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Tag: Sanremo 2023

A Rozzano un market per aiutare le famiglie in difficoltà

A Rozzano un market per aiutare le famiglie in difficoltàMilano, 11 ott. (askanews) – Apre il market solidale, un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà economica Inaugurato oggi il market solidale di Rozzano. Le famiglie beneficiarie vi potranno fare la spesa utilizzando una tessera personale a punti. Il progetto è realizzato dal Comune di Rozzano e da Fondazione Progetto Arca, grazie al contributo di Regione Lombardia e sostenuto da Fondazione Cariplo, Fondazione Peppino Vismara e Fondo Beneficenza di Intesa Sanpaolo, con l’obiettivo di fronteggiare la crescente situazione di disagio economico acuita anche a seguito della pandemia.

Un mercato destinato ai nuclei familiari in difficoltà economica per contrastare la povertà alimentare e favorire l’accesso al cibo sano, evitando gli sprechi. E’ il market solidale di Rozzano inaugurato oggi, mercoledì 11 ottobre. L’iniziativa è stata fortemente voluta dall’amministrazione comunale in stretta sinergia con Fondazione Progetto Arca, ricevendo anche un importante finanziamento economico da parte di Regione Lombardia e risorse provenienti dal programma di co-progettazione territoriale sostenuto da Fondazione Cariplo, Fondazione Peppino Vismara e Fondo Beneficenza di Intesa Sanpaolo. Il market si trova in via Oleandri, in un’ampia struttura di proprietà di Aler Milano, che ha messo a disposizione gli spazi concedendo al Comune il comodato d’uso gratuito. Sugli scaffali si troveranno alimenti di prima necessità, come olio, pasta, pane, scatolame, frutta e verdura fresca, alimenti per i neonati, prodotti per l’igiene personale, per la pulizia e la piccola manutenzione della casa. Il market sarà aperto dal lunedì al giovedì dalle 14 alle 18 e il mercoledì anche dalle 9.30 alle 13. L’accesso è solo su prenotazione. I singoli e le famiglie fruitrici vi potranno fare la spesa tramite una tessera personale assegnata secondo criteri oggettivi legati alla condizione socio-economica e in relazione al numero dei componenti del nucleo familiare. Il valore minimo è di 300 punti a cui si aggiungono altri 50 punti per ogni ulteriore membro. La tessera personale prevede un sistema a scalare che lascia a ciascun nucleo familiare la libertà di fare la spesa e scegliere i prodotti in base al proprio fabbisogno effettivo, evitando così inutili sprechi.

Le famiglie beneficiarie sono circa 500 e il programma di aiuto ha una durata di 12 mesi eventualmente rinnovabili per altri 6 nell’ottica di evitare il cronicizzarsi del bisogno e di dare a quante più persone la possibilità di usufruire dei servizi del market. Accedono automaticamente al market solidale i cittadini in possesso di autocertificazione Isee inferiore a 6mila euro. Per i redditi fino a 10mila euro sono previsti altri criteri di accesso in relazione alle condizioni di indigenza e di urgenza. “Il market solidale è il frutto di un grandissimo lavoro di squadra – spiega il sindaco di Rozzano Gianni Ferretti – ringrazio quindi tutti i soggetti istituzionali e associativi che si sono messi in gioco per il bene della nostra comunità. Quello che inauguriamo non è solo un luogo dove chi si trova in condizioni di povertà può procurarsi i generi alimentari necessari per andare avanti, è anche e soprattutto un posto dove la solidarietà si fa tangibile e dove continuare a diffondere la cultura della sostenibilità e della lotta allo spreco alimentare”.

