Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tag: Sanremo 2023

Guterres (Onu): “Gaza è un campo di sterminio”

Guterres (Onu): “Gaza è un campo di sterminio”Roma, 8 apr. (askanews) – “Gaza è un campo di sterminio”, ha detto oggi il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, denunciando il blocco degli aiuti umanitari all’enclave da parte di Israele. “Per più di un mese, non è entrata a Gaza una sola goccia di aiuti. Niente cibo, niente carburante, niente medicine, niente beni commerciali. Mentre gli aiuti si esauriscono, le cateratte dell’orrore si sono riaperte”, ha detto ai giornalisti il Segretario generale. “Gaza è un campo di sterminio e i civili sono intrappolati in un ciclo infinito di morte”, ha aggiunto il capo del palazzo di vetro.


Guterres ha denunciato le azioni di Israele, che ha ripreso i bombardamenti un mese fa e sta bloccando l’ingresso degli aiuti nell’enclave palestinese. “In quanto potenza occupante, Israele ha obblighi inequivocabili ai sensi del diritto internazionale, tra cui il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale dei diritti umani”, ha insistito. Riferendosi alle Convenzioni di Ginevra, ha sottolineato in particolare l’obbligo della “potenza occupante” di garantire la fornitura di cibo e di medicinali alla popolazione. “Niente di tutto ciò accadrà oggi”, ha affermato, respingendo anche le nuove proposte di aiuti israeliane. “I nuovi ‘meccanismi di autorizzazione’ proposti da Israele per la distribuzione degli aiuti rischiano di controllare e limitare severamente gli aiuti, fino all’ultima caloria e all’ultimo granello di farina”, ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite. “Voglio essere chiaro: non parteciperemo ad alcun sistema che non rispetti pienamente i principi umanitari”, ha insistito, chiedendo la garanzia di un accesso “senza ostacoli” agli aiuti.


Guterres si riferisce alle proposte avanzate nei giorni scorsi dalle autorità israeliane, che hanno dichiarato all’Onu di voler rafforzare il controllo sugli aiuti – compreso il conteggio delle calorie in entrata – per impedirne l’appropriazione da parte di Hamas.

Penny Boy lancia capsule di T-shirt in omaggio alla forza delle donne

Penny Boy lancia capsule di T-shirt in omaggio alla forza delle donneMilano, 8 apr. (askanews) – Penny boy, eccellenza italiana della body art ha vinto oltre 100 prestigiosi premi internazionali, partecipando nella sua carriera ad oltre 300 convention nel Mondo di cui spesso è giudice. L’arte tatuata di Massimiliano è talmente ammirata all’estero tanto da essere ospite di eventi di fama mondiale come Il Pacif Ink & Art Expo (Usa), uno dei migliori show dedicati ai tattoo del pianeta. Massimiliano, che ha iniziato a tatuare sin dalla tenera età a Milano, è uno dei pochissimi tatuatori italiani di successo oltreoceano, nonchè vincitore di importanti riconoscimenti come il “Philadelphia Best of colour” , tra gli altri premi importantissimi riconoscimenti anche ” Minneapolis Best of Traditional” “, e “Atlanta of Best Traditional” e il “Chicago Best of Traditional and best of colour”, solo per citarne alcuni, Pennella si divide tra America, Europa e Asia.


“È un piccolo sogno nel cassetto che si realizza per me – dichiara Penny Boy” -in quanto Sullen è uno dei brand più famosi al mondo dell’industria del tatuaggio – la collaborazione con loro per questa mia esclusiva capsule di T -shirt è nata in maniera spontanea realizzando per loro un disegno che partisse proprio dalla mia arte e in cui venisse fuori il concetto della mia “dualità” in quanto nei mie disegni spesso esce questa rappresentazione della transizione da animale a donna e viceversa. In particolare per i disegni di questa capsule mi sono ispirato a questa idea della transizione principalmente tra lupo/donna e viceversa. Ho voluto rappresentare questa donna lupo che usciva dalle fiamme di un cuore dolorante pieno di spine. Un omaggio alla grande forza delle donne che sono sempre in grado di rassicurare e dare speranza anche nelle situazioni quotidiane più difficili, uscendone sempre vittoriose” Il suo è uno stile unico e inconfondibile, il più famoso e popolare è la rappresentazione della transizione da animale a donna e viceversa. Penny è cresciuto circondato da donne, per questo la sua sensibilità sul trattare l’universo femminile è unico nel suo genere. Rispetta e ama le donne in tutte le loro particolarità ed è sempre stato affascinato anche dalla selvaticità degli animali. Grazie a questa combinazione di passioni sono innumerevoli le persone che apprezzano la sua arte, cercandolo in tutto il mondo per farsi tatuare. Penny è un’artista dedito al tatuaggio tradizionale, un vero incisore di memorie per uno storytelling a misura d’arte.


