Ue, Fitto: interrogarsi su priorità e costruire nuovo modelloRoma, 22 ago. (askanews) – “Dentro la questione istituzionale, certamente fondamentale, esiste un tema collegato alle grandi priorità sulle quali bisogna interrogarsi e dare delle risposte concrete. Il tema della difesa, il tema della politica estera, il tema collegato ai grandi flussi migratori, il tema collegato alle politiche industriali sono i pilastri su cui è necessario oggi interrogarsi per dare all’Europa questa funzione, evitando che l’Europa, talvolta, occupandosi di tanto altro rischi di entrare in contrasto nel rapporto con i singoli Stati membri”. In questa direzione “servirebbe un nuovo modello e, da qui al prossimo anno, bisognerà lavorare molto per costruire un progetto che sia in grado di tenere dentro queste grandi priorità e soprattutto di definire un contesto europeo non tanto in grado di guardarsi al proprio interno, ma cercando di guardare al proprio esterno, in grado di confrontarsi con tutti gli altri giganti. Questa è la sfida che abbiamo davanti”. Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, intervenendo al Meeting di Rimini.
Fi contro l’autobiografia di Sarkozy: insulti gratuiti contro BerlusconiRoma, 22 ago. (askanews) – Forza Italia si scaglia contro l’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, per alcuni racconti su Silvio Berlusconi contenuti nel suo libro, in uscita oggi, dal titolo ‘Le temps des combats’ (Il tempo delle battaglie). In particolare, l’ex inquilino dell’Eliseo, fa riferimento a vicende relative al vertice G20 di Cannes del 2011, lo stesso in cui lui e Angela Merkel si scambiarono la famosa risatina. Sarkozy riferisce che lui e la Cancelliera decisero di “convocare” l’allora premier italiano per chiedergli di dimettersi “per salvare la terza economia dell’eurozona”.
Tra le altre cose, come si legge nelle anticipazioni riportate dal Corriere della Sera, l’ex presidente francese dice che “Berlusconi stava diventando la caricatura di se stesso. L’imprenditore brillante, l’uomo politico dall’energia indomabile, non era più che un lontano ricordo”, ma anche che per alleggerire il clima aveva pronunciato “battute fuori luogo” oltre ad altre dichiarazioni “deliranti” sul debito italiano. A prendere le difese del fondatore di Forza Italia è il capogruppo al Parlamento europeo, Fulvio Martusciello. “Gli insulti gratuiti che il condannato per corruzione Sarkozy rivolge nel suo libro al presidente Berlusconi lasciano davvero il tempo che trovano”, spiega.
Per Martusciello “sono scritti da chi ha vissuto una parabola discendente fino a scomparire del tutto, ed ora con il libro punta a sbarcare il lunario”. “Sarkozy non è nulla, non ha lasciato nessun segno nella storia del suo Paese, né è stato capace di far sopravvivere il suo partito. La storia ha dato ragione alle idee anche in materia di economia di Berlusconi che, pur nella crisi congiunturale di quegli anni, aveva visto giusto”, insiste Martusciello. A schierarsi contro l’ex inquilino dell’Eliseo anche Tullio Ferrante, sottosegretario al Mit ma anche deputato vicinissimo a Marta Fascina. “Sarkozy, bocciato e mai più amato dagli elettori francesi, andato in disgrazia in patria ormai da anni e con qualche problemino giudiziario di non poco conto, dovrebbe ben sapere – afferma – che il presidente Silvio Berlusconi, in quegli anni, fu vittima di una persecuzione giudiziaria e mediatica senza precedenti”.
“Va chiarito – dice ancora Ferrante – che le sue dimissioni non furono dettate dai poco diplomatici ed eleganti sorrisini suoi e della cancelliera Merkel o da presunte opere di convincimento dagli stessi esercitate, ma da un gesto di concordia nazionale che Silvio Berlusconi fu costretto a fare a fronte di un ampio blocco istituzionale, politico, economico/finanziario, mediatico che, non avendolo sconfitto nelle urne, provò a farlo con una manovra spericolata, aiutato da pericolosi speculatori con la minatoria leva dello spread, che si concluse con un poco onorevole governo tecnico”. A prendere posizione è anche l’ex ministro, ora deputato eletto nelle fila di Fdi, Gianfranco Rotondi. “Nelle memorie di Sarkozy – sottolinea – arriva la certificazione della interferenza di altri Paesi europei nello svolgimento della politica italiana. Sarkozy in questo caso èé reo confesso, di circostanze che ben conoscevamo”.
