Ucraina e Cina, gas e rinnovabili: si chiude il X Global Baku ForumBaku, 12 mar. (askanews) – Con un evento dedicato al leader azerbaigiano Heydar Aliyev per i 100 anni dalla nascita, si è chiusa la settimana che a Baku ha visto la decima edizione del Global Baku Forum. L’evento ha visto la partecipazione di oltre 400 tra presidenti, capi di governo, ministri ed ex rappresentanti di Paesi europei e asiatici. Ucraina, guerra, Cina ed energia hanno tenuto banco nei panel che si sono succeduti dal 9 marzo, ma nei dibattiti hanno trovato spazio anche la questione climatica, i corridoi transnazionali e la migrazione con la richiesta sempre più pressante di una maggiore equità tra nord e sud del mondo nelle istituzioni internazionali a partire dall’Onu.
Seguendo il tema “Il mondo di oggi: sfide e speranze”, il Forum, organizzato dal Centro Nizami Ganjavi, ha affrontato le questioni legate alla sicurezza energetica, all’instabilità regionale, i rapporti tra Asia ed Europa e il ruolo della Cina nello scenario internazionale.
A dare il via è stato il discorso del presidente azerbaigiano Ilham Aliyev nel Palazzo Gulustan: al centro del suo intervento sia le questioni ancora aperte con l’Armenia con cui però “si apre un’era di pace” in cui Erevan e Baku, ha auspicato il presidente, potranno lavorare per un accordo che metta fine alle dispute trentennali sul Nagorno Karabakh, sia gas e rinnovabili. Un accenno, però, Aliyev lo ha fatto anche al conflitto ucraino: “Ogni Paese ha una storia diversa ma il rispetto del diritto internazionale, dell’integrità territoriale, non possono essere modificati con la forza. Si tratta di un principio che non si applica solo a noi ma a tutti i Paesi del mondo. Questa è la posizione dell’Azerbaigian”, ha detto.
Sulla questione si è espresso anche il presidente italiano Sergio Mattarella con un messaggio inviato al Forum in cui ha parlato di una situazione che si sta “intensificando” a causa “della volontà tirannica della Russia”. Sull’Ucraina ha parlato anche il premier britannico Rishi Sunak, in un testo letto dall’ambasciatore di Londra a Baku, in cui il Regno unito ha ribadito il sostegno a Kiev e ha ringraziato l’Azerbaigian per il supporto.
“Le minacce esistenziali per stati e individui sono una realtà” ha detto il presidente della Lettonia Egils Levits sottolineando che esistono “minacce interne ed esterne” e la principale minaccia “esterna, attualmente, è l’aggressione russa all’Ucraina”, un’aggressione “che non è iniziata l’anno scorso ma nel 2014. E ancora prima nel 2008 in Georgia, quando la risposta della comunità internazionale è stata debole. Nel 2014 è stata un po’ più decisa e ora è stata forte, perché è la prima volta che la comunità internazionale sta rispondendo in modo adeguato: c’è accordo a livello internazionale sul fatto che la guerra di aggressione sia vietata”.
Tra gli ex leader presenti, anche l’ex presidente ucraino Viktor Yushchenko: “Quando parliamo di vittoria dobbiamo essere convinti al 100% che la vittoria ci sarà. Una vittoria che includa la vittoria contro Putin e il suo regime”. Nella questione ucraina è stata più volta chiamata in causa la Cina e il suo ruolo come grande potenza: “Qualcuno nel panel precedente ha detto che Taiwan è la prossima Ucraina, questo è assurdo, le due situazioni non sono paragonabili. Taiwan è un affare interno alla Cina, mentre il conflitto ucraino è un affare tra due Paesi sovrani, Russia e Ucraina. Le stesse persone che chiedono rispetto per la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, parlando di Taiwan violano la politica di ‘un’unica Cina’. Questo è un tipico doppio standard” a cui Pechino si oppone, ha detto Wu Hongbo, rappresentante speciale del governo cinese per gli Affari europei ricordando che Pechino “lavora e continuerà a lavorare per la pace”.
