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Tag: Sanremo 2023

Yoon: non chiediamo al Giappone d’inginocchiarsi per la storia

Yoon: non chiediamo al Giappone d’inginocchiarsi per la storiaRoma, 24 apr. (askanews) – Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha ribadito il suo impegno a far progredire le relazioni con il Giappone, affermando in un’intervista pubblicata dal Washington Post che non si può pensare che il Giappone “debba inginocchiarsi a causa della storia di 100 anni fa”.

Yoon ha fatto riferimento al dominio coloniale giapponese della Corea del 1910-45, durante il quale furono commesse quelle che sono considerate atrocità, come la mobilitazione dei coreani per il lavoro forzato e lo sfruttamento delle cosiddette “donne di conforto”, sfruttate sessualmente nei bordelli militari dell’Armata imperiale nipponica fino alla conclusione della seconda guerra mondiale. “L’Europa ha vissuto diverse guerre negli ultimi 100 anni e nonostante ciò, i paesi in guerra hanno trovato il modo di cooperare per il futuro”, ha detto Yoon nell’intervista. “Non posso accettare l’idea che a causa di ciò che è accaduto 100 anni fa (…) che loro (i giapponesi) debbano inginocchiarsi a causa della storia di 100 anni fa. E questo è un problema che richiede una decisione”, ha detto il presidente sudcoreano.

Yoon ha anche affermato che le preoccupazioni per la sicurezza della Corea del Sud sono troppo urgenti per ritardare la cooperazione con Tokyo, anche se alcuni critici non ne sono convinti. Il presidente sudcoreano ha cercato in modo deciso di ricucire le relazioni con il Giappone, di fatto liberando le imprese giapponesi condannate a risarcire le vittime del lavoro forzato dall’incombenza.

“Le relazioni Corea del Sud-Giappone devono essere normalizzate e ciò non può essere ritardato”, si legge in una nota diffusa dopo la pubblicazione dell’intervista dalla presidenza di Seoul. “Poiché i paesi in Europa cooperano per il futuro anche dopo aver attraversato guerre devastanti – ha continuato -, il miglioramento delle relazioni Corea del Sud-Giappone è un percorso verso il futuro che dovrebbe essere intrapreso”. Con una mossa rara, la presidenza ha anche rilasciato commenti aggiuntivi di Yoon non inclusi nell’intervista. “Tra paesi che condividono valori, i problemi storici e del passato possono essere risolti attraverso il dialogo”, ha sostenuto Yoon.

L’intervista è arrivata in concomitanza con la partenza di Yoon una visita di stato di sei giorni negli Stati Uniti per colloqui con il presidente Joe Biden, dove dovrebbero essere discusse una serie di questioni bilaterali e globali. Per quanto riguarda la possibilità di cominciare a fornire aiuti militari all’Ucraina, Yoon ha detto al Washington Post: “Certo, l’Ucraina è sotto un’invasione illegale, quindi è opportuno fornire aiuti, ma quando si tratta di come e cosa forniremo, non possiamo non considerare molti rapporti diretti e indiretti tra il nostro Paese e i paesi in guerra “.

Gli Ordini dei medici sulla psichiatra uccisa: è emergenza nazionale

Gli Ordini dei medici sulla psichiatra uccisa: è emergenza nazionaleMilano, 24 apr. (askanews) – “La violenza è sempre una sconfitta, non solo per chi la subisce ma per l’intera società”. Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, intervenendo a Unomattina sull’assassinio a Pisa della psichiatra Barbara Capovani.