A suo giudizio “l’ex presidente francese trascura solo di confessare uno dei principali motivi dell’attacco a Berlusconi e al suo governo. In quel periodo il nostro governo varò un decreto cosiddetto ‘salvabanche’, che in realtà salvava i risparmiatori in caso di default delle banche italiane. Il governo inglese chiese riservatamente che il nostro decreto fosse emanato dopo uno analogo del governo britannico, per un fatto di prestigio. E così fu. Germania e Francia venivano costrette ad analoga azione, ma erano consapevoli del fatto che Berlusconi non rischiava nulla, perché il sistema bancario italiano era abbastanza sano, mentre ad esempio quello tedesco presentava inquietanti criticità. Da quel momento Merkel e Sarkozy divennero delle belve con Berlusconi. Se vogliamo ricostruire quegli anni,possiamo farlo, ma in modo completo”, conclude.
Fi contro autobiografia Sarkozy: insulti gratuiti contro BerlusconiRoma, 22 ago. (askanews) – Forza Italia si scaglia contro l’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, per alcuni racconti su Silvio Berlusconi contenuti nel suo libro, in uscita oggi, dal titolo ‘Le temps des combats’ (Il tempo delle battaglie). In particolare, l’ex inquilino dell’Eliseo, fa riferimento a vicende relative al vertice G20 di Cannes del 2011, lo stesso in cui lui e Angela Merkel si scambiarono la famosa risatina. Sarkozy riferisce che lui e la Cancelliera decisero di “convocare” l’allora premier italiano per chiedergli di dimettersi “per salvare la terza economia dell’eurozona”.
Tra le altre cose, come si legge nelle anticipazioni riportate dal Corriere della Sera, l’ex presidente francese dice che “Berlusconi stava diventando la caricatura di se stesso. L’imprenditore brillante, l’uomo politico dall’energia indomabile, non era più che un lontano ricordo”, ma anche che per alleggerire il clima aveva pronunciato “battute fuori luogo” oltre ad altre dichiarazioni “deliranti” sul debito italiano. A prendere le difese del fondatore di Forza Italia è il capogruppo al Parlamento europeo, Fulvio Martusciello. “Gli insulti gratuiti che il condannato per corruzione Sarkozy rivolge nel suo libro al presidente Berlusconi lasciano davvero il tempo che trovano”, spiega.
Per Martusciello “sono scritti da chi ha vissuto una parabola discendente fino a scomparire del tutto, ed ora con il libro punta a sbarcare il lunario”. “Sarkozy non è nulla, non ha lasciato nessun segno nella storia del suo Paese, né è stato capace di far sopravvivere il suo partito. La storia ha dato ragione alle idee anche in materia di economia di Berlusconi che, pur nella crisi congiunturale di quegli anni, aveva visto giusto”, insiste Martusciello. A schierarsi contro l’ex inquilino dell’Eliseo anche Tullio Ferrante, sottosegretario al Mit ma anche deputato vicinissimo a Marta Fascina. “Sarkozy, bocciato e mai più amato dagli elettori francesi, andato in disgrazia in patria ormai da anni e con qualche problemino giudiziario di non poco conto, dovrebbe ben sapere – afferma – che il presidente Silvio Berlusconi, in quegli anni, fu vittima di una persecuzione giudiziaria e mediatica senza precedenti”.
“Va chiarito – dice ancora Ferrante – che le sue dimissioni non furono dettate dai poco diplomatici ed eleganti sorrisini suoi e della cancelliera Merkel o da presunte opere di convincimento dagli stessi esercitate, ma da un gesto di concordia nazionale che Silvio Berlusconi fu costretto a fare a fronte di un ampio blocco istituzionale, politico, economico/finanziario, mediatico che, non avendolo sconfitto nelle urne, provò a farlo con una manovra spericolata, aiutato da pericolosi speculatori con la minatoria leva dello spread, che si concluse con un poco onorevole governo tecnico”. A prendere posizione è anche l’ex ministro, ora deputato eletto nelle fila di Fdi, Gianfranco Rotondi. “Nelle memorie di Sarkozy – sottolinea – arriva la certificazione della interferenza di altri Paesi europei nello svolgimento della politica italiana. Sarkozy in questo caso èé reo confesso, di circostanze che ben conoscevamo”.
