianca pubblica, il 17 novembre, il vinile “Enzo Jannacci – Qualcosa da ascoltare – tra inediti e rarità”, un album prezioso che raccoglie registrazioni private dei primi anni di attività artistica di Enzo, restaurate e masterizzate e tre brani inediti. Il vinile è da oggi disponibile in pre-order (https://found.ee/jannacci_qualcosadaascoltare). In occasione dell’uscita del pre-order, Ala Bianca pubblica il primo brano inedito contenuto nel disco, “Non posso sporcarmi il vestito”, una canzone recuperata tra le registrazioni del giovane Enzo, opportunamente ‘restaurata. Il brano è accompagnato da un videoclip, firmato da Ranuccio Sodi con l’animazione dello Studio Convertino & Designers, che racconta Enzo Jannacci attraverso i personaggi delle sue canzoni (https://youtu.be/RVvg6jEiQqE). L’intento del video è quello di ricordare tutto il mondo di Enzo sotto forma di inseguimento ripercorrendo i suoi successi e cercando di dare un volto alle sue creature come il Barbun in scarp de tennis, l’Armando o Vincenzina, personaggi che Jannacci, con la musica e soprattutto con l’interpretazione, ha reso veri e concreti dotandoli quasi di una tangibile fisicità. “Non posso sporcarmi il vestito” è inoltre sincronizzato nel docufilm di Giorgio Verdelli: “Enzo Jannacci, Vengo Anch’io”, presentato in anteprima alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, e distribuito in sala da MEDUSA dall’11 Settembre. Il vinile “Enzo Jannacci – Qualcosa da ascoltare – tra inediti e rarità” rende omaggio alla memoria e alla genialità di Enzo Jannacci nel decennale della sua scomparsa, un anno importante in cui si è ricordato il grande cantautore con un concerto evento al teatro Arcimboldi di Milano dal titolo “Jannacciami”, con il docufilm di Giorgio Verdelli e con il tributo all’artista conferito dal Club Tenco con la Rassegna 2023 intitolata “Vengo anch’io”.

“Qualcosa da ascoltare – tra Inediti e rarità” è una collezione di reperti audio che conservano una preziosa valenza documentaristica, storica ed artistica, e che impreziosiscono il valore del patrimonio creativo di Enzo. E’ un disco di una musicalità sorprendente, godibilissimo, divertente, riflessivo, e di rara autenticità. Una vera e propria “chicca”.

Il Premio Cavour 2023 ad Antonio Patuelli, presidente Abi

Il Premio Cavour 2023 ad Antonio Patuelli, presidente AbiRoma, 12 ott. (askanews) – Il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli ha ricevuto il Premio Cavour 2023 per “l’impegno costante, la straordinaria carriera e la profonda conoscenza del Risorgimento italiano”. Secondo quanto riporta un comunicato, la cerimonia di consegna del premio si è svolta nel pomeriggio, presso la Fondazione Camillo Cavour di Santena, a Torino, e Patuelli è stato intervistato sul palco da Giovanni Minoli, insignito nel 2020 della stessa onorificenza.

Durante l’evento, sul maxischermo allestito nel Giardino delle Scuderie del Polo Cavouriano è stato proiettato il video con la motivazione del Premio, istituito nel 2007 dalla Fondazione Cavour in collaborazione con l’Associazione Amici della Fondazione. “Gli interessi culturali coltivati fin dalla gioventù, la tenacia imprenditoriale in un settore – quello agricolo – strategico per la crescita del Paese, la profonda conoscenza del sistema bancario e la conseguente credibilità internazionale, che ha permesso lo sviluppo del nascente Stato italiano, sono tratti essenziali di Camillo Cavour che si riflettono nella vita personale e professionale del Premiato 2023. La Fondazione Camillo Cavour con l’Associazione degli Amici della Fondazione Cavour riconosce l’impegno costante e la straordinaria carriera di Antonio Patuelli – recita la motivne – Cavaliere al Merito del Lavoro e profondo conoscitore del Risorgimento italiano, i cui valori etici e di responsabilità sono sempre stati per lui un orizzonte di riferimento e il coerente risultato della sua attività”.