“Ad oggi – prosegue Penny Boy – c’è una forte connessione tra quello che è il mondo del tatuaggio, la moda, il cinema, il fashion – tutto questo è possibile solamente perché l’arte del tatto ha raggiunto nel Mondo collettivamente un livello altissimo sdoganando completamente il mondo del tattoo, facendo in modo che brand di altissimo livello potessero rappresentare i disegni e l’arte tatuata in ogni tipologia di oggetto dalle borse ai cappelli. Io credo che questo trend sarà sempre più in espansione e interconnesso ad ogni tipo di industria dello show biz internazionale. In Italia dovremmo supportare sicuramente molto di più i giovani e le persone che hanno del talento, l’Italia è conosciuta nel Mondo per le sue eccellenze ma ricordiamoci che dobbiamo sempre essere noi in primis a valorizzarle”. Tra le celebrità che hanno scelto Penny per i loro tatuaggi, solo per citarne alcuni il cantante e musicista Liam St. John e l’attore internazionale Michele Morrone, famoso per i suoi ruoli in film di successo e per il suo stile iconico.


“Sogno di portare la mia visione arte in tv e perché no un film in cui poter esprimere me stesso a 360 gradi, la recitazione mi ha sempre affascinato. Mi piacerebbe tatuare gratuitamente persone con disabilità, persone nate con problematiche a livello fisico o che hanno vissuto esperienze traumatiche, come veterani di guerra o chi ha vinto cause contro brutte malattie. Vorrei poter fare di più per loro, ascoltando queste storie in una giornata di scambio di energie ed emozioni. Desidero portare questo format e speciale storytelling in tv con delle puntate dedicate a ciascuna storia.”

Al Vinitaly premiazione concorso enologico per Istituti Agrari

Al Vinitaly premiazione concorso enologico per Istituti AgrariRoma, 8 apr. (askanews) – Si svolta oggi, a Vinitaly, la premiazione del Concorso Enologico per Istituti Agrari d’Italia, organizzato dal Masaf/Crea/Mim alla presenza del ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi e del sottosegretario al Masaf Patrizio Giacomo La Pietra, che hanno premiato le scuole vincitrici.


Il concorso, giunto alla 9 edizione, ha visto la partecipazione di 27 scuole, provenienti da 15 diverse Regioni, per un totale di 72 vini in gara, di cui 28 bianchi, 36 rossi e 8 rosati, suddivisi in tranquilli, spumanti, passiti, a denominazione IGP, DOC, DOCG, VSQ (Vini Spumanti di Qualità). I vini sono stati valutati in base a 5 categorie: vini tranquilli DOC e DOCG, vini tranquilli IGT, vini spumanti DOC, vini spumanti VSQ (vini spumanti di qualità), vini passiti. La giuria, composta da due diverse commissioni esaminatrici, ciascuna formata da 5 enologi professionali (3 interni CREA e 2 esterni), ha utilizzato la scheda per l’analisi sensoriale “Union Internationale des Oenologues”, che prevede un massimo di 100 punti. Hanno raggiunto il punteggio minimo (80 punti) per essere premiati ben 63 vini, a testimonianza del crescente interesse e della maggiore partecipazione delle scuole. Si segnala anche una maggiore attenzione alla tutela dell’ambiente con 11 vini biologici presentati.


Il Crea Viticoltura ed Enologia quest’anno ha deciso di conferire un ulteriore premio, una targa al miglior vino classificato per ciascuna delle 5 categorie del concorso (vini bianchi tranquilli, vini rosati tranquilli, vini rossi tranquilli, vini spumanti, vini passiti). Infine, a latere del concorso enologico, la Sezione Idea Marketing lanciata da Crea e Renisa e dedicata alla comunicazione. Quest’anno, oltre a premiare il prodotto comunicativo più efficace in relazione al proprio vino, verrà insignito di un attestato di merito la classe che ha realizzato lo spot più efficace per convincere gli altri ragazzi a scegliere l’Agrario per proseguire il proprio percorso di studi.