A suo giudizio “l’ex presidente francese trascura solo di confessare uno dei principali motivi dell’attacco a Berlusconi e al suo governo. In quel periodo il nostro governo varò un decreto cosiddetto ‘salvabanche’, che in realtà salvava i risparmiatori in caso di default delle banche italiane. Il governo inglese chiese riservatamente che il nostro decreto fosse emanato dopo uno analogo del governo britannico, per un fatto di prestigio. E così fu. Germania e Francia venivano costrette ad analoga azione, ma erano consapevoli del fatto che Berlusconi non rischiava nulla, perché il sistema bancario italiano era abbastanza sano, mentre ad esempio quello tedesco presentava inquietanti criticità. Da quel momento Merkel e Sarkozy divennero delle belve con Berlusconi. Se vogliamo ricostruire quegli anni,possiamo farlo, ma in modo completo”, conclude.
Autonomia, Zaia: chi fa ostruzionismo, rischia di farsi maleVenezia, 22 ago. (askanews) – “Chi fa semplice ostruzionismo rischia di farsi del male”. Lo ha detto Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, intervenendo oggi sui temi dell’autonomia, a Venezia. Rispondendo ai giornalisti, che gli chiedevano tra l’altro delle perplessità di Fdi, Zaia ha ribadito che “la riforma federalista di questo paese, pur essendo un’assunzione di responsabilità per tutti che va pienamente nel solco della costituzione.
Il presidente del Veneto si è soffermato sul tema delle compartecipazioni. “Un dibattito ormai vecchio”, l’ha definito, per poi esemplificare: “E’ vero che se ricevessimo, poniamo, il 10% dell’Irpef dei veneti per le nuove competenze e l’anno successivo i veneti pagassero più tasse quello stesso 10% varrebbe più denaro, ma è vero pure che se ne pagassero di meno la cifra finale sarebbe inferiore. Con questa riforma ci assumiamo un rischio oltre a delle responsabilità. D’altra parte siamo disponibili a valutare una formula di solidarietà in caso di crescita delle entrate fiscali regionali, magari – ha concluso Zaia – destinando almeno in parte questi guadagni aggiuntivi a fondi destinati alla sanità delle regioni più in difficoltà, allo stimolo all’occupazione giovanile o altro ancora”.
Nuovo accesso Cenacolo nel 2026 con fondi Pnrr e donazione famiglia BonomiMilano, 22 ago. (askanews) – Un percorso di accesso al Cenacolo Vinciano rinnovato entro il 2026, per un investimento complessivo di 1,8 milioni di euro, di cui un milioni di fondi del Pnrr e 800mila euro donati da Investindustrial foundation, fondazione che fa capo alla famiglia Bonomi.
A comunicarlo in una nota è la direttrice regionale musei della Lombardia, istituto del ministero della Cultura, Emanuela Daffra. La donazione di Investindustrial Foundation andrà ad aggiungersi al finanziamento di circa un milione di euro garantito con il Pnrr dal ministero della Cultura all’interno della “Misura 1 Patrimonio culturale per la prossima generazione”, “Investimento 1.2 Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi”. Il progetto, dal titolo “Il Cenacolo Vinciano. Nuovo percorso per un museo sostenibile”, messo a punto insieme al Politecnico di Milano, ha l’obiettivo di razionalizzare i flussi di visita al capolavoro di Leonardo, valorizzando il giardino e consentendo al visitatore di completare il percorso senza mai uscire dagli spazi del museo. Per questo, senza alcuna interferenza con la struttura storica, si ipotizza di addossare al Refettorio un nuovo ambiente coperto e climatizzato, che garantirà anche spazi maggiori per attività oggi molto sacrificate, come l’accoglienza gruppi, la preparazione alla visita, i laboratori didattici. I tempi di realizzazione saranno quelli fissati dal Pnrr. Il cronoprogramma prevede l’avvio dei lavori entro il 30 giugno del 2025, dopo la realizzazione della nuova centrale termica e la conclusione non oltre la fine dell’anno successivo.