Sostenibilità sociale, quindi, ma anche sostenibilità ambientale. Uno dei pilastri del market solidale è infatti la lotta allo spreco alimentare. Una parte dei prodotti disponibili proviene dal Banco Alimentare, altri ancora sono alimenti freschi che provengono da eccedenze della grande distribuzione e che verrebbero altrimenti smaltiti. “Dal nostro osservatorio sulle famiglie sia a Milano sia a Rozzano, in questi ultimi 3 anni abbiamo registrato un aumento del 20% delle richieste di aiuto alimentare. – spiega Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca – Si tratta di famiglie che non hanno la possibilità di accedere a un’alimentazione sana e giusta in qualità e quantità, che fino a poco tempo fa non arrivavano alla terza settimana del mese e ora non arrivano alla seconda. Nasce da qui la nostra responsabilità e il nostro impegno per dare una nuova impronta al market solidale di Rozzano”. Decisivo è anche l’apporto dei volontari di Progetto Arca e degli assistenti civici del Comune che saranno presenti nei giorni di apertura del market solidale per dare consigli su una spesa equilibrata e fornire supporto in caso di bisogno, in un’ottica di inclusione sociale.

Esprime grande soddisfazione il vice sindaco e assessore alle politiche sociali Cristina Perazzolo: “Questa nuova realtà, mai realizzata nel Sud Milano, mette a sistema lo sforzo congiunto delle Istituzioni con la cittadinanza attiva nel supportare le fragilità, in un’ottica di autonomia, responsabilità e dignità della persona. Una risposta concreta alla povertà alimentare, in cui è stato creato uno spazio di comunità con anche momenti di ascolto, e persone dedicate alla cura. Un’eredità luminosa dopo il buio del Covid”. Il market solidale è una delle azioni principali del progetto “Food’s ways”, realizzato nell’Ambito distrettuale visconteo Sud Milano. L’iniziativa Food’s Ways è sostenuta nell’ambito della Linea di azione “Co-progettazione territoriale”, promossa da Fondazione Cariplo, Fondazione Peppino Vismara e Fondo Beneficenza di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con la rete delle Fondazioni di Comunità attivate e sostenute da Fondazione Cariplo. La Linea di azione “Co-progettazione territoriale” è stata avviata nel 2021 per promuovere, nei territori di riferimento delle Fondazioni di Comunità, l’emersione e il rafforzamento di reti composte da attori del pubblico e del privato sociale e l’elaborazione di progetti condivisi per il contrasto della povertà e della vulnerabilità. I progetti sostenuti puntano a ridurre la fragilità delle persone e delle famiglie, con una particolare attenzione ai nuclei familiari con figli minori e a quelli non ancora supportati dai servizi del territorio.Gli interventi affrontano la povertà economica nelle sue molteplici accezioni – alimentare, lavorativa, abitativa – e prevedono azioni strutturate e di medio-lungo periodo mirate a consentire la fuoriuscita da situazioni di bisogno e interventi di tipo emergenziale per far fronte alle necessità più urgenti. Le risorse a disposizione per la Co-progettazione territoriale ammontano a oltre 10 milioni di euro. Il progetto Food’s Ways è parte dell’intervento Cuore Visconteo, promosso da Fondazione di Comunità Milano, per contrastare la crescente povertà grazie a un approccio multidimensionale che considera i bisogni educativi, economico?lavorativi, sanitari e alimentari. Diverse sono le realtà che hanno contribuito alla realizzazione del market solidale. Partner del progetto Food’s ways sono : Ambito Visconteo sud Milano, Croce Rossa Italiana Comitato dell’area Sud Milanese, Associazione Banco Alimentare della Lombardia Danilo Fossati Odv, Progetto Mirasole Impresa sociale; e Fondazione di Comunità Milano per l’azione di accompagnamento. A vario titolo hanno supportato poi l’apertura del market sollidale anche: Doppio Malto, Iper di Rozzano, Leroy Merlin, MARS, Osama, PENNY Italia e Repower. (foto di Daniele Lazzaretto)

ExxonMobil acquista per 60 miliardi dollari Pioneer

ExxonMobil acquista per 60 miliardi dollari PioneerNew York, 11 ott. (askanews) – Exxon Mobil ha siglato mercoledì un accordo da 59,5 miliardi di dollari per l’acquisto di Pioneer Natural Resources: il più grande accordo nel settore del petrolio e del gas degli ultimi vent’anni, che lega il futuro del colosso energetico ai combustibili fossili, nonostante l’insistenza di molti politici di investire in energia pulita.