Il Premio Camillo Cavour – che consiste in una riproduzione in oro degli occhiali del celebre statista piemontese – è assegnato ogni anno a un italiano eccellente ed è destinato alle persone che hanno contribuito e contribuiscono a continuare l’opera alla quale Camillo Benso di Cavour dedicò tutta la vita: l’Unità d’Italia, il rafforzamento della struttura dello Stato nazionale, la appartenenza politica ed economica del nostro Paese alla comunità europea. Giunto alla XVII edizione, il Premio Cavour è stato attribuito all’ex Presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi (2007), all’oncologo e politico Umberto Veronesi (2008), al giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela (2009), a Giorgio Napolitano ad personam (2010), all’étoile Carla Fracci (2010), al politico Antonio Vassallo, vittima della camorra (2011, in memoriam), al fondatore di Slow Food Carlo Petrini (2012), agli imprenditori Bruno Ceretto (2013) e Brunello Cucinelli (2014), alla Marina Militare Italiana (2015), all’economista, ex Presidente della BCE e Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi (2016), all’astronauta Samantha Cristoforetti (2017), al navigatore Giovanni Soldini (2018), al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (2019), al giornalista e dirigente televisivo Giovanni Minoli (2020), all’ex Presidente del Consiglio dei ministri ed ex Presidente della Commissione europea Romano Prodi (2021) e all’onorevole Renato Brunetta (2022).

Classe 1951, il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli è imprenditore agricolo, giornalista editorialista de il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno e Presidente de La Cassa di Ravenna SpA, a capo dell’omonimo Gruppo bancario privato e indipendente. Nel 2009 è stato nominato Cavaliere al Merito del Lavoro dal Presidente della Repubblica. La cerimonia di conferimento del Premio Cavour 2023 è stata trasmessa in diretta streaming

Esperimenti congiunti sull’Iss per Aeronautica Militare e Asi

Esperimenti congiunti sull’Iss per Aeronautica Militare e AsiMilano, 12 ott. (askanews) – L’Aeronautica Militare e l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) condurranno, in maniera congiunta, diversi esperimenti scientifici sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss).

La missione Ax-3, diretta verso l’Iss nel 2024, a cui la Difesa partecipa con il Colonnello Walter Villadei dell’Aeronautica Militare, darà la possibilità all’Italia di incrementare competenze scientifiche, tecnologiche e operative – sia di enti istituzionali sia di società private – legate alle attività umane nello Spazio. Con un equipaggio tutto europeo, la missione della società statunitense Axiom Space – che decollerà dal Kennedy Space Center (Florida) a bordo della navetta Crew Dragon di Space X – permetterà agli astronauti a bordo della ISS di eseguire una serie di esperimenti scientifici in orbita bassa (Low-Earth Orbit – LEO).

Per l’Italia, gli esperimenti sono stati promossi dal Ministero della Difesa e dall’Agenzia Spaziale Italiana, in coordinamento con centri di ricerca, università e industrie, per amplificare – attraverso la sperimentazione – la grande esperienza nazionale in ambito operativo, medico e tecnologico, applicata allo spazio. Nel dettaglio, l’Aeronautica Militare effettuerà attività di sperimentazione, per la prima volta dallo Spazio, sul sistema software ISOC (Italian Space Operations Centre), cuore della propria capacità Space Situational Awareness (SSA). Gli astronauti a bordo della ISS replicheranno alcune analisi normalmente svolte dal Centro SSA, uno dei centri operativi spaziali europei in prima linea per il monitoraggio degli oggetti spaziali che rientrano in atmosfera e che sorveglia costantemente i possibili eventi di collisione tra oggetti artificiali orbitanti attivi (ISS compresa) con i detriti spaziali.

La permanenza di due settimane in condizioni di microgravità renderà possibile testare e verificare gli effetti fisiologici del volo spaziale sugli esseri umani, per comprenderne i cambiamenti sia biologici sia psicologici. In tale ambito, l’Aeronautica Militare porterà avanti uno studio legato al sistema cardiovascolare, focalizzato sulle reazioni biologiche alla microgravità della funzione endoteliale, mentre l’Asi tornerà ad analizzare l’effetto della microgravità sull’aggregazione delle proteine beta amiloide (Aß), che sono implicate nelle malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer.

L’Agenzia spaziale italiana, inoltre, realizzerà l’esperimento ORION, finalizzato allo studio della fertilità femminile in condizioni di microgravità e l’esperimento PROMETEO II per lo studio dello stress ossidativo, alla base di molti effetti deleteri del volo spaziale, tra cui in particolare disturbi cognitivi e comportamentali.

Al via “4 Weeks 4 Inclusion” di Tim, focus su inclusione e diversità

Al via “4 Weeks 4 Inclusion” di Tim, focus su inclusione e diversitàRoma, 12 ott. (askanews) – L’attenzione sui temi della diversità e dell’inclusione all’interno del mondo aziendale è cresciuta significativamente nel corso degli ultimi anni ed è destinata a crescere nel prossimo triennio. A evidenziarlo è una ricerca Ipsos, presentata oggi in occasione dell’avvio della quarta edizione della 4 Weeks 4 Inclusion, alla presenza di Helena Dalli, Commissaria europea all’Uguaglianza, di Alessandra Locatelli, Ministra per le Disabilità, e Salvatore Rossi, Presidente di TIM.