Un omicidio che riporta alla mente l’omicidio, a Bari, dieci anni fa, di un’altra psichiatra, Paola Labriola. “Dalla morte di Paola è nato un movimento – ha ricordato Anelli – che ha portato a una serie di risultati. Ma esistono problemi che non sono stati risolti, e oggi siamo qui a piangere un’altra collega. Abbiamo una legge che oggi, grazie agli ultimi interventi di questo Governo, porta alla procedibilità d’ufficio anche se la violenza è lieve. Ma persistono problemi di carattere culturale e organizzativo. Non abbiamo il tempo per parlare con i malati. La legge del 2017 che indica la comunicazione come tempo di cura non è realizzabile, per la carenza di personale, per il numero esiguo delle figure professionali. C’è la necessità di fare una riforma”. Quella della violenza contro gli operatori sanitari, ha proseguito Anelli, è una “emergenza nazionale”. Perciò “chiediamo al Governo di risolverla – ha auspicato – così come è stato bravo e veloce a risolvere altre emergenze. Nella polizia si individui un settore specifico dedicato a proteggere gli operatori sanitari”.

“Il 55% dei colleghi riferisce di aver subito violenza – ha concluso Anelli – e il 48% pensa sia normale Il Ministro avvii soluzioni, ivi compreso l’aumento di personale e la presenza di mediatori culturali nei pronto soccorso, perché a volte il dolore obnubila la mente”.

Ambasciatore cinese: rapporti Cina-Ue non dipendano da crisi ucraina

Ambasciatore cinese: rapporti Cina-Ue non dipendano da crisi ucrainaRoma, 24 apr. (askanews) – Cina e Unione europea non dovrebbero basare le loro relazioni sulla base degli eventi della guerra ucraina o farle sottostare a una fedeltà atlantica agli Stati uniti. L’ha affermato l’ambasciatore cinese presso l’Ue Fu Cong in un’intervista pubblicata nel giornale ThePaper.cn.

“La politica della Cina nei confronti dell’Europa è rimasta stabile per molto tempo e considera l’Europa un partner strategico”, ha dichiarato Fu al portale di notizie Thepaper.cn, aggiungendo che la politica di Pechino è quella di considerare Cina ed Europa “due grandi forze, due grandi mercati”, che devono investire sul loro dialogo e sulla loro cooperazione “per il bene del mondo”. Però, ha detto ancora Fu, “la parte europea non dovrebbe guardare alle relazioni Cina-Europa attraverso il prisma della crisi ucraina, figuriamoci sviluppare relazioni con gli Stati uniti a spese delle relazioni Cina-Europa e degli interessi cinesi”.

Secondo Fu, “proprio come le relazioni bilaterali della Cina con qualsiasi paese, le relazioni Cina-Ue sono multiformi e non monotematiche, e le relazioni Cina-Ue non sono dirette, dipendenti o soggette a terze parti e non dovrebbero essere legate alla questione dell’Ucraina”. Il diplomatico ritiene che anche la Cina sia “vittima di questa crisi” e certamente non è “responsabile della crisi ucraina”. Ciononostante, Fu ha difeso le relazioni di Pechino con la Russia, al di là delle “idee sbagliate” che ci sono in Europa su questo rapporto. Si tratta di due vicini diretti, che intrattengono una relazione “negli interessi di entrambi i popoli”.

Fu ha affermato che l’incontro annuale dei leader Cina-Ue – questo mese – è stato il punto più importante dell’agenda politica di Pechino e Bruxelles quest’anno. Ha anche sostenuto che il recente successo della Cina nel mediare il riavvicinamento tra Arabia Saudita e Iran potrebbe avere “implicazioni significative” per una risoluzione della crisi ucraina, e anche l’Europa potrebbe svolgere un ruolo.

