Manovra, Landini: Non escludo sciopero generaleRoma, 10 set. (askanews) – La Cgil non esclude lo sciopero generale se il governo non terrà conto delle proposte fatte dal sindacato su fisco e lavoro. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini intervenendo alla Festa del Fatto quotidiano.
“Noi – ha detto Landini – abbiamo fatto una cosa molto precisa. Abbiamo deciso che a settembre e ottobre facciamo una consultazione straordinaria tra tutti i lavoratori, non solo tra i nostri iscritti, compresi autonomi, pensionati e disoccupati. Pensiamo che in presenza di una crisi della democrazia molto importante con oltre il 50% di astensione, noi pensiamo che occorra andare a parlare con queste persone e consultiamo il loro parere sulle nostre proposte e chiediamo di votare su queste proposte”. “Se sono d’accordo – ha proseguito il numero uno della Cgil – gli chiediamo di sostenere le nostre richieste anche con la disponibilità a partecipare alla nostra mobilitazione. La prima che abbiamo messo in campo con altre 100 associazioni è a Roma il 7 ottobre a piazza San Giovanni. Chiediamo in questo voto alle persone di essere pronte a mobilitarsi fino ad arrivare allo sciopero generale. Se il governo con il Documento di progammazione economica che deve fare a settembre e la Legge di Bilancio che deve presentare entro metà ottobre continua a fare le cose che sta facendo, noi non siamo d’accordo e glie l’abbiamo già detto, allora dal punto di vista sindacale bisogna mettere in campo tutti gli strumenti necessari. Noi – ha aggiunto – su questo chiediamo un voto con la consultazione. Quindi non lo escludo assolutamente lo sciopero generale e lo proporrò alle altre organizzazioni”.
Chiude Festivaletteratura: a Mantova 65mila presenze in 5 giorniMilano, 10 set. (askanews) – Dopo cinque giorni ricchi di incontri, spettacoli, concerti e percorsi animati, si conclude oggi la ventisettesima edizione di Festivaletteratura, che – per cercare di trovare le parole necessarie a leggere e raccontare il nostro tempo – non solo ha invaso le strade e le piazze di Mantova, ma si è spinta fuori dai suoi luoghi più “tradizionali”, coinvolgendo ad esempio la Scuola Pomponazzo e il quartiere Lunetta, e anche oltre i confini cittadini, raggiungendo L’Ossario di Solferino e L’osservatorio Astronomico di Gorgo (San Benedetto Po).
L’edizione 2023 – rispondendo come sempre alla poliedricità degli interessi del pubblico e continuando a percorrere la via della qualità – conferma la vocazione sperimentale: da sempre luogo fisico di incontro tra autori e lettori, negli ultimi anni Festivaletteratura ha raddoppiato gli sforzi per sperimentare nuove forme di interazione e partecipazione del pubblico, diventando un laboratorio di ricerca e di produzione culturale per far sì che le parole restino e continuino a raccontare. Molti sono gli esempi di come il Festival si impegni sempre più nella produzione originale delle sue proposte, non limitandosi alla compilazione di un programma fatto di nomi ma offrendo contenuti, format e autentiche esperienze nate dal confronto con gli autori. Basti pensare all’escape room Ludmilla, realizzata in occasione del centenario della nascita di Italo Calvino e ispirata a Se una notte d’inverno un viaggiatore – il romanzo di Calvino che più di ogni altro gioca con i meccanismi della creazione narrativa e l’esperienza della lettura; il progetto Ekphrasis, in cui nove poeti si sono confrontati con gli affreschi di Giulio Romano a Palazzo Te e le opere di street art del quartiere Lunetta; il dibattito Oxford Style, in cui quattro relatori, divisi in due squadre, hanno esposto i loro argomenti pro e contro la necessita’ di fare affidamento sull’energia nucleare.