Quest’anno al più grande evento interaziendale dedicato all’inclusione, ideato e promosso da TIM, hanno aderito ben 400 partner fra imprese, università, associazioni ed enti no profit, con l’obiettivo di favorire la cultura dell’inclusione e del diritto individuale alla diversità fuori e dentro le aziende.   Secondo la ricerca “A che punto siamo con la DE&I in Italia” di Ipsos – la cui presentazione sarà disponibile sul sito 4w4i.it – per oltre l’85% delle imprese intervistate l’attenzione alle politiche di diversità e inclusione accelererà nei prossimi anni, grazie anche all’adozione crescente di politiche aziendali orientate all’inclusione. Lo studio evidenzia inoltre che il 60% delle aziende partner della 4W4I già realizza da diversi anni iniziative specifiche in questa direzione, riscuotendo il favore dei dipendenti (oltre il 90% di consensi). Ipsos evidenzia inoltre che le iniziative sono focalizzate sulla parità di genere (85%), la disabilità (67%), l’identità di genere (53%) e l’età (51%), mentre il tema su cui si concentra la maggiore attenzione per il futuro è quello della disabilità (74%). In oltre tre quarti dei casi (77%) esistono già policy di comportamento non discriminatorio. “L’uguaglianza, la diversità e l’inclusione sono valori fondamentali dell’Unione Europea ed una priorità per la Commissione Europea”, ha sottolineato Helena Dalli, Commissaria europea all’Uguaglianza. “Eventi come la 4 Weeks 4 Inclusion, promossa da TIM – ha aggiunto – sono un’opportunità per fare il punto sui progressi compiuti, condividere buone pratiche e stimolare cambiamenti positivi. Il nostro obiettivo è costruire un’unione dell’uguaglianza in cui tutti si sentono apprezzati e abbiano la possibilità di crescere secondo le proprie aspirazioni. A questo fine ci siamo dotati di strategie concrete che promuovono la parità di genere, l’uguaglianza LGBTIQ, l’antirazzismo, l’inclusione dei Rom e i diritti delle persone con disabilità. Promuovere le pari opportunità nell’accesso al mercato del lavoro è anche una necessità per affrontare la carenza di manodopera e di competenze a cui tante imprese devono fare fronte in Europa”.

“Ringrazio TIM per questa iniziativa che si conferma un appuntamento importante per tenere alta l’attenzione sull’inclusione e sulle buone pratiche che ogni giorno contribuiscono a valorizzare le diversità”, ha affermato Alessandra Locatelli, Ministra per le Disabilità. “Per rispondere alle sfide del futuro serve rafforzare, con sempre più coraggio, la collaborazione a tutti i livelli: soltanto se uniamo le energie tra Istituzioni, Terzo settore, mondo privato e del privato sociale, potremo garantire servizi adeguati e una vita dignitosa e di qualità a ogni persona, anche a quelle più fragili, partendo dalla consapevolezza che in ognuno ci sono talenti e competenze da valorizzare. È una grande sfida che deve vederci tutti impegnati e che ci consentirà di costruire comunità più inclusive e accoglienti per tutti”.

“Vedere questa manifestazione, giunta alla quarta edizione, crescere anno dopo anno è per me motivo di grande soddisfazione”, ha commentato Salvatore Rossi, Presidente di TIM. “Dalla prima edizione, che contava 27 partner, siamo arrivati al coinvolgimento di oltre 400 fra imprese, università, associazioni ed enti no profit. Questo successo è la dimostrazione di come si stia diffondendo sempre più la consapevolezza che promuovere il diritto universale all’inclusione non è solo un dovere ma è anche un’opportunità di crescita economica. Sostenere con progetti concreti le pari opportunità e il percorso verso un mondo del lavoro che includa le diversità esaltandone potenzialità e unicità sono azioni che generano ricadute positive ad ogni livello ed è per questo che ne facciamo parte del nostro impegno quotidiano”. Nel corso del panel ‘Anatomia dell’inclusione’, moderato da Monica D’Ascenzo, giornalista de ‘Il Sole 24Ore’, sono state illustrate le principali novità dell’edizione 2023 attraverso le voci dei rappresentanti delle aziende partner. Tra i partecipanti Paola Angeletti, Chief Operating Officer di Intesa Sanpaolo, Elena Ceccolini, Diversity, Equity and Inclusion Operations Manager di Amazon Italia e Luciano Sale, HR Director di Fincantieri.