Florovivaismo, La Pietra: no quarantena per Pochazia Shantungensis

Florovivaismo, La Pietra: no quarantena per Pochazia ShantungensisRoma, 8 apr. (askanews) – “Stiamo ricevendo segnali estremamente positivi in merito alla decisione di non includere la Pochazia Shantungensis, tra gli organismi da quarantena per le piante. Istituzioni e mondo della ricerca stanno lavorando insieme da tempo a supporto del sistema produttivo per scongiurare il rischio di gravi danni economici per il comparto florovivaistico nazionale, eccellenza italiana e leader delle esportazioni”. Lo annuncia in una nota il sottosegretario al Masaf, Patrizio La Pietra.


“Voglio sottolineare la validità del metodo di lavoro messo a punto anche in questa occasione e ringrazio il Comitato Fitosanitario Nazionale, coordinato dalla DISR 5 del Masaf e in particolare il Crea – ha detto La Pietra – nella persona del suo presidente, Andrea Rocchi, per la disponibilità dimostrata fin dal primo momento, venendo fisicamente sul territorio toscano, dove abbiamo una presenza estremamente rilevante di imprese florovivaistiche, per comprendere meglio la problematica e agire di conseguenza”.

Confagri a Meloni: trattare a livello Ue per tutela export in Usa

Confagri a Meloni: trattare a livello Ue per tutela export in UsaRoma, 8 apr. (askanews) – “Chiediamo che l’Italia, in sede europea, si faccia promotrice di un’azione forte e coesa, nell’interesse del nostro sistema produttivo e della sua proiezione internazionale”. Così il vicepresidente di Confagricoltura, Sandro Gambuzza, durante l’incontro svoltosi oggi pomeriggio sui dazi a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e i rappresentanti delle categorie produttive.


“L’agroalimentare italiano ha raggiunto nel 2024 un valore record di quasi 70 miliardi di euro di export, di cui circa 8 miliardi (oltre l’11%) destinati al mercato statunitense. Non parliamo solo di quantità, ma soprattutto di qualità e marginalità: gli USA rappresentano per molti prodotti agricoli italiani un mercato maturo, che valorizza al massimo il made in Italy autentico: vini, formaggi, olii, sughi, pasta, salumi”, ha ricordato Gambuzza. “Il nostro export agroalimentare è uno dei capisaldi dell’economia italiana. È essenziale – ha detto il vicepresidente della Confederazione – evitare che decisioni unilaterali mettano a rischio la competitività delle imprese e il lavoro di intere filiere”.


Per Confagricoltura l’impatto complessivo al momento è difficilmente quantificabile per il settore agroalimentare, ma, “tra i dazi e la verosimile riduzione dell’export italiano verso gli USA, si può stimare un danno intorno ai 3 miliardi di euro”. Alla luce del nuovo scenario commerciale, Gambuzza ha invitato inoltre a una riflessione sulla riduzione del potere d’acquisto dei consumatori statunitensi. Nelle trattative con Washington, per Confagricoltura è importante valutare anche la mitigazione delle barriere non tariffarie e l’inasprimento delle condizioni sui servizi digitali. A peggiorare il quadro, ha ricordato Gambuzza, si aggiungono tre fattori: l’applicazione differenziata delle aliquote daziarie tra i Paesi, ad esempio il 10% per i vini australiani rispetto al 20% applicato ai vini italiani, l’aumento dell’italian sounding, che colpisce direttamente l’identità delle nostre produzioni, e il possibile effetto boomerang sul mercato interno con l’ingresso di prodotti extra-UE a dazi ridotti o nulli.


Confagricoltura ha evidenziato al governo la necessità di un nuovo piano europeo con le risorse non utilizzate del PNRR e altri fondi UE per sostenere la competitività delle imprese sul mercato USA ed evitare fughe in avanti dei singoli Paesi nelle trattative con gli Stati Uniti.

Birra Messina torna alla Design week con due spazi di “meraviglia”

Birra Messina torna alla Design week con due spazi di “meraviglia”Milano, 8 apr. (askanews) – Birra Messina si ritaglia anche quest’anno i suoi spazi di “meraviglia” alla Milano Design Week con due installazioni. Il brand è presente nel capoluogo lombardo in piazza Morbegno e via Tortona dove elementi urbani ordinari come un’edicola e un muro rinascono, regalando stupore a chi li osserva.