Tornando al tema dell’energia Aliyev ha rimarcato che l’Azerbaigian ha “già cambiato la mappa dell’energia dell’Europa. Siamo un partner affidabile che esporta greggio, gas, elettricità, prodotti petrolchimici” e “continueremo ad aumentare le esportazioni di gas verso l’Europa”, anche grazie al potenziamento “dei nostri gasdotti come per il Tap che passerà da 10 a 20 miliardi di metri cubi”. “Nel 2019 abbiamo esportato 19 miliardi di metri cubi, quest’anno saranno oltre 24 miliardi e la metà, almeno la metà, andrà all’Europa. E questo ha aiutato e continuerà ad aiutare i consumatori europei ad avere accesso al gas naturale tenendo conto dell’attuale situazione geopolitica”.
Ma il tema energetico è andato anche oltre: l’Azerbaigian, infatti, ha in programma di costruire un corridoio di energia verde “Caspian-Europe”, ha detto il ministro dell’Energia Parviz Shahbazov spiegando che “l’obiettivo è fornire energia verde dall’Azerbaigian all’Europa”. A margine dell’evento parlando ad askanews, Shahbazov ha anche aggiunto un invito alle aziende italiane nel settore delle rinnovabili: dopo la firma del contratto tra Ansaldo Energia e Azerenerji, il più grande produttore di energia elettrica dell’Azerbaigian “auspico che ci sarà cooperazione con le aziende italiane nel settore dell’energia verde”.
Ansaldo Energia fornirà quattro turbine a gas AE94.3A per la centrale di Mingachevir, per un valore di oltre 160 milioni di euro. Il potenziale eolico offshore nel Mar Caspio è di 157 gigawatt a cui si aggiungono 40 gigawatt onshore.
Altro tema affrontato nel corso del Forum è stato quello della salute e della necessità che sia accessibile a tutti. Oltre all’invito del direttore generale dell’Oms Tedros a non considerare la spesa in sanità come un lusso ma come un investimento per uno sviluppo sempre più sostenibile, di interesse è stato l’intervento dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) che ha illustrato due dei settori di ricerca legati alla medicina e all’energia atomica. L’Aiea “è nota soprattutto per le minacce legate a diversi Paesi” come la Corea del Nord, l’Iran o l’Ucraina, ma l’Aiea si occupa del nucleare anche in altri settori, in particolare quello della salute, ha spiegato Najat Mokhtar, vice direttore generale dell’Aiea.
Mokhtar ha voluto sottolineare due dei settori su cui investe l’Aiea: da una parte “l’accesso” alla medicina nucleare per la prevenzione e la cura di malattie come il cancro e dall’altra la prevenzione di nuove pandemie. “Lavoriamo a un programma con la Fao e gli stati membri per rafforzare i laboratori veterinari, un’area poco finanziata e negletta, non dimetichiamo che il Covid è arrivato dall’ambiente e dagli animali. Per questo creiamo la più grande rete di laboratori veterinari che possa sorvegliare cosa accade nel settore dei patogeni animali e evitare che ci sia il salto. Non abbiamo la soluzione magica ma stiamo facendo la nostra parte”.
Con i discorsi dei presidenti albanese Bajram Begaj e bulgaro, Rumen Radev, che hanno partecipato alla serata di gala finale, si è chiusa la decima edizione che ha posto l’accento sull’interconnessione sempre più forte tra le varie parti del pianeta, legate dal multilateralismo, dai fora regionali, dai legami economici, dagli accordi energetici. Uno scenario in cui Baku si presenta come l’esempio perfetto di ponte e di luogo di incontro e di dialogo tra Europa, Asia, Russia e Medio Oriente, guardando al Continente africano e alle necessità e opportunità che presenta.
(Di Daniela Mogavero)