E ancora i Words Match, i confronti tra le parole trovate da lettrici e lettori under 20 nei romanzi, nelle poesie, nei graphic novel, nei film, nelle canzoni per parlare di grandi temi che li appassionano; la seconda edizione del Reading Slam, la competizione di consigli di lettura con quattro scrittori in gioco e un libro vincitore, decretato dal voto del pubblico presente sugli spalti; i djset della rassegna VOLUME!, che hanno tinto di blu Piazza Leon Battista Alberti, mettendo alla console e musiche che risuonano tra le pagine di certi romanzi. Un’edizione che si è rinnovata anche grazie all’ascolto dei giovani: consigli, proposte, iniziative, sono state raccolte, valutate e accolte durante gli Stati Generali del Festival per renderlo sempre nuovo senza mai tradire la sua natura. Un’edizione che è stata raccontata anche su TikTok e Instagram da alcuni dei più influenti creator presenti a Mantova in questi giorni. Il diario appassionato delle giornate del Festival e dei suoi protagonisti sui social ha raggiunto oltre un milione e mezzo di visualizzazioni, sottolineando anche l’importanza dell’attività digitale della manifestazione.
A fronte di un programma con oltre 320 eventi e 350 autori e autrici italiani e internazionali, la partecipazione al Festival è andata ben oltre le aspettative, registrando 46.000 presenze negli eventi a pagamento e 19.000 agli incontri a ingresso libero organizzati nelle 5 giornate. Il dato rappresenta un aumento del 16% rispetto all’edizione 2022. I video degli eventi trasmessi in streaming – gli eventi di piazza Castello, con grandi protagonisti della letteratura italiana e internazionale, e la spumeggiante serie degli accenti dalla Tenda Sordello, con pillole letterarie, microlezioni e varie amenita’ nel formato tascabile della mezz’ora – resteranno disponibili on demand sul canale YouTube di Festivaletteratura.
Anche quest’anno Festivaletteratura ha chiesto a un autore presente a Mantova un commento a caldo sulla ventisettesima edizione che si sta per chiudere. La scrittrice, drammaturga e traduttrice Elvira Mujcic ha ripercorso il giro del mondo proposto in queste giornate mantovane, tratteggiando lo spirito e le emozioni che caratterizzano le innumerevoli iniziative di Festivaletteratura.
Modi chiude il G20 di Nuova Delhi e passa il testimone a Lula (che invita Putin a Rio)Nuova Delhi, 10 set. (askanews) – Cala il sipario sul G20 di Nuova Delhi e Narendra Modi passa il testimone al presidente brasiliano Lula, che assumerà la presidenza da dicembre e la cui prima ‘uscita’ fa subito discutere. “Putin sarà invitato. Se io sono presidente del Brasile e lui viene in Brasile non c’è alcuna possibilità che venga arrestato”, ha assicurato, riferendosi al mandato di arresto emesso nei confronti del presidente russo dalla Corte penale internazionale. Per Lula “non possiamo lasciare che l’agenda delle discussioni del G20 sia ostaggio di questioni geopolitiche. Non abbiamo interesse a un G20 diviso”.
Lula, questa mattina, ha ricevuto da Modi il martelletto simbolo della presidenza e ha chiuso i lavori anticipando i temi della sua presidenza, che avrà il momento clou nel summit dei leader a novembre a Rio de Janeiro. “La presidenza brasiliana – ha spiegato – ha tre priorità: l’inclusione sociale e la lotta contro la fame; la transizione energetica e lo sviluppo sostenibile; la riforma della governance delle istituzioni. Tutte queste priorità fanno parte del motto della presidenza brasiliana che recita ‘Costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile’. Verranno create due task force: l’Alleanza globale contro la fame e la povertà e la mobilitazione globale contro il cambiamento climatico”. Prima di passare la mano, però, Modi convocherà a novembre un nuovo vertice ‘virtuale’, per fare il punto sulle proposte raccolte nella due giorni di Nuova Delhi. Il summit, per il primo ministro indiano, è stato un “successo” che non era scontato. In particolare l’unità dei 20 rischiava di saltare sulla guerra in Ucraina. Sono state necessarie 15 bozze e oltre 200 ore di trattativa per arrivare all’accordo che è un compromesso con cui viene condannato “l’uso della forza” in Ucraina ma senza mai citare la Russia. Che infatti oggi gioisce, con il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, secondo cui è stato “impedito all’Occidente di ucrainizzare l’agenda”. Per Kiev “non c’è nulla di cui andare fieri”, ma alla fine tutti si dicono contenti, a partire dagli Usa, secondo cui è stato fatto “un ottimo lavoro nel difendere il principio secondo cui gli stati non possono usare la forza per cercare di acquisire territori o per violare l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di altri stati”. Per Giorgia Meloni quello raggiunto è “un compromesso ma comunque molto importante”, mentre il presidente francese Emmanuel Macron sottolinea che “il G20 sostiene l’integrità territoriale nelle carte delle Nazioni Unite. Questo è l’opposto di ciò che sta facendo la Russia”.