Secondo una indagine condotta da AstraRicerche per Birra Messina, la routine, le responsabilità e il peso della quotidianità sembrano non favorire la capacità di meravigliarsi degli italiani. Oltre un terzo degli intervistati tra i 18 e i 45 anni dichiara di non provare quasi mai una sensazione di sorpresa che interrompa la monotonia, mentre un ulteriore 38% la sperimenta solo sporadicamente, non più di 1-3 volte al mese. Dal 7 al 13 aprile 2025, in concomitanza con la design week milanese, Birra Messina porta la Sicilia in Piazza Morbegno, dove viene inaugurata L’Edicola Meraviglia, un’installazione che unisce arte e cultura siciliana all’ora dell’aperitivo. Uno spazio urbano si trasforma così in luogo dove assaporare il gusto distintivo di Birra Messina Cristalli di Sale e scoprire i due bicchieri in edizione limitata, firmati da Giuliana Pappalardo ed Elisa Nicastro, studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Catania del biennio specialistico in Grafica, illustrazione e fumetto e Arti e tecnologie digitali. Inoltre Birra Messina per la settimana del design ha deciso di trasformare un muro di Via Tortona in un’opera d’arte a cielo aperto, firmata dall’artista siciliana Magda Masano, già direttrice artistica de Il Mosaico delle Meraviglie e Le Panchine delle Meraviglie, due progetti di rigenerazione urbana promossi dalla marca a Messina.

Cia a Meloni: subito revisione Ocm vino e fondo azzera-dazi

Cia a Meloni: subito revisione Ocm vino e fondo azzera-daziRoma, 8 apr. (askanews) – Negoziare fino alla fine con una sola voce in Europa per scongiurare una guerra commerciale; agire sugli ostacoli burocratici e amministrativi che frenano la competitività delle imprese all’interno dell’Ue; esplorare e consolidare nuovi mercati oltreoceano; introdurre un Fondo comune “azzera-dazi” per interventi di compensazione economica e produttiva. Sono queste le 4 direttrici della strategia di sistema illustrata dal presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, all’incontro a Palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni, su come fronteggiare gli effetti dei dazi Usa.


“È chiaro che la prima azione non può che essere negoziale – ha detto Fini – Serve un’azione diplomatica forte e unitaria dell’Europa per trovare una soluzione e non compromettere i traguardi raggiunti finora. In questa partita, l’Italia può e deve essere capofila delle trattative per una de-escalation, visto che abbiamo anche più da perdere. Gli Usa, infatti, con quasi 8 miliardi valgono circa il 12% di tutto il nostro export agroalimentare globale, mettendoci in testa alla classifica dei Paesi Ue, molto prima di Germania (2,5%), Spagna (4,7%) e Francia (6,7%)”. Accanto alla via della diplomazia, ha proseguito il presidente di Cia, “occorre intervenire sulle dinamiche che, seppur non tariffarie, influenzano le relazioni commerciali. Bisogna, quindi, iniziare a eliminare tutti quegli impedimenti di natura burocratica e amministrativa che ostacolano lo sviluppo del Made in Italy, semplificando il quadro normativo e i sistemi regolatori europei che frenano la competitività”.


Altrettanto strategico è per Cia il consolidamento dei mercati extra-Ue oltre gli Usa “come il Giappone e il Canada -ha spiegato Fini- così come è fondamentale l’esplorazione di nuovi mercati”. Un obiettivo non immediato, quello di nuovi sbocchi commerciali, che “deve essere ben supportato da politiche dedicate, come misure di promozione e formazione; strumenti di aggregazione produttiva e organizzativa; interventi per sviluppare la logistica e l’innovazione”. Sicuramente “c’è bisogno di riprogrammare subito l’OCM vino”. Da ultimo, ha evidenziato il presidente di Cia, “è assolutamente necessario stanziare risorse adeguate a sostenere gli agricoltori e i territori più esposti ai dazi di Trump”. A partire appunto dai produttori di vino, olio, pasta e formaggi e da regioni come la Sardegna o la Toscana.