L’accordo, a 253 dollari per azione, valorizza Pioneer con un premio di quasi il 7% rispetto al suo valore di chiusura di circa 55,4 miliardi di dollari martedì. Ciò consolida lo status di Exxon come attore dominante nel settore americano del fracking nel Texas occidentale, dove Pioneer ha molti più siti di trivellazione rispetto a quasi tutti i suoi rivali. L’accordo, che dovrebbe concludersi nei primi mesi del 2024, è il più consistente messo in atto dalla compagnia petrolifera, dalla fusione da 75 miliardi di dollari con Mobil alla fine degli anni ’90. Concentrando la sua produzione vicino a casa, Exxon scommette effettivamente che la politica energetica degli Stati Uniti non si muoverà contro i combustibili fossili in modo significativo, nonostante l’amministrazione Biden incentivi le case automobilistiche a passare all’elettrico.

Vino, Cellai: delle mie 35 vendemmie la 2023 è stata la più complessa

Vino, Cellai: delle mie 35 vendemmie la 2023 è stata la più complessaMilano, 11 ott. (askanews) – “Delle mie 35 vendemmie questa è stata la più complessa, che, sia chiaro, non vuol dire la peggiore. Nel suo complesso sarà infatti un annata positiva ma che ha creato soprattutto nelle aziende di valore qualitativo importante, grandissima apprensione e ansia, e soprattutto molto lavoro nel dover andare continuamente in vigneto per selezionare gli acini migliori all’interno non solo della stessa vigna, ma anche dello stesso filare, della stessa vite e persino dello stesso grappolo”. Lo dice ad askanews Alessandro Cellai, enologo del Gruppo Domini Castellare di Castellina (DCC, di cui è anche vicepresidente) e Vallepicciola di Castelnuovo Berardenga, nonché consulente di Panizzi di San Gimignano e di Podere La Villa di San Casciano in Val di pesa, la Cantina di Ilaria Tachis, figlia del più famoso enologo italiano, maestro proprio di Cellai.

Nei giorni in cui nel Chianti Classico si chiude la vendemmia, Cellai fa il punto con askanews sull’annata 2023 in un territorio straordinario che produce alcuni dei vini italiani più famosi al mondo. “Ci sono stati una serie di fenomeni atmosferici che hanno creato un forte disequilibrio all’interno del ciclo vegetativo della pianta, in particolare le intense piogge che si sono avvicendate a maggio e giugno a cavallo della fioritura e della legagione, quello che è il momento più critico per la vite, ha creato delle disimogenità nel processo di maturazione”. “Inoltre queste piogge hanno scatenato dei pesantissimi fenomeni di peronospera, tanto che molti produttori, soprattutto quelli biologici, si sono trovati in grandissima difficoltà, perché il rame non è stato sufficiente a gestire le infezioni che si sommavano quotidianamente” prosegue Cellai che è anche produttore con il piccolo ma già premiatissimo Podere Monastero a Castellina in Chianti, evidenziando che “quando si sono fermate le piogge, le infezioni sono aumentate”. “Il grande caldo di inizio luglio ha infatti creato un effetto piscina sul terreno” continua l’enologo, spiegando che il sole faceva evaporare l’acqua che poi ricadeva a terra “con il delta termico basso della notte, con il risultato che la mattina le viti erano bagnate. La peronospora larvata ha così colpito fino all’invaiatura, quindi a grappolo formato e già chiuso – rivela – quando sui libri di testo di agronomia e viticultura si dice che questa terribile forma interrompe la sua pericolosità quando l’acino raggiunge la dimensione del chicco di pepe”. In questi ultimi anni in cui il cambiamento climatico sta modificando le condizioni standard della vite, figure come quelle dell’agronomo e dell’enologo diventano sempre più importanti. “Bisogna cambiare un po’ la filosofia di gestione del vigneto che è la base di tutto, molto di più che la Cantina, dove purtroppo si può fare ben poco se ti arriva un’uva con caratteristiche tali che devi soltanto gestire” spiega Cellai, precisando che “in vigna si deve cercare di andare incontro alle criticità climatiche: per esempio io ho messo in tutte le vigne un ulteriore filo d’appoggio per far sviluppare ancora di più la parete fogliare per dare maggiore ombraggiamento e proteggere anche da un’eccessiva produzione di zucchero all’interno dell’acino”. Con un caldo così intenso e prolungato, una delle fasi più delicate nel vigneto è infatti quella che riguarda il rapporto tra maturità fenolica e zuccherina. “Serve gestire la pianta a che tenga sempre una buona acidità e contenga il ph – dice – e che non ecceda il grado zuccherino”. “L’importante secondo me è portare in bottiglia grandissimo equilibrio, perché si può anche eccedere leggermente con l’alcol ma ci devono essere le relative acidità, ph, struttura e carica polifenolica perché si bilanci” prosegue, sottolineando che “se c’è una complessità generale, una bellissima acidità che gli dona freschezza e mineralità e quindi profondità di degustazione, quel lieve incremento alcolico è sicuramente meno evidente”.