“Il percorso di visita che grazie all’apporto finanziario congiunto di Pnrr e di Investindustrial foundation sarà possibile concretizzare, consentirà una migliore organizzazione dei flussi, una visita più completa e piacevole al Cenacolo perché più fluida, innalzando ulteriormente i livelli di sicurezza ambientale necessari per tutelare i dipinti del Refettorio”, anticipa la direttrice. “L’attenzione della famiglia Bonomi per Milano e per il sociale non è venuta meno, come conferma anche questa generosa donazione – osserva Emanuela Daffra – aggiungo che oggi raccontiamo l’esempio non comune, che sarebbe bello moltiplicare, di una realtà privata che aggiunge il proprio apporto ai fondi del Pnrr per consentire il completo raggiungimento di un obiettivo ritenuto importante”. “Per una famiglia con origine a Milano nell’Ottocento, partecipare al continuo rinnovamento della città è un onore e un privilegio, ma è soprattutto un dovere – ha dichiarato Andrea Bonomi, il fondatore di Investindustrial – speriamo di poter contribuire ad altri progetti simili in futuro”.
Ispirata dalla tradizione filantropica famigliare e in particolare dall’esempio di Anna Bonomi, pioniera del non profit in Italia oltre ottanta anni fa, Investindustrial l’ha portata avanti con due fondazioni che operano in diversi settori: “Invest for children”, che aiuta le persone diversamente abili e i bambini più svantaggiati a migliorare la propria qualità della vita e “Investindustrial foundation”, che sostiene l’istruzione, la protezione e la conservazione dell’ambiente, il patrimonio artistico e culturale e la scienza.
Benanti: algoritmi hanno potere, dare a società civile il controlloRimini, 22 ago. (askanews) – Bisogna “restituire alla società civile il potere di controllo su chi determina quello che tutti i giorni accade nella nostra vita. Interrogarsi sul potere dietro gli algoritmi e sul potere degli algoritmi stessi è fare azione di cittadinanza”. Lo ha detto ad askanews padre Paolo Benanti, docente alla Pontificia università Gregoriana ed esperto di bioetica, a margine di un incontro al Meeting di Rimini.
“Interrogarsi sul potere degli algoritmi – ha detto padre Benanti – vuol dire innanzitutto chiedersi quante delle nostre esperienze di tutti i giorni sono mediate da degli strumenti invisibili, ma efficacissimi, come gli algoritmi informatici. Se una volta per leggere le notizie io andavo fisicamente in edicola, davo i miei soldi all’edicolante e prendevo il giornale, sapevo che le notizie mi venivano raccontate secondo un’opinione e un orientamento che era quella dell’editore del giornale stesso. Oggi le leggo sul mio telefonino, facendo lo scroll, e improvvisamente non solo come le notizie mi appaiono ma a volte anche i titoli che vengono composti apposta per quello che uno strumento informatico come l’algoritmo capisce di me. Allora che la visione che ho del mondo mi viene mediata da questo strumento”. “La domanda ‘qual è il potere degli algoritmi?’ è solo una parte della domanda interessante”, secondo l’esperto di bioetica, perché “se l’algoritmo è così efficace e così quotidiano dobbiamo chiederci qual è il potere che c’è dietro questo algoritmo. Siamo come trattati da un guanto di velluto che ci organizza la nostra vita tutti i giorni, ma a volte non vediamo la mano che c’è dentro il guanto”.
Quindi, ha concluso Benanti “si tratta di dare alla società civile e restituire alla comunità il potere di controllo su chi determina quello che tutti i giorni accade nella nostra vita. Interrogarsi sul potere dietro gli algoritmi e sul potere degli algoritmi stessi è fare azione di cittadinanza”.