Meloni dopo il G20 vola a Doha da Al Thani, focus su energia e investimentiNuova Delhi, 10 set. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, prima di rientrare in Italia dopo il G20 in India, fa tappa a Doha per un incontro istituzionale con l’emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani, accompagnata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e dall’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi.
La visita in Qatar – sottolineano fonti italiane – conferma l’attenzione dell’Italia per la regione del Golfo. Un’attenzione che era stata evidenziata anche in occasione della Conferenza internazionale su Sviluppo e Migrazioni dello scorso luglio, alla quale erano stati invitati non solo i leader dei Paesi del Nordafrica ma anche quelli del Golfo. Il colloquio, spiegano le fonti, sarà incentrato sulla cooperazione bilaterale nei settori della politica estera, della sicurezza, dell’energia, della difesa e degli investimenti. Il Qatar è il principale fornitore di gas naturale liquefatto e il terzo fornitore di energia dell’Italia. Nel 2022 Eni è stata selezionata da QatarEnergy come partner internazionale per l’espansione del progetto North Field East (NFE).
Al termine del bilaterale a Lusail Palace si svolgerà una cena in onore del presidente Meloni alla quale saranno presenti, tra gli altri, anche il primo ministro e ministro degli Affari Esteri del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani; il vice primo ministro e ministro della Difesa, Khalid bin Mohammed Al Attiyah; il ministro delle Finanze Ali bin Ahmed Al Kuwari e il ministro dell’Energia Saad Sherida Al-Kaabi. Parteciperà anche l’AD di Qatar Investment Authority, Mansoor Bin Ebrahim Al-Mahmoud.
Modi chiude il G20, testimone a Lula (che invita Putin a Rio)Nuova Delhi, 10 set. (askanews) – Cala il sipario sul G20 di Nuova Delhi e Narendra Modi passa il testimone al presidente brasiliano Lula, che assumerà la presidenza da dicembre e la cui prima ‘uscita’ fa subito discutere. “Putin sarà invitato. Se io sono presidente del Brasile e lui viene in Brasile non c’è alcuna possibilità che venga arrestato”, ha assicurato, riferendosi al mandato di arresto emesso nei confronti del presidente russo dalla Corte penale internazionale. Per Lula “non possiamo lasciare che l’agenda delle discussioni del G20 sia ostaggio di questioni geopolitiche. Non abbiamo interesse a un G20 diviso”.