Nonostante tutto, Cellai si dice mediamente preoccupato per gli effetti del cambiamento climatico sulla produzione vitivinicola, spiegando che “per adesso sono fiducioso perché vedo che le vigne rispondono bene alle gestioni diverse che facciamo e quindi sono moderatamente convinto che proseguendo a lavorare in una certa direzione si possono continuare ad ottenere risultati positivi”. Nel Chianti e più in generale in Toscana il mondo del vino continua a lavorare per migliorarsi, puntando sempre più sul legame con il proprio territorio. “Penso che un valore importantissimo oggi in Toscana sia la riconsiderazione del Sangiovese come vitigno principe della nostra zona: per tanti anni, molte aziende del Chianti Classico presentavano le loro migliori versioni con blend di Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah, come se il Sangiovese non fosse sufficientemente capace di mostrare tutta la sua bellezza da solo e avesse sempre bisogno di una spalla” spiega l’enologo ad askanews, ricordando che “fin dal principio a Castellare portavamo avanti la bandiera del Sangiovese che se coltivato, vinificato e gestito come è giusto, è un vitigno che da grande soddisfazione, e oggi per fortuna molte Cantine seguono questa strada”. “Questo non vuol dire che nel Chianti non possa essere concepita una grande produzione di vitigni internazionali che qui si adattano benissimo – ha chiosato – ma il Sangiovese deve essere il vitigno principe e secondo me è sbagliato immaginare di ‘blendarlo’”.

Tajani ha chiesto ad al-Sisi di lavorare per la liberazione degli italiani ostaggi

Tajani ha chiesto ad al-Sisi di lavorare per la liberazione degli italiani ostaggiRoma, 11 ott. (askanews) – “Ho trovato orecchie attente da parte del presidente egiziano al-Sisi e ho chiesto di fare il possibile per la molto difficile soluzione del caso degli ostaggi, soprattutto donne bambini e anziani. Ho ricordato che tra questi ci sono probabilmente due cittadini italiani, un uomo malato e sua moglie, ho chiesto al presidente di fare tutto ciò che può per favorire la liberazione e creare corridoi umanitari”, ha detto in conferenza stampa dal Cairo il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Oxfam: assedio Gaza può generare catastrofe umanitaria

Oxfam: assedio Gaza può generare catastrofe umanitariaRoma, 11 ott. (askanews) – L’assedio su Gaza rischia di trasformarsi in una catastrofe umanitaria, lasciando senza cibo, acqua, elettricità e carburante centinaia di migliaia di civili allo stremo, dopo 16 anni di blocco.

È l’allarme lanciato da Oxfam, dopo l’annuncio del Governo israeliano, in risposta agli spaventosi attacchi di Hamas, avvenuti in uno dei giorni più tristi e letali nella storia di Israele. Un’escalation di violenza che ha già provocato oltre 2.000 morti nel Paese e a Gaza, tantissimi feriti e che arriva dopo un anno in cui si sono già registrate molte vittime in Cisgiordania e nella Striscia. Una situazione che ha costretto Oxfam a sospendere tutte le attività di aiuto umanitario e allo sviluppo nella Striscia.