GP Liberazione, Montagner trionfa nella juniores internazionale

GP Liberazione, Montagner trionfa nella juniores internazionaleMilano, 24 apr. (askanews) – Dopo l’inaugurazione di ieri con l’apertura del Bike Village e il via alla pedalata eco-archeologica “Bike4Fun”, è iniziata stamattina alle Terme di Caracalla la due giorni di gare del 76esimo Gran Premio Liberazione. La prima giornata della storica manifestazione ciclistica capitolina, sotto gli occhi del campione australiano Simone Clarke ospite d’eccezione al Bike Village, ha visto il trionfo nella categoria juniores internazionale 1.1 MJ del friulano Andrea Montagner del team Borgo Molino, che ha conquistato in fuga l’ambita maglia azzurra. Il primo titolo a squadre juniores della competizione va alla trevigiana Borgo Molino, che si è aggiudicata il trofeo intitolato a Dario Acquaroli, il due volte campione del mondo di mountain bike scomparso prematuramente lo scorso 9 aprile. Tra i più giovani Giacomo Sgherri ha vinto la gara Allievi. Sale l’attesa per le due gare clou di domani: il Gran Premio Liberazione, con l’edizione numero 76 della classica internazionale del ciclismo giovanile, e la Donne Elite 1.2.

La gara juniores è fin da subito nervosa: scatti e controscatti, gruppo che si allunga e restringe come una molla. Nella prima metà ci provano in tanti, ma Borgo Molino e CPS controllano. Complice qualche goccia di pioggia, i ritmi si abbassano in attesa di un momento di svolta. A rompere gli equilibri nel quartultimo dei 15 giri da 6 km sono soprattutto di Autozai Petrucci Contri e Fratelli Giorgi, ma è un falso allarme. L’azione giusta è quella della terzultima tornata: con un Borgo Molino e un CPS. Rispettivamente, Andrea Montagner e Gabriele de Frabitiis. Dei due però, solo Montagner regge al comando sugli strappi conclusivi attorno alle Terme di Caracalla. Alle sue spalle, dopo il suo arrivo solitario, una volata di otto uomini per i piazzamenti sul podio, con Juan David Sierra a precedere Ludovico Mellanoterzo. Per il friulano Montagner è la seconda affermazione stagionale dopo quella alla Coppa Dondeo. Alla squadra trevigiana della Borgo Molino, diretta da Cristian Pavanello, va anche il titolo a squadre dedicato alla memoria di Dario Acquaroli. “È la vittoria più bella della mia carriera – ha commentato Andrea Montagner – volevo fin dall’inizio questo tipo di corsa, ho cercato la fuga ed è andata bene. A scattare per primo è stato Bessega, a quel punto siamo entrati io e De Fabritiis e sulla prima salita dopo la linea del traguardo l’ho staccato”. Nel pomeriggio spazio ai più giovani con le gare Allievi (maglia verde a Giacomo Sgherri, foto in basso a dx) e ai più piccoli con le gare Esordienti e Giovanissimi, questi ultimi impegnati in un percorso adiacente alle Terme di Caracalla per una sfida di short track in mountain bike.