In questo senso, secondo Fini “occorre prevedere l’introduzione di un Fondo europeo ‘azzera dazi’ da utilizzare per azioni di compensazione”. Interventi “anche in deroga alle regole Ue sugli aiuti di Stato, che potrebbero concretizzarsi in primis sotto forma di indennizzi per le perdite subite dagli agricoltori. In più – ha concluso il presidente di Cia – l’uso delle risorse comunitarie dovrebbe essere rivolto a ulteriori compensazioni ‘indirette’ che includano, ad esempio, misure per la riduzione dei costi dell’energia e degli altri fattori di produzione”.

Dazi, Copagri a Meloni: promuovere made in Italy e diversificare

Dazi, Copagri a Meloni: promuovere made in Italy e diversificareRoma, 8 apr. (askanews) – Promuovere il made in Italy, diversificare i mercati, valutare un ricorso al Wto, istituire un fondo di compensazione per le perdite dirette delle aziende agroalimentari, introdurre un credito d’imposta per le imprese più colpite e sospendere alcuni obblighi del Green Deal. Sono le indicazioni date oggi dal presidente della Copagri, Tommaso Battista, alla premier Giorgia Meloni nel corso del confronto con le associazioni di categoria svoltosi oggi pomeriggio a Palazzo Chigi.


“I pesanti dazi del 20% imposti dall’amministrazione USA sulle merci provenienti dall’UE, oltre a rappresentare una pericolosa misura protezionistica, sono una vera e propria sfida che rischia di assestare un colpo durissimo alla tenuta di tutti quei comparti, primo fra tutti l’agroalimentare”, ha detto Battista, sottolineando che il settore ha nell’export uno dei loro punti di forza e che proprio gli Stati Uniti sono uno dei principali mercati di sbocco. “Bisogna, quindi, mettere rapidamente in campo una risposta integrata e sistemica – ha proseguito Battista – coniugando la necessaria attività diplomatica con interventi di sostegno economico, oltre che di promozione del Made in Italy e di diversificazione dei mercati”.  “Oltre a valutare il potenziale ricorso al WTO – ha quindi suggerito il presidente della Copagri – è fondamentale ragionare con urgenza sulla possibile istituzione di un fondo di compensazione per le perdite dirette delle aziende agroalimentari, prevedendo il possibile coinvolgimento di SIMEST e CDP”, ha spiegato Battista invitando il governo a “lavorare anche sul versante delle agevolazioni fiscali, a partire dall’introduzione di un credito d’imposta per le imprese maggiormente colpite e sulla possibile sospensione di alcuni dei gravosi obblighi del Green Deal”. “Gli Stati Uniti sono un mercato strategico per l’agroalimentare italiano, con esportazioni che nel 2024 hanno superato gli 8 miliardi di euro, pari al 25% del totale comunitario”, ha ricordato Battista, facendo notare che “i dazi rischiano di provocare un calo dell’export stimabile tra il 10% e il 15% nel breve periodo, con punte del 30% per diversi prodotti simbolo della dieta mediterranea, quali vino, formaggi e olio extravergine d’oliva”. Senza contare, poi, le ricadute nel medio-lungo periodo, legate al rischio concreto che l’export italiano “venga rimpiazzato da quello di altri paesi con dazi più favorevoli e all’ulteriore rischio di vedere arrivare sul mercato comunitario, e di conseguenza nazionale, le produzioni agroalimentari precedentemente esportate negli USA e provenienti da paesi stranieri colpiti da dazi ancora più salati”.


Per Copagri è quindi “prioritario puntare sul canale diplomatico, lavorando per ottenere delle esenzioni mirate per le produzioni nazionali più colpite dall’incremento delle barriere tariffarie, e sul fronte commerciale, favorendo, attraverso appositi investimenti, l’ulteriore diversificazione dei mercati”.

Il grande ritorno della rock band canadese Arcade Fire

Il grande ritorno della rock band canadese Arcade FireMilano, 8 apr. (askanews) – A distanza di 3 anni dal precedente progetto discografico “WE”, la rock band canadese Arcade Fire (Win Butler, Régine Chassagne, Jeremy Gara, Tim Kingsbury e Richard Reed Parry) è tornata con un nuovo singolo disponibile da oggi in digitale, “Year of the snake”, che anticipa il loro settimo progetto discografico, “Pink Elephant” (Columbia Records / Sony Music), in uscita il 9 maggio.


“Pink Elephant”, disponibile da ora in pre-order, è composto da 10 nuove tracce con un sound che alterna sonorità punk a momenti quasi cinematografici, dalla durata complessiva di 42 minuti, è prodotto da Win Butler, Régine Chassagne e Daniel Lanois e registrato allo Good News Recording Studio di Win e Régine, a New Orleans. Il titolo dell’album, “Pink Elephant” (Elefante Rosa), si ricollega a quell’effetto paradossale del fare di tutto per non pensare a un concetto che però diventa impossibile da evitare.