“Siamo inorriditi da quanto sta accadendo ed è accaduto negli ultimi giorni. – ha detto Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – La violenza non apre mai la strada per la Pace. Per questo chiediamo al Governo italiano e alla comunità internazionale di utilizzare tutti gli strumenti diplomatici disponibili per arrivare a un immediato cessate il fuoco. La decisione di attuare un ‘assedio totale’ da parte del Governo israeliano, che si somma al blocco in corso, costituisce una punizione collettiva nei confronti di una popolazione civile, che non ha alcuna responsabilità per quanto successo. E’ un atto illegale secondo il diritto internazionale e rischia di alimentare ulteriormente questa crisi”.

L’Abbate (M5S), punti deboli proposta regolamento Ue assorbimenti carbonio

L’Abbate (M5S), punti deboli proposta regolamento Ue assorbimenti carbonioRoma, 11 ott. (askanews) – Patty L’Abbate, deputata Movimento 5 Stelle e vicepresidente della commissione Ambiente, commenta così la proposta di Regolamento UE per la certificazione degli assorbimenti di carbonio punti deboli e criticità, che verrà valutato in Commissione la prossima settimana in sede consultiva, soffermandosi sui “punti deboli e le criticità” che lei rileva.

“Disciplinare il mercato volontario emergente di crediti di carbonio è un’azione necessaria, ma la proposta europea non è coraggiosa, e tantomeno porta a miglioramenti la relazione governativa inmerito. Non si avranno passi avanti significativi verso gli obiettivi che si pone, ovvero di garantire che i crediti nell’UE siano di alta qualità ed evitare il greenwashing – scrive L’Abbate -. I criteri QU.A.L.ITY sono attualmente talmente generici da essere di dubbia utilità nel migliorare la qualità del mercato volontario. I principali registri di crediti volontari potrebbero già sostenere di seguire la quasi totalità di questi criteri, continuando a certificare progetti di bassa qualità. Ciò che determinerà o meno il successo della regolamentazione, quindi, non consisterà nell’identificazione dei suddetti criteri generali, ma piuttosto nella loro dettagliata definizione e nella stesura di nuove metodologie, modalità di certificazione e requisiti quantitativi minimi da parte della Commissione Europea e gli stati membri. Rispetto ai singoli criteri, si raccomanda di redigere nuove metodologie in collaborazione con esperti internazionali, includendo un’analisi più completa del ciclo vita, specialmente nel caso dei pascoli e dello stoccaggio nei prodotti e creare strumenti di quantificazione standardizzati e rigorosi, espandere le banche dati necessarie a calibrare i modelli di assorbimento dell’anidride carbonica alle idiosincrasie locali; migliorare ed aggiornare i dati accessibili sulla permanenza dello stoccaggio nei prodotti; aumentare la risoluzione dei dati satellitari accessibili pubblicamente e standardizzare i modelli di calcolo degli assorbimenti a partire da questi dati. Regolamentare l’introduzione di nuove tecnologie di monitoraggio quali analisi di biomassa da droni”. Ancora “le affermazioni sulla ‘durata dello stoccaggio’ sono spesso basate su assunzioni incerte che oltre a potersi rivelare errate vengono spesso manipolate per favorire l’accesso ai finanziamenti. È necessario definire metriche d’impatto e criteri quantitativi minimi sia per gli impatti che per il rigore del monitoraggio. Allo stato attuale la sostenibilità del mercato di assorbimenti di carbonio è estremamente lontano dall’ideale, ad esempio alcuni progetti di riforestazione registrati in Brasile, consistono in monocolture di specie australiane di eucalipto che crescono molto più rapidamente della foresta pluviale locale ma riducono drasticamente la biodiversità e riducono le risorse idriche e i nutrienti nel suolo, pur pubblicizzandosi come attenti alla biodiversità. Quindi oltre a dover prevenire l’importazione di crediti dall’estero, è prioritario interrompere il rapido sviluppo attuale di progetti nell’UE che possono danneggiare gli ecosistemi”.