Lula, questa mattina, ha ricevuto da Modi il martelletto simbolo della presidenza e ha chiuso i lavori anticipando i temi della sua presidenza, che avrà il momento clou nel summit dei leader a novembre a Rio de Janeiro. “La presidenza brasiliana – ha spiegato – ha tre priorità: l’inclusione sociale e la lotta contro la fame; la transizione energetica e lo sviluppo sostenibile; la riforma della governance delle istituzioni. Tutte queste priorità fanno parte del motto della presidenza brasiliana che recita ‘Costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile’. Verranno create due task force: l’Alleanza globale contro la fame e la povertà e la mobilitazione globale contro il cambiamento climatico”. Prima di passare la mano, però, Modi convocherà a novembre un nuovo vertice ‘virtuale’, per fare il punto sulle proposte raccolte nella due giorni di Nuova Delhi. Il summit, per il primo ministro indiano, è stato un “successo” che non era scontato. In particolare l’unità dei 20 rischiava di saltare sulla guerra in Ucraina. Sono state necessarie 15 bozze e oltre 200 ore di trattativa per arrivare all’accordo che è un compromesso con cui viene condannato “l’uso della forza” in Ucraina ma senza mai citare la Russia. Che infatti oggi gioisce, con il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, secondo cui è stato “impedito all’Occidente di ucrainizzare l’agenda”. Per Kiev “non c’è nulla di cui andare fieri”, ma alla fine tutti si dicono contenti, a partire dagli Usa, secondo cui è stato fatto “un ottimo lavoro nel difendere il principio secondo cui gli stati non possono usare la forza per cercare di acquisire territori o per violare l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di altri stati”. Per Giorgia Meloni quello raggiunto è “un compromesso ma comunque molto importante”, mentre il presidente francese Emmanuel Macron sottolinea che “il G20 sostiene l’integrità territoriale nelle carte delle Nazioni Unite. Questo è l’opposto di ciò che sta facendo la Russia”.
Su dossier Ita e su nomina presidente Bei Meloni alza la voce con l’UeNuova Delhi, 10 set. (askanews) – Sul dossier Ita-Lufthansa e sulla nomina alla guida della Bei si apre un doppio (nuovo) fronte tra Italia ed Europa. E’ stata Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa al termine del G20 di Nuova Delhi, a mettere in chiaro le richieste italiane.
Per quanto riguarda l’accordo raggiunto tra Ita e Lufthansa, secondo quanto sostenuto dal governo italiano non è ancora arrivato il via libera della concorrenza europea all’operazione e per Meloni “è oggettivamente curioso che la Commissione che ci ha chiesto per anni di trovare una soluzione, quando la troviamo la blocca. Vorremmo una risposta. La questione è stata sottoposta al commissario Gentiloni da Giorgetti”, che stamani ne ha parlato anche con il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner. Al contrario dall’Ue fanno sapere che è la Commissione a non aver ancora ricevuto una “notifica” dell’intesa. Altro punto è la nomina per la presidenza della Banca europea per gli investimenti. Per la carica l’Italia ha candidato l’ex ministro dell’Economia del governo Draghi Daniele Franco e in corsa ci sono anche due candidate ‘forti’ come la vice premier spagnola Nadia Calvino e la commissaria danese alla concorrenza e vice presidente della Commissione Margrethe Vestager (la stessa responsabile della questione Ita). “Abbiamo candidato alla Bei una figura tecnica riconosciuta da tutti, non abbiamo fatto una scelta politica. Leggo nel dibattito in corso scelte che potrebbero essere politiche, ma sarebbe un errore – avverte Meloni -. Se dovessimo sottomettere le massime istituzioni finanziarie europee a scelte di partito mineremmo la terzietà di queste istituzioni, dobbiamo essere molto prudenti”. La partita per la Bei è ancora aperta e l’Italia cerca ‘alleati’. Giorgetti ha chiesto a Lindner l’appoggio della Germania e la stessa Meloni potrebbe aver chiesto sostegno al cancelliere Olaf Scholz, con cui stamani ha parlato a lungo a margine dell’omaggio al mausoleo di Gandhi.