Beccari (San Marino): relazioni con Italia rafforzate negli anniRimini, 22 ago. (askanews) – “Negli ultimi anni il livello delle relazioni tra San Marino e Italia si è rafforzato tant’è che entro fine 2023 avremo anche la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che sarà un’altra testimonianza di consolidamento delle nostre relazioni”. Lo ha annunciato ad askanews il segretario di Stato per gli Affari esteri della Repubblica di San Marino, Luca Beccari, a margine di un incontro al Meeting di Rimini.
“Per San Marino il rapporto con l’Italia è imprenscindibile non solo per ragioni geografiche, ma anche per ragioni culturali e sociali – ha spiegato Beccari -. Noi siamo da sempre attenti al rapporto con l’Italia e investiamo tanto su questo. Il Meeting è un momento importantissimo che valorizza il rapporto italo-sammarinese e a latere si sviluppano sempre incontri importanti a livello ministeriale”. “La visita di oggi del vicepremier Salvini a San Marino – ha aggiunto – è un elemento importantissimo che si innesta in questo quadro così come lo è l’incontro con la sottosegretaria agli Affari esteri Maria Tripodi che rappresenta la Farnesina, con la quale per competenza e per delega ho il mio principale centro di relazione”.
“Credo che le nostre relazioni si costruiscono anche grazie a questi eventi – ha aggiunto Beccari -. San Marino sta affrontando un percorso nuovo, quello di un negoziato per un accordo di associazione con l’Unione europea, attraverso il quale ci proiettiamo verso l’Europa senza dimenticare l’importanza del rapporto bilaterale con l’Italia”. “Il rapporto con l’Italia è doppio: tra Stato e Stato, ma anche fra San Marino e le comunità locali limitrofe e lavoriamo costantemente su questo – ha concluso il segretario -. Negli ultimi tre anni del mio mandato il livello delle relazioni si è rafforzato tant’è che entro la fine dell’anno avremo anche la visita del presidente Mattarella a San Marino che sarà un’altra testimonianza di consolidamento delle nostre relazioni”.
Meloni si confida su “Chi”: Palazzo Chigi? E’ come stare sull’ottovolante, è una sfidaRoma, 22 ago. (askanews) – Questa settimana su “Chi”, in edicola dal 23 agosto, un’intervista esclusiva con Giorgia Meloni. Leggermente abbronzata al termine della sua vacanza in Puglia con la famiglia, e dopo un blitz in Albania ospite del primo ministro Edi Rama, la premier – si legge nella nota di anticipazione diffusa dal periodico settimanale – traccia un bilancio sulla sua estate e sui suoi primi dieci mesi di governo. “Sono riuscita a ritagliarmi qualche giorno di vacanza. Dovevo riuscirci. Sono più di due anni che non mi fermo e, a un certo punto, la stanchezza eccessiva rischia di farti perdere lucidità e concentrazione. Poi si sa che la Puglia è una delle mie mete preferite, se non fosse che è la principale nemica delle mie diete. E’ un ponte naturale tra Occidente e Oriente, per questo il governo l’ha scelta per ospitare i lavori del G7 nel 2024”, racconta.
A proposito del suo incarico da premier: “Palazzo Chigi? E’ come stare sull’ottovolante 24 ore su 24. Ogni giorno è una sfida e riuscire a tenere insieme tutto è veramente difficile. A volte ti viene il desiderio di scendere da quell’ottovolante, di fermarti un momento e di tornare alla normalità. Ma è un pensiero che ti lambisce la mente solo per qualche istante e poi svanisce. Perché sai che quello che stai facendo ha uno scopo, un senso più grande”, afferma Meloni. Il bilancio da mamma premier: “Le rinunce sono tante, sicuramente. A volte mi manca la quotidianità, le piccole cose, anche le più semplici. La mia vita è sempre stata una gara contro il tempo, ma ora lo è come mai prima. Per questo faccio ogni giorno i salti mortali per comprimere al massimo la mia folle agenda e ritagliare più tempo possibile per stare con mia figlia Ginevra. Il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo e non possiamo permetterci il lusso di sprecarlo”, conclude la presidente del Consiglio.