Inoltre “la presente proposta è attualmente limitata ai soli assorbimenti registrati nell’UE, 20 e sarebbe fondamentale che tutte le rivendicazioni climatiche che avvengono nell’UE, includendo le rivendicazioni basate su crediti provenienti da paesi non-UE, siano soggette agli stessi criteri di qualità, questo eviterebbe svantaggi competitivi – aggiunge la deputata M5S -. La nuova normativa così come proposta espone gli Stati membri al rischio di non adempiere agli obiettivi stabiliti dal pacchetto “Pronti per il 55%” Il rischio è posto dalla dispersione di risorse private verso altri paesi. Attualmente gli assorbimenti di carbonio che avvengono all’estero grazie all’acquisto volontario di crediti di carbonio non sono contabilizzate ai fini del raggiungimento degli obiettivi del paese ospite dell’acquirente dei crediti. Visto che i crediti di carbonio emessi fuori dall’UE hanno quasi sempre un prezzo significativamente più basso, le società italiane ed europee sono incentivate ad investire il loro budget di sostenibilità all’estero, privando l’UE dell’opportunità di utilizzare risorse private per contribuire agli obiettivi nazionali. Per mitigare questo rischio si potrebbero introdurre incentivi fiscali per chi acquista crediti emessi dal proprio paese e regolamentare l’uso di crediti provenienti dai paesi non appartenenti all’UE. L’incertezza di mercato è principalmente dovuta all’incertezza normativa e verrebbe mitigata da chiare linee guida europee. E’ necessario garantire agli investitori che i crediti che verranno emessi nei prossimi decenni saranno utilizzabili. Se le metodologie di quantificazione, i processi di monitoraggio, e i criteri verifica e registrazione fossero standardizzati, ed armonizzati con chiare linee guida su come rivendicare e comunicare gli investimenti volontari, anche futuri, evitando di fare greenwashing, gli investitori sarebbero rassicurati e la domanda crescerebbe”. Con riferimento all’agricoltura, “il Governo – sottolinea L’Abbate – esclude l’ipotesi di un regime di finanziamenti basato sui risultati di sequestro di carbonio per il settore agricolo,ma in assenza della corresponsione di un pagamento, ci sarebbero ulteriori costi aziendali. Il potenziamento della PAC e l’introduzione di ulteriori meccanismi pubblici di incentivazione è prioritario rispetto all’utilizzo del mercato volontario, che tuttavia può fungere da catalizzatore della transizione. Infine, il Governo sottolinea che dalla normativa proposta potrebbero derivare possibili aumenti di costi per la pubblica amministrazione dovuti alle istituzione del registro pubblico e incentivi per le attività previste dalla proposta; sviluppo di metodologie di certificazione o riconoscimento di schemi esistenti di certificazione; sviluppo di nuove tecniche per l’assorbimento e per il monitoraggio; digitalizzazione dei dati sulle rimozioni di carbonio.” I costi per la pubblica amministrazione verrebbero ampiamente compensati dalla crescita di un nuovo mercato interno di assorbimenti, ricordiamo che il valore del mercato globale volontario di carbonio ha già superato i 2 Miliardi di dollari, con previsioni di crescita tra 30 e 50 Miliardi nel 2030. In conclusione, per sbloccarne il grande potenziale è raccomandabile colmare alcune lacune della proposta per fermare con urgenza i danni sulla biodiversità che sono già causati dal mercato volontario. È inoltre necessario tutelare i piccoli proprietari e portatori di interesse locali spesso esclusi dalla partecipazione e fruizione dei benefici del mercato volontario, identificare e rimuovere i reali freni per lo sviluppo del mercato volontario come le barriere economiche e informative, le incertezze di mercato e costi iniziali. Porre chiarezza sugli utilizzi legittimi dei crediti generati, e sulla relazione con gli altri strumenti quali l’ETS e la PAC e la necessità o meno di aggiustamenti corrispondenti. Inoltre non sono ancora ben definite le modalità di implementazione, in particolare lo sviluppo centralizzato di metodologie, criteri minimi, registri nazionali, e organi di controllo. Ed infine il mercato interno necessita di incentivazione, e per evitare competizioni sleali i crediti importati da paesi non-UE devono essere sottoposti agli stessi criteri QU.A.L.ITY di quelli emessi nell’UE. Resta per ultimo sottolineare lo sfruttamento del mercato volontario da parte di eco-mafie che vanno combattute con misure anti riciclaggio e corruzione. Questo andremo a sottolineare nella nostro parere alternativo in commissione ambiente, sperando che la maggioranza ponga al primo posto le imprese italiane e la tutela del nostro ambiente e non solo le logiche di potere”, conclude L’Abbate.