Quando viene ascoltato nella sua interezza, “Pink Elephant” invita l’ascoltatore in un’odissea sonora, una ricerca della vita, che esiste all’interno della percezione dell’individuo, una meditazione sia sull’oscurità che sulla luce, la bellezza interiore. A ogni ascolto successivo, i livelli di questo viaggio epico si svelano sempre di più per rivelare nuove dimensioni. Il primo brano estratto dall’album, “Year of The Snake” è arricchito dal calore avvolgente della voce di Régine, e vede per la prima volta nella storia degli Arcade Fire Régine al basso e Win Butler alla batteria. Il titolo della canzone si riferisce al 2025, l’anno lunare del serpente, che rappresenta un momento di rinnovamento, una trasformazione positiva e un nuovo inizio mentre la band cambia di nuovo pelle e rinasce, offrendo comunque il suono unico e distintivo degli Arcade Fire.

Dazi, Meloni: per le imprese 25 mld da Pnrr e fondi coesione

Dazi, Meloni: per le imprese 25 mld da Pnrr e fondi coesioneRoma, 8 apr. (askanews) – Il governo metterà in campo 25 miliardi di euro per sostenere le aziende in difficoltà per i dazi, di cui 14 da fondi del Pnrr e 11 dai fondi di coesione. Lo ha spiegato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, all’incontro con le categorie economiche sui dazi.


“La Commissione europea – ha spiegato – sta incoraggiando gli Stati membri a modificare i Pnrr, individuando soluzioni per investire al meglio le risorse stanziate nel nuovo scenario, ovviamente senza ridurre l’ambizione dei piani in termini di traguardi e obiettivi da conseguire. Parallelamente la stessa Commissione, su proposta del vicepresidente Fitto, ha avviato una importante fase di riprogrammazione delle politiche di coesione che, in complementarietà con la revisione del Pnrr, potranno essere utilizzate per sostenere il nostro sistema produttivo. In ultimo potrebbero essere mobilitate le risorse del Piano sociale per il Clima, che prevedono misure per famiglie e microimprese finalizzate a sostenere la transizione energetica. Come già accaduto nel 2023 e annunciato nella campagna elettorale del 2022, il nostro Governo, in sintonia e collaborazione con la Commissione Europea, intende promuovere una revisione del PNRR. Quanto ne parlavamo nella campagna elettorale tutti ci dicevano che non era possibile farlo. Non soltanto lo abbiamo fatto ma lo hanno fatto insieme a noi tutti i singoli Paesi europei”. “Nel corso della revisione del 2023, come sapete, la nostra azione – ha detto ancora Meloni – si è concentrata principalmente a favore delle imprese. A fronte di una riprogrammazione complessiva di 22 miliardi di euro alle imprese sono andati circa 13,4 miliardi di euro. Come in quella occasione, vogliamo che anche oggi l’eventuale riprogrammazione delle risorse sia il frutto di un intenso lavoro di ascolto e di collaborazione con voi, che intendiamo avviare oggi. Ed è proprio nella flessibilità del Pnrr, che intendiamo chiedere alla Commissione, come già fatto nel 2023, che possiamo individuare le soluzioni per dare risposte tempestive e concrete al sistema produttivo. Abbiamo individuato nell’ambito della dotazione finanziaria del Recovery italiano e della sua prossima revisione circa 14 miliardi di euro che possono essere rimodulati per sostenere l’occupazione e aumentare l’efficienza della produttività. Una ulteriore opportunità che intendiamo cogliere è quella della revisione della politica di coesione che la scorsa settimana è stata approvata dalla Commissione su proposta del vicepresidente Fitto. Il nostro paese ha 75 miliardi di euro (42,7 europei, gli altri cofinanziamenti nazionali) da spendere fino al 2029 distinti in 26 miliardi di euro assegnati ai programmi nazionali e 43 ai programmi regionali. In questo ambito, circa 11 miliardi di euro possono essere riprogrammati a favore delle imprese, dei lavoratori e dei settori che dovessero essere più colpiti. Anche in questo caso la riprogrammazione deve essere definita d’intesa con la Commissione Europea”, ha concluso.