Nell’intervista concessa al settimanale Chi, in edicola dal 23 agosto, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha parlato, fra le altre cose, di alcuni suoi viaggi ufficiali nei quali ha portato con sé la figlia Ginevra: “Il presidente Joe Biden è stato molto gentile a voler far visitare a Ginevra la Casa Bianca. Ma anche molti altri leader, nei vari viaggi nei quali ho portato mia figlia, hanno mostrato la loro attenzione e simpatia”. “Alla fine – ha spiegato, secondo una delle anticipazioni diffuse dal periodico – abbiamo tutti gli stessi problemi: padri e madri costretti troppo a lungo a stare lontano dai figli, che cercano di fare del loro meglio per compensare quell’assenza o per limitarla al massimo. E’ per questo che tutte le volte che lo ritengo possibile porto con me Ginevra, sia per stare un po’ insieme sia per farle vivere nuove esperienze. Con lei al mio fianco mi sento più forte”.
S&P: tasso default società europee verso il 3,75% entro giugno 2024
Milano, 22 ago. (askanews) – Il tasso di default delle aziende europee degli ultimi 12 mesi con rating di grado speculativo potrebbe salire al 3,75% entro giugno 2024, dal 3% di giugno 2023. Sono le previsioni contenute in un report di S&P Global Ratings che analizza l’andamento del tasso di default delle società europee di grado speculativo.
I tassi d’interesse più elevati spingono le imprese a destinare una quota maggiore delle proprie vendite in calo al servizio del debito, mentre l’economia resiste, ma rallenta. Nello scenario pessimistico di S&P un rallentamento prolungato della crescita o una recessione potrebbero far salire il tasso di default al 5,5%. Ciò potrebbe verificarsi se l’inflazione core dovesse rimanere elevata e le banche centrali fossero costrette ad aumentare i tassi ancora più a lungo. Nonostante S&P ritenga che le probabilità di una recessione siano più basse, il rischio principale è rappresentato dalla capacità delle imprese di servire il debito in uno scenario di flussi di cassa già in calo. Sebbene molte aziende abbiano ancora la possibilità di ricorrere a saldi di cassa elevati o di liberare liquidità attraverso tagli alle assunzioni o alle spese in conto capitale, riacquisti di azioni o dividendi, queste opzioni sono generalmente meno disponibili per la maggior parte degli emittenti con rating inferiore.
Molti degli emittenti più deboli provengono da settori legati al consumo, come i beni di consumo, i media e l’intrattenimento, e si basano su una spesa di consumo resiliente. È probabile che questi settori contribuiscano maggiormente alle future insolvenze.
Rilascio acque centrale Fukushima in mare, come funzioneràRoma, 22 ago. (askanews) – Il rilascio di acque trattate dalla centrale nucleare Fukushima Daiichi, teatro dal 2011 del più grave incidente atomico della storia dopo Chernobyl, inizierà giovedì prossimo 24 agosto, dopo che Tokyo ha ottenuto anche un sostanziale avallo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea).
L’operazione, mai effettuata in precedenza in queste dimensioni, sta provocando alzate di scudi da parte di paesi vicini – a partire dalla Cina – o comunque affacciantisi sul Pacifico, ma anche l’opposizione all’interno dalle popolazioni locali delle aree limitrofe alla centrale, che vedono rischi per la salute e per l’economia, incentrata in particolare sull’agricoltura e sulla pesca. Ma, nel dettaglio, come avverrà questa operazione e quali rischi comporta? L’ACQUA DI FUKUSHIMA L’incidente nucleare di Fukushima è conseguenza del devastante terremoto-tsunami dell’11 marzo 2011, che provocò qualcosa come 20mila vittime concentrate lungo le coste nordorientali del Giappone. Il sistema di raffreddamento della più vecchia centrale nucleare giapponese fu danneggiato e nei nuclei di tre reattori ci fu il meltdown, lo scioglimento del nocciolo. Va chiarito che l’incidente di Fukushima, a 12 anni dagli eventi, è ancora in corso. Questo perché nei reattori permane il materiale fissile disciolto ad altissima concentrazione di radioattività, inavvicinabile dall’uomo e anche da gran parte dei robot. Questo va continuamente raffreddato e per tale operazione è necessaria molta acqua, che entra a contatto con il materiale radioattivo, contaminandosi a sua volta. Inoltre a questa va aggiunta l’acqua piovana che arriva nella centrale e quella che scorre naturalmente al di sotto da sottoporre a loro volta al trattamento.