4 Weeks 4 Inclusion (#4W4I) è un’iniziativa ideata da TIM per sensibilizzare sui temi dell’inclusione e della valorizzazione delle diversità, grazie a un fitto programma di eventi condivisi, webinar, digital labs e gruppi creativi. Ogni anno gli ospiti e gli speaker si alternano per quattro settimane consecutive, realizzando un racconto corale di storie di inclusione e condividendo best practices, modelli e strumenti per valorizzare tutte le diversità: dalla disabilità al confronto intergenerazionale, dalla valorizzazione del contributo femminile, all’orientamento sessuale e identità di genere, all’etnia e alla religione. Aderiscono all’edizione 2023 di oltre 4 Weeks 4 Inclusion oltre 400 partner. Maggiori informazioni sono disponibili su www.4w4i.it

Lollobrigida: bene operazione Nas su vino, difendere la qualità

Lollobrigida: bene operazione Nas su vino, difendere la qualitàRoma, 12 ott. (askanews) – “L’azione di contrasto messa a segno dai Carabinieri del Nas, con il supporto tecnico dell’Ispettorato centrale per la qualità e repressione delle frodi, dimostra che non c’è spazio in Italia per chi vuole operare fuori dalle regole”. Così il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, sulla campagna di controllo effettuata a settembre nel settore del vino e che ha portato al sequestro di oltre 300.000 litri di prodotto in fermentazione o già trasformato.

“Difendere la qualità garantisce il valore delle produzioni. Ancora una volta viene confermata l’efficacia dei controlli sulle nostre produzioni. Lo Stato è in prima linea per tutelare e difendere i cittadini e i produttori onesti”, ha concluso il ministro.

Ristoratori: da ottobre prezzi menù +5-12% per aumento costi

Ristoratori: da ottobre prezzi menù +5-12% per aumento costiRoma, 12 ott. (askanews) – Da ottobre i prezzi dei menu dei ristoranti aumenteranno del 5-12% perchè i ristoratori non riescono a fare fronte alle “speculazione sui prezzi, con aumenti che sono arrivati fino al 100% in un anno”. É la denuncia di Raffaele Madeo, presidente di TNI Ristoratori Italia, che spiega che, al di là dell’inflazione, dell’aumento dei costi dell’energia e di quelli delle materie prime, “alcuni prodotti, indispensabili nelle cucine dei ristoranti, sono tornati alle stelle, come ad esempio l’olio extravergine di oliva, che, se prima ci costava 5-6 euro al litro, adesso si paga 10-12 euro al litro, dieci volte di più di quanto costi un litro di vino”.

Una situazione critica, dunque, “alla quale si aggiunge la difficoltà di trovare personale in quanto non si trovano lavoratori disponibili a fare gli orari serali e festivi tipici del settore della ristorazione e turistico in genere”. “Più che un problema di stipendi bassi o di contratti non rispettati, cosa della quale siamo stati più volte accusati, è invece il tipo di lavoro di per sé che non è più attrattivo”, sottolinea Madeo. A novembre a Roma ci saranno gli Stati generali della ristorazione. “TNI – annuncia Madeo – sarà presente e porterà al governo le richieste della categoria, a partire da quella che riteniamo la priorità numero uno: la sospensione delle legge Bersani, e dunque il blocco di nuove aperture non solo nei centri storici, come hanno fatto alcune città, tra cui Firenze, ma anche nelle periferie, dove le attività soffrono di più”.

Governo, Calderoli ringrazia le Regioni: collaborazione efficace

Governo, Calderoli ringrazia le Regioni: collaborazione efficaceRoma, 12 ott. (askanews) – “Con le odierne sedute delle Conferenze Unificata e Stato-Regioni è arrivato il via libera a nuovi provvedimenti e iniziative importanti”. Lo fa sapere in una nota il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli.