Cresce l’attesa per il gran finale di domani. La manifestazione culminerà infatti con le due gare clou più prestigiose: il 76esimo Gran Premio Liberazione maschile riservato all’Under 23 e l’altra internazionale Donne Elite 1.2. Al mattino (inizio alle 09:00) sarà il turno della gara femminile su una distanza di 96 km: (16 giri) con 80 atlete e 12 squadre. Una formazione sarà peraltro una mista Zhiraf + Pro Cycling. Le società straniere sono 3 (UAE Development, Loughborough e Nazionale ucraina) ma le nazionalità delle atlete sono oltre una decina: tra le big occhi puntati sul vivaio UAE, che a inizio marzo si è aggiudicato la cronosquadre del trofeo Ponente in Rosa: metà di quel sestetto (Anastasia Carbonari, Francesca Pellegrini e Linda Zanetti) sarà a Caracalla. La Isolmant Premac Vittoria potrà contare su diverse stradiste-crossiste, tra cui la campionessa italiana CX U23 Asia Zontone. Come un’ottima crossista è Francesca Baroni, che con la Aromitalia Basso Vaiano sarà una delle compagne di Rasa Leleivyte. Tra le squadre blasonate figura inoltre la Bepink, con la stradista-pistard Silvia Zanardi e la campionessa di Slovacchia Nora Jencusova. Infine, alle 13:30, l’evento clou: il 76esimo Gran Premio Liberazione, la corsa degli Under 23. In una sorta di chiusura del cerchio con la gara Juniores, anche qui saranno 173 corridori di 35 squadre, che gareggeranno sulla distanza di 138 km (23 giri). In pieno stile “Mondiale di primavera” i team stranieri saranno 11 (Monaco, Restaurant Suri Carl Ras, Astana Development, Sofer Savini Due, Adria Mobil, la già citata Saris Rouvy Sauerland, Bialini, Zappi, Monex, la Nazionale slovena e quella svizzera di Michael Albasini) con quasi trenta Paesi rappresentati dagli atleti. Ci sarà uno squadrone per la categoria come la Green Project Bardiani Csf Faizanè: quest’anno la formazione emiliana punterà su altri nomi forti, come Alessio Martinelli e Alessandro Pinarello. Vedremo una Biesse Carrera a due punte con Giacomo Villa e Anders Foldager. Analogamente la Colpack Ballan Csb, con Davide Persico e Francesco Della Lunga. Attesissimo poi Alberto Bruttomesso col suo Team Friuli. Non ci sarà invece Carlo Francesco Favretto della General Store a causa di un infortunio patito pochi giorni fa. E sarà interessante osservare la prestazione di Mirko Bozzola, trionfatore junior dello scorso anno, in una Zalf Euromobil Fior che schiera oltretutto un Davide De Pretto reduce dal gran bronzo alla Liegi U23. Tra gli altri team italiani figurano anche Gallina Ecotek Lucchini e Technipes InEmiliaRomagna, Trevigiani e Mastromarco Sensi Nibali, Rime Sias e Hopplà Firenze Petroli. A proposito di vivai di prestigio, nell’Astana figurano Davide Toneatti e i gemelli Aleksandr e Nicolas Vinokourov.

”Maso delle Rose Alto Adige Doc” di Weger miglior Sauvignon blanc 2021

”Maso delle Rose Alto Adige Doc” di Weger miglior Sauvignon blanc 2021Milano, 24 apr. (askanews) – Il “Maso delle Rose Alto Adige Doc” di Josef Weger si è classificato primo al quinto Concorso nazionale del Sauvignon 2021 che si è tenuto nell’ambito della manifestazione Sauvignon Experience 2023 che si è svolta a Cortaccia in Alto Adige.

Al secondo posto della classifica dei miglior Sauvignon Blanc italiani del 2021, è arrivato “Ombrasenzombra Colli Piacentini Doc” di La Tosa e al terzo posto a pari merito il “Praesulis Alto Adige Doc” di Gump Hof e il “Andrius Alto Adige Doc” di Cantina Andriano. Durante la premiazione, che ha avuto luogo nella barricaia della Cantina Kurtatsch, il presidente dell’Associazione Sauvignon Alto Adige, Andreas Kofler, ha sottolineato che “questa manifestazione nasce dalla volontà di offrire un palcoscenico di grande qualità a uno dei vini bianchi più apprezzati al mondo, il Sauvignon Blanc. L’esito del quinto Concorso nazionale – ha concluso – dimostra non solo quanto questo vitigno rivesta un ruolo centrale nel panorama vinicolo del nostro Paese, ma mette anche in luce la sua capacità di offrire un’ampia varietà di sfaccettature in base alle diverse stilistiche produttive e alle variegate espressioni del terroir di provenienza”. La giuria era formata da 25 degustatori scelti fra enologi, sommelier e rappresentanti della stampa di settore coordinata dal Moritz Trautmann. Oltre 80 i campioni di Sauvignon Blanc dell’annata 2021 che hanno preso parte al Concorso, provenienti da cantine di nove diverse zone vitivinicole: Sicilia, Marche, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino, Alto Adige, Lombardia e Piemonte.