Parlando con i giornalisti, Meloni è tornata anche sull’incontro di ieri con il premier cinese Li Qiang, che ha avuto al centro i rapporti tra i due Paesi, a partire dal Memorandum sulla Via della Seta. La premier ha negato di aver già preso una decisione sull’accordo (che l’Italia dovrebbe non rinnovare), cercando di ridimensionare l’importanza della scelta, che sarà fatta con “una valutazione di merito anche sui risultati”. “Noi – ha ribadito – abbiamo un partenariato strategico con la Cina e quindi c’è il tema della Belt and Road Initiative ma non è l’unico elemento che costruisce il nostro rapporto. Come è dimostrato dalle altre nazioni europee che in questi anni non hanno fatto parte della Via della Seta e tuttavia hanno stretto con la Cina rapporti a volte più vantaggiosi di quelli che stringevamo noi”. Con Li, ha assicurato, c’è stato “un dialogo cordiale e costruttivo su come possiamo approfondire il partenariato bilaterale” e la decisione che l’Italia prenderà “non compromette nulla nei nostri rapporti”. Meloni (che è stata invitata al forum Belt and Road Initiative a Pechino a ottobre, ma non andrà) ribadisce l’intenzione di recarsi in visita nel Paese, ma la missione potrebbe non avvenire a brevissimo: “Intendo mantenere l’impegno a recarmi in Cina, spero prima possibile ma non c’è ancora una data. Penso sia utile andare in Cina quando avremo elementi maggiori sulla nostra cooperazione bilaterale”. Per il resto, la premier si è complimentata con Modi “per la riuscita di questa non facile edizione” del G20, che resta “un forum multilaterale strategico”. Sull’Ucraina c’è “una dichiarazione di compromesso ma comunque molto importante” perchè il risultato non era “scontato” alla vigilia. Non ci sono stati dunque “passi indietro” e alla fine anche la Russia ha dovuto sottoscrivere la dichiarazione “probabilmente per evitare l’isolamento”. Il “successo” del summit, secondo Meloni, è anche “molto importante” per la presidenza italiana del G7, così come è importante l’attenzione data all’Africa, in primo luogo con l’ingresso nell’Unione africana nel G20. “L’Africa è stata centrale” nei lavori e questo “lo consideriamo anche un nostro successo”, ha detto, ribadendo che “l’Africa sarà anche una delle questioni centrali che porteremo al G7 il prossimo anno”. Altra priorità della presidenza italiana sarà l’Intelligenza artificiale, della quale Meloni ha parlato stamani nell’ultima sessione del vertice. Per la presidente del Consiglio serve “una maggiore concentrazione da parte dei leader mondiali” sul tema, che deve vedere un richiamo a “principi etici” che “possano fare da base a una cornice regolatoria. Serve una regolazione a livello globale. E’ una materia su cui rischiamo di arrivare tardi, con impatti disumanizzanti e critici per la nostra società”.
Meloni è ripartita da Nuova Delhi per far rientro a Roma, con una ‘sosta’ lungo il tragitto a Doha in Qatar per incontrare lo sceicco Al-Thani, con cui discuterà di alcuni settori in cui potrebbe essere rafforzata la cooperazione bilaterale: sicurezza, difesa, investimenti.
Fi, Tajani: ci apriremo ma senza mai rinunciare al nostro simboloRoma, 10 set. (askanews) – “Sono convinto che anche le prossime elezioni, sia amministrative, sia regionali, sia Europee, segneranno una svolta importante perché dimsotreranno che questa meravigliosa creatura che ha costruito Silvio Berlusconi è una creatura che dura nel tempo, che è in gardo di aggregare persone che possono venire anche da altre forze politiche”. Lo ha detto il ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani nelsuo intervento conclusivo alla kermesse dei giovani del partito “Azzurrà Libertà”, in corso a Gaeta.
“Non abbiamo bisogno di persone che cercano poltrone ma di persone che si mettono a lavorare con noi dopo essersi rimboccate le maniche, che credono in ciò che noi proponiamo alla società. E ci prepareremo – ha aggiunto Tajani – per liste competitive anche alle Europee, apriremo le nostre porte ai movimenti civici, agli esterni, faremo anche accordi politici senza però mai rinunciare al nostro simbolo, che porta il nome di Silvio Berlusconi e che porta un riferimento per noi imprescindibile al Partito popolare europeo”, ha sottolineato Tajani.