“In sede di Conferenza Unificata – spiega Calderoli – è arrivato il parere favorevole al decreto con le modalità per l’erogazione delle risorse relative al Fondo per la valorizzazione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale Friuli-Venezia Giulia e Valle d’Aosta, dunque Veneto e Piemonte, mettendo in campo 5 milioni di euro da destinare agli enti locali per realizzare opere aggiuntive o coprire il costo di aumenti per opere già programmate o in corso. E’ stato inoltre reso parere favorevole al decreto Caivano, per misure di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa, alla criminalità minorile e per la sicurezza dei minori in ambito digitale”. “In sede di Conferenza Stato-Regioni – prosegue il ministro – ho avuto il piacere di rendere un’informativa per ringraziare, a nome del Governo, i partecipanti degli enti territoriali a queste sedute. Su ben 602 leggi regionali, sono 579 quelle che hanno evitato l’impugnativa, dunque meno del 4% delle leggi regionali viene impugnato. Si tratta – sottolinea il ministro – di un ottimo risultato, a distanza di un anno dall’insediamento dell’Esecutivo, che ci sprona comunque a migliorare e a cercare di fare sempre di più. Fin dall’inizio del mio mandato come Ministro per gli Affari Regionali ho preso l’impegno di garantire un sempre miglior coordinamento tra il Governo centrale e gli Enti territoriali, una collaborazione che questi numeri certificano in pieno”.

“L’obiettivo che mi pongo da qui in avanti – conclude Calderoli – è proseguire nella stessa direzione, mantenendo alte le percentuali e di conseguenza la buona sinergia con le Istituzioni territoriali”.

Italiani all’estero, Confcommercio: turismo radici vale 8 mld l’anno

Italiani all’estero, Confcommercio: turismo radici vale 8 mld l’annoRoma, 12 ott. (askanews) – Gli italiani che risiedono all’estero e i loro discendenti sono circa 60 milioni. Una comunità enorme che vuole riscoprire le proprie radici e con un’ottima capacità di spesa, voglia di conoscere e vivere in pieno l’Italia. Questo segmento riconducibile al turismo delle radici potrebbe generare una spesa annua in Italia molto vicina a 8 miliardi di euro. Lo ricorda Confcommercio, che al Ttg di Rimini ha dedicato un convegno al tema, nell’anno che è stato dichiarato l’anno delle radici, alla luce di uno specifico progetto del PNRR che prevede il Turismo delle radici tra le voci di investimento, creando un’occasione irripetibile per il settore.

Della vasta comunità italiana all’estero l’84% conosce bene l’italiano e 9 su 10 lo parlano in famiglia. L’82% mangia abitualmente cucina italiana. Solo il 12% non è mai venuto in Italia, 6 su 10 sono venuti o tornati più volte nel corso degli anni. 3 su 10 dedicano al viaggio in Italia 1 o 2 settimane per visitare parenti e luoghi di origine. La maggior parte arriva con la famiglia preferendo i mesi di giugno e settembre. Il 27% prevede di pernottare a casa di parenti e amici, mentre il 35% punta su alberghi e un ulteriore 16% su altri tipi di strutture turistico-ricettive. 2.300 euro per persona il budget che il turista mette a disposizione, che diventano 3.700 per chi si allunga fino a un mese. C’è anche un identikit dell’italiano/turista delle radici che permette di identificare 4 cluster ben precisi. Il Nostalgico: migrante di prima generazione. Legame con l’Italia strettissimo, parla italiano e si sente italiano all’estero. Il viaggio delle radici è un must: un desiderio di condividere con la famiglia la propria storia. Nel viaggio si è guide di se stessi. Si sa dove andare e come muoversi. L’Ambassador: viene spesso in Italia per motivi lavorativi. Si sente italiano. Organizza da solo i propri viaggi anche con la famiglia. E’ una persona che ha una buona influenza nella propria comunità di adozione e che è un vero e proprio testimonial di italianità all’estero.

L’Italo-…: italiano di seconda generazione, che non si definisce solo italiano ma italo-(americano, argentino, brasiliano..). Approfondisce le sue radici come ricerca di identità. Il viaggio in Italia significa rivedere i luoghi di origine, i borghi, le case, i cimiteri dove sono sepolti i propri antenati. Questo turista ha bisogno di percorsi programmati e di vivere esperienze di italianità. Il Curioso: è il giovane italiano nato all’estero che vuole vivere l’italian style e desidera venire in Italia per fare esperienze immersive non necessariamente legate alla volontà di riscoprire le proprie radici genealogiche. E’ un target con un profilo più turistico, che non si sente italiano, ma che desidera fare esperienza di italianità che gli sono state veicolate tramite anche filmografia e social. Sono alcuni significativi dati emersi da un’analisi di Confcommercio e Swg sulle comunità ‘italiche’ di 8 paesi – Argentina, Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti – e dallo studio di TRA Consulting sull’impatto del turismo delle radici sull’economia nazionale.