Lu Shaye, ambasciatore della polemica: un “lupo guerriero” di Xi

Lu Shaye, ambasciatore della polemica: un “lupo guerriero” di XiRoma, 24 apr. (askanews) – Ha provocato un ginepraio di polemiche, l’ambasciatore cinese a Parigi Lu Shaye, mettendo in dubbio la sovranità dei paesi ex appartenenti all’Unione sovietica, a partire dall’Ucraina. Con un’animosità che non è insolita per una nidiata di diplomatici cinesi che non a caso sono stati definiti “Lupi guerrieri” e che caratterizza lo stile di comunicazione della diplomazia di Pechino degli ultimi anni.

Lu nel fine settimana si è fatto intervistare da una tv transalpina e ha sostenuto che la Crimea appartiene alla Russia e i paesi dell’ex Unione sovietica non hanno uno “status effettivo” di Stati sovrani nel diritto internazionale. Una dichiarazione, probabilmente, eccessiva anche per un “lupo guerriero, tanto che il ministero degli Esteri di Pechino ha dovuto precisare che “la Cina rispetta lo status di Stati sovrani di tutte le repubbliche dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica” per bocca della portavoce Mao Ning, dopo la furiosa reazione di diversi dei paesi tirati in ballo che hanno convocato gli ambasciatori cinesi e dell’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell, che ha annunciato una “posizione forte”.C’è certamente una dissonanza tra la posizione di Pechino che punta ad avere un ruolo di facilitatrice della pace in Ucraina e lo stile comunicativo della diplomazia cinese dell’era Xi Jinping, che non a caso ha preso il suo soprannome da un film d’azione a tinte particolarmente patriottiche, campione d’incasso nei cinema cinesi tra il 2015 e il 2017: “Zhan Lang 2” (“Lupi guerrieri 2”). Un miscuglio di effetti speciali e arti marziali, in cui i buoni sono i cinesi e i cattivi gli occidentali, secondo una schema tratto direttamente da analoghi film americani.

Questa visione manichea del mondo è da tempo patrimonio della politica e della diplomazia cinese e affonda le sue radici in un senso di umiliazione nazionale, raccontato nel 2012 dal politologo Zheng Wang in un testo pubblicato dalla Columbia University Press – “Never Forget National Humiliation – Historical Memory in Chinese Politics and Foreign Relations” – che ha descritto in una maniera che fece un certo scalpore l’ideologia nazionalista della nuova politica estera cinese, cementata attraverso l’educazione patriottica impartita nelle scuole cinesi negli ultimi decenni.Agli occhi di questa generazione di funzionari, secondo quanto ha affermato recentemente lo stesso Lu Shaye in un’intervista a L’Opinion, la voce di Pechino è rimasta troppo a lungo “non ascoltata, come se davanti a noi fosse stato eretto un muro di disinformazione”.

I “lupi guerrieri” hanno iniziato a battere i boschi della diplomazia mondiale nel 2017, quando questa generazione di diplomatici aveva ormai fatto sufficiente carriera da poter far sentire la propria voce, mentre andava in pensione la generazione cresciuta sotto Deng Xiaoping, Jiang Zeming, Hu Jintao, fedeli a uno stile dichiarativo ovattato, che cercava di lavorare nell’ombra, evitando prese di posizioni eclatanti: “taoguang-yanghuì” (“celarsi nella luce, coltivare nel buio”), diceva Mao Zedong.L’emergere della diplomazia dei “Wolf Warrior” è legata alle ambizioni politiche e alle inclinazioni di politica estera di Xi Jinping, che è definita “Waguo waijiao”, cioè “Politica da grande Paese”, e che punta a ricollocare la Cina al centro dei grandi giochi della politica globale, nel ruolo che le compete nella storia: d’altronde la parola “Zhongguo”, “Cina”, è scritta con caratteri che vogliono dire “Paese del Centro”.