Contratti filiera e riforma fiscalità per redditività agricola

Contratti filiera e riforma fiscalità per redditività agricolaRoma, 11 ott. (askanews) – Puntare sui contratti di filiera, riformare la fiscalità agricola e favorire l’innovazione e il ricambio generazionale. Sono alcune delle indicazioni utili ad rafforzare la redditività in agricoltura emerse nel corso del convegno “La redditività in agricoltura tra programmazione e strategia” organizzato a Roma dalla Copagri.

Il presidente dell’associazione, Tommaso Battista, ha spiegato: “con la delicata congiuntura attuale, caratterizzata da un’elevata volatilità dei prezzi, dei costi e delle rese produttive, e nella condizione nella quale si trovano i produttori agricoli, stretti nella morsa tra questi elementi e l’aumento del costo del denaro, assume una rilevanza sempre maggiore la valutazione delle possibili strategie da mettere in campo per promuovere e rafforzare la redditività in agricoltura”. “Quest’anno, infatti, complici le sfavorevoli condizioni di mercato, le produzioni agricole sono state realizzate con un sensibile incremento dei costi, che in moltissimi casi non sono stati completamente coperti dai prezzi; questo fatto – ha aggiunto – unito al calo delle rese e alla sempre maggiore incidenza delle ricadute del cambiamento climatico, non ha fatto altro che erodere ulteriormente i margini di redditività degli agricoltori, nonostante il forte aumento dei prezzi al consumo legato all’inflazione”, ha rimarcato Battista.

Nella parte conclusiva dei lavori la politica ha indicato alcune delle possibili strade da percorrere per contrastare la delicata situazione attuale della redditività in agricoltura. Sul tavolo dei relatori si sono alternati gli attesi interventi del sottosegretario all’Economia e alle Finanze Lucia Albano, che ha fatto il punto sulla riforma della fiscalità agricola, sulla quale, ha spiegato, “il governo sta lavorando con un intervento strutturale e organico nel solco degli obiettivi del PNRR”. Il sottosegretario all’Agricoltura Patrizio La Pietra ha rivendicato l’importanza di puntare con sempre maggiore decisione sui contratti di filiera, che “rappresentano uno strumento fondamentale per lo sviluppo di produzioni 100% italiane, capaci di dare opportunità di lavoro e far crescere il Made in Italy”, mentre il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Mirco Carloni, ha invece ricordato l’importanza di promuovere la redditività agricola favorendo l’innovazione e il ricambio generazionale, “partendo dai positivi contenuti della Pdl sull’imprenditoria giovanile, la cui approvazione in commissione è ormai imminente”.

Fuori il nuovo album di Calcutta “Relax”. Tour al via il 30 novembre

Fuori il nuovo album di Calcutta “Relax”. Tour al via il 30 novembreRoma, 11 ott. (askanews) – “Relax” è il titolo del nuovo disco di Calcutta che uscirà venerdì 20 ottobre per Bomba Dischi/Sony Music, da oggi disponibile in preorder e presave al seguente link https://calcutta.lnk.to/RELAX. Per la prima volta l’album sarà distribuito anche sul mercato francese per Bomba Dischi/Columbia Records (Sony Music France).

La sua ultima apparizione discografica risale al 2018, ma in questi cinque anni di silenzio il cantautore di Latina ha comunque lasciato qua e là le sue tracce nel mondo della musica italiana con diverse collaborazioni in qualità di autore ed alcune partecipazioni speciali. Dopo aver annunciato a maggio 2023 il tour nei palazzetti andato sold out in pochissimi giorni, c’è ora la data di uscita del suo nuovo lavoro. Il 20 ottobre vedrà la luce il disco che suonerà in concerto tra novembre e dicembre assieme ad altre chicche del suo repertorio. Queste le date del “Relax tour” , già tutte sold out: al via il 30 novembre da Mantova (Pala Unical), 2 dicembre Nelson Mandela Forum a Firenze, 3 dicembre Bologna, Unipol Arena, 7 e 8 dicembre Roma (Palazzo dello Sport), 10 dicembre Bari (Palaflorio) 12 dicembre Napoli, Palapartenope, 14 dicembre Padova, Kioene Arena, 16 dicembre 2023 Torino, Pala Alpitour, 18 e 19 dicembre Milano, Mediolanum Forum.