La lingua come elemento identitario delle comunità indagate è il primo fattore determinante. Nonostante l’84% degli intervistati dichiari di conoscerla bene o abbastanza bene, e 9 su 10 la parlino in famiglia almeno ogni tanto, l’interesse ad approfondirla è ben presente in 8 intervistati su 10, soprattutto tra i discendenti dei nostri emigrati nati all’estero. Stesso ruolo è riconosciuto alla cucina: l’82% dichiara di mangiare italiano abitualmente, o comunque ogni volta che è possibile. Avvicinandosi di più alla sfera turistica, l’Italia esercita su questa comunità un magnetismo che va anche oltre quello che ci si potrebbe attendere. Solo il 12% degli intervistati non è mai stato in Italia, e 6 su 10 sono venuti o tornati più volte nel corso degli anni: soprattutto fra i nati nel nostro Paese e i loro partner, mentre la propensione a venire in Italia scende col passare delle generazioni per ritornare significativa – il 63% dei casi – fra coloro che, pur non essendo certi di avere origini del nostro Paese, ne sono incuriositi e stanno cercando di ricostruirle.

L’incontro con la famiglia e la visita dei luoghi di origine sono sì motivazioni del viaggio, ma alla pari dell’attrazione per la bellezza del Paese nel suo complesso e della passione per la cucina. Il risultato è un itinerario composito, per il quale 3 intervistati su 10 mettono a disposizione tra 1 e 2 settimane e altrettanti addirittura dai 15 ai 30 giorni, anche se il 40% ammette di unire un passaggio anche in altri Stati europei. Numeri che non si modificano più di tanto neanche quando, al campione intervistato, si chiede come programmerebbero un viaggio delle radici vero e proprio, con contenuti quindi fortemente improntati alla ricerca delle proprie origini. Anche in questo caso, infatti, la scelta è quella di riservare alla visita dell’Italia in generale, e delle sue attrazioni, il 55% del tempo a disposizione, pur dedicando il resto ai luoghi di origine della famiglia di provenienza. Superato anche il pregiudizio sul tipo di alloggio prevalentemente programmato: solo il 27% prevede di pernottare a casa di parenti e amici, mentre il 35% punta su alberghi e un ulteriore 16% su altri tipi di strutture turistico-ricettive. Ne consegue un budget messo a disposizione – per una vacanza che quasi 4 su 10 pianificano di 1 o 2 settimane – di 2.300 euro per persona, che diventano 3.700 per chi si allunga fino a un mese: cifre di tutto rispetto, anche se il costo del trasporto incide notevolmente sulle medie calcolate a secondo del Paese da cui si parte. In sintesi, turisti con la ‘T’ maiuscola e a tutto tondo, attratti principalmente dall’Italia nel suo complesso: dalla cucina alla cultura, allo shopping – di produzioni però rigorosamente italiane – alla lingua. E soprattutto, alla ricerca di esperienze immersive: scuole di cucina e spettacoli teatrali, oltre a eventi culturali in genere, che risultano al centro dell’attenzione per 7 su 10, ma anche corsi di italiano durante la permanenza, indicati come molto o abbastanza interessanti dal 62% del campione. La mancanza di una base statistica solidamente dedicata a questo specifico segmento è la constatazione da cui prende avvio il secondo approfondimento presentato, quello sulle potenzialità d’impatto in termini economici. Riuscire ad andare oltre la macro categoria motivazionale ‘visite a parenti e amici’ rilevata da Banca d’Italia e su cui si basano, fino ad oggi, molte delle analisi di spesa sul turismo delle radici, costituirebbe un significativo passo in avanti. In coerenza anche con i risultati dell’indagine di SWG, la strada proposta da TRA Consulting, partendo sempre dai dati di Banca d’Italia, è quella di tenere conto dell’opzione ‘visita a parenti e amici’ anche quando questa è espressa come motivazione secondaria, considerando però che parte dei viaggi operati verso l’Italia con tale obiettivo non sono in alcun modo riconducibili a turismo delle radici. Va poi inserita nel calcolo, per ciascun Paese di provenienza, la combinazione di due ulteriori elementi: l’incidenza percentuale della comunità ‘italica’ sulla popolazione, e la capacità di quel Paese di generare flussi turistici diretti verso l’estero. Adottando tale metodologia, la spesa annua in Italia del solo segmento riconducibile al turismo delle radici si avvicinerebbe a 8 miliardi di euro, di cui il 55% sarebbe generato dai soli 8 Paesi oggetto degli approfondimenti presentanti. Si andrebbe quindi ben oltre i 6,74 miliardi di euro attribuiti da Banca d’Italia nel 2022 alla macro voce ‘visita a parenti e amici’. In conclusione, flussi significativi e non sempre adeguatamente rilevati, caratterizzati da ottimi livelli di spesa media, alto grado di fedeltà alla destinazione Italia, rilevante motivazione esperienziale e impatto diffuso sull’economia, sono alcuni degli elementi che caratterizzano il turismo delle radici dove il nostro Paese, in virtù della numerosità e diffusione delle comunità all’estero, è chiamato a giocare un ruolo che pochi ancora riescono ad intravedere in tutte le sue importanti dimensioni. Guardare al 2024 – anno delle radici italiane – non come punto di arrivo, ma come base di partenza per sviluppare una strategia del Sistema Paese dedicata a questo segmento, ascoltandone le esigenze specifiche e presentando servizi dedicati, è dunque la strada per trasformare un singolo evento in un’opportunità di lunga durata.