Xin Gang, l’ambasciatore cinese negli Stati Uniti, è considerato il più rappresentativo esponente di questa corrente diplomatica. Nel bel mezzo della crisi Covid-19, di fronte alle accuse che arrivavano dall’estero di essere stata l’iniziatrice della pandemia, sostenne che il suo compito era quello di combattere le “calunnie infondate” dei “lupi feroci” all’estero.Il principale nemico dei “Wolf Warrior” è ovviamente Washington, con cui Pechino si sente concorrente nella grande gara per l’egemonia (anche se la Cina rigetta il principio stesso di egemonia, a parole). Ma anche tra i vicini, ci sono obiettivi preferiti come l’India o il Giappone. Nella narrativa dei diplomatici cinesi, invece, l’Unione europea è un partner che però è troppo assoggettato agli Stati uniti.

I “Lupi guerrieri” non disdegnano di rilanciare tesi azzardate, in risposta anche a quelle che considerano menzogne nei confronti di Pechino. L’ex portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian, che è stato uno dei capofila di questa nidiata di diplomatici, arrivò a sostenere che fossero stati i militari Usa che avevano partecipato ai Mondiali militari organizzati nel 2019 a portare in Cina il coronavirus. (di Antonio Moscatello)

 

PEFC Italia al Festival Seed per una filiera più sostenibile

PEFC Italia al Festival Seed per una filiera più sostenibileMilano, 24 apr. (askanews) – Dal 24 al 30 aprile Perugia e Assisi ospitano sette giorni di riflessioni dedicate al futuro del design e dell’architettura e soprattutto dell’ambiente con il Festival Seed. Partner internazionale della manifestazione è PEFC: con incontri e appuntamenti porterà sotto i riflettori l’importanza della corretta gestione delle foreste e – insieme all’architetto e designer Giorgio Caporaso – racconterà la campagna Forests Are Home, che promuove un approvvigionamento sostenibile nei settori dell’arredo e dell’edilizia. Prevista anche la visita alla lecceta dell’Eremo delle Carceri di Assisi alla scoperta di un luogo sacro e prezioso anche per la biodiversità e la struttura forestale: saranno illustrati i risultati delle attività boschive in mitigazione delle emissioni di CO2 a marchio PEFC.

“L’uomo ha un legame antico e indissolubile con il bosco ed è per questo che il legno è un materiale così importante nell’edilizia e soprattutto nell’arredamento. Puntare su materie prime rinnovabili come quelle legnose significa ragionare in un’ottica di eco-design. Per questo siamo felici di poter portare il nostro contributo al Festival Seed che mette al centro l’abitare sostenibile”, ha dichiarato Antonio Brunori, Segretario Generale del PEFC Italia, ente promotore della certificazione della buona gestione del patrimonio forestale.

Lo chef stellato Minchillo protagonista a Vinum ad Alba

Lo chef stellato Minchillo protagonista a Vinum ad AlbaMilano, 24 apr. (askanews) – Cena, lezione di cucina e aperitivo. Lo chef Michele Minchillo del ristorante Vitium di Crema, l’unica Stella Michelin in tutta la provincia di Cremona, partecipa per la prima volta a Vinum, la kermesse vinicola dedicata alle eccellenze locali, organizzata ad Alba, da 45 anni.

Questa mattina Minchillo ha tenuto un corso di cucina al Castello di Roddi dove ha illustrato la preparazione del signature Pasta, porro bruciato, caprino, riccio e aglio nero. La ricetta, scelta per la non eccessiva difficoltà a essere replicata da parte di amatori, vede il contrasto terramare, qui rappresentato da sapori forti. Da un lato il riccio, ingrediente tipico della terra che ha dato i natali allo chef, la Puglia, e dall’altra il porro, il caprino e l’aglio nero. Nel pomeriggio, dalle 16 alle 19, a Cantina Ca’ del Baio a Treiso (CN), storico produttore di Barbaresco nella zona del Roero, Minchillo è protagonista di un aperitivo in cantina. Per l’occasione, lo chef di Vitium porterà cinque finger food che ben rappresentano la sua identità culinaria. Tra questi, spiccano Riso giallo e midollo, la reinterpretazione del classico riso alla milanese con zafferano e midollo, qui presentato in una sfera di riso ripiena di midollo alla brace e ricoperta di oro, come omaggio al Maestro Gualtiero Marchesi, e la Pittula con capocollo, un richiamo alle radici pugliesi di Minchillo attraverso due classici della sua terra – il capocollo di Martina Franca e un impasto fritto tipico delle festività.