Meloni al G20: nei rapporti con la Cina prevarrà il pragmatismo. Ita? Vorremmo una risposta da GentiloniNuova Dehli, 10 set. (askanews) – “Io sono abbastanza ottimista” sul fatto che non ci siano contraccolpi negativi dall’eventuale uscita dalla Via della Seta: “Italia e Cina sono consapevoli di quanto sia importante mantenere le relazioni, rafforzarle, cooperare. Il pragmatismo nella maggior parte dei casi ha sempre la meglio, confido che andrà così. Mi pare ci sia volontà di continuare a dialogare”, lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del G20 di Nuova Delhi. Nei confronti della Cina “non abbiamo nessuna preclusione e chiusura”, quella sulla Via della Seta, “può essere una valutazione di merito anche sui risultati”. Con il primo ministro cinese “abbiamo avuto un dialogo cordiale e costruttivo su come possiamo approfondire il partenariato bilaterale”, ha aggiunto la presidente del Consiglio.”Intendo mantenere l’impegno a recarmi in Cina, spero prima possibile ma non c’è ancora una data. Penso sia utile andare in Cina quando avremo elementi maggiori sulla nostra cooperazione bilaterale”, ha spiegato Meloni.
La premier è tornata anche sulla questione Ita-Lufthansa: “E’ oggettivamente curioso che la Commissione Ue che ci ha chiesto per anni di trovare una soluzione, quando la troviamo la blocca. Vorremmo una risposta. La questione è stata sottoposta a Gentiloni da Giorgetti”. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista a Repubblica, stamattina aveva così chiarito la posizione: “Penso sia legittimo criticare un commissario. Ne ho criticati tanti anche io. Mi auguro che Gentiloni sia in grado di avere una posizione che non sia penalizzante per l’Italia. So bene che da commissario europeo non deve guardare solo al suo Paese, ma se l’interesse generale è contro l’Italia allora qualcosa non va. Non esiste il diritto di lesa maestà. Io sono un europeista convinto, ma posso criticare la Bce ad esempio”.
Terremoto in Marocco, oltre duemila morti. La medina di Marrakech è un cumulo di macerieRoma, 10 set. (askanews) – Almeno 2.012 persone sono morte e altre 2.059 sono rimaste ferite nel devastante terremoto che ha colpito nella notte di ieri il Marocco, secondo un bilancio fornito dal ministero dell’Interno, mentre si scava tra le macerie alla ricerca di eventuali superstiti. Il numero delle vittime è comunque destinato ad aumentare ancora, quando i soccorritori riusciranno a raggiungere i villaggi di montagna più remoti colpiti dal sisma. Almeno 1.404 feriti, inoltre, versano in condizioni critiche e moltissimi tra loro rischiano la vita. Intanto, migliaia di persone hanno trascorso la notte in strada per paura di nuove scosse.
La medina di Marrakech è un cumulo di macerie, i villaggi intorno sono stati distrutti e c’è ancora moltissima gente sotto i detriti degli edifici crollati a causa dlela potenza del sisma. E’ questo lo scenario descritto alla Bbc da una testimone locale, una residente della città epicentro del sisma. “Nella vecchia medina, la maggior parte delle case, la maggior parte dei negozi, quasi tutto è andato distrutto. La medina è qualcos’altro adesso” rispetto a prima, ha detto la testimone, di nome Latifa. Ma non si tratta solo della città: le zone più colpite sono i villaggi oltre Marrakech, dove tanti devono ancora ricevere aiuti: “Le persone sono ancora sotto le macerie, le persone stanno ancora soffrendo e le persone stanno cercando di raggiungere altra gente in questi villaggi, ma non riescono ancora ad arrivarci”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affermato che più di 300.000 persone sono state colpite dalle forti scosse in tutto il paese. Il terremoto ha avuto una magnitudo pari a 7 sulla scala Richter, con epicentro a 72 chilometri a sudest della città di Marrakech, a una profondità di 10 chilometri. Secondo i media locali è stato il più forte mai registrato nel Paese, dove sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale.
Al momento non sarebbero rimasti coinvolti cittadini italiani nel Paese, ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani: il titolare della Farnesina ha parlato di 500 italiani nella zona colpita, ma nessuno risulta tra le vittime, morti o feriti. La Farnesina, comunque, continua a seguire la situazione minuto per minuto. Le mura della Medina, la città vecchia, sono crollate. Le persone sono corse in strada, mentre case ed edifici si sbriciolavano alle loro spalle. Parte di un minareto è crollato nella famosa piazza Jemaa el-Fna, cuore pulsante di Marrakech, lasciando ferite due persone. Il terremoto ha causato danni ingenti in diverse città. Oltre a Marrakech, il sisma è stato avvertito anche a Rabat, Casablanca, Agadir ed Essaouira, seminando il panico tra la popolazione.