Israele, Crosetto: evitare un’escalation più vasta e vittime civili

Israele, Crosetto: evitare un’escalation più vasta e vittime civiliBruxelles, 12 ott. (askanews) – “A noi preoccupa che non ci sia una escalation, che non ci siano persone che non c’entrano nulla in questo scontro, come è successo ai coloni, ai bambini, ai neonati israeliani, che rimangano in mezzo a quella che è una legittima reazione da parte di Israele, che si è sentito attaccato e deve difendersi”. Lo ha affermato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, parlando con i giornalisti a margine della riunione dei ministri della Difesa della Nato, questo pomeriggio nella sede dell’Alleanza a Bruxelles.

“Probabilmente – ha osservato Crosetto – la convivenza con Hamas, che fino adesso è avvenuta in qualche modo e non aveva avuto effetti così devastanti, adesso è impossibile. E quindi la reazione di Israele adesso è assicurarsi il futuro; e il futuro probabilmente comprende uno scontro con Hamas molto duro”. “Questo può avere conseguenze? Noi ci auguriamo di no. L’Italia – ha assicurato il ministro – farà di tutto perché siano rispettati i diritti delle persone che non c’entrano nulla, perché sono estranee a questa cosa. Io non sovrappongo Hamas al popolo palestinese, li tengo ben distinti”.

“E soprattutto”, bisogna “che non ci sia un’escalation che incide su un’area molto più vasta di quella su cui stiamo concentrando adesso l’attenzione. Questo penso – ha detto Crosetto – che debba essere l’obiettivo di tutta la comunità internazionale”. Ma Israele, è stato chiesto al ministro, è d’accordo con i corridoi umanitari, lascerà uscire i civili da Gaza? “Da quello che ho sentito io, e dalle stesse dichiarazioni del mio collega israeliano (Yoav Galant, che ha partecipato alla riunione della Nato, ndr), è aperto ed è sempre stato aperto, non è mai stato chiuso. E la possibilità fin dall’inizio è stata data a chiunque volesse allontanarsi; bisogna agire in modo tale che le persone intanto lo sappiano, e poi che in qualche modo riescano a muoversi. E penso che questo sia l’obiettivo che deve garantire soprattutto la comunità internazionale: chi vuole andar via deve poter andar via immediatamente. Deve essere assicurato un corridoio per uscire” da Gaza “e per trovare un posto dove poter andare”.

A una domanda sulla possibilità che le forze di pace italiane siano chiamate a partecipare alla predisposizione dei corridori umanitari per uscire da Gaza, il ministro ha risposto: “L’Italia non si è mai tirata indietro. Qualora fosse richiesto dalla comunità internazionale, dall’Onu, un impegno italiano di pace di questo tipo saremmo i primi a essere disponibili. Ma per adesso nessuno ha chiesto nulla di simile”. Quanto alle immagini sugli attacchi terroristici ai civili israeliani che ha mostrato ai colleghi della Nato il ministro israeliano Galant, “si tratta della violenza – ha riferito Crosetto – con cui Hamas ha deciso di agire nei confronti di bambini, neonati, donne anziane e giovani. Anche la guerra, nella sua drammaticità, ha delle regole; quando si superano, si va al di là di quello che è umano. Quindi è normale che la reazione da parte di chi ha subito una ferita così forte sia una reazione forte”.

C’è una possibilità di dialogo con Hamas per liberare gli ostaggi? “Se c’è – ha osservato Crosetto – non è una cosa che può affrontare la Nato. La possono affrontare alcune nazioni che hanno un dialogo più facile con Hamas, non sono sicuramente la Nato o le nazioni occidentali che hanno un dialogo con Hamas. Ci sono nazioni che hanno un dialogo” con l’organizzazione terroristica “e penso che spetti a loro cercare in ogni modo di stemperare questa situazione drammatica”. Ma dialogare con certi paesi, gli è stato chiesto ancora, non è un segno di debolezza dell’Occidente? “Mi pare – ha replicato il ministro – che parliamo con quegli Stati, da sempre, di altri temi economici. Se non ci vergogniamo a parlare di temi economici, o che riguardano l’energia, non vedo perché dovremmo vergognarci a parlare di temi umanitari. I temi umanitari travalicano le differenze, nel momento in cui deve prevalere la ragione e non sicuramente l’ideologia”, ha concluso.