Ieri, nel giorno del suo trentesimo compleano, Minchillo ha praparato una cena di sei portate al Castello di Roddi proponendo alcuni dei suoi cavalli di battaglia, dalla pugliese Pittula con capocollo al milanesissimo Riso giallo e midollo, visono Ravanello acido e mostarda di fico, un boccone nato dall’idea di riprodurre la giardiniera piemontese con la sua acidità.

Calcio: Rocca, Regione Lazio molto fiera per promozione Amatrice

Calcio: Rocca, Regione Lazio molto fiera per promozione AmatriceRoma, 24 apr. (askanews) – La Regione Lazio è “molto fiera della promozione di Amatrice calcio”. Lo dichiara il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, in una nota. “Amatrice e i territori del cratere sono, per il Lazio e per tutta Italia, luoghi del cuore. Di segni di rinascita, dopo la scossa che squarciò il Centro Italia quel maledetto 24 agosto 2016, ce ne sono stati molti. Essi si devono, in primo luogo, alla caparbietà e alla tenacia dei suoi abitanti. La notizia della promozione in Eccellenza del Lazio per l’Amatrice Calcio, massima categoria per un campionato dilettantistico regionale, va proprio in quella direzione ed è l’ennesimo tassello di un mosaico più ampio che si chiama ricostruzione”, sottolinea Rocca.

“Sono stato vicino alla gente di Amatrice quando, da presidente della Croce Rossa Italiana ci trovammo, insieme alla Protezione civile, a fronteggiare un dramma assoluto. E sarò, a maggior ragione, accanto a loro – osserva – in questa nuova veste. Ho, fin dalle prime ore, toccato con mano il coraggio e l’assoluta volontà di rinascita della popolazione. Traguardi come questo ne sono la prova. La promozione della squadra di calcio è un segno prezioso e incoraggiante. Lo sport è un fattore importante di aggregazione sociale. Cementifica il senso di appartenenza della comunità. La Regione Lazio, molto fiera di questo traguardo, continuerà con coerenza, determinazione e passione a stare al fianco di Amatrice e del suo territorio, per restituire quella dignità strappata via dal terremoto”, conclude Rocca.

Il capo della Wagner ordina ai suoi uomini di non fare più prigionieri ucraini: “Uccideteli tutti”

Il capo della Wagner ordina ai suoi uomini di non fare più prigionieri ucraini: “Uccideteli tutti”Roma, 24 apr. (askanews) – “Uccideteli tutti”: il capo del gruppo paramilitare russo Wagner ha dichiarato che le sue truppe non prenderanno più prigionieri ucraini, in reazione ad una presunta esecuzione di uno dei suoi uomini da parte delle forze di Kiev.

“Non conosciamo il nome del nostro ferito che è stato colpito da miserabili ucraini. Ma uccideremo tutti sul campo di battaglia. Non faremo più prigionieri”, ha dichiarato Evgeny Prigozhin in un messaggio pubblicato su Telegram dal suo ufficio stampa e rilanciato oggi dalle agenzie internazionali.Prigozhin stava reagendo a un’altra registrazione audio postata su Telegram e presentata come una conversazione tra militari ucraini che ordinavano l’esecuzione di un combattente catturato del gruppo paramilitare. Afp non è stata in grado di confermare l’autenticità di quest’ultima registrazione.