Torino, in mostra oltre 300 opere grafiche di Pablo Picasso

Torino, in mostra oltre 300 opere grafiche di Pablo PicassoMilano, 11 ott. (askanews) – E’ stata presentata questa mattina alla stampa e alla presenza dell’assessora alla Cultura della Città di Torino, Rosanna Purchia, la mostra Picasso Rendez-vous a Torino. Disegni, litografie, incisioni, ceramiche, sculture, collage e fotografie, tutto in un unico apuntamento nell’autunno torinese.

Organizzata da Radar Eventi Culturali, Extramuseum arte e scienza, PTK Piemonteticket e Patrocinata dalla Città di Torino, dalla Regione Piemonte e dalla Città Metropolitana. La mostra è inserita nel calendario ufficiale delle celebrazioni a mezzo secolo dalla morte del grande artista.

L’esposizione, curata da Jean Christophe Hubert, è accompagnata da un percorso fotografico curato da David Lawrence di Templar de Presse ed é ospitata presso i saloni settecenteschi di Palazzo Saluzzo Paesana, nel cuore della città di Torino. Jean Christophe Hubert, curatore della mostra: “In qualità di curatore della mostra di Palazzo Saluzzo Paesana a Torino, sono particolarmente orgoglioso di far conoscere al pubblico una sfaccettatura importante dell’opera di Pablo Picasso: lo spirito creativo dell’artista espresso nelle arti grafiche. Spesso quasi ignorato, questo aspetto riassume tuttavia la sintesi perfetta dell’immensa eredità artistica lasciata dal maestro di Malaga nel 1973: la creazione è tutto”.

La mostra, realizzata per Bruges dove è stata per la prima volta esposta, riunisce opere di 8 collezionisti belgi e francesi e comprende opere multiple, grafiche e disegni di Pablo Picasso e del suo entourage, tra cui Jean Cocteau, Dora Maar e Françoise Gillot. Insieme al Museo d’Arte Pablo Picasso di Münster, questa è la seconda più grande collezione di arte grafica di Picasso esposta al mondo. Dopo Torino, la mostra andrà a Istanbul e poi a Parigi.

In Toscana semplificazione burocratica per i lavori boschivi

In Toscana semplificazione burocratica per i lavori boschiviRoma, 11 ott. (askanews) – Una minore burocrazia nei lavori forestali. La deroga all’autorizzazione paesaggistica per le operazioni ordinarie nei boschi, che è stata introdotta con il Decreto Asset presentato dal presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Luca De Carlo, va nella misura auspicata da Cia Agricoltori Italiani della Toscana, e sostiene le aziende della filiera legno, particolarmente importante in Toscana.

“Accogliamo con soddisfazione questa novità, nella strada della sburocratizzazione del settore forestale – sottolinea il presidente di Cia Agricoltori Italiani della Toscana, Valentino Berni – che tutela maggiormente gli imprenditori del bosco toscano e facilita il lavoro quotidiano delle nostre aziende. Si supera così un ostacolo normativo, che imponendo il vincolo paesaggistico ad alcuni boschi e superfici forestali, implicava la necessità di un’autorizzazione paesaggistica per il cui rilascio erano richiesti molti mesi”. Il settore agro-forestale è di fondamentale importanza in tutta la Toscana, la prima regione italiana per superficie boschiva con circa 1milione e 200mila ettari e con una filiera legno che coinvolge oltre 40 mila addetti. “Avere a disposizione strumenti normativi e amministrativi più snelli e meno ingessati per la gestione delle attività lavorative quotidiane non potrà che far migliorare la competitività e la produttività delle aziende toscane”, conclude il presidente della Cia Agricoltori Italiani della Toscana.