M.O., Crosetto: evitare escalation più vasta e vittime civili

M.O., Crosetto: evitare escalation più vasta e vittime civiliBruxelles, 12 ott. (askanews) – “A noi preoccupa che non ci sia una escalation, che non ci siano persone che non c’entrano nulla in questo scontro, come è successo ai coloni, ai bambini, ai neonati israeliani, che rimangano in mezzo a quella che è una legittima reazione da parte di Israele, che si è sentito attaccato e deve difendersi”. Lo ha affermato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, parlando con i giornalisti a margine della riunione dei ministri della Difesa della Nato, questo pomeriggio nella sede dell’Alleanza a Bruxelles.

“Probabilmente – ha osservato Crosetto – la convivenza con Hamas, che fino adesso è avvenuta in qualche modo e non aveva avuto effetti così devastanti, adesso è impossibile. E quindi la reazione di Israele adesso è assicurarsi il futuro; e il futuro probabilmente comprende uno scontro con Hamas molto duro”. “Questo può avere conseguenze? Noi ci auguriamo di no. L’Italia – ha assicurato il ministro – farà di tutto perché siano rispettati i diritti delle persone che non c’entrano nulla, perché sono estranee a questa cosa. Io non sovrappongo Hamas al popolo palestinese, li tengo ben distinti”.

“E soprattutto”, bisogna “che non ci sia un’escalation che incide su un’area molto più vasta di quella su cui stiamo concentrando adesso l’attenzione. Questo penso – ha detto Crosetto – che debba essere l’obiettivo di tutta la comunità internazionale”. Ma Israele, è stato chiesto al ministro, è d’accordo con i corridoi umanitari, lascerà uscire i civili da Gaza? “Da quello che ho sentito io, e dalle stesse dichiarazioni del mio collega israeliano (Yoav Galant, che ha partecipato alla riunione della Nato, ndr), è aperto ed è sempre stato aperto, non è mai stato chiuso. E la possibilità fin dall’inizio è stata data a chiunque volesse allontanarsi; bisogna agire in modo tale che le persone intanto lo sappiano, e poi che in qualche modo riescano a muoversi. E penso che questo sia l’obiettivo che deve garantire soprattutto la comunità internazionale: chi vuole andar via deve poter andar via immediatamente. Deve essere assicurato un corridoio per uscire” da Gaza “e per trovare un posto dove poter andare”.

A una domanda sulla possibilità che le forze di pace italiane siano chiamate a partecipare alla predisposizione dei corridori umanitari per uscire da Gaza, il ministro ha risposto: “L’Italia non si è mai tirata indietro. Qualora fosse richiesto dalla comunità internazionale, dall’Onu, un impegno italiano di pace di questo tipo saremmo i primi a essere disponibili. Ma per adesso nessuno ha chiesto nulla di simile”. Quanto alle immagini sugli attacchi terroristici ai civili israeliani che ha mostrato ai colleghi della Nato il ministro israeliano Galant, “si tratta della violenza – ha riferito Crosetto – con cui Hamas ha deciso di agire nei confronti di bambini, neonati, donne anziane e giovani. Anche la guerra, nella sua drammaticità, ha delle regole; quando si superano, si va al di là di quello che è umano. Quindi è normale che la reazione da parte di chi ha subito una ferita così forte sia una reazione forte”.

C’è una possibilità di dialogo con Hamas per liberare gli ostaggi? “Se c’è – ha osservato Crosetto – non è una cosa che può affrontare la Nato. La possono affrontare alcune nazioni che hanno un dialogo più facile con Hamas, non sono sicuramente la Nato o le nazioni occidentali che hanno un dialogo con Hamas. Ci sono nazioni che hanno un dialogo” con l’organizzazione terroristica “e penso che spetti a loro cercare in ogni modo di stemperare questa situazione drammatica”. Ma dialogare con certi paesi, gli è stato chiesto ancora, non è un segno di debolezza dell’Occidente? “Mi pare – ha replicato il ministro – che parliamo con quegli Stati, da sempre, di altri temi economici. Se non ci vergogniamo a parlare di temi economici, o che riguardano l’energia, non vedo perché dovremmo vergognarci a parlare di temi umanitari. I temi umanitari travalicano le differenze, nel momento in cui deve prevalere la ragione e non sicuramente l’ideologia”, ha concluso. Loc