L’acqua viene stoccata – dopo essere stata trattata – in una selva di silos, che ha sostituito il bosco che circondava precedentemente la centrale. Attualmente ci sono più di 1,3 milioni di metri cubi di acqua trattata e i 1.000 serbatoi sono praticamente pieni: ci si attende che non vi sia più spazio entro la fine del 2024. COME SI ELIMINA LA RADIOATTIVITA’ L’acqua di raffreddamento esce dai reattori fortemente contaminata. Per “ripulirla” è stato realizzato un sistema denominato ALPS (Advanced Liquid Processing System). Si tratta di un sistema di pompaggio e filtraggio dell’acqua che, attraverso una serie di reazioni chimiche, è in grado di eliminare 62 radionuclidi dall’acqua contaminata. Tuttavia, ALPS non ha la capacità di purificare pienamente l’acqua, perché non rimuove il trizio (idrogeno-3), un isotopo radioattivo dell’idrogeno, che è anche naturalmente prodotto in natura nell’atmosfera quando i raggi cosmici entrano in collisione con le molecole d’aria. Oltre a essere ovviamente un sottoprodotto delle centrali nucleari. Il trizio ha il più basso impatto radiologico tra tutti i radionuclidi presenti in maniera naturale nell’acqua di mare. Ha un’emivita radioattiva – cioè il tempo necessario perché la metà venga smaltita – di poco più di 12 anni. Assorbito con l’acqua nel corpo umano, invece, ha un’emivita che va da sette a 14 giorni. E’ considerato dall’Aiea pericoloso per l’uomo solo a dosi molto elevate e – sempre secondo l’agenzia Onu – diverse centrali in tutto il mondo smaltiscono acqua contenente trizio a bassa quantità nelle loro normali operazioni. Comprese le centrali atomiche della Cina, che si oppone con più veemenza al rilascio delle acque di Fukushima.
COME FUNZIONERA’ LO SMALTIMENTO A FUKUSHIMA? Non dobbiamo pensare a un’operazione a breve termine: secondo la Tepco (proprietaria dell’impianto), lo stoccaggio di acqua trattata arriverà a zero soltanto nel 2051 e verranno rilasciati 500 metri cubi di acqua al giorno. L’acqua che verrà gettata in mare sarà sottoposta a misurazioni della radioattività per due mesi, dopo essere stata inviata a un gruppo di serbatoi intermedi da 30mila metri cubi. Da lì verrà trasferita via tubi a un impianto di diluizione situato a un chilometro di distanza. In questa struttura verrà miscelato ad acqua marina, creano una diluizione che, secondo il piano giapponese, dovrebbe provocare un’esposizione al trizio per l’uomo pari a 0,00003-0,00004 millisievert/anno, rispetto ai 2,1 millisievert/anno della radiazione naturale (media giapponese per persona). In seguito, l’acqua verrà trasferita in un tunnel di un chilometro posto sul fondo marino fino a un punto di scarico, che si trova più di 10 metri sotto il livello dell’acqua. All’uscita si troverà un ulteriore punto di controllo dei livelli di trizio. PERCHE’ SERVE LIBERARE LO SPAZIO DAI SERBATOI La Tepco ha urgenza di liberare quanto più spazio possibile, oggi occupato dai silos per l’acqua, perché lì dovrà essere stoccato il materiale proveniente dalla rimozione dei residui del meltdown provenienti dall’interno dei reattori. Sostanzialmente, saranno necessari 81mila metri quadri. E’ questa l’operazione più difficile e del tutto inedita che occuperà i tecnici e gli esperti nei prossimi anni. Questi residui sono presso i reattori 1-2-3 della centrale, quelli andati in fusione con l’incidente, si parla di 880 tonnelate di melma radioattiva. Tokyo vuole iniziare i lavori entro quest’anno fiscale. Questi residui nei reattori presentano livelli di radioattività insostenibile, letale per l’organismo umano anche a esposizioni molto limitate. Per rimuoverli, la Tepco intende utilizzare un braccio robotico. Questa operazione sarà molto lunga e ormai è chiaro che il progetto di chiudere in un trentennio il decommissionamento della centrale è saltato.