Il Marocco ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, durante i quali la bandiera nazionale sventolerà a mezz’asta, ha riferito la corte reale. Le forze armate marocchine stanno dispiegando squadre di soccorso per fornire alle aree colpite acqua potabile pulita, scorte di cibo, tende e coperte. La televisione locale ha mostrato cumuli di macerie e tubi rotti che schiacciavano auto parcheggiate e bloccavano le strade di Marrakech, mentre i residenti si precipitavano in strada dopo il terremoto avvenuto alle 23:11 di venerdì. La tv di Stato ha mostrato persone avvolte in coperte che dormivano in strada, temendo ulteriori scosse di assestamento.
Il ministro degli Interni del Marocco ha tentato di rassicurare l’opinione pubblica in un comunicato dicendo che “le autorità statali continuano a mobilitare tutte le risorse umane e logistiche necessarie, per dispiegare unità specializzate di primo soccorso, comprese squadre di ricerca e salvataggio”. Separatamente, l’esercito marocchino ha annunciato che il re Mohammed VI ha autorizzato le forze armate del Paese a intervenire e supervisionare gli aiuti. “Unità di risposta rapida, aerei, elicotteri, droni, centri tecnici e logistici sono stati dispiegati sul posto, con l’obiettivo di portare il supporto necessario alle aree e alle case colpite”, si legge in una nota.
Tennis, Coco Gauff regina di New York: vince gli Us OpenRoma, 10 set. (askanews) – Quattro anni fa era uscita in lacrime da questo stesso campo dopo una dura lezione rimediata al terzo turno contro Osaka. Coco Gauff è la nuova regina dello Us Open, ultimo Slam del 2023, dotato di un montepremi record di 65 milioni di dollari, che si è concluso sui campi in cemento dell’USTA Billie Jean King Center di Flushing Meadows a New York, trasmesso in diretta e in esclusiva da SuperTennis.
Sul palcoscenico dell’”Arthur Ashe Stadium” la 19enne di Atlanta Georgia, n.6 del ranking e del seeding, in finale ha battuto in rimonta per 26 63 62, dopo oltre due ore di lotta, la bielorussa Aryna Sabalenka, n.2 del ranking e del seeding. Per Coco è il primo trionfo Slam, lei che aveva perso contro Swiatek la finale del Roland Garros 2022: grazie a questo risultato salirà in terza posizione nel ranking, firmando un nuovo “best” (senza dimenticare la ritrovata leadership in doppio con Pegula). Per la 25enne di Minsk la consolazione del trono mondiale, che occuperà a partire da lunedì, spodestando Swiatek. Certo, avrebbe voluto tutto Aryna, anche il secondo trofeo Major dopo quello vinto a Melbourne in geennaio, ma non è riuscita a sfruttare fino in fondo la tensione iniziale della sua giovane avversaria. Quando l’americana si è sciolta, per la bielorussa non c’è più stato nulla da fare.
“Questo momento non poteva essere più dolce o più speciale – le parole della neo campionessa Slam, perfettamente nella parte -. L’unica cosa che volevo è dare il meglio e mettercela tutta: lei è una grandissima giocatrice e merita il traguardo che ha raggiunto, ed è anche una ragazza davvero simpatica”. Poi si rivolge al papà: “Smettila di piangere per favore”. Ed al pubblico: “Grazie di essere venuti così numerosi a sostenermi. Ero già contenta delle vittorie delle ultime settimane ma stasera è davvero fantastico”. Piange di delusione invece la neo regina del tennis mondiale (lo sarà ufficialmente da lunedì): “Sono contenta di quello che sono riuscita ad ottenere e per come ho controllato le mie emozioni in questi giorni”, dice Sabalenka che fa i complimenti alla sua giovane avversaria ma che non riesce a trattenere le lacrime.